Vaniglia

71ª Edizione, Minuti Contati accoglie una guest star d'eccezione: Silvio Sosio. QUI potete visionare il trailer, potete trovarci anche degli indizi per il tema che vi aspetta. Ricordiamo: l'appuntamento è per lunedì 21 settembre dalle ore 21.00 all'una.
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willy
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Vaniglia

Messaggio#1 » martedì 22 settembre 2015, 0:15

L'alba fresca riempie l'erba di rugiada. Ci affondo i piedi nudi mentre attraverso il prato davanti a casa con la smania di sfiorare qualcosa di pulito. Mi tolgo sempre le scarpe quando rientro.
Per non fare rumore, perché Lara e Giovanni dormono, e anche mia madre.
Mi avvicino a sbirciarli nella loro stanzetta, non troppo vicino, hanno respiri innocenti i miei figli, occhi chiusi e sogni belli. Non voglio contaminarli.
E prima di andare a dormire mi faccio un caffè. Il liquido scuro e fragrante mi serve per scottare la lingua, scivola giù, nella mia anima nera.
 
«Non ti puoi far cambiare di turno, per una volta? È la recita di tua figlia.»
La voce di mia madre è intrisa di pazienza, sa come prendermi e non mi dà mai ordini.
«Proverò, ma non ti assicuro niente.»
«E già che ci sei, perché non chiedi il trasferimento? Non capisco perché ti tocchi fare tutti quei chilometri, c'è un ospedale anche qui. Hai due bambini, dovrebbero capire» sbuffa «quando facevo l'infermiera io... »
«Quando la facevi tu c'erano un sacco di posti liberi, ora fanno a cazzotti anche solo per un part-time. Sono stata fortunata, hanno accettato di farmi fare solo notti, posso seguire i ragazzi di giorno, che vuoi di più?» Devo farmi passare le lacrime dietro agli occhi, scendono nella gola che si stringe in una contrazione dolorosa. Afferro il mio borsone e esco nella notte di ottobre.
Appena ho la città alle spalle, mi fermo per fumare in una piazzola. Le stelle che scintillano mi danno fastidio al punto che se fossi un uomo le spegnerei con una pisciata. Che brillate a fare, eh?
Trenta chilometri mi separano dall'appartamento dove lavoro, sono un po' in ritardo e mi devo assolutamente cambiare d'abito prima che arrivi il cliente, è uno fissato con la lingerie.
Quando arrivo ho i nervi a fior di pelle. E le ore passano lente. Scendo nel pozzo che ho dentro e non c'è sole che venga a salvarmi.
 
«Un rosso alla volta, Lara... no, gira solo in una direzione, così.» Ho i capelli legati e un grembiule bianco. Mia figlia si affanna sopra la ciotola e l'impasto sembra voler scappare via. È l'entusiasmo della prima volta. Le sue guance rosa e il suo sorriso mi spazzano via le nuvole dal cuore.
L'aroma di vanigia della torta si spande in tutta la casa e mi rimane addosso per ore.
Anche a Davide piacevano le mie torte, poi ha assaggiato quelle di un'altra donna e se n'è andato. Non vede i suoi figli da cinque anni. La prima marchetta l'ho fatta per non essere sfrattata e buttata per strada con loro. Poi i passi si sono fatti pesanti e la strada si è trasformata in un imbuto.
Esco, i bambini sono a letto. Scende una pioggia sottile che mi fa arricciare i capelli e, quando entro nell'appartamento, il tepore sprigiona dalle ciocche un leggero profumo di vaniglia. È l'altro universo che si intrufola in questo, e non voglio.
Però stanotte ne ho bisogno, così non mi spruzzo di fragranze esotiche e l'odore della mia cucina rimane a farmi compagnia fino all'alba.



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Daniele_picciuti
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Messaggio#2 » martedì 22 settembre 2015, 16:16

Molto brava, aspettavo di leggere prima o poi un racconto come questo, in fondo l’altro universo può essere inteso in forma figurata e in questo caso è quanto mai “altro” e lontano. Ottimo stile, buona la forma, riesci a far calare un velo di tristezza sul cuore, niente fronzoli e l’apparente buonismo del profumo di vaniglia non è tale, ma quanto mai realistico. Buoni anche i dialoghi familiari. Tema centrato per me.
Il mondo che ho creato non è solo parte di me, ma esiste, come esiste la fede.

STEFANIA FIORIN
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Messaggio#3 » mercoledì 23 settembre 2015, 13:49

Anche secondo me il tema è centrato, lo vedo, questo universo. E' molto simile all' universo del mio racconto, giudicato, con mio dispiacere, " fuori traccia" da qualcuno.
Mi piace " Vaniglia", parla al femminile, usa una lingua poco compresa, quella parlata solo in questo universo speciale e poco conosciuto: la lingua del cuore!
Sa di buono, il racconto, ne percepisco il caldo odore di fondo anche se vira contaminato da gocce di limone.
Per me è sì e ti faccio i miei complimenti! :-)

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Angela
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Messaggio#4 » mercoledì 23 settembre 2015, 15:21

Interpretazione della traccia originale e pregevole. Lo stile è ottimo, ci sono alcune parti, soprattutto le descrizioni non solo dell’ambiente, ma anche dello stato d’animo della protagonista che mi sono piaciute davvero tanto e trovo che l’uso della prima persona in un racconto così intenso, sia stata la scelta migliore.
Tuttavia ci sono alcune cose che mi hanno lasciato perplessa. Inizialmente questa donna appare come un’anima nera (definita così dall’autrice), ma io vedo solo una poveretta costretta a fare una vita d’inferno. Non mi è chiaro poi perché abbia lasciato il posto di infermiera, ti assicuro che facendo gli straordinari (soprattutto notti e festivi), si prendono parecchi soldini, senza contare il lavoro domiciliare che un’infermiera svolge al di furoi dall’orario di lavoro. Ho diverse amiche che tirano su oltre duemila euro al mese. Forse avresti dovuto scegliere un altro tipo di lavoro meno redditizio che giustificasse la scelta di fare altro.
Pochi appunti sulla forma, che sono più una questione di gusto e non errori veri e propri.

E prima di andare a dormire mi faccio un caffè.
So che molti autori usano inizare le frasi con “ma” o “e”, come nel tuo caso, ma non è una forma che prediligo.

Scendo nel pozzo che ho dentro e non c’è sole che venga a salvarmi.
mi spazzano via le nuvole dal cuore.
Ti ho sottolineato due periodi perché io ho in mente questa donna che tu definisci con l’anima nera, e poi leggo di sole e nuvole.

Anche a Davide piacevano le mie torte, poi ha assaggiato quelle di un’altra donna e se n’è andato.
Il motivo (le torte) è troppo semplicistico. Immagino che i motivi sono altri, forse l’intento è ironico ma non convince.

L’aroma di vanigia della torta
…ciocche un leggero profumo di vaniglia

ripetizione di vaniglia.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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willy
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Messaggio#5 » mercoledì 23 settembre 2015, 18:02

Grazie Daniele, sono contenta che tu abbia apprezzato.
Grazie anche a Stefania e Angela per aver gradito e per i complimenti al mio racconto.
Vorrei chiarire alcune cose ad Angela:
la protagonista è senza lavoro nel momento in cui il marito o compagno la lascia e fa credere alla madre di essere tornata a fare l'infermiera per avere una scusa plausibile e poter uscire di notte.
Poi mi dici:
"Ti ho sottolineato due periodi perché io ho in mente questa donna che tu definisci con l’anima nera, e poi leggo di sole e nuvole."
Attenzione, perché "non c’è sole che venga a salvarmi" quindi il sole non c'è e le nuvole le ha sul cuore.
Poi, la ripetizione di vaniglia avviene a otto righe di distanza, penso non possa essere considerata tale.

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Vastatio
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Messaggio#6 » giovedì 24 settembre 2015, 14:33


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ceranu
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Messaggio#7 » domenica 27 settembre 2015, 0:25

Ciao, ben trovata.
Il tuo stile è assolutamente inconfondibile. Hai una scrittura elegante e delicata. Riesci sempre a coinvolgere il lettore; brava. Però il racconto non mi convince.
La protagonista è “costretta” la prima volta alla prostituzione per non lasciare in mezzo a una strada la famiglia. Sicuramente triste. Però non si capisce perché poi sia andata avanti a farlo. Aveva perso il lavoro?
Nascondere alla madre che non lavora più come infermiera mi sembra un compito arduo. Siamo nell'era di facebook, i segreti non esistono. Se poi vogliamo insistere sulla coerenza della trama c'è il fattore economico; una prostrituta dovrebbe guadagnare decisamente più di un'infermiera (sempre se non subentri un protettore, ma a quel punto la vedo ancora più dura nascndere il vero lavoro).
Insomma, avrei preferito se la protagonista avesse lavorato come infermiera in obitorio e si fosse vergognata di dirlo alla famiglia. L'avrei trovato più realistico e altrettanto triste (vergognarsi di se e di quello che si fa è umiliante).
Una buona prova, ma la scelta della prostituzione mi sembra funzionale, ma poco convincente.
Ciao e alla prossima

Veronica Cani
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Messaggio#8 » lunedì 28 settembre 2015, 12:10

Un racconto che descrive in maniera incredibilmente delicata una vicenda terribile. Ottima la scelta lessicale di parole melodiose come “rugiada”, “sogni belli” e lo stesso titolo “vaniglia”, che preparano il lettore a una storia idilliaca per poi tirargli addosso una secchiata fredda quando si scopre, invece, che la protagonista fa una vita infernale. Complimenti, molto efficace! Non ho nessun appunto da farti sulla forma e sullo stile :)

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alessandra.corra
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Messaggio#9 » mercoledì 30 settembre 2015, 10:15

Ciao, ben trovata.
Una vicenda amara, ma per contrasto narrata con tinte delicate. Hai uno stile buono, scorrevole e fluido. Su questo nulla da dire. Anche il fatto di prendere in esame una condizione di vita estrema e' positiva. L'unica cosa che non mi convince molto e' il fatto che la protagonista si rassegni a quella condizione. Dal discorso con la mamma sembra appartenere a una famiglia che non ha particolari disagi, a parte il marito che l'ha lasciata, ed e' strano che non abbia trovato nel tempo soluzioni alternative. La storia e' bella, ma inserirei il personaggio in un contesto piu' emarginato, oppure farei in modo che la prostituzione fosse avvenuta in un breve periodo della sua vita e lei ne ricordasse l'umiliazione.
Alla prossima!

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invernomuto
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Messaggio#10 » mercoledì 30 settembre 2015, 12:37

Ciao, ben ritrovata!
Il tuo stile, evocativo ed elegante, è sempre immediatamente riconoscibile e apprezzabile, riesci a trascinare il lettore dentro la pagina con descrizioni azzeccate e dialoghi che scorrono in modo naturale e organico.
Il racconto mantiene un tono delicato e quasi sognante per buona parte della sua durata, quasi a voler attirare il lettore in una falsa sicurezza che verrà poi distrutta nella rivelazione finale.
Il tema è presente nella storia e affrontato in modo particolarmente maturo, forse in modo eccessivamente figurativo per i miei gusti personali.
In ogni caso si tratta di un'ottima prova, in particolar modo dal punto di vista stilistico.

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willy
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Messaggio#11 » mercoledì 30 settembre 2015, 17:30

Grazie a tutti per i commenti e le belle parole.
Ho raccontato un pezzo della storia di questa donna, e l'ho fatto al presente. Lascio al lettore la facoltà di disporre del suo futuro, nel senso che non è detto che questa sia la sua vita per sempre. Può anche essere che smetta da un momento all'altro, trovi un lavoro che le permetta di fare una vita dignitosa o che compaia sopra un cavallo bianco il Richard Gere di turno. Ma anche no ;)

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AmbraStancampiano
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Messaggio#12 » giovedì 1 ottobre 2015, 16:34

Ciao,
il tuo racconto è un bel pugno nello stomaco, ma è scritto molto bene e secondo me centra in pieno il tema degli altri universi, che possono anche essere vicini o coesistere all'interno di una stessa persona. Cosa succede poi quando questi universi si mischiano? Nel tuo caso ne esce fuori una lacrima, accompagnata dal dolce profumo della vaniglia, e di una vita diversa.
Ti faccio davvero i miei complimenti.

Alla prossima!
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Adry666
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Messaggio#13 » venerdì 2 ottobre 2015, 18:27

Vaniglia di Vilma Cretti

Ciao Vilma,
ben ritrovata.
Il tema, centrato, è molto difficile da affrontare e tu l’ahi fatto in maniera forte ed evocativa. E’ tutto molto triste ma ho percepito chiaramente l’universo di bruttezza, di disperazione, di umiliazione, che pervade la protagonista quando si allontana dai propri filgi e vie la sua vita alternativa. Brava, complimenti per il coraggio!
Non ho nessun appunto da farti sulla forma e/o sullo stile

Ciao
Adriano

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