La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

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jimjams
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La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#1 » martedì 20 aprile 2021, 0:30

Avevo caldo, per quanto nel fitto di quegli alberi altissimi fossimo riparati dal sole, camminare mi aveva fatto sudare.
«Nonno, manca molto?»
Lui mi aspettò e appena gli fui accanto mi scompigliò i capelli.
«Hai ancora le gambe più corte delle mie!»
Era vero, a dodici anni ero ancora venti centimetri buoni più basso di lui. Mi mise un braccio sulle spalle e continuammo con un passo meno sostenuto.
«Dovremmo essere quasi arrivati sai?» Lo disse con un tono che non suonava convinto. «L’ultima volta che sono stato qui non eri ancora nato» aggiunse, quasi a volersi giustificare. Non seguivamo una strada o un sentiero, non ce n’erano che portassero dove eravamo diretti. Così aveva spiegato mio nonno con fare misterioso, senza rivelare altro.
Andammo avanti per un po’… In principio vidi solo un cambiamento nel bosco, che in lontananza sembrava meno scuro, poi la luminescenza fu evidente.
Ci fermammo e guardai mio nonno.
«Siamo arrivati» disse. Mi prese per mano e avanzammo lentamente, fermandoci a una decina di metri da quella roba.
«Guarda» disse, indicando il muro levigato e azzurrognolo che saliva su fin quasi alle cime degli alberi. Guardai, seguii la linea di quel muro fin dove potevo. Verso l’alto si allontanava dai tronchi e verso destra e sinistra sembrava curvare.
«È una cupola?»
Lui scosse la testa, poi annuì.
«È una cupola, sì.»
Non disse nulla per un po’, ma alla fine si riprese, mi fissò per qualche secondo, poi distolse lo sguardo da me e lo puntò verso la cupola.
«Questa storia non viene raccontata, hanno voluto dimenticarla. Cancellarla. Ma la nostra famiglia era contraria, la prima e la seconda volta, alle due vergogne dell’umanità. Così dobbiamo ricordare e tramandare.»
Fece una pausa.
«Cosa ti hanno insegnato a scuola sul fungo?»
Scrollai le spalle, era una domanda facile.
«È il nostro simbionte mutuale, grazie a lui siamo immuni dalle infezioni batteriche e virali. Ci permette di vivere molto a lungo perché rallenta il nostro ciclo metabolico… insomma, una gran bella roba.»
Volevo alleggerire l’umore cupo del nonno, ma lui non rise e anzi accennò una smorfia.
«È vero, fa tutto questo» disse «e procura alla nostra pelle questo simpatico colorito blu… ma non è sempre stato così.» Indicò il muro. «Questa cupola…»
Si girò verso di me e mi mise le mani sulle spalle, fissandomi negli occhi.
«Un tempo, secoli fa, quando comparve il fungo… una mutazione si pensa, un esperimento dicono altri, ma non importa. Quando comparve e cominciò a diffondersi tra gli uomini, la gente si ammalava e moriva nel giro di qualche giorno o settimana, o mese. Cercarono di combatterlo in ogni modo, e alla fine trovarono una cura, ma non c’erano risorse nè tempo per produrre il medicinale in quantità rilevanti, e allora…»
Fece cenno verso la cupola.
«Quelli che avevano maggior potere utilizzarono le poche dosi che avevano potuto produrre per avere il tempo di costruire cupole come questa e vi si rifugiarono. Poche migliaia di persone»
Guardai la cupola dubbioso. «Sono ancora lì dentro?»
Non rispose.
«Avevano capito che il fungo ha bisogno dell’uomo per riprodursi. E il fungo avrebbe sterminato l’intera popolazione. Avevano calcolato che sarebbe bastato loro rimanere al sicuro nelle cupole fino a quando il fungo non fosse scomparso insieme all’ultimo degli uomini all’esterno delle cupole.»
Lo guardai smarrito.
«Capisci? La prima vergogna.»
Scossi la testa. «Ma noi…»
«Ma alcuni infettati sopravvissero. Pochissimi, i nostri avi. Per loro, come per noi, il fungo non era letale, al contrario, un perfetto simbionte mutuale. Tuttavia tutti gli altri, miliardi di persone, morirono nel giro di una manciata di mesi.»
Guardai la cupola.
«Bastardi… E loro?»
Nonno avanzò fino a un passo soltanto dal muro. Vi poggiò i palmi.
«Loro attesero.» Scosse la testa. «Attesero e attesero che il fungo scomparisse insieme agli ultimi esseri umani, ma il fungo e gli umani non scomparvero.»
«Quando uno dei nostri scoprì i meccanismi che rendevano possibile la convivenza di uomo e fungo avremmo potuto ancora salvarli. I nostri capi votarono… sembrò loro naturale lasciarli morire. La seconda vergogna.»
Si voltò verso di me, serio.
«Ricorda e tramanda: Non c’è la parte giusta del muro, né un nemico oltre quello.»
Scosse la testa deciso.
«Non c’è.»



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antico
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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#2 » martedì 20 aprile 2021, 0:33

Ciao Mario e superbentornato nell'Arena! Caratteri e tempo ok, buona ORIANA RAMUNNO EDITION!

Daniel Travis
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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#3 » martedì 20 aprile 2021, 8:48

Mi piacciono molto sia il concept che lo sviluppo, e i personaggi sono un narratore e un ascoltatore ideali nella loro semplicità. «Bastardi… E loro?» mi sembra un po' una virata di tono, per il nipote, ma forse è un'impressione mia.
Unica pecca, mi pare che le ultimissime frasi s'ingarbuglino un po', sintatticamente, o mi sbaglio?
Niente di irrisolvibile, comunque, anzi.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
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GiulianoCannoletta
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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#4 » mercoledì 21 aprile 2021, 12:47

Ciao Mario, piacere di averti letto.
Del tuo racconto mi è piaciuta molto l'ambientazione che hai creato. L'epidemia, ma soprattutto la questione delle due vergogne: la prima dei più potenti che si isolano per sopravvivere a scapito degli altri, la seconda quando vengono ripagati con la stessa moneta e lasciati morire. Forse avrei reso più drammatica la rivelazione della seconda vergogna, il finale mi è sembrato un po' più debole del resto.
Sono meno convinto riguardo alla forma che hai scelto. Il nonno che racconta la vicenda al nipote è un buon modo per concentrare lunghi avvenimenti in poche battute, ma a mio avviso rende un po' distaccati dalla scena. Non c'è un fatto che ci coinvolga qui e ora, un rischio reale per i nostri personaggi. È tutto già avvenuto e ci viene raccontato, per portarci alle considerazioni finali.
In generale comunque un bel racconto, complimenti.
A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
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Pretorian
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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#5 » giovedì 22 aprile 2021, 0:06

Ciao Marco e piacere di leggerti.

Un saggio anziano mostra al nipote i resti della precedente civiltà umana per insegnargli i valori della convivenza e della pace. La storia è interessante e, nonostante il poco spazio a disposizione, fa abbastanza efficacemente il suo lavoro. Probabilmente (però qui entra in gioco anche il limite dei caratteri) una maggiore interazione tra nonno e nipote nel corso della storia del primo avrebbe resto il tutto molto più emozionale. A parte questo, se posso darti un suggerimento, ripulirei il testo da tutta una serie di elementi che rallentano la narrazione senza aggiungere nulla al valore del testo (ad esempio " per quanto nel fitto di quegli alberi altissimi", ", "ma alla fine si riprese,", "un esperimento dicono altri, ma non importa."). In racconti brevi come questo, meglio essere quanto più asciutti possibile e concentrare i pochi caratteri a disposizione negli elementi veramente funzionali al testo. A parte questo, e a parte un po' di scarsità nell'azione, direi che siamo davanti a una prova riuscita.
Alla prossima!

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MatteoMantoani
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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#6 » giovedì 22 aprile 2021, 7:23

Prime impressioni Ciao Mario. Piacere di rileggerti (non ti ho mai commentato, ma ho letto molto volentieri il tuo racconto "Felice", di qualche mese fa). Questo tuo racconto è buono, ma mi prendo la libertà di puntualizzare comunque qualcosina.

Aderenza al tema. Per me tutto ok.

Punti di miglioramento. La prima cosa che ho notato è che sebbene il narratore sia in prima persona, la voce narrante non mi sembra quella di un ragazzino di dodici anni, ma piuttosto quella di un uomo che racconta la sua storia da adulto (anche il passato remoto non aiuta). Magari andrei a inserire qualche elemento più infantile o adolescenziale, forse qualche impressione sensoriale in più sul bosco o qualcosa in più sul nonno. Andrei anche a snellire un po' la narrazione per renderla più fluida, togliendo qualche verbo sensoriale e rivedendo I dialogue tag.

Punti di forza. Certamente hai avuto una idea brillante: una nuova razza umana che si porta dietro due grosse colpe, e che vive grazie a un nemico che dà lunga vita e salute in una specie di patto col diavolo. per questo arrivato al fine sono rimasto soddisfatto della lettura.

Conclusione. Idea molto buona, racconto ben riuscito, con qualche nota sulla narrazione in sé, da personalizzare un pochino di più per farla davvero sembrare il flusso di coscienza di un ragazzino. Comunque, una lettura che ho apprezzato.

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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#7 » giovedì 22 aprile 2021, 15:55

Ciao Mario, devo dire che il racconto mi è piaciuto. L'idea è lodevole e a tratti inquietante, soprattutto di questi tempi... Ho apprezzato in modo particolare la menzione alle due vergogne, una iniziale e una finale, che mettono in luce l'avidità e la crudeltà della classe ricca e dominante del mondo prima e la vendetta dei deboli poi. Bella anche l'idea di utilizzare il nonno che racconta al nipote, generando una sorta di incubo perdurante e tramandato nel tempo. Confesso che a un certo punto ho sorriso, credendo che stessi parlando dei puffi (ci hai messo pure il fungo...)
Tema "oltre il muro" centrato senza dubbio. Scrittura scorrevole e ripeto: il plus è senza dubbio quel velo inquietante post apocalittico che aleggia ancora nell'aria.

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Andrea Furlan
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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#8 » sabato 24 aprile 2021, 10:14

Ciao Mario,
Il tema della "parte giusta" o del "noi e loro" mi ha sempre affascinato. Nel tuo racconto che apparentemente ha un'impostazione da fantascienza molto classica (soprattutto nel tema della cupola che isola dal resto del mondo), l'ho trovato declinato in maniera interessante. Tempi, ritmo e ambientazione tutti ben dosati, incluso il fatto di dover leggere fino all'ultima parola per svelare il senso della storia. Mi è piaciuto molto il fatto che non ci fossero più sentieri che portassero alla cupola nonostante in passato fosse servita a salvare vite. Non ho grandi critiche o suggerimenti a parte forse l'incipit che poteva essere più forte. Ma nel climax che hai creato ci sta comunque.

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Alvin Miller
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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#9 » domenica 25 aprile 2021, 12:47

Ciao Mario, gran bella idea! Mi è piaciuta molto e aderisce al tema in modo originale, anche se presenta alcuni difetti.
Primo tra tutti: dovevi mostrarci la loro pelle blu all'inizio del brano, prima che cominciassimo a immaginarli come normalissimi nonno e nipote. Il fatto che lo sveli a metà racconto causa un distacco dalla scena.

E poi:

aggiunse, quasi a volersi giustificare

Ti sconsiglio l'utilizzo del "quasi", da sostituirsi con "come a volersi giustificare". Il motivo è semplice: o sembra che si stia giustificando, oppure no.

Mi prese per mano e avanzammo lentamente, fermandoci

Il gerundio viene usato per indicare due azioni che si svolgono in simultanea, qui invece sono sono due azioni in sequenza. La formula giusta è: "Mi prese per mano e avanzammo lentamente, ci fermammo a una decina di metri...". Sarebbe anche da evitare l'utilizzo dell'avverbio "lentamente", da rimpiazzare con dettagli che comunichino la lentezza del loro incedere. Ma considerati i limiti di MC, te lo abbuono.

Ci sono anche degli errori minori come l'utilizzo di avverbi di tempo (ad esempio il "poi") che sono superflui nel testo, e alcuni dialoghi in cui non è intuibile a colpo d'occhio chi stia parlando:

Lo guardai smarrito.
«Capisci? La prima vergogna.»
Scossi la testa. «Ma noi…»
«Ma alcuni infettati sopravvissero. Pochissimi, i nostri avi. Per loro, come per noi, il fungo non era letale, al contrario, un perfetto simbionte mutuale. Tuttavia tutti gli altri, miliardi di persone, morirono nel giro di una manciata di mesi.»
Guardai la cupola.
«Bastardi… E loro?»


In compenso hai gestito molto bene il finale, tanti complimenti e in bocca al lupo per la gara!
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

FilippoR
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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#10 » martedì 27 aprile 2021, 17:09

Ciao Mario e piacere di leggerti.
Racconto particolare è mi piaciuto, all'inizio non mi era chiaro dove volessi arrivare e avevo ipotizzato che la cupola potesse servire a contenere qualche strana creatura (per quanto incoerente con il titolo). L'unico appunto che mi sento di farti è sui dialoghi dove sono un po' sbilanciati nei confronti del nonno che racconta mentre il nipote è un po' più passivo.
Alla prossima.

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jimjams
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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#11 » giovedì 29 aprile 2021, 22:04

Daniel Travis ha scritto:Mi piacciono molto sia il concept che lo sviluppo, e i personaggi sono un narratore e un ascoltatore ideali nella loro semplicità. «Bastardi… E loro?» mi sembra un po' una virata di tono, per il nipote, ma forse è un'impressione mia.
Unica pecca, mi pare che le ultimissime frasi s'ingarbuglino un po', sintatticamente, o mi sbaglio?
Niente di irrisolvibile, comunque, anzi.


Lo scrivo rispondendo a te ma ovviamente è una risposta che vale anche per gli altri commentatori.
Non ho amato molto il racconto. L'idea mi piaceva e l'ho declinata ma non sono riuscito a gestire lo spazio e il risultato è molto narrato e poco coinvolgente. Ma insomma, bisogna pur riprendere la penna in mano :-P

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jimjams
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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#12 » giovedì 29 aprile 2021, 22:07

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Mario, piacere di averti letto.
Del tuo racconto mi è piaciuta molto l'ambientazione che hai creato. L'epidemia, ma soprattutto la questione delle due vergogne: la prima dei più potenti che si isolano per sopravvivere a scapito degli altri, la seconda quando vengono ripagati con la stessa moneta e lasciati morire. Forse avrei reso più drammatica la rivelazione della seconda vergogna, il finale mi è sembrato un po' più debole del resto.
Sono meno convinto riguardo alla forma che hai scelto. Il nonno che racconta la vicenda al nipote è un buon modo per concentrare lunghi avvenimenti in poche battute, ma a mio avviso rende un po' distaccati dalla scena. Non c'è un fatto che ci coinvolga qui e ora, un rischio reale per i nostri personaggi. È tutto già avvenuto e ci viene raccontato, per portarci alle considerazioni finali.
In generale comunque un bel racconto, complimenti.
A rileggerci presto!
Giuliano


Sono contento che sia piaciuta l'idea, a te e ho visto anche ad altri. Sono anche consapevole che la declinazione dell'idea è un po' didascalica e debole. Ero partito con un'intenzione diversa: il nonno era convinto che i privilegiati vivessero ancora nella cupola, i due trovavano un inaspettato accesso all'interno e scoprivano che erano morti tutti quanti da tempo. Poi il tempo scarseggiava, lo spazio pure, ho cambiato idea. Il risultato è interessante come storia, meno come scrittura.

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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#13 » giovedì 29 aprile 2021, 22:08

Pretorian ha scritto:Ciao Marco e piacere di leggerti.

Un saggio anziano mostra al nipote i resti della precedente civiltà umana per insegnargli i valori della convivenza e della pace. La storia è interessante e, nonostante il poco spazio a disposizione, fa abbastanza efficacemente il suo lavoro. Probabilmente (però qui entra in gioco anche il limite dei caratteri) una maggiore interazione tra nonno e nipote nel corso della storia del primo avrebbe resto il tutto molto più emozionale. A parte questo, se posso darti un suggerimento, ripulirei il testo da tutta una serie di elementi che rallentano la narrazione senza aggiungere nulla al valore del testo (ad esempio " per quanto nel fitto di quegli alberi altissimi", ", "ma alla fine si riprese,", "un esperimento dicono altri, ma non importa."). In racconti brevi come questo, meglio essere quanto più asciutti possibile e concentrare i pochi caratteri a disposizione negli elementi veramente funzionali al testo. A parte questo, e a parte un po' di scarsità nell'azione, direi che siamo davanti a una prova riuscita.
Alla prossima!


Grazie.

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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#14 » giovedì 29 aprile 2021, 22:09

MatteoMantoani ha scritto: Prime impressioni Ciao Mario. Piacere di rileggerti (non ti ho mai commentato, ma ho letto molto volentieri il tuo racconto "Felice", di qualche mese fa). Questo tuo racconto è buono, ma mi prendo la libertà di puntualizzare comunque qualcosina.

Aderenza al tema. Per me tutto ok.

Punti di miglioramento. La prima cosa che ho notato è che sebbene il narratore sia in prima persona, la voce narrante non mi sembra quella di un ragazzino di dodici anni, ma piuttosto quella di un uomo che racconta la sua storia da adulto (anche il passato remoto non aiuta). Magari andrei a inserire qualche elemento più infantile o adolescenziale, forse qualche impressione sensoriale in più sul bosco o qualcosa in più sul nonno. Andrei anche a snellire un po' la narrazione per renderla più fluida, togliendo qualche verbo sensoriale e rivedendo I dialogue tag.

Punti di forza. Certamente hai avuto una idea brillante: una nuova razza umana che si porta dietro due grosse colpe, e che vive grazie a un nemico che dà lunga vita e salute in una specie di patto col diavolo. per questo arrivato al fine sono rimasto soddisfatto della lettura.

Conclusione. Idea molto buona, racconto ben riuscito, con qualche nota sulla narrazione in sé, da personalizzare un pochino di più per farla davvero sembrare il flusso di coscienza di un ragazzino. Comunque, una lettura che ho apprezzato.


Troppo buono :-)
Mi rendevo conto già alla consegna dei difetti del racconto. Ma le mie energie psichiche al momento sono limitate :-)
Vedrò di fare meglio alla prossima. Forse eheheh

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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#15 » giovedì 29 aprile 2021, 22:13

Luca Memoli ha scritto:Ciao Mario, devo dire che il racconto mi è piaciuto. L'idea è lodevole e a tratti inquietante, soprattutto di questi tempi... Ho apprezzato in modo particolare la menzione alle due vergogne, una iniziale e una finale, che mettono in luce l'avidità e la crudeltà della classe ricca e dominante del mondo prima e la vendetta dei deboli poi. Bella anche l'idea di utilizzare il nonno che racconta al nipote, generando una sorta di incubo perdurante e tramandato nel tempo. Confesso che a un certo punto ho sorriso, credendo che stessi parlando dei puffi (ci hai messo pure il fungo...)
Tema "oltre il muro" centrato senza dubbio. Scrittura scorrevole e ripeto: il plus è senza dubbio quel velo inquietante post apocalittico che aleggia ancora nell'aria.


Grazie per il bel commento. Io dico sempre che una buona storia può compensare una scrittura non perfetta. Pare che con te abbia funzionato così.
PS sinceramente non avevo pensato ai puffi eheheh ma al colore bluastro luminescente di alcuni funghi. Però mi piace il richiamo.

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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#16 » giovedì 29 aprile 2021, 22:13

Andrea Furlan ha scritto:Ciao Mario,
Il tema della "parte giusta" o del "noi e loro" mi ha sempre affascinato. Nel tuo racconto che apparentemente ha un'impostazione da fantascienza molto classica (soprattutto nel tema della cupola che isola dal resto del mondo), l'ho trovato declinato in maniera interessante. Tempi, ritmo e ambientazione tutti ben dosati, incluso il fatto di dover leggere fino all'ultima parola per svelare il senso della storia. Mi è piaciuto molto il fatto che non ci fossero più sentieri che portassero alla cupola nonostante in passato fosse servita a salvare vite. Non ho grandi critiche o suggerimenti a parte forse l'incipit che poteva essere più forte. Ma nel climax che hai creato ci sta comunque.


Grazie

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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#17 » giovedì 29 aprile 2021, 22:17

Andrea Furlan ha scritto:Ciao Mario,
Il tema della "parte giusta" o del "noi e loro" mi ha sempre affascinato. Nel tuo racconto che apparentemente ha un'impostazione da fantascienza molto classica (soprattutto nel tema della cupola che isola dal resto del mondo), l'ho trovato declinato in maniera interessante. Tempi, ritmo e ambientazione tutti ben dosati, incluso il fatto di dover leggere fino all'ultima parola per svelare il senso della storia. Mi è piaciuto molto il fatto che non ci fossero più sentieri che portassero alla cupola nonostante in passato fosse servita a salvare vite. Non ho grandi critiche o suggerimenti a parte forse l'incipit che poteva essere più forte. Ma nel climax che hai creato ci sta comunque.


Grazie

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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#18 » giovedì 29 aprile 2021, 22:19

Alvin Miller ha scritto:Ciao Mario, gran bella idea! Mi è piaciuta molto e aderisce al tema in modo originale, anche se presenta alcuni difetti.
Primo tra tutti: dovevi mostrarci la loro pelle blu all'inizio del brano, prima che cominciassimo a immaginarli come normalissimi nonno e nipote. Il fatto che lo sveli a metà racconto causa un distacco dalla scena.

E poi:

aggiunse, quasi a volersi giustificare

Ti sconsiglio l'utilizzo del "quasi", da sostituirsi con "come a volersi giustificare". Il motivo è semplice: o sembra che si stia giustificando, oppure no.

Mi prese per mano e avanzammo lentamente, fermandoci

Il gerundio viene usato per indicare due azioni che si svolgono in simultanea, qui invece sono sono due azioni in sequenza. La formula giusta è: "Mi prese per mano e avanzammo lentamente, ci fermammo a una decina di metri...". Sarebbe anche da evitare l'utilizzo dell'avverbio "lentamente", da rimpiazzare con dettagli che comunichino la lentezza del loro incedere. Ma considerati i limiti di MC, te lo abbuono.

Ci sono anche degli errori minori come l'utilizzo di avverbi di tempo (ad esempio il "poi") che sono superflui nel testo, e alcuni dialoghi in cui non è intuibile a colpo d'occhio chi stia parlando:

Lo guardai smarrito.
«Capisci? La prima vergogna.»
Scossi la testa. «Ma noi…»
«Ma alcuni infettati sopravvissero. Pochissimi, i nostri avi. Per loro, come per noi, il fungo non era letale, al contrario, un perfetto simbionte mutuale. Tuttavia tutti gli altri, miliardi di persone, morirono nel giro di una manciata di mesi.»
Guardai la cupola.
«Bastardi… E loro?»


In compenso hai gestito molto bene il finale, tanti complimenti e in bocca al lupo per la gara!


Grazie per le annotazioni sul testo. Sul fatto di mostrare subito il colore della pelle, non so, mi pare un'entrata a gamba tesa e secondo me distrae, non pensi?

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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#19 » giovedì 29 aprile 2021, 22:20

FilippoR ha scritto:Ciao Mario e piacere di leggerti.
Racconto particolare è mi piaciuto, all'inizio non mi era chiaro dove volessi arrivare e avevo ipotizzato che la cupola potesse servire a contenere qualche strana creatura (per quanto incoerente con il titolo). L'unico appunto che mi sento di farti è sui dialoghi dove sono un po' sbilanciati nei confronti del nonno che racconta mentre il nipote è un po' più passivo.
Alla prossima.


Sì, la gestione dei dialoghi e del narrato in generale non mi soddisfa. Se dovessi riprenderlo in mano cambierei di sicuro, magari anche potendo avere più spazio.

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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#20 » venerdì 30 aprile 2021, 10:27


Grazie per le annotazioni sul testo. Sul fatto di mostrare subito il colore della pelle, non so, mi pare un'entrata a gamba tesa e secondo me distrae, non pensi?


Perché in effetti è un dettaglio molto particolare, ed è per questo che, quanto più è lontano, tanto più sarà straniante per il lettore. E tu vuoi che il lettore non esca mai dalla storia.
La regola vuole che i dettagli vadano inseriti nell'ordine che serve alla storia, perciò un suggerimento potrebbe essere che inizi col mostrarci i personaggi, introduci un po' il contesto (ma senza dilungarti troppo), e a quel punto il dettaglio della pelle (preferibilmente con un'azione, piuttosto che con un dialogo).
Il lettore sarà incuriosito da questo dettaglio e nel proseguire risponderai alle sue domande sul perché di questa caratteristica.

Quello che devi evitare, invece, è che il lettore si abitui al suo filmino mentale per poi tradirlo con un dettaglio che lo ribalti completamente.
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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#21 » venerdì 30 aprile 2021, 17:27

Tema centrato. Punti di forza: la naturalezza del dialogo fra nonno e nipote. La passeggiata nel bosco è un insegnamento del nonno al nipote riguardo all’assenza di morale nell’umanità. Il simbolo è rappresentato dalle cupole rifugio dei pochi fortunati scomparsi a un morbo letale per il quale non c’erano dosi di farmaco sufficienti per tutti. Lo spunto del fungo, dapprima apparso come sterminatore dell’umanità e poi divenuto simbionte per via del meccanismo di adattamento, ha un che di darwiniano (esiste la selezione del più adatto, ossia dell’organismo in grado di modificarsi in base alle circostanze) e il concetto ribadisce l’assenza di bene e di male. Nonno e nipote sono lì, sopravvissuti, con la loro pelle blu e per il ragazzino c’è la prospettiva di restare di statura bassa: ma con la rivelazione di dovere la sua esistenza a un secondo comportamento amorale da parte dei suoi avi, ossia l’aver impedito ai fortunati delle cupole di uscirvi, condannandoli così per inedia.
Punti deboli: nessuno.

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Re: La parte giusta del muro - Mario Pacchiarotti

Messaggio#22 » sabato 1 maggio 2021, 10:45

Credo che questo racconto sia l'esempio perfetto di come tu sia scafato nella scrittura in generale e di quanto tu sia abile a gestire i limiti imposti. Il racconto si presenta con un difetto di base, non accade nulla e tutto è narrato dal nonno, il fatto è che sei stato in grado di trasformare un problema in una risorsa e a darci un racconto che, nonostante la problematica, si presenta completo e godibile. Pertanto, la mia idea iniziale, terminata la lettura, era che tu avessi sviluppato il racconto secondo le tue iniziali intenzioni e questo, lo sai, per me è sempre un plus a prescindere se il lavoro si presenta valido come in questo caso. Poi scopro che eri partito per andare verso tutt'altra direzione e anche in quel caso c'era un problema di fondo perché fare trovare ai due un'entrata per caso era una forzatura bella e buona, probabilmente eccessiva. Strada facendo ti sei reso conto che non saresti riuscito a farci stare dentro tutto quello che serviva e quindi, saggiamente, hai abbassato le pretese e risolto il racconto in modo comunque più che degno. Che dire, bravo. Chiaro che il testo ha dei limiti importanti essendo quasi interamente un tell mascherato, però colpisce nel segno e il tema è ben declinato. Insomma, leggendolo e leggendo i tuoi commenti post si percepisce e si apprezza tutta la tua esperienza e capacità. Per me un pollice tendente verso l'alto in modo brillante.

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