Ometto

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lucaspalletti
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Ometto

Messaggio#1 » martedì 20 aprile 2021, 0:58

"Ometto"
di Luca Spalletti

Andrea si gettò sul lettino. Affondò il viso nel cuscino, ne afferrò i lati e li premette sulle orecchie più forte che poteva. Non voleva sentirli. Non di nuovo.
In quel modo non respirava, ma rimase immerso nel buio e nel silenzio, scosso dai singhiozzi, finché il petto non gli fece male. Alla fine fu costretto ad allentare la presa. Sollevò la testa e con un rantolo inspirò avidamente quanta più aria possibile. Si mise carponi, ansimando, e fissò il cuscino umido di lacrime.
Si asciugò gli occhi sul lenzuolo e rimase in ascolto. Nella stanza affianco Mamma e Papà litigavano ancora. Poteva distinguere chiaramente le voci agitate, oltre la sottile parete che divideva le camere. Succedeva spesso ormai, ma stavolta era diverso. Era peggio.
«Hai rovinato questa famiglia cazzo!» la voce profonda di suo padre rimbombò attraverso il muro. «Sei solo una troia!»
Di nuovo quella parola. Andrea non sapeva bene cosa significasse, ma non gli piaceva.
«Smettila. Sei impazzito?» La voce di sua madre era più acuta del solito. «c’è il bambino di là!»
«Ah, adesso ci pensi, al bambino?» Un colpo fece vibrare la parete. «Adesso, cazzo?»
Andrea Sobbalzò. Il cuore gli batteva fortissimo. Sentì le lacrime pungergli di nuovo gli occhi, ma le ricacciò indietro. Ormai aveva otto anni, era un ometto. E gli ometti non piangono. Non due volte di fila, almeno.
Si sporse oltre la sponda del letto e recuperò Teddy dal pavimento. Doveva essere caduto per la spavento.
Strinse a sé l’orsetto, poi tese le braccia e lo fissò nei lucidi occhi neri. «Tranquillo Teddy, ci sono qui io con te. Fra poco finisce tutto. Ti porto con me sul divano grande e guardiamo i cartoni con Mamma e Papà. Stasera c’è la spada nella ro—»
Oltre il muro qualcosa cadde, infrangendosi sul pavimento. sentì voci concitate, passi affrettati, mobili trascinati. Ci fu un urlo carico di angoscia. Sua madre. Sembrava piangesse.
Andrea strinse le ginocchia al petto e trattenne il fiato, immobile. I grandi non piangono…
Un colpo sordo, fortissimo, come un fuoco d’artificio, lo fece saltare sul letto. Gridò. Ne seguì un altro identico, e poi un tonfo più lieve a terra. Sua madre non piangeva più.
Strinse forte Teddy, stritolandolo. Qualcosa di caldo gli inzuppava i pantaloni e il materasso. Dagli occhi chiusi cominciarono a sgorgare nuove lacrime. Non riuscì a trattenerle, stavolta.
Una sedia venne trascinata nella stanza accanto. sentì la voce di suo padre, troppo bassa per distinguere le parole. Sembrava parlasse al telefono. Ci fu un’altra esplosione, un altro tonfo. Infine, silenzio.

***
Andrea tremava sul letto. Oltre il muro, tutto taceva. Gli occhi gli bruciavano per aver pianto tanto, era bagnato, sentiva freddo e cominciava ad avere fame. Con Teddy sottobraccio si decise a scendere dal letto. Raggiunse con passi malfermi la porta della cameretta, senza trovare il coraggio di aprirla.
Stava per piangere di nuovo. Ma era un ometto. E gli ometti non hanno paura. Afferrò con la manina tremante la maniglia e sbirciò fuori. La luce in corridoio era accesa, ma non vedeva nessuno. «Mamma?» Nessuna risposta. «Papà?» Silenzio.
In lontananza sentì l’eco di una sirena.



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antico
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Re: Ometto

Messaggio#2 » martedì 20 aprile 2021, 1:01

Ciao Luca! Questa volta ti sei tenuto corto! :D Caratteri e tempo ok, buona ORIANA RAMUNNO EDITION!

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lucaspalletti
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Re: Ometto

Messaggio#3 » martedì 20 aprile 2021, 1:07

antico ha scritto:Ciao Luca! Questa volta ti sei tenuto corto! :D Caratteri e tempo ok, buona ORIANA RAMUNNO EDITION!


Ciao Antico! Si, stavolta ho ipercompensato :'D
Grazie e buona edizione! :)

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Massimo Tivoli
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Re: Ometto

Messaggio#4 » martedì 20 aprile 2021, 14:18

Ciao Luca. Metti in scena una delle tante tragedie familiari, una lite per tradimento esplosa in follia omicida e suicida. Lo fai da un punto di vista inconsapevole e incredulo, quello del bimbo figlio della coppia. Strategicamente tutte scelte azzeccate. Peccato che l’incredulità del bimbo non sia sfruttata in modo efficace. Già da prima di metà racconto, più o meno, si prevede il tragico epilogo. Anche l’ultimo pezzo, quello dopo lo stacco delimitato dagli asterischi, se ci pensi non aggiunge nulla a quello che il lettore già sa.
Buona Edition!

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maurizio.ferrero
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Re: Ometto

Messaggio#5 » mercoledì 21 aprile 2021, 8:49

Ciao Luca, piacere di leggerti.

Il tuo è un racconto solido, che prende il punto di vista di un bambino vittima di una tragedia famigliare. Nonostante il finale prevedibile sei riuscito a giostrare bene le emozioni e le sensazioni provate dal bambino. La sua "immobilità", invece di essere un ostacolo alla storia, permette di gestire al meglio il tema del contest.
La forma in terza persona e il mostrato sono buoni, non sempre al top: ti segnalo la presenza di troppi avverbi che finiscono in -mente (ce ne sono due nelle prima parte, rallentano la frase e nel 99% dei casi la frase funziona anche senza di loro) e verbi sensoriali (sentire, in particolare), anche questi per quanto possibile andrebbero evitati perché rallentano la frase.
In ogni caso mi sembra un lavoro molto buono.

A presto!

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lucaspalletti
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Re: Ometto

Messaggio#6 » mercoledì 21 aprile 2021, 20:54

Massimo Tivoli ha scritto:Ciao Luca. Metti in scena una delle tante tragedie familiari, una lite per tradimento esplosa in follia omicida e suicida. Lo fai da un punto di vista inconsapevole e incredulo, quello del bimbo figlio della coppia. Strategicamente tutte scelte azzeccate. Peccato che l’incredulità del bimbo non sia sfruttata in modo efficace. Già da prima di metà racconto, più o meno, si prevede il tragico epilogo. Anche l’ultimo pezzo, quello dopo lo stacco delimitato dagli asterischi, se ci pensi non aggiunge nulla a quello che il lettore già sa.
Buona Edition!


Ciao Massimo, grazie per il feedback.
Capisco il tuo punto di vista, ho voluto un po' "sperimentare" (siamo in una palestra dopotutto^^) un racconto senza twist finale (non credo debba essere una prerogativa fissa, anche se sicuramente contribuisce ad aumentare l'impatto di brani dal formato ridotto), quindi In realtà non era mia intenzione nascondere l'epilogo o cercare l'effetto sorpresa, ma piuttosto far immedesimare il lettore nel bambino e fargli vivere l'angoscia di una situazione, come da te specificato, purtroppo tanto comune. Proprio per questo, credo non avrebbe avuto senso cercare il twist. Come dici tu, il lettore sa già dalle prime righe come andrà a finire. E lo sa non perché lo sappia il protagonista, che nella sua innocenza non può comprenderlo fino in fondo, seppur spaventato, ma perché nel mondo reale abbiamo un numero incredibile di episodi del genere. L'ultima parte, dopo gli asterischi, serviva proprio a questo: a far capire che Andrea, a differenza del lettore, non ha ancora realizzato appieno cosa sia accaduto, avendo ascoltato tutto attraverso il muro, ma sta per farlo.
Mi dispiace che questo non sia passato nel modo che speravo, ma un po' lo avevo messo in conto.
Sono fermamente convinto del fatto che, se un testo non arriva al lettore nel modo previsto, sia responsabilità esclusiva dello scrittore. Non mi resta quindi che rimboccarmi le maniche e applicarmi per migliorare. Si passa anche da qui! :)
Ti ringrazio per il commento e ti auguro un'ottima edizione!
Luca

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Massimo Tivoli
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Re: Ometto

Messaggio#7 » mercoledì 21 aprile 2021, 21:11

lucaspalletti ha scritto:
Massimo Tivoli ha scritto:Ciao Luca. Metti in scena una delle tante tragedie familiari, una lite per tradimento esplosa in follia omicida e suicida. Lo fai da un punto di vista inconsapevole e incredulo, quello del bimbo figlio della coppia. Strategicamente tutte scelte azzeccate. Peccato che l’incredulità del bimbo non sia sfruttata in modo efficace. Già da prima di metà racconto, più o meno, si prevede il tragico epilogo. Anche l’ultimo pezzo, quello dopo lo stacco delimitato dagli asterischi, se ci pensi non aggiunge nulla a quello che il lettore già sa.
Buona Edition!


Ciao Massimo, grazie per il feedback.
Capisco il tuo punto di vista, ho voluto un po' "sperimentare" (siamo in una palestra dopotutto^^) un racconto senza twist finale (non credo debba essere una prerogativa fissa, anche se sicuramente contribuisce ad aumentare l'impatto di brani dal formato ridotto), quindi In realtà non era mia intenzione nascondere l'epilogo o cercare l'effetto sorpresa, ma piuttosto far immedesimare il lettore nel bambino e fargli vivere l'angoscia di una situazione, come da te specificato, purtroppo tanto comune. Proprio per questo, credo non avrebbe avuto senso cercare il twist. Come dici tu, il lettore sa già dalle prime righe come andrà a finire. E lo sa non perché lo sappia il protagonista, che nella sua innocenza non può comprenderlo fino in fondo, seppur spaventato, ma perché nel mondo reale abbiamo un numero incredibile di episodi del genere. L'ultima parte, dopo gli asterischi, serviva proprio a questo: a far capire che Andrea, a differenza del lettore, non ha ancora realizzato appieno cosa sia accaduto, avendo ascoltato tutto attraverso il muro, ma sta per farlo.
Mi dispiace che questo non sia passato nel modo che speravo, ma un po' lo avevo messo in conto.
Sono fermamente convinto del fatto che, se un testo non arriva al lettore nel modo previsto, sia responsabilità esclusiva dello scrittore. Non mi resta quindi che rimboccarmi le maniche e applicarmi per migliorare. Si passa anche da qui! :)
Ti ringrazio per il commento e ti auguro un'ottima edizione!
Luca


Ciao Luca, grazie del chiarimento. Non ne faccio una questione di finale a sorpresa. Io stesso, qui su MC, non lo cerco sempre, sia come lettore sia come partecipante. Ne faccio più una questione di farmi vivere profondamente il dramma del bimbo e del suo stato inconsapevole. In questa direzione, il racconto poteva finire anche prima degli asterischi, a meno che nel pezzo finale non ci sia stata “un immagine” più devastante di quella incredulità. Cosa? Francamente, qui, su due piedi non lo so nemmeno io. È chiaro che bisognava rifletterci di più. E in questo il poco tempo a disposizione, ahimé, ci frega. Considera pure che il valore “didattico”, “istruttivo”, o come lo vogliamo chiamare, dei commenti dipende tanto da chi ti fa il commento (non sarei così democratico nel rapporto scrittore-lettore). Magari sono io che ho letto in modo superficiale o, ancora più probabile, dato che non sono uno che lavora in editoria, ti ho dato un feedback che vale meno di zero. È ovvio che in una palestra può succedere, non tutti sono istruttori ;-) ci sono pure i classici “palestrati” che in realtà ci capiscono poco. Magari io sono uno di quelli :D lo dico sinceramente e con serenità ;-)
Ultima modifica di Massimo Tivoli il mercoledì 21 aprile 2021, 21:16, modificato 2 volte in totale.

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Re: Ometto

Messaggio#8 » mercoledì 21 aprile 2021, 21:13

maurizio.ferrero ha scritto:Ciao Luca, piacere di leggerti.

Il tuo è un racconto solido, che prende il punto di vista di un bambino vittima di una tragedia famigliare. Nonostante il finale prevedibile sei riuscito a giostrare bene le emozioni e le sensazioni provate dal bambino. La sua "immobilità", invece di essere un ostacolo alla storia, permette di gestire al meglio il tema del contest.
La forma in terza persona e il mostrato sono buoni, non sempre al top: ti segnalo la presenza di troppi avverbi che finiscono in -mente (ce ne sono due nelle prima parte, rallentano la frase e nel 99% dei casi la frase funziona anche senza di loro) e verbi sensoriali (sentire, in particolare), anche questi per quanto possibile andrebbero evitati perché rallentano la frase.
In ogni caso mi sembra un lavoro molto buono.

A presto!


Ciao Maurizio!

Sono contento il racconto ti sia piaciuto e ti ringrazio per i giustissimi appunti.
Gli avverbi in -mente e i verbi percettivi sono alcuni dei problemi che sto cercando di correggere nello sforzo di migliorarmi continuamente. Purtroppo qui me ne sono scappati un po' troppi, e sono contento tu me l'abbia fatto notare: mi aiuterà a "tenerli a bada" in futuro ^^
Ti auguro una buona edizione Non vedo l'ora di leggerti a mia volta!
Luca

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Re: Ometto

Messaggio#9 » giovedì 22 aprile 2021, 14:33

Massimo Tivoli ha scritto:
lucaspalletti ha scritto:
Massimo Tivoli ha scritto:Ciao Luca. Metti in scena una delle tante tragedie familiari, una lite per tradimento esplosa in follia omicida e suicida. Lo fai da un punto di vista inconsapevole e incredulo, quello del bimbo figlio della coppia. Strategicamente tutte scelte azzeccate. Peccato che l’incredulità del bimbo non sia sfruttata in modo efficace. Già da prima di metà racconto, più o meno, si prevede il tragico epilogo. Anche l’ultimo pezzo, quello dopo lo stacco delimitato dagli asterischi, se ci pensi non aggiunge nulla a quello che il lettore già sa.
Buona Edition!


Ciao Massimo, grazie per il feedback.
Capisco il tuo punto di vista, ho voluto un po' "sperimentare" (siamo in una palestra dopotutto^^) un racconto senza twist finale (non credo debba essere una prerogativa fissa, anche se sicuramente contribuisce ad aumentare l'impatto di brani dal formato ridotto), quindi In realtà non era mia intenzione nascondere l'epilogo o cercare l'effetto sorpresa, ma piuttosto far immedesimare il lettore nel bambino e fargli vivere l'angoscia di una situazione, come da te specificato, purtroppo tanto comune. Proprio per questo, credo non avrebbe avuto senso cercare il twist. Come dici tu, il lettore sa già dalle prime righe come andrà a finire. E lo sa non perché lo sappia il protagonista, che nella sua innocenza non può comprenderlo fino in fondo, seppur spaventato, ma perché nel mondo reale abbiamo un numero incredibile di episodi del genere. L'ultima parte, dopo gli asterischi, serviva proprio a questo: a far capire che Andrea, a differenza del lettore, non ha ancora realizzato appieno cosa sia accaduto, avendo ascoltato tutto attraverso il muro, ma sta per farlo.
Mi dispiace che questo non sia passato nel modo che speravo, ma un po' lo avevo messo in conto.
Sono fermamente convinto del fatto che, se un testo non arriva al lettore nel modo previsto, sia responsabilità esclusiva dello scrittore. Non mi resta quindi che rimboccarmi le maniche e applicarmi per migliorare. Si passa anche da qui! :)
Ti ringrazio per il commento e ti auguro un'ottima edizione!
Luca


Ciao Luca, grazie del chiarimento. Non ne faccio una questione di finale a sorpresa. Io stesso, qui su MC, non lo cerco sempre, sia come lettore sia come partecipante. Ne faccio più una questione di farmi vivere profondamente il dramma del bimbo e del suo stato inconsapevole. In questa direzione, il racconto poteva finire anche prima degli asterischi, a meno che nel pezzo finale non ci sia stata “un immagine” più devastante di quella incredulità. Cosa? Francamente, qui, su due piedi non lo so nemmeno io. È chiaro che bisognava rifletterci di più. E in questo il poco tempo a disposizione, ahimé, ci frega. Considera pure che il valore “didattico”, “istruttivo”, o come lo vogliamo chiamare, dei commenti dipende tanto da chi ti fa il commento (non sarei così democratico nel rapporto scrittore-lettore). Magari sono io che ho letto in modo superficiale o, ancora più probabile, dato che non sono uno che lavora in editoria, ti ho dato un feedback che vale meno di zero. È ovvio che in una palestra può succedere, non tutti sono istruttori ;-) ci sono pure i classici “palestrati” che in realtà ci capiscono poco. Magari io sono uno di quelli :D lo dico sinceramente e con serenità ;-)


Perdonami Massimo, mi era sfuggita la tua risposta :'D
Vero, non tutti sono competenti o istruttori e la soggettività di chi commenta è tanto lecita quanto sacrosanta, ma io, nella scrittura come in MC, sono l'ultimo dei novellini! Come tale ritengo vitale tanto esprimere le mie opinioni e motivazioni quanto (soprattutto) accettare quelle degli altri. Ho quindi solo da imparare dai commenti di chiunque altro, specialmente da quelli più critici, compresi quelli di chi ci capisce poco (e non ti ritengo fra questi, ci tengo a specificarlo^^). In quest'ottica, nessun feedback per me vale zero, anzi, trovo questi scambi critici degli ottimi spunti di riflessione e crescita! Ed è proprio quel che speravo di trovare qui su MC :)

JoMess
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Re: Ometto

Messaggio#10 » giovedì 22 aprile 2021, 22:13

Ciao Luca,
ti faccio i miei complimenti. Questo racconto mi è piaciuto tantissimo, mi ha emozionato. Avevo i brividi. Mi sentivo proprio assieme al protagonista. Bravo. Anche lo stile di scrittura è davvero buono. Mi permetto di fare solo alcuni appunti sullo stile, ma prendili con le pinze.
“finché il petto non gli fece male”: “finché” si può togliere, è un’indicazione temporale inutile. Es. Il petto doleva.
“Alla fine fu costretto ad allentare la presa”: altra indicazione temporale inutile. Es. Allentò la presa.
“Sentì le lacrime pungergli di nuovo gli occhi”: verbo di percezione inutile. Es. Le lacrime pungevano gli occhi.
“Ormai aveva otto anni, era un ometto”: sembra un commento da narratore onnisciente. Non importa sapere l’età esatta, dal contesto si capisce molto bene che è un bambino. Es. Non era più un bambino, ormai era grande. Ancora meglio con un pensiero diretto. Anche la dicitura “ometto” è un appellativo che può dire un adulto e siccome siamo nel punto di vista del bambino non mi sembra molto adatto da usare nella prosa. Invece va benissimo nel titolo.
“Oltre il muro qualcosa cadde, infrangendosi sul pavimento. Sentì voci concitate, passi affrettati, mobili trascinati”: altro verbo percettivo. Non importa dire che un suono si sente, è meglio descrivere direttamente il suono. Anche “qualcosa accadde” è inutile. Es. Oltre il muro, qualcosa si infranse sul pavimento. Le voci di mamma e papà erano ancora più concitate. Passi si affrettavano e mobili venivano trascinati sul pavimento. Proprio un esempio al volo.
“sentì la voce di suo padre”: verbo di percezione. es. Suo padre sussurrò qualcosa di incomprensibile.
Alla prossima!

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lucaspalletti
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Re: Ometto

Messaggio#11 » sabato 24 aprile 2021, 11:02

JoMess ha scritto:Ciao Luca,
ti faccio i miei complimenti. Questo racconto mi è piaciuto tantissimo, mi ha emozionato. Avevo i brividi. Mi sentivo proprio assieme al protagonista. Bravo. Anche lo stile di scrittura è davvero buono. Mi permetto di fare solo alcuni appunti sullo stile, ma prendili con le pinze.
“finché il petto non gli fece male”: “finché” si può togliere, è un’indicazione temporale inutile. Es. Il petto doleva.
“Alla fine fu costretto ad allentare la presa”: altra indicazione temporale inutile. Es. Allentò la presa.
“Sentì le lacrime pungergli di nuovo gli occhi”: verbo di percezione inutile. Es. Le lacrime pungevano gli occhi.
“Ormai aveva otto anni, era un ometto”: sembra un commento da narratore onnisciente. Non importa sapere l’età esatta, dal contesto si capisce molto bene che è un bambino. Es. Non era più un bambino, ormai era grande. Ancora meglio con un pensiero diretto. Anche la dicitura “ometto” è un appellativo che può dire un adulto e siccome siamo nel punto di vista del bambino non mi sembra molto adatto da usare nella prosa. Invece va benissimo nel titolo.
“Oltre il muro qualcosa cadde, infrangendosi sul pavimento. Sentì voci concitate, passi affrettati, mobili trascinati”: altro verbo percettivo. Non importa dire che un suono si sente, è meglio descrivere direttamente il suono. Anche “qualcosa accadde” è inutile. Es. Oltre il muro, qualcosa si infranse sul pavimento. Le voci di mamma e papà erano ancora più concitate. Passi si affrettavano e mobili venivano trascinati sul pavimento. Proprio un esempio al volo.
“sentì la voce di suo padre”: verbo di percezione. es. Suo padre sussurrò qualcosa di incomprensibile.
Alla prossima!


Ciao Ivan!
Ti ringrazio per il commento e i complimenti, fanno sempre piacere :)
Ma ancor di più ti ringrazio per gli appunti, che trovo puntuali e preziosi. Sto cercando di lavorare molto proprio per migliorare il mio stile e correggerne gli errori, quindi questo genere di annotazioni è oro colato, anche perché spesso, pur facendo attenzione, è facile farsi sfuggire qualcosina. Ne faccio tesoro :)
Spero di poter ricambiare, nel frattempo ti auguro una buona edition!
Luca

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Emiliano Maramonte
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Re: Ometto

Messaggio#12 » domenica 25 aprile 2021, 17:57

Ciao Luca! Bentrovato!
Il racconto mi è piaciuto per un paio di aspetti: il carico emotivo e il finale.
Sei stato bravo a farmi seguire la vicenda con crescente apprensione, come se fossi stato accanto ad Andrea, e sei stato abile a costruire il meccanismo per cui non vedo cosa succede in un'altra stanza o in un altro ambiente, ma mi fai capire tutto, per aumentare il senso di angoscia e inquietudine.
Benché la storia crei un forte impatto emotivo, ha una certa piattezza nel flusso narrativo: si arriva alla conclusione con un costante atteggiamento verso il testo, senza un vero scossone finale. Per esempio, invece che far accadere il suicidio, avessi consumato qualche riga in più, avresti potuto generare una maggiore enfasi, ad esempio mettendo a confronto Andrea col padre, stravolto e sporco di sangue, il quale magari si sarebbe potuto sparare davanti al figlio (uno dei tanti possibili sviluppi alternativi che mi sono venuti in mente...); io come lettore avrei avuto paura per il bambino e avrei fatto un salto sulla sedia per il colpo di pistola...
Però il finale, anche così, non è male (te l'ho accennato all'inizio). A me, immaginare che il bambino andrà nell'altra stanza per scoprire cosa è successo ai genitori, ha messo addosso una tristezza e mi ha provocato un piccolo groppo in gola, e proprio per questo, secondo me, hai centrato il bersaglio.
Dicevo: avrei voluto leggere qualcosina in più; mi sarebbe piaciuto uno sviluppo finale più incisivo, ma alla fin fine va bene così, anche perché hai centrato appieno il tema.
Al netto delle indicazioni tecniche date da altri, però valuto positivamente la tua prova.
In bocca al lupo!
Emiliano.

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Re: Ometto

Messaggio#13 » lunedì 26 aprile 2021, 16:46

anche se le emozioni sono trasmesse bene, non c'è un vero sviluppo della cosa. Il bimbo sente i genitori litigare e poi succede il fattaccio. Molto stringato, peccato perché è una scena sulla quale potresti scrivere di più ottenendo un risultato decisamente migliore.
la scrittura in se è buona, non ho trovato grossi problemi. Il rapporto con l'orsetto però fa tenerezza. Consiglio mio? Lavoraci su e postalo in laboratorio.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Ometto

Messaggio#14 » mercoledì 28 aprile 2021, 22:34

Ciao Luca.
Racconto interessante, che si legge bene, scorre e sa emozionare tenendo vivo il punto di vista del bambino.
La trama non è originalissima (mi ha anche ricordato il background di Soyer in Lost) ma hai comunque saputo tenere bene le redini della storia e arrivare dove volevi arrivare. Quindi, tutto sommato, hai saputo gestire al meglio i pochi caratteri a disposizione. Ho letto che hai scritto che hai voluto sperimentare, ma io credo, invece, che hai giocato, al contrario, un po' facile, utilizzano quegli elementi che bastavano per farti fare goal. :)
Sono convinto tu possa "osare" di più, sfruttando la tua ottima penna con trame più articolare.
Spero di rileggerti in futuro.

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Andrea76
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Re: Ometto

Messaggio#15 » giovedì 29 aprile 2021, 11:42

Ciao Luca, lieto di leggerti e commentarti.
Il tuo racconto sviluppa un tema molto dibattuto ma lo fa in modo interessante, cioè dal punto di vista di un terzo apparentemente esterno alla dinamica del conflitto. E il fatto che questo sia un bambino, la cui fragilità è intrinseca nella sua stessa natura, aumenta le potenzialità emozionali del testo.
Personalmente trovo che l’idea poteva essere sfruttata meglio amputando l’incipit così come lo hai concepito. Ovvero, non caricando da subito il pdv di patos e angoscia ma lasciando che fossero le parole e i rumori prodotti dai genitori al di là del muro a fare questo lavoro in lui e di conseguenza nel lettore. Invece hai aggiunto ansia ad ansia e questo ha avuto su di me l’effetto opposto che volevi raggiungere: ha stemperato il disagio che questa scena avrebbe dovuto trasmettermi. Le successive azioni compiute dal bambino (la ricerca di conforto nell’orsacchiotto Teddy e l’incapacità di trattenere la pipì) sono invece funzionali.
A rileggerti.

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jimjams
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Re: Ometto

Messaggio#16 » giovedì 29 aprile 2021, 21:52

Ciao, Luca. Racconto emotivamente coinvolgente, ben scritto. Non ci sono sorprese o colpi di scena, ma a me questo non importa niente. Riesci abbastanza bene a trasmettere emozioni, abbastanza bene ma non quanto si dovrebbe con un tema del genere. La mia idea è che quando devi affrontare un tema pesante come questo, con uno stile che è quello di raccontare un frammento di vita particolarmente importante e significativo, hai la possibilità di farlo crudamente (e crudelmente), sbattendo in faccia al lettore la realtà nella sua faccia più terribile, oppure puoi seguire la strada poetica, rendere tutto più smorzato ma al tempo stesso incisivo. Trovo che questo secondo approccio sia a volte più forte come effetto del primo, perché di fronte all'eccesso il lettore tende a chiudere il rubinetto emotivo, per difendersi, mentre con uno stile più graduale e velato ci lascia la possibilità di arrivare fino in fondo e colpire. Mi pare che tu abbia optato per questo secondo approccio, riuscendo abbastanza ma forse non completamente. Non è detto che la mia visione sia quella giusta. Il racconto è buono, piacerebbe molto a un paio di scrittori miei amici ;-)

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antico
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Re: Ometto

Messaggio#17 » sabato 1 maggio 2021, 20:40

Mi è piaciuto molto. Il racconto breve può avere un grande plus ed è quello di potere trattare argomenti attuali da determinati punti di vista parlando all'emotività dei lettori. Sono convinto che il testo arrivi esattamente dove voleva arrivare e una frase su tutte può lasciare il segno, soprattutto nei giovani genitori: "Tranquillo Teddy, ci sono qui io con te. Fra poco finisce tutto. Ti porto con me sul divano grande e guardiamo i cartoni con Mamma e Papà." Il tema c'è tutto e può essere visto anche su un livello diverso rispetto al muro divisorio dei due ambienti. Ci sono alcune cosette che andrebbero revisionate, forse, e per questo non arrivo al pollice su chiedendo però all'autore di procedere nel Laboratorio (in caso di mancato passaggio in finale) in modo poi da poterlo portare in Vetrina. Pollice quasi su e primo posto nel raggruppamento, per me.

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