Cinque amiche

Luca Memoli
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Cinque amiche

Messaggio#1 » lunedì 19 aprile 2021, 23:33

Non posso passare.
I poliziotti sono guardinghi, vedo i loro occhi iniettati di sangue, percepisco la loro rabbia, avverto l’odore del loro odio. Del ferro delle loro armi.
Nella poesia del crepuscolo una capinera si libra in volo. La osservo elevarsi nel cielo, confondersi tra le nuvole grigie cariche di pioggia. È così soave. Così libera. Sembra un angelo nella nebbia. La invidio. Un tempo ero un uomo diverso. Ora sono soltanto un’ombra, un rudere, un albero avvizzito. Sto perdendo la memoria di quella vita, è solo questione di tempo prima di dimenticare ogni cosa. So che in quel preciso istante, quando accadrà, sembrerà che io non l’abbia mai vissuta. Come se non fossi esistito. Comincia a tuonare, devo nascondermi. Striscio sul terreno. Arrivano.
«Commissario, mi è sembrato di sentire qualcosa.»
«Cosa?»
«Non so. Un rumore»
«Qui è tutto un rumore. Aspetta un momento. Spostate quella maledetta macchina! Forza! Allora che tipo di rumore?»
«Un fruscio.»
«Un fruscio? Mi stai prendendo per il culo?»
«Nossignore.»
«Sento a malapena la tua voce e tu sei riuscito a sentire un fruscio?»
«Sissignore.»
«Io non ho sentito un cazzo. Allora agente? La spostate o no?»
«Si commissario, la spostiamo.»
«Tieni alta la guardia e non pensare ai fruscii, quel figlio di puttana non può essere lontano. Quando arriva la maledetta unità cinofila?»
Stanno arrivando i cani. Allora sarò perduto. Mi staneranno come una lepre. Sono in trappola. Nella fuga la mia auto ha sbandato e mi sono capottato. La gamba mi fa malissimo. Ho perso molto sangue, ma non posso arrendermi. Non ha senso continuare a restare nascosto fra questi cespugli. Ora sono al sicuro, ma per quanto? Se non mi trovano i poliziotti, mi troveranno i cani. Mi sbraneranno prima ancora che qualcuno li fermi. O forse, non li fermeranno nemmeno. Lasceranno che mi smembrino come un maiale al macello. A tal punto mi odiano. A tal punto nei loro cuori è scomparso ogni umano sentimento. Maledetti. Ecco. Perfino l’elicottero. Ora è sulla mia testa. Dannazione, non ne avevo mai visto uno così da vicino. Quelle dannate luci squarciano il buio come una lama rovente il burro. Mi troveranno. Sono Davide contro Golia, che speranze ho? È già tanto che sono arrivato fino a questo punto. Sapevo che il muro fosse invalicabile, me lo hanno detto tutti, fin dal principio, ma ho sperato lo stesso. Ho creduto fosse possibile oltrepassarlo e tornare libero. Solo che… credevo di avere più tempo per fuggire. Di andare oltre. Ma loro hanno occhi e orecchie dappertutto. Ora sta diluviando. Pioggia benedetta sulla mia testa. È arrivata la squadra cinofila. Ecco la mia fine.
«Era ora cazzo! Muovetevi!»
«Commissario, con questa pioggia non sarà facile trovar…»
«Me ne sbatto della pioggia, voglio quel bastardo tra le mie mani ora.»
Il poliziotto si irrigidisce, volta le spalle e si avvicina al furgoncino. Apre lo sportello e lascia che tre pastori tedeschi feroci escano abbaiando non so contro chi. Forse mi hanno già fiutato.
«Avanti belli! Dai che lo becchiamo!»
Un cane per ogni sbirro. Tre cani e tre sbirri. Una battaglia impari. Ma venite pure, io sono qui. Non mi muovo neppure. A che serve fuggire? È la fine.
Non passano nemmeno cinque minuti ed eccolo qui Pluto. O Lassie, o come diavolo si chiama. Ma non abbaia. Mi annusa. Mi lecca. Gli sono simpatico. E poi arriva lo sbirro.
«O porca troia.» sussurra tra i denti. Che cosa gli prende? Non è felice di avermi stanato? Dice qualcosa alla ricetrasmittente. Mi sembra molto contrariato. In poco tempo, sono arrivati tutti. Mi guardano. Che onore, sono lo spettacolo principale. Eppure, restano zitti. Che cos'hanno? È sempre il commissario a parlare.
«Carogna. Nemmeno il piacere di prenderlo vivo.»
Ecco. Lo sapevo. Del resto è questa la fine che merita uno stupratore e assassino seriale. Cinque donne. È stato un gran bel divertimento. Ma ogni cosa inizia e finisce. Perfino il mio hobby, perfino la vita. Me l’avevano detto che non sarei mai riuscito a oltrepassare il muro della mia ossessione. E infatti non ce l’ho fatta. Vinto dai miei peccati. Morto dissanguato per una cazzo di ferita all’arteria femorale. Che fine ingloriosa. Pace all’anima mia dunque. E a quella delle mie cinque amiche. Sei sarebbe stato meglio. Ma anche sette…



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antico
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Re: Cinque amiche

Messaggio#2 » lunedì 19 aprile 2021, 23:39

Ciao Luca e benvenuto nell'Arena! Caratteri e tempo ok, buona ORIANA RAMUNNO EDITION! Ps: se ancora non ci sei, ti consiglio di entrare nel gruppo fb di Minuti Contati ;)

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Antonio Pilato
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Re: Cinque amiche

Messaggio#3 » mercoledì 21 aprile 2021, 13:50

Ciao Luca, piacere di averti letto.

Il tuo racconto l'ho trovato interessante principalmente per due motivazioni: la prima riguarda l'ambivalenza del titolo, la seconda verte sul finale a sorpresa. E' bella in particolar modo la reazione di stupore che il protagonista prova dinanzi ai poliziotti e ai cani che non fanno nulla, senza che questi abbia ancora capito di essere morto dissanguato. La scrittura è buona e la vicenda si legge bene.
Inoltre, il tema è rispettato.

L'unico appunto che potrei farti riguarda la troppa linearità del racconto, forse di matrice un po' troppo semplice per i miei gusti.

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Cinque amiche

Messaggio#4 » mercoledì 21 aprile 2021, 15:24

Ciao Luca e innanzitutto benvenuto in questa gabbia di matti.

Mi spiace dover tuttavia dire di non aver apprezzato molto il tuo brano, ciò principalmente per due ragioni.
La prima è lo stile. Pomposo, finto aulico, artificioso. In altre parole, inverosimile, soprattutto considerando la tipologia di personaggio portatore di punto di vista. Verso metà racconto ho anche pensato che il protagonista fosse qualche creatura non umana (e in parte lo è), così da giustificare il fatto che fosse in grado di sentire perfettamente i poliziotti senza farsi notare. E invece no. Per quanto “sovrannaturale”, il PDV è comunque quello di un uomo, braccato oltretutto, forse addirittura in vita nella primissima parte ([…] “Striscio sul terreno” […]). Ecco, mi risulta davvero difficile pensare che una persona in una situazione simile si metta a riflettere su una “capinera che si libra in volo nella poesia del crepuscolo”. Perdona la schiettezza, ma questo è autoerotismo letterario e difficilmente paga.

Seconda ragione risiede nello sfruttamento del tema. Forzato oltre che spiegato dalla voce narrante. La parte finale è infatti la più debole dell’intero racconto. Il tema del muro viene buttato in pasto al lettore letteralmente nelle ultime 3 righe. Troppo poco, tanto da dare l’impressione che la metafora del muro potrebbe venire sostituita da mille altre figure senza mutare il senso del brano di una virgola.

Piccola nota per concludere. Premesso che il sottoscritto è cosciente di avere spesso ben pochi peli sulla lingua (oddio, ho davvero parlato di me in terza persona?), considera le mie parole quanto un modo onesto e trasparente di sottolineare quelle che, a mio avviso, sono le problematiche principali del tuo testo. Non considerare quindi questo commento quale un attacco alla tua persona, quanto uno sprono a fare di meglio alla prossima occasione. MC è una palestra dura e severa e riuscire a calibrare il tiro in così pochi caratteri e in così pochi minuti a disposizione ti assicuro che è un’impresa ardua anche per uno scrittore professionista, figuriamoci al primo tentativo. Quindi non demordere. Ti aspetto il prossimo mese, intesi?
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Massimo Tivoli
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Re: Cinque amiche

Messaggio#5 » mercoledì 21 aprile 2021, 18:44

Ciao Luca. Che piacere ritrovarti anche qui, su MC ;-) Non devo giudicare il tuo racconto, ma, conoscendoti, me lo sono voluto leggere per puro piacere. Considerando le modalità di scrittura imposte dal contest, il tuo racconto mi piace. Mi ha tenuto ben saldo sulla sedia con gli occhi incollati allo schermo del mio cellulare. Insomma, mi ha intrattenuto bene e il CdS finale con me ha funzionato, è stato inaspettato, quindi lode alla semina sull’incidente e la ferita alla gamba, efficace.
Il registro sull’incipit, io non l’ho trovato artificioso a fine racconto... mi spiego, all’inizio, sì, sembra strano, ma poi scoperto che si tratta di uno psicopatico serial killer, talmente ossessionato da continuare a “sognare” vittime pure in punto di morte, me lo sono spiegato, mi ha convinto. Del resto, potrebbe essere una stranezza/distonia che può caratterizzare un soggetto del genere.
Spero di rileggerti presto, anche al di fuori di MC ;-)

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SalvatoreStefanelli
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Re: Cinque amiche

Messaggio#6 » giovedì 22 aprile 2021, 7:57

Ciao Luca. Se non avessi letto il finale, forse avrei apprezzato di più la tua storia: l'ho trovato decisamente stonante, un cambio di registro che, seppure voglia dare una risposta a tutta la scena, ha reso stonato il senso di altre parti della stessa. Concordo anch'io con chi ha trovato inadatta quella parte poetica sulla capinera, a questo punto da considerare battute sprecate che potevano essere utilizzate meglio in modo diverso. Al contrario di John, non ho, invece, trovato forzato che il protagonista potesse sentire bene quanto detto dai poliziotti senza farsi notare. Tornando al finale, proprio le ultime frasi mi hanno fatto sorridere, tristemente sorridere.

Luca Memoli
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Re: Cinque amiche

Messaggio#7 » giovedì 22 aprile 2021, 13:37

John Doe ha scritto:Ciao Luca e innanzitutto benvenuto in questa gabbia di matti.

Mi spiace dover tuttavia dire di non aver apprezzato molto il tuo brano, ciò principalmente per due ragioni.
La prima è lo stile. Pomposo, finto aulico, artificioso. In altre parole, inverosimile, soprattutto considerando la tipologia di personaggio portatore di punto di vista. Verso metà racconto ho anche pensato che il protagonista fosse qualche creatura non umana (e in parte lo è), così da giustificare il fatto che fosse in grado di sentire perfettamente i poliziotti senza farsi notare. E invece no. Per quanto “sovrannaturale”, il PDV è comunque quello di un uomo, braccato oltretutto, forse addirittura in vita nella primissima parte ([…] “Striscio sul terreno” […]). Ecco, mi risulta davvero difficile pensare che una persona in una situazione simile si metta a riflettere su una “capinera che si libra in volo nella poesia del crepuscolo”. Perdona la schiettezza, ma questo è autoerotismo letterario e difficilmente paga.

Seconda ragione risiede nello sfruttamento del tema. Forzato oltre che spiegato dalla voce narrante. La parte finale è infatti la più debole dell’intero racconto. Il tema del muro viene buttato in pasto al lettore letteralmente nelle ultime 3 righe. Troppo poco, tanto da dare l’impressione che la metafora del muro potrebbe venire sostituita da mille altre figure senza mutare il senso del brano di una virgola.

Piccola nota per concludere. Premesso che il sottoscritto è cosciente di avere spesso ben pochi peli sulla lingua (oddio, ho davvero parlato di me in terza persona?), considera le mie parole quanto un modo onesto e trasparente di sottolineare quelle che, a mio avviso, sono le problematiche principali del tuo testo. Non considerare quindi questo commento quale un attacco alla tua persona, quanto uno sprono a fare di meglio alla prossima occasione. MC è una palestra dura e severa e riuscire a calibrare il tiro in così pochi caratteri e in così pochi minuti a disposizione ti assicuro che è un’impresa ardua anche per uno scrittore professionista, figuriamoci al primo tentativo. Quindi non demordere. Ti aspetto il prossimo mese, intesi?


Ciao Alessandro, vedo che parto subito in salita, ottimo! Dunque, cerco di argomentare (brevemente,giuro) le tue due critiche: la prima, lo stile iniziale pomposo è voluto. Certo, la mia povera capinera magari è eccessiva, ma l'obiettivo era ingannare il lettore, facendo passare l'Io narrante come un sentimentale perseguitato, una vittima braccata dai cattivi. Poi pian piano, mostrarlo invece per quello che era: un assassino. L'idea (almeno nei miei piani) era rendere incerto anche il suo status: lui è morto ma ancora non lo sa, oppure muore alla fine? Decide chi legge. Ultimo, lo sfruttamento del tema. Credevo di averlo preso, del resto non è solo alla fine come dici tu che piazzo il muro, ma anche a metà racconto. Comunque, al di là di tutto, mi sono divertito a scrivere al volo senza pensare troppo. Senza dubbio è un'esperienza che ci voleva! :-) Alla prossima! Luca

Luca Memoli
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Re: Cinque amiche

Messaggio#8 » giovedì 22 aprile 2021, 13:45

SalvatoreStefanelli ha scritto:Ciao Luca. Se non avessi letto il finale, forse avrei apprezzato di più la tua storia: l'ho trovato decisamente stonante, un cambio di registro che, seppure voglia dare una risposta a tutta la scena, ha reso stonato il senso di altre parti della stessa. Concordo anch'io con chi ha trovato inadatta quella parte poetica sulla capinera, a questo punto da considerare battute sprecate che potevano essere utilizzate meglio in modo diverso. Al contrario di John, non ho, invece, trovato forzato che il protagonista potesse sentire bene quanto detto dai poliziotti senza farsi notare. Tornando al finale, proprio le ultime frasi mi hanno fatto sorridere, tristemente sorridere.


Ciao Salvatore, che dire, sul finale concordo, ho sorriso anche io... per il resto, mi fa piacere che tu non abbia trovato forzato l'idea che il protagonista potesse sentire tutto (vivo o morto). Sulla capinera ho già risposto ad Alessandro (Spero non siate a favore della caccia...) :-) è la prima volta che scrivo un racconto al volo, diciamo che sono andato a cappella con tutto quello che ne è derivato, ma mi sono divertito. Alla prossima, un abbraccio. Luca.

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Re: Cinque amiche

Messaggio#9 » giovedì 22 aprile 2021, 14:07

Antonio Pilato ha scritto:Ciao Luca, piacere di averti letto.

Il tuo racconto l'ho trovato interessante principalmente per due motivazioni: la prima riguarda l'ambivalenza del titolo, la seconda verte sul finale a sorpresa. E' bella in particolar modo la reazione di stupore che il protagonista prova dinanzi ai poliziotti e ai cani che non fanno nulla, senza che questi abbia ancora capito di essere morto dissanguato. La scrittura è buona e la vicenda si legge bene.
Inoltre, il tema è rispettato.

L'unico appunto che potrei farti riguarda la troppa linearità del racconto, forse di matrice un po' troppo semplice per i miei gusti.


ciao Antonio, grazie per essere stato tanto magnanimo. Mi fa piacere che la storia, anche nelle sue imperfezioni, sia stata di tuo gradimento. Alla prossima! Luca

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Cinque amiche

Messaggio#10 » venerdì 23 aprile 2021, 10:56

Riciao Luca.
Torno su questi lidi in quanto la tua risposta mi ha dato alcuni spunti su cui ragionare prima di stilare la classifica finale (anche per questo, mi sforzo sempre di non caricarla subito, bensì attendere le eventuali risposte degli interessati).

Parto dalla questione del muro. Hai ragione: in fase di scrittura del commento mi ero scordato che lo citavi anche in un precedente passaggio. Tuttavia, a rileggere quella frase, risulta davvero difficile capire il senso che volevi trasmettere. E qui mi ricollego alla questione dello stile pomposo. Comprendo il tuo punto di vista e posso anche dire di condividerne l'approccio. Rimango tuttavia dell'idea che la resa finale non sia del tutto efficace. Subito a inizio racconto, ad esempio, tu citi i poliziotti, quindi, per quanto essi vengano descritti con termini dispregiativi, è quasi inevitabile che il lettori veda sin da subito il protagonista quale un criminale in fuga. Anzi, sono proprio quei termini (occhi iniettati di sangue - che, detto tra noi, è comunque un cliché narrativo, quindi meglio evitarlo in futuro -, rabbia, odio) ad azionare il campanellino d'allarme.

Anche per questo quel repentino passaggio a un'immagine poetica a mio avviso non funziona. Più che giocare sul registro, avrei provato a giocare sull'associazione d'immagini per rendere più vivida la costruzione psicologica del personaggio. Faccio un esempio tra i mille possibili: magari una capinera poteva essere presente anche su uno dei luoghi degli stupri, col personaggio che la guarda e pensa "ma tu pensa, ce n'era una anche l'ultima volta che ho visto Giulia. O era con Lucia?" A quel punto, sì che ti saresti potuto collegare in maniera più fluida al suo volare via e alle successive considerazioni sulla sua libertà.

Questi i miei 2 cents :)
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Debora D
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Re: Cinque amiche

Messaggio#11 » venerdì 23 aprile 2021, 16:03

Ciao Luca, benvenuto fra noi e piacere di leggerti!
Il tema della sfida è centrato nei pensieri del protagonista che ha provato a superare un muro misterioso. Il resto si concentra sull’idea di un fuggiasco che nascosto ascolta i suoi inseguitori fino al colpo di scena finale. La parte in cui il personaggio è nascosto è quella che ho preferito ed è arricchita dalla virata paranormale.
Ma lo svelamento dell’identità del protagonista che spiega anche il titolo mi è parso molto stridente. Hai provato a farci empatizzare con un personaggio negativo e di per sé l’esperimento è apprezzabile, però tutta l’attenzione sulla fuga, i cani, poi la scoperta che si tratta di uno spirito avevano del tutto occupato la mia attenzione tanto che ho avuto la sensazione di qualcosa in più, attaccato al resto senza continuità.

Lo spazio e i movimenti non sono sempre chiari, nella prima parte ci focalizziamo sul fuggitivo che guarda i poliziotti ma non sappiamo dove si trovi né dove si sposta, infatti striscia sul terreno e poi parte la sequenza di dialogo. Lui li ascolta dal suo nascondiglio, però il nascondiglio non c'è, per me resta invisibile.

«Commissario, mi è sembrato di sentire qualcosa.»
«Cosa?»
«Non so. Un rumore»
«Qui è tutto un rumore. Aspetta un momento. Spostate quella maledetta macchina! Forza! Allora che tipo di rumore?»
«Un fruscio.»

Il pdv ascolta, è quindi esclusa la vista. Ma la scena potrebbe essere più vivida con dettagli che vengono dagli altri sensi, l’udito, l’olfatto. Altrimenti abbiamo dodici battute senza corpo, solo voci galleggianti che non riesco ad assegnare.
Posso immaginare a posteriori che questo sia perché non è vivo, ma quando è morto? All'inizio pensa e striscia, poi ascolta. Non ci sono cambiamenti o indizi che avvenga qualcosa, abbiamo una lunga sequenza di flusso di coscienza abbastanza disordinato che ci descrive e racconta cosa accade senza però darci particolari dettagli utili al nostro film mentale.


Per quanto riguarda la forma, apprezzo la prima persona al presente e il tentativo di immersione. Ci sono alcune espressioni formulari che si potrebbero modificare come:
vedo i loro occhi iniettati di sangue
squarciano il buio come una lama rovente il burro

Oppure una vera e propria poeticosità:
Nella poesia del crepuscolo
di questa espressione l'unico dato reale è il crepuscolo. Delicato il concetto, ma non mi sembra indispensabile. Anche questo mi sa di formula stile omerico.

Conclusione: Il punto di forza del racconto sta nell'idea: la fuga, i pensieri di un uomo braccato. Però la bella idea sfuma e si mescola con elementi in più, il tocco fantastico e la vera identità del personaggio. Il primo dei due colpi di scena l'ho trovato meglio amalgamato del secondo. Fantasia e stile promettono di crescere e mostrarci sempre di più appena avrai preso le misure con questo difficile formato

Buona edizione, ti aspetto alla prossima!



Comincia la sequenza di dialogo.

Luca Memoli
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Re: Cinque amiche

Messaggio#12 » sabato 24 aprile 2021, 11:55

John Doe ha scritto:Riciao Luca.
Torno su questi lidi in quanto la tua risposta mi ha dato alcuni spunti su cui ragionare prima di stilare la classifica finale (anche per questo, mi sforzo sempre di non caricarla subito, bensì attendere le eventuali risposte degli interessati).

Parto dalla questione del muro. Hai ragione: in fase di scrittura del commento mi ero scordato che lo citavi anche in un precedente passaggio. Tuttavia, a rileggere quella frase, risulta davvero difficile capire il senso che volevi trasmettere. E qui mi ricollego alla questione dello stile pomposo. Comprendo il tuo punto di vista e posso anche dire di condividerne l'approccio. Rimango tuttavia dell'idea che la resa finale non sia del tutto efficace. Subito a inizio racconto, ad esempio, tu citi i poliziotti, quindi, per quanto essi vengano descritti con termini dispregiativi, è quasi inevitabile che il lettori veda sin da subito il protagonista quale un criminale in fuga. Anzi, sono proprio quei termini (occhi iniettati di sangue - che, detto tra noi, è comunque un cliché narrativo, quindi meglio evitarlo in futuro -, rabbia, odio) ad azionare il campanellino d'allarme.

Anche per questo quel repentino passaggio a un'immagine poetica a mio avviso non funziona. Più che giocare sul registro, avrei provato a giocare sull'associazione d'immagini per rendere più vivida la costruzione psicologica del personaggio. Faccio un esempio tra i mille possibili: magari una capinera poteva essere presente anche su uno dei luoghi degli stupri, col personaggio che la guarda e pensa "ma tu pensa, ce n'era una anche l'ultima volta che ho visto Giulia. O era con Lucia?" A quel punto, sì che ti saresti potuto collegare in maniera più fluida al suo volare via e alle successive considerazioni sulla sua libertà.

Questi i miei 2 cents :)


Riciao anche da parte mia Alessandro. Grazie per la tua ulteriore precisazione. Mi terrò stretti i tuoi consigli, li considero preziosi. Una cosa l'ho capita di sicuro: in poco tempo e con poche battute a disposizione, meglio concentrasi sull'essenziale e tralasciare il superfluo (per uno che ha sempre scritto racconti lunghi, mica facile!) Se ci sarà un'altra mia presenza in questo contest (mai dire mai) spero di ritrovarti. Ora per curiosità andrò a leggermi il tuo racconto. :-) alla prossima. Luca

Luca Memoli
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Re: Cinque amiche

Messaggio#13 » sabato 24 aprile 2021, 12:02

[quote="Debora D"]Ciao Luca, benvenuto fra noi e piacere di leggerti!
Il tema della sfida è centrato nei pensieri del protagonista che ha provato a superare un muro misterioso. Il resto si concentra sull’idea di un fuggiasco che nascosto ascolta i suoi inseguitori fino al colpo di scena finale. La parte in cui il personaggio è nascosto è quella che ho preferito ed è arricchita dalla virata paranormale.
Ma lo svelamento dell’identità del protagonista che spiega anche il titolo mi è parso molto stridente. Hai provato a farci empatizzare con un personaggio negativo e di per sé l’esperimento è apprezzabile, però tutta l’attenzione sulla fuga, i cani, poi la scoperta che si tratta di uno spirito avevano del tutto occupato la mia attenzione tanto che ho avuto la sensazione di qualcosa in più, attaccato al resto senza continuità.

Lo spazio e i movimenti non sono sempre chiari, nella prima parte ci focalizziamo sul fuggitivo che guarda i poliziotti ma non sappiamo dove si trovi né dove si sposta, infatti striscia sul terreno e poi parte la sequenza di dialogo. Lui li ascolta dal suo nascondiglio, però il nascondiglio non c'è, per me resta invisibile.

«Commissario, mi è sembrato di sentire qualcosa.»
«Cosa?»
«Non so. Un rumore»
«Qui è tutto un rumore. Aspetta un momento. Spostate quella maledetta macchina! Forza! Allora che tipo di rumore?»
«Un fruscio.»

Il pdv ascolta, è quindi esclusa la vista. Ma la scena potrebbe essere più vivida con dettagli che vengono dagli altri sensi, l’udito, l’olfatto. Altrimenti abbiamo dodici battute senza corpo, solo voci galleggianti che non riesco ad assegnare.
Posso immaginare a posteriori che questo sia perché non è vivo, ma quando è morto? All'inizio pensa e striscia, poi ascolta. Non ci sono cambiamenti o indizi che avvenga qualcosa, abbiamo una lunga sequenza di flusso di coscienza abbastanza disordinato che ci descrive e racconta cosa accade senza però darci particolari dettagli utili al nostro film mentale.


Per quanto riguarda la forma, apprezzo la prima persona al presente e il tentativo di immersione. Ci sono alcune espressioni formulari che si potrebbero modificare come:
vedo i loro occhi iniettati di sangue
squarciano il buio come una lama rovente il burro

Oppure una vera e propria poeticosità:
Nella poesia del crepuscolo
di questa espressione l'unico dato reale è il crepuscolo. Delicato il concetto, ma non mi sembra indispensabile. Anche questo mi sa di formula stile omerico.

Conclusione: Il punto di forza del racconto sta nell'idea: la fuga, i pensieri di un uomo braccato. Però la bella idea sfuma e si mescola con elementi in più, il tocco fantastico e la vera identità del personaggio. Il primo dei due colpi di scena l'ho trovato meglio amalgamato del secondo. Fantasia e stile promettono di crescere e mostrarci sempre di più appena avrai preso le misure con questo difficile formato

Buona edizione, ti aspetto alla prossima!


ciao Debora, grazie per il tuo giudizio molto efficace e dettagliato. Insomma, nessuno mi ha perdonato la parte aulica del crepuscolo/capinera, che peccato, era così romantico... :-) :-) (sorrido, tranquilla). Dico anche a te quello che ho detto ad Alessandro. E' stata la mia prima partecipazione e una cosa l'ho capita: niente fronzoli, dritti all'essenziale. Se mai parteciperò ancora, metterò in pratica l'insegnamento, promesso. Un abbraccio, Luca.

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filippo.mammoli
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Re: Cinque amiche

Messaggio#14 » sabato 24 aprile 2021, 13:58

Ciao Luca, ben trovato.
Inizio dalla fine. Non c'è che dire, la botta arriva e fa il suo dovere. Però, quando ho scoperto che era già morto, ho sentito scricchiolare qualcosa.
Ti dico subito che mi sono divertito a leggere e la scena è resa bene, anche i pensieri dello stupratore, forse un po' troppo lunghi nella descrizione, ci portano dentro la storia. Quello che non mi torna è il fruscio avvertito all'inizio dal poliziotto. Il malvivente era già morto o no? Questo potrebbe uno scivolone che in un racconto giallo/noir non dovrebbe capitare.
Riguardo al tema te la sei giocata con un muro virtuale, che vi può stare benissimo, ma lo hai inserito alla fine facendolo pronunciare in uan frase del protagonista e mi è sembrato troppo forzato.
Però credo che rimanga un racconto ben scritto e divertente.

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Giovanni Attanasio
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Re: Cinque amiche

Messaggio#15 » domenica 25 aprile 2021, 9:40

Di sicuro un racconto interessante e diverso dagli altri, quindi kudos. Onestamente mi piace anche il filo narrante, si percepisce la difficoltà del protagonista e il lettore viene “illuso” prima del finale. Considera che io pensavo a delle scene alla “il fuggitivo”, pensavo che il crimine fosse semplicemente un tentativo di evadere da qualcosa, da un regime. Bello il finale, ma per dargli proprio la potenza assoluta aggiungerei qualche accenno, anche velato, alle donne. Chessò, anche solo nominare “oh, Cassandra, mi manchi!” e buttarlo lì così poi col finale uno pensa “ah, sì, Cassandra, però lui l'ha stuprata, pezzo di merda!”.
Ultima modifica di Giovanni Attanasio il domenica 25 aprile 2021, 23:05, modificato 1 volta in totale.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

Luca Memoli
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Re: Cinque amiche

Messaggio#16 » domenica 25 aprile 2021, 20:27

Giovanni Attanasio ha scritto:Di sicuro un racconto interessante e diverso dagli altri, quindi kudos. Onestamente mi piace anche il filo narrante, si percepisce la difficoltà del protagonista e il lettore viene “illuso” prima del finale. Considera che io pensavo a delle scene alla “il fuggitivo”, pensavo che il crimine fosse semplicemente un tentativo di evadere da qualcosa, da un regime. Bello il finale, ma per dargli proprio la potenza assoluta aggiungerei qualche accenno, anche velato, alle donne. Chessò, anche solo nominare “oh, Cassandra, mi manchi!” e buttarlo lì così poi col finale uno pensa “ah, sì, Cassandra, però lui la stuprata, pezzo di merda!”.


ciao Giovanni, ti ringrazio per il tuo giudizio. E' la prima volta che ho partecipato a questo contest e sono certo di avere molto da imparare nella scrittura "rapida, asciutta ed efficace". Considero tutti i giudizi ricevuti, positivi e negativi, come un'opportunità di miglioramento. Luca

Luca Memoli
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Re: Cinque amiche

Messaggio#17 » domenica 25 aprile 2021, 21:02

filippo.mammoli ha scritto:Ciao Luca, ben trovato.
Inizio dalla fine. Non c'è che dire, la botta arriva e fa il suo dovere. Però, quando ho scoperto che era già morto, ho sentito scricchiolare qualcosa.
Ti dico subito che mi sono divertito a leggere e la scena è resa bene, anche i pensieri dello stupratore, forse un po' troppo lunghi nella descrizione, ci portano dentro la storia. Quello che non mi torna è il fruscio avvertito all'inizio dal poliziotto. Il malvivente era già morto o no? Questo potrebbe uno scivolone che in un racconto giallo/noir non dovrebbe capitare.
Riguardo al tema te la sei giocata con un muro virtuale, che vi può stare benissimo, ma lo hai inserito alla fine facendolo pronunciare in uan frase del protagonista e mi è sembrato troppo forzato.
Però credo che rimanga un racconto ben scritto e divertente.


ciao Filippo, grazie per il tuo giudizio. Concordo sulla tua perplessità inerente al fruscio. Diciamo che ero partito in un modo e sono finito in un altro. Non sono abituato a scrivere in così poco tempo! Però mi piace sempre l'idea che sia il lettore a dover scegliere. Grazie ancora! Luca

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Roberto Bartoletti
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Re: Cinque amiche

Messaggio#18 » martedì 27 aprile 2021, 12:01

Ciao Luca e benvenuto su MC. Anche io sono un (quasi) esordiente del contest, perciò tranquillo che comprendo la necessità di prendere le misure con tempi così limitati e le difficoltà che ne conseguono. Il racconto scorre bene e mi hai condotto nella mente del personaggio senza sforzo. I pochi dialoghi a me son piaciuti. Come altri, però, ho storto il naso nelle ultime righe: secondo me il tema viene inserito in modo un po' raffazzonato e le ultime conclusioni dell'assassino mi appaiono prese con troppa filosofia. Certo, parliamo di uno psicopatico, ma ha appena scoperto di essere morto (cosa che a me è parsa comunque una buona trovata). Forse andava gestita meglio la riflessione finale togliendo qualcosa prima; in fondo la concitazione era già resa in modo più che sufficiente. Penso comunque che sia un buon esordio, spero di rileggerti presto.

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wladimiro.borchi
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Re: Cinque amiche

Messaggio#19 » mercoledì 28 aprile 2021, 13:55

Ciao Luca,
il racconto non è male, anche se la ricerca di un registro così "aulico" ci tira violentemente fuori dalla storia e soprattutto dal personaggio.
Perché "lo stupratore seriale" dovrebbe esprimersi con "nella poesia del crepuscolo una capinera si libra in volo. La osservo elevarsi nel cielo, confondersi tra le nuvole grigie cariche di pioggia."
È un professore di lettere appassionato di poesia? Se sì, ce lo devi far capire, altrimenti il lettore si sente un po' preso per i fondelli o, in ogni caso, strappato via dall'immersione nella vicenda. Sempre che ne esista gente che si esprima così. Quando si usa la prima persona o una terza focalizzata si deve sempre stare attenti che le parole usate sono in linea col personaggio e se non è così, cambiarle.
Anche il finale mi lascia molti dubbi (infodump: ci racconti del passato da stupratore del protagonista e delle sue cinque vittime), PDV zombie (il protagonista continua a essere vivo, mentre è morto).
Non è tra quelli che mi ha preso di più.
Sorry
A rileggerci presto.
W

Luca Memoli
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Re: Cinque amiche

Messaggio#20 » mercoledì 28 aprile 2021, 16:36

wladimiro.borchi ha scritto:Ciao Luca,
il racconto non è male, anche se la ricerca di un registro così "aulico" ci tira violentemente fuori dalla storia e soprattutto dal personaggio.
Perché "lo stupratore seriale" dovrebbe esprimersi con "nella poesia del crepuscolo una capinera si libra in volo. La osservo elevarsi nel cielo, confondersi tra le nuvole grigie cariche di pioggia."
È un professore di lettere appassionato di poesia? Se sì, ce lo devi far capire, altrimenti il lettore si sente un po' preso per i fondelli o, in ogni caso, strappato via dall'immersione nella vicenda. Sempre che ne esista gente che si esprima così. Quando si usa la prima persona o una terza focalizzata si deve sempre stare attenti che le parole usate sono in linea col personaggio e se non è così, cambiarle.
Anche il finale mi lascia molti dubbi (infodump: ci racconti del passato da stupratore del protagonista e delle sue cinque vittime), PDV zombie (il protagonista continua a essere vivo, mentre è morto).
Non è tra quelli che mi ha preso di più.
Sorry
A rileggerci presto.
W


ciao Wladimiro, grazie per il giudizio. Eh lo so. Come già discusso con Alessandro e Debora, purtroppo la parte della capinera mi ha tagliato le gambe. Me ne ricorderò la prossima volta che mi verrà l'irrefrenabile stimolo dell'aulico. Per quanto riguarda il finale, sono arrivato lungo e quindi non sono riuscito a sistemarlo/spiegarlo come avrei voluto, l'infodump è stato allora l'unica via d'uscita che ho ritenuto plausibile. Grazie e alla prossima! Luca

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antico
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Re: Cinque amiche

Messaggio#21 » martedì 4 maggio 2021, 15:02

Credo che il racconto abbia un unico, rilevante, problema e sta nella semina sul personaggio: troppo bidimensionale fino all'arrivo del finale. Integro: il gioco sarebbe consistito nel "giocare" con il lettore collocando ad arte elementi della devianza di questo serial killer in modo che, una volta girate le carte, il lettore non potesse che dire "Wow, ma certo!", solo che non ho rinvenuto una costruzione simile e tutta la tua concentrazione si è focalizzata sulla situazione e sulla preparazione alla cattura con il protagonista nella parte di osservatore (ascoltatore) e poco altro. Pertanto quando sul finale ci sveli la sua vera identità e il fatto che abbia ucciso cinque donne, il tutto arriva a gratis, senza preparazione e, dunque, senza detonazione nella mente del lettore. Aggiungo che il tema, qui come in qualche altro racconto, è utilizzato più come un paletto, una roba da inserire e basta quando, invece dev'essere (il tema stesso o il suo signifocato) il motore fondante del racconto stesso. Per me siamo su un pollice tendente verso il positivo, ma un po' al pelo proprio per la mancata preparazione al finale (che poi era il succo del racconto, il costruire il protagonista semina per semina) e finisci dietro ai parivalutati per la questione del tema/paletto.

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