Soltanto le stelle potranno giudicarci

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#1 » martedì 18 maggio 2021, 0:34

Soltanto le stelle potranno giudicarci
Alessandro Canella


Oltre il vetro della cupola il cielo è nero, come solo un cielo senza stelle può essere. Pochi millimetri di silice ci separano dal vuoto cosmico e dal gelo di un universo morto.
Sospiro.
Dalle narici una nuvola di condensa mi annebbia la vista.
Il rumore di un risucchio alle mie spalle, il portello d’accesso che si apre.
«Sapevo di trovarti qui.» La voce di Sagan è l’unica cosa calda che mi sia rimasta.
Lo sento appoggiarmi una coperta sulla schiena. Incrocio le braccia e afferro i lembi per stringerla attorno al corpo. Sento le lacrime raccogliersi. «Quindi è questa la fine?»
Sagan tira su col naso. «Secondo i calcoli originali ci saremmo dovuti estinguere già da seimila anni, eppure eccoci qui. L’Arca si sta rivelando molto più testarda di quanto teorizzato dai suoi ingegneri.»
«Sì, ma a che prezzo?» Stacco gli occhi dal nero sopra le nostre teste e li pianto su quelli di Sagan. «Quante energia potremo ancora deviare senza compromettere la struttura?»
Sagan stringe le labbra. So già cosa sta per dire. «Un modo per ottenerne altra c’è, lo sai.»
Torno a guardare oltre la cupola, verso quel punto indefinito dell’universo dove stelle e pianeti stanno collassando gli uni sugli altri da milioni di anni, in attesa di dar vita a un nuovo inizio. «Non so se posso trovare la forza di fare ciò che chiedi.»
Sagan mi avvolge le spalle con un braccio, mi trascina a sè. «Per questo siamo in due, Hamil.»
Con l’altra mano mi porge il tablet. Il comando d’avvio è già caricato, manca solo l’autorizzazione finale.
Lo guardo. «Insieme?»
Lui annuisce.
Piego le labbra in quello che vorrebbe essere un sorriso e allungo un dito sullo schermo. Sagan fa lo stesso.
Le pareti dell’Arca iniziano a vibrare, accompagnate da un ronzio.
Con la coda dell’occhio scorgo il primo dei cento moduli di stasi criogenica staccarsi dall’Arca. Nel vederlo allontanarsi, mi chiedo cosa mi faccia sentire peggio: l’aver guadagnato altri mille anni al prezzo di otto miliardi di vite o la consapevolezza di poterne ottenere ancora molti altri.

La cupola è esattamente come la ricordavamo. Non credo tuttavia che lo stesso possa dire lei di noi.
«Quanto dovremo ancora aspettare?»
Sagan scrolla la testa. «Arrivati a questo punto non ha più senso fare calcoli o speculazioni. Possiamo soltanto attendere.»
Mi viene da ridere. «Da quante vite lo stiamo facendo?» Afferro Sagan per un braccio e lo costringo a guardarmi. Sento le giunture metalliche mie e sue scricchiolare. «Quante altre volte dovremo fissare quel cielo nero prima di convincerci che è finita? Dovevamo proteggerli, vegliare su di loro! Invece li stiamo tradendo uno a uno, nutrendoci della loro energia. E per cosa? Per uno stupido istinto di sopravvivenza?»
Sagan scuote una spalla e si stacca dalla mia presa con un cigolio. «Possibile che tu non riesca a capire? Noi non siamo guardiani, Hamil! Noi siamo quelli che se ne andranno per ultimi, l’estremità della razza umana, coloro sulle cui spalle peserà ogni scelta, anche la più dolorosa.»
Appoggio i palmi sul petto un tempo caldo di Sagan e lo spingo. I nostri corpi fluttuano nell’assenza di gravità dell’Arca, fino a sbattere agli estremi della cupola. «Perché? Chi ci ha dato questo privilegio?» grido. «Cosa ci rende più preziosi di coloro che abbiamo sacrificato?»
Sagan alza la testa verso le decine di tombe affacciate sulla cupola. «Vero. Non siamo più preziosi di chiunque altro. Siamo soltanto più fortunati.» Mi guarda. «Per questo dobbiamo sopravvivere, per non insultare il ricordo di chi abbiamo dovuto lasciare indietro!»
Vorrei piangere, ma non posso più farlo. «Ormai non restano più molte risorse…»
Sagan stringe i pugni. Questa volta non ho idea di cosa stia per dire e la cosa mi terrorizza.

La cupola non esiste più.
Noi siamo la cupola.
Noi siamo l’Arca.
Ogni tanto ci piace caricare qualche ricordo di Sagan e Hamil.
Ci fa sentire ancora una singolarità.
Non oggi, però.
Lontano, nello spazio, è apparso un bagliore.
Spostiamo i sensori nella sua direzione.
Il calore di quel barlume ci ricarica.
Accendiamo i motori.
Ci spostiamo.
Superando ognuno dei novantanove moduli dentro cui riposano i nostri antenati.
Consapevoli che il peso delle loro vite farà sempre parte di noi.
Fino all’ultimo giorno.
Soltanto le stelle potranno giudicarci.
Ultima modifica di Alessandro -JohnDoe- Canella il martedì 18 maggio 2021, 0:58, modificato 2 volte in totale.


lupus in fabula

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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#2 » martedì 18 maggio 2021, 0:36

Ciao Alessandro! Caratteri e tempo ok, buona ALL STARS EDITION!

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Ci_Effe
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#3 » giovedì 20 maggio 2021, 16:56

Ciao Alessandro.
Il tuo racconto è ben scritto e dimostra una buona proprietà di linguaggio. La struttura è molto razionalizzata, cosa che fa venire voglia di andare avanti (perché dosi bene le informazioni nelle tre sequenze) ma toglie un po’ di fluidità. Ho trovato un po’ confusa la scena centrale in cui i due personaggi litigano, semplicemente perché sembrano entrambi abbastanza distaccati e statici (scrolla la testa, mi viene da ridere, scuote la spalla) e senza un vero climax arrivano a spingersi e gridare: non ho chiaro se doveva sembrare una versione de-umanizzata di comportamenti umani.
Nella seconda sequenza il cambiamento nei protagonisti, che sono sempre meno umani a livello fisico, poteva forse essere trasposto in parte anche a livello mentale, questo avrebbe reso meno forte lo stacco con la terza sequenza.
Il finale con il cambio di sintassi è molto d’effetto, in generale forse il tema dei corpi in criogenesi (credo) da sacrificare, così come lo propone il protagonista - un po’ come facesse un sermone - diventa ripetitivo, mentre arriva meglio attraverso il dialogo.
Il tema è assolutamente rispettato.

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Antonio Pilato
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#4 » giovedì 20 maggio 2021, 17:36

Ciao Alessandro, ho letto questo racconto con un occhio puntato ovviamente alla fantascienza, ma ho provato sensazioni contrastanti: da un lato, un uso appropriato della grammatica e dei dialoghi che rende la lettura piacevole e scorrevole, dall'altro una vicenda che non è ben chiara, forse per un limite mio, forse perché non è ben esplicata. Nello specifico, non ho capito come i due protagonisti sacrifichino gli altri... tramite esplosioni planetarie o con metodologie non nominate?
Il finale segue, parallelamente, pregi e difetta elencati sopra.

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#5 » giovedì 20 maggio 2021, 18:13

Ci_Effe ha scritto:Ciao Alessandro.
Il tuo racconto è ben scritto e dimostra una buona proprietà di linguaggio. La struttura è molto razionalizzata, cosa che fa venire voglia di andare avanti (perché dosi bene le informazioni nelle tre sequenze) ma toglie un po’ di fluidità. Ho trovato un po’ confusa la scena centrale in cui i due personaggi litigano, semplicemente perché sembrano entrambi abbastanza distaccati e statici (scrolla la testa, mi viene da ridere, scuote la spalla) e senza un vero climax arrivano a spingersi e gridare: non ho chiaro se doveva sembrare una versione de-umanizzata di comportamenti umani.
Nella seconda sequenza il cambiamento nei protagonisti, che sono sempre meno umani a livello fisico, poteva forse essere trasposto in parte anche a livello mentale, questo avrebbe reso meno forte lo stacco con la terza sequenza.
Il finale con il cambio di sintassi è molto d’effetto, in generale forse il tema dei corpi in criogenesi (credo) da sacrificare, così come lo propone il protagonista - un po’ come facesse un sermone - diventa ripetitivo, mentre arriva meglio attraverso il dialogo.
Il tema è assolutamente rispettato.


Ciao Ci_Effe e visto che rientri tra le nuove leve di MC, ti dò innanzitutto il mio benvenuto.

Mi soffermo sulla sequenza di mezzo, che riconosco essere la meno intuitiva. Nel tuo commento hai usato un'espressione perfetta: comportamenti deumanizzati. L'obbiettivo era proprio far apparire i due personaggi ancora umani dal punto di vista razionale ma non più da quello di vista fisico. La scena della spinta arriva in effetti in maniera un po' brusca, ma mi serviva per far capire che, pur di risparmiare sempre più risorse energetiche, i due protagonisti erano stati costretti a tagliare anche il sistema di gravità artificiale, dopo che, millenni prima, avevano tagliato sul riscaldamento (dannate bollette!). In pratica, la scena voleva disvelare alcune loro scelte effettuato nel lasso di tempo intercorso tra la prima e la seconda scena senza però far uso di alcun infodump.

Ho un dubbio invece quando scrivi del sermone, in quanto temo di essere stato frainteso. Nella seconda parta Sagan non sta per riproporre di sacrificare altri moduli di criogenesi (e quindi di deviare le loro risorse energetiche alle funzioni indispensabili dell'astronave), ma di abbandonare i corpi robotici (che pure essi consumano risorse) per fondersi con l'IA della nave. Mi rendo conto che forse quello è il passaggio più criptico, ma sono anche ben consapevole che uno dei miei punti deboli rimane il lasciar spesso troppo spazio al non detto per via dei pochi caratteri a disposizione. Ci sto lavorando. :)

Grazie ancora del commento e alla prossima.
lupus in fabula

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#6 » giovedì 20 maggio 2021, 18:31

Antonio Pilato ha scritto:Ciao Alessandro, ho letto questo racconto con un occhio puntato ovviamente alla fantascienza, ma ho provato sensazioni contrastanti: da un lato, un uso appropriato della grammatica e dei dialoghi che rende la lettura piacevole e scorrevole, dall'altro una vicenda che non è ben chiara, forse per un limite mio, forse perché non è ben esplicata. Nello specifico, non ho capito come i due protagonisti sacrifichino gli altri... tramite esplosioni planetarie o con metodologie non nominate?
Il finale segue, parallelamente, pregi e difetta elencati sopra.


Ciao Antonio.
Mentre aspettavo l'inizio dell'edizione di lunedì, giuro che mi son detto: "Alessa', sta volta con pisciare fuori dal vaso come tuo solito e niente cripticismi eccessivi". Ecco, a quanto pare ho toppato. :D

La trama, che speravo fosse chiara, è questa. L'universo è morto e le galassie si stanno ricompattando dopo la prima fase d'espansione dell'universo, fenomeno che genererà un nuovo big bang e una seconda genesi (o terza o dodicesima o ennesima, chi può dirlo). La razza umana crea una nave chiamata Arca capace di rimanere in funzione per miliardi di anni, prevedendo, attraverso alcuni calcoli, entro quanto tempo avverrà il nuovo big bang (milione di anni in più, milione in meno). I calcoli risultano però sbagliati e l'Arca rimane in "attesa" per un arco di tempo ben superiore al previsto, grazie anche alle scelte di due esseri umani addetti al controllo delle funzioni della nave che, poco alla volta, tagliano risorse energetiche non fondamentali (riscaldamento, gravità artificiale ecc.) pur di mantenere in funzioni quelle più importanti. Ma non basta, così poco alla volta staccano uno a uno i moduli di criogenesi per deviarne le energie sempre verso la nave. Nell'ultima scena, pur di limitare il più possibile il consumo d'energia, i due protagonisti abbandonano i loro corpi (già divenuti robotici nella seconda parte) per fondersi con l'IA della nave. Arriva però finalmente il big bang (la luce che s'intravede nel finale) e l'Arca riesce a ricaricare le sue energie, salvando l'ultimo modulo di criogenesi rimasto.

Alla prossima.
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GiulianoCannoletta
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#7 » giovedì 20 maggio 2021, 18:48

Ciao Alessandro, piacere di averti letto.
Un racconto davvero complicato. L'ho riletto più volte, ma ho avuto bisogno di leggere anche le tue risposte ai commenti per comprenderlo meglio. Credo che il problema più grosso sia stato il dover comprimere troppe informazioni in un testo troppo breve. Anche l'evoluzione (in questo caso direi millenaria) dei personaggi, che poi è un po' il fulcro del racconto, ne risulta sacrificata. Ed è un peccato perché lo stile è veramente eccellente e ti tiene incollato al testo. Per capirsi, la mia impressione, giunto alla fine, è stata quella di aver letto qualcosa di davvero notevole me di non essere riuscito a comprenderlo, e quindi a godermelo, fino in fondo.
Tema direi assolutamente centrato.
A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#8 » giovedì 20 maggio 2021, 23:25

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Alessandro, piacere di averti letto.
Un racconto davvero complicato. L'ho riletto più volte, ma ho avuto bisogno di leggere anche le tue risposte ai commenti per comprenderlo meglio. Credo che il problema più grosso sia stato il dover comprimere troppe informazioni in un testo troppo breve. Anche l'evoluzione (in questo caso direi millenaria) dei personaggi, che poi è un po' il fulcro del racconto, ne risulta sacrificata. Ed è un peccato perché lo stile è veramente eccellente e ti tiene incollato al testo. Per capirsi, la mia impressione, giunto alla fine, è stata quella di aver letto qualcosa di davvero notevole me di non essere riuscito a comprenderlo, e quindi a godermelo, fino in fondo.
Tema direi assolutamente centrato.
A rileggerci presto!
Giuliano


Ciao Giuliano.
Grazie mille per le preziose note. Nella prossima Era prometto di sforzarmi per rendere meno criptiche le mie storie. Il problema è che da una parte sono sempre terrorizzato dal rischio di cadere nell'infodump (e quindi mi sforzo di evitare qualunque forma di spiegone), dall'altra i 4k caratteri di MC continuano a essere per me un limite che mi porta a non sentirmi ancora a mio perfetto agio. Il divario tra le storie che scrivo qui e quelle delle sfide è palese, non lo nego. Quindi non posso che rimboccarmi le proverbiali maniche e trovare il modo d'ideare storie che non richiedano di condensare millemila informazioni in battute eccessivamente criptiche.

Alla prossima.
lupus in fabula

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Ci_Effe
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#9 » giovedì 20 maggio 2021, 23:48

John Doe ha scritto:
Ciao Ci_Effe e visto che rientri tra le nuove leve di MC, ti dò innanzitutto il mio benvenuto.

Mi soffermo sulla sequenza di mezzo, che riconosco essere la meno intuitiva. Nel tuo commento hai usato un'espressione perfetta: comportamenti deumanizzati. L'obbiettivo era proprio far apparire i due personaggi ancora umani dal punto di vista razionale ma non più da quello di vista fisico. La scena della spinta arriva in effetti in maniera un po' brusca, ma mi serviva per far capire che, pur di risparmiare sempre più risorse energetiche, i due protagonisti erano stati costretti a tagliare anche il sistema di gravità artificiale, dopo che, millenni prima, avevano tagliato sul riscaldamento (dannate bollette!). In pratica, la scena voleva disvelare alcune loro scelte effettuato nel lasso di tempo intercorso tra la prima e la seconda scena senza però far uso di alcun infodump.

Ho un dubbio invece quando scrivi del sermone, in quanto temo di essere stato frainteso. Nella seconda parta Sagan non sta per riproporre di sacrificare altri moduli di criogenesi (e quindi di deviare le loro risorse energetiche alle funzioni indispensabili dell'astronave), ma di abbandonare i corpi robotici (che pure essi consumano risorse) per fondersi con l'IA della nave. Mi rendo conto che forse quello è il passaggio più criptico, ma sono anche ben consapevole che uno dei miei punti deboli rimane il lasciar spesso troppo spazio al non detto per via dei pochi caratteri a disposizione. Ci sto lavorando. :)

Grazie ancora del commento e alla prossima.


Grazie mille del benvenuto!
Il fatto di non fare infodump sicuramente ti è riuscito, anche "troppo"!
In effetti devo ammettere di aver completamente frainteso: credevo che anche nella seconda parte avessero espulso dei corpi. Rileggendola adesso è vero che sono io che ho desunto questa informazione ma che non c'era veramente nel testo. Credo che la frase che più di tutte può portare a questa conclusione sia questa "Dovevamo proteggerli, vegliare su di loro! Invece li stiamo tradendo uno a uno, nutrendoci della loro energia". Nella mia testa "dovevamo proteggerli" si riferiva a qualcosa che avevano fatto ma che stavano ancora facendo, "nutrendoci della loro energia" non si riferiva all'energia generica della nave ma a quella che avrebbero guadagnato se la nave non l'avesse usata per mantenere in stasi i corpi in criogenesi. È vero che sono effettivamente info fasulle che il mio cervello ha ricostruito per conto suo dal contesto, però forse potresti mettere una battuta meno ambigua e che soprattutto dia degli indizi per la trasformazione uomo-androide e poi androide-computer.
A presto!

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#10 » venerdì 21 maggio 2021, 7:52

Grazie delle preziose note extra. Avere un'idea precisa dei passaggi più problematici è sempre una cosa utilissima da sapere in previsione di una futura revisione del testo. :)
lupus in fabula

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Antonio Pilato
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#11 » venerdì 21 maggio 2021, 11:52

John Doe ha scritto:
Antonio Pilato ha scritto:Ciao Alessandro, ho letto questo racconto con un occhio puntato ovviamente alla fantascienza, ma ho provato sensazioni contrastanti: da un lato, un uso appropriato della grammatica e dei dialoghi che rende la lettura piacevole e scorrevole, dall'altro una vicenda che non è ben chiara, forse per un limite mio, forse perché non è ben esplicata. Nello specifico, non ho capito come i due protagonisti sacrifichino gli altri... tramite esplosioni planetarie o con metodologie non nominate?
Il finale segue, parallelamente, pregi e difetta elencati sopra.


Ciao Antonio.
Mentre aspettavo l'inizio dell'edizione di lunedì, giuro che mi son detto: "Alessa', sta volta con pisciare fuori dal vaso come tuo solito e niente cripticismi eccessivi". Ecco, a quanto pare ho toppato. :D

La trama, che speravo fosse chiara, è questa. L'universo è morto e le galassie si stanno ricompattando dopo la prima fase d'espansione dell'universo, fenomeno che genererà un nuovo big bang e una seconda genesi (o terza o dodicesima o ennesima, chi può dirlo). La razza umana crea una nave chiamata Arca capace di rimanere in funzione per miliardi di anni, prevedendo, attraverso alcuni calcoli, entro quanto tempo avverrà il nuovo big bang (milione di anni in più, milione in meno). I calcoli risultano però sbagliati e l'Arca rimane in "attesa" per un arco di tempo ben superiore al previsto, grazie anche alle scelte di due esseri umani addetti al controllo delle funzioni della nave che, poco alla volta, tagliano risorse energetiche non fondamentali (riscaldamento, gravità artificiale ecc.) pur di mantenere in funzioni quelle più importanti. Ma non basta, così poco alla volta staccano uno a uno i moduli di criogenesi per deviarne le energie sempre verso la nave. Nell'ultima scena, pur di limitare il più possibile il consumo d'energia, i due protagonisti abbandonano i loro corpi (già divenuti robotici nella seconda parte) per fondersi con l'IA della nave. Arriva però finalmente il big bang (la luce che s'intravede nel finale) e l'Arca riesce a ricaricare le sue energie, salvando l'ultimo modulo di criogenesi rimasto.

Alla prossima.


Grazie per la spiegazione, Alessandro. Questa conterà molto per il mio giudizio! A differenza della maggior parte degli altri scrittori, prima di far la mia classifica, a me piace aspettar di leggere sempre un resoconto e/o un chiarimento dell'autore che potrebbe "confermare o ribaltare il risultato": chiedere spiegazioni per poi non considerare eventuali variazioni in classifica dubito che serva a qualcosa!

A risentirci!

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Gennibo
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#12 » sabato 22 maggio 2021, 0:12

Ciao Alessandro, il titolo del tuo racconto mi è piaciuto moltissimo, buona la tua scrittura e lo stile mi piace, anche l'idea per me è buona, peccato che manchi una chiara ed efficace gestione delle informazioni, questo rende il racconto ermetico. Ho visto che comunque c'è uno sforzo per migliorare. Parti da un inizio che ci porta in un mondo fantascientifico e provi a gestire al meglio il dosaggio degli elementi che piano piano vengono svelati, anche se non in maniera esaustiva, peccato.
Un punto a tuo favore è il finale, dove, oltre al concetto di risparmio energetico, questo concetto di riduzione viene applicato anche alle parole.

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#13 » sabato 22 maggio 2021, 10:46

Gennibo ha scritto:Ciao Alessandro, il titolo del tuo racconto mi è piaciuto moltissimo, buona la tua scrittura e lo stile mi piace, anche l'idea per me è buona, peccato che manchi una chiara ed efficace gestione delle informazioni, questo rende il racconto ermetico. Ho visto che comunque c'è uno sforzo per migliorare. Parti da un inizio che ci porta in un mondo fantascientifico e provi a gestire al meglio il dosaggio degli elementi che piano piano vengono svelati, anche se non in maniera esaustiva, peccato.
Un punto a tuo favore è il finale, dove, oltre al concetto di risparmio energetico, questo concetto di riduzione viene applicato anche alle parole.


Ciao Isabella.
Non mi soffermo troppo sul punto debole da te giustamente evidenziato, essendo purtroppo un difetto che mi porto avanti da tempo e già sottolineato da altri. Ti ringrazio invece per i complimenti e per aver colto il calembour del titolo. :)

(che poi, detto tra noi, l'idea alla base della mia storia è nata proprio ripensando al nome di questa edizione di MC)
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Debora D
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#14 » domenica 23 maggio 2021, 9:39

Ciao Alessandro, piacere di leggerti.
Commentare il tuo racconto non è semplice, l’ho trovato ben scritto ma con alcuni aspetti criptici che non ho inteso del tutto anche con più letture. Sono riuscita a comprendere a sufficienza la situazione, fino alla sequenza finale nella quale invece mi sfugge qualcosa.
Dunque questo è quello che ho capito: due cyborg dovrebbero traghettare un’Arca di esseri umani dormienti e, invece, per far procedere ancora la nave spaziale nel cosmo ne abbandonano un gruppo alla volta. Sulla natura dei due tornerò nelle conclusioni perché è il punto che mi ha lasciato un senso di mancanza.

Il tema sta nella condizione dei due che dovevano essere custodi e ora puntano alla sola sopravvivenza, ma falliscono in qualche modo perché di loro alla fine restano solo registrazioni.
La sequenza finale riesce a essere allo stesso tempo bella per la scrittura e la scelta delle frasi e incomprensibile per me.
“Noi siamo la Cupola!” → molto d’effetto, però il mio cervello di lettrice ha cominciato a dare allarmi "cosa? chi? perché? che succede?". Forse ci vuole un'esperienza nel genere maggiore della mia.

Dal punto di vista stilistico ho solo due appunti da farti:
Il primo riguarda questa parte:
Con la coda dell’occhio scorgo il primo dei cento moduli di stasi criogenica staccarsi dall’Arca. Nel vederlo allontanarsi, mi chiedo cosa mi faccia sentire peggio: l’aver guadagnato altri mille anni al prezzo di otto miliardi di vite o la consapevolezza di poterne ottenere ancora molti altri.
Il modo in cui è costruita ha messo in pausa il mio film mentale per farmi ascoltare la voce dell'autore. Mi spiego: abbiamo tre verbi di percezione e un mi chiedo, una costruzione sintattica elegante, ma a posteriori.
Passiamo Scorgo perché ti serve per dire che lo vede solo con un angolino della sua visuale, ma il resto non aggiunge elementi utili. Se lui si chiede qualcosa nel vedere e se noi siamo nel suo pdv, come siamo stati finora, dovrebbe farsi la domanda e basta. Dovremmo avere riflessioni e sensazioni, invece in questa frase ce lo racconta. Una disarmonia vera e propria in un testo tanto pulito!

La cupola è esattamente come la ricordavamo. → a cosa serve esattamente?

Conclusione: scrittura che riesce a essere per la maggior parte del tempo sia immersiva che visionaria, con una caduta che ho segnalato. Il tema è colto anche se non mi ha soddisfatto appieno perché mi piacciono le vie di mezzo (non lo voglio scodellato ma nemmeno troppo critpico). Il racconto è elegante, ma non è scattata del tutto l’empatia. E qui torno sui personaggi come promesso. Alla fine ho capito che non avevo provato empatia con i personaggi e il motivo immagino sia dovuto al non capire bene forma e natura del punto di vista. che cos'è? come è fatto? Mi sono piaciuti molto i dettagli sugli scricchiolii metallici, invece il dettaglio del petto un tempo caldo a spalancato un altro abisso di domande.
L’incertezza mi ha lasciato un po’ di distacco.

Buon divertimento in questa edizione e alla prossima!

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#15 » lunedì 24 maggio 2021, 13:51

Debora D ha scritto:Ciao Alessandro, piacere di leggerti.
Commentare il tuo racconto non è semplice, l’ho trovato ben scritto ma con alcuni aspetti criptici che non ho inteso del tutto anche con più letture. Sono riuscita a comprendere a sufficienza la situazione, fino alla sequenza finale nella quale invece mi sfugge qualcosa.
Dunque questo è quello che ho capito: due cyborg dovrebbero traghettare un’Arca di esseri umani dormienti e, invece, per far procedere ancora la nave spaziale nel cosmo ne abbandonano un gruppo alla volta. Sulla natura dei due tornerò nelle conclusioni perché è il punto che mi ha lasciato un senso di mancanza.

Il tema sta nella condizione dei due che dovevano essere custodi e ora puntano alla sola sopravvivenza, ma falliscono in qualche modo perché di loro alla fine restano solo registrazioni.
La sequenza finale riesce a essere allo stesso tempo bella per la scrittura e la scelta delle frasi e incomprensibile per me.
“Noi siamo la Cupola!” → molto d’effetto, però il mio cervello di lettrice ha cominciato a dare allarmi "cosa? chi? perché? che succede?". Forse ci vuole un'esperienza nel genere maggiore della mia.

Dal punto di vista stilistico ho solo due appunti da farti:
Il primo riguarda questa parte:
Con la coda dell’occhio scorgo il primo dei cento moduli di stasi criogenica staccarsi dall’Arca. Nel vederlo allontanarsi, mi chiedo cosa mi faccia sentire peggio: l’aver guadagnato altri mille anni al prezzo di otto miliardi di vite o la consapevolezza di poterne ottenere ancora molti altri.
Il modo in cui è costruita ha messo in pausa il mio film mentale per farmi ascoltare la voce dell'autore. Mi spiego: abbiamo tre verbi di percezione e un mi chiedo, una costruzione sintattica elegante, ma a posteriori.
Passiamo Scorgo perché ti serve per dire che lo vede solo con un angolino della sua visuale, ma il resto non aggiunge elementi utili. Se lui si chiede qualcosa nel vedere e se noi siamo nel suo pdv, come siamo stati finora, dovrebbe farsi la domanda e basta. Dovremmo avere riflessioni e sensazioni, invece in questa frase ce lo racconta. Una disarmonia vera e propria in un testo tanto pulito!

La cupola è esattamente come la ricordavamo. → a cosa serve esattamente?

Conclusione: scrittura che riesce a essere per la maggior parte del tempo sia immersiva che visionaria, con una caduta che ho segnalato. Il tema è colto anche se non mi ha soddisfatto appieno perché mi piacciono le vie di mezzo (non lo voglio scodellato ma nemmeno troppo critpico). Il racconto è elegante, ma non è scattata del tutto l’empatia. E qui torno sui personaggi come promesso. Alla fine ho capito che non avevo provato empatia con i personaggi e il motivo immagino sia dovuto al non capire bene forma e natura del punto di vista. che cos'è? come è fatto? Mi sono piaciuti molto i dettagli sugli scricchiolii metallici, invece il dettaglio del petto un tempo caldo a spalancato un altro abisso di domande.
L’incertezza mi ha lasciato un po’ di distacco.

Buon divertimento in questa edizione e alla prossima!


Ciao Debora.
Ti ringrazio tantissimo per le note come sempre preziose, a partire da quella sulla del distacco del primo modulo. In effetti è quello che più di ogni altro subisce l'effetto da "prima stesura". Avrei dovuto scrivere:

Con la coda dell’occhio scorgo il primo dei cento moduli di stasi criogenica staccarsi dall’Arca. Non so cosa mi faccia sentire peggio: l’aver guadagnato altri mille anni al prezzo di otto miliardi di vite o la consapevolezza di poterne ottenere ancora molti altri.

Più rapida, meno arzigogolata. Mea culpa per la mediocre versione originale.

Riguardo invece la frase "La cupola è esattamente come la ricordavamo" mi serviva da una parte per far intuire (anche se forse non ci sono riuscito) che è passato del tempo rispetto la precedente scena, dall'altra aprire al discorso del mutamento d'aspetto dei due protagonisti, passati dall'essere creature organiche (nella prima parte Hamil piange) a sintetiche (Hamil dice che vorrebbe piangere ma non può più farlo).

Il tema sta nella condizione dei due che dovevano essere custodi e ora puntano alla sola sopravvivenza, ma falliscono in qualche modo perché di loro alla fine restano solo registrazioni.


No, qui temo che il mio testo sia stato completamente frainteso. I due protagonisti hanno il compito di sorvegliare la nave durante l'attesa di un nuovo big bang, attesa che, a causa di calcoli errati, è durata chissà quanti milioni di anni in più rispetto al previsto (non nomino direttamente il big bang, ma parlo di stelle e pianeti che stanno collassando gli uni sugli altri, anche se, col senno di poi, avrei forse dovuto parlare di galassie). Attenzione però che loro non falliscono affatto, tutt'altro. Pur dovendo sacrificare 99 moduli, riescono a salvarne uno al momento quando finalmente arriva il big bang. La voce narrante dell'ultima parte è proprio quella di Sagan e Hamil, i quali hanno fuso le loro coscienze digitalizzandole nella nave Arca e sprecare così meno risorse possibile. Ecco perché dicono "La cupola non esiste più. Noi siamo la cupola".

Ne approfitto per una nota a margine. Come scrivevo a Emiliano Maramonte nel commento al suo brano, pure io ho voluto citare un racconto classico della fantascienza, ovvero "L'ultima domanda" di Asimov, racconto che, pur trattando un tema diverso dal mio, mostra pure esso un'evoluzione di milioni (anzi, miliardi) di anni della razza umana fino allo scoppio di un nuovo big bang che farà ripartire il ciclo iniziale. Il problema nel mio caso è stato condensare tale idea in pochissimo spazio, il che, sia ben chiaro, non vuole essere una giustificazione, bensì una dichiarazione d'intento. Resta il fatto che il testo, a me chiaro sapendo identificare ogni singolo indizio nascosto in ogni frase, non lo è altrettanto per il lettore, ragion per cui mi adopererò a sistemarlo al meglio in fase di revisione.

Ancora grazie per il commento. Ne farò tesoro.
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#16 » martedì 25 maggio 2021, 10:11

Ciao Alessandro,
ho letto il tuo racconto con estremo piacere, perché lo stile è, come sempre, ottimo e la tua scrittura intrigante.
Anche io, a onor del vero, ha avuto la necessità della tua spiegazione per capire fino in fondo quello che stava accadendo.
Ancora una volta, forse, sei stato troppo criptico o hai avuto un eccesso di fiducia nelle capacità di discernimento del lettore medio.
Io devo imparare a impormi di scrivere racconti che si riassumono in una frase, per non trovarmi in debito di caratteri ed essere quindi costretto a passaggi all'apparenza arbitrari, tu a scegliere idee che siano un po' meno difficili da rendere.
Sono le fottute 4000 battute che ci fregano!
A rileggerti presto
W

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#17 » martedì 25 maggio 2021, 13:17

wladimiro.borchi ha scritto:Ciao Alessandro,
ho letto il tuo racconto con estremo piacere, perché lo stile è, come sempre, ottimo e la tua scrittura intrigante.
Anche io, a onor del vero, ha avuto la necessità della tua spiegazione per capire fino in fondo quello che stava accadendo.
Ancora una volta, forse, sei stato troppo criptico o hai avuto un eccesso di fiducia nelle capacità di discernimento del lettore medio.
Io devo imparare a impormi di scrivere racconti che si riassumono in una frase, per non trovarmi in debito di caratteri ed essere quindi costretto a passaggi all'apparenza arbitrari, tu a scegliere idee che siano un po' meno difficili da rendere.
Sono le fottute 4000 battute che ci fregano!
A rileggerti presto
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Ormai i miei racconti si possono riassumere in un meme. XD

Io: "In questa edizione scriverò un racconto semplice semplice!"
Sempre io: "Ehi, ho appena avuto un'idea per una storia che si sviluppa nell'arco di alcuni milioni di anni."


Scherzi a parte, cercherò di approfittare della pausa estiva proprio per lavorare su questo mio difetto. Nel frattempo mi tengo stretti i complimenti sullo stile. :D Alla prossima.
lupus in fabula

FilippoR
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#18 » martedì 25 maggio 2021, 13:56

Ciao Alessandro e piacere di leggerti,
un racconto complesso ma scritto bene.
Inizialmente mi ero figurato qualche disastro per cui era stata necessaria l'arca ma che c'era poi stato un qualche malfunzionamento bloccando i superstiti dal cercare una nuova casa, poi il finale dove l'arca si muoveva mi ha sorpreso, rileggendolo ho capito che il disastro era qualcosa di ben più grande di quello che avevo immaginato e non ci fosse più nessun posto dove andare e la parte finale si riferiva a un nuovo big bang.
Mi ero perso anche il discorso dei corpi robotici per quanto un indizio vi fosse qua "Non credo tuttavia che lo stesso possa dire lei di noi."
Mi è piaciuto la conclusione con i pensieri del computer di bordo.
Bel racconto penalizzato dal limite dei caratteri per mostrare meglio il tutto / renderlo più chiaro.
Alla prossima.

Giulio_Marchese
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#19 » giovedì 27 maggio 2021, 22:12

Ciao Alessandro,
Mi ero dimenticato di postare il tuo commento... e niente, eccolo:

Il tuo racconto mi ha molto colpito. Forse tra tutti è il racconto meglio confezionato rispetto al numero di caratteri, se non ricordo male il formato ti aveva dato problemi in passato quindi già ti toccano i complimenti per aver preso le misure alla grande. L'idea è molto bella ed il tema è centrato ma non per questo il racconto è perfetto. Tra la prima e la seconda sequenza ho avuto un attimo di smarrimento, ho pensato fossero androidi fin dall'inizio e la cosa non mi era nemmeno dispiaciuta. Continuando a leggere ovviamente ho capito, però forse l'informazione che sono via via diventati macchine arriva troppo tardi e disorienta. Un altra informazione che non mi è arrivata in tempo è il sesso dei due. I nomi non aiutano tanto quindi nel primo paragrafo li ho dovuti ri immaginare un paio di volte. Niente di grave comunque, quindi semplicemente complimenti!

Ho letto che c'è una tua spiegazione del racconto, ma io non lo sapevo e ora non so se leggerla con il rischio di aver capito male io e in quel caso la colpa e tua oppure pubblicare la classifica e leggerlo dopo. Vista la mia dimenticanza lo leggerò dopo XD

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#20 » venerdì 28 maggio 2021, 13:10

FilippoR ha scritto:Ciao Alessandro e piacere di leggerti,
un racconto complesso ma scritto bene.
Inizialmente mi ero figurato qualche disastro per cui era stata necessaria l'arca ma che c'era poi stato un qualche malfunzionamento bloccando i superstiti dal cercare una nuova casa, poi il finale dove l'arca si muoveva mi ha sorpreso, rileggendolo ho capito che il disastro era qualcosa di ben più grande di quello che avevo immaginato e non ci fosse più nessun posto dove andare e la parte finale si riferiva a un nuovo big bang.
Mi ero perso anche il discorso dei corpi robotici per quanto un indizio vi fosse qua "Non credo tuttavia che lo stesso possa dire lei di noi."
Mi è piaciuto la conclusione con i pensieri del computer di bordo.
Bel racconto penalizzato dal limite dei caratteri per mostrare meglio il tutto / renderlo più chiaro.
Alla prossima.


Ciao Filippo.
Ti ringrazio per il commento. Il fatto che tutti, chi più chi meno, abbiano riscontrato punti non del tutto chiari all'interno del testo, è segno che devo ancora migliorare in fatto di chiarezza. La mia paura quando scrivo è sempre di rendere tutto troppo banale se esplicitato, ma devo riuscire a bilanciare meglio il peso delle informazioni che fornisco per non cadere nel rischio opposto.

Giulio_Marchese ha scritto:Ciao Alessandro,
Mi ero dimenticato di postare il tuo commento... e niente, eccolo:

Il tuo racconto mi ha molto colpito. Forse tra tutti è il racconto meglio confezionato rispetto al numero di caratteri, se non ricordo male il formato ti aveva dato problemi in passato quindi già ti toccano i complimenti per aver preso le misure alla grande. L'idea è molto bella ed il tema è centrato ma non per questo il racconto è perfetto. Tra la prima e la seconda sequenza ho avuto un attimo di smarrimento, ho pensato fossero androidi fin dall'inizio e la cosa non mi era nemmeno dispiaciuta. Continuando a leggere ovviamente ho capito, però forse l'informazione che sono via via diventati macchine arriva troppo tardi e disorienta. Un altra informazione che non mi è arrivata in tempo è il sesso dei due. I nomi non aiutano tanto quindi nel primo paragrafo li ho dovuti ri immaginare un paio di volte. Niente di grave comunque, quindi semplicemente complimenti!

Ho letto che c'è una tua spiegazione del racconto, ma io non lo sapevo e ora non so se leggerla con il rischio di aver capito male io e in quel caso la colpa e tua oppure pubblicare la classifica e leggerlo dopo. Vista la mia dimenticanza lo leggerò dopo XD


Ciao Giulio.
Innanzitutto ti ringrazio per l'ottimo posizionamento, anche se temo mi servirà un vero miracolo per passare di turno. :D
Direi che da quello che scrivi sei riuscito a inquadrare bene la situazione. Riguardo i nomi, quello da te avuto è un rischio a cui non avevo pensato. Ne approfitto per spiegare come li abbia scelti. Si tratta infatti di due citazioni: Sagan deriva da Carl Sagan, astronomo e divulgatore scientifico di fama mondiale; Hamil è invece la storpiatura di Margaret Hamilton, ingegnere a capo della squadra che si è occupata di realizzare il software di gestione della missione Apollo 11. Alla prossima.
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#21 » domenica 30 maggio 2021, 12:01

Come Giuliano, anch'io sono arrivato a fine lettura avendo la sensazione di essere di fronte a un'idea fantastica, ma senza riuscire ad afferrarla, cosa che ho fatto dopo avere letto la tua spiegazione. Cosa non funziona nel racconto: credo soprattutto gli sbalzi temporali, non li ho percepiti. La problematica temporale ha poi influenzato tutto il resto perché a quel punto non sono riuscito ad arrivare al fatto che i custodi stessero modificando via via i loro stessi corpi e la mia idea iniziale è che fossero sempre stati androidi. Quindi no, la resa non funziona, non in 4000 caratteri, ma l'idea è totale, siamo dalle parti del capolavoro e ti invito ed esorto a darle il giusto respiro e a continuare a lavorarci. Come valutazione per il contest starei su un banalissimo pollice tendente al positivo anche se non i modo brillante che non ne evidenzia assolutamente i grandissimi pregi e mi spiace davvero tanto.

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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#22 » lunedì 31 maggio 2021, 11:05

Ciao Maurizio.
Come sempre grazie per come, in poche righe, riesci sempre a focalizzare il punto debole focale di ogni racconto. Ho però una domanda, la quale nasce proprio dalla mia volontà di riprendere in mano questo brano e ampliarlo.

Premessa: quando ho buttato giù le idee per il racconto, avevo pensato a varie "evoluzioni" dei due protagonisti: clonazioni con modifiche genetiche crescenti a ogni nuova generazione, organi biomeccanici, trasferimento della coscienza in corpi sintetici ecc. Alla fine, dovendo sintetizzare il tutto in poche righe ho optato per i due estremi, forma umana VS meccanica, in quanto pensavo fossero quelli più facilmente identificabili e meno passibili di fraintendimenti. Il fatto è che, a leggere i commenti, così non è stato.

La domanda quindi è: premesso che sul balzo temporale sono d'accordo che avrei dovuto renderlo più esplicito (e ovviamente un'idea mi è venuta, ma come sempre accade è arrivata il giorno dopo), come avrei potuto far capire meglio che nella prima scena i protagonisti sono umani e non robotici senza contravvenire la regola dello show don't tell? Nella mia testa il doppio contrasto "personaggio che piange (scena 1) VS personaggio che non può piangere (scena 2)" e "personaggio che prova freddo e che respira con tanto di condensa (scena 1) VS personaggio che non può più percepire il calore dei corpi (scena 2)" erano sufficienti per indirizzare in quella direzione. La mia è una domanda che ovviamente allargo a chiunque avesse letto il racconto, perché davvero la comprensione dei miei testi senza dover sbattere in faccia la "soluzione" al lettore è uno dei punti su cui voglio lavorare di più, quindi capire come ovviare a tale problema è per me fondamentale.
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Alessio
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#23 » lunedì 31 maggio 2021, 12:17

Ciao bell'uomo,

a bocce ferme, non mi soffermerò sulle criticità già individuate dagli altri, ma ci tenevo farti notare una cosa profondamente sbagliata della tua storia.

Ci mostri il nuovo big bang come una semplice esplosione da qualche parte nello spazio. Il big bag è la generazione dello spazio stesso, NON lo puoi osservare da "fuori", perché non c'è nessun fuori.
Se hanno trovato un modo di stare fuori dallo spazio-tempo e di vedere materialmente il big-bang, questo nel testo non c'è.
Questo mi ha totalmente impedito di capire cosa stesse succedendo :)

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Soltanto le stelle potranno giudicarci

Messaggio#24 » lunedì 31 maggio 2021, 12:54

SSSSSSH!!! Che son riuscito a far passare inosservata quel buco fino a questo momento!

(che poi, avevo pensato di risolvere il tutto con una sorta bolla spazio temporale simile a quella descritta da Scalzi nel ciclo dell'Interdipendenza, giusto per sfruttare un escamotage letto di recente, ma mi avrebbe tolto troppi caratteri e, in fin dei conti, non era nemmeno fondamentale ai fini tematici; sì, un po' mi vergogno per aver sacrificato la verosimiglianza all'altare di un finale forzatissimo nel rispetto delle leggi della fisica)
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