La tragica fine del Sig. Adami

71ª Edizione, Minuti Contati accoglie una guest star d'eccezione: Silvio Sosio. QUI potete visionare il trailer, potete trovarci anche degli indizi per il tema che vi aspetta. Ricordiamo: l'appuntamento è per lunedì 21 settembre dalle ore 21.00 all'una.
diego.ducoli
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La tragica fine del Sig. Adami

Messaggio#1 » martedì 22 settembre 2015, 0:30

Il dottor Macchi si spinse gli occhiali sul naso aquilino e sospirò.

“Le ho detto che non possiamo fare più nulla. Mi spiace”

Lucrezia lo fissò con malcelato disprezzo.

“Non dica stronzate” sbraitò “È ancora giovane. Potrebbe avere molti anni da vivere.”

“Le ripeto che il Sig.Adami ha firmato un documento nel quale ci vieta qualsiasi tipo di azione terapeutica nei suoi riguardi, e ne io ne l'ospedale abbiamo intenzione di affrontare la causa che, sono sicuro, pende sulle nostre teste.”

La donna scoppiò in lacrime.

Macchi aspettò impassibile che passasse la crisi e le allungò un bicchiere d'acqua.

La donna lo ingollò con rapide sorsate, dalla borsetta estrasse un fazzoletto che riempi di muco e mascara.

“Lei potrebbe salvarlo, donargli un cuore nuovo, rigenerare il cervello e tutte quelle cose che fate voi dottori” sussurrò tra i singhiozzi.

“L'abbiamo già fatto sette volte e il sig. Adami ha deciso che sono abbastanza.”

“Ma il vostro giuramento? Quello di Ippoqualcosa. Non conta niente?”

“È stato modificato molti anni fa con l'avvento delle nuove tecnologie. Era necessario.”

“Dottore” incalzò la donna “Non voglio vederlo morire. È mio padre e gli voglio bene.”

“Comprendo le sue ragioni, ma non spetta a noi la decisione. Se vuole può salutarlo”

Lucrezia acconsentì con un cenno del capo e seguì il medico attraverso i candidi corridoi dell'ospedale impregnati di candeggina e disinfettante.

Le porte scorrevoli si aprirono con uno sbuffo e la catapultarono in un un ambiente totalmente diverso.

Il corpo scheletrico e emaciato si intravedeva a malapena sotto le lenzuola, cavi e tubi di ogni genere pendevano ai lati del letto con sacche piene di svariati fluidi.

La testa del Sig. Adami era quasi totalmente nascosta da un grosso casco da cui si dipanavano grovigli di cavi elettrici.

Lucrezia distolse lo sguardo disgustata.

“Quanto ci vorrà ancora?”

Macchi si spostò dietro una serie di monitor.

“Ancora qualche secondo. Il download è quasi terminato, anzi rettifico è finito. Il signore è deceduto”

“PAPAAAAAA” strepitò Lucrezia riprendendo a piangere.

Macchi attese qualche secondo in silenzio.

“La aspetto fuori cosi concludiamo la procedura. Le lascio il tutto il tempo che vuole”

E tra le urla disperate della donna il medico uscì dalla stanza.

 

Macchi sospirò, era sempre la solita storia, si sedette su una sedia in plastica e aspettò.

Lucrezia, dopo qualche minuto fece capolino stringendo il fazzoletto ormai fradicio.

“Se vuole seguimi”disse incamminandosi per il corridoio.

Le porte del reparto maternità si spalancarono e un infermiera venne loro incontro con un bebè appoggiato su carrellino.

“Eccolo qui Lucrezia, un Sig.Adami nuovo di zecca, le memorie sono state già caricate tra una trentina d'anni suo padre ricorderà tutto, ora gli faccia godere la sua rinnovata infanzia. La saluto vado a pranzo.”

Lucrezia scoppiò in lacrime per l'ennesima volta.

Macchi stava già pregustandosi il filetto alla Wellington della mensa.



valter_carignano
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Messaggio#2 » mercoledì 23 settembre 2015, 22:40

Molto interessante lo scambio 'generazionale', la rinascita del vecchio in un bambino, le lacrime della figlia (perché il padre muore o perché deve allevare il figlio/padre? Anche questo dubbio è interessante...). I dialoghi sono ben costruiti e immediati, i piccoli refusi che pure sono presenti sono sicuramente trascurabili quando il tempo è tiranno.
I pensieri del medico lasciano credere che questa sia ormai una pratica comune ('sempre la stessa storia'), quindi in giro ci sono moltissimi figli/padri e figlie/madri... avendo più spazio, questo potrebbe essere a mio parere un punto interessante da sviluppare.

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Flavia Imperi
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Messaggio#3 » giovedì 24 settembre 2015, 0:49

Un racconto molto interessante, scritto con stile fresco. Ho trovato particolarmente ben scritta l'immagine di questo padre ormai scheletrico, di forte impatto, fa riflettere sull'accanimento terapeutico. Ottimo il personaggio del dottore, che si capisce abituato alle procedure. Il buon "fantastico" fa riflettere sui temi attuali, e questo racconto lo fa. Forse la donna invece rasenta un po' la parodia, ma in fondo ci può stare.

Attenzione ai refusi: "la causa che, sono sicuro, pendeREBBE sulle nostre teste.” Mancano un po' di accenti - es "riempi" invece di "riempì".
Siamo storie di storie

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eleonora.rossetti
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Messaggio#4 » giovedì 24 settembre 2015, 15:20

Ciao Diego, ben trovato.
Ammetto che ho faticato a trovare il tema “altro universo” perché in effetti ciò che vedo è una possibilità di “futuro non troppo lontano” dati i progressi e i passi da gigante di biologia e neuroscienze (e così ho interpretato, alla fine, al netto di smentite).
La reazione disperata di Lucrezia non mi ha convinto del tutto, ok che è il padre, ma se sai che rivivrà in un corpo nuovo (e qui sorge la domanda, hanno trovato la ricetta dell'immortalità? Se il travaso di cervello non ha effetti collaterali…) e non sta morendo, perché tanta disperazione? A saperlo, io sarei sì un po’ rattristata di dover aspettare un po’ di anni per rivederlo, però saprei che vivrà ancora e sarei quantomeno sollevata rispetto all’idea di non poterlo vedere più.
Ho apprezzato invece molto di più la figura del dottore che, poveraccio, abituato a certe scenate non instaura la minima empatia con la parente del paziente, limitandosi a frasi di circostanza e comportamenti distaccati, anche in quelli che non ricadono nelle azioni professionali.

Attenzione alle accentate, ne hai dimenticate qualcuna qui e là.
Uccidi scrivendo.

Simone Cassia
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Messaggio#5 » giovedì 24 settembre 2015, 15:34

Ciao Diego,
il tuo racconto si legge con piacere grazie ad uno stile senza troppi orpelli che ben si intona con l’ironia che traspare dal racconto. I personaggi, seppur parodistici, sono delineati discretamente e non fanno che sottolineare l’assurdità della vicenda che ci proponi. Quello che ho trovato un po’ debole è l’attinenza al tema. Personalmente ritengo che narrare una vicenda surreale o fantascientifica non basti a farla ricadere in “l’altro universo” per il semplice fatto che quel “altro” nel tema non può prescindere da un “uno” a cui essere confrontato che non trovo.

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Linda De Santi
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Messaggio#6 » venerdì 25 settembre 2015, 18:49

Ciao Diego! Mi è piaciuta l'idea di re-immettere le memorie dei deceduti nei nuovi nati: la fantascienza ha spesso messo in luce il fatto che è un danno perdere il carico d'esperienza e le conoscenze accumulate dalle persone durante la loro vita, quella del tuo racconto sarebbe una buona soluzione!
Ho trovato ben caratterizzato il personaggio del dottore, ormai troppo avvezzo a queste situazioni e quasi cinico di fronte ai piagnistei. Un po' caricaturale, invece, il personaggio di Lucrezia, ma certe immagini che la riguardano sono molto vivide e mi sono piaciute ("estrasse un fazzoletto che riempì di muco e mascara").
Di solito non faccio notare i refusi, ma qui ce ne sono diversi, accenti e virgole mancano spesso. La fretta, lo so :)
A rileggerci!

Zebratigrata
Messaggi: 308

Messaggio#7 » domenica 27 settembre 2015, 10:06

Ciao Diego,

il racconto è ben scritto e i personaggi molto ben delineati attraverso i loro gesti, anche un po' caricaturali, ma è una cosa che apprezzo. Il finale sorprende ma svuota il racconto di senso per me. L'immagine del vecchio circondato da tubi e macchine è forte, e triste, e non riesco a comprendere davvero l'esitazione della figlia a far 'rinascere' il padre: potresti approfondire le sue motivazioni.

Il tema c'è anche se preferisco chi lo ha interpretato inserendo almeno due universi nel racconto.

Mi è rimasta una curiosità dopo la lettura: come fanno a produrre i bebé vuoti? :-D

 

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maria rosaria
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Messaggio#8 » domenica 27 settembre 2015, 22:52

Ciao Diego.
In questo racconto c’è un ritorno all’infanzia come alternativa (o prosecuzione?) alla morte. Sebbene l’idea sia molto particolare e accattivante non ho riscontrato una giusta aderenza al tema. Mi rendo conto però che il tema “altro universo” possa essere declinato in vari modi e qui forse io non sono riuscita ad afferrarlo in pieno. La scrittura è buona, il tutto scorre bene senza intoppi, c’è qualche refuso ma comprensibile visto il tempo a disposizione. Anche la punteggiatura credo vada un po’ rivista.
Nel complesso un buon racconto.
:-)
Maria Rosaria

Sybilla Levanti
Messaggi: 142

Messaggio#9 » martedì 29 settembre 2015, 23:23

La sconfitta della morte e la possibilità di vivere centinaia di vite, senza però dover ricominciare ma con le proprie memorie e il proprio bagaglio di esperienze: quel qualcosa che l'umanità da secoli ricerca e che, grazie alle nuove tecnologie, potrebbe non essere più un traguardo così impossibile.
Hai delineato in modo convincente quella che in questo nuovo continuum, più che un universo mi sembra un nuovo corso storico in cui certe convinzioni etiche son state superate a favore di queste "eternità", temporale sembra esser diventata la normalità. Mi chiedo solo come si gestisca il problema della sovraffollamento.

aleliu
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Messaggio#10 » mercoledì 30 settembre 2015, 9:14

Ciao Diego!
Il tuo racconto l'ho trovato davvero interessante.

A parte qualche refuso, sicuramente dovuto alla fretta, si legge molto bene e la scrittura è assolutamente fresca.

L'idea inoltre è molto interessante... con tematiche importanti, come l'accanimento terapeutico.

A fine racconto mi è venuto da pensare... ma questo "trasferimento" lo ha davvero voluto il vecchio, o è stata una richiesta della figlia? Visto com'è stata isterica alla morte del padre. (Una reazione forse esagerata... Scrivo "forse" perché conosco persone che farebbero anche di peggio xD).
Il personaggio del medico invece è molto bello, e ci sta benissimo caratterialmente, in contrapposizione all'isterismo della donna. Entrambi bilanciano la narrazione.

L'unica cosa che non ho colto, però, è l'attinenza al tema. Non si riesce a capire se ci si trova su un altro mondo o in un futuro lontano.

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beppe.roncari
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Messaggio#11 » venerdì 2 ottobre 2015, 11:40

Ciao Diego, ben ritrovato!
Bel racconto, buona idea, peccato che non sia aderente al tema e sia pieno di refusi che rendono difficoltosa la lettura...
Il mondo della storia non è del tutto delineato, manca almeno un dettaglio: immagino che non possano nascere più "persone nuove" ma ci si limiti a downloadare, rottamare e reinstallare in corpi giovani di bebè solo personalità preesistenti, giusto? Altrimenti, ti immagini la sovrappopolazione? Oppure è un privilegio solo riservato ai "ricchi" o al "Nord del Mondo"?
In tal caso era SU QUESTO e non sul piccolo dramma familiare, che in fondo dramma non è, che avresti dovuto concentrare la tua attenzione. Questo era l'altro universo e il tema interessante!
Alla prossima.

Refusi: "né" si scrive con l'accento.
"Se vuole può salutarlo” manca il punto finale. Anche in un altro paio di casi.
“Se vuole seguimi”disse - qui è "seguirmi" e manca uno spazio.

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