Linea 144

Lunedì 21 giugno dalle 21.30 alle 23.30, 1300 caratteri a disposizione e un tema scelto dai Campioni dell'Arena Maurizio Ferrero e Wladimiro Borchi
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Andrea76
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Linea 144

Messaggio#1 » lunedì 21 giugno 2021, 23:09

Un giorno qualsiasi di un mese qualsiasi. Sono sull’autobus 144, direzione centro.
Il convoglio è pieno, lo chiamano orario di punta. Tutti pigiati l’uno sull’altro. Io per fortuna sono seduta.
Io e nessun pensiero.
Il mio vicino legge distratto un giornale.
In piedi vicino a noi c’è una signora anziana che ad ogni frenata vacilla. Lui le fa un segno e le offre il posto, ma la signora lo manda a quel paese.
Dev’essere pazza.
Il posto del mio vicino non è di quelli che danno le spalle all’autista. Alcuni soffrono a star seduti in senso contrario di marcia, ma non è questo il caso.
Ma allora perché?
Forse il problema sono io. Mi annuso la blusa a fiori che ho indossato stamattina. No, non puzzo né emano strani odori. E neanche il mio vicino puzza, ne sono certa.
L’autobus fa una frenata brusca e la signora anziana si aggrappa a fatica ad un apposito sostegno.
Un uomo che è appena salito fa la voce grossa con un ragazzo dalle gambe lunghe. Il giovane si alza e cede il posto alla signora anziana che lo ringrazia con un sorriso.
Non credo di capire. Ma appena guardo bene in faccia il mio vicino, capisco. Anche lui mi scruta, forse sono diventata rossa dalla vergogna.
Il mio vicino è un signore di colore.
Questo accade oggi sull’autobus 144, in un giorno qualsiasi di un mese qualsiasi.



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maurizio.ferrero
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Re: Linea 144

Messaggio#2 » lunedì 21 giugno 2021, 23:11

Ciao Andrea! Tempo e caratteri ok, divertiti in questa prima sfida dello scrittore dell'estate! :)

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Sherwood
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Re: Linea 144

Messaggio#3 » martedì 22 giugno 2021, 8:22

Un bel racconto che mostra uno dei mali della nostra società: l'intolleranza. Orario di punta, la vecchia traballa ma non molla. Non lo fa perché è stoica, purtroppo è rimasta nel passato, quando i neri non avevano diritti se non quello di esistere. La ragazza invece non si accorge neppure che il suo vicino è di colore, perché per i giovani certe barriere semplicemente non esistono. Nel finale è addirittura lei a vergognarsi, la vecchia no, ha trovato un posto di suo gradimento. Peccato, meritava di farsi il viaggio in piedi. Un racconto incisivo con un messaggio importante.

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Michael Dag
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Re: Linea 144

Messaggio#4 » martedì 22 giugno 2021, 16:24

dunque…sono perplesso.
il racconto il se è bello, descrive una realtà che sembra antica ma purtroppo è ancora troppo presente. Non è chiara la linea temporale, potremo essere nel 1950 come nel 2030 (è una cosa positiva, appunto, non dovevi specificarlo).
Il finale con i due che si guardano imbarazzati è perfetto.
sullo stile però, non sono entusiasta.
[lo chiamano orario di punta] si, e…quindi? Che senso ha questa frase?
[Io e nessun pensiero.] anche qui, una frase vuota, di cui non vedo l'utilità
e poi hai ripetuto anziana signora troppe volte.

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Andrea76
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Re: Linea 144

Messaggio#5 » martedì 22 giugno 2021, 16:59

Sherwood ha scritto:Un bel racconto che mostra uno dei mali della nostra società: l'intolleranza. Orario di punta, la vecchia traballa ma non molla. Non lo fa perché è stoica, purtroppo è rimasta nel passato, quando i neri non avevano diritti se non quello di esistere. La ragazza invece non si accorge neppure che il suo vicino è di colore, perché per i giovani certe barriere semplicemente non esistono. Nel finale è addirittura lei a vergognarsi, la vecchia no, ha trovato un posto di suo gradimento. Peccato, meritava di farsi il viaggio in piedi. Un racconto incisivo con un messaggio importante.


CIao e grazie per il tuo commento. Sono felice che tu abbia trovato il racconto funzionale al messaggio che voleva veicolare. A rileggerti.

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Andrea76
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Re: Linea 144

Messaggio#6 » martedì 22 giugno 2021, 17:07

Michael Dag ha scritto:dunque…sono perplesso.
il racconto il se è bello, descrive una realtà che sembra antica ma purtroppo è ancora troppo presente. Non è chiara la linea temporale, potremo essere nel 1950 come nel 2030 (è una cosa positiva, appunto, non dovevi specificarlo).
Il finale con i due che si guardano imbarazzati è perfetto.
sullo stile però, non sono entusiasta.
[lo chiamano orario di punta] si, e…quindi? Che senso ha questa frase?
[Io e nessun pensiero.] anche qui, una frase vuota, di cui non vedo l'utilità
e poi hai ripetuto anziana signora troppe volte.


Dunque... il racconto per te è bello, descrive incisivamente un tema attuale e ha un finale perfetto. Però tutto questo è scompensato da uno stile per te inefficace per spiegare il quale sei andato ad estrapolare tre sbavature che a tuo avviso inficiano tutta la qualità del testo. Se è così e non ho capito male, francamente permettimi di essere a mia volta perplesso della tua perplessità.

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Linea 144

Messaggio#7 » martedì 22 giugno 2021, 18:15

Ciao Andrea.
Confesso di non essere del tutto convinto di questo racconto, e questo per due ragioni.

La prima è che anch’io ho trovato lo stile poco curato e pieno di frasi che nulla aggiungono alla narrazione, ma che sembrano invece quasi dei vuoti riempitivi il cui unico scopo sembra di voler infondere al testo una “voce”. Sebbene infatti tu abbia scelto la prima persona al presente (la quale, che piaccia o no, impone una totale immersione nel qui e ora), il tuo portatore di PDV si lascia andare a commenti più da narratore esterno (“Un giorno qualsiasi di un mese qualsiasi”, “lo chiamano orario di punta”, “Questo accade oggi sull’autobus 144, in un giorno qualsiasi di un mese qualsiasi”).

La seconda ha a che vedere invece con l’interpretazione del tema. Piccolo passo indietro nel tempo: quando ieri sera ho letto il tema generale e ho cominciato a buttare giù qualche idea a caso, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata “razzismo”, subito scartata perché ritenuta troppo prevedibile. Ora, il problema non è tanto la scarsa originalità della tua interpretazione, quanto il fatto che questa venga sbattuta in faccia al lettore senza particolari guizzi, senza offrire nessuno spunto in grado d’infondere un nuovo punto di vista sulla questione. Soltanto una scena che potrebbe appartenere a decine di film o libri già diretti e scritti nell’ultimo secolo. Il risultato è che, giunto a fine lettura, non ho sentito la mia esperienza accresciuta come invece accaduto, ad esempio, con i brani di Debora e Maurizio (cito loro in quanto quelli che meglio sono riusciti a costruire una narrazione coerente attorno a un tema portante).

Mi spiace, sarà per il prossimo giro.
lupus in fabula

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Andrea Lauro
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Re: Linea 144

Messaggio#8 » martedì 22 giugno 2021, 18:44

Ciao Andrea, il messaggio è arrivato senza fraintendimenti. Chiaro e conciso.

Il mio appunto è legato a ciò che percepisce il lettore e come questo possa aver scaricato la potenza del finale. Eccolo: durante la corsa, lei VEDE il suo vicino. Lo vede mentre legge distratto il giornale, mentre fa segno perché l’anziana si sieda.

Questo è un errore logico? No. La signora è totalmente priva di preconcetti. è integerrima. Vede che è di colore ma non nota che è di colore. Un punto contro il razzismo, palla al centro.

Il problema dove sta? Nel lettore, il tuo pubblico, che tende ad associare la storia alla propria esperienza.
Non è detto che il lettore la pensi come la signora. Anzi, potrebbe essere che con una figura così integerrima lui prenda inconsciamente le distanze. Per capirci: se io sono su un tram e siedo accanto a uno di colore, potrei notare come prima cosa che è di colore. E per la mia scala di valori potrei non vederci nulla di sbagliato. Ma se qualcuno mi evidenzia questa cosa, questa mia prima impressione, la prendo sul personale e mi distacco.
Ecco cosa penso sia accaduto col tuo testo. Se penso che il protagonista è migliore di me, non empatizzo.

Qual è la soluzione pratica a questo problema? Fare in modo che lei non veda il vicino. Che lo senta, ma che non lo veda. Che il dettaglio della pelle sia davvero l’ultimo, prima del disvelamento.

a presto,
andrea

alexandra.fischer
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Re: Linea 144

Messaggio#9 » mercoledì 23 giugno 2021, 20:12

Tema centrato. L’autobus 144 è un luogo dove si consuma un atto di razzismo: l’anziana signora non si siede perché il vicino di posto è di colore. Il tutto, visto dagli occhi della protagonista, la quale, con l’Occhio della Telecamera, riprende un angolo di mondo con estrema precisione: l’autobus affollato, la calca, e anche le sue sensazioni davanti alla reazione della signora: arriva a odorarsi gli abiti nel timore di puzzare. Invece, questo non è neppure il caso del vicino. Molto realistica anche la resa del tipico malessere di molti, ossia viaggiare seduti nella direzione opposta. Insomma, un ottimo lavoro.

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Michael Dag
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Re: Linea 144

Messaggio#10 » giovedì 24 giugno 2021, 12:13

Andrea76 ha scritto:Dunque... il racconto per te è bello, descrive incisivamente un tema attuale e ha un finale perfetto. Però tutto questo è scompensato da uno stile per te inefficace per spiegare il quale sei andato ad estrapolare tre sbavature che a tuo avviso inficiano tutta la qualità del testo. Se è così e non ho capito male, francamente permettimi di essere a mia volta perplesso della tua perplessità.

quelle sono le tre più specifiche, ma saltelli un po' tra prima immersiva e narratore onniscente.
è sempre brutto abbassare la classifica di un compagno scrittore, ma a qualcuno tocca.
a parer mio il problema di questo pezzo è proprio l'eccessiva ridondanza adi elementi superflui. ho trovato un ottimo spaccato di vita quotidiana, ma poco originale.
bella l'osservazione sul sedile rovesciato.

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Andrea Furlan
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Re: Linea 144

Messaggio#11 » domenica 27 giugno 2021, 12:48

Ciao Andrea,
il tuo racconto brilla per un'ottima ambientazione, che veicola in modo ottimale il messaggio di fondo, una giornata qualsiasi su un autobus qualsiasi in cui succede un fatto di intolleranza. Personalmente apprezzo molto casi come questo dove l'ambiente diventa un elemento fondante.
Il messaggio mi lascia invece un po' più perplesso, forse l'ho trovato un po' scontato anche se il colpo di scena finale è apprezzabile. Ci ritrovo un po’ il mio racconto, che affronta un tema molto simile, e mi rendo conto che forse il razzismo legato ai colori era un collegamento troppo visto.
Come hanno sollevato gli altri, il fatto che la protagonista non "veda" la diversità del vicino se non all'ultimo è un po' ambivalente: da un lato positivo perché sviluppa il senso della storia, dall'altro poteva forse essere interpretato meglio nell'economia del testo.

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Giovanni Attanasio
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Re: Linea 144

Messaggio#12 » lunedì 28 giugno 2021, 10:17

Mi è piaciuto il twist finale e posso anche capire bene la situazione. Non sono di colore, ma da adolescente sono stato metallaro in una cittadina dove non era la miglior scelta per fare “buona impressione”. Quello che mi turba nella storia è legato proprio al vicino. Posso capire che lei non abbia notato l’identità del vicino di posto, visto che ci viene presentata come distratta e lui ha un giornale alzato davanti alla faccia, ma un po’ scricchiola. Ad ogni modo, è un’inezia e il racconto mi è piaciuto.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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ItaliaLeggendaria
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Re: Linea 144

Messaggio#13 » martedì 29 giugno 2021, 16:06

Ciao Andrea.
Allora, premetto che anche io ho utilizzato il tema di razzismo (e bullismo) per il diverso colore della pelle, ma quello che non mi ha convinto del tuo racconto è il modo banale in cui lo affronti.
Avresti davvero potuto fare un passo in più.
Un'altra nota negativa è lo stile della narrazione; molte frasi vuote, da narratore esterno che mi fanno pensare più a una notizia di telegiornale che a un racconto che voglia lasciare qualcosa.
Peccato.

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Peter7413
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Re: Linea 144

Messaggio#14 » martedì 6 luglio 2021, 18:33

Ciao Andrea! Vero che il tuo narratore è un po' strano, ma capisco che tu abbia cercato di ammantare la cornice del racconto di un alone indeterminato e per me la cosa ha senso. Poi t'immergi nella tua protagonista e forse potevi fare qualche scelta strategica diversa, ma anche in quel caso per me funziona. Idem il finale, funzionale a mostrare un quadretto di normale ignoranza quotidiana. E il tuo racconto questo vuole essere: un quadretto di una situazione da stigmatizzare. Per me lo fa bene e mi è piaciuto.

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