LA FINALE: classifica e commenti di Oriana Ramunno

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LA FINALE: classifica e commenti di Oriana Ramunno

Messaggio#1 » martedì 22 giugno 2021, 18:38

1) O Felix Culpa
Un racconto geniale e irriverente. Non ho capito chi fosse il defunto finché le donne non appaiono sulla scena. Il plot twist è davvero ben giocato, il tema dell’adattamento azzeccatissimo (ogni ladro, da brava canaglia, sa adattarsi al volo). La storia di Cristo vista da un’altra ottica, con la giusta dose di ironia e accompagnata da uno stile fresco e accattivante, è vincente. Questo racconto si conquista il mio primo posto!

2) Tasse
Questo racconto mi ha fatto saltare sulla sedia nel momento in cui il laccio emostatico viene legato attorno al braccio di Cezar, che è l’istante in cui quello che sembra un reietto dedito alla droga, padre di un figlio vittima di incuria, evasore di tasse e probabilmente delinquente, si rivela essere vittima di una società che ha dovuto adattarsi al nuovo padrone. Tutto è dosato bene, compreso lo stile che svia sapientemente il lettore costringendolo a pensare che si trovi in un racconto pulp. E invece eccolo, il colpo di scena finale, piazzato alla perfezione, che comincia già nel momento in cui intuiamo che i “seicento” non sono soldi ma ml di sangue, e che culmina col secondo plot twist, quello in cui scopriamo il perché di questo pagamento e che trasforma improvvisamente il racconto in un horror distopico.

3) Tocca ferro
Il tema dell’adattamento, in questo racconto, è davvero ben riuscito. Lo stile è scorrevole, piacevole, a volte aulico ma senza esagerare. Il colpo di scena è giocato bene per quanto riguarda l’identità del folletto, abilmente mascherata dal mestiere che svolge, mentre lo è meno riguardo il nascondiglio della principessa. Nonostante questo, la prova è ampiamente superata: atmosfere fantasy classiche e un mondo delineato in maniera vivida in poche righe.

4) Il cuore della foresta
Atmosfere che ricordano le foreste intricate e pericolose di “Annientamento” e un protagonista d’eccezione, la pianta mangia-uomini già tanto cara sia al cinema che alla letteratura. Il tema dell’adattamento, in questo racconto, è stato colto bene e anche il plot twist finale, nonostante sia abbastanza intuibile, è ben piazzato.

5) Infinite melodie
Un racconto è crudo e spaventoso. Il concept è davvero originale e interessante e rispetta il tema. Le descrizioni sono vivide e il tono visionario, tanto che non si sente la necessità di capire perché il pianista sia li né chi ce l’abbia messo, ma solo di assicurarsi che abbia un’altra melodia per rimanere in vita. Il focus è tutto nella sopravvivenza e nella disperazione, unico motore che muove il protagonista.

6) La poesia dipinta
Si può adattare un haiku a un’immagine? Certo, se in una notte tempestosa uno spirito della foresta mostra come fare… Questo racconto è delicato, una bella fiaba che pare un dipinto. Peccato per la confusione sulla consecutio temporum, sull’uso dei gerundi e per alcune parti troppo raccontate e non mostrate. Sarebbe stato perfetto. Rimane, nonostante questi piccoli difetti, un bell’affresco.

7) Il gancio e lo specchio
I due punti di forza di questo racconto sono lo stile e la coerenza al tema. L’adattamento, qui, c’è tutto. Lo stile anche: fresco, veloce, dinamico. Le immagini si susseguono come in uno spezzone di film, senza risultare pesanti nemmeno per chi non mastica il linguaggio della boxe. La struttura lineare non mi ha fatto impazzire, ma ci sono racconti dove – dopotutto – occorre solo godersi il viaggio, senza bisogno di altro. Questo è uno di quelli.

8) Occhi bassi e ubbidire
Un racconto dove il tell è ben usato e dove il tema dell’adattamento appare in tutta la sua evidenza. Probabilmente i Sonderkommando erano le categorie che maggiormente hanno dovuto adattarsi, nei campi, per sopravvivere. Mi è piaciuto il linguaggio duro, sporco, che mostra il cinismo a cui il protagonista ha dovuto approdare per salvare se stesso. Peccato per le inesattezze storiche e per il plot twist finale che trasforma il personaggio femminile in una macchietta. Forse si sarebbe potuto giocare diversamente, date le ottime premesse iniziali.

9) Che ti sei messa in testa?
Un racconto delicato, che ho immaginato con pennellate tipiche dei manga. Chi si adatta, questa volta, non è la persona che vorrebbe cambiare, omologarsi agli altri e sentirsi meno diversa, ma l’altro. Una storia di amicizia ma anche di accettazione di sé e dell’altro, accompagnata da una scrittura chiara, fresca e scorrevole.

10) Studiare al Prato
Un racconto immersivo, che porta dritto nei panni del protagonista. Ho provato molta tenerezza nel vedere il tema dell’adattamento declinato in questa chiave: per un adolescente adattarsi vuol dire sopravvivere, fingere, andare per tentativi per farsi accettare dal gruppo. Mi è piaciuta la complicità che alla fine si crea tra i due ragazzi, tanto diversi tra loro, sicuramente legati da un rapporto puramente opportunistico ma che sembra il preludio di un’amicizia.

11) Il valore di Tanja
Doppio adattamento, in questo racconto: quello della ragazza, che scende a compromessi, e quello del padre, che rinuncia a un colpo grosso per amore della figlia. Il tema è quindi centrato con precisione. Linguaggio crudo, secco, dialoghi credibili… e due italiani descritti in vero stile criminale. Il plot twist finale chiude bene il cerchio.

12) Un ladro
Ho apprezzato la tematica difficile ma, devo essere sincera, pur provandolo a rileggere una seconda volta non ho capito questo racconto. È ermetico, il lettore vede una sequenza di azioni (sia da parte della protagonista che da parte del dottore) che non hanno senso. Nel finale c’è un ribaltamento che chiarisce la prima parte, ma non è abbastanza per darle lustro.



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