Ritorno

71ª Edizione, Minuti Contati accoglie una guest star d'eccezione: Silvio Sosio. QUI potete visionare il trailer, potete trovarci anche degli indizi per il tema che vi aspetta. Ricordiamo: l'appuntamento è per lunedì 21 settembre dalle ore 21.00 all'una.
lorenzo_cadoni
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Ritorno

Messaggio#1 » lunedì 21 settembre 2015, 22:50

Da diverso tempo ormai avevo iniziato a convivere con l’odore dell’aria di quel luogo dove eravamo arrivati ormai quasi un anno prima.
Qui tutto si muoveva piano, come se ogni essere vivente fosse rallentato da una strana forza magnetica che ne limitava i movimenti.
Ero sempre stato abituato a muovermi a 500 Un/par ed era la normalità spostarsi in tempi rapidissimi.
Il volo era stato confortevole come tutte le altre volte e, come sempre quando toccava a me viaggiare, il tempo che aveva preceduto la partenza era stato frenetico e ricco di preparativi.
Durante il viaggio mi avevano avvertito che le nostre abitudini sarebbero state stravolte, che con il passare del tempo anche il mio fisico avrebbe potuto risentire del cambiamento, in special modo quello climatico.
Il mio syntron non scendeva mai sotto i 3500 syl.
Era terribile a volte e nei momenti più duri sognavo i 1000 syl di casa, quando faceva caldo.
Mi avevano istruito per bene, avevo dovuto seguire dei seminari per poter apprendere correttamente tutto il necessario per vivere durante il mio soggiorno.
Non era la prima volta che mi spostavo da solo, ma ero felice di farlo perché potevo permettermi di agire in piena autonomia una volta arrivato a destinazione, non dovevo preoccuparmi di cosa volessero fare gli altri viaggiatori insieme a me, non avrei dovuto dividere nulla con nessuno.
Ero schivo e silenzioso, sempre pronto a non dire una parola oltre il necessario e, questo aspetto del mio carattere aveva creato non pochi problemi durante la mia preparazione per il viaggio.
Il Maestro, durante le lezioni di avvicinamento mi aveva ammonito duramente di fronte ai miei compagni di corso.
Una mattina, quando il Terzo Sole non era ancora sorto, mi aveva redarguito perché continuavo a fissare la lunga distesa di Ork che si dipanava a perdita d’occhio.
La scuola era lontana dalla nostra città ed ogni mattina io ed i miei compagni, eravamo costretti a viaggiare per quasi 355 nanogul per arrivare puntuali in modo che il Maestro non fosse costretto a sgridarci e a farci camminare da soli lungo la distesa di Ork.
Durante il mio soggiorno mi trovavo spesso a pensare alla mia casa, ai paesaggi così diversi, alle abitudini e ai nomi delle cose.
I ricordi erano capaci di affiorare e sparire velocemente e, ogni qual volta nella mia mente si riusciva a fissare un’immagine o un pensiero, cercavo di ricordarlo per più tempo possibile, in modo da sentirmi più vicino a casa.
Il punto di ritrovo non era molto distante da dove avevo soggiornato e, tra non molto avrei salutato questi paesaggi pieni di colore per tornare alla mia distesa di Ork.
Avevano mandato la Lyrra a prendermi, era una nave velocissima, la seguii con lo sguardo finchè non fu vicina.
Il mio viaggio stava per finire ed il mio quaderno era ormai colmo di appunti e storie che avrei portato a casa dopo gli studi in questa nuova parte di Universo.
Il pianeta Terra resterà un ricordo stupendo quando tornerò a fissare la distesa di Ork.



STEFANIA FIORIN
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Messaggio#2 » martedì 22 settembre 2015, 13:23

Alla seconda riga, che sarebbe inizio incipit, mi sono fermata per le ripetizioni, rallentano molto lo scorrere della lettura : ormai, ormai quasi. ( ormai quasi che vuol dre? O ormai o quasi...
L'incipit è importantissimo, deve colpire, incuriosire, prendere per mano il lettore e invogliarlo a continuare; un incipit sbagliato è un lettore mancato.
" Ero sempre stato abituato a muovermi " ... "Ero abituato a muovermi" forse sarebbe bastato a non appesantire la frase.
Il maestro sgrida, il maestro redarguisce... descrizione doppia e forse inutile dato che si intuisce il tipo...
La storia c'è e si nota l'impegno di chi scrive ma l'insieme risulta poco ordinato.

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Daniele_picciuti
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Messaggio#3 » martedì 22 settembre 2015, 19:58

Il rovescio del paradigma funziona sempre, anche se in questo caso avevo subodorato la cosa. Ho trovato però il racconto un pochino piatto, non me ne volere, nel senso che ci sono molti pensieri e, più che una storia, è proprio questo: un flusso di pensieri. Attenzione alle virgole tra soggetto e predicato e a tutte quelle d eufoniche. Il tema direi che è stato centrato “abbastanza”, sebbene non sia proprio un “altro” universo, ma una porzione sconosciuta dello stesso in cui vive il protagonista.
Il mondo che ho creato non è solo parte di me, ma esiste, come esiste la fede.

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ceranu
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Messaggio#4 » mercoledì 23 settembre 2015, 23:51

Ciao Lorenzo, piacere di conoscerti.
Il problema principale di questo racconto è che è tutto “tell”. Le immagini sono tutte filtrate dal pensiero del protagonista e anche questo è poco incisivi. La voce narrante è poco caratterizzata.
Come ti hanno già segnalato ci sono delle ripetizioni all'inizio che appesantiscono la lettura e io aggiungo le unità di misura che mi hanno distratto non poco (ma questo penso sia un mio problema).
Nel complesso è una buona idea che però non riesce ad arrivare al lettore.
Ciao e alla prossima

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Vastatio
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Messaggio#5 » giovedì 24 settembre 2015, 7:59


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Angela
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Messaggio#6 » giovedì 24 settembre 2015, 13:26

Ciao Lorenzo, credo sia la prima volta che leggo qualcosa di tuo e non so se scrivi abitualmente di fantascienza, però devo dire che, seppure usi termini tecnici e citi pianeti sconosciuti, il testo non avvince. La trama è chiara e nel finale c'è una rivelazione che capovolge le certezze del lettore, anzi, credo che sia proprio il finale a restituire al racconto la sua anima aliena. Però devo dire che ho sofferto per la punteggiatura che spesso rende la lettura diventa difficoltosa.
Secondo me questo è un racconto che andrebbe sviluppato con più caratteri a disposizione aggiungendo dettagli e magari personaggi. Anche se il giudizio può sembrare negativo, in effetti non lo è. Basta davvero poco per far decollare il testo. Dai un'occhiata alle cose che ti ho segnalato, punteggiatura in primis. Spero di esserti stata utile. A rileggerti.

Qui tutto si muoveva piano,
Ero sempre stato abituato a muovermi

(ripetizione muoveva/muovermi)

le altre volte e, come sempre quando toccava a me viaggiare, il tempo che aveva preceduto la partenza era stato frenetico e ricco di preparativi.
Dopo “viaggiare” serve un punto perché inizia un altro periodo e la virgola non basta.

Durante il viaggio mi avevano avvertito che le nostre abitudini sarebbero state stravolte, che con il passare
Al posto della virgola avrei inserito la “e”.

Il mio syntron non scendeva mai sotto i 3500 syl.
Non so cosa sia il “syl”, immagino un’unità di misura. In ogni modo, visto che si tratta di un termine inusuale, lo avrei visto bene in corsivo.

Mi avevano istruito per bene, avevo dovuto seguire dei seminari per poter apprendere correttamente tutto il necessario per vivere durante il mio soggiorno.
“In necessario per vivere” mi fa pensare a degli oggetti, invece tu usi il verbo “apprendere”, quindi sicuramente ti riferisci a tecniche di sopravvivenza.

Non era la prima volta che mi spostavo da solo, ma ero felice di farlo perché potevo permettermi di agire in piena autonomia una volta arrivato a destinazione,
Dopo “autonomia” ci vuole la punteggiatura.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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AmbraStancampiano
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Messaggio#7 » giovedì 24 settembre 2015, 14:02

Ciao,
sarò franca, non ci ho capito granchè.
Mi dici un sacco di cose, mi fai entrare nel flusso di pensieri di questa persona/alieno... ma non mi stai raccontando niente, se non che è un alieno sulla terra. Che sta tornando a casa.
Anche le immagini che mi dai della sua casa, sono poca cosa e a mio avviso non bastano a fare di questo testo un racconto.
Se si trattasse dell'incipit di un romanzo (anche un romanzo breve) la suonata sarebbe ben diversa.
Insomma, mi introduci nella testa di questo alieno e poi la cosa finisce lì. Senza darmi neanche un dettaglio di ciò che pensa della terra, di quanto tempo ci è stato... tutte cose che - trasformando questo racconto nel preambolo di qualcosa di molto þiù lungo - sarebbe davvero interessante leggere.

Alla prossima!
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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invernomuto
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Messaggio#8 » sabato 26 settembre 2015, 9:29

Ciao Lorenzo, è la prima volta che ci incontriamo nell'arena, lieto di fare la tua conoscenza!
Il tuo racconto presenta dei tropi che mi ricordano molto da vicino quelli presenti e forse abusati nella cosiddetta Golden Age della Science Fiction.
Il tuo soffermarti sulle descrizioni di usanze e scenari alieni è riuscito a evocare nella mia mente le immagini delle brulle e aliene piane di Ork, attraversate a velocità impensabili da creature a noi aliene.
Ora però vengono le note dolenti, quello che alla fine dovrebbe essere un piccolo plot twist in stile Brown è stato, almeno nel mio caso, subodorato quasi subito e il resto del racconto non presenta uno scheletro con abbastanza "carattere" da reggersi in assenza della grande rivelazione finale.
Piccole note da ossessionato della Sci-Fi che non intaccheranno il giudizio finale:
Presenti tre unità di misura, una indica la velocità - gli Un/Par, un'altra la temperatura - i Syl, mentre la terza è una misura di distanza, i Nanogul.
L'ossessionato che è in me nota due note stonate, in primis per pura casualità anche gli alieni hanno sviluppato il suffisso "nano" come appendice alla loro unità di misura, una casualità decisamente eccessiva dato che anche noi appendiamo lo stesso suffisso alle nostre unità!
La seconda è la varietà di unità di misura dello spazio, essendo la fisica uguale in tutti i possibili universi la velocità sarà sempre indicata come spazio/tempo, e Un/Par è un eccellente modo di ricordarlo, però poco dopo troviamo che lo spazio viene misteriosamente misurato in nanogul piuttosto che nanoUn, o zycoUn, per riassumere avrei trovato decisamente più appropriato utilizzare nuovamente l'Un o una variante dello stesso per indicare lo spazio, come nella formula della velocità.
Altro elemento che mi è saltato all'occhio è il fatto che il nostro alieno non conosca la gravità, la considera una "forza magnetica che limita i movimenti", nessun problema in proposito ma sarebbe stato bello far notare quanto fosse più forte e veloce chi tornava sulle piane di Ork dopo essersi abituato a sfrecciare nella "melassa" del nostro pozzo gravitazionale!

Se hai letto sino a questo punto, affrontando i miei deliri, ti faccio i complimenti per la pazienza e la costanza, il tuo racconto mi è piaciuto ma mi ha ricordato molto l'ingenuità della Sci-Fi di altri tempi, non è necessariamente un male ma non è un gusto per tutti i palati.
Anche io ti invito a fare attenzione alle d eufoniche, oramai sono viste come l'incarnazione del male e anche io mi ritrovo spesso a fare uno sforzo cosciente per evitarle!
Spero di incontrarti ancora nelle prossime edizioni, a presto!

Veronica Cani
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Messaggio#9 » sabato 26 settembre 2015, 12:58

Un racconto scorrevole e suggestivo, anche se mi ha un po’ disorientata, perché inizialmente pensavo che il protagonista stesse descrivendo il viaggio dalla Terra a un altro mondo, poi invece mi sono resa conto che parla dei suoi spostamenti nell’ambito di questo “altro universo” sulla cui natura, però, continuo a essere confusa. Ti faccio alcune osservazioni sulla punteggiatura: nella frase “Ero schivo e silenzioso, sempre pronto a non dire una parola oltre il necessario e, questo aspetto del mio carattere aveva creato non pochi problemi”, toglierei la virgola dopo la congiunzione; nella frase “Il Maestro, durante le lezioni di avvicinamento mi aveva ammonito”, invece, inserirei una virgola tra “avvicinamento” e “mi”; nella frase “Ogni mattina io ed i miei compagni, eravamo costretti…”, togli la virgola dopo “compagni”. Comunque complimenti, un racconto gradevole :)

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alessandra.corra
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Messaggio#10 » mercoledì 30 settembre 2015, 10:34

Ciao Lorenzo,
l'incipit del tuo racconto non mi e' dispiaciuto. Mi piacciono i testi introspettivi. Quindi l'idea di dar voce a questo alieno che torna a casa e' carina, e potrebbe essere un buon inizio per un testo piu' lungo, ma essendo un racconto breve credo che narrare solo lo stato emotivo del protagonista renda la storia poco coinvolgente. Pero' ribadisco, i presupposti ci sono e con maggiori caratteri potresti creare un testo molto piu' avvincente.
Alla prossima!

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willy
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Messaggio#11 » mercoledì 30 settembre 2015, 16:42


Ciao Lorenzo,
si sente una grande nostalgia di "casa" pervadere tutto il racconto, striscia tra le descrizioni e i dati tecnici e affiora nei momenti in cui parli della distesa di Ork. Però, se devo essere obiettiva e quindi esserti utile, il racconto mi è parso un po' troppo diario di viaggio e tende a non andare in profondità. Forse una soluzione potrebbe essere scrivere al presente le parti "vive":
tutto qui si muove piano...
e inserire i ricordi al passato. È un po' complicato, ma tutti abbiamo bisogno di esercizio costante, è quello che ci porta a crescere.

"Il Maestro, durante le lezioni di avvicinamento mi aveva ammonito duramente di fronte ai miei compagni di corso.
Una mattina, quando il Terzo Sole non era ancora sorto, mi aveva redarguito perché continuavo a fissare la lunga distesa di Ork che si dipanava a perdita d’occhio."

In questo pezzo hai usato molti caratteri per "raccontare"; per "mostrare", a volte, ne servono meno.
Un esempio, ma poi vedi tu, perché è soggettivo:
"La voce dura del Maestro mi raggiunse, facendo svanire la lunga distesa di Ork, dove i miei occhi si erano persi."
Rubo una riga per ringraziarti del commento al mio racconto. Quel tuo "continuo a rileggerlo" mi ha fatto un enorme piacere.

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Adry666
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Messaggio#12 » venerdì 2 ottobre 2015, 18:22

Ritorno di Lorenzo Cadoni

Ciao Lorenzo,

tema centrato.

L’incipit suona strano per un “ormai” di troppo; io l’avrei scritto così: “…Da diverso tempo ormai avevo iniziato a convivere con l’odore dell’aria di quel luogo dove eravamo arrivati quasi un anno prima…”

Peccato per le imprecisioni che rendono la lettura poco scorrevole e rompono un po’ il ritmo.

L’ambientazione è d’effetto, l’idea buona. Complimenti

A presto

Ciao

Adriano

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