Ade

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il primo giugno sveleremo il tema deciso da Wladimiro Borchi. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Il BOSS assegnerà la vittoria.
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Ade

Messaggio#1 » giovedì 10 giugno 2021, 10:16

Ade di Morena Bergamaschi

La canzone pop sfuma in una dolce melodia da ballo di coppia. Mi avvicino al tavolo, prendo il bicchiere dell'acqua e lo scolo in un colpo solo. Tra il caldo e il vino, mi gira la testa. Non so perché debbano fare i matrimoni in pieno agosto.
Luca mi sfiora la schiena. «Perla, tutto bene?» I suoi occhi color nocciola mi fissano e riflettono le luci colorate degli addobbi.
«No. Si. Non lo so.» Prendo il tovagliolo e mi asciugo il viso. Mi sforzo di sorridere, ma mi devo appoggiare allo schienale della sedia per non cadere.
Mi afferra per il fianco e mi sorregge. «Dai, siediti un attimo e riprendi fiato.» Riempie il calice con lo spumante e me lo avvicina. «Bevi qualcosa.»
«Vorrei dell'acqua, Luca.» Sposto con la mano il bicchiere e lo allontano da me.
«Bevi e basta.» La sua voce suona più dura. «Poi facciamo due passi, al fresco.»
Sorseggio lo spumante, è fresco in gola, ma mi annebbia il pensiero. Per fortuna che Luca è accanto a me o sarei caduta a terra, davanti a tutti gli invitati. Che figura che avrei fatto.
«Vieni, spostiamoci all'ombra.» La mano calda di Luca mi sfiora la schiena e un brivido mi percorre.
«Lo sai che ti amo?»
«Perla sei proprio ubriaca!» Una risata cristallina esce dalle sue belle labbra.
«Dai scemo, non prendermi in giro.» Mi aggrappo al suo braccio e mi lascio condurre verso il boschetto.
I rami degli alberi sono fitti e la luce del sole filtra appena, tra le foglie danzanti nel vento. L'aria è più fresca e raccoglie l'odore di muschio e fiori selvatici.
«Qui si sta molto meglio. Grazie, Luca.» Mi appoggio con la schiena a un grosso tronco. Il vento agita il vestito azzurro mare, la gonna si alza e mi scopre le cosce. Potevano farlo un po' più lungo questo vestito da damigella. Con entrambe le mani blocco la stoffa, prima che si sollevi troppo.
Luca mi sta fissando. Sembra ipnotizzato. Sposta il peso da una gamba all'altra. Si avvicina, appoggia i palmi sul tronco, accanto alle mie spalle, e sfiora il mio naso col suo.
Il suo profumo di agrumi mi inebria, arrossisco e distolgo lo sguardo.
«Luca, cosa stai—»
Le sue labbra sono incollate alle mie e il peso del suo corpo mi schiaccia. La lingua calda mi sfiora la bocca, che si schiude appena. Sono due anni che aspetto questo momento e sta succedendo davvero. Le lingue si fondono, si cercano e si rincorrono tra le nostre bocche. Lo abbraccio e sfioro i suoi capelli morbidi.
I suoi baci diventano più veloci, affamati e insaziabili. La sua mano accarezza il seno, lo stringe e , con un gesto rapido, scivola dentro al vestito. Luca cosa stai facendo?
Lo spingo dalle spalle, allontano il mio viso dal suo, ma non riesco a staccarmi da lui. «Luca, ti prego...»
«Perla tu mi vuoi.» Sposta appena il viso per guardarmi negli occhi. «Non fare la preziosa.»
Affonda il suo viso nel collo, mi bacia con avidità e la sua mano continua a toccare il mio seno.
«No, lasciami!» Spingo, con le braccia e con le gambe, ma mi tiene inchiodata al tronco.
Sposta la mano lungo la coscia, solleva il vestito e infila la mano tra le gambe.
No Luca, perché fai così? Serrò le cosce più che posso e sento le sue dita cercare di farsi largo. Riesco a liberare un braccio dalla sua morsa e lo colpisco in pieno volto, con tutta la potenza che ho. Si allontana di un paio di passi, ha il fiatone e un segno rosso gli si dipinge sulla guancia.
«Tu sei mia!» Si slaccia la cintura dei pantaloni e abbassa la zip. «Sentirai quanto ti voglio.»
Fa un passo in avanti, alza il braccio e mi colpisce a mano aperta sul viso. Cado a terra e il sapore del sangue mi invade la bocca. Un bruciore intenso risale lungo la spalla e un liquido caldo scende verso la mano. Un calcio, in pieno stomaco, mi mozza in fiato, mi rannicchio sul lato e comincio a piangere.
Le sue mani mi afferrano, mi girano e mi sollevano il vestito. Con una mano mi stringe la gola e con l'altra mi apre le gambe. «Collabora, amore mio e godrai anche tu.» Con un colpo secco mi penetra.

***
Un brivido mi percuote e mi sveglio. Alcune foglie sono appiccicate alla mia pelle, le mani sono sporche di terra e il vestito è umido. Una fioca luce illumina gli alberi e i cespugli accanto a me. Non può essere successo davvero. Mi appoggio sul gomito per alzarmi, ma il braccio cede e una nuova fitta di dolore mi pervade. Una ferita si apre dalla spalla al gomito. Strappo una striscia di tessuto dal vestito, gratto via un po' di sangue rappreso e terriccio e mi bendo la ferita.
Un fruscio nel cespuglio di fronte a me e il rumore di un ramo spezzato attirano la mia attenzione. Cosa deve succedermi ancora? Due occhi di brace si accendono nella penombra del bosco e un respiro pesante fa vibrare le foglie.
Mi appoggio al tronco, mi sollevo senza staccare gli occhi dal cespuglio. Resta calma Perla. Respira. Muovo qualche passo all'indietro, lenta. La figura si muove verso di me ed esce dal cespuglio. Sembra un cane, ma è grosso come un orso. Il pelo nero ricopre il corpo muscoloso, i denti bianchi spiccano tra le fauci socchiuse e le possenti zampe si appoggiano al terreno senza emettere alcun suono.
Porto una mano alla bocca e soffoco un urlo. Una lacrima scorre sulla guancia e cade a terra.
Stai tranquilla, ragazza.
«Chi ha parlato?» A destra e a sinistra ci sono solo alberi. «Se, se questo è uno scherzo...»
Nessuno scherzo. Sono qui davanti a te.
Fisso quegli occhi rossi. Non può essere quella cosa a parlare. Filtra più luce tra le fronde e il terreno è più pianeggiante. Ora o mai più. Mi volto, comincio a correre, mi tengo stretto il braccio fasciato e non mi guardo indietro. Non voglio sapere se mi sta seguendo.
Gli alberi si fanno più fitti, i rami mi rallentano e mi graffiano la pelle. Il piede si incastra in una radice sporgente e cado faccia a terra. Con un po' di sforzo riesco a girarmi sulla schiena, ho il respiro affannato e un gran dolore.
Ti sei fatta male?
Oddio ancora quella cosa.
Non sono una cosa. Mi chiamo Ade.
«Ti prego non mi uccidere...» Le lacrime scendono copiose sulle guance. La luce si attenua e un odore di carne putrida mi investe. A fatica apro gli occhi e la cosa è sopra di me, con la bava che cola da un lato della bocca. Mi osserva, mi annusa, si sposta e si accuccia accanto a me. Il pelo ispido mi solletica. Forse sto sognando. Un cane che parla non esiste e ora mi sveglio da questo incubo.
Non è un sogno. Quello che ti è successo è accaduto davvero.
Mi giro sul fianco e osservo questo strano animale vicino a me. Il suo aspetto è spaventoso, ma sembra gentile. La mia caviglia è gonfia, mi appoggio sulla mano sana e mi tiro su. Non posso camminare così, mi serve un bastone.
Vieni ti porto io. Sali su di me.
Sfrega il suo naso alla mia mano, è umido e morbido. Faccio passare la gamba malconcia oltre la sua schiena, attenta a non toccare nulla e afferro il pelo tra le spalle. Con un colpo deciso si issa sulle quattro zampe e si avvia nel bosco.
Ti terrò al sicuro.
Il dondolio dell'andatura e il suo respiro tranquillo, mi conciliano il sonno. Chiudo gli occhi e mi perdo nell'oblio.

***
Mi sveglio. Una cosa ruvida e bagnata sta passando sul braccio e una fitta di dolore mi riporta alla realtà. Il cane sta leccandomi la ferita. Forse pensa di aiutarmi.
Mi chiamo Ade, non cane o cosa.
«Ehm, scusa. Ade.» Permaloso anche.
Sbuffa appena.
Il terreno è asciutto e compatto, l'aria è fresca. Sposto appena il peso e la mia pelle sfiora la pietra fredda della grotta.
«Ade, dove siamo?»
Siamo al sicuro. Tranquilla.
«Devo tornare dalla mia famiglia. Saranno preoccupati.»
Vado a prenderti qualcosa da mangiare. Qui fuori c'è dell'acqua. Bevi.
Si alza, si volta e se ne va. Mi trascino fuori dalla grotta e il sole alto mi riscalda il viso. Dalla pietra sgorga un piccolo fiotto di acqua cristallina. Metto le mani a coppa, lascio che l'acqua le riempia e bevo una lunga sorsata. Qui non si sta così male.

***
«Che ne dici, Ade, andiamo a prendere cibo e legna?» Lo accarezzo tra le orecchie e gli sorrido. Ormai siamo inseparabili. Queste settimane con lui sono state, forse, la cosa migliore della mia vita.
Andiamo Perla. Fra poco sarà buio.
Prendo cestino e bastone, mi avvio dentro il bosco con Ade al mio fianco. «Più avanti ci sono delle bacche. Tu cerca pure qualche coniglio per la cena.» E pensare che il coniglio neanche mi piaceva. Sorrido e mi allontano.
Mi abbasso a raccogliere alcune more, ne infilo qualcuna nel cestino e alcune in bocca. Il sapore acidulo si sprigiona appena le addento e un retrogusto dolciastro mi resta sulle labbra. Due passerotti si alzano, rapidi, in volo poco più in là. Alcuni uomini sbucano dalla boscaglia di fronte a me, mi acquatto dietro il cespuglio e trattengo il respiro. Una mano si appoggia sulla mia spalla e mi fa girare. Luca.
Apro la bocca, ma non riesco ad emettere nessun suono.
«Ragazzi, guardate che bella preda ho qui.» Mi afferra per un braccio e mi strattona oltre il cespuglio. «È la mia bellissima Perla.»
«Lasciami Luca!» La sua presa è forte e non riesco a divincolarmi. Ade non ti avvicinare, sono uomini pericolosi.
Con una mano mi accarezza la guancia. «Amore mio, ci siamo divertiti insieme.» Il suo sguardo si sofferma sul vestito strappato e un sorriso gli si dipinge sul volto. «Dovremmo togliere questo straccio e far vedere, a tutti, quanto sei bella.»
«Smettila.» La mia voce trema appena, ma faccio un respiro profondo.
Perla resta calma. Ci penso io a loro.
Un ringhio basso e profondo proviene dalla boscaglia dietro agli uomini. Ade compare tra gli alberi, gli occhi di brace sono infiammati di rabbia e i denti azzannano l'aria. Stai attento.
Gli uomini indietreggiano e Luca si ripara dietro al mio corpo. Vigliacco. «Prendete dei bastoni e attaccatelo!» Gli uomini si girano verso di lui, lo sguardo stupito e le bocche spalancate.
«Ma come possiamo...»
«Forza, è solo un grosso cane.»
Qualcuno afferra dei rami a terra, un altro sfodera un coltello dalla tasca dei pantaloni e altri raccolgono qualche pietra. Ade restane fuori o ti faranno a pezzi.
Perla devo proteggerti. A qualunque costo.
Gli uomini avanzano verso Ade e lo accerchiano. Non fargli del male. Sono solo stupidi. Luca mi gira verso di sé, mi spinge indietro e, con la schiena, urto un grosso tronco. Con un rapido gesto, strappa il vestito e lo lascia cadere accanto a me. «Ora ci divertiamo.»
Non può succedere di nuovo. Il sole è sceso dietro agli alberi e la penombra avanza nel boschetto. Luca si slaccia cintura e pantaloni, se li cala insieme alle mutande, mi prende una mano e mi fa stringere il suo membro turgido. «L'altra volta ho fatto tutto io, ma se vuoi puoi partecipare attivamente.»
Ade ringhia più forte, fa schioccare le fauci verso gli uomini che gli si avvicinano minacciosi. Perla non voglio che ti faccia del male.
Non lo voglio neanch'io, ma ti ucciderebbero se reagissi. Non posso perderti.
Ti perderò, se ti sfiora ancora una volta. Morirei per te.
Luca mi bacia un capezzolo, lo succhia e mi infila la lingua in bocca. La mia mano stringe ancora il suo pene. Le sue dita scendono in mezzo alle cosce, sfiorano la mia pelle ed entrano, con prepotenza.
«Ti piace, vero Perla?» Mi spinge a terra, in ginocchio, mi afferra i capelli e mi tira indietro la testa. La mia mano scivola a terra e sfiora qualcosa di freddo e solido. Luca mi stringe il mento, la mia bocca si apre e mi infila il suo membro, fino in gola.
Perla, no! Un ringhio, e lo schianto dei denti sul legno, mi scuote dal torpore.
Stringo la mano sul sasso che ho sfiorato prima, faccio scivolare la testa all'indietro e gli colpisco il pene. L'urlo straziante di Luca mi conferma che l'ho centrato. Non mi avrai mai, pezzo di merda!
Ade si avventa sull'uomo davanti a lui, gli afferra un braccio e lo strattona. Le urla invadono il boschetto, gli uomini scappano in ogni direzione, lasciando indietro i feriti. Mi alzo, la pietra ancora stretta nella mia mano. Luca è in ginocchio davanti a me, le mani premute tra le cosce, singhiozza e impreca a bassa voce.
«Scusa, ma non capisco cosa stai dicendo?»
«Puttana. Sei una lurida puttana!» Mi sputa addosso.
Ade mi affianca, il suo ringhio è basso e i suoi occhi ardono ancora di più.
«Sai, Luca, io sarò una puttana, ma tu non meriti di vivere un minuto di più.» La mia voce è tranquilla, quasi come se non fossi io a parlare.
«No, Perla, amore, giuro che non lo farò più.» Mi afferra una mano e la bacia.
«Lo hai già fatto.» Scosto la mano.
«Lo faremo solo quando tu vorrai.»
«Noi non faremo un bel niente insieme!»
«Ma, tesoro, noi ci apparte—»
Lo colpisco, in testa, con il sasso. Un tonfo sordo e il rumore di qualcosa che cede seguono l'impatto. Si accascia a terra, immobile.
Le lacrime cominciano a scendere intense, apro la mano e lascio scivolare a terra la pietra. I singhiozzi mi bloccano il respiro e cado a terra, in ginocchio. Ade si avvicina a me, mi appoggia il muso sulla spalla. Lo abbraccio e lo stringo forte.
Perla.
Ora è calmo. Il respiro è lento e il calore della sua pelliccia mi riscalda in profondità.
Perla, stai bene?
Ora sì. Anche se non riesco a smettere di piangere. Resterai con me, Ade?
Non vorrei essere in nessun altro posto.
Mi sdraio sul terreno umido e Ade si posiziona accanto a me. Le stelle fanno capolino tra le foglie e una leggera brezza mi accarezza la pelle.
«Sai, Ade, ora so cosa voglio fare della mia vita.» Fisso le braci dei suoi occhi.
Appoggia il naso bagnato contro la mia spalla e mi dà un colpetto. Dillo ad alta voce, Perla.
«Voglio essere forte.» Gli prendo il muso tra le mani e lo avvicino al mio. «Voglio sentirmi viva, come lo sono adesso.»
I suoi occhi si chiudono. Sembra che stia pensando.
«Voglio che nessuna donna debba provare quello che ho provato io. Voglio salvarle.»
Riapre gli occhi. Sono stato mandato qui, per questo. Per te.
Mi rannicchio contro di lui. Pelle contro pelo. I respiri si sincronizzano e sprofondiamo in un sonno senza incubi.
La mia oasi di pace è un cane di tenebra.



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Re: Ade

Messaggio#2 » giovedì 10 giugno 2021, 10:17

Ciao a tutti. Ambisco a entrambi i bonus.
Buona lettura

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MatteoMantoani
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Re: Ade

Messaggio#3 » giovedì 17 giugno 2021, 10:34

Prime Impressioni: Ciao Morena, piacere di leggerti. Ho letto il tuo racconto senza problemi, tuttavia, non mi ha convinto molto. Tutto spiegato tra poco. Visto che non ti ho mai commentata prima (mi pare), premetto che tutto quello che segue è frutto di una mia personale visione che non rispecchia necessariamente il parere di qualcuno più esperto di me, e che se a volte posso sembrare brusco, la cosa non è affatto voluta. Vedi tutti i miei suggerimenti come i pareri di un amico che vuole che tu raggiunga il sogno di diventare scrittrice, e non le frecciatine di qualcuno che gode per i tuoi errori..

Aderenza al Tema: Ehm. Mi sforzo, ma non capisco dove dovrei trovare "Soli nel Buio". Forse Perla e Ade da soli nel bosco, con allegoria al bosco come buio dell'anima? I bonus mi sembrano invece rispettati.

Punti di Miglioramento: Arrivo al dunque. Trovo un pochino sconclusionata la vicenda. La tipa ha una cotta (da due anni) per il tizio, invitati a un matrimonio bevono un po' e finalmente lui ci prova. Lei è in brodo di giuggiole, perché finalmente l'uomo per cui ha una cotta si accorge della sua esistenza... lui allunga un po' troppo la mano, lei si ritrae, lui insiste e... la stupra? A due passi dalla festa dell matrimonio? Nessuno se ne accorge? Nessuno va a cercare Perla che giace svenuta nel bosco? Poi arriva questo cane (che parla nel pensiero, come il drago di Eragon, ma vabbè) e la salva.. dice di essere mandato per lei (da chi?), per salvarla.. ma rimangono a fare i Tarzan nel bosco. Perché? Perla non vuole tornare a casa dalla sua famiglia? Scappa dal suo trauma? Se è così non si capisce bene, forse avresti potuto calcare la mano un po' di più.. Alla fine il cattivone torna, e viene giustamente punito (non dal cane, che risulta un po' inutile visto che fa tutto lei) e.. la storia si conclude con lei che esprime l'intenzione di liberare il mondo dagli uomini cattivi, come una wonder woman armata di cane infernale. Perdonami, certamente sono gusti personali, ma la vicenda non mi pare granché coerente. Punti tanto sulla vendetta di Perla, ma esplori poco le sue emozioni, e il cattivone è l'uomo violento più cliché che esista.. e anche tardivo, visto che ha almeno due anni per mettere le mani addosso a Perla, ma lo fa solo nel bel mezzo di un matrimonio affollato..
Non prendertela, davvero.. non sono nessuno per salire in cattedra e dirti che la tua storia non è buona, sono solo mie impressioni.

Punti di Forza: Al netto della trama in sé, il racconto è scorrevole. Hai una propensione per l'uso del mostrato (se non sbaglio sei corsista di Gambarini). Magari, se posso darti un consiglio, cerca di dosare bene quali azioni vuoi mostrare, per delineare il personaggio e l'ambientazione senza ridondanza (difficilissimo, io stesso non ci riesco). Un esempio:
I suoi occhi color nocciola mi fissano e riflettono le luci colorate degli addobbi.
Sicura che dai riflessi sugli occhi si possano addirittura distinguere i colori? La frase, messa così, fa solo vedere, con la tecnica del mostrato, che ci sono degli addobbi colorati. L'hai fatto per il lettore, chiaro, il pdv però, non ha i superpoteri.

Sorseggio lo spumante, è fresco in gola, ma mi annebbia il pensiero. Per fortuna che Luca è accanto a me o sarei caduta a terra, davanti a tutti gli invitati. Che figura che avrei fatto.
Il suo pensiero è annebbiato, poi procede con pensieri tutt'altro che confusi. Anche rendersi conto di avere la mente annebbiata è forse troppo "da lucidi".. difficile rendere la confusione mentale con la tecnica del mostrato, se vuoi proprio farlo occorre che anche il linguaggio e le percezioni inizino a stonare, col risultato che anche il lettore sia confuso e smarrito come il pdv..

Un fruscio nel cespuglio di fronte a me e il rumore di un ramo spezzato attirano la mia attenzione
Come sto gridando ai quattro venti da un bel po', non sono contrario all'uso del "raccontato", purché sia funzionale alla scena e alla trama, e dia un po' di colore dove occorra. Qui, però, esageri. Dire esplicitamente che "qualcosa attira l'attenzione" è un po' superfluo, e si può piuttosto rendere attraverso le reazioni del pdv all'accadimento improvviso..

Conclusioni: Certamente gusto personale, ma non mi sono molto affezionato al tuo racconto. Avrei preferito qualche dettaglio in più sulla natura del cane, chi ce lo manda e che poteri ha a parte essere telepatico. Mi sarebbe piaciuto sentire un po' di più il tormento interiore di Perla, che si vede abusata dall'uomo per cui ha tenuto segreta una cotta per ben due anni.. La storia mi pare un po' acerba, anche se, lato stile, noto un certo lavoro e un certo impegno, che mi fa sempre piacere trovare.

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Re: Ade

Messaggio#4 » giovedì 17 giugno 2021, 20:22

MatteoMantoani ha scritto:Prime Impressioni: Ciao Morena, piacere di leggerti. Ho letto il tuo racconto senza problemi, tuttavia, non mi ha convinto molto. Tutto spiegato tra poco. Visto che non ti ho mai commentata prima (mi pare), premetto che tutto quello che segue è frutto di una mia personale visione che non rispecchia necessariamente il parere di qualcuno più esperto di me, e che se a volte posso sembrare brusco, la cosa non è affatto voluta. Vedi tutti i miei suggerimenti come i pareri di un amico che vuole che tu raggiunga il sogno di diventare scrittrice, e non le frecciatine di qualcuno che gode per i tuoi errori..

Aderenza al Tema: Ehm. Mi sforzo, ma non capisco dove dovrei trovare "Soli nel Buio". Forse Perla e Ade da soli nel bosco, con allegoria al bosco come buio dell'anima? I bonus mi sembrano invece rispettati.

Punti di Miglioramento: Arrivo al dunque. Trovo un pochino sconclusionata la vicenda. La tipa ha una cotta (da due anni) per il tizio, invitati a un matrimonio bevono un po' e finalmente lui ci prova. Lei è in brodo di giuggiole, perché finalmente l'uomo per cui ha una cotta si accorge della sua esistenza... lui allunga un po' troppo la mano, lei si ritrae, lui insiste e... la stupra? A due passi dalla festa dell matrimonio? Nessuno se ne accorge? Nessuno va a cercare Perla che giace svenuta nel bosco? Poi arriva questo cane (che parla nel pensiero, come il drago di Eragon, ma vabbè) e la salva.. dice di essere mandato per lei (da chi?), per salvarla.. ma rimangono a fare i Tarzan nel bosco. Perché? Perla non vuole tornare a casa dalla sua famiglia? Scappa dal suo trauma? Se è così non si capisce bene, forse avresti potuto calcare la mano un po' di più.. Alla fine il cattivone torna, e viene giustamente punito (non dal cane, che risulta un po' inutile visto che fa tutto lei) e.. la storia si conclude con lei che esprime l'intenzione di liberare il mondo dagli uomini cattivi, come una wonder woman armata di cane infernale. Perdonami, certamente sono gusti personali, ma la vicenda non mi pare granché coerente. Punti tanto sulla vendetta di Perla, ma esplori poco le sue emozioni, e il cattivone è l'uomo violento più cliché che esista.. e anche tardivo, visto che ha almeno due anni per mettere le mani addosso a Perla, ma lo fa solo nel bel mezzo di un matrimonio affollato..
Non prendertela, davvero.. non sono nessuno per salire in cattedra e dirti che la tua storia non è buona, sono solo mie impressioni.

Punti di Forza: Al netto della trama in sé, il racconto è scorrevole. Hai una propensione per l'uso del mostrato (se non sbaglio sei corsista di Gambarini). Magari, se posso darti un consiglio, cerca di dosare bene quali azioni vuoi mostrare, per delineare il personaggio e l'ambientazione senza ridondanza (difficilissimo, io stesso non ci riesco). Un esempio:
I suoi occhi color nocciola mi fissano e riflettono le luci colorate degli addobbi.
Sicura che dai riflessi sugli occhi si possano addirittura distinguere i colori? La frase, messa così, fa solo vedere, con la tecnica del mostrato, che ci sono degli addobbi colorati. L'hai fatto per il lettore, chiaro, il pdv però, non ha i superpoteri.

Sorseggio lo spumante, è fresco in gola, ma mi annebbia il pensiero. Per fortuna che Luca è accanto a me o sarei caduta a terra, davanti a tutti gli invitati. Che figura che avrei fatto.
Il suo pensiero è annebbiato, poi procede con pensieri tutt'altro che confusi. Anche rendersi conto di avere la mente annebbiata è forse troppo "da lucidi".. difficile rendere la confusione mentale con la tecnica del mostrato, se vuoi proprio farlo occorre che anche il linguaggio e le percezioni inizino a stonare, col risultato che anche il lettore sia confuso e smarrito come il pdv..

Un fruscio nel cespuglio di fronte a me e il rumore di un ramo spezzato attirano la mia attenzione
Come sto gridando ai quattro venti da un bel po', non sono contrario all'uso del "raccontato", purché sia funzionale alla scena e alla trama, e dia un po' di colore dove occorra. Qui, però, esageri. Dire esplicitamente che "qualcosa attira l'attenzione" è un po' superfluo, e si può piuttosto rendere attraverso le reazioni del pdv all'accadimento improvviso..

Conclusioni: Certamente gusto personale, ma non mi sono molto affezionato al tuo racconto. Avrei preferito qualche dettaglio in più sulla natura del cane, chi ce lo manda e che poteri ha a parte essere telepatico. Mi sarebbe piaciuto sentire un po' di più il tormento interiore di Perla, che si vede abusata dall'uomo per cui ha tenuto segreta una cotta per ben due anni.. La storia mi pare un po' acerba, anche se, lato stile, noto un certo lavoro e un certo impegno, che mi fa sempre piacere trovare.


Ciao Matteo, intanto grazie per il tuo feedback. In effetti non ci siamo mai incrociati qui su MC, ma io partecipo da veramente poco (ho postato solo 3 racconti brevissimi).
Sono una corsista di Gambarini e di Carrara. Non scrivo col mostrato da molto e ammetto senza problemi che alcune cose ancora non mi riescono.

Premetto che su alcune cose che mi hai segnalato non sono molto d'accordo (o in linea), ma è il bello di confrontarsi con gli altri.
La vicenda è un misto tra esperienze reali e leggenda. Alcuni aspetti sono volutamente lasciati in sospeso perché si basano su miti e leggende italiane, che spero un giorno di poter far rivivere nei miei scritti, ma ammetto che in alcuni punti sono stata un po' frettolosa.

Lo dico solo per onor di cronaca, ma dovevo consegnare entro giovedì mattina per problemi lavorativi e non ho potuto dedicare tutto il tempo che avrei voluto al testo.
Prendo ogni tua annotazione come consigli validissimi e costruttivi per migliorare la prossima volta.
Grazie ancora

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Giacomo Puca
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Re: Ade

Messaggio#5 » venerdì 18 giugno 2021, 4:04

Ciao Morena, piacere di leggere e commentare il tuo racconto.

Tema & bonus
I bonus ci sono entrambi, il tema non saprei. Certo, nel finale la protagonista resta nel buio con Ade, tuttavia l'essere soli nel buio non appare in nessun altro momento della vicenda. Il finale mi ha dato l'idea che fosse più un tentativo di infilare il tema da qualche parte, che la terminazione organica della storia.

Trama
La trama credo sia l'elemento debole del racconto. Di per sé è chiara, nel senso che si capisce lo scorrere degli eventi, però non sono riuscito a cogliere il senso di tali eventi.
La protagonista è damigella di nozze. Beve troppo, Luca la violenta nel boschetto. Si risveglia e si trova davanti un cane magico. Scappa, cade, il cane la porta in una grotta e inizia a conviverci per diverse settimane. Mentre cercano cibo si imbattono in Luca e altri uomini. Durante una fellatio lei lo colpisce, il cane aggredisce un altro uomo mettendo in fuga tutto il gruppo. Esecuzione di Luca. La protagonista dice di voler essere forte, viva e salvare tutte le donne che subiscono violenza, Ade le dice che l'hanno mandato lì per questo motivo. Nel finale i due dormono (o muoiono?) un sonno senza sogni.
Non riesco proprio a comprendere l'arco degli eventi, non trovo un filo centrale che dia significato ai fatti.
Restano vari elementi poco coerenti:

- Una damigella di nozze viene stuprata nel boschetto di un ristorante e nessuno la cerca? Fosse stata un'imbucata la sua assenza sarebbe giustificata, ma è la damigella. Inoltre Luca e Perla sono davanti a tutti quando si allontanano, possibile che nessuno abbia chiesto a Luca dove sia finita Perla?
Forse il tempo che intercorre tra lo stupro e l'arrivo del cane è molto breve? In tal caso sarebbe necessario qualcosa che ci faccia capire che nessuno ha avuto il tempo di cercarla prima che si allontanasse con Ade.

-Il nome Ade è molto evocativo, usarlo comporta tutta una serie di connotazioni che vanno a braccetto con il suo aspetto. Ha a che fare con l'oltretomba? È mandato da qualche divinità/demone?

- In che modo Ade avrebbe spinto la ragazza verso il suo obiettivo? Si imbattono casualmente nel gruppetto... sarebbero rimasti a vivere per sempre nel bosco altrimenti?

Cosa succede nel finale? Muoiono o si addormentano?

Stile
Tralasciando i miei gusti personali, in fatto di stile si nota un certo impegno nella gestione del punto di vista, nell'inserimento di sensorialità ad ampio spettro, nella ricerca di immersività.
Qualche appunto :
«No. Si. Non lo so.» → Sì, non si
arrossisco e distolgo lo sguardo.
Sei uscita dal pdv, infatti Perla può sentire avvampare le guance, non può vedersele arrossire.
«Scusa, ma non capisco cosa stai dicendo?» Il punto di domanda credo sia di troppo.

Abuso dei pronomi possessivi, spesso inutili ( la sua mano, la sua morsa, la sua presa...). Toglierli renderebbe tutto più scorrevole senza modificare il senso es:
    Riesco a liberare un braccio dalla sua morsa → Riesco a liberare un braccio dalla morsa;
    Sfrega il suo naso alla mia mano → Mi sfrega il naso alla mano

Dialoghi da rivedere, specialmente le battute di Luca sembrano quelle di un cattivo da soap opera. «Ragazzi, guardate che bella preda ho qui.» Ho provato a immedesimarmi nel personaggio e ho letto questa battuta ad alta voce... suona ridicola e affettata.
Inoltre, sempre parlando di dialoghi, i personaggi ripetono continuamente e poco realisticamente il nome dell'interlocutore. Metto a titolo di esempio solo quelli in cui Perla si rivolge a Luca:
    «Vorrei dell'acqua, Luca.»
    «Qui si sta molto meglio. Grazie, Luca.»
    «Luca, cosa stai—»
    «Luca, ti prego...»
    «Lasciami Luca!»
    «Sai, Luca, io sarò una puttana, ma tu non meriti di vivere un minuto di più.»
Quasi sempre il nome proprio si può togliere, essendo implicita l'identità dell'interlocutore.


Conclusioni.
Racconto che non mi ha convinto, non sono riuscito a cogliere probabilmente il concetto profondo che voleva esprimere. Se volessi aggiungere qualcosa, magari spiegarmi se ci sono elementi che non ho colto, scrivi pure.

A rileggerci!
Giacomo
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

Alex Didò
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Re: Ade

Messaggio#6 » venerdì 18 giugno 2021, 9:37

Ciao Morena,
ho letto il racconto e mi è piaciuta molto la tua gestione delle informazioni. In tre sole righe di incipit, hai descritto benissimo il contesto. Musica, elemento uditivo, caldo, elemento tattile, vino, elemento gustativo. E con il fraseggio interiore del PDV sappiamo anche che è un matrimonio e che ci troviamo ad Agosto. Perfetto.

Qualche problema di stile e di coerenza:

«Perla sei proprio ubriaca!» Una risata cristallina esce dalle sue belle labbra.
Lei è mezza ubriaca, non si regge in piedi e pensa che le labbra di lui siano belle?
tra le foglie danzanti nel vento
È un cliché linguistico. Ci viene automatico inserirli nei nostri testi, ma andrebbero evitati.
Le sue labbra sono incollate alle mie e il peso del suo corpo mi schiaccia. La lingua calda mi sfiora la bocca, che si schiude appena. Sono due anni che aspetto questo momento e sta succedendo davvero. Le lingue si fondono, si cercano e si rincorrono tra le nostre bocche. Lo abbraccio e sfioro i suoi capelli morbidi.
Molto bello questo passaggio, soprattutto il fraseggio interiore del PDV. Niente da obiettare :)
Tutta la scena dello stupro è descritta bene, ma non è credibile, perché il comportamento di Luca è inaspettato e ingiustificato. Per renderlo più credibile, io scriverei che anche Luca è ubriaco. Questo darebbe un minimo di senso ai suoi comportamenti.
L’arrivo del cane è credibile, ma non la telepatia. Non mi ero figurato un fantasy, quindi come lettore resto confuso.
Ottima la scelta di far risolvere alla protagonista la seconda scena dello stupro. Se fosse stato il cane a salvarla, la protagonista sarebbe stata un personaggio passivo, in completa balia degli eventi.
Per il resto non ho altro da aggiungere. I bonus mi sembrano rispettati. Il racconto, anche se contaminato da qualche errore, si lascia leggere con piacere.

Grazie per averlo condiviso con noi. Buona lettura :)

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Re: Ade

Messaggio#7 » venerdì 18 giugno 2021, 13:35

Giacomo Puca ha scritto:Ciao Morena, piacere di leggere e commentare il tuo racconto.


Ciao Giacomo, Intanto grazie del tuo feedback e dei tuoi consigli.
Mi scuso per i vari errori di scrittura/grammatica che posso aver inserito.

Come ho detto a Matteo la vicenda è un mix di esperienza reale e leggenda italiana. Capisco che alcune parti possano non sembrare reali, ma purtroppo alcune lo sono. Usando il solo punto di vista di Perla, non possiamo sapere che cosa sia successo alla festa, ma capisco che per il lettore possa esserci un buco. Ci lavorerò su volentieri.
Il nome Ade l'ho scelto apposta perché il cane deriva da una leggenda nella quale si narra che sia mandato proprio dall'oltretomba a divorare giovani ragazzi.
Leggendo i vostri commenti noto che avrei potuto approfondire di più il legame tra Perla e Ade, poiché me lo ero immaginato come se Ade fosse "la parte oscura di Perla", inviato dall'oltretomba per sbloccare la sua sete di vendetta/eroismo.
Purtroppo per mancanza mia di tempo non ho potuto lavorarci su abbastanza, ma volevo provare lo stesso perché reputo il confronto con gli altri un tassello importante.

Grazie mille ancora.

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Re: Ade

Messaggio#8 » venerdì 18 giugno 2021, 13:39

Alex Didò ha scritto:Ciao Morena,
ho letto il racconto e mi è piaciuta molto la tua gestione delle informazioni. In tre sole righe di incipit, hai descritto benissimo il contesto. Musica, elemento uditivo, caldo, elemento tattile, vino, elemento gustativo. E con il fraseggio interiore del PDV sappiamo anche che è un matrimonio e che ci troviamo ad Agosto. Perfetto.

Qualche problema di stile e di coerenza:

«Perla sei proprio ubriaca!» Una risata cristallina esce dalle sue belle labbra.
Lei è mezza ubriaca, non si regge in piedi e pensa che le labbra di lui siano belle?
tra le foglie danzanti nel vento
È un cliché linguistico. Ci viene automatico inserirli nei nostri testi, ma andrebbero evitati.
Le sue labbra sono incollate alle mie e il peso del suo corpo mi schiaccia. La lingua calda mi sfiora la bocca, che si schiude appena. Sono due anni che aspetto questo momento e sta succedendo davvero. Le lingue si fondono, si cercano e si rincorrono tra le nostre bocche. Lo abbraccio e sfioro i suoi capelli morbidi.
Molto bello questo passaggio, soprattutto il fraseggio interiore del PDV. Niente da obiettare :)
Tutta la scena dello stupro è descritta bene, ma non è credibile, perché il comportamento di Luca è inaspettato e ingiustificato. Per renderlo più credibile, io scriverei che anche Luca è ubriaco. Questo darebbe un minimo di senso ai suoi comportamenti.
L’arrivo del cane è credibile, ma non la telepatia. Non mi ero figurato un fantasy, quindi come lettore resto confuso.
Ottima la scelta di far risolvere alla protagonista la seconda scena dello stupro. Se fosse stato il cane a salvarla, la protagonista sarebbe stata un personaggio passivo, in completa balia degli eventi.
Per il resto non ho altro da aggiungere. I bonus mi sembrano rispettati. Il racconto, anche se contaminato da qualche errore, si lascia leggere con piacere.

Grazie per averlo condiviso con noi. Buona lettura :)


Grazie Alex per il tuo feedback e il tuo apprezzamento. Si in effetti qualche errore (beh più di qualche, ma non stiamo a mettere i puntini sulle i) c'è stato.
Il comportamento di Luca è volutamente inaspettato. Purtroppo nella vita le persone fanno cose che mai ci saremmo aspettati, però comprendo che avrei potuto farlo emergere meglio.

Grazie a te per i consigli.

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Re: Ade

Messaggio#9 » mercoledì 23 giugno 2021, 17:55

Ciao Morena piacere di leggere e commentare il tuo racconto.
Tema e bonus: Sul tema ho qualche dubbio. Immagino che tu abbia inteso il buio in senso figurato e sia legato allo stupro. In tal caso il tema è certamente toccato, ma a mio avviso poco sviluppato, così come la solitudine. I bonus: un animale fa qualcosa di strano, ok; un misfatto necessario: non saprei. In realtà, nel momento in cui Perla uccide Luca il misfatto non credo si possa definire “necessario”. Gli altri aggressori sono scappati e Luca sta chiedendo perdono. Più che misfatto necessario si tratta semplicemente di una vendetta.
Quanto al testo, l’ho trovato un po’ confuso. Devo dire che lette le prime battute mi ero fatta l’idea che Luca e Perla fossero fidanzati. Questo, ovviamente, ha un po’ rovinato la lettura, facendomi sembrare tutta la prima parte incoerente.
Detto questo, alcuni problemi di incongruenza, che condivido, sono già stati rilevati nei commenti precedenti (il fatto che Luca aspetti due anni prima di aggredire Perla; che decida di farlo in pieno giorno durante un matrimonio), quindi mi focalizzerò su altri aspetti.
Nella parte iniziale del racconto, sebbene tu abbia utilizzato la prima persona e il mostrato, mancano molti dettagli utili alla comprensione del testo, con il risultato che il lettore può farsi un’idea sbagliata. Mi spiego meglio:
La canzone pop sfuma in una dolce melodia da ballo di coppia. Mi avvicino al tavolo, prendo il bicchiere dell'acqua e lo scolo in un colpo solo. Tra il caldo e il vino, mi gira la testa. Non so perché debbano fare i matrimoni in pieno agosto.
Luca mi sfiora la schiena. «Perla, tutto bene?» I suoi occhi color nocciola mi fissano e riflettono le luci colorate degli addobbi.
In questo passaggio, non è chiaro se Luca fosse già vicino a Perla o se l’ha seguita senza che lei se ne accorgesse. Siccome Perla non può vedere dietro di sé, l’introduzione del secondo personaggio con la frase “Luca mi sfiora la schiena.”, mi ha fatto supporre che Luca fosse di fianco a lei e che tra i due ci fosse una certa intimità. Sensazione, a mio avviso, confermata dalla frase “«Dai scemo, non prendermi in giro.» Mi aggrappo al suo braccio e mi lascio condurre verso il boschetto”.
Anche su Ade ho qualche perplessità. Non tanto sul mistero che lo circonda, che, per quanto mi riguarda può anche funzionare, più che altro su come viene presentato e su come interagisce con i personaggi. Perla ne è spaventata e dice che il suo aspetto è spaventoso e ha due occhi di brace, però gli uomini che arrivano insieme a Luca non hanno nessuna reazione quando lo vedono. Non so, non mi convince molto.
Anche questo passaggio è un po’ contraddittorio
“Ade restane fuori o ti faranno a pezzi.
Perla devo proteggerti. A qualunque costo.
Gli uomini avanzano verso Ade e lo accerchiano. Non fargli del male. Sono solo stupidi.”
Prima perla dice ad Ade che quegli uomini la faranno a pezzi e poi gli chiede di non far loro del male? Secondo me non si capisce bene.
Mi è piaciuto, invece, lo stile. Apprezzo sempre la prima persona e il mostrato.

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Re: Ade

Messaggio#10 » giovedì 24 giugno 2021, 11:27

Laura Brunelli ha scritto:Ciao Morena piacere di leggere e commentare il tuo racconto.
Tema e bonus: Sul tema ho qualche dubbio. Immagino che tu abbia inteso il buio in senso figurato e sia legato allo stupro. In tal caso il tema è certamente toccato, ma a mio avviso poco sviluppato, così come la solitudine. I bonus: un animale fa qualcosa di strano, ok; un misfatto necessario: non saprei. In realtà, nel momento in cui Perla uccide Luca il misfatto non credo si possa definire “necessario”. Gli altri aggressori sono scappati e Luca sta chiedendo perdono. Più che misfatto necessario si tratta semplicemente di una vendetta.
Quanto al testo, l’ho trovato un po’ confuso. Devo dire che lette le prime battute mi ero fatta l’idea che Luca e Perla fossero fidanzati. Questo, ovviamente, ha un po’ rovinato la lettura, facendomi sembrare tutta la prima parte incoerente.
Detto questo, alcuni problemi di incongruenza, che condivido, sono già stati rilevati nei commenti precedenti (il fatto che Luca aspetti due anni prima di aggredire Perla; che decida di farlo in pieno giorno durante un matrimonio), quindi mi focalizzerò su altri aspetti.
Nella parte iniziale del racconto, sebbene tu abbia utilizzato la prima persona e il mostrato, mancano molti dettagli utili alla comprensione del testo, con il risultato che il lettore può farsi un’idea sbagliata. Mi spiego meglio:
La canzone pop sfuma in una dolce melodia da ballo di coppia. Mi avvicino al tavolo, prendo il bicchiere dell'acqua e lo scolo in un colpo solo. Tra il caldo e il vino, mi gira la testa. Non so perché debbano fare i matrimoni in pieno agosto.
Luca mi sfiora la schiena. «Perla, tutto bene?» I suoi occhi color nocciola mi fissano e riflettono le luci colorate degli addobbi.
In questo passaggio, non è chiaro se Luca fosse già vicino a Perla o se l’ha seguita senza che lei se ne accorgesse. Siccome Perla non può vedere dietro di sé, l’introduzione del secondo personaggio con la frase “Luca mi sfiora la schiena.”, mi ha fatto supporre che Luca fosse di fianco a lei e che tra i due ci fosse una certa intimità. Sensazione, a mio avviso, confermata dalla frase “«Dai scemo, non prendermi in giro.» Mi aggrappo al suo braccio e mi lascio condurre verso il boschetto”.
Anche su Ade ho qualche perplessità. Non tanto sul mistero che lo circonda, che, per quanto mi riguarda può anche funzionare, più che altro su come viene presentato e su come interagisce con i personaggi. Perla ne è spaventata e dice che il suo aspetto è spaventoso e ha due occhi di brace, però gli uomini che arrivano insieme a Luca non hanno nessuna reazione quando lo vedono. Non so, non mi convince molto.
Anche questo passaggio è un po’ contraddittorio
“Ade restane fuori o ti faranno a pezzi.
Perla devo proteggerti. A qualunque costo.
Gli uomini avanzano verso Ade e lo accerchiano. Non fargli del male. Sono solo stupidi.”
Prima perla dice ad Ade che quegli uomini la faranno a pezzi e poi gli chiede di non far loro del male? Secondo me non si capisce bene.
Mi è piaciuto, invece, lo stile. Apprezzo sempre la prima persona e il mostrato.


Ciao Laura, grazie per il tuo commento. Si mi sono resa conto che molte cose non sono riuscita a descriverle nel modo giusto. Ho fatto tutto troppo di fretta e mi sono bruciata da sola.
Mannaggia alla mancanza di tempo e al mio voler postare comunque.
Farò tesoro di tutte le tue annotazioni e consigli per la prossima sfida.
Sono felice che lo stile ti sia piaciuto. Mi impegnerò affinché anche le storie meritino di essere lette.

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roberto.masini
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Re: Ade

Messaggio#11 » venerdì 25 giugno 2021, 22:41

Ciao, Morena.
Tema non rispettato, forse i bonus. Come sempre la sensibilità del lettore non collima con le intenzioni dello scrittore. La parte erotica non mi è piaciuta per il salto troppo brusco tra la disponibilità della protagonista verso l'uomo dei suoi sogni e la sua fuga che provoca nell'amato, che finalmente la desidera, un comportamento da Mr. Hide. Anche in una storia fantastica come questa è proprio la verosimiglianza che la fa diventare capolavoro. Anche la figura del cane (trovata bellissima la scelta dell'animale) meritava più approfondimenti.
In sostanza la storia non mi ha coinvolto e questa sicuramente è una delle affermazioni più soggettive e irrisolvibili per una scrittrice.
Alla prossima!

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