Gruppo HIGH CASTLE: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

71ª Edizione, Minuti Contati accoglie una guest star d'eccezione: Silvio Sosio. QUI potete visionare il trailer, potete trovarci anche degli indizi per il tema che vi aspetta. Ricordiamo: l'appuntamento è per lunedì 21 settembre dalle ore 21.00 all'una.
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antico
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Gruppo HIGH CASTLE: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#1 » martedì 22 settembre 2015, 3:09

High Castle
 
Questo è il gruppo HIGH CASTLE della SOSIO EDITION con Silvio Sosio nelle vesti di Guest Star. I primi CINQUE racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno tra i finalisti che verranno valutati direttamente da Sosio. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verrano a loro volta ammessi alla vetrina del sito.
 
Ricordo che la composizione dei gruppi ha seguito il seguente criterio: i due racconti con malus sono stati assegnati al primo e al secondo gruppo, nel terzo è finito il primo consegnato dei restanti e così via a giro (sempre per ordine di consegna).
 
E ora vediamo i racconti ammessi a HIGH CASTLE:
 
La casa degli spiriti di Angela Catalini, ore 21.28, 2879 caratteri
Ritorno di Lorenzo Cadoni, ore 22.50, 2965 caratteri
La convocazione di Manuel Piredda, ore 23.04, 2973 caratteri
Il mio universo di Daniele Picciuti, ore 23.32, 2639 caratteri
Importante, seguono allegati di Roberto Romanelli, ore 23.44, 2829 caratteri
Viaggio al termine del tempo di Adriano Muzzi, ore 23.53, 2990 caratteri
Lo smaltimento di Veronica Cani, ore 0.02, 2972 caratteri
“Chi vuol essere italiano” di Ambra Stancampiano, ore 0.06, 2973 caratteri
Vaniglia di Vilma Cretti, ore 0.15, 2950 caratteri
Una dolce inquietudine di Alessandra Corrà, ore 0.33, 2918 caratteri
C’erano un italiano, un tedesco e un francese di Francesco Nucera, ore 0.44, 2898 caratteri
L’origine del mondo di Enrico Nottoli, ore 0.57, 2994 caratteri
 
Talìle, di Stefania Fiorin, ore 22.32, 2990 caratteri RITIRATO DALL'AUTRICE
 
13 racconti dunque, avete tempo fino alle 23.59 di venerdì 2 ottobre per commentarli tutti e postare le vostre classifiche, vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradisco essere avvertito, sapete come trovarmi ( e del resto avete solo 12 racconti a testa da commentare e un bel po’ di giorni per organizzarvi). Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale del raggruppamento.
 
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.
– 6 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1
– 13 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1
Ha valore questo CONTATORE per il conteggio dei caratteri.
 
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all’eliminazione. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli tread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata qui.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
 
Detto questo: BUONA EDIZIONE A TUTTI!



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Daniele_picciuti
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Messaggio#2 » martedì 22 settembre 2015, 16:56

La casa degli spiriti, di Angela Catalini
Carino, struttura semplice, semini indizi in modo distratto ma alla fine, quando è il momento di tirare le fila della storia, fai combaciare tutto. Il tema è affrontato in maniera indiretta, sebbene non sia centrato del tutto, nel senso che più che “un altro universo” la sensazione è che si tratti di un rapimento alieno, esseri di “un altro mondo” semmai. Ma potrebbero essere nello stesso universo. La forma è buona, non ho da segnalare nulla di particolare.
Ritorno, di Lorenzo Cadoni
Il rovescio del paradigma funziona sempre, anche se in questo caso avevo subodorato la cosa. Ho trovato però il racconto un pochino piatto, non me ne volere, nel senso che ci sono molti pensieri e, più che una storia, è proprio questo: un flusso di pensieri. Attenzione alle virgole tra soggetto e predicato e a tutte quelle d eufoniche. Il tema direi che è stato centrato “abbastanza”, sebbene non sia proprio un “altro” universo, ma una porzione sconosciuta dello stesso in cui vive il protagonista.

La convocazione, di Manuel Piredda
Originale, e il mondo da te descritto è senz’altro un “altro universo”, dunque tema centrato. Se l’intento era quello di creare un mondo dove sono riuniti tutti i personaggi letterari, in cerca d’autore o già esistenti, direi che ha funzionato, sebbene Groucho “Marx” fosse un attore, mentre credo tu intendessi il Groucho di Dylan Dog. Piccola svista, ma a parte questo una buona idea e una discreta realizzazione.

Importante, seguono allegati, di Roberto Romanelli
Vabbè, sei un genio. L’allegato filmato poi… hahaha rivelatore! Voyerismo a parte, devo dire che il tuo pezzo mi è piaciuto molto, l’ho trovato fresco e originale, il collassatore di mondi è qualcosa di veramente “figo” e vedrei bene nascere un romanzo su un’idea del genere (sempre che non esista già, ammetto la mia ignoranza). La forma epistolare via mail è convincente, funziona e anche il modo in cui lo scrivente spiega ciò che sta accadendo. Sarebbe stata interessante una panoramica sull’Hitler “altro”.

Viaggio al termine del tempo, di Adriano Muzzi
Devo dire che quando sono arrivati nel “nostro” universo ho subito sospettato dove saresti andato a parare, è un escamotage non del tutto originale, forse per risultare più incisivo avresti dovuto soffermarti su un momento preciso – sul contatto con Mosè direi – e scegliere un approccio (comico, grottesco, drammatico…) almeno è la mia sensazione, visto che così mi sembra tutto un po’ riassunto e non ha l’appeal che avrebbe potuto avere.

Lo smaltimento, di Veronica Cani
Brava Veronica, mi è piaciuto molto il tuo pezzo. Un racconto cinico, grottesco e di affilata critica sociale. Hai giocato bene con le pause e la frase finale è ancora più beffarda. Viene da chiedersi se non possa accadere anche in Italia, prima o poi. Un racconto a tutto tondo, che reputo completo e assolutamente in tema con quanto designato. Certo… chissà in quale altro universo sarà finito il poveretto?

Chi vuol essere italiano, di Ambra Stancampiano
Quanta amarezza anche in questa storia, e anche dal tuo emerge netta una certa critica sociale, molto divertente la prima parte, ma poi il ritorno alla realtà è nettamente amaro, sei brava a creare il contrasto tra la finzione e la realtà, cosa a cui non finiamo mai di abituarci. Penso che sarebbe stato ancora più incisivo se ci fosse stato un qualche collegamento diretto tra la famiglia e i personaggi televisivi ma mi rendo conto che tempo e spazio su MC sono quelli… a meno di rubarne in un altro universo!

Vaniglia, di Vilma Cretti
Molto brava, aspettavo di leggere prima o poi un racconto come questo, in fondo l’altro universo può essere inteso in forma figurata e in questo caso è quanto mai “altro” e lontano. Ottimo stile, buona la forma, riesci a far calare un velo di tristezza sul cuore, niente fronzoli e l’apparente buonismo del profumo di vaniglia non è tale, ma quanto mai realistico. Buoni anche i dialoghi familiari. Tema centrato per me.

Una dolce inquietudine, di Alessandra Corrà
Beh, un daimon eh? Una specie di demone direi, anche se ammetto che il “culo peloso” mi ha fatto pensare a un licantropo. Comunque, un racconto che fila, ha una svolta lì per lì poco chiara con quel salto “nel vuoto” ma poi alla fine arriva la spiegazione. Il tema è senza dubbio centrato, la forma è buona, ritengo che il nostro Luchino sia riuscito nell’intento di farti completare la storia nel modo corretto. Forse qualche informazione più sull’altro universo ci stava, è l’unica pecca che mi sento di segnalare.

C’erano un italiano, un tedesco e un francese. Di Francesco Nucera
Uhm, non so, sto rimuginando sul finale: era ironico? Diceva il vero e l’universo parallelo era il suo? Anche qui emerge della critica sociale ma a differenza di altri racconti che ho letto è meno immediata, non capisco bene quale sia il tuo intento finale: far intendere che l’Italia non è corrotta? Perché in verità ho la sensazione che l’intento sia l’esatto opposto. Ammetto di essermi un po’ perso. Attenzione, Alberto diventa “albero” in un paio di occasioni. Tema centrato comunque… anche se dal titolo mi aspettavo una barzelletta!

L’origine del mondo, di Enrico Nottoli
Un racconto molto furbo, devo ammetterlo. Hai giocato bene con descrizioni in apparenza poco significative e invece precise e puntuali (riflettendoci a posteriori), un pezzo che reputo originale, all’apparenza drammatico ma che, giunti alla fine, strappa l’inevitabile sorriso. Ed è proprio vero… l’origine del mondo. Per Frank, in questo caso. Il tema non è centratissimo – l’universo è questo – ma preso in maniera figurata ci sta.

Classifica
1. Vaniglia, di Vilma Cretti
2. Importante, seguono allegati, di Roberto Romanelli
3. Lo smaltimento, di Veronica Cani
4. Una dolce inquietudine, di Alessandra Corrà
5. Chi vuol essere italiano, di Ambra Stancampiano
6. L’origine del mondo, di Enrico Nottoli
7. La convocazione, di Manuel Piredda
8. La casa degli spiriti, di Angela Catalini
9. Viaggio al termine del tempo, di Adriano Muzzi
10. Ritorno, di Lorenzo Cadoni
11. C’erano un italiano, un tedesco e un francese. Di Francesco Nucera
Il mondo che ho creato non è solo parte di me, ma esiste, come esiste la fede.

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antico
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Messaggio#3 » mercoledì 23 settembre 2015, 22:49

Comunico il ritiro di Stefania Fiorin e del suo "Talìle". Non inserite il suo racconto nelle vostre classifiche, provvederò a toglierlo io da quelle già pubblicate.
Buona continuazione a tutti!

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Angela
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Messaggio#4 » giovedì 24 settembre 2015, 18:40

COMMENTI E CLASSIFICA.

1) Il mio universo – Daniele Picciuti
Questo è l’unico commento, tra i miei, che non contiene appunti (per appunti intendo correzioni di testo). Stile eccellente e trama da dieci e lode. Fino ad ora è il racconto migliore che ho letto; non solo hai centrato la traccia, ma sei riuscito a dargli un tocco originale che spazia tra diversi generi: lo steampunk, il fantasy, la fiaba. Il finale è inaspettato, sfido chiunque a indovinare chi sia la giovane che parla di mondi fantastici. Ottime le descrizioni dei personaggi, pennellate lievi ma significative (arricciando nervosamente un ricciolo biondo tra le dita”).
Mi è piaciuta molto anche questa definizione: “Tracce di follia, soprattutto.”.
Lo so che dovrei essere critica, ma non riesco a trovare nulla che non vada bene.
Bravo.

2) LO SMALTIMENTO di Veronica Cani
Questo è il primo racconto che leggo del mio gruppo e devo dire che il finale è bel pugno nello stomaco. Brava. La narrazione è scorrevole e procede in modo lineare introducendo i personaggi e confezionando dei dialoghi ben strutturati. Apprezzo moltissimo la frasi brevi spezzate dai punti perché le trovo particolarmente incisive. Ottima anche la scelta dell’incipit al centro della storia senza preamboli e descrizioni inutili. Passiamo ora agli appunti. Forse l’unica vera pecca che ho trovato è l’assenza di dettagli fisici su Anna. Sei riuscita molto bene a delineare la sua angoscia, ma non sappiamo se ha i capelli lunghi, se è magra e slanciata, se porta gli occhiali, se hai dei tic. Tutto il resto è descritto in modo perfetto (persino le curve dei grafici), ma non lei. Ecco, questo credo sia l’unico appunto serioso. Per il resto, il finale è studiato ad arte per sorprendere e ci riesci benissimo. Trovo che tu abbia avuto un’idea eccellente e la traccia è rispettata al 100%. Prendo in prestito il pollice alzato di Maurizio Bertino e aggiungo qualche dettaglio tecnico. Ottimo lavoro, Veronica.

prima, e lei e Marco erano già stati esaminati.
Via la virgola prima della congiunzione.
Tutta la popolazione mondiale registrata nell’ultimo censimento doveva essere esaminata.
Ripetizione esaminati/esaminata
Rimarremo in casa, stasera, non abbiamo nessun programma.»
Qui preferirei un tono più informale visto che parla con la madre “Stasera io e Marco resteremo a casa…”
era che le curve dei loro grafici erano molto diverse.
Ripetizione era/erano evitabile strutturando diversamente la frase.

3) Una dolce inquietudine di Alessandra Corrà
Molto carino il tuo racconto, è un fantasy e difatti proprio qualche giorno fa mi chiedevo se qualcuno avesse interpretato la traccia in questo senso. Trovo che l'idea e la trama siano azzeccate e pertinenenti oltre che originali. Buono l'incipit e l'intreccio di cui ti evidenzio alcune cose che mi sono piaciute particolarmente.
"...tempo a disegnare storie legnose su fogli di carta"
(la definizione di "legnose" è originale e rende molto bene l'idea del disegno grezzo. Ottima).
"Dall’altra parte c’era lo stesso bosco, ma si percepivano subito le discrepanze"
(Con una semplice parola, "discrepanze" hai descritto un mondo! Anche se successivamente entri nei particolari, io trovo che già con questa avevi detto tutto. Brava).
"L’aria sapeva di gelsomini acidi"
(Altra frase originale che rende perfettamente l'idea di un profumo nuovo e inusuale. Complimenti).
Dopo la sviolinata (dovuta), passiamo agli appunti o meglio alle critiche. Te le segnalo come ho fatto con quelle positive evidenziandole. Comunque un bel testo e una bella prova. Brava.
Dovevo sbrigarmi. Cacchio, quanto mancava ancora?
Imboccai un sentiero che avrebbe dovuto portarmi a destinazione.
Chi me lo aveva fatto fare a uscire?
Troppi “a capo”. Le frasi in questo modo appaiono come una scaletta.
Ma perché si impicciava sempre?
“Ma” e “Perché” eviterei di metterle insieme. Taglierei senz’altro il “ma”.
si parla spesso nei tg.
Ho controllato in internet e sicuramente la “T” di “tg” va in maiuscolo, in alcuni casi ho trovato entrambi in maiuscolo.
Magari il mio daimon genuino
Capisco cosa intendi dire con “genuino”, ma secondo me non è il termine più adatto. L’ho interpretato come qualcosa di latente. Giusto?

4) Chi vuol essere italiano di Ambra Stancapiano.
Invidio la tua capacità di rappresentare così bene lo show televisivo. Gran parte del racconto sembra una vera e propria sceneggiatura pronta per andare in scena. L’idea di fondo è originale, mettere a dura prova i migranti per ottenere la cittadinanza, ma quanti di loro vorranno restare? Il finale è molto significativo perché ribalta il concetto come un imbuto e improvvisamente la terra promessa diventa invece un posto da cui fuggire perché non offre opportunità. Il terzo mondo è un concetto soggettivo, in fondo. Brava. Qualche appunto, ma nulla di significativo.
la cittadinanza! è il momento del nostro ospite
Maiuscolo dopo il punto esclamativo.

– è semplice: il Governo 2.0 vuole accordare…
Credo di aver capito perché non usi il maiuscolo, deve essere la difficoltà a trovare il simbolo della “e” accentata. Capita anche a me, su word è su Inserisci/simbolo.

– Ed è qui che entra in gioco chi vuol essere italiano!
Il titolo del concorso in maiuscolo.

Ed ora, ricapitoliamo
Via la “d” eufonica

Stelle a galla, ed ora
Altra “d” eufonica

5) Vaniglia di Vilma Cretti
Interpretazione della traccia originale e pregevole. Lo stile è ottimo, ci sono alcune parti, soprattutto le descrizioni non solo dell’ambiente, ma anche dello stato d’animo della protagonista che mi sono piaciute davvero tanto e trovo che l’uso della prima persona in un racconto così intenso, sia stata la scelta migliore.
Tuttavia ci sono alcune cose che mi hanno lasciato perplessa. Inizialmente questa donna appare come un’anima nera (definita così dall’autrice), ma io vedo solo una poveretta costretta a fare una vita d’inferno. Non mi è chiaro poi perché abbia lasciato il posto di infermiera, ti assicuro che facendo gli straordinari (soprattutto notti e festivi), si prendono parecchi soldini, senza contare il lavoro domiciliare che un’infermiera svolge al di furoi dall’orario di lavoro. Ho diverse amiche che tirano su oltre duemila euro al mese. Forse avresti dovuto scegliere un altro tipo di lavoro meno redditizio che giustificasse la scelta di fare altro.
Pochi appunti sulla forma, che sono più una questione di gusto e non errori veri e propri. Il finale è meno apprezzabile rispetto al resto.

E prima di andare a dormire mi faccio un caffè.
So che molti autori usano inizare le frasi con “ma” o “e”, come nel tuo caso, ma non è una forma che prediligo.

Scendo nel pozzo che ho dentro e non c’è sole che venga a salvarmi.
mi spazzano via le nuvole dal cuore.
Ti ho sottolineato due periodi perché io ho in mente questa donna che tu definisci con l’anima nera, e poi leggo di sole e nuvole.

Anche a Davide piacevano le mie torte, poi ha assaggiato quelle di un’altra donna e se n’è andato.
Il motivo (le torte) è troppo semplicistico. Immagino che i motivi sono altri, forse l’intento è ironico ma non convince.

L’aroma di vanigia della torta
…ciocche un leggero profumo di vaniglia
ripetizione di vaniglia.

6) L’ORIGINE DEL MONDO di Enrico Nottoli
E bravo Enrico, hai confezionato un racconto criptico che sveli solo alla fine, sei stato bravissimo a non seminare indizi. Niente di niente. Comincio subito col farti i miei complimenti per due cose in particolare che ammiro del tuo stile: i dialoghi e le descrizioni dei personaggi.
“Sai, sai qual è la cosa peggiore?”
“Qual è la cosa peggiore, Frank?”
“Che non sappiamo niente, amico.”
Un dialogo di questo tipo, è assolutamente perfetto. Non ci sono i soliti verbi dichiarativi (disse/fece/rispose etc), sono frasi brevi, secche e chiarissime. Non necessitano di altro. Per non parlare delle descizioni, pochi elementi che dicono tutto.
Frank, un tizio curvo, alto, proveniente dal sud est
Arrivò un tizio, volto biancastro, pallido, coda sinuosa.
Per concludere la sviolinata, ti faccio di nuovo i complimenti per il finale, sfido chiunque a capire cosa fosse lo “svuoto” prima di aver letto del bebè.
Negli appunti che troverai di seguito, ci sono le critiche, pochissime a dire il vero, perché tu sei bravo. A rileggerti.
E lo svuoto si avvicinava secondo dopo secondo. Cos’era lo svuoto? Non lo avevamo ben chiaro.
La domanda con il punto interrogativo è un po’ quella si fa pure il lettore e che tu giustamente anticipi. Però nello stesso tempo la frase con il punto interrogativo sembra voler dire “Caro lettore, sicuramente ti starai chiedendo cos’è lo snodo, giusto? Ebbene, ora te lo spiego”. Secondo me avresti dovuto strutturare diveramente la frase spiegando ma senza imboccare il lettore così apertamente.
Una volta radunati insieme dalle varie contee
Questa frase non funziona benissimo. Dici “una volta radunati insieme” e subito il lettore si chiede “chi”? Ma tu aggiungi soltanto “dalle varie contee”. Manca il soggetto che potrebbe essere che so… poveri cristi, rejetti etc.
Ma nessuno lo prendeva troppo sul serio, era uscito di testa, si diceva.
“Si diceva” non lo metterei in fondo alla frase.
Tutti che correvano da una parte all’altra. Lo svuoto aveva inizio.
Lo svuoto “ebbe” inizio è più incisivo.
uccidevano i vicini strangolandoli in corsa,
Non so, ma l’azione di strangolare qualcuno in corsa mi sembra inverosimile.

7) Viaggio al termine del tempo di Adriano Muzzi
Brano interessante che inizialmente mi ha fatto un po' soffrire per via dei termini tecnici e delle sigle. Interessante il passaggio nel "cosmo nero" con una pregevole spiegazione degli effetti della curvatura. A un certo punto però, il lettore sgama qualcosa. Quando scrivi "Un pianeta ha anche un inizio di vita intelligente ai primi stadi evolutivi.” ho mangiato la foglia pensando immediatamente alla Terra. Tuttavia questo non esclude la sorpresa finale che poi è anche una teoria che ritroviamo in diversi libri di Fanta Archeologia con tanto di immagini a documentare la presenza aliena nelle civiltà primitive. Lo stile è molto buono, ma la trama non mi ha preso particolarmente forse perché ci sono arrivata un attimo prima. Se fosse stato un brano più criptico avrebbe guadagnato il 100%. Resta comunque una buona prova a mio avviso. Pochi appunti.
“Signori, il computer di bordo ci informa che ci troviamo in un universo diverso dal nostro, un universo
Ripetizione di universo/universo (tra l’altro “Universo” vuole il maiuscolo).
“Già,” rispose Tut, “la vita è una cosa normale, però per le nostre radicate abitudini è diventata un episodio anomalo.”
Il termine “radicate” è un giudizio che dovrebbe dare una terza persona e non il personaggio che definisce le proprie abitudini.

8) Ritorno di Lorenzo Cadoni
Ciao Lorenzo, credo sia la prima volta che leggo qualcosa di tuo e non so se scrivi abitualmente di fantascienza, però devo dire che, seppure usi termini tecnici e citi pianeti sconosciuti, il testo non avvince. La trama è chiara e nel finale c’è una rivelazione che capovolge le certezze del lettore, anzi, credo che sia proprio il finale a restituire al racconto la sua anima aliena. Però devo dire che ho sofferto per la punteggiatura che spesso rende la lettura diventa difficoltosa.
Secondo me questo è un racconto che andrebbe sviluppato con più caratteri a disposizione aggiungendo dettagli e magari personaggi. Anche se il giudizio può sembrare negativo, in effetti non lo è. Basta davvero poco per far decollare il testo. Dai un’occhiata alle cose che ti ho segnalato, punteggiatura in primis. Spero di esserti stata utile. A rileggerti.

Qui tutto si muoveva piano,
Ero sempre stato abituato a muovermi
(ripetizione muoveva/muovermi)

le altre volte e, come sempre quando toccava a me viaggiare, il tempo che aveva preceduto la partenza era stato frenetico e ricco di preparativi.
Dopo “viaggiare” serve un punto perché inizia un altro periodo e la virgola non basta.

Durante il viaggio mi avevano avvertito che le nostre abitudini sarebbero state stravolte, che con il passare
Al posto della virgola avrei inserito la “e”.

Il mio syntron non scendeva mai sotto i 3500 syl.
Non so cosa sia il “syl”, immagino un’unità di misura. In ogni modo, visto che si tratta di un termine inusuale, lo avrei visto bene in corsivo.

Mi avevano istruito per bene, avevo dovuto seguire dei seminari per poter apprendere correttamente tutto il necessario per vivere durante il mio soggiorno.
“In necessario per vivere” mi fa pensare a degli oggetti, invece tu usi il verbo “apprendere”, quindi sicuramente ti riferisci a tecniche di sopravvivenza.

Non era la prima volta che mi spostavo da solo, ma ero felice di farlo perché potevo permettermi di agire in piena autonomia una volta arrivato a destinazione,
Dopo “autonomia” ci vuole la punteggiatura.

9) La convocazione di Manuel Piredda.
Il pregio maggiore di questo testo è nelle descrizioni che sono minuziose e delicate. Trovo che tu abbia uno stile poetico che personalmente mi piace molto e ben si sposa con il testo che hai ideato. Tuttavia, forse per il poco tempo a disposizione, ci sono troppe ripetizioni che ti ho segnalato più avanti. Ho notato anche un largo uso di aggettivi che invece andrebbero centellinati, ma anche di questo ne parlo più avanti dove ti ho evidenziato alcuni passaggi. La parte che mi ha più diverito è questa:

“Ebbene eccolo qui, al vostro servizio! Falstaff è pronto a tornare in scena!”
“Semmai è pronto a tornare a cena!” urlò Groucho Marx

Ora passiamo agli appunti.

Le luci nel cielo non erano un evento raro e il loro arrivo […] in attesa dell’arrivo della musa.
Ripetizione arrivo/arrivo

adornati da corone d’alloro che ne dimostravano il valore.
tre corone d’alloro dorato gli cingevano la testa
Altra ripetizione.

mentre il corpo imbolsito […] non appena il grasso cavaliere
Ripeti troppe volte lo stesso concetto. Ricorda che gli scrittori usano pochissimi aggettivi che sostituiscono con verbi o metafore. Sicuramente è difficile fare una cosa del genere, ma meglio evitare almeno di ripeterli.

in un inchino profondo […] una volta terminato l’inchino
Altra ripetizione di “inchino”.

i capelli biondi incorniciavano il viso insieme alla sua barba curata, era perfetto.
Due punti al posto della virgola.

10) C’erano un italiano, un tedesco e un francese di Francesco Nucera

L'incipit è ottimo, mi piace molto quando l'autore introduce la storia senza descrizioni o preamboli. Qui inizia addirittura con un discorso diretto che introduce un enigma e aggancia il lettore. Lo stile è buono e la trama che hai scelto inusuale, tuttavia secondo me il titolo ha un'influenza negativa sul racconto perché la famosa barzelletta che tutti conosciamo aleggia sul testo. Come dire, ci si aspetta che arrivi la macchietta da un momento all'altro. E in effetti arriva nel finale, ma non è del tutto riuscita. Attento alle ripetizioni e ai verbi dichiarativi. Ti segnalo qualche appunto che può esserti utile in caso di revisione.
«Non saprà nulla nemmeno mio padre… l’onorevole»
Non ne ero certa e me lo sono riguardata sulla Treccani: cariche e titoli sempre in maiuscolo (Onorevole).
«Finalmente siete arrivati» disse trattenendo a stento l’eccitazione; parlava con un pesante accento francese. «Fate largo, è arrivato il traduttore» disse
Ripetizione disse/disse. Nel secondo caso avresti potuto scrivere “aggiunse”.
Li scortò fino a una postazione e indicò un monitor. «Eccolo!» disse con gli occhi lucidi.
Qui ritroviamo il terzo disse. Magari un “fece”, vedi tu.
Albero guardò lo schermo
Refuso di “Alberto”.
Il tedesco si passò una mano sulla guancia. «Pare che per qualche motivo questo terminale sia collegato con il futuro.»
Perché si passa una mano sulla guancia? Non mi è chiara l’azione nel senso che non è giustificata che so, da un grattarsi o togliersi qualcosa. Ok, chiunque si può passare una mano sulla guancia, ma l’autore non lo annota se non è importante.
Albero scoppiò a ridere.
Altro “Alberto” mancato.
L’italiano rimise a bocca aperta; era una foto di Roma
qui meglio i due punti, stai puntualizzando di cosa si tratta.
ordinò Schwarz dando adito all’intuizione.
“Dando adito” è una forma arcaica.

11) Importante, seguono allegati di Roberto Romanelli.
Tra tutti i racconti questo è quello che mi ha convinto meno. Ammetto di essermi persa nelle spiegazioni troppo tecniche che, a mio avviso, appesantiscono il testo. Anche la trama, seppure elaborata, non riesce a convincermi e aprendo gli allegati, mi sento defraudata della storia che avrei voluto leggere. Ti segnalo qualche appunto, non si sono errori nel testo perché tu scrivi bene.

per questo il processo deve procedere lentamente.
Sono due parole molto simili processo/procedere che eviterei di inserire all’interno dello stesso periodo.

(da semplici deja-vu a forme più o meno gravi di psicosi)
Il termine francese andrebbe in corsivo

in cui la sua vittaria era certa.
Refuso “vittoria”

il Collassatore.
Devi deciderti: o scrivi “Collassatore” sempre in maiuscolo o in minuscolo. Nel testo hai fatto un po’ a piacere.


Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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Vastatio
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Messaggio#5 » giovedì 24 settembre 2015, 21:17

- La casa degli spiriti
Ciao,
il rapimento più o meno consensuale è un classicone evergreen. Trovo che il racconto soffra di alcune leggerezze. Intanto il dialetto. O parla in dialetto o non parla in dialetto la signora Spizzichini. Poi la logica dietro alle azioni dei personaggi. Non sto a sindacare sul fatto che uno entri in una caserma e vada direttamente dal comandante, senza passare da qualche sottoposto prima, ma il comandante che va a investigare una sparizione e non si porta dietro gli occhiali "da vicino"? Ci butti sul piatto dei dettagli (il passato di Leda, le luminarie, la connessione lenta, le fettuccine) che non trovano uno scopo. Anche la sorpresa finale è un po' moscia. Avresti potuto giocare un po' sull'aspetto di Leda, sulla passione per le luminarie, e quindi chiudere con un "TORNO a casa da loro".


- Ritorno

Ciao,

tanto potenziale che però non vedo sfruttato a dovere. Nel flusso di pensieri non riesco a "sentire" il protagonista. E' nostalgico ok, ma non rieco a capire perché. Se non voleva partire ma l'ha fatto perché costretto, per quale scopo, perché lui e gli altri "viaggiano". Per carità, parliamo di alieni, quindi è difficile comprenderli, ma la domanda a cui non riesco a trovare risposta è "cosa vuoi dirmi con questo racconto?".
Le frasi lunghe sono insidiose. Riuscire a gestirle non è facile e si fa presto a dimenticare qualche virgola (ed è il motivo per cui sto cercando di non usarle più nemmeno io). Sicuramente ti faranno notare le d eufoniche. Sembra siano il male incarnato, a me piacciono, ma a quanto pare non sono cosa buona e giusta.

- La convocazione

Ciao,

per quanto la conoscessi con una sola elle la musa è quella. Almeno adesso sappiamo esattamente come lavora. Nelle fasi descrittive le frasi tendono ad essere forse eccessivamente lunghe in un paio di occasioni. Un punto ogni tanto permette di tirare il fiato. Sono un po' confuso anche sui "superiori" della Musa. Inizialmente parli di Dio, che chiede un volto nuovo, ma nel finale poi ti riferisci all'Autore. Ammetto di non ricordare perfettamente la mitologia da cui prendi spunto, quindi magari è lecito per la musa rispondere a un Dio che poi distribuisce agli Autori. Se così fosse, però, fai troppo affidamento sulla cultura del lettore che, come dimostro in prima persona, è scarsa o fallace.

- Il mio universo

Ciao,

leggendo il tuo racconto sono stato pervaso da un senso di stanchezza e rassegnazione che il protagonista e l'ambiente circostante mi tiravano addosso a secchiate. Anche i tentativi di Alice di vivacizzare la scena cadono come pietre nel fango. Sposti intenzionalmente l'attenzione del lettore su Alice, disseminando indizi (più che indizi certezze), per poi preparare "la sorpresa" citando Wells.
Però stona. Stona che sia Alice, una ragazzina per quanto navigata, ad avere in bocca lo spiegone così tecnico. O rivolti in qualche modo la figura di Alice, gli ficchi qualche connettore neurale in testa e gli fai estrarre un rasoio monofilare dal migliolo per decapitare Wells o non mi scuoti dall'apatia che hai generato.

- Viaggio al termine del tempo

Ciao,
un ottimo inizio che sfocia in un finale prevedibile. Ed è un peccato perché le basi per costruire qualcosa di nuovo, fosse anche un lasciarsi apaticamente morire stufi di viaggiare, sarebbe stato più originale dell'equazione alieni=dio. Mi aspettavo che usassi come fulcro la frase “la vita è una cosa normale, però per le nostre radicate abitudini è diventata un episodio anomalo.”
Io faccio fatica a comprenderla e mi aspettavo una spiegazione esauriente per tale affermazione. Era nemmeno a metà racconto e c'erano ancora tanti caratteri per lei. Invece hai deragliato sull'educatore "amore uber alles". Il finale è affrettato e senza carica. Ormai si è già capito chi sono i protagonisti, esplicitarlo è inutile.

- Lo smaltimento

Ciao,

un bel racconto che scivola senza troppi problemi dall'inizio alla fine. La frase è la ciliegina finale per il governo distopico che hai immaginato. La procedura "Altro universo" la trovo però sporca. Sporca perché è a conti fatti lo "smaltimento" dell'indesiderato, ma, a parte il nome, non dici da nessuna parte che finirà in un "altro universo". A questo punto si poteva anche chiamare "due fustini in cambio di uno". E' il tuo stesso governo (e titolo) che "smaltisce". Non indora la pillola con un "andrà in un posto dove sarà apprezzato".

- “Chi vuol essere italiano”

Ciao,

divertente e brillante. Mi piace molto come sei riuscita a creare una satira pungente dell'italiano (ma alla fine temo possa valere per qualsiasi nazionalità) medio. Quello che però trovo un po' tirato è il riferimento al tema. D'accordo, lo tiri in ballo alla fine, ma cosa incasella il tuo racconto in "L'altro universo". In raffronto a quello normale dell'emigrata? Siamo poi così sicuri che "Chi vuol essere italiano" sia così fuori dalla nostra portata a breve termine? Dopotutto io trovo già fuori di testa il Grande Fratello e quante edizioni ne hanno fatte?
Se fai della satira sociale sei tristemente coi piedi nel nostro universo, o non funzionerebbe.

- Vaniglia

Ciao,
è possibile avere un altro universo a meno di 30 km da casa. Due mondi che si vuole tenere totalmente distinti ma che si è costretti a vivere entrambi ogni giorno. Riesci bene a gestire il tema e a tenerlo nascosto il giusto senza però perdere caratteri per approfondire entrambi gli universi. Ottima prova. Non esiste il parimerito su MC (o meglio esiste ma non in questa fase), quindi, dovendo scegliere, mi perdonerai se preferisco ridere piuttosto che piangere.

- Una dolce inquietudine

Ciao,

una delle cose che ho apprezzato di più è la frase finale. La soddisfazione del protagonista che, anche davanti a un atto efferato, ne accetta il peso con una alzata di spalle. Quello che mi fa storcere il naso è invece la fine. Intanto perché fai riferimento al daimon, una "creazione" non tua ma nemmeno così famosa da essere entrata nello stereotipo fantasy comune. In questo modo le sue "caratteristiche" vanno perse. Il lettore non sa cosa aspettarsi. Io sono andato a cercarlo su wikipedia. Se invece è un caso di omonimia il discorso è similare: non ci sono abbastanza informazioni per immaginarselo. La fine che dovrebbe essere quindi il climax del racconto perde la sua forza. Inoltre mi lascia perplesso un bambino che, facendo finta di cadere, sposta un "masso" (io per masso mi immagino una pietra bella grossa, ma forse questo è un limite mio) e che nel nuovo mondo non si siano risvegliati anche i daimon degli altri. Se ci sono "regole" sul risveglio dei daimon, come detto prima, io non le conosco e tu non me le dici. Senza quelle è come un deus ex machina.

- C’erano un italiano, un tedesco e un francese

Ciao,
per quanto mi dispiaccia ammetterlo il tuo racconto mi è piaciuto. Mi è piaciuto dall'inizio alla fine. E per inizio intendo il titolo.
Sei riuscito a creare una situazione credibile e portarla fino alla fine chiudendo in modo eccellente. Che sia "davvero" un mondo dove in Italia non ci siano mai stati politici corrotti o sia solo una battuta, come il titolo induce a credere, è una scelta che spetta al lettore. Qualunque sia la sua preferenza la storia regge.

- L’origine del mondo
Ciao,
devo dire che dal momento in cui hai nominato lo "svuoto" ho intuito dove volessi andare a parare. Mi hai solo confuso col sopravvissuto, per quanto la sua descrizione fosse abbastanza inequivocabile. Il caos finale sinceramente non lo capisco, non mi risulta che ci siano simili comportamenti tra spermatozooi, ma forse sono io che ricordo male le lezioni di scienze.
"Madri che avevano perso i loro figli e figli che avevano ucciso le loro madri." Di nuovo mi confondi. Non trovo giustificazione a una frase del genere nell'ottica di uno spermatozoo. Anche tutti i cadaveri lasciati sulla strada. O riesci a mostrarmi anche dello spermicida e/o una spirale (per quanto quella impedisca l'impianto dell'ovulo fecondato) o non trovo ragion d'essere. Hai uno stile che mi piace, rude il giusto senza scadere troppo nel volgare, ma trovo troppe falle per apprezzare a pieno il racconto.

 

Classifica

1 - C’erano un italiano, un tedesco e un francese
2 - Vaniglia
3 - La convocazione
4 - Il mio universo
5 - “Chi vuol essere italiano”
6 - Lo smaltimento
7 - Ritorno
8 - Una dolce inquietudine
9 - Viaggio al termine del tempo
10 - La casa degli spiriti
11 - L’origine del mondo
 
Note: tzh, Antico despota che non mi lascia neppure scherzare con i numeri delle posizioni... :(

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antico
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Messaggio#6 » venerdì 25 settembre 2015, 9:12

Vastatio, perfavore, sistema la tua classifica che altrimenti dovrò farlo io... :)

lorenzo_cadoni
Messaggi: 12

Messaggio#7 » lunedì 28 settembre 2015, 23:34

La casa degli spiriti
Ho fatto fatica a trovare il nesso tra il tema indicato e la storia scritta.
Questo nuovo universo lo leggo molto poco in questo racconto.
Mi aspettavo un racconto dove la destinazione o il punto di partenza o l'ambiente fosse realmente il nuovo universo.
Mi sono ritrovato catapultato in un paesino tipicamente italiano senza avere la percezione di un altro mondo.
Questo "altro universo" è lontano dal centro del racconto, appena accennato con il "vado con loro".
Loro chi?
Un'altra domanda: per quale motivazione utilizzi in alcuni punti classiche locuzioni dialettali e in altri no? Forse sarebbe stato meglio utilizzare per tutta la durata del racconto il dialetto oppure scrivere in "italiano" .
La narrazione è ben eseguita, ma secondo me lontano dal tema.
 
La convocazione
Ben scritto, una storia che scorre e ha un buon ritmo.
Il tema molto centrato.
Si vede che c'è anche una buona conoscenza del tema che è ben esposto.
Sono secondo me geniali i richiami ad alcuni personaggi che impreziosiscono il racconto.
Mi è piaciuto molto questo "altro" universo descritto quasi come la corte di un Re o Signore dell'età medievale.
Un miscuglio di storia e letteratura, di dimensioni spaziali intrise di particolari ben descritti.
 
Il mio universo
Premetto che non amo, come per le canzoni, gli incipit che richiamano il titolo.
Forse un pelo forzata l'idea di altro universo.
Mi ha stupito però l'idea dell'incontro tra i due protagonisti, i loro dialoghi quasi senza senso in alcuni momenti.
Azzeccato e dolce l'arrivo di Alice.
I dialoghi mi sono sembrati però un pelo forzati in alcuni momenti.
Quando lui dice "ho viaggiato molto" è chiaro che si indica una persona di esperienza che di certo non si lascia prendere in giro, ma la ragazza continua a parlare di universo.
Forse più che di "Universo" potremmo parlare di "un altro mondo".
 
Importante seguono allegati.
Per me assolutamente geniale.
Mi ha colpito in maniera violenta per l'idea davvero interessante, per lo stile narrativo e per il senso di angoscia che tiene il lettore fino alla fine.
Mi ricorda alcune scene viste in serie TV come Lost, Wayward Pines o similari dove i protagonisti trovano qualche PC o televisore con registrati messaggi provenienti da chissà che epoca o luogo.
Bravo
 
Viaggio al termine del tempo
Mi piace la contrapposizione con la modernità spaziale alla quale siamo stati abituati e lo scenario che di colpo appare citando l'Antico Testamento.
Leggo il racconto con piacere e sorpresa, forse avrei utilizzato qualche carattere in più per dare importanza a questo "passaggio di testimone" lasciando magari meno spazio a frasi tipo "A un osservatore lontano sarebbero parse simili a una lunga collana di perle trasparenti in movimento." per dare magari più risalto alla descrizione di questo incontro.
Visitando la Cappella Sistina tutti cerchiamo subito "il dito" che è un particolare grande come gli altri, ma di certo io più importante .
 
Lo smaltimento
Bellissimo.
Mi è piaciuto un sacco e anche se forse "l'altro universo" è da intendere come cosa?
Al di la di questo piccolo appunto mi è piaciuto tantissimo il filo di tensione che lega la storia.
L'attesa della telefonata, lo stato d'animo.
Onestamente ho ben poco da dire se non constatare quanto sia ben scritto e quanto la storia abbia un bel filo teso dall'inizio alla fine.
Non mi viene nemmeno da fare attenzione al posizionamento delle virgole in quanto la storia supera il resto.
 
Vaniglia
Continuo a rileggerlo.
Un altro universo emozionale così intriso di vita nascosta è il filo che scorre in questo racconto.
Qui non ci sono astronavi o nomi strani, ma una vita intrisa di sofferenza che non si può rivelare.
L'idea di descrivere un universo parallelo sotto forma di sofferenza, di rassegnazione e soprattutto di emozioni così lucide credo sia davvero perfettamente riuscita.
Questo universo nascosto è quanto di più tremendo e necessario per vivere.
 
Chi vuol essere italiano
Mi spiace doverlo dire, ma questo racconto non mi è piaciuto tantissimo.
Lo trovo troppo ricco di retorica, soprattutto sul finale.
La ricerca del grottesco è palese.
"Don Benito Intrallazzi"e "Unticci" sono sicuramente personaggi che hai pensato e infilato per creare un effetto, ma onestamente li trovo poveri di carattere e se l'intenzione era quella di richiamare "Antonio Latrippa" forse qui non è proprio ben riuscita.
La comparazione non è nella tipologia del personaggio o nella storia, ma dal mio punto di vista è intesa come una cosa "vecchia" da "Bagaglino".
Mi piace molto invece l'idea di utilizzare il format di un programma TV per creare l'universo, anche se la frase finale che chiaramente deve portare al tema è una chiara forzatura.
Credo che nessuno parlerebbe di un qualunque paese (anche in un mondo 2.0) come un altro universo.
Ottima scrittura nel complesso.
 
Una dolce inquietudine
Un bel risvolto nel passaggio "dall'altra parte" dove il protagonista si riscopre un temibile mostro.
Interessante l'idea di dare una vita nuova a questo ragazzo "bullato" che, grazie all'energia nuova da la "giusta" punizione a chi lo perseguita.
Trovo un po' nebuloso il passaggio da una parte all'altra.
Forse un po' debole l'idea descritta con questo passaggio. "Finsi di perdere l’equilibrio e cadendo spostai velocemente il masso che chiudeva il passaggio, poi mi gettai nel vuoto"
A parte questo piccolo appunto mi diverte un sacco il perfetto finale in stile Tarantino, splatter. 🏻
 
C'erano un italiano, un tedesco e un francese
Mi dispiace ma il tema mi è sembrato un po' preso per i capelli.
L'idea della barzelletta, dell'italiano, il tedesco e il francese, del "Nulla, era solo uno scherzo di cattivo gusto; in Italia non ci sono mai stati politici corrotti!» sono elementi che ho trovato un po' "datati".
Ma questo è certamente un mio personale limite.
Non amo particolarmente questo genere di temi, li trovo un po' scontati (anche perché purtroppo è abbastanza facile far ridere con la politica).
Stanza coi computer, auto che volano, universo parallelo e un finale così così ....
Lo trovo un po' forzato.
L'ironia finale è chiara, ma credo che la battuta che avrebbe dovuto far sbellicare dalle risate mi ha lasciato un po' ...così....
 
L’origine del mondo
non ho voluto immaginare la fine dal titolo e ce l'ho fatta.
Ho atteso con calma la partenza per lo svuotamento, mi sono immaginato questa scena con la giusta dose epica.
La descrizione della battaglia, dei due amici che cercano di stare vicini e uno dei capitola è davvero ben scritta.
Non mi sono fatto condizionare e la sorpresa è stata davvero bella.
Un racconto da leggere in un fiato, senza sosta.
Sono rimasto davvero sorpreso.
 
Classifica
1 Lo smaltimento
2 Vaniglia
3 importante seguono allegati
4 l'origine del mondo
5 la convocazione
6 il mio universo
7 una dolce inquietudine
8 viaggio al termine del tempo
9 la casa degli spiriti
10 chi vuol essere italiano
11 c'erano un italiano un tedesco è un francese



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ceranu
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Messaggio#8 » martedì 29 settembre 2015, 22:16

Ritorno, di Lorenzo Cadoni

Ciao Lorenzo, piacere di conoscerti.
Il problema principale di questo racconto è che è tutto “tell”. Le immagini sono tutte filtrate dal pensiero del protagonista e anche questo è poco incisivi. La voce narrante è poco caratterizzata.
Come ti hanno già segnalato ci sono delle ripetizioni all'inizio che appesantiscono la lettura e io aggiungo le unità di misura che mi hanno distratto non poco (ma questo penso sia un mio problema).
Nel complesso è una buona idea che però non riesce ad arrivare al lettore.
Ciao e alla prossima

La convocazione, di Manuel Piredda

Ciao Manuel, ben ritrovato.
Il mondo che hai creato è decisamente affascinante. Tutti i personaggi riuniti a “Commedia” in attesa che arrivi l'autore e li scelga. Peccato solo che lo spazio del racconto fosse troppo poco. Mentre leggevo avevo la sensazione che fosse tutto troppo compresso, ciò non toglie che il lavoro è veramente valido. Ti dirò, alla prima lettura ero scettico, ma poi, rimuginando, il racconto mi ha affascinato.
Nel complesso è un buon lavoro.
Ciao e alla prossima.

Il mio universo, di Daniele Picciuti

Ciao Daniele, che emozione incontrare l'Aguzzino.
La tua bravura non si discute; il racconto si legge tutto d'un fiato. Si respira la stessa aria dei protagonisti e si può sentire persino la polvere addosso. Però, superato l'intontimento che da la tua bravura di scrittore, si rimane con un pugno di mosche in mano. In questa storia non c'è una trama, hai preso due personaggi famosi, li hai fatti incontrare e basta. Mi sembra un po' poco.
La spiegazione di come Alice sia stata “agganciata” dalla macchina del tempo mi lascia un po' perplesso. Non sono in grado di fare trattati sul tempo e lo spazio, ma dovrebbero muoversi su piani separati, tanto che Herbert non sa dell'esistenza di universi paralleli.
Nel complesso è un racconto largamente sufficiente, merito più dello stile che della storia.
Ciao e alla prossima.

Chi vuol essere italiano?, di Ambra Stancampiano

Ciao Ambra, sei un genio :P
Mi sento obbligato a partire facendoti i complimenti. Gran bel racconto; ritmo frizzante, dialoghi surreali, ma credibili (molto simili a quelli della TV), e una critica sociale a 360°. Una citazione particolare la farei ai nomi dei protagonisti che mi hanno ricordato il migliore Benni (ti assicuro che questo, dal mio punto di vista, è un complimento non da poco).
Finita la sviolinata cerchiamo qualcosa che potrebbe non andare. Forse il Talent è il modo più semplice e usato per affrontare certi argomenti, quindi non proprio originale. I protagonisti sono stereotipati (questo lo metto come difetto, ma credo fosse voluto).
Insomma, avrai capito che il racconto mi è piaciuto molto e che sto cercando il pelo nell'uovo (senza riuscirci).
In conclusione, hai scritto un ottimo racconto che mi ha fatto divertire. Complimenti!

Vaniglia, di Willy

Ciao Vilma, ben trovata.
Il tuo stile è assolutamente inconfondibile. Hai una scrittura elegante e delicata. Riesci sempre a coinvolgere il lettore; brava. Però il racconto non mi convince.
La protagonista è “costretta” la prima volta alla prostituzione per non lasciare in mezzo a una strada la famiglia. Sicuramente triste. Però non si capisce perché poi sia andata avanti a farlo. Aveva perso il lavoro?
Nascondere alla madre che non lavora più come infermiera mi sembra un compito arduo. Siamo nell'era di facebook, i segreti non esistono. Se poi vogliamo insistere sulla coerenza della trama c'è il fattore economico; una prostrituta dovrebbe guadagnare decisamente più di un'infermiera (sempre se non subentri un protettore, ma a quel punto la vedo ancora più dura nascndere il vero lavoro).
Insomma, avrei preferito se la protagonista avesse lavorato come infermiera in obitorio e si fosse vergognata di dirlo alla famiglia. L'avrei trovato più realistico e altrettanto triste (vergognarsi di se e di quello che si fa è umiliante).
Una buona prova, ma la scelta della prostituzione mi sembra funzionale, ma poco convincente.
Ciao e alla prossima

Una dolce inquietudine, di Alessandra Corrà

Ciao Alessandra.
Storia interessante, mi piace la trasformazione del ragazzo, che passa nell'altro universo e diventa un demone con poteri illimitati. Ho avuto difficoltà a seguire il momento in cui sposta il masso, lì la frase è poco chiara, ma andando avanti si intuisce cos'è successo. Invece ho dei dubbi sulle sue intenzioni. Scappa nella speranza di riuscire a sfuggirli o li porta lì per massacrarli? Nella seconda ipotesi (quello che mi intriga) avrei preferito che lui fosse un po' più cinico e che iniziasse a pregustare il massacro.
Nel complesso un buon lavoro.
Ciao e alla prossima.

Importante – Seguono allegati, di Roberto Romanelli

Ciao Roberto, eccoci a noi.
Mi fa male ammetterlo, ma il tuo racconto mi piace.
Niente fronzoli, una semplice mail che stravolgerebbe il mondo. Lo scritto è efficace, si legge tutto d'un fiato e trasmette la fretta di chi l'ha scritta; tanto da farmela leggere senza alcuna pausa. Poi l'idea dei mondi che collassano per arrivare ad averne uno in cui Hittler ha vinto è fenomenale. Posso immaginarlo chiuso nel bunker mentre si spara pregustando la vittoria. Una sola domanda: sei sicuro che questa mail non sia reale, perché io qualche segnale che porta da quella parte avrei iniziato a percepirlo nell'ultimo periodo.
Non posso che farti i complimenti e unirmi al coro di chi mi ha preceduto dicendoti che questa è un'ottima idea per un lavoro più lungo.
Ciao e speriamo di rincontrarci il più tardi possibile!

La casa degli spiriti, di Angela Catalini

Ciao Angela.
Racconto dai due aspetti. Lo stile è coinvolgente, ci sono descrizioni vivide e in poco spazio riesci a tratteggiare alla perfezione tre personaggi. Quindi non posso che complimentarmi per questo aspetto. Però la chiusura non mi ha convinto. Partiamo dal presupposto che non mi piaciono gli “spiegoni” e qui il finale lo è. Poi trovo la frase: “Vado con loro” sbagliata. Passi il fatto che gli extraterresti possano non saper usare le porte, ma che bisogno c'era di bucare il soffitto se loro avevano “parcheggiato” l'UFO fuori? Qui non stiamo parlando di un rapimento, altrimenti lei non avrebbe potuto scrivere il messaggio. A questo punto è uscita di casa, ha preso accordi, è rientrata e alla fine si è fatta portare via... non mi convince.
Nel complesso la trovo una prova sufficente, ma che con un finale diverso avrebbe potuto essere ottimo.
Ciao e alla prossima.

Viaggio al Termine del Tempo, di Adriano Muzzi

Ciao Adriano. Il tuo racconto ha avuto il gran merito di interessarmi. È sempre affascinante leggere storie che cercano di dare una nuova interpretazione di Dio. Però è anche molto rischioso, perché ci si va a infilare in un ambito molto battuto. La tua storia sembra prendere spunto dalle “Tavole di Sumer”, con la differenza che tu dati il contatto con l'uomo qualche millennio dopo e non hai brame di “creazionismo”. Però ci sono un paio di cose che non mi convincono.
1) Perchè il primo contatto sarebbe stato con Mosé? La bibbia parla di Dio molto prima.
2) Che fine ha fatto questo messaggio d'amore? Lo schiavo con cui hanno parlato è stato testimone di un massacro non da poco.
Dal punto di vista stilistico ho solo due appunti da farti. Il racconto è scritto dal punto di vista degli extraterrestri, eppure in alcuni momenti usi termini “nostri”. Due su tutti: “cammello” e “Dio”. Non è un errore, ma per coerenza con il testo li avrei evitati.
Per il giudizio ti rimando alla classifica perché la tua storia continua a ronzarmi in testa e, anche se non mi ha pienamente convinto, ha quel qualcosa di mistico che non riesco a scrollarmi di dosso.
Ciao e alla prossima.

Lo smaltimento, di Veronica Cani

Ciao Veronica.
L'idea di base è molto interessante. Troppo intelligenti per vivere, mi piace. Però ci sono un paio di cose che non mi convincono. Personalmente credo tu abbia messo troppe spiegazioni. La telefonata con il ministero non ha molto senso. Capisco ti sia servita per spiegare al lettore perché non andava bene il QI così alto, ma avresti dovuto usare un espediente (Finché la leva è stata obbligatoria quelli più bassi dell'ultimo Re d'Italia erano esenti. Qui poteva essere il contrario.) “Troppo intelligente, quindi pericoloso” è troppo infodump. Idem per la questione delle spese di “smaltimento marito”. Insomma, racconto gradevole e amaramente divertente, ma con dei dialoghi da rivedere.
Nel complesso un buon racconto che poteva essere anche migliore.
Ciao e alla prossima.

L'origine del mondo, di Enrico Nottoli

Ciao Enrico, vengo subito al dunque: leggendo il racconto si capiva che non si trattava di esseri umani, ma non avrei mai immaginato che fossero spermatozoi. Questo perché mancano gli indizi per farlo capire (c'è solo una coda accennata) e personalmente non credo sia un bene. Umanizzare va bene, ma dev'esserci un minimo di coerenza. “Facce lunghe”, “Frank, un tizio curvo, alto.”, qui inganni il lettore.
Non capisco nemmeno perché venga mozzata la testa a Frank, e tantomeno perché gli spermatozoi si uccidano fra di loro (come fanno a strangolarsi?).
La risata finale me l'hai strappata, ma non credo basti a giustificare il resto.
Leggendo gli altri commenti mi sento un bigotto, ma il racconto non mi è piaciuto.
Ciao e alla prossima.

Classifica:

1. Chi vuol essere italiano?, di Ambra Stancampiano
2. Importante – Seguono allegati, di Roberto Romanelli
3. Lo smaltimento, di Veronica Cani
4. Viaggio al Termine del Tempo, di Adriano Muzzi
5. La convocazione, di Manuel Piredda
6. Una dolce inquietudine, di Alessandra Corrà
7. Il mio universo, di Daniele Picciuti
8. La casa degli spiriti, di Angela Catalini
9. Vaniglia, di Willy
10. Ritorno, di Lorenzo Cadoni
11. L'origine del mondo, di Enrico Nottoli

Veronica Cani
Messaggi: 148

Messaggio#9 » martedì 29 settembre 2015, 23:00

Ecco la mia classifica corredata dai commenti:

1) Vaniglia di Vilma Cretti
Un racconto che descrive in maniera incredibilmente delicata una vicenda terribile. Ottima la scelta lessicale di parole melodiose come “rugiada”, “sogni belli” e lo stesso titolo “vaniglia”, che preparano il lettore a una storia idilliaca per poi tirargli addosso una secchiata fredda quando si scopre, invece, che la protagonista fa una vita infernale. Complimenti, molto efficace! Non ho nessun appunto da farti sulla forma e sullo stile

2) La casa degli spiriti di Angela Catalini
Ottimo racconto che a mio modo di vedere centra in pieno la tematica, visto che, come mi sembra di capire, Leda Argenti ha deciso di seguire degli esseri provenienti da un altro mondo. Ho solo due appunti da fare: nel periodo “Gracchi l’aveva incontrata qualche volta e si era fatto l’idea che fosse troppo educata e sensibile e quelle come lei sono destinate a soffrire”, le subordinate che dipendono da “si era fatto l’idea che” sono coordinate tra loro? Perché io avrei mantenuto il congiuntivo anche nell’ultima frase, scrivendo “Gracchi l’aveva incontrata qualche volta e si era fatto l’idea che fosse troppo educata e sensibile e che quelle come lei fossero destinate a soffrire”. Nella frase “Il Comandante Gracchi tornò in caserma per stendere il verbale rassegnato alle fettuccine fredde” avrei inserito una virgola tra “verbale” e “rassegnato”. Per il resto ti faccio i miei complimenti

3) “Chi vuol essere italiano” di Ambra Stancampiano
Un racconto scorrevole dall’inizio alla fine, sarcastico e molto divertente pur nel senso di amarezza che rimanda, trattando un tema drammatico come quello dell’immigrazione e descrivendo lo squallore della società dei consumi. Sei stata molto abile a dosare ironia e critica sociale. L’unico appunto che ti posso fare, ma è una questione soggettiva di stile, riguarda l’uso delle cifre, come in “13 figli”, “20 minuti” e “devo alzarmi alle 5”, che in un testo narrativo io avrei scritto in lettere, e quindi “tredici figli”, “venti minuti” e “alzarmi alle cinque”. Complimenti!

4) Una dolce inquietudine di Alessandra Corrà
Un racconto originale nel suo sviluppo, molto scorrevole e perfettamente aderente alla tematica. Strappa un sorriso di soddisfazione quando il protagonista debole ha la meglio sui bulli che lo tormentavano. Non ho nulla da eccepire sullo stile, a parte una frase che vorrei farti notare: “Ed ecco il primo calcio sul polpaccio. […] Un altro pugno”; essendo la prima azione un calcio, l’aggettivo “altro” non è corretto; lo sarebbe stato se la prima frase avesse recitato “Ed ecco il primo pugno”. A parte questo, complimenti!

5) Il mio universo di Daniele Picciuti
Molto poetico e delicato il dialogo tra i due ragazzi, e il tema è pienamente centrato. L’unico appunto riguarda il periodo “…la gente in strada mi fa pensare a un formicaio devastato dall’acqua di un torrente “ che non c’è nessun altro universo”, che mi sembra sintatticamente sconnesso; forse era “che non c’è IN nessun altro universo?” Buon racconto, complimenti

6) Importante, seguono allegati di Roberto Romanelli
Ho trovato la tua idea geniale e ho molto apprezzato lo stile asciutto e il registro linguistico tecnico che usi quando parli di fenomeni fisici e medici. Gli unici appunti che ti rivolgo riguardano certe “d” eufoniche che io avrei evitato, come in “ad Heisenberg” e in “ad ogni costo”. Per il resto niente da eccepire, il racconto è scorrevole e molto originale. Complimenti

7) Viaggio al termine del tempo di Adriano Muzzi
Il racconto ha uno stile scorrevole e piacevole, l’idea è buona e hai centrato in pieno la tematica della gara. Tuttavia c’è un passaggio che mi lascia perplessa, e cioè il momento in cui dici che l’amore è la chiave del cosmo, e che quindi i “colonizzatori” dovrebbero portare un messaggio d’amore, concetto che però stride con la figura di Yor, che nel modo in cui si presenta agli alieni, addirittura nelle vesti del Dio biblico, pare più un dispotico tiranno piuttosto che un dispensatore di amore. Riguardo alla forma ti faccio notare che nella frase “E’ vero mi sono presentato loro come un Dio” ti è sfuggita una virgola dopo “è vero”. Nient’altro da evidenziare. Complimenti!

8) La convocazione di Manuel Piredda
Un racconto molto divertente e originale! Ti faccio solo alcune osservazioni riguardo alla forma: la musa della commedia e della poesia satirica è Talia, con una sola “l”; cosa intendi per “baldanza leggera”? L’idea che ho io di un atteggiamento baldanzoso mal si accorda con l’aggettivo “leggero”; il periodo “Si levò il cappello piumato esibendosi in un inchino profondo che mise ancor più a dura prova i bottoni del farsetto, una volta terminato l’inchino aveva già il fiatone, i primi risolini iniziarono a risuonare tra il pubblico, l’omone continuò” è troppo lungo e faticoso per il lettore. Io avrei usato almeno il punto e virgola dopo “farsetto” e un punto fermo dopo “fiatone”. Comunque complimenti, un bel racconto

9) C’erano un italiano, un tedesco e un francese di Francesco Nucera
Un racconto scorrevole e dalla trama originale che centra perfettamente la tematica della gara. All’inizio mi sono un po’ persa perché non riuscivo a identificare bene i personaggi. Ad esempio, perché se il dottor Schwarz è tedesco Alberto pensa che conosce mille modi per rispondergli male in inglese? Ti faccio alcune osservazioni sulla forma: nella frase “disse rimarcando l’ultima parola” avrei aggiunto una virgola tra il verbo al passato remoto e il gerundio, così come in “disse trattenendo a stento l’eccitazione” e in “chiese rivolgendosi a Schwarz”; in “gli andò in contro” l’avverbio “incontro” è tutto attaccato. A parte queste osservazioni è un buon racconto, complimenti!

10) L’origine del mondo di Enrico Nottoli
Ti confesso che l’ho dovuto rileggere più volte per capire che i protagonisti sono spermatozoi, ma probabilmente dipende dai miei riflessi un po’ lenti. L’idea è geniale e lo svolgimento risulta gradevole e divertente. Ti faccio solo tre appunti che riguardano la forma: nella frase “Ma cosa fosse realmente, be’ quello era un mistero” metterei una virgola dopo “be’”; stessa osservazione per la frase “Poi, una notte le sirene cominciarono a suonare”, in cui metterei una virgola dopo “notte”; nel sintagma “per spalleggiarsi e eliminare la concorrenza” ci vuole la “d” eufonica dopo la congiunzione. Complimenti

11) Ritorno di Lorenzo Cadoni
Un racconto scorrevole e suggestivo, anche se mi ha un po’ disorientata, perché inizialmente pensavo che il protagonista stesse descrivendo il viaggio dalla Terra a un altro mondo, poi invece mi sono resa conto che parla dei suoi spostamenti nell’ambito di questo “altro universo” sulla cui natura, però, continuo a essere confusa. Ti faccio alcune osservazioni sulla punteggiatura: nella frase “Ero schivo e silenzioso, sempre pronto a non dire una parola oltre il necessario e, questo aspetto del mio carattere aveva creato non pochi problemi”, toglierei la virgola dopo la congiunzione; nella frase “Il Maestro, durante le lezioni di avvicinamento mi aveva ammonito”, invece, inserirei una virgola tra “avvicinamento” e “mi”; nella frase “Ogni mattina io ed i miei compagni, eravamo costretti…”, togli la virgola dopo “compagni”. Comunque complimenti, un racconto gradevole

Riepilogo la mia classifica:
1) Vaniglia di Vilma Cretti
2) La casa degli spiriti di Angela Catalini
3) “Chi vuol essere italiano” di Ambra Stancampiano
4) Una dolce inquietudine di Alessandra Corrà
5) Il mio universo di Daniele Picciuti
6) Importante, seguono allegati di Roberto Romanelli
7) Viaggio al termine del tempo di Adriano Muzzi
8) La convocazione di Manuel Piredda
9) C’erano un italiano, un tedesco e un francese di Francesco Nucera
10) L’origine del mondo di Enrico Nottoli
11) Ritorno di Lorenzo Cadoni




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willy
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Messaggio#10 » mercoledì 30 settembre 2015, 17:26

Lascio i commenti seguiti dalla classifica. Non è mai facile dare un posto e ci sono parecchi racconti che avrei messo parimerito.

LO SMALTIMENTO - di Veronica Cani

Ciao Veronica,
racconto che fila via liscio e non lascia zone d'ombra. La dinamica dei fatti è spiegata, ma anche raccontata attraverso i dialoghi e l'ansia della donna è un filo teso dall'inizio alla fine. Se proprio devo darti un consiglio, userei un tono più secco nel dialogo in cui a parlare è l'impiegato dell'Ufficio Controllo Intellettivo; ho avuto la sensazione che fosse troppo colloquiale, non so se mi sono spiegata, ma sono piccolezze. Complimenti, anche il finale ha il suo perché.

IL MIO UNIVERSO - di Daniele Picciuti

Ciao Daniele,
credevo di essere dentro la scena di un film, appoggiata allo stipite della porta ad ascoltare questi due personaggi che in pochi dialoghi hai tratteggiato in modo molto realistico... se si può dire di una ragazza che non si sa da dove venga e di un uomo che ha il fascino dell'inventore tormentato. L'unico piccolo appunto è che la fine sembra troncare l'atmosfera che si è venuta a creare. Ed è un peccato. In ogni caso, i miei complimenti.
P.S: l'incoerenza credo sia nascosta in quel "Lei sorseggia il suo tè muta" chissà se ci ho preso;)


LA CONVOCAZIONE – Manuel Piredda
 
Ciao Manuel,
l'incipit del tuo racconto crea un'atmosfera quasi magica, le descrizioni particolareggiate permettono di visualizzare bene i personaggi e i loro atteggiamenti; si sente che hai una buona padronanza della parola scritta.
Lo senti il “però” che gira in aria? Mi piace questo tipo di linguaggio usato in un'ambientazione come quella che hai creato, ma faccio comunque fatica a leggere storie così ricche.
Credo sia proprio una questione di gusti.
Ho apprezzato in particolare questo pezzo del racconto:

"Tallia carezzò il capo del suo nuovo protetto e lo spinse con un tocco leggero attraverso il varco, puntò lo sguardo verso gli abitanti del quartiere di Commedia, una marmaglia di uomini e donne chiassosi e sregolati uniti soltanto dall’amore nei suoi confronti"
rende bene l'idea, bravo.


VIAGGIO AL TERMINE DEL TEMPO - di Adriano Muzzi

Ciao Adriano,
ammiro chi si sa muovere così bene nella fantascienza, chi riesce a farla sembrare "autentica" perché non credo sia facile. A me non riesce proprio.
Sono sincera, mi è piaciuto molto fino a quando non sei entrato in orbita con la Terra, ecco, poi ho fatto un po' di fatica a credere a quello che è seguito, anche se l'intento di dare una mano a raddrizzare le sorti del nostro universo è ammirevole.

Importante – Seguono allegati. di Roberto Romanelli

Ciao Roberto,
che sai scrivere bene te lo hanno già detto, e condivido; anche l'idea della forma mail mi è piaciuta. E ora faccio la voce fuori dal coro: l'ho letto due volte e ho fatto un po' di fatica, lo ammetto anche se mi farà sembrare impedita. Mi sono incartata sul pezzo dove si spiega in che modo collassano i mondi, lo so, forse non bisognerebbe cercare di capire tutto, visto che si tratta di fantascienza, ci vorrebbe più apertura mentale, più immaginazione. Mi è piaciuto, invece, il fervore, il senso di allarme che traspare dalla missiva, in questo sei stato veramente bravo.
Ti segnalo una piccolezza, la costruzione poco fluida di una frase:
"di questo me ne sono convinto dopo aver letto il diario di mio nonno."
Mi sono convinto di questo dopo aver..."

RITORNO - di Lorenzo Cadoni

Ciao Lorenzo, si sente una grande nostalgia di "casa" pervadere tutto il racconto, striscia tra le descrizioni e i dati tecnici e affiora nei momenti in cui parli della distesa di Ork. Però, se devo essere obiettiva e quindi esserti utile, il racconto mi è parso un po' troppo diario di viaggio e tende a non andare in profondità. Forse una soluzione potrebbe essere scrivere al presente le parti "vive":
tutto qui si muove piano...
e inserire i ricordi al passato. È un po' complicato, ma tutti abbiamo bisogno di esercizio costante, è quello che ci porta a crescere.

"Il Maestro, durante le lezioni di avvicinamento mi aveva ammonito duramente di fronte ai miei compagni di corso.
Una mattina, quando il Terzo Sole non era ancora sorto, mi aveva redarguito perché continuavo a fissare la lunga distesa di Ork che si dipanava a perdita d’occhio."
In questo pezzo hai usato molti caratteri per "raccontare"; per "mostrare", a volte, ne servono meno. Un esempio, ma poi vedi tu perché è soggettivo:
"La voce dura del Maestro mi raggiunse, facendo svanire la lunga distesa di Ork, dove i miei occhi si erano persi."
Rubo una riga per ringraziarti del commento al mio racconto. Quel tuo "continuo a rileggerlo" mi ha fatto un enorme piacere.

UNA DOLCE INQUIETUDINE - di Alessandra Corrà


Ciao Alessandra,
titolo molto azzeccato, mi piace. Ti faccio i miei complimenti per la fantasia, per le descrizioni azzeccate L’erba era grigia e il cielo viola. L’aria sapeva di gelsomini acidi. E sui tronchi degli alberi si vedevano fessure simili a occhi di gatto. che ci catapultano in questo universo parallelo.
Qualche piccolezza che spero ti possa essere utile:
 
Cacchio, quanto mancava ancora?
Mi canzonavano dietro
Il linguaggio, o il pensiero, usati dal protagonista presentano delle incongruenze, canzonare è un termine "vecchiotto" che contrasta con quello che abbiamo letto poco prima.

– Che posto è mai questo?
È una frase che messa in bocca a dei bulli stona un po'. Ti perdono il trio della V C... sono le iniziali del mio nome! ;)


CHI VUOL ESSERE ITALIANO– Ambra Stancampiano

Ciao Ambra,
ti faccio i miei complimenti per come hai saputo gestire il ribaltamento, sono arrivata al momento in cui Bea spegne il televisore senza aspettarmi niente del genere. Poi, in poche righe hai tratteggiato la situazione, il vissuto delle due ragazze a Londra, con le difficoltà e i disagi che comporta.
E qui sono in difficoltà, vediamo se riesco a spiegarti: ho gradito il finale del racconto e la fantasia che ti ha permesso di strutturare una storia godibile, ma alcune parti dell'inizio "spuntano" fuori, sono un po' forzate. Stiamo parlando comunque di un'ottima storia scritta in poco tempo e con un limite di caratteri che non permette di diluire. Spero di esserti stata utile.

 L'ORIGINE DEL MONDO - di Enrico Nottoli

Ciao Enrico,
idea originale, complimenti! E ben architettata fin dall'inizio, con particolari che a una seconda lettura prendono il posto che avevi in mente di dargli. Catturi il lettore e non lo lasci fino alla fine che arriva a rallentare il ritmo e strappa un sorriso. Non ti perdono di aver messo descrizioni non necessarie, il massacro fa effetto, vero, ma è fuorviante ed è l'unica cosa che non collima con quello che avviene in realtà. È pur vero che gli spermatozoi muoiono, ma questa frase:
"Madri che avevano perso i loro figli e figli che avevano ucciso le loro madri. Il caos. Per terra cadaveri e puzza di morte. Gente che si nutriva della carne di gente deceduta"
l'ho trovata eccessiva. Buono tutto il resto.


C'ERANO UN ITALIANO, UN TEDESCO E UN FRANCESE - di Francesco Nucera

Ciao Francesco,
il titolo aggancia subito il lettore e, in effetti, sono presenti tutti e tre i personaggi, anche se non si trova il risvolto ironico che uno si aspetta, data la fama della barzelletta in questione.
La storia è ben orchestrata e tiene col fiato sospeso, si vuole sapere cosa c'è di così importante, tanto che il finale è molto simile a una porta sbattuta in faccia. Buona la critica sottile che permea l'intero racconto. Un po' meno credibili i dialoghi, si presume che uno scienziato in un contesto serio, per di più tedesco, non si lasci andare a frasi con un tono così colloquiale.

Fate largo, è arrivato il traduttore
Ora faccia il bravo e chieda in che anno sono...

LA CASA DEGLI SPIRITI – di Angela Catalini

Ciao Angela,
racconto spigliato e ricco di descrizioni.
L’altro universo è quello dove va a finire la Leda, posso immaginare. Idea e storia impostatate abbastanza bene; non molto convincente il capo di una caserma così approssimativo nelle indagini che non si accorge di un buco nel tetto abbastanza grande da far passare una persona.
Ti segnalo qualche piccolezza:
“Lui la osservò con aria interrogativa; era infagottata in un cappotto rosso a scacchi che si intonava con i capelli.”
Dopo interrogativa starebbero bene i due punti.
Era una donna alta e magra con il viso lungo e triste. Viveva da sola con una magra 
Ripetizione di “magra”.

LA CLASSIFICA:
1 – Lo smaltimento di Veronica Cani
2 – Il mio universo di Daniele Picciuti
3 – La convocazione di Manuel Piredda
4 – Viaggio al termine del tempo di Adriano Muzzi
5 – Importante- seguono allegati di Roberto Romanelli
6 – Ritorno di Lorenzo Cadoni
7 – Una dolce inquietudine di Alessandra Corrà
8 – “Chi vuol essere italiano” di Ambra Stancampiano
9 – L’origine del mondo di Enrico Nottoli
10 –C’erano un italiano, un tedesco e un francese di Francesco Nucera
 11 – La casa degli spiriti di Angela Catalini

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invernomuto
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Messaggio#11 » giovedì 1 ottobre 2015, 8:26

Ecco, con colpevole ritardo, anche la mia classifica!

La casa degli spiriti - Angela Catalini

La signora Spizzichini è decisamente un personaggione e con poche battute ben calibrate sei riuscita a caratterizzarla in modo che resti impressa nella mente del lettore.
Il comandante Gracchi, invece, calza in modo egregio lo stereotipo dell’investigatore un po’ svogliato che non vede l’ora di chiudere il fascicolo per ritornare alle sue fettuccine, pure fredde.
Quello che mi ha lasciato un po’ perplesso è l’arrivo del plot twist, che giunge improvviso come un destro di Tyson appena girato l’angolo, ma purtroppo è altrettanto spiazzante.
Non credo che il racconto ne avrebbe risentito se anche il buon Grocchi avesse notato il buco, magari attribuendone la causa a qualcosa di ancora meno plausibile degli alieni pur di finire l’indagine (“Un buco al centro della stanza? Certo che gli architetti moderni non sanno più cosa inventarsi”).
Dal punto di vista tecnico ho notato soltanto piccolezze probabilmente legate alla fretta che in ogni caso sono già state segnalate.

Ritorno - Lorenzo Cadoni

Il tuo racconto presenta dei tropi che mi ricordano molto da vicino quelli presenti e forse abusati nella cosiddetta Golden Age della Science Fiction.
Il tuo soffermarti sulle descrizioni di usanze e scenari alieni è riuscito a evocare nella mia mente le immagini delle brulle e aliene piane di Ork, attraversate a velocità impensabili da creature a noi aliene.
Ora però vengono le note dolenti, quello che alla fine dovrebbe essere un piccolo plot twist in stile Brown è stato, almeno nel mio caso, subodorato quasi subito e il resto del racconto non presenta uno scheletro con abbastanza “carattere” da reggersi in assenza della grande rivelazione finale.
Piccole note da ossessionato della Sci-Fi che non intaccheranno il giudizio finale:
Presenti tre unità di misura, una indica la velocità – gli Un/Par, un’altra la temperatura – i Syl, mentre la terza è una misura di distanza, i Nanogul.
L’ossessionato che è in me nota due note stonate, in primis per pura casualità anche gli alieni hanno sviluppato il suffisso “nano” come appendice alla loro unità di misura, una casualità decisamente eccessiva dato che anche noi appendiamo lo stesso suffisso alle nostre unità!
La seconda è la varietà di unità di misura dello spazio, essendo la fisica uguale in tutti i possibili universi la velocità sarà sempre indicata come spazio/tempo, e Un/Par è un eccellente modo di ricordarlo, però poco dopo troviamo che lo spazio viene misteriosamente misurato in nanogul piuttosto che nanoUn, o zycoUn, per riassumere avrei trovato decisamente più appropriato utilizzare nuovamente l’Un o una variante dello stesso per indicare lo spazio, come nella formula della velocità.
Altro elemento che mi è saltato all’occhio è il fatto che il nostro alieno non conosca la gravità, la considera una “forza magnetica che limita i movimenti”, nessun problema in proposito ma sarebbe stato bello far notare quanto fosse più forte e veloce chi tornava sulle piane di Ork dopo essersi abituato a sfrecciare nella “melassa” del nostro pozzo gravitazionale!
Se hai letto sino a questo punto, affrontando i miei deliri, ti faccio i complimenti per la pazienza e la costanza, il tuo racconto mi è piaciuto ma mi ha ricordato molto l’ingenuità della Sci-Fi di altri tempi, non è necessariamente un male ma non è un gusto per tutti i palati.
Anche io ti invito a fare attenzione alle d eufoniche, oramai sono viste come l’incarnazione del male e anche io mi ritrovo spesso a fare uno sforzo cosciente per evitarle!

Il mio universo - Daniele Picciuti

Il tuo racconto sospeso tra lo steampunk e la fiaba ha un grande fascino e il tuo stile riesce a far cadere il lettore “dentro la pagina” con grande facilità.
L’altro universo è certamente presente (e la povera Alice ne sa qualcosa) per cui considero il tema pienamente centrato.
Devo ammettere che il colpo di scena mi è arrivato un po’ smorzato, dato che a sentir parlare di specchi da attraversare e gatti che diventano invisibili mi si son drizzate le antenne, ma direi che si tratta di un mio problema di eccessiva analisi piuttosto che di indizi eccessivamente rivelatori.
Non ho alcun appunto da farti riguardo allo stile che risulta pulito e gradevole, il racconto scorre bene fino all’ultima parola, una buona prova!

P.S. Le uniche cose assimilabili a errori di coerenza che ho trovato riguardano il personaggio di Alice.
Alice viene dal “nostro” universo e il paese delle meraviglie è un posto che ha visitato, non credo lo considererebbe mai il “proprio” universo, mentre nel racconto sembra decisa a volerlo identificare come tale.
Oltretutto se la povera ragazza è stata intercettata mentre inseguiva il Bianconiglio direi che ha ben poco da raccontare, visto che la sua avventura è stata interrotta proprio all’inizio!

Importante - Seguono allegati. - Roberto Romanelli

A volte ci si ritrova di fronte a qualcosa che affonda così prepotentemente nell’assurdo da penetrarlo completamente e uscire dalla parte opposta, questo è il caso del tuo racconto.
Dall’impostazione del formato di posta elettronica alle implicazioni di modifica del mondo reale che sfondano la quarta parete tutto è utilizzato a regola d’arte.
Tra l’altro l’idea di una forma di “inerzia” che rende più lungo il processo di fusione tra due universi tanto più grandi sono le differenze tra i due non solo funziona egregiamente come plot device che giustifica i cambiamenti dilazionati nel tempo, ma aggiunge un elemento di credibilità al tutto dato che dal punto di vista fisico tanto più grande e complesso è un processo tanta più energia e tempo sono necessari per farlo avvenire, e tante più differenze ci sono tra due universi tanta più entropia dovrà essere riordinata per unirli.
Unico appunto, ho scrollato 112 pagine di documento scansionato in cerca dell’immancabile easter egg nascosto in una pagina insospettabile, non c’era niente, sei una brutta persona.

Viaggio al termine del tempo - Adriano Muzzi

Hai preparato un piatto con tutti i miei ingredienti preferiti, dai classici della science fiction moderna quali i wormhole e la curvatura, descritta con una similitudine singolare ma d’effetto, al plot twist che arriva gradualmente grazie agli indizi gradualmente sempre più elementari, personalmente mi è bastata la descrizione iniziale della “nostra” amata Via Lattea per capire subito la destinazione, mentre il vero plot twist finale, in realtà, è più ben nascosto.

Il tuo stile narrativo si adatta in modo perfetto al genere e riesci a evocare immagini vivide e d’effetto.

Lo smaltimento - Veronica Cani

È sempre bello vedere un autore che nell’edizione precedente era incappato in una piccola defaillance riscattarsi in questo modo, hai proposto quello che a parer mio è uno dei racconti più belli del gruppo.
La storia è focalizzata come un raggio laser e presenta in modo eccellente la situazione senza mai perdere la messa a fuoco.
Ho subodorato quasi subito il plot twist, solo perché tendo a ipotizzare sempre un’inversione di paradigma, ma la cosa non ha influito minimamente sul mio gradimento del racconto.
Non ho particolari appunti da farti, se non forse la ripetizione di “a gonfie vele” a distanza di una riga, che ha reso un po’ macchinosa la lettura del passaggio.

"Chi vuol essere italiano" - Ambra Stancampiano

La commedia è da sempre uno dei mezzi migliori per far arrivare una critica sociale e il tuo racconto rappresenta in pieno questo metodo.
Sei molto abile nel fare tuoi alcuni tropo del registro comico, dai nomina sunt omina dei tuoi protagonisti ai loro atteggiamenti volutamente estremizzati.
La storia scorre bene dall’inizio alla fine e i tuoi dialoghi sono ben costruiti e “credibili” nel contesto da te creato.
L’unico appunto che ti posso fare è la poca incisività del tema “universo alternativo” nel tuo racconto, che lo affronta sicuramente in modo maturo ma forse eccessivamente figurativo.

Vaniglia - Vilma Cretti

Il tuo stile, evocativo ed elegante, è sempre immediatamente riconoscibile e apprezzabile, riesci a trascinare il lettore dentro la pagina con descrizioni azzeccate e dialoghi che scorrono in modo naturale e organico.
Il racconto mantiene un tono delicato e quasi sognante per buona parte della sua durata, quasi a voler attirare il lettore in una falsa sicurezza che verrà poi distrutta nella rivelazione finale.
Il tema è presente nella storia e affrontato in modo particolarmente maturo, forse in modo eccessivamente figurativo per i miei gusti personali.
In ogni caso si tratta di un’ottima prova, in particolar modo dal punto di vista stilistico.

Una dolce inquietudine - Alessandra Corrà

Il tuo è un bel racconto, molto scorrevole, sospeso tra i temi di riscatto del giovanotto bullizzato cari tanto agli anime quanto al filone young adult e un buon tocco di urban fantasy che porta l’elemento magico in un setting realistico e contemporaneo.

Mi è piaciuta parecchio l’idea di utilizzare il tema dell’universo alternativo per creare una specie di iperuranio dove il ragazzo entra in contatto con il daimon nell’accezione socratica del termine.
Quello che mi ha lasciato un po’ perplesso è come viva con serenità, senza sbilanciarsi, il fatto di avere appena eviscerato tre persone colpevoli di prese in giro decisamente eccessive.
Nulla di male in un po’ di buon vecchio eccesso di autodifesa splatter, però avrei preferito che il suo stato mentale riflettesse in modo più incisivo l’iperviolenza appena compiuta.
Non ho particolari appunti da fare riguardo allo stile, molto semplice e diretto.

C'erano un italiano, un tedesco e un francese - Francesco Nucera

Un buon racconto che usa una buona dose di (amara) ironia per fare un po’ di critica sociale a mio parere azzeccata.
Che il racconto voglia far leva su elementi di “italianità” quasi macchiettistici è sospettabile già dalla quinta riga, dove viene insinuato che il protagonista tenda a essere mammone come tutti i suoi connazionali.
Il tema è presente e funzionale alla storia, affrontato in maniera molto classica con un universo alternativo che si rivela essere una biforcazione della nostra linea temporale, un “what if” per usare un termine fumettistico.
Mi piace molto la risoluzione finale, con un Alberto negazionista a oltranza che rifiuta di vedere i problemi che affliggono e hanno afflitto la sua nazione, anche a costo di rinunciare alle meraviglie offerte dall’altro universo.
Un prova molto buona, complimenti!

L'origine del mondo - Enrico Nottoli

Devo dire che questa volta sei riuscito a cogliermi di sorpresa, il tono teso che compone tre quarti del racconto spinge il lettore a proseguire la lettura piuttosto che soffermarsi a pensare a un possibile colpo di scena che, quando arriva, colpisce duro e a sorpresa strappando un sorriso.
A rileggere la storia, poi, si notano tutti i particolari che non si erano notati la prima volta: Frank viene daL sud-est, immagino che le possibili zone d’origine siano solo IL sud-est e IL sud-ovest.
Il corridoio “piscioso” ha decisamente l’aggettivo più adatto per descriverlo.
Non ho particolari appunti da farti riguardo allo stile, immediato e scorrevole, che mi ha tenuto incollato sino all’ultima riga, discorso differente per il tema, preso un po’ di traverso secondo me!

La classifica
1 - Lo smaltimento - Veronica Cani
2 - Importante seguono allegati - Roberto Romanelli
3 - Viaggio al termine del tempo - Adriano Muzzi
4 - Ritorno - Lorenzo Cadoni
5 - "Chi vuol essere italiano" - Ambra Stancampiano
6 - Vaniglia - Vilma Cretti
7 - Una dolce inquietudine - Alessandra Corrà
8 - L'origine del mondo - Enrico Nottoli
9 - C'erano un italiano un tedesco e un francese - Francesco Nucera
10 - Il mio universo - Daniele Picciuti
11 - La casa degli spiriti - Angela Catalini

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AmbraStancampiano
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Messaggio#12 » giovedì 1 ottobre 2015, 19:08

Ciao a tutti,
le classifiche si fanno sempre più difficili, il tempo scorre sempre più in fretta ed io - Ahimè - lo sento pericolosamente ticchettare!
Quindi posto tutti i commenti e la classifica - sempre in ordine sparso - anche se molti racconti sono davvero a parimerito e non sono riuscita a decidermi davvero.

Vaniglia

il tuo racconto è scritto molto bene e secondo me centra in pieno il tema degli altri universi, che possono anche essere vicini o coesistere all’interno di una stessa persona. Cosa succede poi quando questi universi si mischiano? Nel tuo caso ne esce fuori una lacrima, accompagnata dal dolce profumo della vaniglia, e di una vita diversa.
Ti faccio davvero i miei complimenti.

La casa degli spiriti

Che poliziotto distratto, il tuo personaggio!
Il racconto è carino, ed in alcuni punti mi ha ricordato “una pura formalità” di Tornatore (un film davvero bello, che se non hai mai visto ti consiglio assolutamente); però non lo so, mi lascia insoddisfatta. E’ davvero possibile che il tuo protagonista non si accorga di tutte le stranezze della casa? Capisco che il suo più grande amore è il cibo ed è distratto al pensiero che si freddi, ma non essendo un racconto dal tono caricaturale il tutto suona un po’… esagerato.
Poi, spendi un sacco di dettagli per parlarci della scomparsa, partendo dal concorso di poesia, ma non ci racconti ciò che davvero ci interessa sapere: perchè gli alieni hanno scelto lei?
A parte questo, mi sono innamorata della signora Spizzichini.

Ritorno

sarò franca, non ci ho capito granchè.
Mi dici un sacco di cose, mi fai entrare nel flusso di pensieri di questa persona/alieno… ma non mi stai raccontando niente, se non che è un alieno sulla terra. Che sta tornando a casa.
Anche le immagini che mi dai della sua casa, sono poca cosa e a mio avviso non bastano a fare di questo testo un racconto.
Se si trattasse dell’incipit di un romanzo (anche un romanzo breve) la suonata sarebbe ben diversa.
Insomma, mi introduci nella testa di questo alieno e poi la cosa finisce lì. Senza darmi neanche un dettaglio di ciò che pensa della terra, di quanto tempo ci è stato… tutte cose che – trasformando questo racconto nel preambolo di qualcosa di molto þiù lungo – sarebbe davvero interessante leggere.

La convocazione

hai scritto davvero un bel racconto.
Secondo me la compressione non si nota, ed è bello che nel lettore nasca la curiosità di saperne sempre di più di questo universo, chi lo popola, come si comporta.
Bella anche la battuta finale, che esplica la vera natura di questo universo senza farti smettere di sognare.
Insomma, un’ottima prova

Il mio universo

per commentare il tuo racconto sono entrata un po’ in crisi, perchè nonostante io non abbia alcun appunto tecnico o stilistico da fare (fila tutto alla perfezione) non mi hai agganciato. L’idea dell’incontro è formidabile, anche se non capisco come Alice possa essere rimasta appiccicata ad una macchina del tempo se si trova in un altro universo, ma anche qui mi sembra di assistere all’inizio di qualcosa di più lungo, ed il finale non mi fa cambiare idea, anzi.
I personaggi sono credibili, e il dialogo è fatto bene, il tema è centrato in pieno.

Importante, seguono allegati

Spero di riuscire a scrivere un commento sensato, devo ancora riprendermi dagli allegati.
Ammetto la mia totale ignoranza nel campo di fisica, scienza e -Ahimè- fantascienza (si prospetta un’edizione complicatissima), quindi non ho le competenze per capire se questa cosa degli universi che collassano è sensata e quali sarebbero le conseguenze. Ciò che mi chiedo è, va bene la massima diversità possibile, ma se Hitler qui è morto come facciamo a non sapere che quello che arriverà sarà sempre un Hitler? Potrebbe anche essere un my little pony? Mi sento un po’ confusa.
Detto ciò, mi accodo a Daniele. Sei un genio.
La forma mail è perfetta, ed imiti la trollata delle spose rumene o dei soldi in regalo così bene da farmi pensare di esserne tu l’autore. E poi, gli allegati.
Vorrei leggere il seguito, sapere che ne è stato di Hitler, come sarà il mondo parallelo, come è fatto un collassatore di universi (che forma ha? dove si trova?) ecc. ecc.
Grandioso.

Viaggio al termine del tempo

sarò sincera: leggendo il tuo racconto mi sono persa più volte e sono dovuta tornare spesso indietro a rileggere.
Non sono una lettrice assidua di fantascienza, quindi il problema è in parte mio, ma sta di fatto che – appunto – è difficile che un non appassionato possa uscire entusiasta da questa narrazione, e sopravvivere soprattutto al suo inizio.
E’ bello l’incipit coi soli che muoiono, ma tutta quella serie di termini tecnici (anche se dai una bella immagine con la collana di perle trasparenti) subito dopo ha raffreddato ogni mio entusiasmo…
Riguardo al finale, sebbene non sia molto originale secondo me te lo sei gestito bene, anche se quando mi dici “il primo organismo senziente che incontrò era una persona … ” me la sgamo per forza.
Complessivamente non è male, ma dipende anche dal target di lettori che intendi raggiungere.

Lo smaltimento

il tuo è un bel racconto scritto molto bene, in cui tutti gli elementi sono perfettamente dosati ed equilibrati; nel momento in cui descrivi le due curve dei protagonisti il lettore si sgama qualcosa, ma la vera sorpresa alla fine è un’altra.
Un plauso per il finale ad effetto, con una battuta amara molto nelle mie corde 😉
Unico appunto, l’aderenza al tema. Il racconto si svolge in un altro universo? Perchè l’unico richiamo è il nome dell’operazione di smaltimento, che però invia i genii nello spazio, non in altri universi


Una dolce inquietudine

complessivamente hai scritto un bel racconto, molto interessante ed avvincente; devo dire che immaginavo già da quando i bulli hanno cominciato a inseguire il protagonista che sarebbe finita molto male… per loro.
L’idea del daimon è fantastica.
Solo tre perplessità:
– come si fa a spostare un masso mentre si cade da una bicicletta, in maniera tale che chi ti sta inseguendo non ti possa vedere? Mi sembra un movimento un po’ improbabile.
– Se il protagonista è riuscito ad entrare nell’altro universo, come fanno i bulli a seguirlo? Lo hanno visto spostare il masso?
– Perchè lui, sapendo che in quell’universo è dotato di una forza immensa, li supplica e poi li ammazza? nel senso, mi sembra più logico dare due poderosi ceffoni ed intimidire degli aggressori che non ti daranno fastidio mai più, piuttosto che ucciderli e rischiare di venire coinvolti in un’indagine per la loro scomparsa… ma dopo essersi fatto picchiare.
Detto questo, comunque il racconto mi è piaciuto molto e parte da un’idea che sarebbe bello sviluppare.

C'erano un italiano, un tedesco e un francese

hai scritto un racconto piacevole e non banale, ma me lo tronchi sul finale in maniera troppo brusca, senza spiegare troppo bene la motivazione; nel senso, si sta parlando di Onorevoli e corruzione, ma a meno che il povero Alberto non si ritrovi a leggere il nome di un suo familiare, chiudere così di netto la comunicazione col futuro/universo parallelo mi sembra un gesto eccessivo.
Cosa faranno gli altri scienziati vedendo buttar via anni e anni di lavoro? Si prepara un linciaggio?
Il nostro protagonista è in nettissima minoranza, perchè si presuppone che se gli scienziati hanno bisogno di un traduttore esterno, non ci sono italiani nel team. Il che (al di fuori del racconto, in cui questa situazione è funzionale) è un po’ ingiusto, visto che la nostra nazione conta un numero altissimo di cervelli in fuga che all’estero fanno ricerche eccellenti.
Alberto, come la stragrande maggioranza degli Italiani, non mi sembra così stupido 😉
Per il resto, non ho capito perchè il primo messaggio dall’altro universo è scritto tutto all’infinito.

L'origine del mondo

Hai scritto un racconto molto buono ed interessante, in cui dosi benissimo la tensione e riesci a sorprenderci sul finale.
L’ho voluto rileggere più volte, per controllare se avessi seminato degli indizi che avessero un senso utilizzando il finale come chiave di lettura, e devo farti tanto di cappello. Lo trovo perfetto.
Bella la citazione a Woody Allen, col semaforo lampeggiante.
L’unico appunto che mi sento di farti riguarda la decapitazione di Frank: arriva totalmente inattesa, ma viene liquidata in maniera un po’ ingiusta per il personaggio, con troppa semplicità. Forse un minimo di dramma in più, la descrizione di qualcosa che lo ingloba, un dettaglio di quiete subito prima della tragedia (come nei war movie, quando il soldato guarda in camera e sorride oppure vede, che ne so, un passerotto prima di saltare in aria per un missile) avrebbe giovato, creando nel lettore un’immagine totalmente in contrasto con ciò che succederà subito dopo.
Per il resto, complimenti


e la classifica

1) Importante seguono allegati
2) Vaniglia
3) La convocazione
4) Le origini del mondo
5) C'erano un italiano, un tedesco e un francese
6) Una dolce inquietudine
7) Lo smaltimento
8) La casa degli spiriti
9) Il mio universo
10) Viaggio al termine del tempo
11) Ritorno
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Adry666
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Messaggio#13 » venerdì 2 ottobre 2015, 18:33

Ciao a tutti,

di seguito la mia classifica (sempre più sofferta!!):

1. L’origine del mondo di Enrico Nottoli, ore 0.57, 2994 caratteri
2. La convocazione di Manuel Piredda, ore 23.04, 2973 caratteri
3. La casa degli spiriti di Angela Catalini, ore 21.28, 2879 caratteri
4. Ritorno di Lorenzo Cadoni, ore 22.50, 2965 caratteri
5. C’erano un italiano, un tedesco e un francese di Francesco Nucera, ore 0.44, 2898 caratteri
6. Il mio universo di Daniele Picciuti, ore 23.32, 2639 caratteri
7. Vaniglia di Vilma Cretti, ore 0.15, 2950 caratteri
8. Lo smaltimento di Veronica Cani, ore 0.02, 2972 caratteri
9. Una dolce inquietudine di Alessandra Corrà, ore 0.33, 2918 caratteri
10. Importante, seguono allegati di Roberto Romanelli, ore 23.44, 2829 caratteri
11. “Chi vuol essere italiano” di Ambra Stancampiano, ore 0.06, 2973 caratteri

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E tutti i giudizi:

La casa degli spiriti di Angela Catalini
Ciao Angela,
tema centrato con originalità su un tema ormai “abusato” della fantascienza.
I personaggi sono ben caratterizzati, anche se l’investigatore ricade un po’ troppo nello stereotipo classico del poliziotto svogliato.
Il finale è un po’ scollegato con il resto, io avrei chiuso prima facendo scoprire la cosa all’investigatore. O forse avrei chiuso più crudamente con sangue e pezzi della signora scomparsa sotto il buco nel soffitto.
A presto
Ciao
Adriano

Ritorno di Lorenzo Cadoni
Ciao Lorenzo,
tema centrato.
L’incipit suona strano per un “ormai” di troppo; io l’avrei scritto così: “…Da diverso tempo ormai avevo iniziato a convivere con l’odore dell’aria di quel luogo dove eravamo arrivati quasi un anno prima…”
Peccato per le imprecisioni che rendono la lettura poco scorrevole e rompono un po’ il ritmo.
L’ambientazione è d’effetto, l’idea buona. Complimenti
A presto
Ciao
Adriano

La convocazione di Manuel Piredda
Ciao Manuel,
ben ritrovato!
Tema centrato alla grande.
Incipit potente ed evocativo che subito ci trasporta nell’altro universo del nostro cervello.
La scena centrale mi ha ricordato alcune scene di un film su Shakespeare, dove c’era il globe theatre (non so nemmeno perché però mi sono apparse alcune immagini).
Molto bello il passaggio: “…Tallia carezzò il capo del suo nuovo protetto e lo spinse con un tocco leggero attraverso il varco, puntò lo sguardo verso gli abitanti del quartiere di Commedia, una marmaglia di uomini e donne chiassosi e sregolati uniti soltanto dall’amore nei suoi confronti…”
Bravo, complimenti!
A presto
Adriano

Il mio universo di Daniele Picciuti

Ciao Daniele,
tema centrato.
Scritto bene, buon ritmo.
Anche io avevo pensato che si trattasse di uno studio di uno psicanalista. E devo dire che mi piaceva di più l’idea di un Alice pazza che veniva esaminata da un freddo e razionale dottore. Il viaggiatore nel tempo che intercetta per errore Alice in qualche antro spazio temporale non mi convince e non mi appassiona, ormai la sf è colma di macchine del tempo e agenti temporali che scorrazzano su e giù spesso senza nessuna coerenza logica.
Comunque bravo, buona prova
A presto
Adriano

Importante, seguono allegati di Roberto Romanelli
Ciao Roberto,
il tema mi sembra centrato.
Il racconto è scritto bene, ma a me è suonato come qualcosa di già letto e sentito. Non ho trovato idee nuove e la “pappa” della vittoria dell’asse è già stata sviluppata da molti.
Anche l’idea degli allegati non mi ha convinto per vari motivi, due in particolare: il troppo “non sense” alla fine stona; e ho dubbi sulla correttezza di inserire link esterni, di fatto allungando il “brodo” generale.
In ultimo ho avuto anche difficoltà a capirne il senso, l’ho letto due volte ma sono rimasto perplesso lo stesso (un mio limite sicuramente).
Nel complesso buona prova, ma non nelle mie corde
A presto
Ciao
Adriano
Ps: A proposito, la veri storia alternativa si Hitler è questa, in allegato: https://www.youtube.com/watch?v=2Iq8BzmCLIE

Lo smaltimento di Veronica Cani

Ciao Veronica,
ben ritrovata. ))
Tema centrato, secondo me, l’altro universo è il vuoto cosmico visto da una piccola astronave, niente di più triste.
Il racconto è scritto bene, a parte qualche imperfezione già segnalata. Notevole il finale, anche se a metà mi appestavo qualcosa del genere, una sorta di esecuzione.
Unica riflessione / dubbio: se il marito fosse stato così intelligente, non poteva barare sbagliando alcune risposte al test del QI?
Complimenti
A presto
Ciao
Adriano

“Chi vuol essere italiano” di Ambra Stancampiano,
Ciao Ambra,
tema solo in parte centrato, secondo me, l’universo alternativo da te presentato mi sembra un po’ debole.
Il racconto è scritto bene e con buon ritmo, ma non mi è piaciuto molto, sicuramente un mio problema con il genere. Alcune parti sono troppo esasperate e nel finale mi pare ci sia un po’ troppo retorica spicciola.
Comunque complimenti per l’idea “alternativa”
A presto
Ciao
Adriano

Vaniglia di Vilma Cretti
Ciao Vilma,
ben ritrovata.
Il tema, centrato, è molto difficile da affrontare e tu l’ahi fatto in maniera forte ed evocativa. E’ tutto molto triste ma ho percepito chiaramente l’universo di bruttezza, di disperazione, di umiliazione, che pervade la protagonista quando si allontana dai propri filgi e vie la sua vita alternativa. Brava, complimenti per il coraggio!
Non ho nessun appunto da farti sulla forma e/o sullo stile
Ciao
Adriano

Una dolce inquietudine di Alessandra Corrà,

Ciao Alessandra,
bello e potente l’incipit, mi è venuto il fiatone nel leggerlo! ))
L’idea è notevole, non nuova, ma declinata in maniera originale.
Empaticamente parlando penso che le vittime di bullismo aspirino quasi tutte a un universo alternativo del genere dove possano avere dei superpoteri sufficienti ad annichilire i vari prepotenti del momento.
Unica nota, non mi è piaciuto molto: “…Pronto a piangere come un capretto..”
Complimenti & a presto
Ciao
Adriano

C’erano un italiano, un tedesco e un francese di Francesco Nucera,
Ciao Francesco,
bentrovato! Tema sicuramente centrato, forse il titolo un po’ meno )
Strano racconto il tuo, l’ho capito solo fino a un certo punto; secondo me oscilli troppo tra ironia e denuncia, e alla fine non ti riesci a decidere. I dialoghi sono un po’ surreali e non aiutano molto a capire il contesto.
Mi piacerebbe vederlo in forma più lunga e con una chiara presa di posizione da parte tua verso il lato ironico.
Comunque nel complesso non mi è dispiaciuto affatto, bravo!
A presto
Ciao
Adriano

L’origine del mondo di Enrico Nottoli,
Ciao Enrico,

ben ritrovato.
Dire che il tema è centrato, almeno da “uno” )) A parte gli scherzi, l’altro universo c’è, ed è microscopico, indubbiamente.
Come ti hanno già fatto notare ci sono alcuni “inganni” e alcune imprecisioni, ma il racconto è bello, scorre bene e sorprende nel finale, in una sorta di “sesto senso” di vita invece che di morte.
Complimenti, il tuo racconto mi ha fatto sorridere, e nel complesso mi è piaciuto molto!
A presto
Ciao
Adriano

enrico.nottoli
Messaggi: 82

Messaggio#14 » venerdì 2 ottobre 2015, 19:28

Ciao a tutti, ecco commenti e classifica. In bocca al lupo gente :)


Francesco Nucera
Ciao Francesco,
Bellissima la prima parte del racconto, specie nello stile adottato e nell’uso saggio dei dialoghi, mitigando bene la giusta dose di suspance e di rivelazione. Mi piace anche l’idea di fondo che avevi utilizzato, molto particolare ma che funzionava. Il problema per me è stato il finale, per me non si tratta di incongruenze con il titolo o di un’ironia forzata, semplicemente hai preferito una battuta a qualcosa che poteva dare una spinta in più a tutto il racconto. Leggendo le ultime righe non ho provato un’emozione, anzi mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca, proprio perché il testo via via mi aveva preso talmente tanto che un finale simile mi ha deluso.
Nel complesso la prova è buona, specie da un punto di vista di scrittura, ma quel finale proprio non mi è piaciuto.
Alla prossima :)

Lorenzo Cadoni
Ciao Lorenzo,
In questo caso più che un racconto abbiamo un pensiero di un personaggio. Quasi più una parte di un romanzo che un racconto fatto e finito. Comunque la storia e il tema ci sono. Il finale rovesciato in questa maniera non mi ha colpito particolarmente ha cambiato poco il mio stato emotivo nei confronti del protagonista. Che avesse studiato sulla terra e fosse alieno o terrestre in un altro pianeta, poco cambia, perché non hai dato molto peso alla cosa in tutto il racconto. Se ti posso dare un consiglio di lettura (ci sta tu l’abbia già letto) dai un’occhiata a un racconto breve di F. BROWN chiamato: “La sentinella”. Qui c’è un enorme stravolgimento emotivo e è in linea con la tua storia, se ti capita dagli un occhio.
Comunque spero di rileggerti a breve :)

Alessandra Corrà
ciao Alessandra,
Il tuo racconto ha una bella dose di avvenimenti, forse fin troppi e ti sei ritrovata a dover spiegare tutto sul finale senza farci arrivare il lettore da solo, cosa che non funziona gran che. Non so, ci sono tante cose che non mi convincono a fondo, tipo: tre ragazzetti catapultati in un universo parallelo pensano solo a picchiarne un altro? Non sarebbe più umano esplorare o cercare di tornare indietro? Poi che lui fosse un mostro non lo avevi minimamente fatto intendere è saltato fuori così. Inoltre ho trovato diversi refusi qua e là.
Bella l’idea e centrato il tema al 100% ma lo sviluppo non mi ha proprio convinto.
Spero di poterti rileggere, ciao :)

Vastatio
Ciao Vastatio,
l’idea del tuo racconto è buona, scrivere una mail è senza dubbio un metodo innovativo per raccontare qualcosa. Il problema è che non hai detto niente di nuovo, la storia di Hitler che vince in universi paralleli è trita e ritrita. Non ho trovato originalità. Hai semplicemente spiegato gli avvenimenti e nulla più. Carina l’idea degli allegati però.
A presto :)


Adriano Muzzi
Ciao Adriano,
La lettura scorre bene, hai usato uno stile lineare che è molto azzeccato per il genere del tuo racconto, sebbene a volte abbia dovuto rileggere alcune parti perché molto specifiche. La storia non mi ha coinvolto particolarmente, forse anche perché non amante del genere (però capisco la scelta visto il tema assegnato :) ).
Comunque lo trovo un lavoro molto preciso ma senza un guizzo che rendesse il testo più accattivante.
A rileggerci :)

Manuel Piredda
Ciao Manuel,
il racconto è scritto bene, però più che un racconto vero e proprio (con le sue strutture) sembra un incipit o uno spezzone di un romanzo o di un racconto molto più lungo. Butti in mezzo una miriade di personaggi e citazioni che in 3000 caratteri, per forza di cose, non hai potuto sviluppare a pieno.
Peccato per questa restrizione perché il tuo testo mi ha suscitato molte curiosità che purtroppo rimangono tali.
A presto :)

Angela Catalini
Ciao Angela,
Allora innanzi tutto ti faccio i complimenti per come hai saputo rendere le scene descritte. I particolari usati, come i funghi porcini il lunedì, sono i dettagli che danno un piglio diverso alle storie. Anche lo stile mi ha convinto. Non so se il tema è stato centrato a pieno visto che descrivi il nostro universo più che uno parallelo, ma detto questo ho comunque apprezzato molto il lavoro. Brava.
Alla prossima :)

Daniele Picciuti
Ciao Daniele,
Hai scritto un racconto decisamente originale, sviluppato bene e stilisticamente ottimo. Secondo me però sei stato eccessivo nell’uso delle citazioni, il nome Herbert poteva rimandare a molti personaggi, sebbene in questo caso sia Wells il più vicino senz’altro. Non so, in un racconto breve così la citazione ci sta, ma senza abusare.
Comunque un bel racconto!
Ciao :)

Ambra Stancampiano
Ciao Ambra,
il tema non lo sento fortissimo come in altri casi, ma io non guardo molto al tema centrato o meno a pieno, quanto più la sostanza e l’idea di quello che hai scritto. E la storia mi piace. Sei stata innovativa, critica ma senza mai scadere nell’esagerazione, rischiando di sopraelevarti o risultando spocchiosa per così dire. Sei stata molto creativa, brava.
A presto :)

Willy
Ciao Willy,
devo dirti che avevo un po’ intuito il finale e anche il tema non è proprio proprio preso a mio avviso … ma chi se ne frega! Ottimo testo, belle immagini, belle descrizioni, bello il pensiero di spegnere le stelle pisciandoci sopra. Un bel lavoro, ricco di sensazioni e profumi che, come si evince dal titolo, non sarebbero potute proprio mancare.
Alla prossima :)

Veronica Cani
Ciao Veronica,
Bellissimo racconto, davvero. Costruito e pensato bene dall’inizio fino alla fine, che viene fuori non a sorpresa ma quasi come una scalinata, dove gradino dopo gradino, viene fuori qualcosa in più su tutto. Mi piace anche la critica raffinata ai governi. E bella pure la storia. Insomma posso stare qui a continuare a farti commenti positivi o dirti semplicemente: complimenti, brava!
A rileggerci :)

1 Veronica Cani
2 Willy
3 Angela Catalini
4 Ambra Stancampiano
5 Daniele Picciuti
6 Adriano Muzzi
7 Francesco Nucera
8 Lorenzo Cadoni
9 Manuel Piredda
10 Vastatio
11 Alessandra Corrà

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alessandra.corra
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Messaggio#15 » venerdì 2 ottobre 2015, 21:42

Ciao a tutti, ecco la mia classifica con i relativi commenti:

1 - Lo smaltimento – Veronica Cani

Molto bello il tuo racconto. L’ho letto tutto d’un fiato fino all’amaro finale che può anche far sorridere in tutto il suo cinismo. Direi che seppur ambientato in un luogo fittizio ha connessioni con le società di tutti i tempi. Le persone intelligenti in ogni epoca sono sempre risultate scomode a chi deteneva il potere. E la tua rivisitazione di questo concetto è riuscita egregiamente. Buono anche lo stile che risulta molto scorrevole. Brava.

2 - Il mio universo, Daniele Picciuti

Il tuo testo, che ho interpretato come una sorta di fiaba gotica, mi è piaciuto molto. Lo stile è molto preciso e d’effetto; buona l’idea di far imbattere casualmente Alice, della famosa fiaba, e lo scettico scienziato. Azzeccata anche l’atmosfera, con tutta quella pioggia che fuori continua a scendere, perfetta come sfondo al dialogo tra i due protagonisti. L’unico appunto che mi viene in mente è che Alice, a differenza della tua protagonista, non faceva parte di un altro universo, finiva accidentalmente nel Paese delle Meraviglie, e se non ricordo male non vedeva l’ora di poter tornare indietro.

3 – La casa degli spiriti – Angela Catalini

Ho trovato il tuo racconto molto gradevole e ben scritto. Il finale aperto mi è piaciuto molto. Brava. Anche io penso sia bello lasciare al lettore un pò di autonomia nell’immaginazione della storia.
La signora Spizzichini e il Comandante Gracchi sono due macchiette, a tratti divertenti (anche se forse un tantino troppo stereotipate). Una pensa solo ai soldi che l’affittuaria le deve, e l’altro alla pasta che a casa l ‘aspetta. Nessun però sembra preoccuparsi davvero della Leda, che pur assente, è il personaggio fulcro della storia. (Personaggio, quello della Leda, che mi è piaciuto particolarmente).
Nel finale avrei omesso il cerchio sul soffitto (pioveva a dirotto e quel cerchio, che si presume avrebbe dovuto lasciar spazio a un astronave di passare, avrebbe dovuto inondare la casa non solo formare una pozza d’acqua); visto invece il personaggio singolare della Leda, anziché mostrare il messaggio sul pc, l’avrei lasciato scritto su un foglio di carta.

4- Vaniglia, Willy

Una vicenda amara, ma per contrasto narrata con tinte delicate. Hai uno stile buono, scorrevole e fluido. Su questo nulla da dire. Anche il fatto di prendere in esame una condizione di vita estrema e’ positiva. L’unica cosa che non mi convince molto e’ il fatto che la protagonista si rassegni a quella condizione. Dal discorso con la mamma sembra appartenere a una famiglia che non ha particolari disagi, a parte il marito che l’ha lasciata, ed e’ strano che non abbia trovato nel tempo soluzioni alternative. La storia e’ bella, ma inserirei il personaggio in un contesto piu’ emarginato, oppure farei in modo che la prostituzione fosse avvenuta in un breve periodo della sua vita e lei ne ricordasse l’umiliazione.

5 - Chi vuol essere italiano- Ambra Stancampiano

il tuo racconto mi ha divertita pur toccando temi aspri e poco felici della nostra società. Apprezzo molto la tua abilità nel dosare la giusta comicità criticando il mondo contemporaneo. E condivido, le trasmissioni televisive sono spazi cui spesso esce il peggio delle persone. Eppure pare che facciano sempre audience.
I dialoghi sono ben calibrati, mi sono solo persa un pò leggendo il discorso di Adele, questo passaggio l’ho trovato leggermente didascalico. Gradevole invece il finale in cui si passa dalla finzione della tv alla dura realtà quotidiana della protagonista.

6 - Importante – seguono allegati, Roberto Romanelli

Ho trovato divertente il tuo racconto. L’idea dei collassatori di mondi mi sembra decisamente carina, ma la storia non mi ha convinto del tutto. Sull’idea di far vincere Hitler, ok che è tutto fittizio, ma perché non scegliere un personaggio storico meno spietato? Altro appunto, seppur il tuo stile sia molto efficace ho fatto fatica a seguire il racconto fino alla fine. Avrei semplificato alcuni passaggi, per es, in modo da rendere la lettura più chiara. Ammetto che questo dipenda dalla mia ignoranza nelle materie scientifiche, ma un racconto dovrebbe cmq raggiungere ogni tipo di lettore.

7 - C'erano un italiano, un tedesco e un francese, Ceranu

Hai scritto anche tu un testo incentrato sulla critica sociale piacevole da leggere e che strappa un mezzo sorriso nel finale. I dialoghi sono buoni, scorrevoli, idem lo stile utilizzato. Anche il tema e’ centrato. L’unico appunto e’ che ho fatto fatica a seguire la storia fino alla fine, per spiegarmi meglio, ho dovuto rileggere alcuni passaggi poiche’ non sempre identificavo i personaggi. Forse e’ un problema mio. Resta pero’ una prova gradevole.

8 – Viaggio al termine del tempo, Adriano Muzzi

Premetto che anche io ho fatto fatica all’inizio a seguire il testo, ci sono troppi passaggi in cui vengono citati termini tecnici che mi hanno rallentato la lettura. L’idea alla base pero’ mi e’ piaciuta e il tema e’ stato ben centrato.
Che l’uomo primitivo abbia ricevuto delle influenze dagli extraterrestri e’ un’ipotesi quanto mai affascinante, spesso e’ stata usata nella fantascienza. Basta ricordare il bel film – 2001 Odissea nello spazio – di Kubric .

9 – La convocazione – Manuel Piredda

Molto bella l'idea di descrivere come altro universo un luogo della mente dove la creatività fa nascere i personaggi di storie passate o ancora incompiute. Come se i personaggi fossero in cerca di un autore che li prenda con sé. Mi torna in mente: sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello, anche se in quel caso la tragedia prendeva un'altra piega rispetto la tua narrazione. Alcune descrizioni le ho trovate raffinate. L'unico appunto che posso farti è che ho trovato la lettura poco scorrevole. Forse il problema è che si tratta di una storia troppo elaborata da gestire in così pochi caratteri.

10 - L'origine del mondo – Enrico Nottoli

Un pezzo originale il tuo. Sei riuscito a depistare il lettore fino alla fine quando arriva la sorpresa che sicuramente riesce a strappare un sorriso. E' una lettura piacevole, scritta in modo semplice, facile da seguire. Io però avrei preferito se avessi seminato qualche indizio in modo che uno potesse arrivare alla fine preparato. Non sono tanto per i finali a sorpresa, ma questa è un mio gusto personale.

11 - Ritorno – Lorenzo Cadoni

L’incipit del tuo racconto non mi e’ dispiaciuto. Mi piacciono i testi introspettivi. Quindi l’idea di dar voce a questo alieno che torna a casa e’ carina, e potrebbe essere un buon inizio per un testo piu’ lungo, ma essendo un racconto breve credo che narrare solo lo stato emotivo del protagonista renda la storia poco coinvolgente. Pero’ ribadisco, i presupposti ci sono e con maggiori caratteri potresti creare un testo molto piu’ avvincente.




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Messaggio#16 » lunedì 5 ottobre 2015, 16:59

Eccomi. Doverosa una riflessione iniziale. Ci sono tre parametri da rispettare: TEMA, CARATTERI e TEMPO. Se si sfora in uno dei tre è giusto essere penalizzati. Come dice Tonani, contest come Minuti Contati devono essere palestra per abituarvi ai committenti e se qualcuno vi paga per avere MELA non potete dargli PERA, anche se ben confezionata. Poi il discorso sul tema è complesso e qualcuno può vederlo anche dove non è evidente, l’importante è che poi lo si giustifichi. Personalmente mi faccio sempre la domanda: se non sapessi il tema a priori, riuscirei a desumerlo dalla lettura del racconto? E poi: il racconto è costruito effettivamente su quella tematica? In base alla risposta a entrambe le domande prendo una decisione MIA e poi mi ci attengo.
Ecco a voi la mia classifica, bravi a tutti.
 
1) Vaniglia, di Vilma Cretti
Ottimo. Il tema è affrontato lateralmente e bene. Tutto sembra equilibrato e al punto giusto. Per un attimo ho pensato che potesse essere un angelo della morte e la cosa era davvero intrigante soprattutto per capire come l’avresti risolata con la sua sfera privata, ma anche così hai dovuto affrontare il nodo e l’hai fatto bene. Finale perfetto. Pollice su senza ombra di dubbio.
2) Importante – Seguono allegati, di Roberto Romanelli
Non ho capito gli allegati, a meno che quanto precede non sia altro che il preludio alla richiesta di clik. Non ho compreso la loro utilità e il senso. Diverso sarebbe stato se avessi disseminati per la rete veri allegati (anche se mi avresti obbligato a introdurre una postilla al regolamento: vietato postare allegati a meno di non rimanere sotto il max di caratteri disponibili, cosa che qui posso escludere tu faccia in quanto gli allegati non sono narrativi e neppure scritti). Detto questo, il racconto vero e proprio si sviluppa dal tema stesso, lo esalta. L’idea stessa che siamo tutti in attesa della vittoria di Hitler, che ci ha fregati nonostante tutto attraverso il collassatore è decisamente buona. Pollice non su completamente a causa degli allegati.
3) “Chi vuol essere italiano?”, di Ambra Stancampiano
Con la questione tema, ti sei salvata in corner. Definendo “altro universo” la differenza tra nazioni hai dato un’indicazione netta che altrimenti sarebbe mancata facendo ricadere il tuo racconto in un semplice racconto di fantascienza in cui però mi sarebbe stato difficile ritrovare il tema dell’edizione. Critica sociale, anche aspra, rapportata al futuro, anche se totalmente attuale. Brillante, divertente. Pollice su per me, ma finisci dietro a Roberto perché nel suo racconto il tema è decisamente più presente e sviluppato. Ottima prova.
4) Una dolce inquietudine, di Alessandra Corrà
Tema senz’altro centrato, letteralmente. Il racconto si legge bene, senza fatica. Il finale è ampiamente prevedibile, ma non è un male, nulla stride. Meno bene invece il fatto che il tutto non sia innestato in un contesto meno casuale: il bambino trova casualmente questo universo parallelo, esce casualmente, incontra casualmente i suoi aguzzini, tutto procede troppo passivamente. Un pollice positivo, ma non del tutto per questo vuoto percepibile, il laboratorio ti aspetta e la storia merita un approfondimento!
5) La convocazione, di Manuel Piredda
Tema rispettato, l’altro universo è quello in cui vivono tutti i personaggi in cerca d’autore (non importa se già utilizzati o meno). Sarebbe stato carino prevedere delle prove, forse saltando tutta la presentazione avresti potuto narrarle. Scritto bene, forse un po’ pesante la lettura nella prima parte. Pollice tendente verso l’alto per me, in caso tu non riesca a passare alla fase finale presentalo nel laboratorio, ti aspetto lì.
6) Il mio universo, di Daniele Picciuti
Tema rispettato, interessante questo incontro tra “viaggiatori”. La scena si dipinge in modo chiaro nella mente del lettore, i dialoghi sono contrastati il giusto e non battono mai a vuoto. Mi manca un po’ il punto di arrivo, sul finale avresti potuto lavorare di più e il racconto sembra mancare di qualcosa oltre la bella confezione in cui lo presenti. Un pollice timidamente orientato verso l’alto.
7) La casa degli spiriti, di Angela Catalini
Qui il tema è infilato a forza nel finale, non si può dire che giustifichi il racconto, ma in ogni caso c’è e tanto basta per evitare il fuori tema. La lettura procede spedita, hai un buon controllo, ma non è una novità. I personaggi sono vivi, il tutto è decisamente godibile, ma mi manca un quid, un qualcosa che avvinghi maggiormente alla storia narrata. Forse il finale è troppo repentino e le sviste del protagonista così lampanti che avrebbero dovute essere trattate con maggiore comicità. Il racconto potrebbe trovare la sua ragione d’essere nell’esplorazione distratta della casa, nel senso che probabilmente avrebbe dovuto occuparlo per tutta la sua durata aumentando anche gli spazi comici: lui tanto preso da altri pensieri da non riuscire a notare macro indizi e che in tal modo giustifica la voglia di fuga di una donna che non s’è mai sentita parte della comunità. Pollice ni, ma l’invito è a rivederlo in quest’ottica perché credo ne potrebbe venire fuori un gran bel racconto per la vetrina.
8) Viaggio al termine del tempo, di Adriano Muzzi
Il tema è ben presente e caratterizza il racconto, la lettura procede bene, ma questa volta non posso concordare con quanto raccontato. Mi spiace, Adriano, può essere un mio limite, ma non riesco più ad apprezzare racconti basati su un Dio che arriva e catechizza, sia che si tratti di Dio bambino, che di Essere senziente superiore o quant’altro, ne ho letti davvero tanti e per farmi rivalutare la posizione a riguardo dev’essere una sorta di capolavoro con qualche elemento mai visto prima. Per quanto detto, non posso giudicarti con un pollice giù perché sarebbe ingiusto, ma non posso andare oltre a un pollice ni. Se vuoi riprovarci con il laboratorio, magari cercando qualche via totalmente nuova, sarò ben lieto di venirti a lasciare un secondo commento.
9) L’origine del mondo, di Enrico Nottoli
Molto diverso dai tuoi lavori soliti. Il tema c’è ed è fondante il racconto stesso, cosa che è senz’altro catalogabile come pregio. Non riesco però ad apprezzare appieno la storia che hai deciso di raccontare, ne ho lette già diverse su questa falsa riga e non riesco proprio ad accettare termini quali facce, tizio… Vero, hai seminato bene e anche a una rilettura alcune scelte sono decisamente godibili, ma quando si tira in mezzo l’umanizzazione no, non posso dare un giudizio positivo. Mi spiace, pollice giù a questo giro. Ma c’è il laboratorio e c’è Spartaco, che di sicuro la pensa diversamente da me, facci un pensiero!
10) C’erano un italiano, un tedesco e un francese, di Francesco Nucera
Ogni tanto ti lasci un po’ andare a vengono fuori racconti non rifiniti come al tuo solito, come in questo caso. Troppa roba e sei costretto a condensare in un qualcosa che presenta diverse falle. Partiamo dal titolo, già fuorviante di suo, introduce a una barzelletta e pertanto indirizza il lettore verso quello stato d’animo. 2068 e non hanno smartphone con traduttore automatico o qualcosa di simile? Devono per forza recuperare l’ultimo italiano rimasto (non lo è, ma quasi lo sembra)? E poi, da dove arriva quella macchina? Possibile che un’operazione internazione di tal fatta possa essere semplicemente “spenta” con un clik? Per cosa poi? Perché questo italiano di questa realtà alternativa s’è sentito offeso da qualcuno che al suo pari sostiene essere italiano figlio di una nazione di corrotti mentre invece lui è abituato alla rettitudine per antonomasia? Non regge, soprattutto se non ci dai elementi per farla reggere, tipo qualche info in più sul contesto generale. Altra cosa… Se decidi di utilizzare tante nazionalità differenti, caratterizzale, parlano tutti troppo uguale l’uno all’altro. Pollice giù a questo giro per me, mi spiace…
11) Ritorno, di Lorenzo Cadoni
Benvenuto a Minuti Contati! Dunque, nel tuo racconto il tema è presente, ma si basa troppo su una sorpresa finale che sorpresa non è, considerato che il trucco è facilmente individuabile. La narrazione, inoltre, procede un po’ piatta e l’utilizzo di troppi termini tecnici non contestualizzati tende a staccare ancora di più il lettore a livello emotivo. Pollice giù per me a questo giro. Ti attendo il mese prossimo e se nel frattempo vuoi provare a rivedere il testo sulla base dei commenti ricevuti il laboratorio ti aspetta!
12) Lo smaltimento, di Veronica Cani
Purtroppo mi è davvero difficile commentare questo racconto. Ho riscontrato evidenti similitudini con l’episodio “La prova” di “Ai confini della realtà” e di conseguenza devo posizionarti in fondo alla mia classifica. Sia chiaro il fatto che il mio non è un giudizio sulla tua correttezza e che se nessun altro dei tuoi compagni di gruppo ha rilevato la cosa allora vuol dire che quell’episodio non è così conosciuto quanto invece avrei pensato. Detto questo, una riflessione sull’utilizzo del tema te la becchi comunque: non lo si ritrova, a parte il nome del programma di smaltimento. A tutti gli effetti, come in tanti altri casi in questa edizione, il tuo racconto può essere considerato appartenente al genere della fantascienza, ma non sviluppa quel particolare tema. Pollice giù per me. (Resta il fatto che è scritto molto bene).


lorenzo_cadoni
Messaggi: 12

Messaggio#17 » lunedì 5 ottobre 2015, 20:07

Buonasera a tutti!
Chiedo scusa se non ho risposto a tutti i commenti singolarmente, ma queste settimane sono state davvero ricche e impegnative per la sfera personale e lavorativa.
Per prima cosa desidero ringraziare tutti voi che avete commentato e mi avete dato ottimi consigli.
Sono uno scrittore di romanzi e sono abituato a scrivere tanto.
È la mia prima volta sul "corto" e, onestamente, non avevo ferventi idee sul tema. Grazie davvero e al prossimo tema👍👍👍
Buona scrittura

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