Ivan Karenin

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Signor_Darcy
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Ivan Karenin

Messaggio#1 » martedì 18 maggio 2021, 0:54

Ivan Karenin
di Stefano Floccari

I ragazzi sono seduti sul palcoscenico. Li raggiungo e saluto quelli che conosco. Appoggio la bottiglietta d’acqua su un’asse impolverata e prendo posto anch’io, lo scrocchio delle ginocchia a sottolineare la goffaggine del gesto.
«Certo che l’acustica è perfetta, eh?». Fabio non perde occasione per mostrare la sua bravura nell’improvvisazione. Poco male, aiuta a sciogliere la tensione dei nuovi. La biondina che dà le spalle alla buca del suggeritore sembra ridere di gusto alla sua battuta. Non so chi sia, ma mi sta già sui coglioni.
«Sei nuova, vero?» Mettiamo subito le cose in chiaro, stronzetta. «Come ti chiami?»
«Io? Ehm… Anna. È un piacere poter lavorare con lei.» Tutto tuo.
«Dammi del tu, su.» Non ci provare nemmeno. «Anna, eh? Ma pensa!» Mi guarda incuriosita.
«Vedi, ho pensato che il modo migliore per ritornare a fare teatro dopo tutto questo tempo fosse quello di affidarsi a un classico.» Scruto gli sguardi dei presenti, ho fame delle loro reazioni. Di una in particolare. «O meglio: alla rilettura di un classico.»
«Anna Karenìna? Ma che davero?»
Ci mancava il caciottaro. Mi giro verso di lui. «Karénina. Sì, davvero. Problemi?»
«Mannò. È che… sa di muffa, ecco.»
«Il tuo pistolino saprà di muffa.» Altre obiezioni?
«Quella di Anna Karenina è una storia ancora attualissima.» Ancora la biondina. Pure leccaculo. «Mi piacerebbe molto interpretarla, a dirla tutta.» Sì, eh? Scordatelo!
«Frena l’entusiasmo, Anna. Come ho detto, ho in mente una rilettura abbastanza radicale. Tanto per cominciare, il protagonista sarà un uomo.» Cosa c’è di meglio del rispondere a ‘ste cagate del politically correct togliendo alle femministe le loro eroine?
«Un uomo? Ma…»
«Un uomo, sì.» Fabio. «Voglio dimostrare che la potenza della storia è tale da riuscire a prescindere dai suoi protagonisti. Quindi Anna Karenina diventa Ivan, sposato con un’acida contessa rompicoglioni». Anna la biondina.
«Oddio, mi sembra un po’ eccessivo…» Anna, Anna, Anna: chi cazzo ti ha chiesto qualcosa?
«Anna, ahò, me sa che a ‘sto giro te tocca fà l’amante!» Di nuovo nostro signore dei fori imperiali: ma da dove arrivano ‘sti nuovi, dal mercatino delle pulci?
Voglio troncare questa cazzo di discussione. «No: Vronskij è un uomo, come nel libro». La biondina strabuzza gli occhi. Quant’è patetica. «Avete capito bene: Ivan si innamora di un uomo.» Io. Nudo sul palco con Fabio.
La biondina non si trattiene. «E poi cos’altro? Levin è un travestito?»
«Anna, per favore!» Il mio tono è imperioso, cerco di restare calmo. Ma dentro sto ribollendo. Bevo un sorso d’acqua, ma è come se la sentissi evaporare al contatto con la lingua.
«Perdonami. Solo che… va bene la rivisitazione. Ma ecco, così è un po’ strano.»
«Perché strano, di grazia?»
«Beh… mi dà fastidio, ecco!» Vaffanculo, stronza.
«Oh, ti dà fastidio, eh?» Mi sento avvampare, credo di essere color del sipario. «Ti. Dà. Fastidio.»
Fabio mi tiene per un braccio «Stai calmo, su!» Calmo? Calmo un cazzo. Quella bigotta di merda.
Anna prova a mettere una toppa. «Non volevo… Non intendevo…»
«Taci!», le urlo. Poi cerco di riprendere il controllo di me stesso. Ho bisogno di aria fresca. «Vieni: facciamo due passi.»

«Devi scusarmi.» Cerco di mostrarmi amichevole. «Il lavoro va di merda e il teatro è la mia unica valvola di sfogo.» Do un calcio a una lattina e la butto in mezzo alla strada, oltre i binari del tram, dove una Cinquecento rossa fin troppo veloce le dà subito il colpo di grazia.
Anna si stringe nel cappotto. «No, scusami tu.» Non so quanto sia sincera. «Non dovevo permettermi.» No, infatti.
In fondo alla strada scorgo una luce. «Senti, pensi davvero che la storia come l’ho pensata non stia in piedi?»
Ci rimugina sopra parecchi secondi. Non mi stupirebbe se adesso premettesse di avere tanti amici froci. «No, non sta in piedi.»
«Be’, grazie tante!»
«Dico solo che la storia funziona con un uomo e una donna: perché cambiarla?»
Che mentalità del cazzo. Sbuffo, producendo una nuvola di vapore.
«D’ogni modo posso provarci. Che so, potrei fare Kitty.» La corrente che passa per il pantografo produce un colpo secco. «Sempre che…»
La nuvoletta di vapore sale ai miei occhi e diventa fumo. «A Kitty piace il cazzo, non temere!» Il tram è a poche decine di metri. «E sai cosa? La mia storia è fantastica.»



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antico
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Re: Ivan Karenin

Messaggio#2 » martedì 18 maggio 2021, 0:57

Ecco il vincitore dell'ultima edizione! Ciao Stefano! Caratteri e tempo ok, buona ALL STARS EDITION!

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GiulianoCannoletta
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Re: Ivan Karenin

Messaggio#3 » martedì 18 maggio 2021, 22:06

Ciao Stefano, piacere di averti letto.
Un bel racconto ma che non mi ha preso fino in fondo. Forse hai messo in scena troppi personaggi per un testo così breve. I dialoghi occupano una parte corposa nell'economia del testo e intervallati dai pensieri del protagonista a volte a mio avviso sono un po' faticosi da seguire.
Il finale non mi ha convinto molto, troviamo soltanto la riconciliazione tra il protagonista e l'attrice. Mi pare che manchi un guizzo, qualcosa che sparpagli un po' le carte in tavola.
Mi è piaciuta molto la tua declinazione del tema, un nuovo adattamento di un grande classico.
Complimenti, a rileggerci presto.
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Ci_Effe
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Re: Ivan Karenin

Messaggio#4 » giovedì 20 maggio 2021, 17:12

Ciao Stefano, mi piace molto come hai scelto di declinare il tema. Il racconto è assolutamente interessante, sia per la caratterizzazione del protagonista (a tratti un po’ personaggio da sitcom, ma assolutamente credibile), sia per come hai saputo gestire i dialoghi: ognuno ha una sua voce (un po’ stereotipata, ma qui ci metto anche il limite di battute) ed è assolutamente riconoscibile. Questo rende il testo scorrevole e vivo (l’unico punto in cui rischi la confusione credo sia alla battuta “Vedi, ho pensato che il modo migliore […]” perché non è segnalato chiaramente che riprende a parlare il protagonista).
“nostro signore dei fori imperiali”, non so se è realmente un modo di dire, mi ha fatto ridere un sacco.
In un breve spazio riesci a dare lo spunto per una riflessione interessante: siamo di fronte a una discriminazione, eppure il protagonista stesso è il primo a usare categorie e pregiudizi offensivi verso il resto della società (almeno questo è ciò che ne ho ricavato io, che comprerei volentieri il biglietto per lo spettacolo. Se poi la tua era solo ironia allora ho preso un bel granchio). Mi sarebbe interessato vedere qualcuno che mettesse alla prova anche il personaggio del regista criticando in modo sensato la sua visione, anziché la solita biondina scema, ma avresti ovviamente sforato il limite di battute (e con questo sarò tacciata anch’io di politically correct rompiballe femminista)

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Antonio Pilato
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Re: Ivan Karenin

Messaggio#5 » giovedì 20 maggio 2021, 17:57

Ciao Stefano, il racconto era iniziato anche bene... per poi condurre il lettore a un finale, forse per me, un po' troppo scontato.
Una belle caratterizzazione dei personaggi, senza dubbio, che però con tutte quelle parole, quei punti, quelle virgolette, rende la lettura un po' faticosa, ma comunque "proseguibile". Il problema è che la storia sembra il pezzo di un racconto più grande (e forse interessante), ma è incompiuta così... o quantomeno è una sequenza dell'ipotetico macro-racconto che da sola non rende affatto.
Mi aspettavo qualcosa di più perché l'incipit di partenza non è neanche male! Peccato per il resto, mannaggia...

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Gennibo
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Re: Ivan Karenin

Messaggio#6 » sabato 22 maggio 2021, 0:41

Ciao Stefano, bello il tuo racconto, soprattutto l'idea di mettere in scena la rivisitazione di un grande classico usando delle figure originali e inaspettate, e bella anche la gestione del pensiero che caratterizza un personaggio sopra le righe. In certi punti però mi sono un po' persa, l'ultima parte mi è sembrata un po' stonata, con il personaggio che si scusa, si giustifica e sembra pentito davvero, ma poi finisce con la battuta forte che vuole affermare e confermare che i loro ruoli sono improntati su dinamiche diverse.
Direi, buona l'ambientazione e l'idea, ma la realizzazione soffre un po' di focalizzazione su dove vuole andare a parare.
Comunque una prova interessante.

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Debora D
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Re: Ivan Karenin

Messaggio#7 » lunedì 24 maggio 2021, 18:25

Ciao Stefano, piacere di leggerti e ben ritrovato.
Mi piace questa tua virata verso la scrittura immersiva. Apprezzo la declinazione del tema con l’adattamento teatrale, l’avevo pensata anche io ma non trovavo la via, perciò chapeau.

Il tuo personaggio protagonista è interessante: nel suo preoccuparsi della discriminazione verso se stesso finisce per operarne un’altra (sessismo verso la “biondina”).
Però è antipatico e si lamenta troppo. Il suo fraseggio interiore è aggressivo, una costante rabbia e acredine verso gli altri. Un pizzico di bene, avrebbe avvicinato di più. Invece che avere un personaggio mediamente giusto, abbiamo uno che si comporta da stronzo (anche se ha i suoi motivi) perciò la sequenza finale non basta per avvicinarlo.

STILE
Data la Prima persona immersiva vado a segnalare i momenti in cui secondo me usciamo dal pdv e finiamo per avere interferenze nel film mentale.
Ti sforzi di stare dentro il personaggio, lo sforzo ancora si vede per esempio nella schematicità battuta – pensiero – battuta e ripetizione, ancora è un flusso che manca di armonia.
Esempio:
«Sei nuova, vero?» Mettiamo subito le cose in chiaro, stronzetta. «Come ti chiami?»
«Io? Ehm… Anna. È un piacere poter lavorare con lei.» Tutto tuo.
«Dammi del tu, su.» Non ci provare nemmeno. «Anna, eh? Ma pensa!» Mi guarda incuriosita.


Alcuni aspetti fumosi o vaghi:
lo scrocchio delle ginocchia a sottolineare la goffaggine del gesto. → siamo esterni, per capire che lo scrocchio sottolinea prima lo devi ascoltare e poi devi formulare il pensiero.
Fabio non perde occasione per mostrare la sua bravura nell’improvvisazione. → che significa? Cosa sta facendo? Ha parlato dell’acustica e noi sappiamo che i ragazzi erano tutti seduti.
sembra ridere di gusto alla sua battuta. → ride di gusto a quella che sembra una battuta oppure sembra che rida ma non è sicuro che rida?
Scruto gli sguardi dei presenti, ho fame delle loro reazioni.  _ verbi di percezione, ci portano fuori. Ho fame delle loro reazioni basta perché noi siamo nel suo punto di vista quindi è ovvio che sia lui a guardare e scrutare. Per dare l’idea che stia scrutando si possono aggiungere dettagli visivi sulle reazioni che lui desidera a esempio.
«A Kitty piace il cazzo, non temere!» Il tram è a poche decine di metri. «E sai cosa? La mia storia è fantastica.» → Mi aspettavo che la buttasse sotto il tram. Se questa era la tua intenzione, ci voleva una riga in più, se no lo era… che c’entra il tram? Perché il personaggio è concentrato su di esso?

Chiedi pure se mi sono spiegata male.

Conclusione: vedo una ricerca stilistica da parte tua che mi intriga parecchio, curiosa di leggere cosa tirerai fuori dal cappello la prossima volta… anzi la prossima era.
Il pregio maggiore è l’idea dell’adattamento teatrale, la stratificazione del personaggio anche è buona ma per me constrasta con una costruzione non ottimale dell’empatia. In prima lettura comunque l'ho letto con facilità nonostante gli scricchiolii.

Buon divertimento in questa All Stars edition!

Giulio_Marchese
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Re: Ivan Karenin

Messaggio#8 » lunedì 24 maggio 2021, 22:23

Ciao Stefano,
Del tuo racconto ho apprezzato l'idea, che penso sia anche il principale punto di forza. Purtroppo però ho faticato a seguire i dialoghi e anche ad immaginare per bene la scena. In primis non mi è chiaro quanti siano i personaggi on scene: sono solo quelli che parlano e di cui menzioni i nomi o ce ne sono altri? Perché alcune frasi lasciano pensare ci siano più persone ma non sapendo quante e visto che alcuni sono praticamente dei cartonati non capisco benissimo cosa immaginare. L'altra cosa che mi ha reso un po' ostica la lettura sono i pensieri tra le battute di dialogo, in certi casi non capivo chi stesse parlando. Però a una seconda lettura il racconto è già più godibile, andrebbe limato un po' secondo me!

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wladimiro.borchi
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Re: Ivan Karenin

Messaggio#9 » martedì 25 maggio 2021, 10:39

Carinissima la declinazione del tema.
L'adattamento è quello pensato dal nostro regista per la sua opera teatrale.
Lo stile mi è sembrato impeccabile e l'idea della riunione prima di dare inizio alle prove, forse, era l'unico modo per far passare il concetto. Il problema che, in questo modo, sei stato costretto a far passare tutti i concetti nei dialoghi, rendendo l'intera prima parte del racconto un lungo "infodump" forse un po' stancante.
Il protagonista l'ho trovato un po' troppo sopra le righe ma, avendo frequentato il mondo del teatro per anni, posso sottoscrivere il fatto che ne esistano anche di molto più "sopra", per cui non mi ha affatto guastato la lettura.
Una prova più che discreta, in ogni caso.
W

FilippoR
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Re: Ivan Karenin

Messaggio#10 » martedì 25 maggio 2021, 13:57

Ciao Stefano e piacere di leggerti,
un bel racconto in cui mi sono immaginato sul set di uno spettacolo teatrale e il protagonista me lo sono immaginato come René Ferretti, probabilmente per il linguaggio utilizzato.
Purtroppo però il continuo scambio di battute e pensieri mi ha reso un po' più difficoltosa la lettura.
Il finale mi è sembrato più debole del resto del racconto, troppo "tranquillo" rispetto alla prima parte più movimentata, peccato, è come se mancasse qualcosa per quanto accennato con l'ultimo dialogo.
Alla prossima.

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antico
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Re: Ivan Karenin

Messaggio#11 » domenica 30 maggio 2021, 13:42

Ho faticato a costruirmi un'idea del racconto: stiamo parlando di teatro amatoriale o professionale? Il regista sembra volersi imporre e nessuno osa contrastarlo, quindi parrebbe professionale, poi però si scusa perché il lavoro va male, quindi siamo dalle parte dell'amatoriale. Inoltre, tutta la storia dell'adattamento mi è arrivata come una sua reazione al primo approccio con Anna, quasi fosse un'improvvisazione per cercare di ferirla in qualche modo. Il finale, poi, oscilla tra il conciliatorio e, di nuovo, la necessità di imporsi e ferire. Sia chiaro che l'ho letto con piacere, ma senza mai riuscire a carpirne in pieno il senso. Per me, questa volta, un pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante che finisce dietro ai parivalutati racconti di Mantoani e Canella proprio per questa sua incertezza (o almeno così è arrivata a me) su cosa essere.

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