L'ospite

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Antonio Pilato
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L'ospite

Messaggio#1 » lunedì 17 maggio 2021, 22:40

L'ospite

Correvano inesorabili i ticchettii dell’orologio che comprai da Zuzana.
Giacevo lì, seduto su quell’ignobile poltrona tappezzata da rudimentali pezzi di stoffa, con la mia bottiglia di whisky, amaro come la vita, dinanzi al camino. E lui mi era di fianco: quell’orrida palla di lardo, inespugnabile come una fortezza ricoperta d’olio e di pece. Puzzava come una ferita infetta quell’abominio che giaceva alla mia destra. Era silenzioso nel guardare le fiamme scarlatte del sangue dell’Inferno mentre gozzovigliava la quarta bottiglia.
Mi sfidava, lo sentivo che mi sfidava.
Mi sfidava a puzzare di alcol più di lui in quel silenzio inesorabile che narrava le peggiori melodie… e ogni tanto allungava la coda dell’occhio per osservare cosa stessi facendo, per scrutarmi come fanno i maiali quando si sentono intimoriti. E sudava, Cristo quanto sudava. Sudava per l’attesa… perché entrambi sapevamo che sarebbe accaduto qualcosa a breve.
E accadde.
Accadde che l’immondo ammasso di gelatina gettò grossolanamente la bottiglia mezza piena di liquore liscio nel fuoco, facendo divampare le porte dell’Inferno nel quale uno di noi due sarebbe capitolato quella notte stessa. Tanto grasso quanto fulmineo, quel macabro otre vivente prese una delle sue bottiglie vuote, la spaccò e si diresse rapidamente verso la mia sagoma.
Non aveva l’occhio destro, così come l’orecchio, la barba e parte del naso: l’incidente con l’acido in fabbrica lo fece divenire la perfetta fusione fra un abominio dell’Abisso e un grottesco macellaio di basso borgo, due esseri di due universi completamente diversi. Come io e lui, del resto.
Mi si avvicinò ma non ebbe il coraggio di infilzare nelle mie budella le lame vetrose di quella bottiglia che sino a un attimo prima contenevano la benzina che il macabro individuo andava fiero di tracannare.
Fissavo le porte degli inferi in attesa che un demone venisse a prendermi per quello che ero, per quello che ero sempre stato: un umano disumano.
In un primo momento l’aberrante palla di lardo si trattenne dal colpirmi ma decise in un secondo attimo di farlo. E lo fece veramente.
Rimasi di stucco nel percepire quella che era la mia mano colpire ripetutamente il mio ventre con il vetro. Quanto accanimento coraggioso verso me stesso, quanto inesorabile orgoglio trasudava dalla mia mano destra nel salotto dove i minuti erano diventati secondi, al di fuori del quale qualcuno sembrava non aspettare altro, scrutando dallo spioncino dietro la porta e vedendo me stesso in preda alla follia di stereotipati gesti: su e giù, giù e su, su e giù, giù e su… e mentre qualcosa mi divorava dall’interno, qualcos’altro mi sventrava dall’esterno, portandomi a esalare respiri sempre meno ripetuti nell’implosione che attendeva il mio corpo e la mia anima.
Ancora adesso, mentre giaccio sul parquet con lo sguardo rivolto alla porta, sento che si sta aprendo, sento l’aria che arriva da fuori, ma ormai è troppo tardi perché ho già vinto.
E il momento in cui ho vinto è lo stesso in cui chi giace dietro la porta ha perso: ho vinto da morto mentre… chiunque tu sia… hai perso da vivo!



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antico
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Re: L'ospite

Messaggio#2 » lunedì 17 maggio 2021, 22:42

Ciao Antonio! Caratteri e tempo ok, buona ALL STARS EDITION anche a te!

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Michael Dag
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Re: L'ospite

Messaggio#3 » mercoledì 19 maggio 2021, 12:33

ci ho messo un po' a capire il tutto.
una volta terminata la lettura sono rimasto soddisfatto, ma è stato impegnativo al primo giro.
personalmente mi piacciono le storie che "costringono" a una seconda lettura, quidi ho appezzato.
se devo essere onesto, ho trovato il tuo stile un po' pesante. Scelta delle parole azzeccatissima sempre, ma troppi aggettivi e concetti ridondanti.
mi sfugge l'attinenza col tema.

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Antonio Pilato
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Re: L'ospite

Messaggio#4 » mercoledì 19 maggio 2021, 12:50

Michael Dag ha scritto:ci ho messo un po' a capire il tutto.
una volta terminata la lettura sono rimasto soddisfatto, ma è stato impegnativo al primo giro.
personalmente mi piacciono le storie che "costringono" a una seconda lettura, quidi ho appezzato.
se devo essere onesto, ho trovato il tuo stile un po' pesante. Scelta delle parole azzeccatissima sempre, ma troppi aggettivi e concetti ridondanti.
mi sfugge l'attinenza col tema.


Grazie per il feedback Michael, ti rispondo sull'ultima frase: l'attinenza al tema è molto sottile e concerne il fatto che il protagonista si sia adattato a una terribile realtà, una realtà in cui vedeva un ospite che si scopre, in realtà, essere... (e non continuo per non spoilerare). La consapevolezza di questa scoperta risulta un adattamento alla realtà stessa.

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maurizio.ferrero
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Re: L'ospite

Messaggio#5 » giovedì 20 maggio 2021, 9:04

Ciao Antonio, piacere di rileggerti.

Sono un po' dispiaciuto nel vedere che dopo un evidente e recente miglioramento nelle tue produzioni (il racconto sulle radici quadrate) tu sia ricaduto nei soliti problemi che ti abbiamo fatto notare più di una volta.
Troppi aggettivi, registro aulico e volutamente verboso non sempre utilizzato al meglio. "Gozzovigliava la quarta bottiglia", gozzovigliare non è transitivo, non puoi utilizzarlo in questo modo. Oltretutto, puoi anche essere la persona più resistente all'alcol del mondo, ma alla quarta bottiglia di whisky non ci arrivi, alla seconda sei in coma etilico.
L'incipit, in cui parli di Zuzana e dell'orologio, pare completamente scollegato dal resto del racconto. Non vengono più nominati, non hanno alcuna influenza nella storia. Chi è questa Zuzana?
Non ho capito il senso della vicenda. Due persone bevono davanti al fuoco, all'improvviso e senza motivo una attacca l'altra, e poi si scopre che erano la stessa persona. Ok, quindi? Non c'è una causa scatenante, non c'è una motivazione, sembra tutto messo lì a caso.
E, soprattutto, non ho trovato la minima attinenza con il tema. Non vedo alcun "Adattamento" nelle vicenda che ci racconti.
Mi spiace essere duro, ma credo che un commento critico possa essere più importante di uno falso.

A presto

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Antonio Pilato
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Re: L'ospite

Messaggio#6 » giovedì 20 maggio 2021, 10:30

maurizio.ferrero ha scritto:Ciao Antonio, piacere di rileggerti.

Sono un po' dispiaciuto nel vedere che dopo un evidente e recente miglioramento nelle tue produzioni (il racconto sulle radici quadrate) tu sia ricaduto nei soliti problemi che ti abbiamo fatto notare più di una volta.
Troppi aggettivi, registro aulico e volutamente verboso non sempre utilizzato al meglio. "Gozzovigliava la quarta bottiglia", gozzovigliare non è transitivo, non puoi utilizzarlo in questo modo. Oltretutto, puoi anche essere la persona più resistente all'alcol del mondo, ma alla quarta bottiglia di whisky non ci arrivi, alla seconda sei in coma etilico.
L'incipit, in cui parli di Zuzana e dell'orologio, pare completamente scollegato dal resto del racconto. Non vengono più nominati, non hanno alcuna influenza nella storia. Chi è questa Zuzana?
Non ho capito il senso della vicenda. Due persone bevono davanti al fuoco, all'improvviso e senza motivo una attacca l'altra, e poi si scopre che erano la stessa persona. Ok, quindi? Non c'è una causa scatenante, non c'è una motivazione, sembra tutto messo lì a caso.
E, soprattutto, non ho trovato la minima attinenza con il tema. Non vedo alcun "Adattamento" nelle vicenda che ci racconti.
Mi spiace essere duro, ma credo che un commento critico possa essere più importante di uno falso.

A presto


Ciao Maurizio, non è un problema quello che dici per me, anzi... è sicuramente molto interessante. Mi piace giocare un po' "col mio passato" ogni tanto, per comprendere i dislivelli che ci possono essere nel modo in cui scrivevo prima rispetto al modo in cui scrivo ora, e il tuo commento su questo racconto è la dimostrazione di quel che dico. Non gareggio per vincere, ma per capire dove sbaglio... le vittorie sono altre.
Ti rispondo soltanto a due questioni: la prima riguarda Zuzana e mi fa piacere che tu ti domandi chi sia (sono personaggi collegati ad altre storie nelle mie antologie, sulle quali mi diverto molto a fantasticare, inserendole come riferimenti, richiami o, anche, senza alcun motivo); la seconda riguarda il "messo lì a caso". Nulla è messo a caso ma, tendendo a inserire storie dai richiami molto "onirici", la vicenda è come se fosse già iniziata prima di esser narrata... e questa potrebbe essere soltanto la risultante di un finale che può avere mille significati o, come dici tu, può non avere senso. Del resto, tutto è un'interpretazione (anche quello che ho appena scritto).
Sul discorso dell'attinenza al tema, ho già spiegato nel commento sopra ma ci può stare che non sia arrivato... come ho scritto prima, è veramente tanto sottile la cosa.

Non ho trovato durezza nelle tue parole, soltanto sincerità che non posso non apprezzare. La durezza "a caso" è quella che può aver espresso qualcun altro in qualche precedente racconto che anche tu hai letto e che hai preferito a questo, ma non la tua.

A presto!

Cristina
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Re: L'ospite

Messaggio#7 » domenica 23 maggio 2021, 23:02

Ciao e piacere !
E’ la prima volta che gareggio nell’arena e cercherò di dare il meglio anche con il commenti!
Allora, ho dovuto rileggere il tuo racconto soffermandomi su certe frasi che non capivo bene. L’uso di molti aggettivi ed espressioni un po’ ... poetiche o metaforiche rendono difficile farsi un’immagine mentale chiara di quel che sta succedendo. Effetto voluto probabilmente visto che il protagonista ha una grave crisi psicologica direi. Però, descrivere stati mentali alterati e’ una delle cose più difficili da fare, infatti so che e’ sconsigliato avere un punto di vista in queste situazioni proprio perché si crea estraniamento eccessivo con il lettore che in quel momento non è in quello stato mentale. Non ho provato a bermi 4 bottiglie di whisky e rileggermi il testo perché penso che sarei morta senza bisogno di pugnalarmi con dei vetri ! A parte gli scherzi, un racconto che lascia un senso di dolore profondo e di solitudine.
Non so se il tema sia stato azzeccato, ho letto anche nei commenti precedenti la tua spiegazione, ma adattarsi alla realtà rendendosi conto alla fine di essere libero .. non saprei e’ reso poco secondo me dal tuo racconto che e’ molto incentrato sulle turbe mentali del protagonista che vede questo mostro/se’ stesso così orribile ed alla fine anche assassino/liberatore. Forse il protagonista ha avuto quell incidente di cui parla che lo ha deformato e l’alcolismo poi ha creato il suo mostro e lo ha spinto ad estraniarsi così dalla realtà. Ma infine cosa l’ha spinto a quel gesto estremo e folle pur di liberarsi? Il dolore direi. Adattarsi nel senso di rinunciare ad una vita orribile? Non saprei, ripeto il racconto mi ha lasciata un po’ confusa, mi sarebbe piaciuto capirlo meglio. Grazie della lettura !
Cristina Di Rosa

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Antonio Pilato
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Re: L'ospite

Messaggio#8 » lunedì 24 maggio 2021, 9:44

Cristina ha scritto:Ciao e piacere !
E’ la prima volta che gareggio nell’arena e cercherò di dare il meglio anche con il commenti!
Allora, ho dovuto rileggere il tuo racconto soffermandomi su certe frasi che non capivo bene. L’uso di molti aggettivi ed espressioni un po’ ... poetiche o metaforiche rendono difficile farsi un’immagine mentale chiara di quel che sta succedendo. Effetto voluto probabilmente visto che il protagonista ha una grave crisi psicologica direi. Però, descrivere stati mentali alterati e’ una delle cose più difficili da fare, infatti so che e’ sconsigliato avere un punto di vista in queste situazioni proprio perché si crea estraniamento eccessivo con il lettore che in quel momento non è in quello stato mentale. Non ho provato a bermi 4 bottiglie di whisky e rileggermi il testo perché penso che sarei morta senza bisogno di pugnalarmi con dei vetri ! A parte gli scherzi, un racconto che lascia un senso di dolore profondo e di solitudine.
Non so se il tema sia stato azzeccato, ho letto anche nei commenti precedenti la tua spiegazione, ma adattarsi alla realtà rendendosi conto alla fine di essere libero .. non saprei e’ reso poco secondo me dal tuo racconto che e’ molto incentrato sulle turbe mentali del protagonista che vede questo mostro/se’ stesso così orribile ed alla fine anche assassino/liberatore. Forse il protagonista ha avuto quell incidente di cui parla che lo ha deformato e l’alcolismo poi ha creato il suo mostro e lo ha spinto ad estraniarsi così dalla realtà. Ma infine cosa l’ha spinto a quel gesto estremo e folle pur di liberarsi? Il dolore direi. Adattarsi nel senso di rinunciare ad una vita orribile? Non saprei, ripeto il racconto mi ha lasciata un po’ confusa, mi sarebbe piaciuto capirlo meglio. Grazie della lettura !


Ciao Cristina, ben arrivata!
Beh... che sia consigliato o sconsigliato il narrare stati mentali deviati non è un problema per me perché appartiene molto alla mia narrazione, specialmente se in prima persona!
Sì, il rispetto del tema è un po' controverso da capire, me ne rendo conto... è "sottile" perché riguarda l'adattamento che il protagonista attua nel momento in cui comprende la realtà: un adattamento esistenzialistico alla realtà stessa, in un certo senso.
Comunque... considerate le diverse domande che ti sei posta, direi che il mio obiettivo è stato raggiunto: alla fine di una storia, quello a cui aspiro è che il lettore abbia più domande di prima, pur ricevendo "qualche lontana risposta".

A presto!

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Pietro D'Addabbo
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Re: L'ospite

Messaggio#9 » lunedì 24 maggio 2021, 13:56

Ciao Antonio, piacere di leggerti.

Hai reso molto bene uno stato onirico in cui il protagonista si vede quasi dall'esterno. Inizialmente ho pensato che i fumi dell'alcol l'avessero indotto a scambiare per un compagno di stanza quello che era uno specchio, ma l'azione aggressiva sarebbe stata diretta verso di esso (magari rompendolo) piuttosto che verso se stesso, dunque e' solo ad oltre meta' del racconto che si ha certezza di essere dentro una turba psichica.
Nonostante le tue spiegazioni, non riesco a vedere l'attinenza al tema se non attraverso il suo rovesciamento, cioe' quello di un individuo totalmente dis-adattato, incapace di vivere con se stesso al punto dal provocarsi la morte.
Mi incuriosisce quell'accenno finale all'individuo dietro la porta, poiche' sembra che in punto di morte proietti il "nemico" al di fuori di se stesso. Non aveva appena preso coscienza che l'altro che vedeva bere era in realta' se stesso e che si stava accanendo coraggiosamente contro se stesso?
Se volevi seminare domande come dici, allora ci sei riuscito in pieno.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Antonio Pilato
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Re: L'ospite

Messaggio#10 » lunedì 24 maggio 2021, 15:36

PietroD'Addabbo ha scritto:Ciao Antonio, piacere di leggerti.

Hai reso molto bene uno stato onirico in cui il protagonista si vede quasi dall'esterno. Inizialmente ho pensato che i fumi dell'alcol l'avessero indotto a scambiare per un compagno di stanza quello che era uno specchio, ma l'azione aggressiva sarebbe stata diretta verso di esso (magari rompendolo) piuttosto che verso se stesso, dunque e' solo ad oltre meta' del racconto che si ha certezza di essere dentro una turba psichica.
Nonostante le tue spiegazioni, non riesco a vedere l'attinenza al tema se non attraverso il suo rovesciamento, cioe' quello di un individuo totalmente dis-adattato, incapace di vivere con se stesso al punto dal provocarsi la morte.
Mi incuriosisce quell'accenno finale all'individuo dietro la porta, poiche' sembra che in punto di morte proietti il "nemico" al di fuori di se stesso. Non aveva appena preso coscienza che l'altro che vedeva bere era in realta' se stesso e che si stava accanendo coraggiosamente contro se stesso?
Se volevi seminare domande come dici, allora ci sei riuscito in pieno.


Ciao Pietro, che dire... mi fa piacere averti suscitato queste domande. Voglio sconvolgerti: in realtà, ciò che il protagonista crede di vedere fuori dalla stanza non è altro che un eterno ritorno a una situazione come quella iniziale...

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Davide_Mannucci
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Re: L'ospite

Messaggio#11 » martedì 25 maggio 2021, 9:43

Ciao Antonio e piacere di leggerti di nuovo.
Questo racconto, a differenza di quello dell’edition precedente, mi ha lasciato meno entusiasta, anche se, leggendoti ogni volta, non posso dire di non apprezzare le atmosfere in cui inserisci le tue storie. Quel sottofondo di narcotizzata malinconia che avvolge le tue storie è una cosa che mi affascina sempre, per cui, sebbene stavolta abbia trovato il tuo stile troppo appesantito dagli aggettivi, il mio giudizio non è completamente negativo, anzi. Ho fatto fatica a capire all’inizio ma è stata questione di attimi perché poi la mia mente si è allineata e ho capito subito che l’ospite non era un ospite. Il riferimento iniziale a Zuzana, sembrava una semina ma poi è rimasta sospesa nel vuoto e mi ha lasciato con un “WTF”. Sono un fanatico della pistola di Checov e tutto deve essere funzionale....perdona questa mia mania :)
Detto questo, trovo la prova discreta. Ti ripeto, apprezzo sempre di più il clima e l’atmosfera in cui riesci magistralmente a calare le tue storie, anche se un racconto riesce meno di un altro.
Bravo comunque!
A presto
Davide Mannucci

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Antonio Pilato
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Re: L'ospite

Messaggio#12 » martedì 25 maggio 2021, 10:12

DavideMannucci ha scritto:Ciao Antonio e piacere di leggerti di nuovo.
Questo racconto, a differenza di quello dell’edition precedente, mi ha lasciato meno entusiasta, anche se, leggendoti ogni volta, non posso dire di non apprezzare le atmosfere in cui inserisci le tue storie. Quel sottofondo di narcotizzata malinconia che avvolge le tue storie è una cosa che mi affascina sempre, per cui, sebbene stavolta abbia trovato il tuo stile troppo appesantito dagli aggettivi, il mio giudizio non è completamente negativo, anzi. Ho fatto fatica a capire all’inizio ma è stata questione di attimi perché poi la mia mente si è allineata e ho capito subito che l’ospite non era un ospite. Il riferimento iniziale a Zuzana, sembrava una semina ma poi è rimasta sospesa nel vuoto e mi ha lasciato con un “WTF”. Sono un fanatico della pistola di Checov e tutto deve essere funzionale....perdona questa mia mania :)
Detto questo, trovo la prova discreta. Ti ripeto, apprezzo sempre di più il clima e l’atmosfera in cui riesci magistralmente a calare le tue storie, anche se un racconto riesce meno di un altro.
Bravo comunque!
A presto


Ciao Davide, sei un grande, ahah! Grazie per il feedback!

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Andrea76
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Re: L'ospite

Messaggio#13 » martedì 25 maggio 2021, 19:18

Ciao Antonio, il tuo racconto è folle e a me non è dispiaciuto. A mio avviso hai seminato bene la turba psichica del protagonista, tanto che il lettore si rende conto di ciò che sta realmente accadendo solo nel momento in cui descrivi l’auto-mutilazione del Nostro. Devo dire che l’uso abbondante degli aggettivi non ha disturbato la mia lettura, e questo perché credo che ogni parola che hai scelto era corrispondente con quanto volevi evocare. Nelle tue righe ho respirato un po’ di Lovercraft ma soprattutto di Edgar Allan Poe (tra l’altro la vicenda che hai descritto potrebbe essere benissimo quella di un uomo affetto da Delirium Tremens). La nota stonata è anche per me l’aderenza al tema: nel tuo racconto c’è più consapevolezza di sé che adattamento, anzi direi che c’è un rifiuto di sé stessi che porta all’autodistruzione.
A rileggerti.

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Stefano.Moretto
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Re: L'ospite

Messaggio#14 » martedì 25 maggio 2021, 22:58

Ciao Antonio,
devo dire che sono rimasto molto confuso durante la lettura, ci sono vari punti che mi sono rimasti oscuri finché non ho riletto tutto più volte. Data la complessità nel commentare questo pezzo ho deciso di leggere i commenti precedenti prima di darti il mio parere, per essere sicuro di non infilarmi in qualche vicolo cieco, e alla fine credo di aver capito qual è il problema più grosso per il quale hai ricevuto diverse critiche: lo stile ricercato/aulico.
Non nel senso che esso sia un problema in sé e per sé, ma per il fatto che stai descrivendo l'interiorità di un personaggio palesemente sbronzo che quindi deve pensare come un personaggio sbronzo. Io dopo qualche bicchiere di rum a malapena sono capace di coniugare correttamente due verbi di fila, dopo quattro bottiglie, sempre che il coma non mi colga prima, non riuscirei mai a formulare pensieri come:
Accadde che l’immondo ammasso di gelatina gettò grossolanamente la bottiglia mezza piena di liquore liscio nel fuoco, facendo divampare le porte dell’Inferno nel quale uno di noi due sarebbe capitolato quella notte stessa.

Se volevi evocare uno stato mentale alterato a causa dell'alcool avresti dovuto puntare su uno stile più semplice, fatto di frasi brevi e un po' di confusione mentale: quella che descrivi non è confusione mentale dovuta all'alcool, ma distorsione percettiva dovuta a qualche altro problema. Se io vedo me stesso sul divano e lo scambio per un'altra persona, però sono perfettamente capace di pensare una frase come quella qui sopra, non sono ubriaco, più probabilmente ho qualche patologia psichiatrica.
Questo poi porta a una difficoltà soggettiva a capire cosa sta succedendo (soggettiva perché andrà in base al livello di immersione raggiunto dal lettore) e ti costringe a rileggere per trovare la quadra.
Riguardo la storia in sé, mi è sembrata un po' fine a se stessa. Forse per mancanza di comprensione del testo, magari è un limite mio, ma non sono riuscito a capire il contesto della scena e le motivazioni dietro le azioni del personaggio. Mi dispiace, perché ho percepito che dietro ci fosse un'intenzione forte, ma non sono riuscito a coglierla.
Buona edizione!

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Re: L'ospite

Messaggio#15 » mercoledì 26 maggio 2021, 9:11

Andrea76 ha scritto:Ciao Antonio, il tuo racconto è folle e a me non è dispiaciuto. A mio avviso hai seminato bene la turba psichica del protagonista, tanto che il lettore si rende conto di ciò che sta realmente accadendo solo nel momento in cui descrivi l’auto-mutilazione del Nostro. Devo dire che l’uso abbondante degli aggettivi non ha disturbato la mia lettura, e questo perché credo che ogni parola che hai scelto era corrispondente con quanto volevi evocare. Nelle tue righe ho respirato un po’ di Lovercraft ma soprattutto di Edgar Allan Poe (tra l’altro la vicenda che hai descritto potrebbe essere benissimo quella di un uomo affetto da Delirium Tremens). La nota stonata è anche per me l’aderenza al tema: nel tuo racconto c’è più consapevolezza di sé che adattamento, anzi direi che c’è un rifiuto di sé stessi che porta all’autodistruzione.
A rileggerti.


Ciao Andrea, il tuo feedback mi è piaciuto tanto, sono contento che tu sia riuscito a cogliere il messaggio, coi suoi pregi e coi suoi difetti! L'accostamento a Poe è per me un onore veramente grande... troppo grande!

A presto!

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Re: L'ospite

Messaggio#16 » mercoledì 26 maggio 2021, 9:13

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Antonio,
devo dire che sono rimasto molto confuso durante la lettura, ci sono vari punti che mi sono rimasti oscuri finché non ho riletto tutto più volte. Data la complessità nel commentare questo pezzo ho deciso di leggere i commenti precedenti prima di darti il mio parere, per essere sicuro di non infilarmi in qualche vicolo cieco, e alla fine credo di aver capito qual è il problema più grosso per il quale hai ricevuto diverse critiche: lo stile ricercato/aulico.
Non nel senso che esso sia un problema in sé e per sé, ma per il fatto che stai descrivendo l'interiorità di un personaggio palesemente sbronzo che quindi deve pensare come un personaggio sbronzo. Io dopo qualche bicchiere di rum a malapena sono capace di coniugare correttamente due verbi di fila, dopo quattro bottiglie, sempre che il coma non mi colga prima, non riuscirei mai a formulare pensieri come:
Accadde che l’immondo ammasso di gelatina gettò grossolanamente la bottiglia mezza piena di liquore liscio nel fuoco, facendo divampare le porte dell’Inferno nel quale uno di noi due sarebbe capitolato quella notte stessa.

Se volevi evocare uno stato mentale alterato a causa dell'alcool avresti dovuto puntare su uno stile più semplice, fatto di frasi brevi e un po' di confusione mentale: quella che descrivi non è confusione mentale dovuta all'alcool, ma distorsione percettiva dovuta a qualche altro problema. Se io vedo me stesso sul divano e lo scambio per un'altra persona, però sono perfettamente capace di pensare una frase come quella qui sopra, non sono ubriaco, più probabilmente ho qualche patologia psichiatrica.
Questo poi porta a una difficoltà soggettiva a capire cosa sta succedendo (soggettiva perché andrà in base al livello di immersione raggiunto dal lettore) e ti costringe a rileggere per trovare la quadra.
Riguardo la storia in sé, mi è sembrata un po' fine a se stessa. Forse per mancanza di comprensione del testo, magari è un limite mio, ma non sono riuscito a capire il contesto della scena e le motivazioni dietro le azioni del personaggio. Mi dispiace, perché ho percepito che dietro ci fosse un'intenzione forte, ma non sono riuscito a coglierla.
Buona edizione!


Ciao Stefano, mi spiace non ti sia arrivato il messaggio, però può succedere.
Sul discorso dello stato mentale, dell'alcolismo e della semplicità ti dico, essendo un professionista nel campo, posso affermare che è possibile fare descrizioni del genere in stato di ebbrezza, soprattutto quando il potere di una patologia mentale è così elevato... naturalmente, questo rientra fra questi "casi", ma ci sta la tua perplessità.

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lucaspalletti
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Re: L'ospite

Messaggio#17 » giovedì 27 maggio 2021, 13:57

Ciao Antonio, bentrovato!
Allora... valutare il tuo racconto mi risulta, in tutta franchezza, parecchio complicato.
Il tuo brano ha l'innegabile merito di inserire il lettore in un'atmosfera atipica e surreale. Sicuramente non manca la curiosità di proseguire la lettura, e non ci si annoia.
D'altro canto, ho fatto fatica, personalmente, ad elaborare le informazioni e a ricostruire una vicenda chiara. Capisco lo stato di coscienza alterato, ma mi è parso proprio, a un certo punto, che le coscienze fossero due, se non tre. Non so se fosse questo il tuo intento, quello di stordire il lettore per calarlo nei panni del protagonista. In tal caso, l'obbiettivo può considerarsi raggiunto, ma è tutto un pelo troppo criptico e confuso, per i miei personalissimi gusti.
Infine, non sono riuscito a trovare, nemmeno impegnandomi e alla luce dei tuoi commenti in merito, l'attinenza al tema. Dici che è sottile... forse troppo, per me ^^
In definitiva, un racconto che mi ha lasciato intrigato ma tanto, forse troppo, confuso. Questione di gusti personali, suppongo.
Ti auguro comunque un'ottima edition, e spero di rileggerti presto!
Luca

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Antonio Pilato
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Re: L'ospite

Messaggio#18 » venerdì 28 maggio 2021, 11:33

lucaspalletti ha scritto:Ciao Antonio, bentrovato!
Allora... valutare il tuo racconto mi risulta, in tutta franchezza, parecchio complicato.
Il tuo brano ha l'innegabile merito di inserire il lettore in un'atmosfera atipica e surreale. Sicuramente non manca la curiosità di proseguire la lettura, e non ci si annoia.
D'altro canto, ho fatto fatica, personalmente, ad elaborare le informazioni e a ricostruire una vicenda chiara. Capisco lo stato di coscienza alterato, ma mi è parso proprio, a un certo punto, che le coscienze fossero due, se non tre. Non so se fosse questo il tuo intento, quello di stordire il lettore per calarlo nei panni del protagonista. In tal caso, l'obbiettivo può considerarsi raggiunto, ma è tutto un pelo troppo criptico e confuso, per i miei personalissimi gusti.
Infine, non sono riuscito a trovare, nemmeno impegnandomi e alla luce dei tuoi commenti in merito, l'attinenza al tema. Dici che è sottile... forse troppo, per me ^^
In definitiva, un racconto che mi ha lasciato intrigato ma tanto, forse troppo, confuso. Questione di gusti personali, suppongo.
Ti auguro comunque un'ottima edition, e spero di rileggerti presto!
Luca


Supponi bene Luca, a presto!

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antico
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Re: L'ospite

Messaggio#19 » domenica 30 maggio 2021, 19:11

Mi piacciono i temi da interpretare, ma qui fatico parecchio a comprendere il tutto. Devo dire che la situazione è affascinante con questo protagonista il cui animo sembra essersi scisso e che finisce per l'odiarsi fino a trovare (?) il coraggio di uccidersi mentre una terza scissione di se stesso si nasconde dietro quella porta per poi provare a uscire quando il tutto si è compiuto. Questo quello che mi è arrivato. Antonio, quando ti ci metti sei davvero un maestro dell'ermetismo :D Zuzana invece me la ricordo, l'avevi già usata e suppongo faccia parte dell'universo narrativo nel quale ambienti le tue storie. Concludendo, non mi è arrivato e valutare in un caso simile è sempre un errore, però devo farlo e mi barrico dietro un pollice ni tendente verso il positivo perché mi sembra di avere visualizzato la situazione generale anche se non sono riuscito ad andare oltre.

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