Le lacrime di Hurobor

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Gabriele Dolzadelli
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Le lacrime di Hurobor

Messaggio#1 » lunedì 19 aprile 2021, 23:49

Erisitton fermò il cavallo. Dietro di lui i suoi undici cavalieri scelti. Le fiamme che si alzavano dal villaggio di Hurobor accendevano i loro volti.
Vi si addentrarono in fila, consci di visitare un cimitero senza tombe.
«Hanno atteso che ci allontanassimo» commentò uno dei suoi.
Erisitton vide il corpo di un bambino che teneva in mano un oggetto di legno. Scese da cavallo e si avvicinò. Aprì le sue piccole dita e afferrò una scultura di un cavaliere.
«Mio Signore!» Un uomo barcollò verso di loro, gettandosi in ginocchio privo di forze. Aveva metà volto sporco di sangue e gli mancava un orecchio. «Siete arrivato, finalmente. Sono... giunti dalla muraglia! Pioveva fuoco dal cielo!»
«Dalla muraglia?» domandò incredulo uno dei cavalieri. «Sono i confini del regno.»
«Non c'è niente oltre il muro» disse un altro.
Erisitton risalì a cavallo. Il grosso portone della muraglia non veniva aperto da secoli. Aveva conquistato ogni cosa, da nord a sud, spingendosi a ovest oltre l'immaginabile. Possibile che in quelle terre apparentemente disabitate, qualcuno fosse riuscito a nascondere la propria esistenza per poi sfidarlo sfacciatamente?
«Se quell'uomo dice il vero, domani avremo le loro teste nei nostri sacchi.»

La trovarono abbandonata davanti alla muraglia. Era leggermente inclinata di lato, a causa di una ruota rotta. La catapulta aveva svolto il suo ruolo, per poi essere gettata come una bisaccia bucata. Il portone era chiuso e questo fece venire dei dubbi a Erisitton in merito alla veracità della storia. Soltanto lui aveva le chiavi, tramandate da generazioni. Qualcun altro doveva esserne in possesso.
«Riparate la ruota. Li colpiremo con la loro stessa arma.»

Avevano oltrepassato la muraglia e avevano camminato lungo la piana per gran parte della notte. La catapulta li rallentava ma ne sarebbe valsa la pena. Si fermarono solo quando intravidero le luci del villaggio.
L'esploratore tornò ansimante. «Poche guardie e nessuna sul nostro lato.»
Erisitton annuì.
«Date fuoco ai proiettili e colpiteli senza pietà. Preparatevi a passarli a fil di spada.»

Il cavallo era irrequieto, mentre tornavano a Hurobor. Sembrava sentire i pensieri agitati del cavaliere. Le urla delle persone che bruciavano, le madri che piangevano i figli e gli uomini che lacrimavano per la propria impotenza. Tuonavano nel cervello come un temporale violento. La sua calma esteriore era il focolaio di una casa, la calma apparente con i rami che sbattevano sui vetri delle finestre.
Hanno ucciso le tue donne, i tuoi bambini, i tuoi uomini, i tuoi vecchi. Non hanno avuto pietà, come potevano pretenderne?
Non era stata vendetta. Si ripeteva fosse giustizia. Eppure non lesse pace negli occhi dell'uomo dall'orecchio mozzato, una volta giunti a Hurobor.

La mattina successiva fu svegliato da uno dei suoi cavalieri.
«Signore! Hanno avvistato nemici nei pressi del villaggio!»
Erisitton si alzò e indossò in fretta l'armatura. Salì a cavallo e con i suoi al seguito, guidati dalla sentinella, raggiunsero il punto indicato. Li trovarono in formazione, a nord di Hurobor.
Erisitton sguainò la spada.
«Rendiamo completa giustizia ai nostri morti!» urlò, aizzando il destriero. I fedeli gli stettero dietro. Si scagliarono su di loro come un fulmine che squarcia un tronco. Le spade aggredirono le loro con furia, ammaccarono scudi, sganciarono elmi e disarcionarono corpi martoriati. Non ne lasciarono in piedi nemmeno uno.
Erisitton, con l'armatura sporca di sangue, sembrava una fiera anche al termine della battaglia. Indicò con la punta della spada est.
«Andiamo di là a prenderci quel poco che resta.»
Si diressero al galoppo verso il muro. Tutti tranne uno.
Il dodicesimo cavaliere si fermò, attirato da un piccolo oggetto tenuto nella mano di un morto. Scese dal cavallo, si avvicinò e aprì le dita insanguinate, afferrando la piccola scultura di legno raffigurante un cavaliere. Tolse l'elmo al cadavere e arretrò di un passo. Gli occhi vitrei di Erisitton guardavano il cielo.
Il dodicesimo cavaliere contò i cadaveri, trovandone dodici. Salì in sella, strinse forte la statuetta e si voltò verso Hurobor piangendo una seconda volta i suoi morti, prima di seguire il suo comandante verso un giusto destino.



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antico
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Re: Le lacrime di Hurobor

Messaggio#2 » lunedì 19 aprile 2021, 23:51

Ciao Gabriele! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa ORIANA RAMUNNO EDITION!

Daniel Travis
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Re: Le lacrime di Hurobor

Messaggio#3 » martedì 20 aprile 2021, 7:57

Bello il concept. Diventa chiaro molto presto, nella prima parte del racconto, ma questo non rovina nulla: resti a leggere concentrato, se non altro per vedere se succede davvero.
Certi passaggi sono un po' accelerati - il re passa dall'avere dubbi sulla veracità della storia perché è lui l'unico ad avere le chiavi a convincersi che qualcuno debba avere un'altra copia nello spazio di mezzo pensiero. Sarebbe forse meglio eliminare la prima idea, oppure trasformare la seconda in una domanda: È mai possibile che...?
"Rendiamo completa giustizia ai nostri morti" è un po' troppo strascicato per essere un buon grido di battaglia.
Bella l'immagine del fulmine che spacca un tronco.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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MatteoMantoani
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Re: Le lacrime di Hurobor

Messaggio#4 » mercoledì 21 aprile 2021, 7:35

Prime Impressioni Ciao Gabriele. Piacere di rileggerti. Un racconto interessante il tuo, poteva essere anche valido qualche edizione fa, quella degli specchi.

Aderenza al tema. Tutto ok.

Punti di miglioramento. Qualche frase qua e là mi è sembrata poco efficace, specie quando dici "aveva osato sfidarlo apertamente", ho percepito un po' di distanza.
Il finale è il succo del racconto ma non arriva subito, è difficile da cogliere, tanto che l'ho riletto un paio di volte. Penso che il problema sia il pdv che cambia dal sovrano all'ultimo cavaliere repentinamente, tanto che quando viene rivelato che il cadavere è quello del sovrano stesso e che in realtà sono tutti morti ci vuole qualche momento per eliminare la confusione e capire cosa intendevi.

Punti di Forza. Diciamo che un grande aiuto all'interpretazione del tuo racconto arriva dal nome del villaggio, che richiama all'Uroboro, il famoso serpente che si morde la coda. Senza quello probabilmente non si capirebbero le tue intenzioni. Ho apprezzato molto questo riferimento mitologico, che è la chiave del racconto. Poi ho anche un debole per le storie di questo tipo, con cavalieri e spade (e orecchie mozzate).

Conclusioni Forse il tuo racconto non arriva subito e la chiave di interpretazione è un po' difficile da cogliere a una prima lettura, e questo è un peccato. Alla fine, però, il trip mentale che genera ripaga lo sforzo. Bella idea.

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Pretorian
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Re: Le lacrime di Hurobor

Messaggio#5 » mercoledì 21 aprile 2021, 23:02

Ciao Gabriele e piacere di leggerti. L'idea di un loop inevitabile di uccisioni e morte che coinvolge i protagonisti si intuisce fin dalla scelta del nome del villaggio e devo dire che non mi è dispiaciuta. Forse il passaggio est/ovest che sottolinea il loop avrebbe dovuto essere maggiormente evidenziato, perché basta perdersi una frase perché il tutto diventi meno chiaro. A livello di stile, ammetto che la scelta del racconto al passato non mi ha fatto impazzire, ma penso che sia una questione di gusto personale: ormai la percepisco come una scelta ce aggiunge aulicità non necessaria al testo. D'altra parte, in alcune scelte del testo (come quella di nominare la catapulta solo dopo averla descritta) mi è sembrato di notare una precisa volontà di aggiungere enfasi al racconto, ma non penso ce ne fosse necessità, anzi, questo ha reso alcuni passaggi più lenti e più difficile da comprendere. Una narrazione scorrevole e semplice penso che avrebbe amplificato il tema trattato, anziché ridurne l'impatto. Almeno, io la vedo così.

Alla prossima!

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GiulianoCannoletta
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Re: Le lacrime di Hurobor

Messaggio#6 » giovedì 22 aprile 2021, 13:33

Ciao Gabriele, piacere di averti letto.
Un racconto tutt'altro che facile, anch'io ho dovuto leggerlo più volte per capirlo bene. In compenso l'idea di fondo è molto bella. Credo che un po' più di spazio avrebbe giovato, permettendo di diluire e dare meno per scontati certi passaggi.
Per quanto riguarda lo stile ho poco da dire, credo sia giusta la scelta della terza persona al passato e anche alcuni passaggi più distaccati dal PdV. Dà quell'impressione di favola antica sentita e risentita che poi, quando si svela il meccanismo, calza a pennello. Forse un po' fastidioso il cambio di PdV nel finale, ma niente di che.
Nel complesso mi è piaciuto.
Bravissimo, a rileggerci presto.
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

Luca Memoli
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Re: Le lacrime di Hurobor

Messaggio#7 » giovedì 22 aprile 2021, 14:51

Ciao Gabriele, lungi da me fare la parte del guastafeste ma la tua opera mi ha lasciato perplesso. Mi sono inchiodato subito all'inizio: Erisitton mi è parso uno sciogli lingua. C'è un motivo particolare che ti ha spinto a scegliere questo nome o è semplicemente casuale? A metà racconto sono stato costretto a tornare indietro perchè mi ero perso per strada. Forse il concept che hai scelto è stato un pò troppo ambizioso in uno spazio tanto ristretto di parole, o magari il racconto stile cavalleresco non è il mio forte. Fatto sta che è stata una lettura impegnativa. Senza dubbio, alla fine mi sono un pò risollevato nell'apprendere la ciclicità del racconto. Il tema è senza dubbio centrato, questo è innegabile. Comunque, la mia è una mera questione di gusti. Alla prossima! Luca

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Alvin Miller
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Re: Le lacrime di Hurobor

Messaggio#8 » giovedì 22 aprile 2021, 19:42

Ciao Gabriele, il concept è abbastanza scontato, ma non è di per sé un problema. Ci sono delle cose che proprio non mi sono chiare. Per esempio: il fatto che il portone non viene aperto da secoli e non è nota la presenza di popolazioni all'esterno, ma proprio lì fuori vi è sorto un intero villaggio con tanto di donne, bambini e anziani. Possibile che nessuno si sia mai accorto di niente? Non ci sono dei cammini di ronda da cui le sentinelle tengono d'occhio la situazione?

Il racconto ha poi degli alti e bassi. Scritto abbastanza bene, ma alcune parti avrei voluto che fossero approfondite meglio, e la parte centrale è troppo frettolosa. Mi è sembrato che non sapessi scegliere cosa raccontare (è l'impressione che ho avuto)

Ti suggerisco qualche correzione qui e lì:
Erisitton vide il corpo di un bambino che teneva in mano un oggetto di legno. Scese da cavallo e si avvicinò. Aprì le sue piccole dita e afferrò una scultura di un cavaliere.

Erisitton vide il corpo di un bambino che teneva in mano un oggetto di legno. Scese da cavallo e si avvicinò. Aprì le piccole dita e riconobbe la scultura di un cavaliere
Nel modo in cui lo hai scritto tu "le sue piccole dita" potrebbe essere fraintendibile, qualcuno potrebbe pensare che siano della mano di Erisitton, visto che è il soggetto della frase.

Un uomo barcollò verso di loro, gettandosi in ginocchio privo di forze

Un uomo barcollò verso di loro e si gettò in ginocchio, privo di forze
Occhio al flusso delle azioni, prima barcolla, POI si getta.

Erisitton risalì a cavallo. Il grosso portone della muraglia non veniva aperto da secoli. Aveva conquistato ogni cosa, da nord a sud, spingendosi a ovest oltre l'immaginabile. Possibile che in quelle terre apparentemente disabitate, qualcuno fosse riuscito a nascondere la propria esistenza per poi sfidarlo sfacciatamente?

Questa parte è un po' uno spiegone.

La trovarono abbandonata davanti alla muraglia. Era leggermente inclinata di lato, a causa di una ruota rotta. La catapulta aveva svolto il suo ruolo,

La catapulta era inclinata di lato, con una ruota rotta. L'avevano abbandonata davanti alla muraglia: aveva svolto il suo ruolo. e taglierei "per poi essere gettata come una bisaccia bucata".

Avevano oltrepassato la muraglia e avevano camminato lungo la piana per gran parte della notte.

Attraversarono la muraglia e camminarono lungo la piana per gran parte della notte

Il cavallo era irrequieto, mentre tornavano a Hurobor. Sembrava sentire i pensieri agitati del cavaliere. Le urla delle persone che bruciavano, le madri che piangevano i figli e gli uomini che lacrimavano per la propria impotenza. Tuonavano nel cervello come un temporale violento. La sua calma esteriore era il focolaio di una casa, la calma apparente con i rami che sbattevano sui vetri delle finestre.
Hanno ucciso le tue donne, i tuoi bambini, i tuoi uomini, i tuoi vecchi. Non hanno avuto pietà, come potevano pretenderne?
Non era stata vendetta. Si ripeteva fosse giustizia. Eppure non lesse pace negli occhi dell'uomo dall'orecchio mozzato, una volta giunti a Hurobor.

Tutta questa parte è un riassunto che potrebbe essere completamente tagliato. Fossi io avrei mantenuto solo il turbamento di Erisitton sotto forma di sogno, per poi collegarsi al suo risveglio nel paragrafo successivo. In tal modo avresti recuperato spazio per approfondire altri aspetti.

Erisitton, con l'armatura sporca di sangue, sembrava una fiera anche al termine della battaglia. Indicò con la punta della spada est.
«Andiamo di là a prenderci quel poco che resta.»
Si diressero al galoppo verso il muro. Tutti tranne uno.
Il dodicesimo cavaliere si fermò, attirato da un piccolo oggetto tenuto nella mano di un morto. Scese dal cavallo, si avvicinò e aprì le dita insanguinate, afferrando la piccola scultura di legno raffigurante un cavaliere. Tolse l'elmo al cadavere e arretrò di un passo. Gli occhi vitrei di Erisitton guardavano il cielo.
Il dodicesimo cavaliere contò i cadaveri, trovandone dodici. Salì in sella, strinse forte la statuetta e si voltò verso Hurobor piangendo una seconda volta i suoi morti, prima di seguire il suo comandante verso un giusto destino.

Qui c'è un grosso problema. Nella prima frase ci fai capire che Erisitton è imbrattato di sangue, ma pronto ad avanzare. Ma verso la fine scopriamo che è morto. Com'è successo, quando? Erano queste le parti che avresti dovuto sviluppare meglio.
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

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Andrea Furlan
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Re: Le lacrime di Hurobor

Messaggio#9 » sabato 24 aprile 2021, 10:10

Ciao Gabriele,
Ho letto.il tuo racconto diverse volte e in giorni diversi, ma per quanto mi sforzi c'è sempre qualcosa che mi sfugge e continuo a non trovarlo chiaro, soprattutto nel finale. Ho capito che la tua intenzione era mostrare un ciclo continuo di violenze e uccisioni senza senso. Per dirlo con una canzone famosa: "Ed il più grande conquistò nazione dopo nazione. E quando fu di fronte al mare si sentì un coglione". Però continua ad esserci qualcosa che non mi convince. Per il resto la narrazione scorre bene e il tema è certamente centrato. Nel complesso una buona prova.

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Re: Le lacrime di Hurobor

Messaggio#10 » martedì 27 aprile 2021, 17:03

Ciao Gabriele e piacere di leggerti.
Anche a me, come in un commento precedente, il nome Erisitton è sembrato troppo impegnativo e non ho colto eventuali messaggi correlati ad esso, probabilmente è solo un nome casuale.
Mi è piaciuta la storia, abbastanza presto mi è venuto il dubbio su dove andasse, cosa che è stata poi confermata, ma sono rimasto comunque interessato a come si sarebbe svolta.
La frase della catapulta mi ha colpito particolarmente, perché ho fatto fatica a capire a cosa ti riferissi arrivando il termine catapulta solo dopo un po', lo sposterei all'inizio per una maggiore fluidità.
Sarei curioso di sapere cosa ha innescato il loop, forse la statuina del cavaliere stessa? Probabilmente è solo una mia fantasia ma in un eventuale rimaneggiamento della storia vorrei capire anche che cosa scatena il loop.
Alla prossima.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Le lacrime di Hurobor

Messaggio#11 » martedì 27 aprile 2021, 21:39

Grazie a tutti per i vostri messaggi e i consigli costruttivi.
In merito alla trama, rispondendo a chi mi ha chiesto perché il nome Erisitton, ho preso in prestito il nome del re greco Erisittone, della mitologia greca, condannato dagli déi a una fame inesauribile, che lo portò al punto di divorare le proprie carni. Mi è sembrato adatto, visto che il protagonista, per colmare la propria fame di conquista, finisce per conquistare sé stesso.

Rispondendo ad Alvin, le ronde nella mia testa c'erano, ma erano scarne, dato che da est, secondo loro, non potevano essere attaccati. Il villaggio risulta comunque a una notte di cammino, dunque non visibile dalle sentinelle eventualmente presenti sul muro. Inoltre la sua apparizione non è chiara da un punto di vista razionale, visto il loop temporale che genera e che sembra di origine magica.

Erisitton è sia morto che vivo. Ciò che compie al di là del muro si adempie al di qua, ma in uno spazio temporale differente. Lui attacca il villaggio con la catapulta ritrovata dalla sua parte del muro, l'Erisitton dell'altro lato l'aveva in precedenza attaccato con la catapulta trovata a est. Lui uccide il gruppo di dodici uomini provenienti dall'altro lato, lui e i suoi dodici verranno uccisi da loro stessi, una volta varcata la porta.

Sapevo che una costruzione simile sarebbe risultata difficoltosa ma sono contento che in qualche modo, anche se in seconda lettura, sia arrivata. Spero che insieme alla storia ne sia trapelato anche il messaggio. Grazie di nuovo a tutti.

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antico
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Re: Le lacrime di Hurobor

Messaggio#12 » venerdì 30 aprile 2021, 15:22

Le tue idee sono sempre molto buone, ma a volte c'è un qualche nesso logico che non mi permette di apprezzarle appieno, come in questo caso. L'idea dello specchio è ottima e in qualche modo richiama un racconto di Battaglia di un paio di edizioni fa, ne potevi tirare fuori davvero molto (e lo potrai cmq fare rielaborandolo) a livello di messaggio metaforico che, però, non mi sembri riuscire ad affrontare brillantemente come in altri tuoi recenti lavori. In più, la questione logica di cui ti ho parlato: se Erisitton e i suoi uomini sono uccisi al di qua della mura da Erisitton e i suoi uomini, allora da chi verranno uccisi questi ultimi una volta ripassato il confine? In pratica, infrangi lo specchio, ma ci lasci con l'idea che debba continuare questa sorta di ciclicità che, in verità, si è appena interrotta. Ecco, questo credo sia un problema da risolvere assolutamente per poi potere affrontare con più tranquillità e in modo più efficace il messaggio sotteso alla tua (ottima) costruzione. Concludendo, per me qui siamo su un pollice tendente verso il positivo, ma non in modo solidissimo, ecco.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Le lacrime di Hurobor

Messaggio#13 » venerdì 30 aprile 2021, 15:42

Ciao Antico. Grazie per il commento.
Ti correggo solo su un punto. Benché l'effetto sia quello di una sorta di specchio, il muro funge piu che altro da portale spazio-temporale. Per questo il problema della morte di Eirisitton e dei cavalieri non trova contraddizioni.

alexandra.fischer
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Re: Le lacrime di Hurobor

Messaggio#14 » venerdì 30 aprile 2021, 17:17

Tema centrato. Punti di forza: l’ambientazione del racconto è di tipo fantasy, ma con elementi storici che fanno pensare a una versione reinventata del conflitto fra Cina e Mongolia durante la costruzione della Grande Muraglia. Questo per via dell’immagine del bambino con il cavallo in mano, dell’uomo con l’orecchio mozzato e della guerra combattuta con l’invasione della muraglia. Molto ben rese le scene di guerra, Erisitton rappresenta molto bene la ferocia della guerra con l’immagine della sua armatura e della spada coperte di sangue. Nella trama c’è anche un carattere speculare, perché anche nel suo villaggio avviene un’invasione simile (i nemici si vendicano) ed ecco che il defunto Erisitton ha un giocattolo in mano: un piccolo cavallo di legno (ma la sua fine chiude solo il primo ciclo). Il dodicesimo cavaliere riprende da dove lui ha interrotto (vale a dire la continua guerra).
Punti deboli: nessuno

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antico
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Re: Le lacrime di Hurobor

Messaggio#15 » venerdì 30 aprile 2021, 19:28

Gabriele Dolzadelli ha scritto:Ciao Antico. Grazie per il commento.
Ti correggo solo su un punto. Benché l'effetto sia quello di una sorta di specchio, il muro funge piu che altro da portale spazio-temporale. Per questo il problema della morte di Eirisitton e dei cavalieri non trova contraddizioni.


Beh, questo risolverebbe la questione logica. Due ordini di problemi, però: 1) ho riletto il racconto e non ho trovato elementi che riconducano al portale e 2) anche una volta ben integrata, la questione del portale risolverebbe la problematica logica che ti ho rilevato, ma aprirebbe a molto altro che andrebbe sviluppato nel corso del racconto e che non mi sembra sia stato, al momento, trattato in modo adeguato, soprattutto per la grandissima portata che mi sembra avere. Insomma, lavoraci perché qui hai tanta roba. Ps: anche se, come sai, non ho molto tempo da dedicare a eventuali letture beta, sono più che disposto a consigliarti sulla fase sinossi e scaletta.

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