l'edera

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Gennibo
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l'edera

Messaggio#1 » martedì 18 maggio 2021, 0:07

L'edera

Sento il telefono che suona, ma dove l’ho messo? Vedo la sua fioca luce tra il giubbotto di jeans e l’impermeabile impilato sullo sgabello della cucina a vista. Lo sgabello è il primo punto di appoggio quando rientro in casa, finisce tutto lì. È una piccola montagna pronta per essere smantellata alla prima promessa di un appuntamento fuori, mi infilo qualcosa e via, con gli amici, o con Elio, con mamma, con Valeria, e poi c’è il gruppo di lettura, di teatro, di cinese. Devo anche decidermi ad andare al corso di difesa personale di Krav maga, non vorrei incontrare Marco ed essere impreparata, quell’incazzoso ancora non si è rassegnato al mio “non ti sopporto più”. Io non sono la pantofolaia che lui vorrebbe che io fossi; pronta ad aspettarlo la sera con la parmigiana sul piatto e con indosso una lingerie hot.
– Pronto? Pronto! – Il martello pneumatico che fuori buca l’asfalto mi impedisce di sentire chi è. Chiudo la finestra decapitando il rametto di edera della vicina, che crolla a terra. – Ciao Vale, come stai?
– Sono un po’ preoccupata, hai sentito la notizia?
– Sai che non guardo la televisione.
– Per le prossime settimane dobbiamo stare in casa, c’è il rischio di fare incontri letali.
– Cosa? A me non frega, Io devo uscire! Non posso mica infognarmi in casa? Io ho bisogno di uscire, vedere gli amici, più ancora di respirare.

Un anno dopo.

Suona il telefono e so dov’è! Mica come l’anno scorso, quando c’erano mucchi di roba dappertutto.
– Ciao Vale. – mi spatascio sul divano in videocall con lei.
– Cos’è tutto quel verde? – mi chiede.
– È l’edera della vicina, pare che questo sia un posto a lei congeniale, si è arrampicata sui muri con una capacità di adattamento formidabile, ogni tanto la bagno, direi che le piace, guarda come sta crescendo.
– Sara! Ma quella è la Psifollicolarus Tremendas, è di lei che stiamo cercando di liberarci, possibile che non vedi le news?
– Sai che adesso guardo solo Netflix.
– Devi liberarti di quella roba, se non stiamo attenti ricoprirà tutto il pianeta, rovinerà strade, grattacieli, automobili… devi, devi chiamare subito la disinfestazione!
– E perché? Io e lei ci troviamo bene insieme, da quando è qui l’aria è più ossigenata, e poi è una bella macchia verde, sembra di stare fuori, nel parco, senza lo stress di uscire, prendere i mezzi, se poi piove, ci si bagna, fa freddo. Qui invece si sta così bene.
– Ma ti si è fritto il cervello? Che fine ha fatto la mia amica che voleva sempre uscire?
– Sai cosa diceva Einstein? L’intelligenza umana si misura dalla sua capacità di adattamento, e sai cosa ti dico io? In effetti, stare in casa mi piace.
– E i tuoi amici? Tua madre? Elio? Il Krav maga?
– C’è Zoom, li vedo più di prima. Il Krav non mi serve più.
– Perché? Marco non ti ha più dato fastidio?
– È venuto a trovarmi una notte che già dormivo, ha scassinato la porta ed è entrato, ubriaco, con un coltello in mano, ha giurato che non se ne sarebbe più andato. Diciamo che abbiamo avuto un "chiarimento" e da allora non mi ha più disturbato.
– Sara!?
– Che c’è?
– Cos’è quella massa verde che assomiglia al tuo ex?
– Ma nulla tesoro, è che io e questa edera, come l’hai chiamata? Ah, sì, Tremendas. Dicevo, io e lei ci troviamo bene. Abbiamo fatto un patto, basta che io la tengo bagnata e lei mi aiuterà, se ne avrò bisogno.
Ultima modifica di Gennibo il martedì 18 maggio 2021, 0:36, modificato 3 volte in totale.



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antico
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Re: l'edera

Messaggio#2 » martedì 18 maggio 2021, 0:10

Ciao Isabella! Caratteri e tempo ok anche per te, divertiti in questa ALL STARS EDITION!

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Gennibo
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Re: l'edera

Messaggio#3 » martedì 18 maggio 2021, 0:13

Ciao Maurizio, grazieee!

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Michael Dag
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Re: l'edera

Messaggio#4 » mercoledì 19 maggio 2021, 12:34

La cosa che più ho apprezzato dei racconto è la naturalezza con cui la protagonista si vive la cosa. Mi ha spiazzato. C'è un'infestazione planetaria di piante carnivore e lei tranquillissima se ne tiene una in casa. anzi, le piace pure, la suo nuova condizione. Mi sembra che sia scivolata nella follia (ha un cadavere in camera da letto!) ma "chemmefrga sto bene"
solo i dialoghi li ho trovati un po' forzosi, troppe virgole, elenchi, concetti ripetuti, cose che allungano il brodo per nulla, ha capito cosa intendo, si?

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maurizio.ferrero
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Re: l'edera

Messaggio#5 » giovedì 20 maggio 2021, 11:22

Ciao Isabella, piacere di rileggerti.

Mi è piaciuta molto l'idea alla base del tuo racconto. L'adattamento della protagonista a una nuova vita più sedentaria e il legame quasi simbiotico con la pianta sono ben narrati e ti fanno centrare il tema del contest.
Mi è piaciuto come, negli incipit di entrambe le parti, descrivi la vita della protagonista e poi la ribalti a un anno di distanza.
Il finale è molto divertente, mi è piaciuto.
Non tutto però funziona a meraviglia. La telefonata con l'amica ha dei dialoghi poco naturali, con un "As you know, Bob" bello e buono che arriva con questa battuta "– Sara! Ma quella è la Psifollicolarus Tremendas, è di lei che stiamo cercando di liberarci, possibile che non vedi le news?"
Entrambe le protagoniste sanno già la cosa, quindi è chiaro che l'informazione così dettagliata è rivolta al lettore, in maniera talmente esplicita da abbattere per un momento la sospensione dell'incredulità.
Il resto del dialogo ha delle battute un po' artefatte, poco naturali. Sembra quasi che stiano recitando un copione.
Altre criticità non ce ne sono, il racconto mi sembra buono, peccato per questo dettaglio.

A presto!

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MatteoMantoani
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Re: l'edera

Messaggio#6 » giovedì 20 maggio 2021, 18:50

Ciao Isabella,
ho commentato tutti e quindi ho pensato di venire a fare un giro qui nel tuo gruppo. Ho letto il tuo racconto e, a parte l’infodump iniziale (che mi pare un po’ troppo invasivo), la lettura è andata avanti senza intoppi. Molto carina questa invasione vegetale, che mi ha ricordato l’Invasione degli Ultracorpi (in effetti questo mi ha subito fatto pensare che la protagonista avrebbe in qualche modo socializzato con l’alieno), ma anche la Piccola Bottega degli Orrori (il fidanzato fagocitato). I dialoghi secondo me sono buoni, a parte qualche effetto “doppiaggese” qua e là (quel “ti si è fritto il cervello” mi pare un po’ televisivo). Un racconto divertente :)

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Gennibo
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Re: l'edera

Messaggio#7 » giovedì 20 maggio 2021, 19:24

Michael Dag ha scritto:La cosa che più ho apprezzato dei racconto è la naturalezza con cui la protagonista si vive la cosa. Mi ha spiazzato. C'è un'infestazione planetaria di piante carnivore e lei tranquillissima se ne tiene una in casa. anzi, le piace pure, la suo nuova condizione. Mi sembra che sia scivolata nella follia (ha un cadavere in camera da letto!) ma "chemmefrga sto bene"
solo i dialoghi li ho trovati un po' forzosi, troppe virgole, elenchi, concetti ripetuti, cose che allungano il brodo per nulla, ha capito cosa intendo, si?

Grazie dell'apprezzamento e di avermi fatto notare la criticità del dialogo :D

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Gennibo
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Re: l'edera

Messaggio#8 » giovedì 20 maggio 2021, 20:40

maurizio.ferrero ha scritto:Ciao Isabella, piacere di rileggerti.

Mi è piaciuta molto l'idea alla base del tuo racconto. L'adattamento della protagonista a una nuova vita più sedentaria e il legame quasi simbiotico con la pianta sono ben narrati e ti fanno centrare il tema del contest.
Mi è piaciuto come, negli incipit di entrambe le parti, descrivi la vita della protagonista e poi la ribalti a un anno di distanza.
Il finale è molto divertente, mi è piaciuto.
Non tutto però funziona a meraviglia. La telefonata con l'amica ha dei dialoghi poco naturali, con un "As you know, Bob" bello e buono che arriva con questa battuta "– Sara! Ma quella è la Psifollicolarus Tremendas, è di lei che stiamo cercando di liberarci, possibile che non vedi le news?"
Entrambe le protagoniste sanno già la cosa, quindi è chiaro che l'informazione così dettagliata è rivolta al lettore, in maniera talmente esplicita da abbattere per un momento la sospensione dell'incredulità.
Il resto del dialogo ha delle battute un po' artefatte, poco naturali. Sembra quasi che stiano recitando un copione.
Altre criticità non ce ne sono, il racconto mi sembra buono, peccato per questo dettaglio.

A presto!

Grazie delle belle parole Maurizio! Mannaggia a Bob, ci devo litigare con quello, così poi non ci parlo più. ;) La questione del copione è interessante, ci devo ragionare sopra.

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Gennibo
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Re: l'edera

Messaggio#9 » giovedì 20 maggio 2021, 20:49

MatteoMantoani ha scritto:Ciao Isabella,
ho commentato tutti e quindi ho pensato di venire a fare un giro qui nel tuo gruppo. Ho letto il tuo racconto e, a parte l’infodump iniziale (che mi pare un po’ troppo invasivo), la lettura è andata avanti senza intoppi. Molto carina questa invasione vegetale, che mi ha ricordato l’Invasione degli Ultracorpi (in effetti questo mi ha subito fatto pensare che la protagonista avrebbe in qualche modo socializzato con l’alieno), ma anche la Piccola Bottega degli Orrori (il fidanzato fagocitato). I dialoghi secondo me sono buoni, a parte qualche effetto “doppiaggese” qua e là (quel “ti si è fritto il cervello” mi pare un po’ televisivo). Un racconto divertente :)

Grazie di essere passato e di aver commentato, (superlettore direi, io sono a quota due) ho apprezzato moltissimo il tuo commento con i richiami alle varie opere, andrò certamente ad approfondire i titoli che hai menzionato.
Alla prossima!

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Davide_Mannucci
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Re: l'edera

Messaggio#10 » venerdì 21 maggio 2021, 12:23

Ciao Isabella! Davvero un piacere leggerti.
Il tuo racconto mi piace davvero! Sì, ci sono delle cose che potrebbero essere aggiustate, come i dialoghi che sembrano forzati, come a voler dare informazioni al lettore, ma la storia funziona e va dritta al punto. Mentre leggevo saliva la curiosità e mi domandavo cosa fosse successo al Marco stalker (hai seminato molto bene la cosa) e cosa fosse quell’edera. Fantastico aver messo il dettaglio della decapitazione del ramo e poi ne è venuto fuori una tremenda (anzi Tremendas) pianta carnivora.Direi che il principio della pistola di Checov è rispettato alla grande. Hai messo una pistola in una scena e alla fine l’hai fatta sparare!
Anche tu mi metterai in difficoltà per la classifica ma, classifica e gara a parte, ti faccio i miei complimenti.
A presto!
Davide Mannucci

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Gennibo
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Re: l'edera

Messaggio#11 » venerdì 21 maggio 2021, 15:07

Grazie delle tue bellissime parole Davide, sono felice che ti sia piaciuto!

Cristina
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Re: l'edera

Messaggio#12 » domenica 23 maggio 2021, 22:11

Ciao e piacere !!
Molto carino il tuo racconto, in particolare ho apprezzato i toni ed il finale. La protagonista crea una simbiosi con questa pianta che le ha salvato la vita, cadendo un po’ nella follia. I dialoghi forse sono il punto debole del racconto: li usi per far passare le informazioni, però alcuni passaggi sono ripetizioni di cose che la protagonista sa e quindi suonano un po’ finti. Ma niente di tragico eh, mi sono divertita a leggerli. Qualche piccola nota: avrei evitato lo spiegone iniziale e poi l’indicazione del rumore del martello pneumatico arriva un po’ troppo tardi e mi ha fatto domandare : come ha fatto allora a sentire il suono del telefono sommerso dai vestiti?
Mi chiedo anche come la protagonista sia passata da ignorare del tutto la pianta (ne rompe un ramo nella finestra) a crescersela e farci un patto : quando si mangia il suo ex fidanzato doveva essere già ben sviluppata in casa. Il fatto che la curi con attenzione dopo quell’episodio e’ spiegabile, mentre il processo che l’ha portata fin lì non direi... certo non potevi raccontarci tutta la storia con così pochi caratteri. Magari per non lasciare questo dubbio potevi fare che dopo aver rotto il rametto lo aveva raccolto sentendosi in colpa o qualcosa del genere, questo avrebbe dato un qualche indizio sul perché inizia ad occuparsene. Grazie della lettura !! Cristina
Cristina Di Rosa

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lucaspalletti
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Re: l'edera

Messaggio#13 » lunedì 24 maggio 2021, 13:03

Ciao Isabella,
piacere di leggerti!
L'idea alla base del racconto è simpatica e perfettamente aderente al tema.
Ho trovato però un pelo sbrigativo il modo in cui hai gestito la vicenda e dialoghi ed eventi risultano in qualche modo "artefatti".
Ti faccio qualche esempio:
– Sono un po’ preoccupata, hai sentito la notizia?
– Sai che non guardo la televisione.
– Per le prossime settimane dobbiamo stare in casa, c’è il rischio di fare incontri letali.
– Cosa? A me non frega, Io devo uscire! Non posso mica infognarmi in casa? Io ho bisogno di uscire, vedere gli amici, più ancora di respirare.

Possibile che la reazione a una notizia del genere, tra l'altro molto vaga, sia quella del "chemmenefrega? :D almeno mi sarei aspettato che la protagonista chiedesse maggiori informazioni, prima di reagire eventualmente così.
Oppure:
Suona il telefono e so dov’è! Mica come l’anno scorso, quando c’erano mucchi di roba dappertutto.
Sarò io che non ricordo nemmeno cos'ho mangiato 10 minuti fa, ma come fa a ricordarsi, a distanza di un anno, un evento simile? mi sembra un po' forzato, e oltretutto immotivato dato che ci dici già, nello stacco, quanto tempo sia trascorso.
Per il resto, al netto di qualche infodump, il racconto è legegro e godibile. Molto simpatico l'epilogo.
Sono sicuro che lavorando sugli aspetti più tecnici potrebbe uscire un bel pezzo!
Mi spatascio sul divano e ti auguro una buona edition, a presto! :)
Luca

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Pietro D'Addabbo
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Re: l'edera

Messaggio#14 » lunedì 24 maggio 2021, 13:16

Ciao Isabella, piacere di leggerti.

Dividi la narrazione in due distinti periodi temporali. La prima parte funziona bene, c'e' la descrizione di questa protagonista emancipata e 'rampante'. A parte il dettaglio che una persona cosi' integrata nel sociale possa astenersi dall'essere costantemente aggiornata (quanto meno sul gossip) tutto fila liscio.
La seconda parte invece inciampa su un "Mica come l’anno scorso" che mi ha estratto dal racconto. Il commento, reso superfluo dal precedente italico che chiariva a sufficienza la differenza temporale, sembra dirmi che la protagonista sa che ho appena letto di come si comportava un anno prima!
A questo punto forse la mia attenzione si e' focalizzata troppo su questo aspetto, rilevando altre incongruenze. La ragazza afferma che con Zoom vede tutti piu' di prima, eppure questa sua cara amica la sente oggi per la prima volta dopo un anno dall'inizio dell'infestazione. Vede tutti i parenti, eppure non conosce le news. Anche senza guardare il telegiornale, quale madre non avrebbe raccomandato alla figlia single di mettere la maglia di lana per il freddo e di "non aprire alle piante sconosciute"?
L'idea ha delle ottime potenzialita', ma secondo me va ripensata la coerenza interna del racconto.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Gennibo
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Re: l'edera

Messaggio#15 » lunedì 24 maggio 2021, 18:13

Cristina ha scritto:Ciao e piacere !!
Molto carino il tuo racconto, in particolare ho apprezzato i toni ed il finale. La protagonista crea una simbiosi con questa pianta che le ha salvato la vita, cadendo un po’ nella follia. I dialoghi forse sono il punto debole del racconto: li usi per far passare le informazioni, però alcuni passaggi sono ripetizioni di cose che la protagonista sa e quindi suonano un po’ finti. Ma niente di tragico eh, mi sono divertita a leggerli. Qualche piccola nota: avrei evitato lo spiegone iniziale e poi l’indicazione del rumore del martello pneumatico arriva un po’ troppo tardi e mi ha fatto domandare : come ha fatto allora a sentire il suono del telefono sommerso dai vestiti?
Mi chiedo anche come la protagonista sia passata da ignorare del tutto la pianta (ne rompe un ramo nella finestra) a crescersela e farci un patto : quando si mangia il suo ex fidanzato doveva essere già ben sviluppata in casa. Il fatto che la curi con attenzione dopo quell’episodio e’ spiegabile, mentre il processo che l’ha portata fin lì non direi... certo non potevi raccontarci tutta la storia con così pochi caratteri. Magari per non lasciare questo dubbio potevi fare che dopo aver rotto il rametto lo aveva raccolto sentendosi in colpa o qualcosa del genere, questo avrebbe dato un qualche indizio sul perché inizia ad occuparsene. Grazie della lettura !! Cristina

Ciao Cristina, il piacere è mio! Grazie per il tuo commento che mi ha fatto riflettere, in effetti avrei dovuto dire che il martello pneumatico aveva iniziato a fare rumore e subito dopo Sara cerca di parlare con l'amica, ho pensato a una protagonista un po' per aria, che vive in mondo tutto suo. La pianta, essendo una rampicante molto invasiva, che assomiglia all'edera (che appunto, è molto invasiva) fa tutto da sola, le due non si danno fastidio, Sara la vede, le piace. Quando arriva l'ex minaccioso la pianta lo fagocita (ho cercato di usare una pianta "irreale" in un contesto che poteva essere riconoscibile, in un mix di reale e fantastico). In effetti, se l'avessi messa in un vaso, Sara avrebbe potuto parlarle e dirle delle cose utili alla narrazione...

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Emiliano Maramonte
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Re: l'edera

Messaggio#16 » lunedì 24 maggio 2021, 19:12

Ciao Isabella!
Ho terminato la lettura dei racconti obbligatori e ora mi diverto a saltellare qua e là. Ero curioso di leggere la tua interpretazione del tema e ne sono rimasto abbastanza soddisfatto. Ho apprezzato molto l'intuizione di base: una pianta velenosa con una crescita esponenziale (una metafora del Covid-19?) che costringe le persone a restare a casa... Eppure... eppure... l'invasore vegetale presenta dei risvolti positivi, quasi come un simbionte, dona aria, compagnia e supporto, ma si prende spazi vitali. Ci ho visto una forte similitudine con i lockdown vissuti in questo anno e mezzo di pandemia e ciò mi ha provocato più di un brivido. Mi sono piaciuti anche i forti riferimenti alla realtà odierna (Netflix, le videochiamate su Zoom...) e anche la struttura temporale col salto in avanti che ci fa capire cosa è successo poi. Divertente e inaspettato il finale. E' la cosa più bella del racconto.
Concordo sugli inconvenienti già segnalati da altri: un po' di legnosità nei dialoghi, qualche spiegone di troppo e un paio di antipatici "as you know, Bob", però la storia ha una sua coerenza e scorrevolezza generale che lo fa ben apprezzare. Segnalo inoltre il fatto che è impossibile che la protagonista non sappia proprio nulla nulla di ciò che accade nel mondo; anche chi sceglie di vivere un isolamento totale, percepisce, anche indirettamente, qualcosa di ciò che filtra dall'esterno...
Tema centrato.

Buona Edition!
Emiliano.

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Gennibo
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Re: l'edera

Messaggio#17 » lunedì 24 maggio 2021, 22:22

Ciao Emiliano, grazie del tuo commento che apprezzo sempre tantissimo, soprattutto per le tue puntuali considerazioni per me sempre utilissime.
A presto e alla prossima!

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Stefano.Moretto
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Re: l'edera

Messaggio#18 » martedì 25 maggio 2021, 0:51

Ciao Isabella,
mi è piaciuto molto il genere di "weird" che hai inserito in questo racconto. Anche l'evoluzione del personaggio narrante è molto carina, con il ribaltamento di prospettiva. Altro punto a favore, come ti hanno già fatto notare, è il modo in cui hai presentato gli elementi che poi sarebbero stati i punti cardine del racconto nella seconda fase.
Quello che stona sono principalmente i dialoghi, ma questo te l'hanno già detto quindi evito di dilungarmi sull'argomento. Piuttosto mi piacerebbe soffermarmi su alcuni aspetti del tuo stile che a mio parere possono venire migliorati.
– Pronto? Pronto! – Il martello pneumatico che fuori buca l’asfalto mi impedisce di sentire chi è.

Questo punto ha due problematiche: la prima è che prima di rispondere al telefono c'è stata solo una lunga sequenza di pensieri della protagonista, non faceva intendere che stava andando a prendere il telefono. Quando ho letto il dialogo sono rimasto un po' spiazzato, ho impiegato qualche secondo a capire che stava rispondendo al telefono. Il secondo problema è il martello pneumatico: se era un elemento già presente doveva aver infastidito la protagonista già da prima. Anzi, avrebbe dovuto renderle difficile capire che stava suonando il telefono. Capisco che il rumore è la motivazione per cui ha chiuso la finestra e questo scatena tutti gli eventi successivi, ma andrebbe presentato meglio. Anche solo un pensiero che faccia intendere che il rumore era appena partito.
Suona il telefono e so dov’è! Mica come l’anno scorso, quando c’erano mucchi di roba dappertutto.

Questo l'ho trovato un pensiero molto innaturale da fare in quel momento. C'era già la scritta che indicava quanto tempo era trascorso, questo pensiero dovrebbe servire quindi a far capire che dopo un anno è diventata una persona ordinata, ma sarebbe bastato mostrarlo facendo vedere lei che trova il cellulare al primo colpo e lo sgabello senza nulla sopra, avrebbe funzionato bene.
Nel complesso comunque sto vedendo che il tuo stile si è evoluto molto e in positivo negli ultimi mesi, ricordo ad esempio "Il Clown" in cui avevi uno stile meno chiaro e lineare. Sono stato molto conteto di leggere questo racconto. Continua così!

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Andrea76
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Re: l'edera

Messaggio#19 » giovedì 27 maggio 2021, 13:31

Ciao Isabella, il tuo racconto si fonda a mio avviso sul concetto di solitudine vista come prodotto della modernità. Una condizione esistenziale dettata non solo dalla recente pandemia ma prima ancora dal trionfo della digitalizzazione che ha di fatto soppiantato il “reale” in ragione del “virtuale”. Mi è piaciuta la struttura in due atti che hai dato alla storia, rappresentando nel primo la resistenza della protagonista all’isolamento e sviluppando nel secondo la sua assuefazione alla solitudine. La pianta carnivora l’ho intesa come metafora dell’aggressività sociale che porta l’individuo, in forza del sentimento d’orgoglio per la propria condizione di separatezza , a vedere negli altri dei potenziali nemici. Un buon racconto insomma, con qualche criticità nei dialoghi che ne rallentano la lettura.
A rileggerti

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Re: l'edera

Messaggio#20 » domenica 30 maggio 2021, 18:11

Un gruppo davvero di altom livello e altro racconto estremamente valido. Ti anticipo da subito che il pollice è un quasi su per quello che ormai avrai capito essere il vero problema del testo: alcuni dialoghi un po' forzati (compreso quando lei stessa fa riferimento a un anno prima). Per il resto, funziona tutto a partire dalla personalità un po' farfallina della protagonista che affronta ogni cosa con leggerezza. Tema ben declinato.

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