Cattiva

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Andrea76
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Cattiva

Messaggio#1 » martedì 20 aprile 2021, 0:01

Non è lui che scrive. Non può essere lui.
Ho bisogno dei miei spazi. Scusa se te lo dico ma sei pesante, egoista. Sei fredda e non comunichi emozioni. Cresci, Giulia! Cresci! Ti auguro di ricostruire un buon rapporto con tuo marito.
Basta. Lapidario, il bastardo!
Alzo gli occhi sul parabrezza. Uomini, donne e bambini marciano come formiche verso la scuola.
Metto una mano sul volante.
Ho bisogno dei miei spazi.
Mi ha mollata. Non riesco a crederci, si è stufato di me.
“Andiamo, mamma?” Andrea si è slacciato la cintura e fa per aprire la portiera. “Sono le 8 e 30.”
“Aspetta un attimo.”
Scusa se te lo dico ma sei pesante.
“Mamma!”
“Dammi un secondo.”
Do un’altra occhiata alla strada. La scuola è cinta da un muro alto come quello dei conventi di clausura. Dà un’idea di angoscia, di panico.
I genitori fanno capannello davanti a quel muro. Aspettano che qualcuno faccia loro segno di entrare da un piccolo cancello di ferro.
Cristo, come si sono già amalgamati! Parlottano e ridono tra loro come amici di vecchia data. Il primo giorno di scuola li diverte come fossero loro i ragazzini.
Sei fredda.
“Dai mamma, andiamo!” mio figlio mi prende per un braccio. “Se no facciamo tardi.”
“Ma perché,” mi volto verso di lui, “dobbiamo entrare tutti lì dentro?”
“È la tradizione, mamma.”
“Che tradizione?”
“La Tradizione del Benvenuto. La maestra vuole dare un dolcetto ad ogni genitore.”
“Che cosa stupida.”
“Lei ci tiene tanto.”
“Io no, però.”
Cresci, Giulia!
“Mamma, che cos’hai?”
Sospiro. Qualcuno ha aperto il cancello e i genitori si sono accodati. Entrano una coppia alla volta (madre o padre più il rispettivo figlio).
“Ecco, mamma! Stanno passando il muro!”.
Il muro. L’ho mai oltrepassato io un muro? No, l’unico muro che ho osservato da vicino è quello dove qualcuno ha scritto: SBAGLIA ANCORA, SBAGLIA MEGLIO.
Ma ho mai sbagliato io nella vita?
Cresci!
“Mamma, dobbiamo andare, se no i pasticcini finiscono.”
Scuoto la testa. “Vai tu, ormai sei grande.”
“Come?”
“TI ho detto che ce la puoi fare da solo.”
Andrea scoppia a piangere. Intanto la gente è quasi tutta entrata. Immagino madri e padri scambiarsi sorrisi luccicanti al di là di quel muro. Non ce la faccio, non ce la posso fare. Io sono una che quando squilla il telefono la prima cosa che pensa è: forse è qualcuno che ha sbagliato numero.
Non comunichi emozioni.
“Ti prego, mamma… Vieni anche tu.”
“Smettila di piangere, Andrea.”
“Ma io ho paura.”
“Vai!”
Mio figlio apre la portiera e scende. Si carica lo zaino sulle spalle e va a mettersi dietro all’ultima coppia padre-figlio in coda alla fila. Si gira a guardarmi e io gli faccio segno di asciugarsi gli occhi.
Egoista.
Bussano al vetro del mio sportello. È una tipa, forse una delle mamme. Sicuramente è una che non si fa i cazzi suoi.
Abbasso il finestrino. “Mi dica.”
Lei mi fissa con i suoi occhi azzurrissimi. Begli occhi sì, peccato che ha la pelle rugosa di una sessantenne. “Signora, suo figlio è disperato. Dovrebbe andare da lui.”
“Non c’è problema, glielo assicuro.”
“Signora, davvero. Il bambino è sconvolto.”
“Conosco mio figlio meglio di lei. Ce la farà”.
Rialzo il vetro, la donna toglie le dita in tempo per non farsele tranciare.
Pesante! Egoista! Cresci, Giulia! Cresci!
Come può avermi scritto tutto questo? Dev’essergli accaduto qualcosa. Qualcosa che ora gli fa paura. Non può che essere così.
“Mamma!” hanno chiamato mio figlio per entrare. Lui non vuole muoversi, è lì che mi fissa con i suoi occhietti, bagnati quanto la stringa di un Mocho Vileda. È solo, come me.
Ti auguro di ricostruire un buon rapporto con tuo marito.
Non può finire così. Gli scrivo un messaggio: Non posso vivere senza di te. Ripensaci!
Accendo la macchina e faccio inversione.
“Mamma!”
Controllo lo specchietto retrovisore. Mio figlio sta puntando i piedi, altri due padri cercano di trascinarlo al di là di quel muro.
Il muro. Non c’è niente che cambia oltre il muro. Da questa parte come da quella, è pieno di gente di cui non ci si può fidare.
Riparto. Ho il cellulare tra le gambe e ha appena fatto un trillo. Aspetto un secondo per leggere.
“MAMMA!” mio figlio grida ma ormai è entrato. Adesso starà meglio.
Apro il messaggio. È lui che mi scrive, forse ci ha ripensato. Ricontrollo lo specchietto interno per spiare il mio sorriso.



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antico
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Re: Cattiva

Messaggio#2 » martedì 20 aprile 2021, 0:04

Ciao Andrea! Caratteri e tempo ok, buona ORIANA RAMUNNO EDITION!

Daniel Travis
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Re: Cattiva

Messaggio#3 » martedì 20 aprile 2021, 8:41

Bel pezzo di drama, a cui gioverebbe un po' di struttura.
La forma e le voci dei personaggi funzionano - complimenti -, però ho passato tutto il racconto ad aspettarmi una spiegazione sull'esitazione della madre: non è una motivazione pratica, visto che resta lì finché non è finita tutta la questione lo stesso, e non è ansia sociale in un momento di vulnerabilità emotiva, visto che interagisce in modo assertivo con una persona anziché andarsene subito o zittirsi, e non è una specie di proiezione sul figlio che "deve farcela da solo" - il setup non si presta per niente - quindi, mi dicevo, l'autore del messaggio dev'essere tra i genitori, o lavorare nella scuola. Oppure, una spiegazione alternativa a cui non ho pensato.
Invece niente.
Resta, formalmente, una gran bella prova tecnica.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

alexandra.fischer
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Re: Cattiva

Messaggio#4 » martedì 20 aprile 2021, 17:42

Tema centrato. Punti di forza: il contrasto fra il dolore della protagonista per essere stata lasciata via cellulare dall’amante e il bisogno affettivo del figlio, alle prese con il primo giorno di scuola. Il fatto di alternare i brani del messaggio dell’amante che si ripetono nella mente della protagonista alle scene d’azione: l’arrivo a scuola, la menzione da parte del piccolo Andrea della tradizione del pasticcino offerto dalla maestra ai genitori, creano la giusta tensione nella storia. La reazione di Giulia di scaricare il figlio a scuola e cercare di andarsene colpisce tutti i genitori, compresa la signora dagli occhi celesti e un po’ rugosetta che le fa presente la disperazione del piccolo. E di certo è straziante vedere Andrea in piedi davanti al portone, solo. Proprio come sua madre Giulia, la quale tenta di riconciliarsi con l’amante. E riparte, mentre altri padri trascinano il figlio a scuola. Il sorriso del finale è da brividi, perché la risposta al messaggio da parte dell’amante li mette. Giulia ha messo un muro fra sé, il figlio e il resto della realtà che la circonda per andare a sbattere contro quello di una storia della quale non vuole vedere la fine.
Punti deboli: nessuno.

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MatteoMantoani
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Re: Cattiva

Messaggio#5 » mercoledì 21 aprile 2021, 8:53

Prime Impressioni: Ciao Andrea. Piacere di rileggerti. Bel racconto! Mi è piaciuto proprio. Vado subito a spiegarti meglio.

Aderenza al Tema: Forse è un po' preso di striscio. Il muro c'è, ma non ha alcuna importanza nella trama. Magari lo ha per il bambino, ma non per il pdv.

Punti di Miglioramento: La prima persona offre sempre una marcia in più se si vuole scrivere in modo immersivo, ma secondo me qui in un paio di occasioni ho percepito un po' troppa distanza. A volte i pensieri del pdv sono esposti più come se fossero traslitterati dall'autore, piuttosto che pensieri genuini:

Il muro. L’ho mai oltrepassato io un muro?
Io sono una che quando squilla il telefono la prima cosa che pensa è: forse è qualcuno che ha sbagliato numero.

Quando c'è il bimbo che chiama la mamma con quel "Mamma", spesso mi sono chiesto chi parlava. In effetti è difficile rendere immediato al lettore chi parla, se il pdv non sa chi gli sta parlando, oppure è distratto. Un trucco che io uso è quello di scrivere "una voce dietro di me", o "la vocina mi rimbalza nelle orecchie", così, per dare una direzione al film mentale.


Punti di Forza: Il forte impatto emotivo di questa madre che non riconosce i propri limiti e ignora il figlio, trascina la lettura dall'inizio alla fine. Bello il gioco: questi sono i tuoi difetti / io non ho difetti, e nel frattempo tutto si concretizza nei modi in cui tratta il figlio. Il tuo racconto offre anche una riflessione sociale, in quanto di madri così in giro, purtroppo ce ne sono eccome.

Conclusioni: Non male, davvero. Magari correggerei qualche frase qua e là per aumentare l'immersione, e darei un tocco più personale alla prosa in modo da caratterizzare di più la voce narrante, però la storia coinvolge. Per me una buona prova.

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Pretorian
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Re: Cattiva

Messaggio#6 » mercoledì 21 aprile 2021, 23:36

Ciao Andrea e piacere di leggerti. Dunque, il presupposto del racconto è interessante: il fatto che gli elementi negativi del carattere della donna si palesino nel suo comportamento con il figlio e con gli altri, proprio nel momento in cui lei è in fase di negazione aggiunge un bel sottotesto alla vicenda e devo dire che è gestito bene. Leggermente meno bene è gestito il flusso di pensieri, con pensieri e descrizioni che si confondono e il punto di vista che finisce per ballare (riflettendo su sé stessa la donna prima pensa come "io", poi come se stesse parlando con un'altra persona). Anche il tema non mi sembra totalmente centrato: il muro c'è, ma non ha nessun peso reale nella vicenda e le poche volte che la donna lo tira in ballo lo fa con riflessioni così forzate che sembra quasi che tu abbia inserito quelle frasi con l'unico scopo di rispettare la specifica.
Quindi, una prova discreta, ma che aveva tutte le carte in regola per essere eccellente.

Alla prossima!

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GiulianoCannoletta
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Re: Cattiva

Messaggio#7 » giovedì 22 aprile 2021, 13:11

Ciao Andrea, piacere di averti letto.
Un pezzo che descrive una scena abbastanza statica, in cui la centralità sta nell'introspezione della protagonista, nei suoi pensieri, nelle sue paranoie. Non sei stato il solo nel tuo girone a scrivere un racconto così. Alcune cose non mi hanno convinto fino in fondo. Buona l'idea di intervallare pensieri, scambi col figlio e stralci del messaggio. Alcuni pensieri, come questo, sembrano però troppo artefatti: “Io sono una che quando squilla il telefono la prima cosa che pensa è: forse è qualcuno che ha sbagliato numero.”
Mi ha lasciato un po' perplesso il finale. Ho apprezzato la scelta di non far tornare la madre sui suoi passi, nessuna redenzione, resta coerente a come l'hai portata in scena, ma manca comunque qualcosa che dia un brivido al lettore e valorizzi di più il racconto, il messaggio sul cellulare mi è parso troppo poco.
A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Alvin Miller
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Re: Cattiva

Messaggio#8 » venerdì 23 aprile 2021, 20:28

Ciao Andrea, la tua storia mi ha suscitato pensieri contrastanti. Da una parte ho apprezzato la rapidità dello stile e la chiarezza della scena, e anche l'aderenza al tema è sfruttata in maniera interessante. Quello che non riesco a farti passare è la tua protagonista.

Un personaggio che parte negativo non è per forza un errore, ma durante la storia deve avere una crescita, qualcosa che porti il lettore a fare il tifo per lui. Purtroppo questa donna è cattiva all'inizio e cattiva lo rimane, senza redenzione. Non ci siamo.
Ed è veramente un dispiacere, perché non ho rilevato difetti stilisti abbastanza gravi da dover segnalare.

Promosso per lo stile, bocciato per il contenuto.
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

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Andrea Furlan
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Re: Cattiva

Messaggio#9 » sabato 24 aprile 2021, 10:13

Ciao Andrea,
Complimenti per il racconto: ha un bel crescendo di emozioni e mi ha coinvolto molto fino allo scioglimento finale, per niente banale. Ho trovato ben costruite il ritmo, l'ambientazione minimale ma efficace, i dialoghi e il rapporto fra la madre e il bambino. Ho trovato meno efficaci invece le riflessioni della madre, sporcate da qualche spiegazione che forse potevi evitare o scrivere in modo diverso e da qualche figura un po' azzardata. Ad esempio: " i suoi occhietti, bagnati quanto la stringa di un Mocho Vileda". Forse avrei messo anche un titolo diverso: "Cattiva" da già un giudizio sul carattere della protagonista che invece è bello percepire leggendo.

Luca Memoli
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Re: Cattiva

Messaggio#10 » sabato 24 aprile 2021, 11:44

Ciao Andrea, a quanto pare sono l'ultimo a dare il proprio giudizio. Forse è un bene, perché sono stato molto combattuto fino alla fine e confesso che ho letto più volte i giudizi altrui perché ero in difficoltà. A livello di scrittura il racconto è ben fatto, mi è piaciuto molto il ritmo crescente, riga dopo riga. Ti confesso che per un momento ho temuto per la vita del bambino. Il tema è rispettato in modo sufficiente (potevi rendere più centrale quel muro). Insomma, ogni cosa filava liscia e già pregustavo un bel colpo di scena, spiazzante, che avrebbe dato ampie prospettive alla storia. Invece, alla fine, mi sono ritrovato a leggere l'ultima riga e ho pensato che avessi dimenticato qualcosa. Insomma, non è successo nulla. Questa credo sia l'unica (grande) critica che posso muovere al tuo racconto. In sostanza, è tutta una linea retta che arriva al termine senza il minimo scossone.

FilippoR
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Re: Cattiva

Messaggio#11 » martedì 27 aprile 2021, 17:07

Ciao Andrea e piacere di leggerti.
Racconto particolare e ben realizzato, l'unico appunto sui pensieri che mi sono sembrati un po' raccontati.
Per renderlo ancora più particolare avrei tolto "Ti auguro di ricostruire un buon rapporto con tuo marito." in modo da non rendere subito evidente che si riferisse all'amante ma si potesse avere il dubbio che fosse il marito ad averla lasciata con il chiarimento alla fine.
Alla prossima.

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antico
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Re: Cattiva

Messaggio#12 » venerdì 30 aprile 2021, 20:07

Beh, il tema c'è ed è il muro che questa donna ha costruito tra se stessa e tutti gli altri, muro sostituito da uno specchio nel quale continua a riflettersi, egoista, incapace di amare. Forse è vero che il modo in cui inserisci certe riflessioni su questo concetto nel racconto possono apparire un pelo forzate e questo fa trasparire la tua necessità di farlo arrivare al lettore, cosa che, paradossalmente, tende invece ad avere un effetto opposto perché toglie naturalezza al tutto. Detto questo, nel lettore rimane questo dolore disperato del bambino, questo strappo definitivo tra lui e la madre, questa incapacità di lei ad accettare e accogliere l'amore e tutto questo fa si che il racconto evolva eccome. Mi è piaciuto, anche se non perfetto. Per me un pollice quasi su.

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