"Spazio al nuovo" di Luca Spalletti

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lucaspalletti
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"Spazio al nuovo" di Luca Spalletti

Messaggio#1 » martedì 18 maggio 2021, 0:59

"Spazio al nuovo" di Luca Spalletti

Franck salutò il Dottor Herbert e richiuse la porta dello studio. Tamponò gli occhi umidi con la manica del maglione e percorse l’angusto corridoio che conduceva alla reception.
La segretaria alzò lo sguardo e gli sorrise. «Com’è andata stavolta, Signor Wallace? Meglio?»
«Non… non saprei. Presumo di sì.»
«Vedrà, ha solo bisogno di tempo. Il Dottor Herbert saprà aiutarla. Vuole fissare subito una nuova seduta per giovedì?»
Franck annuì e la ragazza cominciò a battere velocemente sulla tastiera. Era piuttosto carina. I capelli castani le incorniciavano il volto gentile e si raccoglievano in morbidi boccoli sulle spalle minute che… no. Era un idiota. Pensare a cose simili dopo che… dopo così poco tempo. Era una merda. Prese un bigliettino da visita dall’espositore e finse di leggerlo, rigirandolo più volte tra le dita sudate. Pagò e si congedò con un sospiro di sollievo.
Fuori diluviava. Ovvio, non poteva mancare la pioggia. Pioveva sempre, sul bagnato. Inspirò, si strinse nel giaccone, chinò la testa e s’incamminò verso casa sotto l’acquazzone gelido.
Giunse a destinazione fradicio ed intirizzito. Pescò le chiavi nella tasca, cercò quella giusta con dita tremanti, la infilò nella toppa e girò. La serratura scattò con un click sommesso.
Afferrò la maniglia e una fitta di panico gli attanagliò la bocca dello stomaco, mozzandogli il respiro. Si bloccò, ansimando, incapace di varcare la soglia.
Non desiderava altro che entrare, asciugarsi, magari consumare un pasto caldo. Eppure era terrorizzato al solo pensiero di aprire quella porta e di mettere piede in casa. Era stato così che l’aveva trovata… che aveva trovato Hanna, riversa sul pavimento, circondata da flaconi di pillole.
Poggiò la fronte sullo stipite e osservò le piccole gocce che colavano dai suoi capelli, dal naso e dagli abiti formando una piccola pozza sull’uscio. Il cuore gli martellava nel petto, stretto in una morsa di dolore.
Franck proruppe in un singhiozzo, seguito da numerosi altri. Le lacrime sgorgarono copiose, mescolandosi alla pioggia. Chiuse gli occhi, cercando di calmarsi. Pensò al Dottor Herbert e ai suoi consigli. Inspirò ed espirò profondamente, contando fino a trenta. La morsa allo stomaco si sciolse lentamente. Si raddrizzò, tirò su col naso e trovò il coraggio di entrare in casa. All’interno tutto era come l’aveva lasciato.
Argo gli corse incontro con un guaito sommesso, agitando piano la coda. Franck si chinò e gli accarezzò la testa piatta e il busto vigoroso. «Ehi bello. Piano. Mi sei mancato anche tu.»
Si alzò e sfregò sui jeans le mani bagnate, nel tentativo di ripulirle dal folto pelo bianco del labrador. «Niente da fare… guarda qua. Vado a farmi una doccia calda, tu fai il bravo, mi raccomando.»
Uscì dal bagno rigenerato. Stavolta non aveva nemmeno pianto, sotto il getto d’acqua. Forse le sedute dallo psicologo cominciavano a funzionare, dopotutto.
Si diresse in salone. Argo era salito nuovamente sul divano, acciambellato nel punto esatto dove Hanna era solita accoccolarsi a leggere un libro e a bere quella tisana alla cannella che puzzava tanto. Avrebbe dovuto sgridarlo, ma come poteva, quando lui non aveva nemmeno il coraggio di avvicinarsi a quel divano? Quel maledetto pezzo d’arredamento continuava a suggerirgli troppi ricordi. Il primo film insieme, il loro primo bacio, quella volta che avevano rovesciato il vino… Erano così ubriachi e avevano riso tanto…
Sospirò. Forse era tempo di andare avanti. Di lasciar andare e aprire le porte al nuovo, come diceva il dottore.
Fissò il cuscino vuoto, facendo appello a tutto il coraggio che aveva in corpo. Chiuse gli occhi, trattenne il fiato e si lasciò cadere, sprofondando nella seduta imbottita. C’era riuscito. Ce l’aveva fatta davvero. Aveva impiegato mesi, ma era riuscito ad averla vinta sui ricordi e sul dannatissimo divano. Il groppo che aveva in gola si sciolse. Pianse come un bambino, liberandosi di un peso enorme.
Argo sollevò la testa, si alzò e gli si acciambellò in grembo. Franck lo strinse forte, abbracciandolo. «Ce la faremo vedrai. Andremo avanti, vecchio mio. Giovedì chiedo il numero alla segretaria del dottor Herbert, che ne pensi? È simpatica, potrebbe piacerti. E magari prendiamo anche un divano nuovo.»



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antico
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Re: "Spazio al nuovo" di Luca Spalletti

Messaggio#2 » martedì 18 maggio 2021, 1:08

Ciao Luca! Parametri rispettati, buona ALL STARS EDITION anche a te!

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Sherwood
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Re: "Spazio al nuovo" di Luca Spalletti

Messaggio#3 » mercoledì 19 maggio 2021, 15:25

Ciao Luca,
il tuo è un racconto lineare che ci mostra un uomo sofferente per aver perduto l'amore della sua vita. La casa è vuota senza di lei anche se gli è rimasto un labrador e una manciata di ricordi che lo affliggono. Le sedute dal terapeuta servono non solo per alleviare lo spirito, ma anche per socializzare e magari proprio lì ha incontrato qualcuno che potrebbe dargli una seconda possibilità. Il finale è un po' fiacco, la riconquista del divano da cui si teneva a distanza perché troppo impregnato di ricordi legati a lei. Per finire qualche aggettivo di troppo che avrei tagliato. Giudizio buono perché hai mostrato la normalità senza cercare il colpo di scena, anche il tema è centrato. Una buona prova.

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Sirimedho
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Re: "Spazio al nuovo" di Luca Spalletti

Messaggio#4 » mercoledì 19 maggio 2021, 21:43

Buonasera Luca.
Racconto piacevole, che scorre facilmente. Direi che hai descritto in modo efficace una reazione ad una morte, anche se quel tipo di reazione sembra forse più ad un lutto improvviso che a un suicido. In quest’ultimo caso mi sarei aspettato qualche pensiero legato al sentirsi in colpa, non aver saputo aiutare la compagna prima che arrivasse a quel punto. Non che questi pensieri debbano per forza esserci, ma se non sono presenti probabilmente non si fanno nemmeno tanto problemi per sedersi su un divano.
Quindi da un lato il racconto mi piace, dall’altro non lo sento del tutto naturale.
Rispetto alla tecnica di scrittura, sebbene sia in terza persona mi sembra sia così centrato su Franck che sembra in prima persona, ad esempio qui: “…morbidi boccoli sulle spalle minute che… no. Era un idiota.” Quel “no” sembra molto un’introspezione, così come il commento non può che essere autoreferenziale. Mi chiedo se riscrivendolo in prima persona non sarebbe più intenso.
In conclusione, un’ottima prova su cui si può lavorare ancora.
Tema centrato.
Buon contest!

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Giovanni Attanasio
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Re: "Spazio al nuovo" di Luca Spalletti

Messaggio#5 » venerdì 21 maggio 2021, 10:35

Il racconto non è male, mi fa tornare in mente la serie “After Life” con Ricky Gervais.
Vado subito alla tecnica, rapidamente. Il tipo di narratore (che così a lettura veloce mi pare un mezzo onnisciente?) in sé non è male, resta però il dubbio se l’uso di pensieri e discorso indiretto libero nel testo non avesse a questo punto reso meglio direttamente in prima persona. Tutte le sue emozioni ci vengono dette, e questo un po’ allontana dal protagonista in sé poiché si crea quella distanza tra noi lettori e lui che è lì che viene “osservato”.
Sulla storia e la trama non ho molto da dire, resta quel senso di distanza e anche la parte finale non colpisce con la potenza necessaria.
Buona edition!
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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lucaspalletti
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Re: "Spazio al nuovo" di Luca Spalletti

Messaggio#6 » venerdì 21 maggio 2021, 11:34

Sherwood ha scritto:Ciao Luca,
il tuo è un racconto lineare che ci mostra un uomo sofferente per aver perduto l'amore della sua vita. La casa è vuota senza di lei anche se gli è rimasto un labrador e una manciata di ricordi che lo affliggono. Le sedute dal terapeuta servono non solo per alleviare lo spirito, ma anche per socializzare e magari proprio lì ha incontrato qualcuno che potrebbe dargli una seconda possibilità. Il finale è un po' fiacco, la riconquista del divano da cui si teneva a distanza perché troppo impregnato di ricordi legati a lei. Per finire qualche aggettivo di troppo che avrei tagliato. Giudizio buono perché hai mostrato la normalità senza cercare il colpo di scena, anche il tema è centrato. Una buona prova.


Ciao Angela,
è un piacere ritrovarti.
Ti ringrazio per il commento e in particolare per lo spunto sui troppi aggettivi. Effettivamente, rileggendo alla luce del tuo appunto, ho notato anch'io qualcosina da poter sfrondare. Farò più attenzione in futuro!
Buona edition!
Luca

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Re: "Spazio al nuovo" di Luca Spalletti

Messaggio#7 » venerdì 21 maggio 2021, 11:45

Sirimedho ha scritto:Buonasera Luca.
Racconto piacevole, che scorre facilmente. Direi che hai descritto in modo efficace una reazione ad una morte, anche se quel tipo di reazione sembra forse più ad un lutto improvviso che a un suicido. In quest’ultimo caso mi sarei aspettato qualche pensiero legato al sentirsi in colpa, non aver saputo aiutare la compagna prima che arrivasse a quel punto. Non che questi pensieri debbano per forza esserci, ma se non sono presenti probabilmente non si fanno nemmeno tanto problemi per sedersi su un divano.
Quindi da un lato il racconto mi piace, dall’altro non lo sento del tutto naturale.
Rispetto alla tecnica di scrittura, sebbene sia in terza persona mi sembra sia così centrato su Franck che sembra in prima persona, ad esempio qui: “…morbidi boccoli sulle spalle minute che… no. Era un idiota.” Quel “no” sembra molto un’introspezione, così come il commento non può che essere autoreferenziale. Mi chiedo se riscrivendolo in prima persona non sarebbe più intenso.
In conclusione, un’ottima prova su cui si può lavorare ancora.
Tema centrato.
Buon contest!


Ciao Stefano,
piacere di conoscerti.
Ti ringrazio per il commento approfondito e ben argomentato. Trovo puntuale la questione del senso di colpa. Effettivamente mi ero posto il quesito in fase di stesura, ma essendo la narrazione ambientata mesi dopo il fattaccio ho pensato che forse il rimorso avrebbe stonato, anche per via della terapia e del percorso di riabilitazione di Franck. Idealmente il divano rappresenta l'ultimo scoglio da superare per adattarsi e andare avanti. Come mi fai notare tu, però, è plausibile che a quel punto non abbia problemi ad affrontare il carico di ricordi e a questo, in tutta franchezza, non avevo pensato. Appunto prezioso quindi, il tuo, per aiutarmi in futuro a ragionare meglio su tutti i dettagli della narrazione.
Per quanto riguarda la prima persona: ho sempre un po' di riluttanza nell'usarla. Ho fatto qualche tentativo in passato e non mi sono trovato benissimo, ma chissà, tentar di nuovo non nuoce. Proverò a convertirlo e a vedere il risultato.
Ti ringrazio ancora per gli spunti e ti auguro una buona edition!
Luca

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Re: "Spazio al nuovo" di Luca Spalletti

Messaggio#8 » venerdì 21 maggio 2021, 11:52

Giovanni Attanasio ha scritto:Il racconto non è male, mi fa tornare in mente la serie “After Life” con Ricky Gervais.
Vado subito alla tecnica, rapidamente. Il tipo di narratore (che così a lettura veloce mi pare un mezzo onnisciente?) in sé non è male, resta però il dubbio se l’uso di pensieri e discorso indiretto libero nel testo non avesse a questo punto reso meglio direttamente in prima persona. Tutte le sue emozioni ci vengono dette, e questo un po’ allontana dal protagonista in sé poiché si crea quella distanza tra noi lettori e lui che è lì che viene “osservato”.
Sulla storia e la trama non ho molto da dire, resta quel senso di distanza e anche la parte finale non colpisce con la potenza necessaria.
Buona edition!


Ciao Giovanni,
grazie per il commento.
Non conosco la serie da te citata, ma a questo punto vedrò di recuperarla :)
Per il discorso tecnico, mi rendo conto che avrei potuto immergere di più la narrazione. Effettivamente, rileggendo ora, a distanza di qualche giorno, mi rendo conto che risulti più esterna di quanto avrei desiderato. Peccato, perché sto lavorando proprio per migliorare questo aspetto, ma evidentemente c'è da rimboccarsi le maniche. Ben venga.
Per il discorso della prima persona, come accennavo a Stefano, non mi sento molto "confident", ma farò un tentativo, potrebbe valerne la pena.
Grazie ancora per gli spunti di riflessione e buona edition!
Luca

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Giacomo Puca
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Re: "Spazio al nuovo" di Luca Spalletti

Messaggio#9 » venerdì 21 maggio 2021, 18:27

Ciao Luca, piacere di commentarti.

Disclaimer
Tutte le critiche, per quanto sgradevoli, sono riferite esclusivamente al pezzo e non all'autore. Non sono un esperto e non pretendo di avere ragione, e applico un metro di giudizio tanto severo quanto quello che vorrei per le mie opere. Per qualsiasi cosa io lascio sempre il diritto di replica.

Tema
Centrato nella declinazione "adattamento al lutto".

Trama
Gran parte della narrazione è una serie di azioni e descrizioni dettagliatissime ma perlopiù riempitive. Elementi la cui mancanza non avrebbe alcun effetto nell'economia della vicenda.
Manca soprattutto qualcosa che giustifichi il cambiamento. Il protagonista è devastato, poi nel finale riesce a compiere un importante passo nel superamento del lutto, ma questo superamento sembra arrivare solo perché la storia deve essere chiusa. Sarebbe stato più interessante introdurre qualcosa, un avvenimento, che innescasse il mutamento.

Stile.
La storia si segue senza problemi, la chiarezza non manca. A mio parere c'è una sovrabbondanza di avverbi, del tutto inutili, che appesantiscono. La cosa che dà più problemi sono cliché e luoghi comuni. La ragazza che beveva la tisana, il labrador dei due, la pioggia, la segretaria bella con cui "ricominciare", espressioni come "pianse come un bambino"... Ho avuto la sensazione di trovarmi davanti al prologo di una mediocre commedia romantica, di quelle che Hollywood sforna a palate.

Conclusioni.
Una storia un po' scialba anche se ha il vantaggio di farsi leggere senza problemi. Mi permetto di suggerire qualcosa su cui ragionare: se la ragazza è morta suicida, potrebbe essere magari colpa in qualche modo del protagonista? Concentrarsi sul suo senso di colpa, e magari renderlo meno un "bravo ragazzo", potrebbe fornire parecchio più conflitto e mordente alla storia.


A rileggerci!
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Pretorian
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Re: "Spazio al nuovo" di Luca Spalletti

Messaggio#10 » sabato 22 maggio 2021, 0:29

Ciao Stefano e piacere di leggerti. Il racconto soffre di un chiaro problema di gestione degli spazi. Tutta la prima parte è lentissima e descrittiva fino all'eccesso, mentre nella parte finale, quella dove si svolge l'effettivo colpo di scena, abbiamo poco e niente. La segretaria carina, la pioggia, il cane... cosa aggiungono effettivamente alla vicenda? Calcola lo spazio che hai impiegato per queste e calcola, invece, quanto hai impiegato per la morte della moglie o per il finale momento di cambiamento. Lo so, lo spazio è poco, ma proprio per questo devi sforzarti di concentrare i caratteri a disposizione sulle parti più importanti, non su quelle meno utili. Purtroppo, con un difetto grosso come questo, il resto della trama scorre male: troppo lenta all'inizio e troppo poco completa per essere efficace nel finale.
Peccato.
Alla prossima

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Emiliano Maramonte
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Re: "Spazio al nuovo" di Luca Spalletti

Messaggio#11 » domenica 23 maggio 2021, 19:06

Ciao Luca, ben lieto di rileggerti.
Il racconto è gradevole e fa il suo dovere, senza grossi scossoni e "schiaffoni" emotivi, ma penso che il tuo principale obiettivo fosse questo. All'inizio ho pensato a una storia fantastica o di fantascienza: mi sono immaginato un androide o un clone che andava da uno specialista o da uno psicologo, ma poi la trama è andata nella direzione più semplice che ci si potesse attendere. Il tutto sostenuto da una prosa un pochino troppo "scolastica", da cui avrei mondato avverbi ed espressioni legnose ("Una fitta di panico gli attanagliò lo stomaco"; "il cuore gli martellava nel petto"; "le lacrime sgorgarono copiose"... e mi fermo qui), che tuttavia ha il pregio di essere molto leggibile e agile, funzionale alla storia che hai raccontato.
Mi ha favorevolmente colpito il tema che hai affrontato, il quale coincide anche con quello richiesto dal contest, quindi è centrato. Peccato per qualche lungaggine di troppo (troppe momenti descrittivi che potevi accorciare in favore di maggiori input o risvolti di trama) e peccato per la carenza di un vero climax emotivo tale da controbilanciare il ristagno della prima parte.
Alla luce di ciò che ho sopra esposto, mediterò ancora sul tuo testo per collocarlo correttamente nella classifica.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Laura Brunelli
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Re: "Spazio al nuovo" di Luca Spalletti

Messaggio#12 » mercoledì 26 maggio 2021, 10:25

Ciao Luca,
Mi spiace, ma il tuo racconto non mi ha colpito in modo particolare. Sicuramente centrato il tema. Il punto di vista, in alcuni punti sembra filtrato dal protagonista, in altri onnisciente. Non mi convince il modo in cui si sofferma ad osservare la segretaria subito dopo essere uscito visibilmente scosso dallo studio del dottore. Soprattutto considerato che dopo solo quattro righe viene nuovamente assalito dall’orrore del ritrovamento della moglie? Compagna? Non si capisce. Se avessi inserito la descrizione della segretaria alla fine, prima che Franck decide di chiamarla, l’effetto sarebbe stato di sicuro più incisivo anche in riferimento al tema, con un chiaro cambiamento nel finale.
Qualche consiglio dal punto di vista stilistico:
1) sebbene tu riesca a mostrare le emozioni del personaggio, tendi ad inserire termini come “panico”, “terrorizzato” e “dolore”, che, a mio avviso sono assolutamente superflui. Per esempio, nella frase “Afferrò la maniglia e una fitta di panico gli attanagliò la bocca dello stomaco, mozzandogli il respiro” la parola panico, che è raccontato, non aggiunge nulla al testo, anche togliendola si capisce benissimo. Lo stesso dicasi per il terrorizzato due righe sotto.
2) ci sono un po’ di ridondanze e di ripetizioni che rallentano il ritmo e appesantiscono la lettura.

Giudizio: questo racconto non mi è piaciuto molto. L’idea, sicuramente in tema, è interessante. Trovo, però, gestito male il punto di vista, per la maggior parte onnisciente e più filtrato dal personaggio in alcuni brevi passaggi. Sebbene i dettagli consentano di visualizzare bene la scena, trovo ci siano un po’ troppe ripetizioni e ridondanze. Poco coerente con l’avvio del racconto il passaggio in cui osserva la segretaria.

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Mario Mazzafoglie
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Re: "Spazio al nuovo" di Luca Spalletti

Messaggio#13 » mercoledì 26 maggio 2021, 23:35

Ciao Luca, un piacere leggerti.
Senza girarci troppo intorno, il tuo racconto mi è piaciuto molto e lo piazzo al secondo posto.
Un po' come ti ha già detto qualcuno, per quello che hai scritto, la terza persona non è del tutto ottimale. Lungi da me essere un radicalista di Prima e Terza persona, ma nel tuo racconto balza abbastanza agli occhi che la prima persona avrebbe fruttato molto di più.
Altro plus lo avrebbe potuto dare il fatto che si trattasse di un altro tipo di morte rispetto a quella del suicidio.
A livello di testo, ti sottolineo un'incongruenza. Non volevo nemmeno citarla, ma poi visto il finale mi sembra doveroso: il primo incontro tra protagonista e segretaria sembra avvenire per la prima volta (in base a quello che ci viene mostrato con gli occhi del protagonista), mentre poi si viene a sapere che lui è in cura già da qualche tempo e quindi quello non era il primo incontro.
Detto questo, ottima prova.
Alla prossima.

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antico
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Re: "Spazio al nuovo" di Luca Spalletti

Messaggio#14 » domenica 30 maggio 2021, 23:00

Concordo con le due criticità principali che ti sono state segnalate: 1) un suicidio dovrebbe scavare nel suo senso di colpa e questo non accade e 2) non c'è un vero e proprio punto di svolta che lo porti a superare questo importante step della sua vita (potrebbe essere l'interesse per la segretaria, ma a quel punto ci sarebbe da chiedersi perché proprio in quel momento). Detto questo, ho apprezzato il racconto, scivola che è un piacere e ci porta nel dolore del protagonista e nella necessità di adattarsi e andare avanti, e lo fa con garbo. Per me un pollice tendente verso il positivo in modo brillante.

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lucaspalletti
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Re: "Spazio al nuovo" di Luca Spalletti

Messaggio#15 » giovedì 3 giugno 2021, 15:55

Scusate la risposta tardiva, ma ci tenevo a ringraziarvi tutti per i commenti!
Col racconto di quest'edizione credo di aver imparato molto, in buona parte grazie alle vostre osservazioni e suggerimenti, che ho trovato tutte estremamente argomentate e ben poste, anche quelle che magari condivido meno.
Mi rendo conto che sia molto maleducato, dato il tempo che avete investito dandomi preziosi suggerimenti, rispondervi con un unico "commento calderone", specialmente dopo tutti questi giorni. Meritereste una risposta specifica per ogni commento. Purtroppo tra due lavori, lo studio, gli allenamenti e altri problemi vari è un periodo veramente frenetico, e non ho proprio il tempo materiale per farlo. Mi sono però appuntato tutto, sappiatelo!
Approfitto di questa rara pausa-pranzo per scusarmi e ringraziarvi ancora.
Alla prossima edition!
Luca

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