LA FINALE: classifica e commenti di Sara Bilotti

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LA FINALE: classifica e commenti di Sara Bilotti

Messaggio#1 » mercoledì 23 giugno 2021, 17:30

12: Il gancio e lo specchio
Ritmo serrato per questo racconto che mi piace leggere, ispirata dal titolo, come un gioco di specchi.
Il pugile che sta per perdere il campionato deve assolutamente vincere contro un avversario mancino. Proprio come davanti a uno specchio, impara a giocare col suo riflesso. Contro l’avversario, ma in qualche modo anche contro se stesso. Più lo leggi, più noti indizi sorprendenti su questa lotta contro il doppio. Sorprendente.

11: Studiare al Prato
Tenero e feroce ritratto, come può essere solo quello dell’adolescenza, delle sue insicurezze e del costante tentativo di adattamento che, al contrario di quello che spesso si dice, può essere un allenamento del sé. Delizioso.

10: Il cuore della foresta
Gli indizi per prevedere la fine del racconto ci sono tutti, sin dai primi scambi di battute, eppure l’autore è stato bravissimo a creare un’atmosfera per nulla inquietante, da film di avventura per ragazzi, per intenderci. Stravolgere una trama disegnata con poche pennellate è difficilissimo, ed è anche per questo che quando un racconto è costruito bene diventa un piccolo gioiello.

9: La poesia dipinta
Racconto elegantissimo sul tentativo struggente di riempire il vuoto. L’immaginario fa proprio questo: dipinge gli spazi vuoti, sperando di dare un senso al quadro della vita e una consolazione alla solitudine. Il finale ci ricorda che questo tentativo non è un esercizio sterile, ma ha un effetto reale sul nostro mondo. Un effetto che però, nella grande maggioranza dei casi, non possiamo controllare.

8: Infinite melodie
L’’apparente assenza di scopi comprensibili della tortura mi ha affascinata sin dalle prime righe. Trovo, per gusto personale, che i migliori racconti siano capaci di farti provare empatia anche in assenza di situazioni realistiche, o forse soprattutto. C’è qualcosa nel pianista costretto a suonare che fa scattare qualcosa dentro me. È come se sentissi anche io di essere una specie di burattino senza fili, come se in realtà lo fossimo tutti, in balia di un destino superiore che non ci concede di sapere perché viviamo. Evocativo e coinvolgente.

7: Il valore di Tanja
Questo è uno di quei racconti che pretendono una pausa da altre letture. Non solo per il colpo di scena (terribile, commovente) ma per il fatto che continua dentro la mia testa. Ogni elemento della trama rimanda a una storia a sé, è seme di una trama più grande. Spero che l’autore abbia voglia di farne un romanzo.

6: Che ti sei messa in testa?
Delizioso racconto sulla diversità, o quella che viene percepita diversità dalla maggioranza. Il mutamento questa volta avviene in chi fa parte di tale maggioranza, scatenando un effetto dirompente nel diverso, una sorta di allegro sollievo di cui la protagonista non aveva mai conosciuto i benefici effetti. Racconto consolatorio, tenero e potente allo stesso tempo.

5: Tocca ferro
Una delle cose più difficili da fare durante la stesura di un racconto breve è catapultare il lettore in una realtà alternativa, spesso e volentieri arricchita da distopie. Questo racconto ci riesce benissimo, finendo per sorprendere il lettore che in poche righe aveva già chiari in mente ambientazione, personaggi, amici o nemici. Affascinante.

4: Un ladro
Questo racconto è un mondo. Dolorosissimo e crudele, dipinto alla perfezione con poche pennellate. La scelta che è costretta a fare la protagonista, nonostante i residui di resistenza alla consapevolezza, non la leggiamo, ma la intuiamo. É come il sibilo di un coltello nell’aria, che punta dritto al cuore.

3: Tasse
In questa edizione, più che in altre, i racconti mi sono sembrati piccoli film. Tra gli altri, Tasse è una vera e propria sceneggiatura in erba. Ogni frase è un’inquadratura, i dialoghi sono perfetti, taglienti come una lama. Si intuisce persino l’ambientazione, la si dipinge nella mente in ogni particolare, nonostante, per ovvi motivi, essa sia stata appena accennata. Visionario ed elegante, ti porta per mano fino al sorprendente finale.

2: Oh felix culpa
Il sorriso che ho fatto nel leggere il finale di questo racconto ancora mi aleggia sulle labbra. Geniale. Il ritmo serrato di quella che sembra una storia d’avventura e mistero costringe il lettore a leggere a precipizio, fino al suddetto sorriso finale: catartico, liberatorio, divertito e stupito. Un racconto gustoso dall’inizio alla fine.

1: Occhi bassi e ubbidire
Una storia di umane meschinità che mi ha spaccato il cuore. Un racconto di persone che diventano boia per necessità o sopravvivenza, e che non possono permettersi alcuna debolezza. L’ambientazione dà la possibilità ai personaggi di assumere sembianze precise nella testa del lettore, ma secondo me la narrazione potrebbe avvenire in qualsiasi contesto o epoca, e a prescindere dalla guerra: il racconto è emblema di una mutazione irreversibile, disumana, e, se non si è capaci di proteggere la speranza come il tesoro più grande, inevitabile.



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