IL GRANDE FIENILE

71ª Edizione, Minuti Contati accoglie una guest star d'eccezione: Silvio Sosio. QUI potete visionare il trailer, potete trovarci anche degli indizi per il tema che vi aspetta. Ricordiamo: l'appuntamento è per lunedì 21 settembre dalle ore 21.00 all'una.
Luchiastro
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IL GRANDE FIENILE

Messaggio#1 » lunedì 21 settembre 2015, 23:35

IL GRANDE FIENILE
La pioggia aveva reso il percorso difficile, ma non impossibile per dei bambini che stavano disattendendo le raccomandazioni paterne, di non avvicinarsi al fienile.

"Già solo l'ombra di quel luogo dovrebbe farvi paura", spiegava loro il padre. "Noi non ne sappiamo niente", rispondeva Guglielmo, il più piccolo e irrequieto dei tre fratelli. Giacomo si appigliava alla giacca del padre, in maniera ruffiana, continuando a osservare prima Guglielmo e poi il fratello maggiore, Davide, che stava sempre zitto in situazioni in cui i genitori tentavano di esprimere la propria autorità. "No, papà, non andremo verso il fienile", lo rassicurava proprio Giacomo, sorridendo in maniera nascosta verso i fratelli.

La pioggia che cadeva incessantemente provava almeno a distrarre i tre ragazzi, a renderne il cammino meno ansioso. Gli occhi tuttavia non venivano mai distolti dalla meta. Il fienile.

"E' vero quello che ha detto tuo fratello, Davide? Che non andrete mai verso il fienile?" "Davide serviva solo per dare conferme e ormai si era abituato a svolgere questo ruolo. "Sono solo, ho bisogno del tuo appoggio": queste parole il ragazzo percepiva negli occhi del padre, e dopo annuiva nella sua direzione.

Davide si era premunito di un paio di stivali vecchi e funzionali. Ne aveva preparato un paio sia per Guglielmo, sia per Giacomo. Ovviamente entrambi avevano rifiutato, il primo per spavalderia, il secondo per paura di non esserlo, spavaldo. Davide precedeva i suoi fratelli di qualche passo, mentre la strada s'impennava.

Il padre ora era finalmente rassicurato. Chiuse per un attimo gli occhi, giusto il tempo di capire che ce l'avrebbe fatta. Grazie anche a Davide.

Il fienile era ormai a pochi passi. "Ce l'abbiamo fatta", Davide urlò come un matto pieno di gioia. Gli altri rallentarono a quelle parole, si girarono verso il padre, il quale solo adesso si rendeva conto che proprio Davide lo stava conducendo nel luogo segreto della madre, il grande fienile. Di cui non conosceva l'ubicazione, ma i suoi figli si. "Lei canticchia qui, gioca con se stessa, e alle volte mangia. Ma poi non torna mai a a casa, almeno per dormire". Il padre si sentì furioso: era stato imbrogliato, i figli parteggiavano per la madre, ma doveva accettarlo, le separazioni alle volte non rallentano i rapporti, li accelerano. I figli lo costrinsero ad entrare: in fondo qui è asciutto, pensò il padre. Si addormentò beatamente. Al risveglio si ritrovò a casa.

Scese a fare colazione."Allora non andrete verso il fienile, oggi? Me lo promettete?", chiese, gli occhi dei figli posati su di lui senza sosta.



alexandra.fischer
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Messaggio#2 » martedì 22 settembre 2015, 20:06

IL GRANDE FIENILE di Luchiastro Nel tuo racconto l’altro universo è il fienile, luogo proibito dal padre ai due figli perché ci vive la madre separata da lui. L’idea è semplice e originale, ci sono dei momenti di atmosfera quasi onirica, ma la storia va aggiustata.
A partire dall’inizio: non scriverei “dei bambini”, ma solo “i bambini”. Toglierei la virgola di : non avvicinarsi troppo al fienile. Toglierei le virgolette prima di: Davide serviva solo per dare conferme… visto che non fa parte della domanda del padre. Toglierei il “ce l’abbiamo fatta” di Davide, visto che lo scrivi già riferito al padre. Incongruenza: prima il padre proibisce ai figli di avvicinarsi al fienile e poi non sa dov’è.
Dovresti spiegare meglio come fa Davide a convincere il padre a seguirlo fin là (ma non glielo aveva vietato?) . Strano che si addormenti lì e poi ripeta la proibizione al mattino. E come mai non si vede la madre? Ne descrivi solo le abitudini.
Refuso: si per sì.

Luchiastro
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Messaggio#3 » mercoledì 23 settembre 2015, 15:49

Grazie Alexandra per il commento!

In effetti quello che mi interessa sapere è proprio ciò che sono riuscito a "rendere" al lettore, visto che i miei racconti in genere si basano soprattutto sull'indagine psicologica (qualcuno mi dice anche troppo!) e delle volte mi perdo nei miei pensieri, senza dare la mia chiave di lettura. Mi fa piacere che tu abbia trovato lo spunto originale e forse onirico, chissà...

Posso aggiungere che la figura della madre è rimasta volutamente nell'ombra, proprio perché è il padre, che anche attraverso i figli, dovrebbe apprezzarla maggiormente.

Giulio_Marchese
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Messaggio#4 » mercoledì 23 settembre 2015, 18:03

La madre dei bambini vive nel fienile? Cioè nel fienile?
Questo racconto lascia al lettore varie chiavi di lettura elenco brevemente le mie ipotesi:
1 E' tutto un sogno del padre che raccomanda giorno dopo giorno ai figli di non andare al fienile. Nel suo sogno (incubo) i bambini ci vanno e li trovano la madre da cui è separato, quindi in un certo senso è il suo subconscio che gli suggerisce che i bambini preferiscano la madre a lui e gli disobbediscono pur di raggiungerla. (ipotesi più accreditata)
2 La madre è davvero nel fienile..
In realtà ne avevo altre ma sono troppo complicate.
Il problema del racconto secondo me? E' troppo complesso, lascia troppo spazio a diverse ipotesi e finisce per essere un gioco per il lettore. Il contenuto è profondo, la separazione, la paura che i figli preferiscano l'altro genitore, la voglia di recuperare un rapporto con l'ex coniuge. Sono tematiche attuali, ma quest'impostazione finisce per far perdere tutte le emozioni. Io personalmente non ho provato niente leggendolo, solo mi sono scervellato per capire che stava succedendo. Se lo scopo era far ragionare il lettore è stato raggiunto, se era emozionare, per me è no (cit.).
Secondo me le due cose dovrebbero essere bilanciate, una volta scelta la propria chiave di lettura il lettore dovrebbe provare qualcosa che va oltre il "iuppi l'ho capito!"
Spero che il mio punto di vista sia chiaro :)

Luchiastro
Messaggi: 76

Messaggio#5 » mercoledì 23 settembre 2015, 20:17

Ciao Giulio,

Grazie per il commento e per le interpretazioni.

Diciamo che la mia idea era quella di descrivere la tentazione da parte del padre di seguire i figli nel "capire" la madre, piuttosto che ascoltare solo il proprio egoismo, quindi quella continua domanda ("Non andrete verso il fenile, oggi?") voleva simboleggiare sia il coraggio di provarci, sia la paura di provarci. Ovviamente non è reso nel testo.

E se manca l'emozione, manca tutto. Punto di vista chiarissimo, il tuo :)

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Andrea Partiti
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Messaggio#6 » venerdì 25 settembre 2015, 10:29

Confesso di aver tenuto il tuo racconto da commentare per ultimo perché qualcosa di importante mi sfugge, e speravo che qualcuno mi spiegasse, ma non è successo.
La madre è nel fienile, e questa è la grande rivelazione, ma non mi è chiara la sequenza di eventi del finale. Il padre segue i figli che lo portano al fienile senza che se ne accorga (perché se ne rende conto all'improvviso), entra nel fienile perché è asciutto, si addormenta ed è tornato alla casa originale dove si fa promettere di nuovo dai figli di non andare al fienile?
Mi manca un passaggio logico, anche accettando l'interpretazione che la madre viva nel fienile riadattato ad abitazione e i due vivano separati. Ci deve essere qualche problema per cui i figli non devono vederla, ma sembra che sia il padre ad avere dei problemi di gestione della realtà, non viceversa!
Sono confuso, penso che il racconto avrebbe bisogno di una riscrittura meno ermetica per i lettori semplici a cui piace avere quasi tutto in chiaro alla fine della lettura (io)!

Luchiastro
Messaggi: 76

Messaggio#7 » venerdì 25 settembre 2015, 15:38

Ciao Andrea,

Grazie anche a te per il commento e per le interpretazioni!

Diciamo che hai perfettamente centrato il punto, e cioè è il padre a essere "incasinato", non la madre. Afferri inoltre il fatto che il padre proibisce ai figli di andare al fienile, nonostante non sappia dove sia, quindi mi sembri tutt'altro che un lettore semplice.

Ti posso dire che sicuramente riscriverò il testo, spiegando i simbolismi: fienile = mente della madre che il padre vuol vedere come malata (quando si accorge che non è così, dice "è asciutto qui". E non a caso all'esterno piove). Tuttavia l'illusione che il rapporto si possa sanare dura lo spazio di una notte, e al risveglio, il padre è ancora intimorito, nonostante i figli lo spronino ancora.

marina81
Messaggi: 27

Messaggio#8 » lunedì 28 settembre 2015, 1:17

Ciao Luchiastro
il tuo racconto affronta il tema dell'altro universo in modo abbastanza originale.
Forse avresti potuto spiegare il motivo per cui il padre voleva proibire ai figli di vedere la madre. Solo per il divorzio? Se non volevo andarci al fienile perchè si addormenta poi dentro,invece di andarsene subito anche solo al pensiero di poter rivedere la moglie?
L'idea del racconto è originale ma sembra che manchino degli agganci per capire alcuni particolari. Però potrebbe essere visto tutto come un sogno fatto dal padre e allora alcuni passaggi si giustificherebbero.

Fernando Nappo
Messaggi: 584

Messaggio#9 » martedì 29 settembre 2015, 9:14

Ciao Luchiastro,
mi sono un po' perso nel tuo racconto, e per vari motivi.
In primo luogo non è chiaro che il padre sta seguendo i tre figli che, all'inizio del racconto, sembra stiano procedendo da soli, e quando lo riveli la cosa lascia un po' disorientati.
In un punto del racconto racconti che il fienile è il luogo segreto dove s'è ritirata la madre. Se è segreto, come fa il padre a sapere che la ex moglie s'è ritirata proprio lì, al punto da voler impedire ai bambini di andarci?
Il finale non sono riuscito a capirlo, mi spiace.
Credo che l'altro universo, più che il fienile in sé, sia rappresentato dalla distanza che si crea tra due genitori che si separano, ma non ne sono certo.

marina_usai
Messaggi: 46

Messaggio#10 » martedì 29 settembre 2015, 11:24

Ciao Luchiastro,
Il racconto è molto complesso nelle dinamiche, mi viene da pensare che lo sia troppo per un limite di 3000 battute imposto. Ho avuto l’impressione che tu abbia voluto metterci per forza tante cose. A volte basta dire una cosa sola nel modo giusto per far passare la tua visione. All’inizio sembra una favola, mi ha ricordato Hansel e Gretel. Alcune parti sono un po’ contorte e sono dovuta tornare indietro più volte a leggerle. Ad esempio:
“E’ vero quello che ha detto tuo fratello, Davide? Che non andrete mai verso il fienile?” “Davide serviva solo per dare conferme e ormai si era abituato a svolgere questo ruolo. “Sono solo, ho bisogno del tuo appoggio”: queste parole il ragazzo percepiva negli occhi del padre, e dopo annuiva nella sua direzione.
Nel primo discorso diretto non ho capito che si trattava del padre alla prima lettura. Il secondo discorso diretto invece, visto che Davide lo percepisce negli occhi del padre, immagino che non sia stato prodotto verbalmente dal padre stesso, ma che sia una interpretazione di Davide rispetto al suo sguardo, quindi non lo metterei tra le virgolette perché è fuorviante.
Sul finale c’è qualche problema; il padre li ha seguiti di nascosto? Il padre è furioso ma poi si addormenta beatamente; io se sono furiosa faccio molta fatica a prendere sonno.
Come nucleo fondante il racconto è valido, probabilmente la complessità del tema, lo scarso tempo a disposizione e la limitazione dei caratteri non ha giocato a tuo favore.

andrea.viscusi
Messaggi: 44

Messaggio#11 » martedì 29 settembre 2015, 12:55

la storia funziona soprattutto perché riesce a evocare un'atmosfera di sospetto e inquietudine molto percepibile, anche se a livello di trama non tutto fila liscio. credo che l'interpretazione vada intesa in senso più metaforico che letterale, ma anche in questo caso non mi è del tutto chiaro il ruolo e il comportamento del padre. anche qui il tema è affrontato in senso molto lato, ma l'incompatibilità tra questi universi differenti si percepisce. credo che potrebbe guadagnarne in semplicità già soltanto riducendo i bambini da tre a uno solo, tutti quei nomi in così poco spazio (senza la possibilità di visualizzarli in modo diverso l'uno dall'altro) confondono le idee.

Luchiastro
Messaggi: 76

Messaggio#12 » mercoledì 30 settembre 2015, 16:33

Marina81: Grazie per il tuo commento. Il motivo delle incomprensioni tra i due coniugi l’ho tralasciato volutamente. Per il resto in effetti mi sono dedicato maggiormente ai simbolismi e alle possibilità di interpretazioni (di cui anche la tua, onirica), che alle spiegazioni al lettore.

Fernando: Grazie anche a te per il commento. L’effetto che il padre sembra non seguire i figli è assolutamente voluto. Sul secondo dubbio ho provato a spiegarlo nel testo, ma non l’ho reso molto bene: il padre si rendeva conto che proprio Davide lo stava conducendo nel luogo segreto della madre, il grande fienile. Di cui non conosceva l’ubicazione, ma i suoi figli si. Sul finale ho provato a dare una spiegazione del mio intento originario a Andrea Partiti nel messaggio precedente.

Marina Usai: Grazie anche a te per il commento, mi dispiace molto che tu abbia trovato il mio racconto poco scorrevole, però è carina la tua visione fiabesca. Grazie anche per i rilevamenti puramente tecnici. No, il padre non li ha seguiti di nascosto, come ho spiegato a Fernando proprio in questo messaggio. Sul perché il padre si addormenti nel fienile ho invece detto a Andrea Partiti nel messaggio precedente le mie intenzioni originarie (certo, forse furioso non è esattamente il termine più appropriato… ).

Andrea: Grazie anche a te per il commento. In effetti in un racconto con dei limiti di carattere importanti sarebbe indicato inserire meno personaggi possibili, ottimo suggerimento.

 

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raffaele.marra
Messaggi: 397

Messaggio#13 » mercoledì 30 settembre 2015, 23:46

Si tratta di un racconto che porta in sè una notevole carica suggestiva, tale da affascinare il lettore e, a tratti, da suscitare in esso inquietudine e tensione. Non so, ci trovo qualcosa che mi riporta a Stephen King, ma anche a Niccolò Ammaniti, probabilmente per il modo in cui gestisci il rapporto tra figli e genitori e per quella carica di mistero e di incomprensione che è perfettamente simboleggiata in quello strano fienile su cui si incentra il racconto. Detto ciò, credo ci sarebbe stato bisogno di rendere un tantino più chiaro il finale che, a parere mio, subisce un po' troppo l'intensità del mistero lasciando un po' troppi interrogativi.

Luchiastro
Messaggi: 76

Messaggio#14 » giovedì 1 ottobre 2015, 11:53

Raffaele, che dire?

Svegliarsi la mattina e ritrovare un commento del genere non è mica male! Se prima avevo anche solo un minimo dubbio nel non voler riscrivere la storia, direi che è ora si è dissolto.

Grazie davvero!

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alberto.dellarossa
Messaggi: 230

Messaggio#15 » venerdì 2 ottobre 2015, 19:13

Ciao Luchiastro,

il racconto mi spiazza un poco. Lo trovo confuso, con alcune costruzioni sintattiche davvero contorte, eppure non posso dire che non mi sia piaciuto. È come se, sotto la formaun po' claudicante, ci fossero delle suggestioni che mi intrigano, che mi tengono col fiato sospeso. Quindi, a differenza di altri racconti, a te dico: sistema la forma e il racconto può decisamente migliorare, soprattutto se riesci a mantenere alta l'aspettativa. Un consiglio: non spiegare troppo, nella riscrittura. Lascia del mistero, finanche del dubbio, altrimenti perdi l'anima del racconto.

Luchiastro
Messaggi: 76

Messaggio#16 » venerdì 2 ottobre 2015, 21:37

Grazie Alberto per il commento, terrò presente anche le tue valutazioni al momento della riscrittura.

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