Il valore di Tanja

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MatteoMantoani
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Il valore di Tanja

Messaggio#1 » lunedì 17 maggio 2021, 23:47

Faccio sedere i due italiani al tavolo. La ragazza non bada a noi e continua a far ballonzolare i seni a ritmo con la musica. Gli italiani non le tolgono gli occhi di dosso.
Juri mi mette una mano sulla spalla, annuisco e ci sediamo a nostra volta. Il sedile di pelle mi si appiccica ai pantaloni: qualche idiota deve aver versato il suo drink. Il cameriere arriva, ordiniamo quattro vodka. I fratelli Benetti parlottano nella loro lingua tutta suoni smielati. Il più giovane mi sorride di sottecchi, le sue pupille si muovono a ritmo a fissare me e la ragazza. Che faccia da culo.
Dieci zeri, l’affare vale dieci zeri.
«Allora?» Juri si appoggia allo schienale. «Non male questo nightclub, vero?»
Il primo Benetti, quello con la carnagione scura, da italiano, allarga gli angoli della bocca. «Non c’è male.» La sua pronuncia fa schifo. «Ci voleva proprio un po’ di relax dopo il viaggio.»
Juri sogghigna. «So che in Italia questi locali non sono permessi, ma qui avrete modo di divertirvi.»
È un grande leccaculo, lo è sempre stato. Il Benetti più giovane non toglie più gli occhi dalla ragazza. Si infila una mano in tasca, estrae mille rubli e allunga il braccio. La ballerina si abbassa, si fa infilare i soldi sotto l’elastico del tanga e lascia che le dita le pizzichino il culo.
La vodka arriva, la scolo al volo e ne ordino subito un’altra. Juri mi lancia un’occhiataccia.
Dieci zeri, se abboccano siamo ricchi.
Benetti Uno infila il bicchiere tra le labbra, le arriccia e fa schioccare la lingua. «Da noi, la vodka ha un sapore diverso: ci mettono la Red Bull o la frutta.»
Juri sorride. «Possiamo ordinarla come vuole.»
«No.» Rigira il bicchiere tra le dita. «Le usanze degli altri paesi m’interessano.»
Sospiro, che coglione. Juri fa scattare una mano sotto il tavolo e mi arpiona il ginocchio.
Lo so: un uno, seguito da dieci zeri.
La ragazza schiocca un bacio sul palmo della mano e lo soffia verso Benetti Due, poi si volta. Il suo culo ondeggia mentre si allontana. Al suo posto arriva una bassetta prosperosa con una lunga treccia. Il suo viso… Oddio!
Juri mi pizzica la gamba con le dita e si avvicina al mio orecchio: «Non fare cazzate, Leonid.»
La mia seconda vodka arriva. Butto giù tutto e ne ordino ancora. Benetti Due è ipnotizzato da Tanja. Mi dà una gomitata. «Ehi, voglio questa troietta qui!»
Dove cazzo è la vodka? Afferro il bicchiere dell’italiano e scolo tutto. Lui batte la mano sul tavolo: «Vuoi anche qualcosa da mangiare, stronzo?»
Tanja non mi toglie gli occhi di dosso, mi sorride continuando la sua danza oscena. Stringo i denti, Juri mi infila le unghie nella carne della coscia.
Sono abbastanza, dieci zeri?
Mi si bagnano gli occhi, allento la cravatta, la testa inizia a girarmi. L’italiano estrae una banconota dalla tasca, Tanja si abbassa. Tiro fuori dalla tasca due fogli da cinquemila rubli. Benetti Due sgancia un pugno sul tavolo quando Tanja si avvicina a me, piuttosto che a lui. Le infilo i soldi tra le dita, lei li prende e se li mette nelle mutande. Dio voglia che con questi non si compri la droga. Le sue labbrucce si aprono e si chiudono a mimare un bacio.
Li vali dieci miliardi, Tanjushka?
«Scusate.» Farfuglio. «Torno subito.»
L’italiano scoppia a ridere. «Guarda che questa puttanella te la frego!»
Prima o poi l’ammazzo. Entro in bagno e mi appoggio a un lavandino. Mi lavo la faccia, gli schizzi d’acqua rigano lo specchio.
La porta alle mie spalle si apre. Il riflesso di Tanja si avvicina, si copre il seno col braccio. «Papà.»
Brividi mi corrono lungo la schiena. Mi tolgo la giacca, mi giro e gliela avvolgo intorno al collo. «Perché sei scesa così in basso?»
I suoi occhi umidi mi annientano il cuore. «Quelli come me devono adattarsi.»
Scuoto la testa. «Adesso torni a casa, ti disintossichi e se poi scappi di nuovo io ti...» Mi mordo un labbro.
Tanja abbassa lo sguardo, si siede sul pavimento lurido e si nasconde sotto la giacca di Armani.
Mi inginocchio e la stringo a me più forte che posso. Ogni suo singhiozzo mi strappa via un pezzo d’anima. Voglio morire.
«Ti prego,» le mie lacrime scendono tra i suoi capelli, «andiamo a casa, subito. Si fottano quei mangiaspaghetti.»
Si appoggia a me, le carezzo la nuca. Il suo mento si trascina sulla mia spalla, mentre annuisce.
Perdonami, Tanjushka.
Ultima modifica di MatteoMantoani il lunedì 17 maggio 2021, 23:51, modificato 1 volta in totale.



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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#2 » lunedì 17 maggio 2021, 23:50

Ciao Matteo! Parametri tutti rispettati anche per te, buona ALL STARS EDITION!

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GiulianoCannoletta
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#3 » mercoledì 19 maggio 2021, 13:34

Ciao Matteo, piacere di averti letto.
Il tuo è un racconto che mi ha lasciato sensazioni contrastanti. L'aderenza al tema c'è e lo stile è molto buono, come tuo solito. Mi ha convinto meno la caratterizzazione del nostro protagonista. Da un rigido uomo d'affari (più o meno leciti) russo in una situazione del genere mi sarei aspettato una reazione un po' meno composta ed equilibrata. Anche la frase nel finale “Adesso torni a casa e ti disintossichi”, pronunciata da uno che con la tossicodipendenza delle figlia ha già avuto a che fare, suona davvero troppo sbrigativa e semplicistica.
Questi a mio parere i punti deboli di quella che resta comunque una buona prova.
A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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MatteoMantoani
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#4 » mercoledì 19 maggio 2021, 14:00

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Matteo, piacere di averti letto.
Il tuo è un racconto che mi ha lasciato sensazioni contrastanti. L'aderenza al tema c'è e lo stile è molto buono, come tuo solito. Mi ha convinto meno la caratterizzazione del nostro protagonista. Da un rigido uomo d'affari (più o meno leciti) russo in una situazione del genere mi sarei aspettato una reazione un po' meno composta ed equilibrata. Anche la frase nel finale “Adesso torni a casa e ti disintossichi”, pronunciata da uno che con la tossicodipendenza delle figlia ha già avuto a che fare, suona davvero troppo sbrigativa e semplicistica.
Questi a mio parere i punti deboli di quella che resta comunque una buona prova.
A rileggerci presto!
Giuliano

Ciao Giuliano, grazie per il tuo commento. Il pdv è un uomo combattuto, che sopporta a mala pena il suo ruolo di pescecane del mondo del business (per darsi la forza tracanna vodka come fosse acqua). Quando vede la figlia riceve il colpo di grazia, decide di calare la maschera e si allontana. Quando parla con Tanja in realtà non si rivolge a lei subito con pacatezza (come hai notato invece tu), ma le dice: "se non righi dritto io ti..." e si interrompe (la continuazione ovvia è "ti ammazzo o ti riempio di botte"). La figlia si accascia a terra e si vergogna ancora più di se stessa (si nasconde sotto la giacca del padre) e piange. Il padre si pente dei modi ruvidi, e impietosito le dice qualcosa di più rassicurante (e in cuor suo si sente in colpa).
Questo quello che ho cercato di trasmettere, spero che questa spiegazione possa un pochino di più aiutare a capire le mie intenzioni. Comunque, grazie per le tue osservazioni, la caratterizzazione dei personaggi è qualcosa su cui sto cercando di lavorare.

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Antonio Pilato
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#5 » mercoledì 19 maggio 2021, 17:56

Ciao Matteo... un autentico capolavoro!
Nonostante, nella prima parte il genere non rientra fra i miei preferiti, l'andamento della trama che viene scandito con sempre più rapidità e tensione, mi ha condotto in una spirale di delirio, ebbrezza e risate, che mi hanno coinvolto molto, in maniera ilare nell'umore e scorrevole nella lettura.
Il botto però lo fa la seconda parte, dove la rivelazione sconvolgente, devastante e inappropriata mi ha fatto scomparire ogni sorriso: non immaginavo minimamente che le cose stessero così e il finale, amaro come molte cose nella vita, è stato un bel Bingo!

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MatteoMantoani
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#6 » mercoledì 19 maggio 2021, 18:46

Antonio Pilato ha scritto:Ciao Matteo... un autentico capolavoro!
Nonostante, nella prima parte il genere non rientra fra i miei preferiti, l'andamento della trama che viene scandito con sempre più rapidità e tensione, mi ha condotto in una spirale di delirio, ebbrezza e risate, che mi hanno coinvolto molto, in maniera ilare nell'umore e scorrevole nella lettura.
Il botto però lo fa la seconda parte, dove la rivelazione sconvolgente, devastante e inappropriata mi ha fatto scomparire ogni sorriso: non immaginavo minimamente che le cose stessero così e il finale, amaro come molte cose nella vita, è stato un bel Bingo!

Un commento così positivo non può fare altro che bene. Grazie Antonio, anche troppo gentile :)

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Gennibo
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#7 » mercoledì 19 maggio 2021, 21:45

Ciao Matteo, il racconto mi è piaciuto, e anche lo stile, anche se ci sono dei punti migliorabili. All'inizio, quando il protagonista dice: faccio sedere gli italiani al tavolo, ho pensato che a parlare fosse un cameriere o qualcosa del genere, e non mi è stato subito chiaro che tutti e quattro si fossero seduti allo stesso tavolo.
Dici che l'accento fa schifo, ma parlano bene, caratterizzerei di più i dialoghi degli italiani. Penso sarebbe più efficace un Oddio, Tania! (così ci si focalizza bene sulla ragione per cui esclama stupito) A parte questi dettagli mi è piaciuta la caratterizzazione dei personaggi, e della posta in palio.
L'incontro padre e figlia ha dei punti molto belli, con lui che scende al livello di lei.
La frase finale non l'ho capita subito, a una prima lettura temevo che lui chiedesse scusa perché preferiva a lei un uno con dieci zeri e per questo chiedeva perdono alla figlia, ma poi rileggendo ho scartato questa possibilità.
Comunque, per me una buona prova.

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MatteoMantoani
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#8 » mercoledì 19 maggio 2021, 22:36

Gennibo ha scritto:Ciao Matteo, il racconto mi è piaciuto, e anche lo stile, anche se ci sono dei punti migliorabili. All'inizio, quando il protagonista dice: faccio sedere gli italiani al tavolo, ho pensato che a parlare fosse un cameriere o qualcosa del genere, e non mi è stato subito chiaro che tutti e quattro si fossero seduti allo stesso tavolo.
Dici che l'accento fa schifo, ma parlano bene, caratterizzerei di più i dialoghi degli italiani. Penso sarebbe più efficace un Oddio, Tania! (così ci si focalizza bene sulla ragione per cui esclama stupito) A parte questi dettagli mi è piaciuta la caratterizzazione dei personaggi, e della posta in palio.
L'incontro padre e figlia ha dei punti molto belli, con lui che scende al livello di lei.
La frase finale non l'ho capita subito, a una prima lettura temevo che lui chiedesse scusa perché preferiva a lei un uno con dieci zeri e per questo chiedeva perdono alla figlia, ma poi rileggendo ho scartato questa possibilità.
Comunque, per me una buona prova.

Ciao Isabella. Grazie del commento positivo. Riprendo in mano alcune cose, così vediamo se possiamo un momento discuterne, se vuoi:

Il pdv cameriere: in effetti qui hai ragione, non ci ho pensato, e se hai avuto questo dubbio significa che la lettura non è stata immediata, e quel punto è certamente da correggere;
Caratterizzazione dei dialoghi: qui potrei portare a mia difesa il fatto che il pdv ha in antipatia gli altri personaggi, e che quindi potrebbe essere molto fiscale anche sulla loro pronuncia. Comunque la tua osservazione ci sta;
Oddio, Tanja: qui non saprei. Volevo comunque lasciare il dubbio fino all'ultimo, e speravo che fosse chiaro che alla vista del viso della ragazza qualcosa non tornava;
Ambiguità della frase finale: in realtà questo è un effetto non voluto, ma su cui effettivamente potevo puntare per aggiungere qualcosa al racconto..
Grazie mille per i complimenti sulle altre parti :)

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Gennibo
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#9 » mercoledì 19 maggio 2021, 22:57

Ciao Matteo, discuto volentieri con te. La questione del solo "oddio" secondo me lascia il lettore in sospeso a chiedersi che cosa l'abbia colpito, senza nessun appiglio è come navigare nella nebbia, se invece fai notare che lui è rimasto scioccato dalla presenza di lei (tanto, mica dici che è sua figlia), ci incuriosisci, potrebbe essere un'ex amante, una che l'ha fregato, ci sono tantissime possibilità che fanno lavorare il cervello fino a quando lei non dice la fatidica frase: "Papà" (colpo di scena!).

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MatteoMantoani
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#10 » giovedì 20 maggio 2021, 7:47

Gennibo ha scritto:Ciao Matteo, discuto volentieri con te. La questione del solo "oddio" secondo me lascia il lettore in sospeso a chiedersi che cosa l'abbia colpito, senza nessun appiglio è come navigare nella nebbia, se invece fai notare che lui è rimasto scioccato dalla presenza di lei (tanto, mica dici che è sua figlia), ci incuriosisci, potrebbe essere un'ex amante, una che l'ha fregato, ci sono tantissime possibilità che fanno lavorare il cervello fino a quando lei non dice la fatidica frase: "Papà" (colpo di scena!).

Mi hai convinto :) Grazie del suggerimento. Si vede che mi sono calato troppo nel pdv, senza pensare se al lettore le sue percezioni sono o meno chiare. La prossima volta sarà meglio puntualizzare, come hai suggerito tu.

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Ci_Effe
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#11 » giovedì 20 maggio 2021, 16:41

Ciao Matteo!
Il racconto ha ottima costruzione e ritmo, fila bene e riesce a tenere l’attenzione alta fino alla fine. È assolutamente ben scritto, quindi il mio giudizio è positivo. Molto divertente il rimpallo fra i pensieri del protagonista, i bicchieri di vodka e Benedetti "Uno" e "Due". Quello che mi è piaciuto meno è che tutti i personaggi a parte il protagonista sono piatti, e se per gli italiani funziona perché devono solo rappresentare lo stereotipo dei malavitosi pieni di sé, per Tanja, che dà anche il titolo al racconto, la cosa mi lascia un po’ stranita. Di lei non sappiamo niente, non ha uno sviluppo costruito (prima continua spavalda la sua danza di fronte al padre, poi si rintana come una bambina nella sua giacca, senza un chiaro momento di cambiamento). In più siamo portati a pensare che sia una tossicodipendente, perciò non sappiamo se la sua sia una reazione nervosa oppure una sincera conversione, che in caso è davvero molto accelerata. Insomma, Tanja è solo un pretesto per la storia del personaggio principale, e questo toglie un po’ di profondità al racconto secondo me.
Il tema dell’adattamento è assolutamente presente, ma mi lascia una domanda (che non è una critica ma solo una curiosità personale): lui sopporta di adattarsi a un mondo di violenze e soprusi finché questo mondo non cannibalizza la sua stessa famiglia… volevi descrivere un personaggio che affronta una redenzione o un personaggio a suo modo egoista?

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MatteoMantoani
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#12 » giovedì 20 maggio 2021, 18:22

Ci_Effe ha scritto:Ciao Matteo!
Il racconto ha ottima costruzione e ritmo, fila bene e riesce a tenere l’attenzione alta fino alla fine. È assolutamente ben scritto, quindi il mio giudizio è positivo. Molto divertente il rimpallo fra i pensieri del protagonista, i bicchieri di vodka e Benedetti "Uno" e "Due". Quello che mi è piaciuto meno è che tutti i personaggi a parte il protagonista sono piatti, e se per gli italiani funziona perché devono solo rappresentare lo stereotipo dei malavitosi pieni di sé, per Tanja, che dà anche il titolo al racconto, la cosa mi lascia un po’ stranita. Di lei non sappiamo niente, non ha uno sviluppo costruito (prima continua spavalda la sua danza di fronte al padre, poi si rintana come una bambina nella sua giacca, senza un chiaro momento di cambiamento). In più siamo portati a pensare che sia una tossicodipendente, perciò non sappiamo se la sua sia una reazione nervosa oppure una sincera conversione, che in caso è davvero molto accelerata. Insomma, Tanja è solo un pretesto per la storia del personaggio principale, e questo toglie un po’ di profondità al racconto secondo me.
Il tema dell’adattamento è assolutamente presente, ma mi lascia una domanda (che non è una critica ma solo una curiosità personale): lui sopporta di adattarsi a un mondo di violenze e soprusi finché questo mondo non cannibalizza la sua stessa famiglia… volevi descrivere un personaggio che affronta una redenzione o un personaggio a suo modo egoista?

Grazie mille per il tuo commento :) Sulla caratterizzazione dei personaggi, certamente si tratta di qualcosa su cui sto cercando di migliorare. Diciamo che anche il limitato spazio a disposizione e la scelta di usare principalmente la tecnica di mostrato, non mi hanno permesso di esplorare Tanja più di quando non veda lo stesso pdv. Certamente c'è tutta una storia che non è raccontata, a preludio di questa scena, ma che sia solo accennata è voluto.
Riguardo alla tua domanda: lo stile di vita del protagonista l'ha portato a perdere tutto, anche la figlia (il "Perdonami" alla fine si riferisce proprio a questo). La vista di come si sia ridotta Tanja (anche a causa del suo essere un padre violento) e anche la vista dello spettacolo osceno e incestuoso orchestrato dai lei apposta per colpirlo, lo porta a ricevere quel "colpo di grazia" che gli causa finalmente la redenzione. Ecco la mia intenzione, spero almeno in parte di essere riuscito a trasmettere tutto ciò.

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Ci_Effe
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#13 » giovedì 20 maggio 2021, 23:56

MatteoMantoani ha scritto:Grazie mille per il tuo commento :) Sulla caratterizzazione dei personaggi, certamente si tratta di qualcosa su cui sto cercando di migliorare. Diciamo che anche il limitato spazio a disposizione e la scelta di usare principalmente la tecnica di mostrato, non mi hanno permesso di esplorare Tanja più di quando non veda lo stesso pdv. Certamente c'è tutta una storia che non è raccontata, a preludio di questa scena, ma che sia solo accennata è voluto.
Riguardo alla tua domanda: lo stile di vita del protagonista l'ha portato a perdere tutto, anche la figlia (il "Perdonami" alla fine si riferisce proprio a questo). La vista di come si sia ridotta Tanja (anche a causa del suo essere un padre violento) e anche la vista dello spettacolo osceno e incestuoso orchestrato dai lei apposta per colpirlo, lo porta a ricevere quel "colpo di grazia" che gli causa finalmente la redenzione. Ecco la mia intenzione, spero almeno in parte di essere riuscito a trasmettere tutto ciò.


Sicuramente lo show don't tell è uno dei tuoi punti di forza, ed è anche una cosa difficile da fare, quindi ti faccio i complimenti. Credo che a volte si possa introdurre informazioni su altri personaggi attraverso i ricordi del protagonista o qualcosa che il protagonista nota nell'espressione di un altro personaggio (perché spesso ci fai leggere i ragionamenti del personaggio, e potrebbe essere umano ogni tanto lasciarsi andare ai ricordi o a elucubrazioni sulle reazioni altrui).
In generale però ammetto che non mi era passato che quello di Tanja fosse uno spettacolo orchestrato per colpirlo: l'avevo letto come una situazione in cui lei si è ritrovata e - a posteriori, perché quando l'ho letto non sapevo fosse sua figlia - una sorta di sfida quasi bambinesca per rinfacciargli la sua condizione o mostrargli quello che è diventata. Non so se nelle tue intenzioni c'era qualcosa di più.

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MatteoMantoani
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#14 » venerdì 21 maggio 2021, 7:33

Ci_Effe ha scritto:Sicuramente lo show don't tell è uno dei tuoi punti di forza, ed è anche una cosa difficile da fare, quindi ti faccio i complimenti. Credo che a volte si possa introdurre informazioni su altri personaggi attraverso i ricordi del protagonista o qualcosa che il protagonista nota nell'espressione di un altro personaggio (perché spesso ci fai leggere i ragionamenti del personaggio, e potrebbe essere umano ogni tanto lasciarsi andare ai ricordi o a elucubrazioni sulle reazioni altrui).

Grazie per il complimento, ma per mia esperienza ho notato che è più facile raggiungere un "mostrato" decente piuttosto che costruire e raccontare una storia. Per questo sto molto attento a come il lettore percepisce le intenzioni dei personaggi e gli avvenimenti narrati, per capire se sto riuscendo o meno a raccontare storie coinvolgenti. In questo caso, inserire nei ricordi del pdv informazioni in più su Tanja, forse avrebbe ridotto il twist finale, in cui il loro rapporto di parentela viene esplicitato.

In generale però ammetto che non mi era passato che quello di Tanja fosse uno spettacolo orchestrato per colpirlo: l'avevo letto come una situazione in cui lei si è ritrovata e - a posteriori, perché quando l'ho letto non sapevo fosse sua figlia - una sorta di sfida quasi bambinesca per rinfacciargli la sua condizione o mostrargli quello che è diventata. Non so se nelle tue intenzioni c'era qualcosa di più.

Mi sono spiegato male: lei si è ritrovata nella situazione e ha deciso di sfruttarla per suscitare nel padre una forte reazione emotiva (il bacetto mimato). Che la cosa possa sembrare bambinesca, ben venga..
Grazie ancora per i tuoi feedback

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Debora D
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#15 » sabato 22 maggio 2021, 16:35

Ciao Matteo, piacere di leggerti.
Il tuo racconto ha due spunti interessanti per me: gli occhi di un russo (?) che giudica un duo di italiani con tanto di stereotipi e il tema colto attraverso l’idea della dipendenza di Tanja.
Lo stile è buono e si vede la crescita della tua esperienza, ti muovi più sicuro.

Alcune cosine che ho notato riguardo alla scelta dello stile e della persona narrativa (prima persona con filtro profondo):

L’uso di tre stampelle temporali che potevi evitare:
poi si volta. Il suo culo ondeggia mentre si allontana. / Il suo mento si trascina sulla mia spalla, mentre annuisce.
Nella mente del lettore le scene si succedono comunque in sequenza, quindi il poi serve poco ma non lo trovo gravissimo; quello che mi piace meno è il mentre, il lettore deve comunque tornare indietro per ricostruire la contemporaneità che non è naturale.

Usi un sistema di ripetizione del pensiero diretto per creare un crescendo utile alla storia.
Dieci zeri, l’affare vale dieci zeri. Dieci zeri, se abboccano siamo ricchi. Lo so: un uno, seguito da dieci zeri. Sono abbastanza, dieci zeri? Li vali dieci miliardi, Tanjushka?
Sono cinque ripetizioni e le ho trovate eccessive, a mio gusto avrei eliminato una di quelle centrali riferite agli italiani perché arrivano davvero a pochissima distanza.

Il primo Benetti, → anticipare il cognome dei due fratelli all’inizio, poi aggiungere un pensiero sulla nazionalità

Dal punto di vista del contenuto la storia è forte però avendo scelto un filtro profondo c’è una cosa che non mi torna e non mi sembra del tutto coerente: la costruzione del colpo di scena a partire da
Il suo viso… Oddio! fino a Perdonami, Tanjushka.
Lui vede la ragazza che è sua figlia, ci dice il nome, ma nessuno dei suoi pensieri diretti ci dice nulla del suo legame con lei. Non mi torna, mi sembra un inganno, un nascondere volutamente la lettore, mettendo in ombra una parte dei suoi pensieri.
La figlia è fuggita di casa e lui la ritrova o sapeva già che lavorava in quel club? Nel primo caso è possibile che non abbia alcun tipo di pensiero al riguardo? Nemmeno sul non volere che quello la tocchi? Agisce però non ha motivazioni, le tiene nascoste. E questo mi ha portato fuori dalla storia e ha compromesso un po’ l’empatia.

Conclusione: buona idea e bella la declinazione del tema che scava nella realtà più dolorosa. Padroneggi la prima persona con sempre maggiore abilità, però come lettrice non sono riuscita a godere del tutto la lettura a causa di quello che ho percepito come un inganno voluto.
Come fare a creare suspense e colpo di scena senza ingannare? Difficilissimo. Hai alzato l’asticella e quindi hai fatto bene al di là del risultato su di me. Giusto provare

Buona edizione e buona scrittura!

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MatteoMantoani
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#16 » sabato 22 maggio 2021, 21:56

Debora D ha scritto:Ciao Matteo, piacere di leggerti.
Il tuo racconto ha due spunti interessanti per me: gli occhi di un russo (?) che giudica un duo di italiani con tanto di stereotipi e il tema colto attraverso l’idea della dipendenza di Tanja.
Lo stile è buono e si vede la crescita della tua esperienza, ti muovi più sicuro.

Ciao Debora. :) Grazie per il complimento, so che sei giustamente molto severa, quindi se lo dici tu per me vale doppio.

Alcune cosine che ho notato riguardo alla scelta dello stile e della persona narrativa (prima persona con filtro profondo):

L’uso di tre stampelle temporali che potevi evitare:
poi si volta. Il suo culo ondeggia mentre si allontana. / Il suo mento si trascina sulla mia spalla, mentre annuisce.
Nella mente del lettore le scene si succedono comunque in sequenza, quindi il poi serve poco ma non lo trovo gravissimo; quello che mi piace meno è il mentre, il lettore deve comunque tornare indietro per ricostruire la contemporaneità che non è naturale.

Sono d'accordo. È stata mia pigrizia in realtà, era tardi ed ero un po' stanco, e non ho riformulato le frasi. Ce n'è una in particolare che pensavo che mi avresti segnato, in cui la sequenza temporale è proprio sbagliata: quella in cui il pdv constata che Benetti batte il pugno sul tavolo perché Tanja non gli dà retta.

Usi un sistema di ripetizione del pensiero diretto per creare un crescendo utile alla storia.
Dieci zeri, l’affare vale dieci zeri. Dieci zeri, se abboccano siamo ricchi. Lo so: un uno, seguito da dieci zeri. Sono abbastanza, dieci zeri? Li vali dieci miliardi, Tanjushka?
Sono cinque ripetizioni e le ho trovate eccessive, a mio gusto avrei eliminato una di quelle centrali riferite agli italiani perché arrivano davvero a pochissima distanza.

Se dici che è troppo ripetitivo ne prendo atto. Era certamente un esperimento, per creare suspence e fare intendere un certo conflitto interiore.

Il primo Benetti, → anticipare il cognome dei due fratelli all’inizio, poi aggiungere un pensiero sulla nazionalità

Una cosa che ho tolto nella seconda stesura per metterla dopo. In effetti ci stava meglio subito.

Dal punto di vista del contenuto la storia è forte però avendo scelto un filtro profondo c’è una cosa che non mi torna e non mi sembra del tutto coerente: la costruzione del colpo di scena a partire da
Il suo viso… Oddio! fino a Perdonami, Tanjushka.
Lui vede la ragazza che è sua figlia, ci dice il nome, ma nessuno dei suoi pensieri diretti ci dice nulla del suo legame con lei. Non mi torna, mi sembra un inganno, un nascondere volutamente la lettore, mettendo in ombra una parte dei suoi pensieri.
La figlia è fuggita di casa e lui la ritrova o sapeva già che lavorava in quel club? Nel primo caso è possibile che non abbia alcun tipo di pensiero al riguardo? Nemmeno sul non volere che quello la tocchi? Agisce però non ha motivazioni, le tiene nascoste. E questo mi ha portato fuori dalla storia e ha compromesso un po’ l’empatia.

Devi dire un'ottima osservazione, io stesso non avevo notato questa cosa. In effetti questo narratore è un po' inaffidabile. Avrei potuto inserire qualche pensiero diretto su Tanja proprio dopo "Oddio", anche come ha suggerito Isabella.

Conclusione: buona idea e bella la declinazione del tema che scava nella realtà più dolorosa. Padroneggi la prima persona con sempre maggiore abilità, però come lettrice non sono riuscita a godere del tutto la lettura a causa di quello che ho percepito come un inganno voluto.
Come fare a creare suspense e colpo di scena senza ingannare? Difficilissimo. Hai alzato l’asticella e quindi hai fatto bene al di là del risultato su di me. Giusto provare
Buona edizione e buona scrittura!

Buon contest anche a te, e grazie per il commento super dettagliato e utilissimo, come al solito.

Giulio_Marchese
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#17 » lunedì 24 maggio 2021, 21:40

Ciao Matteo.
Il tuo racconto mi è piaciuto abbastanza. Il punto di forza è lo stile, il ritmo è buono è si lascia leggere con piacere. Il punto debole invece, secondo me, sta nella costruzione. Cerco di spiegarmi: fai una lunga semina, il numero di zeri è un elemento ricorrente così come l'affare, il problema sta nel raccolto che, per me, è stato poco soddisfacente. Hai pompato così tanto su questo misterioso affare che non vedevo l'ora di scoprire di cosa si trattasse e poi, di botto, il racconto prende tutt'altra direzione e si scopre che volevi raccontarci tutt'altro. Non fraintendermi è molto realistico, potrebbe benissimo accadere nella vita vera, ma la narrativa al contrario della vita vuole una maggior coerenza per cui se generi un senso di mistero a un certo punto devi svelarlo, anche an passant prima di andare dove avevi deciso. A parte questo è una buona prova, e l'incontro padre figlia è molto ben gestito, complimenti!

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MatteoMantoani
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#18 » lunedì 24 maggio 2021, 22:29

Giulio_Marchese ha scritto:Ciao Matteo.
Il tuo racconto mi è piaciuto abbastanza. Il punto di forza è lo stile, il ritmo è buono è si lascia leggere con piacere. Il punto debole invece, secondo me, sta nella costruzione. Cerco di spiegarmi: fai una lunga semina, il numero di zeri è un elemento ricorrente così come l'affare, il problema sta nel raccolto che, per me, è stato poco soddisfacente. Hai pompato così tanto su questo misterioso affare che non vedevo l'ora di scoprire di cosa si trattasse e poi, di botto, il racconto prende tutt'altra direzione e si scopre che volevi raccontarci tutt'altro. Non fraintendermi è molto realistico, potrebbe benissimo accadere nella vita vera, ma la narrativa al contrario della vita vuole una maggior coerenza per cui se generi un senso di mistero a un certo punto devi svelarlo, anche an passant prima di andare dove avevi deciso. A parte questo è una buona prova, e l'incontro padre figlia è molto ben gestito, complimenti!

Ciao Giulio, grazie per il tuo commento e per i complimenti. Che dire.. il racconto punta tutto proprio sul finale in cui non si svela la natura di questo affare (non importante allo scopo della vicenda) ma la riconciliazione tra padre e figlia. Che tu avessi invece preferito sapere qualcosa sull'esito dell'affare e che non ti sia piaciuta più di tanto la piega del racconto, ci può stare. In effetti il mio era assolutamente un esperimento, non sono avvezzo a storie di questo tipo, e proprio per questo ho voluto osare di esplorare qualcosa che mi piacerebbe padroneggiare (le storie strappalacrime in cui tutti alla fine si abbracciano e si vogliono bene) ma su cui al momento sono sicuro di sapere poco. Forse nel mio subconscio anche io avrei preferito scrivere una storia di mafia russa, con affari scottanti e pistolettate, e dare minor peso alle famiglie che si riconciliano. Eppure, ho voglia di imparare a scrivere qualcosa che a mia sensazione riesce a partire con una marcia in più. In un certo senso mi dà piacere sapere che ci sarà sempre qualcuno, come te, che invece preferisce le storie di un altro tipo. Quindi grazie, e buona gara, e alla prossima volta ;)

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wladimiro.borchi
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#19 » martedì 25 maggio 2021, 9:36

Un buon racconto, che non arriva a essere ottimo per qualche sbavatura qua e là.
All'inizio c'è una fastidiosa ripetizione del termine "italiani".
Il twist è molto carino ma alcune delle frasi del protagonista, come ti hanno già fatto notare, sono poco aderenti al carattere che gli hai dato.
La ripetizione ossessiva dei dieci zeri alla lunga stanca. All'inizio fa un bell'effetto ma ne avrei messe un paio di meno.
Per il resto nulla da eccepire né sul piano del contenuto che su quello dello stile.
A rileggerci presto
W

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MatteoMantoani
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#20 » martedì 25 maggio 2021, 10:59

wladimiro.borchi ha scritto:Un buon racconto, che non arriva a essere ottimo per qualche sbavatura qua e là.
All'inizio c'è una fastidiosa ripetizione del termine "italiani".
Il twist è molto carino ma alcune delle frasi del protagonista, come ti hanno già fatto notare, sono poco aderenti al carattere che gli hai dato.
La ripetizione ossessiva dei dieci zeri alla lunga stanca. All'inizio fa un bell'effetto ma ne avrei messe un paio di meno.
Per il resto nulla da eccepire né sul piano del contenuto che su quello dello stile.
A rileggerci presto
W

Ciao Wlad, grazie mille per il tuo commento. Mea culpa per la ripetizione degli "italiani", non voluta, ma, se me lo consenti, effetto MC. Sulla caratterizzazione del personaggio: hai sottolineato una delle difficoltà su cui sto cercando di lavorare, più grande scivolone è stato il racconto di qualche edizione fa (quello con tema "Mettere Radici"). Sulla ripetizione degli zeri.. volevo appunto creare una certa sensazione di paranoia, o di pensiero ricorrente.. anche tu, come Debora, mi hai segnalato che potevo mettere meno riferimenti, forse allora è sintomo che ho veramente calcato la mano troppo: dagli errori si impara.
Comunque sono contento che nel complesso il pezzo ti sia piaciuto. Grazie ancora e alla prossima volta!

FilippoR
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#21 » martedì 25 maggio 2021, 13:53

Ciao Matteo e piacere di leggerti,
il tuo racconto mi ha sorpreso (positivamente), credevo che la storia fosse incentrata sul losco affare che avevano e invece la parte finale mi ha sorpreso, inaspettata per me. Credevo che Tanja significasse qualcosa per lui ma mai che fosse la figlia.
Durante la lettura mi ha stranito un po' quel "dieci miliardi". Questo perché non avevo realizzato subito che fosse un businessman losco, ma questo lo vedo come un mio problema, non del testo.
La lettura mi è stata scorrevole tranne che per il Benetti uno e due (ma che ho letto nei commenti che hai corretto in seconda stesura) e per quel dieci miliardi che ho compreso solo dopo.
Mi sono giustificato il fatto che non pensasse a lei come figlia inizialmente come una sorta di protezione (anche nei suoi stesi pensieri) per evitare quanto più possibile di fare qualcosa che potessi tradirli.
Alla prossima.

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MatteoMantoani
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#22 » martedì 25 maggio 2021, 16:52

FilippoR ha scritto:Ciao Matteo e piacere di leggerti,
il tuo racconto mi ha sorpreso (positivamente), credevo che la storia fosse incentrata sul losco affare che avevano e invece la parte finale mi ha sorpreso, inaspettata per me. Credevo che Tanja significasse qualcosa per lui ma mai che fosse la figlia.
Durante la lettura mi ha stranito un po' quel "dieci miliardi". Questo perché non avevo realizzato subito che fosse un businessman losco, ma questo lo vedo come un mio problema, non del testo.
La lettura mi è stata scorrevole tranne che per il Benetti uno e due (ma che ho letto nei commenti che hai corretto in seconda stesura) e per quel dieci miliardi che ho compreso solo dopo.
Mi sono giustificato il fatto che non pensasse a lei come figlia inizialmente come una sorta di protezione (anche nei suoi stesi pensieri) per evitare quanto più possibile di fare qualcosa che potessi tradirli.
Alla prossima.

Ciao Filippo, sono contento che il twist sia riuscito a sorprenderti, e mi fa anche piacere che tu abbia letto la mancanza di informazioni che il pdv dà su Tanja, come un voler nascondere la cosa anche a sé stessi. Era un po' la mia intenzione rendere un senso di colpa talmente forte da non riuscire nemmeno ad ammetterlo nella propria testa, ma mi rendo conto di quanto questo particolare sia difficile sia da scrivere che da cogliere. Grazie ancora e alla prossima!

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antico
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#23 » domenica 30 maggio 2021, 11:32

Come Isabella ho avuto difficoltà a visualizzare la partenza del racconto perché anch'io sono stato portato a credere che fosse un cameriere, il pdv. Una volta risolto quel punto, la lettura è partita e lo svolgersi dei fatti è risultato ben orchestrato anche se, personalmente, ho sempre trovato orribile apostrofare del personaggi con 1 e 2, come fai qui con i Benetti. Molto arguta la segnalazione di Debora sul narratore inaffidabile, in effetti sei incorso in quel problema, ma ci voleva occhio per accorgersene e a me è sfuggito. Il tema è ben declinato anche se ho trovato forzato che s'incontrassero con Tanja proprio quella sera. Problematico anche il suo rinunciare all'affare per la figlia dopo che per una vita intera lei è risultata sbandata e drogata (del resto neppure sapeva di trovarla lì), forse troppo repentina questa svolta. Concludendo, il racconto gira bene anche se con qualche forzatura qua e là che sei stato bravo a nascondere in modo che riducessero l'impatto sulla lettura. Direi un pollice tendente verso l'alto in modo solido, ma non brillante.

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Giacomo Puca
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#24 » lunedì 31 maggio 2021, 20:27

Ehilà Matteo!

Sono passato a dirti la mia, anche se molte delle mie considerazioni ti sono già state fatte da altri commentatori.

Le cose che mi "hanno dato più fastidio" sono il dialogo finale che mi è sembrato posticcio. Non sembra proprio la reazione emotiva di un padre a una figlia tossica, se non nel mondo delle soap-opera.
Altro punto, la reazione "oddio, Tanja!". Più che la reazione di un padre che ha riconosciuto la figlia mi è sembrato un trucco un po' disonesto che l'autore usa per nascondere informazioni per il futuro colpo di scena.
Discorso diverso sarebbe stato se la storia non fosse narrata in tempo reale, e allora ci starebbe benissimo che un narratore/pdv realistico (e magari nervoso, emotivo) non specifichi subito che quella è sua figlia.

Anche l'ambientazione è un po' troppo assente. Sarebbe bastato introdurre qualche accenno microscopico un paio di volte per rendere la scena più vivida (che so, il bicchiere del Benetti uno che cambia colore al pulsare delle luci da spogliarellista, qualcuno che urla ubriaco da tre tavolini di distanza ...). Invece la scena sembra in una bolla, completamente separata dall'ambiente.

Il tema non mi sembra incarnato in pieno. Questa storia sembra parli più di dover decidere tra gli interessi e chi amiamo. Volendo interpretare un po' si potrebbe comunque ravvedere l'adattamento (mancato) di un padre al mondo del crimine e quello (distorto) di una figlia alle difficoltà della vita.

Butto lì un'idea per renderlo più aderente, mediante un finale più oscuro:
Il protagonista accetta che sua figlia è quel che è, e allora riecheggia il tema → le dà delle banconote e la trascina dal cliente. "Chiudiamo questo affare e vatti a divertire. Offro io." Poi guardando la figlia negli occhi: "Quelli come noi, devono adattarsi, mi capisci no?"


Fatte le dovute pulci, il racconto è solido, chiaro e ha una buona struttura.
A presto!
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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MatteoMantoani
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Re: Il valore di Tanja

Messaggio#25 » lunedì 31 maggio 2021, 23:09

antico ha scritto:Come Isabella ho avuto difficoltà a visualizzare la partenza del racconto perché anch'io sono stato portato a credere che fosse un cameriere, il pdv. Una volta risolto quel punto, la lettura è partita e lo svolgersi dei fatti è risultato ben orchestrato anche se, personalmente, ho sempre trovato orribile apostrofare del personaggi con 1 e 2, come fai qui con i Benetti. Molto arguta la segnalazione di Debora sul narratore inaffidabile, in effetti sei incorso in quel problema, ma ci voleva occhio per accorgersene e a me è sfuggito. Il tema è ben declinato anche se ho trovato forzato che s'incontrassero con Tanja proprio quella sera. Problematico anche il suo rinunciare all'affare per la figlia dopo che per una vita intera lei è risultata sbandata e drogata (del resto neppure sapeva di trovarla lì), forse troppo repentina questa svolta. Concludendo, il racconto gira bene anche se con qualche forzatura qua e là che sei stato bravo a nascondere in modo che riducessero l'impatto sulla lettura. Direi un pollice tendente verso l'alto in modo solido, ma non brillante.

Grazie mille Antico per il tuo commento, chiaro, preciso e severo come giusto che sia. Mi dispiace per i Benetti 1 e 2, pensavo così di riuscire a esprimere i pensieri del pdv, che vedeva i due fratelli come uno la copia dell'altro. Comprendo che non sia proprio una soluzione elegante, e che al lettore possa non piacere.
Che il racconto prenda una piega un po' forzata, è certamente intenzionale per arrivare al finale strappalacrime, ma forse troppo forzato per sembrare autentico. Ci penserò, e ci lavorerò. Dopo aver ricevuto così tanti commenti negativi ero un po' tentato di abbandonare l'dea di scrivere cose del genere e ripiegare su quello che mi riesce meglio (i robottoni senza sentimenti che sparano laser dagli occhi :) ma il succo di un bella storia sta soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi, e finché non imparerò bene a tratteggiare l'anima di un personaggio, non riuscirò veramente a far breccia nel cuoricino dei lettori.

Giacomo Puca ha scritto:Ehilà Matteo!

Sono passato a dirti la mia, anche se molte delle mie considerazioni ti sono già state fatte da altri commentatori.

Grazie mille Giacomo per essere passato!

Le cose che mi "hanno dato più fastidio" sono il dialogo finale che mi è sembrato posticcio. Non sembra proprio la reazione emotiva di un padre a una figlia tossica, se non nel mondo delle soap-opera.
Altro punto, la reazione "oddio, Tanja!". Più che la reazione di un padre che ha riconosciuto la figlia mi è sembrato un trucco un po' disonesto che l'autore usa per nascondere informazioni per il futuro colpo di scena.
Discorso diverso sarebbe stato se la storia non fosse narrata in tempo reale, e allora ci starebbe benissimo che un narratore/pdv realistico (e magari nervoso, emotivo) non specifichi subito che quella è sua figlia.

Le reazioni del pdv, sono sicuramente il punto debole del racconto. Volevo a tutti i costi un finale strappalacrime, poiché voglio imparare a scrivere storie che lascino qualcosa di emotivo, che tocchi le corde giuste nel lettore per dargli quella spinta per affezionarsi alla storia. Questo racconto era un esperimento, e certamente non riuscito del tutto. Ho ancora da lavorare, e sono qui per imparare, come tutti gli altri padawan.

Anche l'ambientazione è un po' troppo assente. Sarebbe bastato introdurre qualche accenno microscopico un paio di volte per rendere la scena più vivida (che so, il bicchiere del Benetti uno che cambia colore al pulsare delle luci da spogliarellista, qualcuno che urla ubriaco da tre tavolini di distanza ...). Invece la scena sembra in una bolla, completamente separata dall'ambiente.

Questo è un buon punto, che nessun altro mi ha segnalato. In effetti l'ambiente c'è poco, puntavo soprattutto alle reazioni tra i personaggi e al dilemma interiore del pdv (più riuscito sul trattenersi a scaricare piombo in faccia agli antipatici clienti, che sul perdonare la figlia). Potrei portare a mia difesa il poco spazio, la fretta, l'effetto MC. Ma direi bugie :) stavolta proprio non ci ho pensato.

Il tema non mi sembra incarnato in pieno. Questa storia sembra parli più di dover decidere tra gli interessi e chi amiamo. Volendo interpretare un po' si potrebbe comunque ravvedere l'adattamento (mancato) di un padre al mondo del crimine e quello (distorto) di una figlia alle difficoltà della vita.

Butto lì un'idea per renderlo più aderente, mediante un finale più oscuro:
Il protagonista accetta che sua figlia è quel che è, e allora riecheggia il tema → le dà delle banconote e la trascina dal cliente. "Chiudiamo questo affare e vatti a divertire. Offro io." Poi guardando la figlia negli occhi: "Quelli come noi, devono adattarsi, mi capisci no?"

Così sarebbe stato anche più coerente col taglio iniziale del flusso di coscienza, e forse sarebbe stato valutato anche meglio... ma, purtroppo, il mio era un esperimento per far strappare lacrime con gente che si abbraccia, e in quel modo penso non avrei ottenuto l'effetto sperato.

Fatte le dovute pulci, il racconto è solido, chiaro e ha una buona struttura.
A presto!

Sì, ma questo racconto mi sta sulle palle :) come anche quello del pacchetto regalo, di qualche edizione fa. Lo ritengo un esperimento riuscito a metà che mi offre certamente la possibilità di imparare dai miei errori, ma che anche se ripulito non credo potrà mai dare più di quello che ha già dato.
I miei tentativi non finiscono qui, un giorno riuscirò a far calare la lacrimuccia, devo solo studiare ancora :)
Grazie per la tua severità, i commenti duri aiutano a crescere, e in questa edizione ne ho ricevuti tanti e utilissimi.

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