La breccia

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maurizio.ferrero
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La breccia

Messaggio#1 » lunedì 19 aprile 2021, 23:42

Il calore del sole lo aveva fatto sudare così tanto che la camicia era fradicia. L'alito di vento che spirava da est aveva l'unico effetto di sollevare polvere dal terreno, che si appiccicava sulla fronte grondante.
Il nobile Osvaldo Dell'Acqua era di pessimo umore e nonostante stesse procedendo a cavallo si sentiva affaticato. Era seguito da due operai che avevano scarpinato per parecchio dietro di lui, trasportando pesanti mazze da demolizione, eppure sembravano meno provati di quest'ultimo.
«Il vecchio proprietario ha preteso di parlare con voi?» chiese uno degli operai.
«Ho comprato la terra all'asta, il villano deve metterselo in testa. Non ha più alcun diritto.» La sola idea che un poveraccio lo avesse convocato lo mandava in bestia.
Il gruppetto superò una macchia di larici e si addentrò un campo incolto circondato da basse colline. Al centro del campo c'era un muro di mattoni, alto come due uomini messi uno sulle spalle dell'altro e largo tre volte tanto. Forse era il muro esterno di una vecchia casa.
Un contadino allampanato, con un ampio cappello di paglia, era seduto su un masso all'ombra del muro.
Il nobile diede di sprone al cavallo e lo raggiunse per primo. Fermò la corsa dell'animale e gli si piazzò di fronte.
«Spero che tu abbia una motivazione per sostare sulla mia terra!»
Il contadino sorrise, mettendo in mostra una chiosa di denti marroni. Aveva la pelle bruna talmente spessa da sembrare cuoio. «Ai, quindi sei tu che l'hai comprata.»
Il volto del nobile avvampò. Smontò da cavallo e si fece avanti di qualche passo, lisciandosi i baffi. «Perché mi hai trascinato in questa perdita di tempo? Questa terra è mia adesso, e posso farci quel che mi pare!»
Il contadino non mutò espressione. «Ai, c'è perfetta ragione in queste parole, la terra è tua. Puoi farci quello che vuoi.»
«E allora si può sapere cosa...»
Il contadino alzò una mano, interrompendolo. «Coltivala, allevaci cavalli, non m'interessa.» Indicò il muro alle sue spalle. «Mi basta che questo rimanga in piedi.»
Il nobile arricciò il naso. «E perché mai dovrei accontentarti?»
«Una volta qui c'era una porta, ai. Poi l'abbiamo murata.»
Gli operai, che nel frattempo erano giunti, ridacchiarono. Dell'Acqua lo fissò per qualche istante, poi scoppiò a ridere anche lui. Era evidente che l'uomo era un folle.
«Ecco, ora vedi, ai.» Il contadino si chinò e cercò qualcosa nel terreno. Si rialzò poco dopo. In una mano stringeva una manciata di lombrichi, nell'altra teneva tra pollice e indice un lungo centopiedi.
«Cosa vuoi dimostrare con quello schifo?»
«Il tante zampe mangia i lombrichi. Nemici per natura.» Si avvicinò al muro e li fece strisciare sopra i mattoni, a poca distanza uno dall'altro. Il centopiedi si avvicinò ai lombrichi, gli camminò sopra e si allontanò. I lombrichi si contorsero ancora per qualche istante poi strisciarono verso il basso, muovendosi paralleli uno all'altro. «Oltre il muro, tutti amici. Ordine, perfezione. Non siete ancora pronti, ai
«Tu sei pazzo!» Il nobile fece un cenno agli operai. «Avanti, abbattetelo. E se si mette in mezzo, dategli una botta in testa!»
Il contadino si scansò, permettendo loro il passaggio. Smise di sorridere.
Gli operai afferrarono le mazze e colpirono il muro. Dopo qualche colpo, porzioni di mattoni si staccarono e si formò un buco.
«Signore, c'è qualcosa...» sussurrò un operaio. L'altro spalancò la bocca in un urlo silenzioso.
Il nobile aguzzò la vista. Attraverso buco non si vedeva l'altro lato del campo.
C'era un mondo grigio, splendente. Lontano.
Gli operai fecero cadere le mazze. «Non dovremmo abbattere questo muro» disse uno dei due con voce atona. L'altro annuì e si voltò. Aveva occhi vacui.
«Tutti amici, oltre il muro» ridacchiò il contadino. Raccolse delle pietre e le utilizzò per tappare il buco. Si voltò verso il nobile. Un millepiedi gli camminò sui bulbi oculari, infilandosi sotto la palpebra e sparendo all'interno del cranio. «Non siete pronti per essere tuttuno, ai
«Io... noi...» Dell'Acqua era sopraffatto dal terrore. Fece qualche passo indietro, afferrò la sella e montò a cavallo.
Lo fece galoppare attraverso il campo e lungo il sentiero.
Non avrebbe abbattuto quel muro.
Il calore e la polvere, la loro realtà, nel loro caos, gli sembrarono una benedizione.



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antico
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Re: La breccia

Messaggio#2 » lunedì 19 aprile 2021, 23:44

Ed ecco il leader attuale del Rank dell'Ottava Era: Maurizio Ferrero! Caratteri e tempo ok, buona ORIANNA RAMUNNO EDITION!

Daniel Travis
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Re: La breccia

Messaggio#3 » martedì 20 aprile 2021, 7:47

Concept d'impatto, semplice ed efficace, senza sbavature. Buona la parlata del contadino e la scena dei lombrichi e del centopiedi - magari, ecco, non avrei fatto chiamare tante zampe dal contadino una creatura che si chiama già praticamente tantezampe, e avrei piuttosto rinominato striscia-striscia i lombrichi o qualcosa del genere, ma sto volutamente cercando il pelo nell'uovo: gran bella prova davvero.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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GiulianoCannoletta
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Re: La breccia

Messaggio#4 » martedì 20 aprile 2021, 15:16

Ciao Maurizio, piacere di averti letto.
Dei tuoi racconti mi piace come riesci nel poco spazio a tua disposizione a far intuire e immaginare un contesto più ampio, senza togliere spazio alla storia. Qui ci lasci con tanti punti di domanda, con un "oltre il muro" appena intravisto, ma è già abbastanza per trasmetterci la stessa inquietudine del nobile Osvaldo. Forse è un po' statico e gli manca un po' il mordente di altri tuoi racconti che ho letto, ma mi è comunque piaciuto molto.
Bravo davvero, a rileggerci presto.
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
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MatteoMantoani
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Re: La breccia

Messaggio#5 » martedì 20 aprile 2021, 21:04

Prime impressioni:Ciao Maurizio. Inzomma... leggo sempre i tuoi pezzi molto volentieri, ma questo mi ha lasciato un po' deluso. Vado adesso a spiegarti tutto.

Aderenza al tema: Tutto ok!

Punti di Miglioramento. Il tuo pezzo parte lento. Ci sono dei tizi che camminano, e un nobile a cavallo, per di più abbastanza antipatico... la prima frase, pronunciata da uno degli operai, non mi è sembrata molto naturale...
Riguardo allo stile: di solito trovo i tuoi pezzi scritti molto bene, e anche questo non fa eccezione. Ci sono però, a mio avviso, alcune frasi o immagini un pochino poco scorrevoli. Te ne segnalo un paio, così per vedere cosa ne pensi.

Era seguito da due operai che avevano scarpinato per parecchio dietro di lui, trasportando pesanti mazze da demolizione, eppure sembravano meno provati di quest'ultimo.
Quel "quest'ultimo" fa un po' distanza... è un'espressione corretta, ma forse poco attuale.

Smontò da cavallo e si fece avanti di qualche passo, lisciandosi i baffi.
Il nobile che si liscia i baffi è un po' un cliché. Avresti potuto caratterizzare un po' meglio questo personaggio, dandogli magari qualche tratto fisico ben preciso, come d'altronde fai molto bene col contadino poco più avanti.

Punti di Forza: A lettura completata certamente si apprezza il tuo racconto per il finale e per il misterioso mondo al di là della breccia. Mi piace anche che non spieghi se il contadino in questione sia una specie di alieno o custode, e che lasci questo all'interpretazione del lettore. L'idea di base in generale mi piace, nella sua semplicità: il mondo nascosto dagli equilibri diversi dai nostri è un classico della fantascienza, e tu lo sviluppi bene.

Conclusioni: Ho apprezzato il pezzo da metà in poi, in quanto la parte iniziale mi sembra un po' statica.. Sia chiaro che mi prendo la libertà di essere così schietto perché mi hai abituato a standard molto alti.

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maurizio.ferrero
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Re: La breccia

Messaggio#6 » mercoledì 21 aprile 2021, 8:35

Ciao a tutti, e grazie per i commenti.

Lo dico subito: questo racconto è stato un po' un parto. Nel senso che sono partito con un'idea chiara e poi mi sono perso per strada, sforando oltretutto di parecchio il limite di caratteri (ero arrivato a 5500 circa). Quando me ne sono accorto ho dovuto lavorare di cesoia, con il risultato che il racconto risulta un po' sbilanciato come ritmo.
Concordo sulla parte iniziale un po' troppo statica, avrei dovuto cercare di accelerare un po'.

MatteoMantoani ha scritto:Te ne segnalo un paio, così per vedere cosa ne pensi.

Era seguito da due operai che avevano scarpinato per parecchio dietro di lui, trasportando pesanti mazze da demolizione, eppure sembravano meno provati di quest'ultimo.
Quel "quest'ultimo" fa un po' distanza... è un'espressione corretta, ma forse poco attuale.

Smontò da cavallo e si fece avanti di qualche passo, lisciandosi i baffi.
Il nobile che si liscia i baffi è un po' un cliché. Avresti potuto caratterizzare un po' meglio questo personaggio, dandogli magari qualche tratto fisico ben preciso, come d'altronde fai molto bene col contadino poco più avanti.


Concordo su entrambe le tue note, Matteo. La prima è un lavoro di potatura fatto male, nel senso che inizialmente la frase era molto più lunga e l'ho riattaccata malamente.
Sulla seconda: era mia intenzione dare al nobile un'aria antipatica, ma in effetti sono scivolato troppo nel cliché.

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Pretorian
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Re: La breccia

Messaggio#7 » mercoledì 21 aprile 2021, 22:32

Ciao, Maurizio e piacere di leggerti.

Questo racconto mi lascia abbastanza perplesso. Il tema è rispettato, la trama è semplice e la narrazione regala un bel sobbalzo sul finale, soprattutto nella scena, molto evocativa, del centopiedi che cammina nell'occhio del contadino. D'altra parte la narrazione mi è sembrata molto al di sotto delle tue solite capacità: enfatica (per dirne una, la scelta di dire "pesanti mazze" rende più pesante il testo) , piena di piccoli elementi di tell (come i riferimenti temporali che di solito sei abile a nascondere nel testo) e con un inizio non proprio entusiasmante (il fatto che nei primi due periodi ancora non si sappia chi sia il protagonista che sta agendo, lascia il lettore spaesato). Sono cose che in uno scrittore meno capace avrei lasciato correre, ma che mi sembrano insolite per qualcuno con le tue capacità, soprattutto dopo un'ottima prova come "Comunità".
Mah, maragi stavolta l'ispirazione ha tardato a venire. Alla prossima1!

alexandra.fischer
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Re: La breccia

Messaggio#8 » giovedì 22 aprile 2021, 14:00

Tema centrato. Punti di forza: la contrapposizione fra il nobile Osvaldo Dell’Acqua, i suoi due servitori muniti di mazzapicchi per abbattere il muro della sua nuova proprietà e la comparsa dell’ex-proprietario (che dall’intercalare immagino giapponese) in qualità di ammonitore: va bene prendersi il terreno, ma il muro deve restare in piedi. Il millepiedi e i lombrichi fanno parte di un mondo che si trova oltre a quello conosciuto ed è delimitato dal muro. Sono un piccolo ecosistema (il millepiedi li tiene a bada). Niente da fare: il nobile ordina a uno degli operai di aprire una breccia e i risultati sono spaventosi (vedi il mondo luminoso del Tutt’Uno, con una realtà che, come osserva l’ex-proprietario, è troppo aliena per la mente del Dell’Acqua, il quale capisce e si ritira in buon ordine). Memorabile la scena dei lombrichi che camminano lungo i bulbi oculari dell’ex-proprietario.
Punti deboli: nessuno

Luca Memoli
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Re: La breccia

Messaggio#9 » giovedì 22 aprile 2021, 14:21

ciao Maurizio, a te l'onore di ricevere il mio primo commento.
Dunque, a livello di scrittura nulla da ridire, il racconto fila liscio senza troppi fronzoli, dialoghi e ambientazione apprezzabili e il muro piazzato in mezzo al campo lo rende protagonista come da tema richiesto. Non ho solo afferrato cosa significhi quell'"ai" alla fine di ogni dialogo del contadino. Mi sembra superfluo, spero di non fare una figuraccia... Per quanto riguarda la storia in se stessa, mi pare divisa in due parti distinte: fino a poco dopo la metà, il racconto risulta intrigante (ero sinceramente incuriosito) ma poi è come se il pallone si sgonfiasse. Una sorta di anticlimax (non credo voluto) che conduce a un finale che mi ha lasciato perplesso. Naturalmente è la mia sensazione, forse mi sarebbe piaciuto veder approfondita la parte in cui cerchi di spiegare "l'oltre il buco". Alla prossima! Luca.

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maurizio.ferrero
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Re: La breccia

Messaggio#10 » giovedì 22 aprile 2021, 14:48

Pretorian ha scritto:Ciao, Maurizio e piacere di leggerti.

Questo racconto mi lascia abbastanza perplesso. Il tema è rispettato, la trama è semplice e la narrazione regala un bel sobbalzo sul finale, soprattutto nella scena, molto evocativa, del centopiedi che cammina nell'occhio del contadino. D'altra parte la narrazione mi è sembrata molto al di sotto delle tue solite capacità: enfatica (per dirne una, la scelta di dire "pesanti mazze" rende più pesante il testo) , piena di piccoli elementi di tell (come i riferimenti temporali che di solito sei abile a nascondere nel testo) e con un inizio non proprio entusiasmante (il fatto che nei primi due periodi ancora non si sappia chi sia il protagonista che sta agendo, lascia il lettore spaesato). Sono cose che in uno scrittore meno capace avrei lasciato correre, ma che mi sembrano insolite per qualcuno con le tue capacità, soprattutto dopo un'ottima prova come "Comunità".
Mah, maragi stavolta l'ispirazione ha tardato a venire. Alla prossima1!


Che vuoi farci Agostino, a sto giro avevo un sacco di idee ma ben confuse. Forse è meglio quando ne ho poche e le sviluppo per bene. Grazie per il commento.

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Punti di forza: la contrapposizione fra il nobile Osvaldo Dell’Acqua, i suoi due servitori muniti di mazzapicchi per abbattere il muro della sua nuova proprietà e la comparsa dell’ex-proprietario (che dall’intercalare immagino giapponese) in qualità di ammonitore: va bene prendersi il terreno, ma il muro deve restare in piedi. Il millepiedi e i lombrichi fanno parte di un mondo che si trova oltre a quello conosciuto ed è delimitato dal muro. Sono un piccolo ecosistema (il millepiedi li tiene a bada). Niente da fare: il nobile ordina a uno degli operai di aprire una breccia e i risultati sono spaventosi (vedi il mondo luminoso del Tutt’Uno, con una realtà che, come osserva l’ex-proprietario, è troppo aliena per la mente del Dell’Acqua, il quale capisce e si ritira in buon ordine). Memorabile la scena dei lombrichi che camminano lungo i bulbi oculari dell’ex-proprietario.
Punti deboli: nessuno


Grazie mille, Alexandra :)

Luca Memoli ha scritto:ciao Maurizio, a te l'onore di ricevere il mio primo commento.
Dunque, a livello di scrittura nulla da ridire, il racconto fila liscio senza troppi fronzoli, dialoghi e ambientazione apprezzabili e il muro piazzato in mezzo al campo lo rende protagonista come da tema richiesto. Non ho solo afferrato cosa significhi quell'"ai" alla fine di ogni dialogo del contadino. Mi sembra superfluo, spero di non fare una figuraccia... Per quanto riguarda la storia in se stessa, mi pare divisa in due parti distinte: fino a poco dopo la metà, il racconto risulta intrigante (ero sinceramente incuriosito) ma poi è come se il pallone si sgonfiasse. Una sorta di anticlimax (non credo voluto) che conduce a un finale che mi ha lasciato perplesso. Naturalmente è la mia sensazione, forse mi sarebbe piaciuto veder approfondita la parte in cui cerchi di spiegare "l'oltre il buco". Alla prossima! Luca.


Ciao Luca. Guarda, praticamente tutti i commenti prima del tuo mi hanno detto che hanno gradito più la seconda parte che la prima, segno che è veramente impossibile accontentare tutti :D
Una sola nota sull' "Ai" del contadino: ho tentato di dargli una parlata gergale ma non troppo invasiva, e mi è venuto in mente l'intercalare "Aye" spesso utilizzato come assenso dai campagnoli americani. L'ho italianizzato in "Ai", visto che anche nel dialetto italiano abbiamo forme simili (mi viene in mente l'Ajò sardo). Tutto qui, è una sorta di intercalare/assenso. Non ho pensato che fosse simile al giapponese... ma in effetti potrebbe pure servire per aumentare il senso di straniamento generato dal contadino.

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Alvin Miller
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Re: La breccia

Messaggio#11 » giovedì 22 aprile 2021, 18:46

Ciao Maurizio, ho finalmente il piacere di conoscerti e l'onore di commentarti.
Inizio col dire che ho molto apprezzato la gestione dei tempi, sei riuscito a stare entro i limiti senza dare l'impressione di aver fatto tagli o accorciamenti forzati (anche se hai dovuto strizzare l'occhio a un po' di tell di tanto in tanto).
I dialoghi del contadino sono molto particolari, e li ho apprezzati, inoltre leggendoti ho rivisto le atmosfere dei racconti di Robert E. Howard, come non mi capitava da un po'.

Ci sono alcune magagne che vorrei segnalarti:

- Prima di tutto non mi è chiaro come sia fatto il muro. Altezza, estensione, qualche dettaglio per immaginarmelo. Non sono proprio riuscito a visualizzarlo.

- Poi:
«Il tante zampe mangia i lombrichi. Nemici per natura.» Si avvicinò al muro e li fece strisciare sopra i mattoni, a poca distanza uno dall'altro. Il centopiedi si avvicinò ai lombrichi, gli camminò sopra e si allontanò. I lombrichi si contorsero ancora per qualche istante poi strisciarono verso il basso, muovendosi paralleli uno all'altro. «Oltre il muro, tutti amici. Ordine, perfezione. Non siete ancora pronti, ai.»

La parte del centopiedi e dei lombrichi proprio non l'ho capita, non ne ho colto il senso. E lo stesso vale per la frase che il contadino esclama e ripete a fine racconto. Non ho compreso quale fosse la minaccia che li ha portati tutti alla fuga. E non parlo di rivelarmi esattamente di che si trattava, ma persino Howard e Lovecraft con i loro orrori indescrivibili, un minimo di agganci visivi li davano.

- Infine (ma è una sciocchezza in confronto al resto):
spalancò la bocca in un urlo silenzioso.

Non ho apprezzato questo ossimoro. Capisco cosa volevi comunicare ma avrei preferito una formulazione più chiara, tipo: "spalancò la bocca, ma l'urlo gli morì in gola".

È tutto, attento la tua risposta, in bocca al lupo per la gara!
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

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Re: La breccia

Messaggio#12 » giovedì 22 aprile 2021, 19:38

Alvin Miller ha scritto:- Prima di tutto non mi è chiaro come sia fatto il muro. Altezza, estensione, qualche dettaglio per immaginarmelo. Non sono proprio riuscito a visualizzarlo.

- Poi:
«Il tante zampe mangia i lombrichi. Nemici per natura.» Si avvicinò al muro e li fece strisciare sopra i mattoni, a poca distanza uno dall'altro. Il centopiedi si avvicinò ai lombrichi, gli camminò sopra e si allontanò. I lombrichi si contorsero ancora per qualche istante poi strisciarono verso il basso, muovendosi paralleli uno all'altro. «Oltre il muro, tutti amici. Ordine, perfezione. Non siete ancora pronti, ai.»

La parte del centopiedi e dei lombrichi proprio non l'ho capita, non ne ho colto il senso. E lo stesso vale per la frase che il contadino esclama e ripete a fine racconto. Non ho compreso quale fosse la minaccia che li ha portati tutti alla fuga. E non parlo di rivelarmi esattamente di che si trattava, ma persino Howard e Lovecraft con i loro orrori indescrivibili, un minimo di agganci visivi li davano.

- Infine (ma è una sciocchezza in confronto al resto):
spalancò la bocca in un urlo silenzioso.

Non ho apprezzato questo ossimoro. Capisco cosa volevi comunicare ma avrei preferito una formulazione più chiara, tipo: "spalancò la bocca, ma l'urlo gli morì in gola".


Ciao Alvin, vedo di rispondere ai tuoi dubbi.

Le informazioni sul muro ci sono, probabilmente ti sono sfuggite!
Al centro del campo c'era un muro di mattoni, alto come due uomini messi uno sulle spalle dell'altro e largo tre volte tanto. Forse era il muro esterno di una vecchia casa.


Mi sembrano sufficienti per immaginare il materiale, le dimensioni e l'aspetto (un vecchio muro decrepito di mattoni rossi), non ti pare? :)

Sulla parte riguardante gli insetti: ho cercato di giocare sul fatto che dall'altro lato del muro ci fosse una mondo alieno, dove valgono leggi diverse, che spingono anche creature normalmente ostili a collaborare. Una sorta di unificazione, un tuttuno mentale che mette in comunione gli abitanti di quel mondo, e per cui gli umani "non sono ancora pronti".
Ovviamente non c'era spazio (né motivo) di inserire tutta questa pappardella di spiegone, quindi ho preferito lasciare al lettore l'interpretazione della cosa, limitandomi a lanciargli delle suggestioni sul senso di alienazione sviluppato da quel muro e da cosa ci potesse essere oltre.

Sull'urlo silenzioso: cliché linguistico stra-abusato, ma mi sembrava calzante e sono arrivato al pelo con i caratteri. Incasso la critica :)

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Re: La breccia

Messaggio#13 » giovedì 22 aprile 2021, 19:45


Ciao Alvin, vedo di rispondere ai tuoi dubbi.

Le informazioni sul muro ci sono, probabilmente ti sono sfuggite!
Al centro del campo c'era un muro di mattoni, alto come due uomini messi uno sulle spalle dell'altro e largo tre volte tanto. Forse era il muro esterno di una vecchia casa.


Mi sembrano sufficienti per immaginare il materiale, le dimensioni e l'aspetto (un vecchio muro decrepito di mattoni rossi), non ti pare? :)


Avevi ragione! Mi è sfuggito! La cosa più ironica è che il muro in effetti me l'ero immaginato così, ma credevo fosse una mia rappresentazione fantasiosa. Si vede che ho colto l'informazione solo con la mia parte inconscia XD.
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Re: La breccia

Messaggio#14 » sabato 24 aprile 2021, 10:09

Ciao Maurizio,
Come in altre tue prove, apprezzo molto la tua capacità di trascinare nella storia con pochi dettagli. In questo caso funziona molto bene il contrasto fra il contadino e il nobile, tratteggiato con il dialogo e l'ambientazione. Ci sono punti su cui ho dubbi ma che forse hai lasciato aperti volutamente: il disagio del nobile, oltre al soprannaturale al di là della breccia, è dovuto anche all'unità fra creature diverse e nemiche per natura che si ha al di là del muro? In sintesi, ottimo pezzo ma meno interessante di altri tuoi racconti.

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Re: La breccia

Messaggio#15 » martedì 27 aprile 2021, 17:02

Ciao Maurizio e piacere di leggerti.
Il racconto è partito piano (non capivo quale direzione potesse prendere) ma è migliorato nella seconda parte e mi è piaciuto particolarmente.
Ho riletto più volte l'ultima frase per capirla, inizialmente mi sembrava che nonostante fosse scappato era stato in qualche modo colpito poi invece ho capito che semplicemente quello che adesso stava apprezzando quello che prima gli dava fastidio.
Mi è anche piaciuta la parlata resa un attimo più particolare.
Alla prossima.

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Re: La breccia

Messaggio#16 » venerdì 30 aprile 2021, 15:05

Una buona prova che, però, risulta meno fluida dei tuoi soliti racconti su questi lidi e il perché lo hai già spiegato tu quando hai ammesso di avere sforato e di aver dovuto asciugare parecchio: ecco, questo non è un racconto nato e cresciuto nei limiti imposti, ma adattato. Giusto il mese scorso ti avevo elogiato per la tua capacità di scrivere in base allo spazio assegnato, ma può capitare di beccare il racconto NON-POLO (quello senza il buco). Tra l'altro, l'asciugatura forzata spiega anche un paio di refusi non soliti nei tuoi racconti (articoli mancanti), ma li avresti potuti correggere con una rilettura post e visto che non hai consegnato proprio sul gong... Per il resto, racconto perfettamente in tema con un contesto evocato nella mente del lettore di assoluto rilievo, sei stato bravo (questo sì, come al solito) a suggerire senza dipingere in modo eccessivo. Poco convincente la trasformazione dei due operai, probabilmente avrebbe avuto bisogno di un maggiore spazio. Concludendo, per me un pollice tendente verso l'alto in modo solido, ma non brillante.

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