Se c'è la neve
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Se c'è la neve
Mi inginocchio sul cadavere e lo scrollo. Niente topi. Gli frugo in tasca. «Nonno, questo chi è?»
«Tedesco. L'uniforme è grigia. Sono facili da riconoscere.» Con uno strattone gli sfila lo stivale e lo mette nel sacco. «Trovato niente?»
Scuoto la testa. Qui c'è già passato qualcuno. Mi alzo e vado al prossimo, il fango ghiacciato scricchiola sotto le scarpe. Non abbiamo da mangiare, ma cuoio e vestiti non mancano.
Passo di fianco a una buca, aguzzo la vista. Una sagoma sporge dal fango!
«Nonno, guarda! Scommetto che quello non l'ha visto nessuno.»
Mi avvicino al morto, la sua uniforme è dello stesso colore del terriccio che lo ricopre. Gli mollo un paio di calci, qualcosa schizza fuori dalla manica e zampetta via.
Sgancio la bisaccia che porta alla cintura. La apro, il pacco di gallette è ancora intatto. Sorrido e lo mostro al nonno.
«Bravo Lzek!»
«Questo è russo, vero? Ha l'uniforme marrone.»
«Esatto.»
«I russi sono nostri amici?»
Nonno indica i corpi sparpagliati attorno a noi. Alcuni sono ancora avvinghiati tra loro, con pugnali e baionette.
«Noi polacchi non abbiamo amici. Solo cadaveri. Alcuni da piangere, altri da derubare.»
Uno spillo di freddo mi punge un orecchio. Guardo il cielo bianco, sta per nevicare.
Bene. Russi o tedeschi, i morti si vedono meglio se c'è la neve.
«Tedesco. L'uniforme è grigia. Sono facili da riconoscere.» Con uno strattone gli sfila lo stivale e lo mette nel sacco. «Trovato niente?»
Scuoto la testa. Qui c'è già passato qualcuno. Mi alzo e vado al prossimo, il fango ghiacciato scricchiola sotto le scarpe. Non abbiamo da mangiare, ma cuoio e vestiti non mancano.
Passo di fianco a una buca, aguzzo la vista. Una sagoma sporge dal fango!
«Nonno, guarda! Scommetto che quello non l'ha visto nessuno.»
Mi avvicino al morto, la sua uniforme è dello stesso colore del terriccio che lo ricopre. Gli mollo un paio di calci, qualcosa schizza fuori dalla manica e zampetta via.
Sgancio la bisaccia che porta alla cintura. La apro, il pacco di gallette è ancora intatto. Sorrido e lo mostro al nonno.
«Bravo Lzek!»
«Questo è russo, vero? Ha l'uniforme marrone.»
«Esatto.»
«I russi sono nostri amici?»
Nonno indica i corpi sparpagliati attorno a noi. Alcuni sono ancora avvinghiati tra loro, con pugnali e baionette.
«Noi polacchi non abbiamo amici. Solo cadaveri. Alcuni da piangere, altri da derubare.»
Uno spillo di freddo mi punge un orecchio. Guardo il cielo bianco, sta per nevicare.
Bene. Russi o tedeschi, i morti si vedono meglio se c'è la neve.
- maurizio.ferrero
- Messaggi: 529
Re: Se c'è la neve
Ciao Michael! Tempo e caratteri ok, divertiti in questa prima sfida dello scrittore dell'estate! :)
- Signor_Darcy
- Messaggi: 270
Re: Se c'è la neve
Ciao Michael.
Bel racconto, crudo e ahimè verosimile, tanto da mettere i brividi. Buono lo spunto, quasi pretestuoso ma nemmeno troppo, per la declinazione del tema. Buono anche lo stile, azioni e discorsi si alternano senza generare confusione. Forse manca qualche dettaglio sensoriale che non sia visivo, del resto lo spazio disponibile è davvero poco.
Bel racconto, crudo e ahimè verosimile, tanto da mettere i brividi. Buono lo spunto, quasi pretestuoso ma nemmeno troppo, per la declinazione del tema. Buono anche lo stile, azioni e discorsi si alternano senza generare confusione. Forse manca qualche dettaglio sensoriale che non sia visivo, del resto lo spazio disponibile è davvero poco.
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1041
- Contatta:
Re: Se c'è la neve
Ciao Michael, bentrovato!
Storia ben raccontata, ben condotta, e con un'idea definita e chiara sin dalle prime battute. E' il fotogramma di un periodo drammatico della storia dell'umanità, inquadrato da un punto di vista molto specifico e amaro. Sei stato bravo a sottintendere con poche pennellate i contorni di una situazione tremenda in cui si sono trovati a vivere milioni di esseri umani. Buona la declinazione del tema, con il riferimento ai colori delle uniformi delle diverse fazioni. Appunti veri e propri non ne ho. Se proprio volessi fare l'accademico, direi che la frase finale sembra un po' un'intrusione dell'autore dopo un ottima conduzione "immersiva". Nel complesso mi è piaciuto, non raggiunge un pollice su pieno (scusa, Antico!) perché, non so, ho avvertito un po' di piattezza generale, ma, immagino, sia un problema solo di sensibilità mia.
In bocca al lupo!
Emiliano.
Storia ben raccontata, ben condotta, e con un'idea definita e chiara sin dalle prime battute. E' il fotogramma di un periodo drammatico della storia dell'umanità, inquadrato da un punto di vista molto specifico e amaro. Sei stato bravo a sottintendere con poche pennellate i contorni di una situazione tremenda in cui si sono trovati a vivere milioni di esseri umani. Buona la declinazione del tema, con il riferimento ai colori delle uniformi delle diverse fazioni. Appunti veri e propri non ne ho. Se proprio volessi fare l'accademico, direi che la frase finale sembra un po' un'intrusione dell'autore dopo un ottima conduzione "immersiva". Nel complesso mi è piaciuto, non raggiunge un pollice su pieno (scusa, Antico!) perché, non so, ho avvertito un po' di piattezza generale, ma, immagino, sia un problema solo di sensibilità mia.
In bocca al lupo!
Emiliano.
- Antonio Pilato
- Messaggi: 144
Re: Se c'è la neve
Ciao Michael, questa storia è parecchio lineare, basica, e non mi ha trasmesso emozioni particolarmente forti: sì, certo, l'amarezza dei polacchi di fronte alla realtà dei fatti è un punto forte di per sé, ma resta una cosa troppo circoscritta alla storia reale, mentre per questo micro-racconto mi aspettavo qualcosa di più. Il tema risulta rispettato.
- Giacomo Puca
- Messaggi: 257
Re: Se c'è la neve
Ciao Miachel, piacere di leggerti.
Il tema è centrato. Forse l'avrei ribadito nel finale scrivendo "grigi o marroni" invece di "russi o tedeschi" per sottolineare come il pdv abbia completato la depersonalizzazione dei cadaveri, ridotti ormai solo a diversi colori.
Trama semplice che fa bene tutto quel che deve fare.
Stile.
Ho avuto qualche problema a orientarmi all'inizio. Ho dovuto rileggere un paio di volte le prime righe per capirci qualcosa.
Dialoghi: le battute del ragazzino sono buone, ma quelle del nonno le ho trovati fin troppo "pulite". Mi sarebbe piaciuta una caratterizzazione più grezza nei modi di fare e parlare del vecchio, in special modo nella battuta finale.
Uno spillo di freddo mi punge un orecchio. → Bellissima.
Un buon racconto, mi è piaciuto.
Alla prossima!
Il tema è centrato. Forse l'avrei ribadito nel finale scrivendo "grigi o marroni" invece di "russi o tedeschi" per sottolineare come il pdv abbia completato la depersonalizzazione dei cadaveri, ridotti ormai solo a diversi colori.
Trama semplice che fa bene tutto quel che deve fare.
Stile.
Ho avuto qualche problema a orientarmi all'inizio. Ho dovuto rileggere un paio di volte le prime righe per capirci qualcosa.
Dialoghi: le battute del ragazzino sono buone, ma quelle del nonno le ho trovati fin troppo "pulite". Mi sarebbe piaciuta una caratterizzazione più grezza nei modi di fare e parlare del vecchio, in special modo nella battuta finale.
Uno spillo di freddo mi punge un orecchio. → Bellissima.
Un buon racconto, mi è piaciuto.
Alla prossima!
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Re: Se c'è la neve
Signor_Darcy ha scritto:Ciao Michael.
Bel racconto, crudo e ahimè verosimile, tanto da mettere i brividi. Buono lo spunto, quasi pretestuoso ma nemmeno troppo, per la declinazione del tema. Buono anche lo stile, azioni e discorsi si alternano senza generare confusione. Forse manca qualche dettaglio sensoriale che non sia visivo, del resto lo spazio disponibile è davvero poco.
ciao Darcy e grazie.
l'assenza di dettagli è voluta. oltre il poco spazio per inserirli, velevo creare una situazione normale, che il pg ha già vissuto tante volte e quindi non fa caso a nulla di particolare. e poi, col freddo, i morti puzzano meno.
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Re: Se c'è la neve
Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Michael, bentrovato!
Storia ben raccontata, ben condotta, e con un'idea definita e chiara sin dalle prime battute. E' il fotogramma di un periodo drammatico della storia dell'umanità, inquadrato da un punto di vista molto specifico e amaro. Sei stato bravo a sottintendere con poche pennellate i contorni di una situazione tremenda in cui si sono trovati a vivere milioni di esseri umani. Buona la declinazione del tema, con il riferimento ai colori delle uniformi delle diverse fazioni. Appunti veri e propri non ne ho. Se proprio volessi fare l'accademico, direi che la frase finale sembra un po' un'intrusione dell'autore dopo un ottima conduzione "immersiva". Nel complesso mi è piaciuto, non raggiunge un pollice su pieno (scusa, Antico!) perché, non so, ho avvertito un po' di piattezza generale, ma, immagino, sia un problema solo di sensibilità mia.
In bocca al lupo!
Emiliano.
forse avrei dovuto usare il corsivo, e distinguere meglio il pensiero diretto dalla prosa ma è una soluzione che, in 1persona non ho mai amato molto.
si, la piattezza c'è, perche alla fine il pg sta compiendo azioni che per lui sono routine
- Signor_Darcy
- Messaggi: 270
Re: Se c'è la neve
Michael Dag ha scritto:Signor_Darcy ha scritto:Ciao Michael.
Bel racconto, crudo e ahimè verosimile, tanto da mettere i brividi. Buono lo spunto, quasi pretestuoso ma nemmeno troppo, per la declinazione del tema. Buono anche lo stile, azioni e discorsi si alternano senza generare confusione. Forse manca qualche dettaglio sensoriale che non sia visivo, del resto lo spazio disponibile è davvero poco.
ciao Darcy e grazie.
l'assenza di dettagli è voluta. oltre il poco spazio per inserirli, velevo creare una situazione normale, che il pg ha già vissuto tante volte e quindi non fa caso a nulla di particolare. e poi, col freddo, i morti puzzano meno.
Ottime osservazioni.
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Re: Se c'è la neve
Antonio Pilato ha scritto:Ciao Michael, questa storia è parecchio lineare, basica, e non mi ha trasmesso emozioni particolarmente forti: sì, certo, l'amarezza dei polacchi di fronte alla realtà dei fatti è un punto forte di per sé, ma resta una cosa troppo circoscritta alla storia reale, mentre per questo micro-racconto mi aspettavo qualcosa di più. Il tema risulta rispettato.
ho provato a trasmettere l'indifferenza di fronte a un mucchio di cadaveri. in 1300 caratteri, non è stato facile, e mi fai notare che non mi è riuscito come speravo
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Re: Se c'è la neve
Giacomo Puca ha scritto:Ciao Miachel, piacere di leggerti.
Il tema è centrato. Forse l'avrei ribadito nel finale scrivendo "grigi o marroni" invece di "russi o tedeschi" per sottolineare come il pdv abbia completato la depersonalizzazione dei cadaveri, ridotti ormai solo a diversi colori.
Trama semplice che fa bene tutto quel che deve fare.
Stile.
Ho avuto qualche problema a orientarmi all'inizio. Ho dovuto rileggere un paio di volte le prime righe per capirci qualcosa.
Dialoghi: le battute del ragazzino sono buone, ma quelle del nonno le ho trovati fin troppo "pulite". Mi sarebbe piaciuta una caratterizzazione più grezza nei modi di fare e parlare del vecchio, in special modo nella battuta finale.
Uno spillo di freddo mi punge un orecchio. → Bellissima.
Un buon racconto, mi è piaciuto.
Alla prossima!
Grazie giacomo
diavolo, hai maledettamente ragione, il tuo finale sarebbe stato perfetto.
c'è qualcosa di particolare che ti ha bloccato all'inizio, o semplicemente non ti sono arrivato?
- Giacomo Puca
- Messaggi: 257
Re: Se c'è la neve
Michael Dag ha scritto:Grazie giacomo
c'è qualcosa di particolare che ti ha bloccato all'inizio, o semplicemente non ti sono arrivato?
Il tuo incipit:
Mi inginocchio sul cadavere e lo scrollo. Niente topi. Gli frugo in tasca. «Nonno, questo chi è?»
«Tedesco. L'uniforme è grigia. Sono facili da riconoscere.» Con uno strattone gli sfila lo stivale e lo mette nel sacco. «Trovato niente?»
Quando il pdv esprime la sua battuta (nonno, questo chi è?) ho immaginato che il nonno fosse distante, e quindi ho immaginato la risposta (Tedesco...) arrivare da lontano. Perciò quando si passa a "con uno strattone gli sfila lo stivale e lo mette nel sacco" non capivo quale cadavere stesse subendo l'azione. L'ultima battuta poi sembra arrivare da qualcuno che magari è distante, non da qualcuno che è a ridosso dello stesso cadavere e che quindi vede chiaramente se il ragazzo ha trovato o meno qualcosa.
A mio umile avviso bastava modificare appena l'ordine della seconda riga, facendo PRIMA entrare in scena e piazzare il nonno, e solo dopo farlo parlare.
Per capirci:
- Mi inginocchio sul cadavere e lo scrollo. Niente topi. Gli frugo in tasca. «Nonno, questo chi è?»
Nonno si china sul corpo «Tedesco. L'uniforme è grigia. Sono facili da riconoscere.» Con uno strattone gli sfila lo stivale e lo mette nel sacco. «Trovato niente?»
Altro (piccolo) appunto: sono facili da riconoscere è utile nel dialogo? Secondo me non aggiunge nulla.
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.
- Antonio Pilato
- Messaggi: 144
Re: Se c'è la neve
Michael Dag ha scritto:Antonio Pilato ha scritto:Ciao Michael, questa storia è parecchio lineare, basica, e non mi ha trasmesso emozioni particolarmente forti: sì, certo, l'amarezza dei polacchi di fronte alla realtà dei fatti è un punto forte di per sé, ma resta una cosa troppo circoscritta alla storia reale, mentre per questo micro-racconto mi aspettavo qualcosa di più. Il tema risulta rispettato.
ho provato a trasmettere l'indifferenza di fronte a un mucchio di cadaveri. in 1300 caratteri, non è stato facile, e mi fai notare che non mi è riuscito come speravo
No no, non fraintendermi: il messaggio sull'indifferenza è arrivato... però, la prossima volta, io lo renderei ancor più "forte".
A presto!
-
- Messaggi: 125
Re: Se c'è la neve
Ciao Michael,
a mio avviso hai centrato bene il tema e mi hai trasmesso il senso di cinismo che accompagna le guerre, dello sciacallaggio, della natura ridotta al silenzio. Non so come l'avrei migliorato onestamente, forse avrei aggiunto un po' di tragedia o di crudeltà ma è un mio gusto personale.
Perdona l'attimo di puntigliosità ma la battuta: "i russi sono nostri amici" è un po' ingenua, queste sono cose che si sanno in famiglia, soprattutto se si parla di un bambino che va a farsi una scampagnata tra cadaveri, avresti potuto magari indirizzarla a uno straniero un po' sempliciotto cui si rivolge il nonno.
Alla prossima e a rileggerci!
a mio avviso hai centrato bene il tema e mi hai trasmesso il senso di cinismo che accompagna le guerre, dello sciacallaggio, della natura ridotta al silenzio. Non so come l'avrei migliorato onestamente, forse avrei aggiunto un po' di tragedia o di crudeltà ma è un mio gusto personale.
Perdona l'attimo di puntigliosità ma la battuta: "i russi sono nostri amici" è un po' ingenua, queste sono cose che si sanno in famiglia, soprattutto se si parla di un bambino che va a farsi una scampagnata tra cadaveri, avresti potuto magari indirizzarla a uno straniero un po' sempliciotto cui si rivolge il nonno.
Alla prossima e a rileggerci!
- Michael Dag
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Re: Se c'è la neve
Charlesdexter ha scritto:Ciao Michael,
a mio avviso hai centrato bene il tema e mi hai trasmesso il senso di cinismo che accompagna le guerre, dello sciacallaggio, della natura ridotta al silenzio. Non so come l'avrei migliorato onestamente, forse avrei aggiunto un po' di tragedia o di crudeltà ma è un mio gusto personale.
Perdona l'attimo di puntigliosità ma la battuta: "i russi sono nostri amici" è un po' ingenua, queste sono cose che si sanno in famiglia, soprattutto se si parla di un bambino che va a farsi una scampagnata tra cadaveri, avresti potuto magari indirizzarla a uno straniero un po' sempliciotto cui si rivolge il nonno.
Alla prossima e a rileggerci!
dici? a me invece pareva proprio azzeccata per trasmettere, appunto, l'ingenuità di un bimbo che non capisce bene cosa sta succedendo. e comunque, la propagando sovietica faceva passare l'armata rossa come liberatori della polonia oppressa.
grazie dell'appunto, in ogni caso, 100 teste 100 idee.
è sempre utile trovare punti di vista differenti
-
- Messaggi: 125
Re: Se c'è la neve
Michael Dag ha scritto:Charlesdexter ha scritto:Ciao Michael,
a mio avviso hai centrato bene il tema e mi hai trasmesso il senso di cinismo che accompagna le guerre, dello sciacallaggio, della natura ridotta al silenzio. Non so come l'avrei migliorato onestamente, forse avrei aggiunto un po' di tragedia o di crudeltà ma è un mio gusto personale.
Perdona l'attimo di puntigliosità ma la battuta: "i russi sono nostri amici" è un po' ingenua, queste sono cose che si sanno in famiglia, soprattutto se si parla di un bambino che va a farsi una scampagnata tra cadaveri, avresti potuto magari indirizzarla a uno straniero un po' sempliciotto cui si rivolge il nonno.
Alla prossima e a rileggerci!
dici? a me invece pareva proprio azzeccata per trasmettere, appunto, l'ingenuità di un bimbo che non capisce bene cosa sta succedendo. e comunque, la propagando sovietica faceva passare l'armata rossa come liberatori della polonia oppressa.
grazie dell'appunto, in ogni caso, 100 teste 100 idee.
è sempre utile trovare punti di vista differenti
Infatti prendi con un granello di sale quello che ti ho scritto. L'appunto è che il bambino ha un po' pensieri da adulto e si muove in un contesto di totale disillusione. Quella frase l'avrei accettata pienamente se il nonno gli stesse raccontando una storia sulla guerra, in cui menzionava i russi.
- Giorgia D'Aversa
- Messaggi: 134
Re: Se c'è la neve
Ciao Michael, piacere di leggerti!
Il tuo racconto mi è piaciuto, sei riuscito a trasmettere sia il gelo del clima che della scena di guerra e di necessaria sopravvivenza. Il tema è centrato e sono rimasta convinta dalla sua declinazione.
Quello che mi stona della voce narrante è che sin dal principio è molto metodica e chirurgica nelle sue azioni, e poi si perde in battute di dialogo come "«Questo è russo, vero? Ha l'uniforme marrone.» // «I russi sono nostri amici?»"
All'inizio credevo che fosse un ragazzo adulto, ma da come vengono poste queste domande ingenue pare proprio un bambino. In generale, se da un lato riesci a comunicare bene la freddezza che serve a depredare i cadaveri, dall'altro questo impoverisce il testo dal punto di vista emotivo, soprattutto considerando quella che penso sia l'età del punto di vista.
Le ultime tre righe sono le mie preferite del racconto: nette, incisive e davvero evocative con poche parole ben dosate. Al netto di tutto, una buona prova.
Buona sfida!
Il tuo racconto mi è piaciuto, sei riuscito a trasmettere sia il gelo del clima che della scena di guerra e di necessaria sopravvivenza. Il tema è centrato e sono rimasta convinta dalla sua declinazione.
Quello che mi stona della voce narrante è che sin dal principio è molto metodica e chirurgica nelle sue azioni, e poi si perde in battute di dialogo come "«Questo è russo, vero? Ha l'uniforme marrone.» // «I russi sono nostri amici?»"
All'inizio credevo che fosse un ragazzo adulto, ma da come vengono poste queste domande ingenue pare proprio un bambino. In generale, se da un lato riesci a comunicare bene la freddezza che serve a depredare i cadaveri, dall'altro questo impoverisce il testo dal punto di vista emotivo, soprattutto considerando quella che penso sia l'età del punto di vista.
Le ultime tre righe sono le mie preferite del racconto: nette, incisive e davvero evocative con poche parole ben dosate. Al netto di tutto, una buona prova.
Buona sfida!
- giulio.palmieri
- Messaggi: 221
Re: Se c'è la neve
Ciao Michael, il racconto è uno spaccato di guerra, ben individuato e ben trattato e con quel senso di solitudine e di abbandono proprio dei tempi della guerra. Tema centrato. Il protagonista distingue i cadaveri dal colore delle uniformi, e alla fine sono tutti uguali. Il nonno alla fine esprime la solitudine al centro del racconto, che risulta ben comprensibile per via della visione dei morti nella terra e nella neve. Buona prova e a rileggerci.
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Re: Se c'è la neve
si, il pov è un bambino, ho provato a farlo capire dai dilaloghi semplici e dal chiamare il nonno appunto, "nonno".Giorgia D'Aversa ha scritto:Ciao Michael, piacere di leggerti!
Il tuo racconto mi è piaciuto, sei riuscito a trasmettere sia il gelo del clima che della scena di guerra e di necessaria sopravvivenza. Il tema è centrato e sono rimasta convinta dalla sua declinazione.
Quello che mi stona della voce narrante è che sin dal principio è molto metodica e chirurgica nelle sue azioni, e poi si perde in battute di dialogo come "«Questo è russo, vero? Ha l'uniforme marrone.» // «I russi sono nostri amici?»"
All'inizio credevo che fosse un ragazzo adulto, ma da come vengono poste queste domande ingenue pare proprio un bambino. In generale, se da un lato riesci a comunicare bene la freddezza che serve a depredare i cadaveri, dall'altro questo impoverisce il testo dal punto di vista emotivo, soprattutto considerando quella che penso sia l'età del punto di vista.
Le ultime tre righe sono le mie preferite del racconto: nette, incisive e davvero evocative con poche parole ben dosate. Al netto di tutto, una buona prova.
Buona sfida!
grazie del tue tempo e della classifica fin troppo positiva!
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Re: Se c'è la neve
sono felice di essere riuscito a rendere quello che volevo in poco spazio! a presto!giulio.palmieri ha scritto:Ciao Michael, il racconto è uno spaccato di guerra, ben individuato e ben trattato e con quel senso di solitudine e di abbandono proprio dei tempi della guerra. Tema centrato. Il protagonista distingue i cadaveri dal colore delle uniformi, e alla fine sono tutti uguali. Il nonno alla fine esprime la solitudine al centro del racconto, che risulta ben comprensibile per via della visione dei morti nella terra e nella neve. Buona prova e a rileggerci.
Re: Se c'è la neve
Ciao Michael! Un lavoro davvero buono. Mi sfugge solo come possano essere più visibili i cadaveri sotto la neve, mi è sfuggita la metafora. Per il resto, dico la mia sul protagonista perché, mio parere, ci sta questa freddezza nel rovistare cadaveri unita all'ingenuità delle domande ed è proprio su questo contrasto che si basa il racconto: su come la necessità di sopravvivere sia più forte di ogni altro istinto e allo stesso tempo di come si possa mantenere una certa quale non consapevolezza del contesto più generale.
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