Studiare al Prato

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Debora D
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Studiare al Prato

Messaggio#1 » martedì 18 maggio 2021, 0:59

Studiare al Prato di Debora Dolci

Il prato di San Francesco è già pieno di universitari e liceali. Il tratto d’ombra gettato dalla chiesa è vuoto. Tutti hanno scelto il primo sole. Ci sono palloni ancora fermi, zaini ammucchiati e risate.
Resto in mezzo alla strada Nessuno mi saluta, però due della seconda D mi indicano. Si chiederanno che ci fa Landi al Prato. Già.
Tra i liceali scovo la testa riccia di Cerasi, è seduto sull’erba con le gambe incrociate e lo skate vicino. Almeno non sta rollando una canna. Non mi ha visto, potrei ancora tornare indietro, io non c’entro niente lì.
«Ehi!» Suono un po’ stridulo. Lui alza la testa, si passa una mano davanti alla faccia. Come fa a non cadere quando va sullo skate con quel ciuffo?
«Landi, pensavo avevi cambiato idea.» Agita il braccio, fa il pollice su a un tipo con i dred che passa sullo stradello.
Studiare al Prato di pomeriggio a maggio poteva venire in mente solo a Cerasi, però è per questo che ho accettato. Un po’ di macchie sui pantaloni ci stanno.
Scarico lo zaino e incrocio le gambe per sedermi.
«Ma che hai portato i libri?»
Mi fermo con le gambe piegate. «Io… cioè abbiamo detto che… come lo fai senza libri?»
«Se ci riuscivo con i libri non avevo chiesto a te, no?»
Crollo sul sedere e l’erba fa un piccolo ciaf. «Va bene, niente libri. Ti spiego io.» Cerasi allunga le gambe, lancia un sorriso a un trio del quarto. Deficit dell’attenzione, di sicuro.
Sospiro, ce la posso fare. «Cominciamo?»
Mi tiro vicino lo zaino, il tipo coi dred è passato di nuovo.
Bel razzista che sono. Rilascio le dita sullo zaino, lo spigolo del manuale attraverso la stoffa mi pungola il ginocchio come un’accusa.
«La teoria della selezione naturale.» L’argomento della temuta verifica finale non suscita reazioni. Cerasi guarda tre universitari biondi che si passano un fresbee.
Un gruppetto di ragazze spunta da via della Siepe. Trattengo il respiro. Niente, lei non c’è. Ma è presto, ancora.
Mi schiarisco la voce. «Uno studioso, Charles Darwin scrisse L’origine della specie.»
Cerasi fa un cenno alle ragazze, gonfia le guance, strizza gli occhi. È un vero giullare, ma piace a tutti. Pure i professori sorridono con lui.
Eccola! Caterina gira l’angolo della chiesa e passa vicino alle mura. Ha i pantaloni rosa, morbidi e stretti in vita, la pancia scoperta. La maglietta sfiora l’ombelico. Cammina sul marciapiede e si avvicina.
Deglutisco. «Secondo la teoria di Darwin in una specie prevalgono i soggetti che…» Che volevo dire? Lei cammina verso di noi, sale il marciapiede e attraversa il prato.
Inspiro e mi esce un rantolo. «I soggetti che sono dotati di spirito di adattamento ecco.»
«Ehi, Vittorio» Caterina sale il gradino e attraversa il prato, le scarpe sono dipinte come la notte stellata di Van Gogh.
Cerasi fa una smorfia, detesta il suo nome. «Ciao.»
«Vieni allo skatepark domani?»
«Domani no, mi vedo con Landi.» Con il mento mi indica e io alzo una mano con le dita aperte. Cretino e muto.
Cerasi da vero bomber non si scompone. «Sabato però sì»
«E tu Landi, vieni?»
Caterina parla con me al Prato. Prima volta.
Mi parla e ha questi occhi che sono verdi e mi ha chiesto… cosa mi ha chiesto? Balbetto «Sì, penso di sì. Sabato, sì.»
Lei sorride. «Allora ci vediamo sabato.» Alza una mano e inclina appena il polso, già voltata verso il fondo del prato dove si sono riunite le ragazze.
Cerasi mi dà un colpetto sul gomito. «Ma vai sullo skate, Landi?»
Ecco cosa mi ha chiesto. Come faccio? Farò una figura di merda.
Eh no, se serve a qualcosa la biologia stavolta si vedrà!
Mi sporgo un po’. Lo zaino si rovescia sul prato e lo lascio così. «Cerasi, ti faccio prendere sette, se tu mi insegni a non cadere dallo skateboard. Ci stai?»
Cerasi ride e mi spinge. Finisco con la schiena sull’erba.
«Per un sette ti insegno anche a fare un Feeble grind.»
«Cosa?»
«È una manovra che consiste in un manual grind e...»
«Sì, quello va benissimo.» Incrocio le mani dietro la nuca e resto steso con la Polo nuova che si macchierà di verde. Farò tardi, mio padre mi farà il discorso sulla responsabilità e il futuro.
Mi viene da ridere. «Dicevo?»
«Lo spirito di adattamento.»
Giusto. Si può studiare anche al Prato.



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antico
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Re: Studiare al Prato

Messaggio#2 » martedì 18 maggio 2021, 1:06

Ciao Debora! Tutto ok con i parametri, buona ALL STARS EDITION!

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Davide_Mannucci
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Re: Studiare al Prato

Messaggio#3 » martedì 18 maggio 2021, 16:49

Ciao Debora! E ben trovata!
Il racconto fa il suo dovere e arriva proprio dove vuoi che arrivi. Direi una buona prova. Ho provato a tratti i sentimenti di Landi e il disagio che prova davanti a Caterina.
L’unico neo forse poter trovarlo nello stile. Per carità, immerso ma a volte, e questo solo per i miei gusti, anche troppo immerso. So di essere controcorrente con le scuole di pensiero e di scrittura creativa ma io a volte una pennellata di tell ce la metterei. ma questo è un consiglio che è dettato dal gusto personale. Al netto di questo, una prova più che buona e, per quello che ho visto a una prima lettura generale, un racconto che si gioca il podio. Quindi brava anche stavolta!
A presto
Davide Mannucci

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Michael Dag
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Re: Studiare al Prato

Messaggio#4 » mercoledì 19 maggio 2021, 12:31

ciao debora.
mi dispiace doverti tarpare le ali, ma il tuo raconto mi ha lasciato parecchio perplesso. Non ho trovato nulla di esaltante e nemmeno empatia col protagonista.
lo stile è decisamente buono, una 1persona davvero ben gestita però la storia in se non mi ha trasmesso nulla.
solo la scena del rasta mi è sembrata quel tocco di colore, ma nulla più.
anche il tema mi pare un po preso per i capelli.

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lucaspalletti
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Re: Studiare al Prato

Messaggio#5 » giovedì 20 maggio 2021, 12:25

Ciao Debora,
è sempre un piacere leggerti.
Stavolta metti in scena un racconto dal sapore un po' nostalgico, sicuramente in tema, che porta il lettore a rivivere la propria adolescenza attraverso gli occhi del protagonista. Chi di noi non ha mai vissuto una situazione simile? La paura e la voglia di relazionarsi con gli altri, le giornate sui prati, la battaglia interiore con la proprie insicurezze, il non sentirsi adeguati, le farfalle nello stomaco e la goffaggine che affiorano quando ci si approccia a qualcuno che ci piace... insomma, sento di poter dire che ci siamo passati tutti. O quantomeno, io l'ho fatto.
Proprio per questo è risultato facile immedesimarmi nel protagonista (anche per merito dell'ottimo stile immersivo, nel quale non ho ravvisato sbavature), e il racconto è filato via piacevole e senza intoppi.
Forse la scena che ci proponi, per sua natura, risulta un pelo poco originale (sarebbe perfetta in un teen drama di netflix ^^) e semplice. Per qualcuno potrebbe essere un difetto, ma io la vedo diversamente: è molto complicato raccontare scene "comuni" e di vita quotidiana senza risultare noiosi, stucchevoli o banali. E secondo me tu ci sei riuscita alla grande. Buona prova.
Ti auguro un'ottima edition, alla prossima!
Luca

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MatteoMantoani
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Re: Studiare al Prato

Messaggio#6 » giovedì 20 maggio 2021, 19:08

Ciao Debora,
ho finito il giro di commenti obbligatori e salto qua e là a leggere gli altri. Volevo solo dirti che il tuo racconto mi è piaciuto, la declinazione del tema è molto interessante, col protagonista che impara ad adattarsi allo status quo: ovvero che se vuole piacere alle ragazze della sua scuola deve imparare a essere come i fighetti e abbandonare l’etichetta di secchione. Un messaggio molto triste, che colpisce proprio per la sua cruda realtà. La tua narrazione è sempre ottima, mi è piaciuto particolarmente lo spigolo del libro che punge la gamba. Molto brava, come sempre :)

Cristina
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Re: Studiare al Prato

Messaggio#7 » giovedì 20 maggio 2021, 21:06

Ciao Debora, piacere ! E' la prima volta che mi unisco all'Arena, cercherò di fare del mio meglio anche nel commentare !
Con tema dell'adattamento direi che ci siamo : oltre ad essere argomento di studio tra i due ragazzi (e questo poteva essere un pò tirato come uso del tema, da solo), vediamo come un forte desiderio spinge il protagonista a voler fare qualcosa che non ha mai fatto prima pur di adattarsi al mondo della ragazza a cui ambisce (e qui direi che ci siamo). Testo immersivo, non ho notato errori, però se posso segnalarti qualcosa, leggendolo la prima volta, al 'Suono un pò stridulo' mi sono dovuta fermare e rileggere, mi aspettavo un 'Suona', ed in alcuni altri punti del testo ho dovuto rallentare per capire bene la scena (tipo 'bel razzista che sono''Studiare al Prato di pomeriggio a maggio poteva venire in mente solo a...'), cioè alcuni pensieri del personaggio non erano chiari. Ma quale adolescente ragiona chiaramente dopotutto?!
Comunque sto facendo le pulci, il testo è ottimo. Brava. Grazie della lettura, Cristina.
Cristina Di Rosa

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maurizio.ferrero
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Re: Studiare al Prato

Messaggio#8 » venerdì 21 maggio 2021, 8:46

Ciao Debora, piacere di rileggerti

Il tuo racconto mi ha convinto. Descrivi una scena comune, molto da teen drama, ma prendendo il punto di vista giusto e ottenendo un ottimo risultato.
Il tema Adattamento ben si sposa con il carattere timido del protagonista, che riesci a legare in maniera ottimale agli studi che sta per svolgere.
Insomma, ottimi legami, ottime chiavi di lettura, trama non originalissima ma scritta in maniera pressoché perfetta, tanto da farmela apprezzare. Ti ho già detto una volta che la tua scrittura è talmente vivida da farmi percepire colori e sensazioni, come se mi trovassi proprio lì con i protagonisti, e questo racconto non fa che confermarlo.
Una sola nota: si scrive "dread" :)

A presto!

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Debora D
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Re: Studiare al Prato

Messaggio#9 » venerdì 21 maggio 2021, 17:19

DavideMannucci ha scritto:Ciao Debora! E ben trovata!
Il racconto fa il suo dovere e arriva proprio dove vuoi che arrivi. Direi una buona prova. Ho provato a tratti i sentimenti di Landi e il disagio che prova davanti a Caterina.
L’unico neo forse poter trovarlo nello stile. Per carità, immerso ma a volte, e questo solo per i miei gusti, anche troppo immerso. So di essere controcorrente con le scuole di pensiero e di scrittura creativa ma io a volte una pennellata di tell ce la metterei. ma questo è un consiglio che è dettato dal gusto personale. Al netto di questo, una prova più che buona e, per quello che ho visto a una prima lettura generale, un racconto che si gioca il podio. Quindi brava anche stavolta!
A presto


Ciao Davide, grazie del commento :D
Penso che il bisogno di tell che senti nella mia prosa sia dovuto alla stretta osservanza della tecnica che tento di raggiungere a ogni racconto. Avevo uno stile molto prolisso e arzigogolato prima di cominciare a studiare, perciò mi sono data l'obiettivo di interiorizzare il più possibile la norma prima di tornare all'ipotassi. So che devo farlo, proprio perché molti lettori come te sentono il bisogno di avere una pagina con un andamento più ampio. Ma la sfida è riuscirci senza rompere la focalizzazione... moooolto dura!
Tutta la chiacchiera per dire che tengo conto del tuo gusto personale e ci sto riflettendo!

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Debora D
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Re: Studiare al Prato

Messaggio#10 » venerdì 21 maggio 2021, 17:21

Michael Dag ha scritto:ciao debora.
mi dispiace doverti tarpare le ali, ma il tuo raconto mi ha lasciato parecchio perplesso. Non ho trovato nulla di esaltante e nemmeno empatia col protagonista.
lo stile è decisamente buono, una 1persona davvero ben gestita però la storia in se non mi ha trasmesso nulla.
solo la scena del rasta mi è sembrata quel tocco di colore, ma nulla più.
anche il tema mi pare un po preso per i capelli.


Tranquillo Michael, nessun commento rischia di tarparmi le ali perché un'opinione negativa è la mappa del tesoro ;)
Prendo atto della tua perplessità e di non averti raggiunto, anche questo è utile nella strada dell'apprendimento.
Per quanto riguarda il tema mi sembrava addirittura di averlo spiattellato troppo dato che l'ho inserito su due livelli (l'argomento di studio e l'approccio di un ragazzo rigido e solitario al mondo dei suoi coetanei)

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Debora D
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Re: Studiare al Prato

Messaggio#11 » venerdì 21 maggio 2021, 17:24

lucaspalletti ha scritto:Ciao Debora,
è sempre un piacere leggerti.
Stavolta metti in scena un racconto dal sapore un po' nostalgico, sicuramente in tema, che porta il lettore a rivivere la propria adolescenza attraverso gli occhi del protagonista. Chi di noi non ha mai vissuto una situazione simile? La paura e la voglia di relazionarsi con gli altri, le giornate sui prati, la battaglia interiore con la proprie insicurezze, il non sentirsi adeguati, le farfalle nello stomaco e la goffaggine che affiorano quando ci si approccia a qualcuno che ci piace... insomma, sento di poter dire che ci siamo passati tutti. O quantomeno, io l'ho fatto.
Proprio per questo è risultato facile immedesimarmi nel protagonista (anche per merito dell'ottimo stile immersivo, nel quale non ho ravvisato sbavature), e il racconto è filato via piacevole e senza intoppi.
Forse la scena che ci proponi, per sua natura, risulta un pelo poco originale (sarebbe perfetta in un teen drama di netflix ^^) e semplice. Per qualcuno potrebbe essere un difetto, ma io la vedo diversamente: è molto complicato raccontare scene "comuni" e di vita quotidiana senza risultare noiosi, stucchevoli o banali. E secondo me tu ci sei riuscita alla grande. Buona prova.
Ti auguro un'ottima edition, alla prossima!
Luca


per me è un piacere averti come lettore! Sei sempre molto attento e questo lo apprezzo tanto. Sono contenta che tu abbia colto il sapore nostalgico che volevo dare e che poteva essere dolce o amaro a secondo dell'esperienza del singolo.
Dopo tanti ragionamenti mi sono chiesta "che storia voglio raccontare?" e ho avuto il desiderio di una scena semplice e quanto più reale, sarà anche colpa del tempo molto strano che stiamo vivendo.
Una ottima edition anche a te!

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Re: Studiare al Prato

Messaggio#12 » venerdì 21 maggio 2021, 17:26

MatteoMantoani ha scritto:Ciao Debora,
ho finito il giro di commenti obbligatori e salto qua e là a leggere gli altri. Volevo solo dirti che il tuo racconto mi è piaciuto, la declinazione del tema è molto interessante, col protagonista che impara ad adattarsi allo status quo: ovvero che se vuole piacere alle ragazze della sua scuola deve imparare a essere come i fighetti e abbandonare l’etichetta di secchione. Un messaggio molto triste, che colpisce proprio per la sua cruda realtà. La tua narrazione è sempre ottima, mi è piaciuto particolarmente lo spigolo del libro che punge la gamba. Molto brava, come sempre :)


Grazie Matteo, so che sei sempre sincero e quindi tengo molto conto dei tuoi commenti, sono preziosi ancor di più quando sono spontanei come questo! E sono molto contenta che ti sia piaciuto il dettaglio del libro!
Prestissimo sbarcherò a commentare il tuo racconto :D

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Debora D
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Re: Studiare al Prato

Messaggio#13 » venerdì 21 maggio 2021, 17:28

maurizio.ferrero ha scritto:Ciao Debora, piacere di rileggerti

Il tuo racconto mi ha convinto. Descrivi una scena comune, molto da teen drama, ma prendendo il punto di vista giusto e ottenendo un ottimo risultato.
Il tema Adattamento ben si sposa con il carattere timido del protagonista, che riesci a legare in maniera ottimale agli studi che sta per svolgere.
Insomma, ottimi legami, ottime chiavi di lettura, trama non originalissima ma scritta in maniera pressoché perfetta, tanto da farmela apprezzare. Ti ho già detto una volta che la tua scrittura è talmente vivida da farmi percepire colori e sensazioni, come se mi trovassi proprio lì con i protagonisti, e questo racconto non fa che confermarlo.
Una sola nota: si scrive "dread" :)

A presto!


Aiuto, i dread! Hai ragione!!!
Grazie del commento, Maurizio. Sapevo che la trama non era originale e tra l'altro ho provato un genere teen che mi era nuovo, quindi scriverlo il meglio possibile era la vera sfida.

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Stefano.Moretto
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Re: Studiare al Prato

Messaggio#14 » lunedì 24 maggio 2021, 0:34

Ciao Debora, constato che nei tuoi racconti la componente umana dei personaggi è ciò che ha sempre maggior risalto. È raro leggere qualcosa in cui si sentono i protagonisti così "vivi", ammetto che invidio un po' questa tua capacità.
Rovescio della medaglia, leggendo il racconto ho sentito poco la motivazione del protagonista. Sappiamo che è un ragazzo che sta andando lì a studiare, ma non sappiamo perché è riluttante né chi si aspetta di vedere lì. Hai introdotto molto bene alcuni elementi, ad esempio il fatto che Cerasi vada sullo skate è stato inserito nel testo in modo perfettamente naturale e quando dopo questo elemento diventa importante per la trama è tutto perfettamente allineato; tuttavia ci sono alcuni elementi che non sono stati disposti altrettanto bene e che sono altrettanto importanti. Il più importante tra tutti è Caterina: il fatto che il protagonista si aspetti di vedere una ragazza lì, o che abbia una cotta per qualcuna, non viene fatto capire finché non diventa fondamentale per andare avanti. Il che andrebbe bene se comparisse lì all'improvviso e lui non se l'aspettasse, ma si capisce che lui si aspetta di trovare qualcuno o qualcosa andando al Prato, questa mancanza di informazioni non mi permette di capire appieno il perché dei suoi pensieri prima.
Oltretutto si sente anche una certa mancanza di "conflitto" finché non compare Caterina: il personaggio sta lì per studiare e si capisce che è a disagio, ma non c'è effettivamente qualcosa che vuole o qualcosa che gli impedisca di fare qualcos'altro a parte il voler aiutare l'amico a studiare. Con un inizio del genere mi sarei aspettato un livello di conflitto più intenso subito dopo (qualche plot twist o la comparsa di un antagonista pesante, come per esempio un bullo o qualcosa del genere), invece si tiene molto sul livello basso. Per fare un paragone, nel tuo "La Domanda" si sentiva molto forte il conflitto nel fatto che tutti nella videochiamata volevano tornare a vedersi di persona e l'impendimento causava una sofferenza che scatenava l'empatia.
Una piccola nota sullo stile:
Eccola! Caterina gira l’angolo della chiesa e passa vicino alle mura.

Qui inserisci prima la reazione del personaggio "Eccola!" e poi la motivazione "Caterina" che scatena la sua reazione. Idealmente se vuoi seguire il flusso del personaggio prima dovresti mostrare la causa e poi l'effetto, per quanto questo specifico caso sia molto borderline per diversi motivi.
Altro punto:
Cammina sul marciapiede e si avvicina.
Deglutisco. «Secondo la teoria di Darwin in una specie prevalgono i soggetti che…» Che volevo dire? Lei cammina verso di noi, sale il marciapiede e attraversa il prato.
Inspiro e mi esce un rantolo. «I soggetti che sono dotati di spirito di adattamento ecco.»
«Ehi, Vittorio» Caterina sale il gradino e attraversa il prato, le scarpe sono dipinte come la notte stellata di Van Gogh.

Il marciapiede, il gradino e il prato vengono attraversati un paio di volte a testa. Data l'ora di consegna immagino sia stata una svista per mancanza di tempo, però mi ha un attimo disorientato durante la lettura.
Ritengo comunque questo brano un'ottima prova e personalmente adoro il tuo stile sempre di più, buona edizione!

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Pietro D'Addabbo
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Re: Studiare al Prato

Messaggio#15 » lunedì 24 maggio 2021, 11:25

Ciao Debora, piacere di leggerti.

Letto il tema, come genetista pensare all'adattamento evolutivo e' stato immediato, ho provato ad affrontare il tema sotto questo aspetto senza riuscirci. Il tuo 'cammeo' impreziosisce il racconto che affronta l'aspetto sociale dell'adattamento, lasciando al lettore di individuare il parallelismo presente. Una doppia riflessione sul tema che non appesantisce la lettura.
Chissa' in quanti ricordi di adolescenti un po' nerd ci sono scene simili, che lo si sia stati o si conosca 'il tipo' e' facile immedesimarsi grazie al tuo stile e quindi trovare gradevole la lettura.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Andrea76
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Re: Studiare al Prato

Messaggio#16 » lunedì 24 maggio 2021, 19:15

Ciao Debora, lo stile è a mio avviso il grande punto di forza di questo racconto. Mi ha colpito la precisione di certi dettagli con cui caratterizzi l’habitat (“il tratto d’ombra gettato dalla chiesa è vuoto”) e anche la capacità che hai di arricchirlo via via di elementi che lo rendono vivido (l’erba che fa ciaf, i personaggi di sfondo ben caratterizzati dal punto di vista fisico). Ottimo anche l’uso del filtro del pov, coerente con uno stile in salsa show. Rispetto ai tuoi precedenti lavori però non sono rimasto coinvolto dalla trama. Manca a mio avviso un conflitto o un desiderio esplicito di Landi, e anche quando questo è posto in essere con l’apparizione di Caterina, per il mio gusto personale è troppo tardi. Tutta la prima parte del racconto, nonostante la scorrevolezza della tua scrittura, non mi ha coinvolto.
Cinica e cattiva l’interpretazione del tema basata sul trionfo del darwinismo: mi è piaciuta.
A rileggerti

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Debora D
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Re: Studiare al Prato

Messaggio#17 » lunedì 24 maggio 2021, 21:02

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Debora, constato che nei tuoi racconti la componente umana dei personaggi è ciò che ha sempre maggior risalto. È raro leggere qualcosa in cui si sentono i protagonisti così "vivi", ammetto che invidio un po' questa tua capacità.
Rovescio della medaglia, leggendo il racconto ho sentito poco la motivazione del protagonista...


Stefano, grazie per i complimenti sullo stile. So che se vengono da te sono credibili.
E grazie per l'analisi attenta, marciapiede a parte che è un effetto del panico da una meno cinque minuti, mi hai fatto riflettere sulla motivazione del protagonista e sul conflitto. Mi ero fatta la domanda sul conflitto, ma ho di certo seminato male poiché la rigidità di Landi, non basta questo: Un gruppetto di ragazze spunta da via della Siepe. Trattengo il respiro. Niente, lei non c’è. Ma è presto, ancora.
Volevo provare una nuova forma di conflitto, quello che nasce quando c'è un desiderio amoroso, perciò le tue indicazioni sono preziose.
Ho apprezzato anche la nota sulla comparsa di Caterina.
Posso prenotarti come beta lettore per il futuro? ;)
Grazie e buona edizione anche a te!

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Debora D
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Re: Studiare al Prato

Messaggio#18 » lunedì 24 maggio 2021, 21:03

PietroD'Addabbo ha scritto:Ciao Debora, piacere di leggerti.

Letto il tema, come genetista pensare all'adattamento evolutivo e' stato immediato, ho provato ad affrontare il tema sotto questo aspetto senza riuscirci. Il tuo 'cammeo' impreziosisce il racconto che affronta l'aspetto sociale dell'adattamento, lasciando al lettore di individuare il parallelismo presente. Una doppia riflessione sul tema che non appesantisce la lettura.
Chissa' in quanti ricordi di adolescenti un po' nerd ci sono scene simili, che lo si sia stati o si conosca 'il tipo' e' facile immedesimarsi grazie al tuo stile e quindi trovare gradevole la lettura.


Un genetista! Ebbene sono felice di non aver detto castronerie e che tu abbia apprezzato la doppia declinazione. Grazi mille del commento, volevo proprio suscitare un pizzico di nostalgia adolescenziale.

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Re: Studiare al Prato

Messaggio#19 » lunedì 24 maggio 2021, 21:09

Andrea76 ha scritto:Ciao Debora, lo stile è a mio avviso il grande punto di forza di questo racconto. Mi ha colpito la precisione di certi dettagli con cui caratterizzi l’habitat (“il tratto d’ombra gettato dalla chiesa è vuoto”) e anche la capacità che hai di arricchirlo via via di elementi che lo rendono vivido (l’erba che fa ciaf, i personaggi di sfondo ben caratterizzati dal punto di vista fisico). Ottimo anche l’uso del filtro del pov, coerente con uno stile in salsa show. Rispetto ai tuoi precedenti lavori però non sono rimasto coinvolto dalla trama. Manca a mio avviso un conflitto o un desiderio esplicito di Landi, e anche quando questo è posto in essere con l’apparizione di Caterina, per il mio gusto personale è troppo tardi. Tutta la prima parte del racconto, nonostante la scorrevolezza della tua scrittura, non mi ha coinvolto.
Cinica e cattiva l’interpretazione del tema basata sul trionfo del darwinismo: mi è piaciuta.
A rileggerti


Andrea, se lo stile c'è, la prossima volta dovrò darti più sostanza!
Sono contenta che l'interpretazione ti sia piaciuta, grazie per l'indicazione precisa del momento in cui vedi che il conflitto entra in gioco.
Sono indicazioni preziose perché volevo che partisse qui Un gruppetto di ragazze spunta da via della Siepe. Trattengo il respiro. Niente, lei non c’è. Ma è presto, ancora. invece mi segnali che per te il tempismo è sbagliato: un buon indizio per future prove con il conflitto di tipo amoroso che mi incuriosisce.
Buona edizione!

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antico
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Re: Studiare al Prato

Messaggio#20 » domenica 30 maggio 2021, 16:46

Ottimo racconto. Andando oltre ciò che mostri, questo sembra essere il momento di iniziazione del protagonista che riesce a stabilire una connessione (Cerasi) tra il suo mondo e l'esterno e che da quel punto in avanti sembra liberarsi di un po' di zavorra adolescenziale famigliare per cominciare a nuotare nel sociale. Certo, non è che il tutto sia capitato d'un tratto e il fatto stesso che avesse accettato di vedersi in quel luogo con Cerasi è dimostrazione di un percorso interiore che sta portando avanti da un po' con l'importante sprone dell'attrazione per la ragazza. Detto questo, hai un modo così naturale di mostrare i tuoi protagonisti che sembra di surfare nelle loro emozioni e i tal modo la lettura diventa un vero piacere. Tema preso in pieno. Per me pollice su e in classifica vai davanti al parivalutato racconto di Borchi perché qui mi sembra tutto più naturale.

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