Un pessimo affare

FilippoR
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Un pessimo affare

Messaggio#1 » martedì 20 aprile 2021, 0:42

Un pessimo affare
Filippo Rubulotta

Le ossa mi fanno male, o sta per venire a diluviare o stanno per arrivare guai. Guardo fuori dalla finestra e il cielo è nuvoloso.
Un colpo di tosse alle mie spalle.
Mi giro e altri due uomini sono nella stanza, il mio amico Martin si fa avanti. «Jackson, questo è il signor Crowley.»
L’altro uomo si avvicina porgendomi la mano.
Gliela stringo. «Scusate, ero sovrappensiero, si accomodi.» Gli indico la poltroncina «Ci racconti i termini del nostro accordo.»
«La ringrazio signor Jackson, credo che sappia già quale sarà il vostro compito giusto?»
«Si, Martin mi ha accennato che vuole un libro da una cassaforte e che questa si trova a Villa Grove, giusto?»
«Corretto.»
«E come mai lo vuole?»
«Questo è personale ma il compenso non dovrebbe renderlo un problema.»
«Certo, solo curiosità, invece sa dirci quale cassaforte aspettarci?»
«Questo si, una Philips.»
«Ma è antica, la aprirebbe anche un bambino.»
«Concordo ma preferisco qualcuno di più pratico in questo caso.»
«Dobbiamo aspettarci degli allarmi o altro?»
«No, non vi sarà nessuno a quell’ora e farò in modo che nulla vi sia d’intralcio se seguirete alla lettera il mio piano.»
E ci raccontò per filo e per segno quello che dovevamo fare.


Martin parcheggia la Mini e scendiamo, siamo i soli nel vicolo laterale illuminato dai lampioni.
Faccio da scaletta per Martin che raggiunge la cima del muro, mi tende la mano e lo raggiungo e saltiamo nel giardino. Un’occhiata alla villa che si erge davanti a noi, tutto spento. Ci dirigiamo verso la porta di servizio indicataci il giorno prima. Provo la maniglia e si apre senza sforzo. Entro e non vedo nulla, prendo la torcia e l’accendo, le pentole mi confermano la stanza.
«Martin, entra.»
Superiamo la porta e raggiungiamo l’ingresso principale illuminato dalla luce lunare. Una enorme scalinata congiunge il piano terra al piano superiore. «Cosa diceva Crowley? Scalinata principale per il primo piano, seconda porta a sinistro giusto?»
«Sì e finiremo nello studio con la cassaforte.»
Raggiungiamo lo studio. Prendo l’attrezzatura e poco dopo la cassaforte si apre, al suo interno solo un libro polveroso.
«Ottimo lavoro, guarda cosa ho trovato nel frattempo.» E mi mostra una collana. «Questo è un piccolo extra.»
«Martin, Crowley è stato chiaro, seguire il piano alla lettera.»
«Basta che non lo venga a sapere.» E mi fa l’occhiolino.
Un rumore da una porta laterale, Martin va a controllare. «Aspettami qua.»
Entra nell’altra stanza e la porta si chiude di scatto alle sue spalle. «O mio Dio, Jackson scappa!»
Provo la maniglia ma la porta non si apre, Martin inizia a urlare. Con l’altra mano appoggiata alla parete per fare forza sento qualcosa di caldo, tocco con entrambe le mani la parete, si sta riscaldando sempre di più fino a bruciarmi, ma che diavolo c’è dall’altra parte.
Le urla terminano, sento qualcosa graffiare la porta e un altro ruggito. Scatto dalla parte opposta, scusa Martin. Scendo le scale, alle mie spalle dei rumori, qualcosa si avvicina sempre più, esco dalla cucina, raggiungo il giardino e grazie a un albero supero il muro.
«Buonasera, mi sa che abbiamo appena catturato un ladruncolo.» Due poliziotti sono a pochi metri da me. «Ci segua in centrale.»
«Il mio amico è stato aggredito in quella casa, vi prego aiutatelo.»
Mandarono degli altri agenti ma non trovarono nessuno e mi portarono in carcere.


Un secondino alla porta della cella. «Jackson, hai una visita.»
Mi alzo e lo seguo, strano, chi sarà mai?
Raggiungiamo la stanza dei colloqui, mi siedo e oltre il vetro un distinto signore mi osserva, mi indica la cornetta che afferro.
«Buongiorno Jackson.»
«Chi è lei? Il mio avvocato?»
«Oh no, sono il signor Grove.»
«Il signor Grove? Lei è il proprietario di quella maledetta casa!» Faccio per alzarmi ma lo sguardo del signor Grove si fissa su di me e un brivido mi percorre la schiena, mi fermo.
«La prego di farmi finire, sono il proprietario di quella casa.»
«Ma come l’hanno fatta entrare?»
«Ho anche io le mie amicizie, fra breve uscirà, ho ritirato la denuncia ma per il suo bene dimentichi quanto accaduto questi giorni e del signor Crowley, non perda tempo a cercarlo, non lo troverebbe.»
Finita la frase posa la cornetta e se ne va.
Ottimo Grove, prima erano solo affari, ma ci è andato di mezzo Martin, ora è personale.



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antico
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#2 » martedì 20 aprile 2021, 0:49

Ciao Filippo! Caratteri e tempo ok, buona ORIANA RAMUNNO EDITION!

FilippoR
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#3 » martedì 20 aprile 2021, 0:53

Grazie mille!

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filippo.mammoli
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#4 » mercoledì 21 aprile 2021, 13:30

Ciao Filippo,
piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi ha incuriosito molto all'inizio, ma alla fine sono rimasto poco convinto.
Devo ammettere di non averci capito un granché.
Martin e Jackson, che è il punto di vista, vengono contattati dal Sig. Crowley per una rapina in una villa.
Ricevono istruzioni e si apprestano a eseguirlo. Qualcosa però va storto dopo che Jackson ha preso una collana che non era nei piani e Martin viene fatto prigioniero in una stanza che sembra animarsi (svolta horror?) mentre Jackson prova a scappare ma viene beccato dalla Polizia.
Già qui è tutto convulso e le motivazioni non sono ben inserite nella storia.
Il racconto è tutto in prima persona presente, ma quando Jackson viene fermato dici "Mandarono degli altri agenti ma non trovarono nessuno e mi portarono in carcere" passando all'improvviso al passato remoto.
Poi la scena si interrompe e riprendi dal carcere, dove arriva il signor Grove, proprietario della villa rapinata e non ci dai elementi per capire se lui facesse parte del piano, se ci fosse un complotto per incastrarli o qualsiasi altra cosa.
Riguardo al tema entra di striscio, giusto perché per entrare nella villa c'era da scavalcare il muro che immetteva nel giardino.
Sembra che tu avessi un'idea di storia ma non troppo definita e che poi non hai saputo gestire e finalizzare.
Alcune cose da rivedere anche nella forma, qualche virgola mancante, dialoghi zoppicanti.
Purtroppo non mi è arrivato nulla, mi dispiace.

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Antonio Pilato
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#5 » mercoledì 21 aprile 2021, 14:15

Ciao Filippo, piacere di averti letto.

Il tuo racconto è senza dubbio quello che più mi ha lasciato qualcosa: ho letto qualche elemento alla Lovecraft e alla Ligotti, e ne sono rimasto profondamente affascinato. E' scritto molto bene, soprattutto per come hai deciso di trattare la suspense, e contiene degli elementi anche legati all'horror di tutto rispetto.
Il tema del muro è rispettato, anche se soltanto parzialmente.

Giusto la segnalazione del refuso "sinistro" anziché "sinistra" e l'ultimissima frase finale che, per quanto "cazzuta", spezza l'immensa atmosfera di mistero che aveva creato il racconto.

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#6 » mercoledì 21 aprile 2021, 16:47

Ciao Filippo.
Purtroppo, mi trovo a concordare appieno con le parole dell’altro Filippo. Aggiungo alcune considerazioni personali.

Parto dallo stile. Hai adottato un ritmo fatto di frasi brevi e funzionali, senza inutili orpelli. Di base questo è lo stile che prediligo e che tendo a usare anche io. Tuttavia, molti passaggi sono un po’ zoppicanti. Ho notato in particolare una certa tendenza all’uso di frasi coordinate, il che talvolta crea delle “cantilene” non proprio piacevoli all’orecchio. Il passaggio che segue è quello a mio avviso maggiormente esemplificativo:

Provo la maniglia e si apre senza sforzo. Entro e non vedo nulla, prendo la torcia e l’accendo, le pentole mi confermano la stanza.


Altra cosa: tendi a evitare gl’infodump espliciti, il che è cosa buona e giusta (amen, fratello), ma caschi purtroppo nell’estremo opposto, ovvero il nascondere le informazioni nei dialoghi, rendendoli forzati e poco naturali, come nel seguente esempio:
«Cosa diceva Crowley? Scalinata principale per il primo piano, seconda porta a sinistro giusto?»
«Sì e finiremo nello studio con la cassaforte.»

Tra l’altro, dopo il “sì” andrebbe una virgola.

E ci raccontò per filo e per segno quello che dovevamo fare.

Questo è invece un passaggio che puoi tagliare il toto. Con passaggio di scena è ovvio che nel mentre Crowley spiegherà in cosa consiste il piano, senza il bisogno di esplicitare la cosa.

Riguardo la trama, mi ricollego a Filippo: troppo forzata (soprattutto nel suo intendere il tema in maniera letterale) e con troppi buchi, primo fra tutti il finale tronco che fa tanto “scusate, era un’idea per un racconto lungo/romanzo e non mi ci è stato tutto in 4242 caratteri”. Peccato.

Alla prossima.
lupus in fabula

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SalvatoreStefanelli
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#7 » giovedì 22 aprile 2021, 8:31

Ciao Filippo. Se fosse possibile inserire un commento identico, quello di John lo ripeterei parola per parola o quasi. La storia mi stava prendendo, l'inizio mi aveva coinvolto e mi aspettavo qualcosa di molto diverso (forse è stato proprio questo il mio errore). La parte horror che trovo nella seconda parte (scusa la ripetizione) della storia mi ha fatto piacere leggerla ma, comunque, non l'ho trovata soddisfacente e messa giù nel migliore dei modi. Quello che credo è: Grove sia un diavolo e lo stesso signor Crowley un altro aspetto della sua trasformabilità, che nella stanza dove muore Martin ci sia lui e ha fame (l'invito al furto era solo una scusa per avere cibo in tutta tranquillità. A un certo punto parli di "un altro ruggito" ma il precedente dov'è? Hai una buona proprietà dei piani visivi e a me piace vedere le scene come in un film nei panni del protagonista. Il tema non mi sembra centrato ma preso molto di striscio. Concludendo. Poteva essere una ottima prova ma alla fine risulta anche meno che buona per me

FilippoR
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#8 » giovedì 22 aprile 2021, 15:21

Ciao Filippo,
innanzitutto grazie della lettura e dei commenti.

filippo.mammoli ha scritto:Ciao Filippo,
piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi ha incuriosito molto all'inizio, ma alla fine sono rimasto poco convinto.
Devo ammettere di non averci capito un granché.
Martin e Jackson, che è il punto di vista, vengono contattati dal Sig. Crowley per una rapina in una villa.
Ricevono istruzioni e si apprestano a eseguirlo. Qualcosa però va storto dopo che Jackson ha preso una collana che non era nei piani

Corretto tranne per la collana che è stata presa da Martin, dovevo essere più chiaro.

filippo.mammoli ha scritto: e Martin viene fatto prigioniero in una stanza che sembra animarsi (svolta horror?) mentre Jackson prova a scappare ma viene beccato dalla Polizia.

L'idea non era la stanza ad animarsi ma una creatura nell'altra che poi insegue Jackson, dovevo dettagliare meglio la scena e far sentire di più la presenza della creatura (anche mentre Jackson scappava).

filippo.mammoli ha scritto:Già qui è tutto convulso e le motivazioni non sono ben inserite nella storia.
Il racconto è tutto in prima persona presente, ma quando Jackson viene fermato dici "Mandarono degli altri agenti ma non trovarono nessuno e mi portarono in carcere" passando all'improvviso al passato remoto.

Ho cambiato il tempo in due occasioni con il cambio dei paragrafi per creare uno stacco e riassumere dei dettagli su cui non volevo fosse focalizzata troppo l'attenzione. Dovevo gestire diversamente questo stacco.

filippo.mammoli ha scritto:Poi la scena si interrompe e riprendi dal carcere, dove arriva il signor Grove, proprietario della villa rapinata e non ci dai elementi per capire se lui facesse parte del piano, se ci fosse un complotto per incastrarli o qualsiasi altra cosa.

Anche in questo caso dovevo dettagliare meglio, Grove non era parte del piano ma la disattenzione di Martin l'ha messo in allerta prima del dovuto, ha ricostruito la vicenda identificando in Crowley il mandante che ha provveduto ad eliminare mentre non è interessato a Jackson in quanto era solo l'esecutore e non vuole portare avanti la vicenda per le vie legali avendola già risolta in autonomia (eliminando Crowley) e non volendo attirare troppa attenzione su di se.

filippo.mammoli ha scritto:Riguardo al tema entra di striscio, giusto perché per entrare nella villa c'era da scavalcare il muro che immetteva nel giardino.

In realtà il muro a cui mi riferivo per il tema era quello dell'altra stanza dentro cui era la creatura, anche in questo caso dovevo essere più chiaro.

filippo.mammoli ha scritto:Sembra che tu avessi un'idea di storia ma non troppo definita e che poi non hai saputo gestire e finalizzare.
Alcune cose da rivedere anche nella forma, qualche virgola mancante, dialoghi zoppicanti.
Purtroppo non mi è arrivato nulla, mi dispiace.

Figurati! Grazie mille dei commenti che mi serviranno per migliorare.

FilippoR
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#9 » giovedì 22 aprile 2021, 15:25

Antonio Pilato ha scritto:Ciao Filippo, piacere di averti letto.

Il tuo racconto è senza dubbio quello che più mi ha lasciato qualcosa: ho letto qualche elemento alla Lovecraft e alla Ligotti, e ne sono rimasto profondamente affascinato. E' scritto molto bene, soprattutto per come hai deciso di trattare la suspense, e contiene degli elementi anche legati all'horror di tutto rispetto.
Il tema del muro è rispettato, anche se soltanto parzialmente.

Giusto la segnalazione del refuso "sinistro" anziché "sinistra" e l'ultimissima frase finale che, per quanto "cazzuta", spezza l'immensa atmosfera di mistero che aveva creato il racconto.


Ciao Antonio,
non posso che ringraziarti delle belle parole, sono comunque conscio dei molti problemi che ha questo racconto che conto di sistemare prossimamente.

Grazie ancora e alla prossima.

FilippoR
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#10 » giovedì 22 aprile 2021, 15:36

Ciao Alessandro,

John Doe ha scritto:Ciao Filippo.
Purtroppo, mi trovo a concordare appieno con le parole dell’altro Filippo. Aggiungo alcune considerazioni personali.

Parto dallo stile. Hai adottato un ritmo fatto di frasi brevi e funzionali, senza inutili orpelli. Di base questo è lo stile che prediligo e che tendo a usare anche io. Tuttavia, molti passaggi sono un po’ zoppicanti. Ho notato in particolare una certa tendenza all’uso di frasi coordinate, il che talvolta crea delle “cantilene” non proprio piacevoli all’orecchio. Il passaggio che segue è quello a mio avviso maggiormente esemplificativo:

Provo la maniglia e si apre senza sforzo. Entro e non vedo nulla, prendo la torcia e l’accendo, le pentole mi confermano la stanza.



Chiarissimo il discorso della cantilena, ci devo lavorare.

John Doe ha scritto:Altra cosa: tendi a evitare gl’infodump espliciti, il che è cosa buona e giusta (amen, fratello), ma caschi purtroppo nell’estremo opposto, ovvero il nascondere le informazioni nei dialoghi, rendendoli forzati e poco naturali, come nel seguente esempio:
«Cosa diceva Crowley? Scalinata principale per il primo piano, seconda porta a sinistro giusto?»
«Sì e finiremo nello studio con la cassaforte.»

Tra l’altro, dopo il “sì” andrebbe una virgola.

E ci raccontò per filo e per segno quello che dovevamo fare.

Questo è invece un passaggio che puoi tagliare il toto. Con passaggio di scena è ovvio che nel mentre Crowley spiegherà in cosa consiste il piano, senza il bisogno di esplicitare la cosa.

Effettivamente potevo semplicemente tagliare sia questo che l'altro pezzo simile e ne avrei guadagnato su molti fronti.

John Doe ha scritto:Riguardo la trama, mi ricollego a Filippo: troppo forzata (soprattutto nel suo intendere il tema in maniera letterale) e con troppi buchi, primo fra tutti il finale tronco che fa tanto “scusate, era un’idea per un racconto lungo/romanzo e non mi ci è stato tutto in 4242 caratteri”. Peccato.
Alla prossima.


Ho gestito male la struttura e i caratteri, devo lavorarci tanto per evitare che si presenti nuovamente con il prossimo racconto.

Grazie mille della lettura e dei commenti!

FilippoR
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#11 » giovedì 22 aprile 2021, 15:43

SalvatoreStefanelli ha scritto:Ciao Filippo. Se fosse possibile inserire un commento identico, quello di John lo ripeterei parola per parola o quasi. La storia mi stava prendendo, l'inizio mi aveva coinvolto e mi aspettavo qualcosa di molto diverso (forse è stato proprio questo il mio errore). La parte horror che trovo nella seconda parte (scusa la ripetizione) della storia mi ha fatto piacere leggerla ma, comunque, non l'ho trovata soddisfacente e messa giù nel migliore dei modi. Quello che credo è: Grove sia un diavolo e lo stesso signor Crowley un altro aspetto della sua trasformabilità, che nella stanza dove muore Martin ci sia lui e ha fame (l'invito al furto era solo una scusa per avere cibo in tutta tranquillità. A un certo punto parli di "un altro ruggito" ma il precedente dov'è? Hai una buona proprietà dei piani visivi e a me piace vedere le scene come in un film nei panni del protagonista. Il tema non mi sembra centrato ma preso molto di striscio. Concludendo. Poteva essere una ottima prova ma alla fine risulta anche meno che buona per me


Ciao Salvatore,
particolare la tua interpretazione ma purtroppo non era quella la mia idea, sono stato poco chiaro in molti (troppi) punti.
L'"altro ruggito" è un refuso, ne avevo inserito prima uno che poi ho rimosso lasciando solo il secondo (con il refuso).
Per il tema l'avevo pensato relativo al muro che divideva la stanza della rapina da quello della creatura ma l'ho gestito male.

Grazie mille della lettura, del commento e alla prossima!

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Debora D
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#12 » giovedì 22 aprile 2021, 18:49

Ciao Filippo, piacere di leggerti.
Il racconto parte abbastanza bene però resta vago, perché l'azione maggiore avviene fuori scena (un qualche orrore, una morte sanguinosa). Il finale sembra aprire verso altro.
Il tema c'è ma è marginale: Jackson e Martin superano un muro per entrare, ma la casa è più importante.

Dal punto di vista della struttura e resa delle scene noto due elementi.
La prima sequenza:
Ci sono tre personaggi in scena, uno è il pdv. A partire da
"Gli indico la poltroncina" segue un dialogo privo di indicazioni di movimento o di parola."
abbiamo un lungo dialogo in alternanza senza azioni o altri elementi che ci dicano cosa fanno i personaggi nel frattempo.
Un dialogo serrato può funzionare, anche se non lo trovo elegante, in caso di due personaggi, ma con tre personaggi perde molto, non sappiamo chi sia a parlare. Parla il pdv e Crawley risponde, ma è una deduzione. Non li vedo. A che serve Martin sulla scena allora? Ascolta? Si muove, interviene?
Inoltre il pdv indica la poltrona, ma non sappiamo se il tizio si sia seduto, non abbiamo più movimento. Siamo ciechi e resta solo l'udito per 11 battute.

La seconda cosa riguarda la concordanza dei tempi verbali.
Parti con una narrazione in prima che pare avere l'obiettivo di calarmi nel punto di vista di Jackson che è l'io narrante.
Ma introduci alla fine di due sequenze delle frasi al passato remoto che sono riassunti veri e propri di fatti che finiscono raccontati fuori scena. Finiscono per essere eventi lontani quando però la storia mi aveva portato dentro il personaggio! Sembra un tentativo di liquidare le azioni in fretta perché poco importanti.
Poi, pura pignoleria, sarebbe anche un errore sintattico perché si tradisce la coerenza temporale del testo.

Dal punto di vista della forma
Le pentole mi confermano la stanza...
Cosa? Quale? La cucina? Una cucina precisa?

"Prendo l'attrezzatura e poco dopo la porta si apre"
Perché? C'è un legame fra il prendere l'attrezzatura e la porta che si apre? Certo, ma manca l'azione che è il legame, mancano dettagli per indicare che la sta aprendo. Di nuovo il lettore deve dedurre, non sempre con successo.

Utilizzo del verbo sentire come verbo di percezione generico in modo schematico:
 sento qualcosa di caldo,
sento qualcosa graffiare la porta

Se siamo focalizzati nel suo pdv, serve dirci che lui sente qualcosa? Ci basta l'oggetto del suo sentire. 

Conclusione: tema centrato ma con poca sostanza. Carina l'idea del furto di un oggetto pericoloso, anche il tropo della proibizione (non rubare altro) puntualmente disattesa (l'amico con la collana) ci sta bene. Però mi resta insoddisfazione perché troppo è lasciato alla mia intuizione, vedo poco di ciò che accade.

Buona edition,
abbi pazienza con noi pignoli e ricambiaci con la stessa moneta alla prossima!

FilippoR
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#13 » venerdì 23 aprile 2021, 10:55

Ciao Debora,

Debora D ha scritto:Ciao Filippo, piacere di leggerti.
Il racconto parte abbastanza bene però resta vago, perché l'azione maggiore avviene fuori scena (un qualche orrore, una morte sanguinosa). Il finale sembra aprire verso altro.
Il tema c'è ma è marginale: Jackson e Martin superano un muro per entrare, ma la casa è più importante.

Purtroppo hai ragione sull'azione fuori scena, dovevo renderla molto meno vaga. Sul muro purtroppo (anche qui) è stato un caso quello esterno, volevo riferirmi a quello che separava la stanza della rapina da quello della creatura ma non l'ho fatto capire.

Debora D ha scritto:Dal punto di vista della struttura e resa delle scene noto due elementi.
La prima sequenza:
Ci sono tre personaggi in scena, uno è il pdv. A partire da
"Gli indico la poltroncina" segue un dialogo privo di indicazioni di movimento o di parola."
abbiamo un lungo dialogo in alternanza senza azioni o altri elementi che ci dicano cosa fanno i personaggi nel frattempo.
Un dialogo serrato può funzionare, anche se non lo trovo elegante, in caso di due personaggi, ma con tre personaggi perde molto, non sappiamo chi sia a parlare. Parla il pdv e Crawley risponde, ma è una deduzione. Non li vedo. A che serve Martin sulla scena allora? Ascolta? Si muove, interviene?
Inoltre il pdv indica la poltrona, ma non sappiamo se il tizio si sia seduto, non abbiamo più movimento. Siamo ciechi e resta solo l'udito per 11 battute.

Dovevo metterci più azioni e dato che Martin era poco utile potevo gestirla diversamente, ad esempio dopo aver fatto entrare Crowley potevo farlo uscire e aspettare fuori dalla porta come palo, non ci ho pensato sul momento.
Debora D ha scritto:La seconda cosa riguarda la concordanza dei tempi verbali.
Parti con una narrazione in prima che pare avere l'obiettivo di calarmi nel punto di vista di Jackson che è l'io narrante.
Ma introduci alla fine di due sequenze delle frasi al passato remoto che sono riassunti veri e propri di fatti che finiscono raccontati fuori scena. Finiscono per essere eventi lontani quando però la storia mi aveva portato dentro il personaggio! Sembra un tentativo di liquidare le azioni in fretta perché poco importanti.
Poi, pura pignoleria, sarebbe anche un errore sintattico perché si tradisce la coerenza temporale del testo.

Non dovevo cambiare tempo e gestirla diversamente.
Debora D ha scritto:Dal punto di vista della forma
Le pentole mi confermano la stanza...
Cosa? Quale? La cucina? Una cucina precisa?

"Prendo l'attrezzatura e poco dopo la porta si apre"
Perché? C'è un legame fra il prendere l'attrezzatura e la porta che si apre? Certo, ma manca l'azione che è il legame, mancano dettagli per indicare che la sta aprendo. Di nuovo il lettore deve dedurre, non sempre con successo.

Debora D ha scritto:Utilizzo del verbo sentire come verbo di percezione generico in modo schematico:
 sento qualcosa di caldo,
sento qualcosa graffiare la porta

Se siamo focalizzati nel suo pdv, serve dirci che lui sente qualcosa? Ci basta l'oggetto del suo sentire. 

Dovevo toglierli, non aggiungono nulla e bastava semplicemente senza (e descrivere maggiormente gli ambienti, molto spogli).

Debora D ha scritto:Conclusione: tema centrato ma con poca sostanza. Carina l'idea del furto di un oggetto pericoloso, anche il tropo della proibizione (non rubare altro) puntualmente disattesa (l'amico con la collana) ci sta bene. Però mi resta insoddisfazione perché troppo è lasciato alla mia intuizione, vedo poco di ciò che accade.

Buona edition,
abbi pazienza con noi pignoli e ricambiaci con la stessa moneta alla prossima!

Non posso che concordare con i tuoi commenti (come anche con quelli degli altri), grazie mille dei preziosi consigli che spero di farne tesoro quanto prima (e spero di poter essere man mano utile anche io per i racconti degli altri come i vostri consigli stanno facendo per me).

Grazie e alla prossima.
Filippo

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Giovanni Attanasio
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#14 » domenica 25 aprile 2021, 9:48

Il racconto parte bene, ma dal momento dell’ingresso in casa da rapinare succede qualcosa di inaspettato. Di norma mi piace, quello che non mi è andato giù è stata un po’ la gestione del finale.
Supponendo che nell’altra stanza ci fosse qualcosa di paranormale, sarebbe stato interessante e funzionale al resto del setup concludere il racconto proprio alla villa. Magari l’altro ladro, anziché scappare, viene afferrato pure lui e macellato, così da comunicare al lettore che si sono messi nei cazzi senza saperlo. Se proprio il signor Grove doveva spuntare, poteva uscire sul finale e sparare una battutina conclusiva (o anche no).
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Roberto Bartoletti
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#15 » martedì 27 aprile 2021, 12:07

Ciao Filippo.
Il tuo racconto mi suscita sensazioni contrastanti. Mi piace come è scritto, mi intrigano gli eventi e, se fosse un libro, continuerei volentieri a leggerlo. Allo stesso tempo trovo il finale poco chiaro: lascia troppe cose in sospeso, anzi non spiega quasi nulla. Se era questa la tua intenzione ok, ma allora avrei proprio tolto l'ultima parte per rafforzare l'episodio horror avvenuto in villa, che per me era al centro della storia. Anche perché il tema "oltre il muro" lo troviamo solo nel casino che succede al di là della porta; tutto il resto è un bel contorno che fa da preludio ad altro, ma qui conta la vita del racconto.
Ti auguro buona fortuna col contest, a presto!

FilippoR
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#16 » martedì 27 aprile 2021, 17:42

Ciao Giovanni,

Giovanni Attanasio ha scritto:Il racconto parte bene, ma dal momento dell’ingresso in casa da rapinare succede qualcosa di inaspettato. Di norma mi piace, quello che non mi è andato giù è stata un po’ la gestione del finale.
Supponendo che nell’altra stanza ci fosse qualcosa di paranormale, sarebbe stato interessante e funzionale al resto del setup concludere il racconto proprio alla villa. Magari l’altro ladro, anziché scappare, viene afferrato pure lui e macellato, così da comunicare al lettore che si sono messi nei cazzi senza saperlo. Se proprio il signor Grove doveva spuntare, poteva uscire sul finale e sparare una battutina conclusiva (o anche no).


purtroppo ho gestito male il finale, non avevo pensato a quello che suggerisci ma è un'idea interessante.
Grazie e alla prossima.
Filippo

FilippoR
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#17 » martedì 27 aprile 2021, 17:45

Ciao Roberto,

Roberto Bartoletti ha scritto:Ciao Filippo.
Il tuo racconto mi suscita sensazioni contrastanti. Mi piace come è scritto, mi intrigano gli eventi e, se fosse un libro, continuerei volentieri a leggerlo. Allo stesso tempo trovo il finale poco chiaro: lascia troppe cose in sospeso, anzi non spiega quasi nulla. Se era questa la tua intenzione ok, ma allora avrei proprio tolto l'ultima parte per rafforzare l'episodio horror avvenuto in villa, che per me era al centro della storia. Anche perché il tema "oltre il muro" lo troviamo solo nel casino che succede al di là della porta; tutto il resto è un bel contorno che fa da preludio ad altro, ma qui conta la vita del racconto.
Ti auguro buona fortuna col contest, a presto!


purtroppo il finale l'ho proprio gestito male e avrei dovuto mostrare meglio quanto stava accadendo, chiudere direttamente alla villa (come suggerito anche da Giovanni) avrebbe avuto più senso.
Grazie e alla prossima.
Filippo

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wladimiro.borchi
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#18 » mercoledì 28 aprile 2021, 14:04

Ciao Filippo,
una notevole abilità da page turner la tua: all'inizio sono stato davvero incuriosito dalla trama, purtroppo però alla fine non ho raccolto granché.
A metà c'è un passaggio del tempo al passato che non mi ha convinto troppo. Dagli un'occhiata se decidi di passare al laboratorio.
Il finale è davvero tronco, non spiega niente salvo lasciarci con un cliffhanger su un probabile seguito della storia che, purtroppo, non vedremo mai.
A rileggerci presto
W

FilippoR
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#19 » giovedì 29 aprile 2021, 20:04

wladimiro.borchi ha scritto:Ciao Filippo,
una notevole abilità da page turner la tua: all'inizio sono stato davvero incuriosito dalla trama, purtroppo però alla fine non ho raccolto granché.
A metà c'è un passaggio del tempo al passato che non mi ha convinto troppo. Dagli un'occhiata se decidi di passare al laboratorio.
Il finale è davvero tronco, non spiega niente salvo lasciarci con un cliffhanger su un probabile seguito della storia che, purtroppo, non vedremo mai.
A rileggerci presto
W


Ciao Wladimiro,
devo rimaneggiarlo un po’ (per togliere tutti i problemi segnalati) e poi vedo di approfondire il laboratorio per iniziare a usarlo.
Grazie
Filippo

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antico
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Re: Un pessimo affare

Messaggio#20 » martedì 4 maggio 2021, 20:26

Non posso dire di non avere apprezzato il racconto, per non mi sembra che sia sfruttato al suo massimo. La storia avanza discretamente bene fino all'arrivo alla cassaforte, poi non si capisce il perché del guizzo di rubare anche altro, ma ci sta. Il problema è che da quel momento in avanti è un susseguirsi di punti interrogativi: perché si è attivato "l'allarme" della casa? Cosa succede nell'altra stanza? Perché la polizia è fuori ad aspettarlo? Perché viene liberato e invitato a disinteressarsi della faccenda quando era presumibile una sua liberazione per eliminarlo? Come ha potuto Grove smascherare Crowley? Insomma, mancano connessioni logiche e spiegazioni anche solo accennate. Inoltre, anche qui il tema è stato trattato più come un paletto che come tema fondante del racconto stesso. Detto questo, il pollice è comunque tendente al positivo, ma al pelo per tutta la serie di mancanze che ti ho segnalato.

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