Visione ancestrale

Lunedì 21 giugno dalle 21.30 alle 23.30, 1300 caratteri a disposizione e un tema scelto dai Campioni dell'Arena Maurizio Ferrero e Wladimiro Borchi
Charlesdexter
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Visione ancestrale

Messaggio#1 » lunedì 21 giugno 2021, 23:29

Visione ancestrale

- Amore, vai più piano, c’ho il fiatone! Ansimo e mi fermo, Mirella mi precede di una ventina di metri.
- Sei un pelandrone, Ettore, non ce la faremo mai ad arrivare al lago per il tramonto. Scompare dietro agli alberi di pino, che avvolgono i lati del sentiero, rendendolo impenetrabile. Provo a starle dietro, concentrandomi sul ritmo del respiro per tenere il passo. La ritrovo presso un cespuglio vicino all'acqua. Mi guarda con le sopracciglia arcuate a mo' di beffa e beve a piccoli sorsi dalla borraccia. Il suo atteggiamento indisponente mi fa venire voglia di acchiapparla: balzo in avanti ma è troppo più giovane e atletica di me. Cado col muso a terra, chiudo gli occhi e sento nelle narici l’odore del sambuco. Penso a che buono sciroppo sapeva fare mia madre. Mi rialzo e osservo il sole che pian piano si tuffa sulla superficie del lago e avvolge col suo rossore il cielo, gli alberi e le mie mani, poi anche tutto il corpo si tinge di un alone incandescente. Mirella è lì, a fianco a me, le sue sopracciglia si sono alzate in un’espressione di sgomento, la vedo colorarsi di verde, poi di blu. Forse sto morendo? Sento una fitta nello stomaco. Mi sveglio sudato, sono nel mio letto, era un incubo.
- Mai più spuntini di mezzanotte a base di porchetta! Quante volte l’ho già detto?

Di Alessandro Randone



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maurizio.ferrero
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Re: Visione ancestrale

Messaggio#2 » lunedì 21 giugno 2021, 23:30

Ciao Alessandro! Tempo e caratteri ok, divertiti in questa prima sfida dello scrittore dell'estate! :)

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Andrea Partiti
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Re: Visione ancestrale

Messaggio#3 » martedì 22 giugno 2021, 20:57

Come rovinare un racconto in quattro semplici parole: "era tutto un sogno".

Non mi importa quanto bizzarra, surreale o sbagliata sia la tua storia. Se me la racconti io ci credo o faccio di tutto per crederci. Usare il cliché di annullare tutto come sogno, qualcosa che stavi leggendo, una fantasia a occhi aperti, un'allucinazione, un gioco di ruolo, una realtà virtuale, è un tradimento.

Penso che potessi trovare un modo per chiudere il racconto in maniera dignitosa. I caratteri erano pochi, quindi inevitabilmente racconti solo una scena. Se costruisci tutto attorno a un inseguimento tra questo tuo protagonista stanco e affannato e la donna che sfugge nel bosco, puoi arrivare solo a due conclusioni. La ritrova o non la ritrova. Non c'è alternativa a cui arrivare (o meglio, c'è, ma sempre giocando sulle due opzioni di base).
La perde, è notte, il mondo diventa spaventoso perché è buio.
La ritrova, è notte, il mondo diventa meno spaventoso perché è con lei.
E' troppo semplice? Non mi importa, è onesto e mi lascia un senso di chiusura verso il poco che ho visto del protagonista.

Charlesdexter
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Re: Visione ancestrale

Messaggio#4 » martedì 22 giugno 2021, 21:36

Andrea Partiti ha scritto:Come rovinare un racconto in quattro semplici parole: "era tutto un sogno".

Non mi importa quanto bizzarra, surreale o sbagliata sia la tua storia. Se me la racconti io ci credo o faccio di tutto per crederci. Usare il cliché di annullare tutto come sogno, qualcosa che stavi leggendo, una fantasia a occhi aperti, un'allucinazione, un gioco di ruolo, una realtà virtuale, è un tradimento.

Penso che potessi trovare un modo per chiudere il racconto in maniera dignitosa. I caratteri erano pochi, quindi inevitabilmente racconti solo una scena. Se costruisci tutto attorno a un inseguimento tra questo tuo protagonista stanco e affannato e la donna che sfugge nel bosco, puoi arrivare solo a due conclusioni. La ritrova o non la ritrova. Non c'è alternativa a cui arrivare (o meglio, c'è, ma sempre giocando sulle due opzioni di base).
La perde, è notte, il mondo diventa spaventoso perché è buio.
La ritrova, è notte, il mondo diventa meno spaventoso perché è con lei.
E' troppo semplice? Non mi importa, è onesto e mi lascia un senso di chiusura verso il poco che ho visto del protagonista.

Che ti devo dire? Il cliente ha sempre ragione. Capisco i tuoi suggerimenti ma la storia voleva essere questa, dispiace che tu ti sia sentito tradito o che abbia trovato la mia storia poco dignitosa. La prossima volta terrò eventualmente conto di questi tuoi spunti. Saluti e alla prossima!

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GiulianoCannoletta
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Re: Visione ancestrale

Messaggio#5 » martedì 22 giugno 2021, 22:48

Ciao Alessandro, piacere di averti letto.
Devo accodarmi al commento di Andrea, lo stratagemma del sogno è un po' abusato, per cui a meno che non ci sia una costruzione magistrale della parte precedente, risulta depotenziante.
La scena iniziale mi è parsa un po' debole, un inseguimento nel bosco che occupa parecchi caratteri e appare sbilanciata in un testo così breve. La metamorfosi di Mirella sembra un po' forzata, più per voler rispettare il tema che per esigenze narrative.
Un punto di forza a mio avviso sta nello stile, mi è parso pulito e ho apprezzato il fatto di usare altri sensi oltre alla vista.
A rileggerci presto.
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

Edoardo Foresti
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Re: Visione ancestrale

Messaggio#6 » martedì 22 giugno 2021, 23:28

Charlesdexter ha scritto:Visione ancestrale

- Amore, vai più piano, c’ho il fiatone! Ansimo e mi fermo, Mirella mi precede di una ventina di metri.
- Sei un pelandrone, Ettore, non ce la faremo mai ad arrivare al lago per il tramonto. Scompare dietro agli alberi di pino, che avvolgono i lati del sentiero, rendendolo impenetrabile. Provo a starle dietro, concentrandomi sul ritmo del respiro per tenere il passo. La ritrovo presso un cespuglio vicino all'acqua. Mi guarda con le sopracciglia arcuate a mo' di beffa e beve a piccoli sorsi dalla borraccia. Il suo atteggiamento indisponente mi fa venire voglia di acchiapparla: balzo in avanti ma è troppo più giovane e atletica di me. Cado col muso a terra, chiudo gli occhi e sento nelle narici l’odore del sambuco. Penso a che buono sciroppo sapeva fare mia madre. Mi rialzo e osservo il sole che pian piano si tuffa sulla superficie del lago e avvolge col suo rossore il cielo, gli alberi e le mie mani, poi anche tutto il corpo si tinge di un alone incandescente. Mirella è lì, a fianco a me, le sue sopracciglia si sono alzate in un’espressione di sgomento, la vedo colorarsi di verde, poi di blu. Forse sto morendo? Sento una fitta nello stomaco. Mi sveglio sudato, sono nel mio letto, era un incubo.
- Mai più spuntini di mezzanotte a base di porchetta! Quante volte l’ho già detto?

Di Alessandro Randone


Ciao Alessandro!
Mi spiace dovermi accodare agli altri utenti, ma concordo nel dire che l'espediente del sogno smorzi parecchio la tensione creata. Trovo ci sia anche un ritmo sbilanciato verso la seconda parte del racconto: la prima ha un inseguimento spensierato tra una coppia e non si avverte un conflitto definito. E quando arriva, scopriamo che non è realmente esistito.
Passiamo invece alle note positive: la prosa è chiara e questo non è scontato, c'è un'attenzione ai dettagli concreti e sensoriali che mi fa piacere trovare e aiuta a creare immersione. Anche il tema c'è, con i riferimenti espliciti ai colori.
In sintesi, peccato per l'espediente che, personalmente, non ho apprezzato e va a inficiare su una prosa interessante.
A rileggerci!

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Alessio
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Re: Visione ancestrale

Messaggio#7 » giovedì 24 giugno 2021, 14:31

Ciao Alessandro,
comincio col dire che, se vuoi usare la lineetta per i dialoghi, è diversa dal segno meno che hai usato tu e inoltre dovresti chiudere la battuta con un'altra lineetta, altrimenti non si capisce dove finisce (oppure andare a capo).
Detto questo, sull'artificio del sogno si è già espresso a sufficienza chi mi ha preceduto.
Apprezzo lo sforzo di attenerti al mostrato e di introdurre degli elementi sensoriali, scivolando però su qualche verbo percettivo (penso, osservo, vedo) e qualche relazione temporale a posteriori (la vedo colorarsi di verde, poi di blu).
Mi è piaciuta l'atmosfera "favolistica" e mi è arrivato il sense of wonder del momento prima del risveglio con le aure colorate.
Per quanto riguarda il tema, ok, ci sono i colori, ma non vedo come la loro diversità abbia effetto sulla storia.
Secondo me una prova che mostra del potenziale, ma che ha ancora dei margini di miglioramento.
In bocca al lupo per la tua estate da scrittore. Alla prossima!

Charlesdexter
Messaggi: 125

Re: Visione ancestrale

Messaggio#8 » giovedì 24 giugno 2021, 15:46

Alessio ha scritto:Ciao Alessandro,
comincio col dire che, se vuoi usare la lineetta per i dialoghi, è diversa dal segno meno che hai usato tu e inoltre dovresti chiudere la battuta con un'altra lineetta, altrimenti non si capisce dove finisce (oppure andare a capo).
Detto questo, sull'artificio del sogno si è già espresso a sufficienza chi mi ha preceduto.
Apprezzo lo sforzo di attenerti al mostrato e di introdurre degli elementi sensoriali, scivolando però su qualche verbo percettivo (penso, osservo, vedo) e qualche relazione temporale a posteriori (la vedo colorarsi di verde, poi di blu).
Mi è piaciuta l'atmosfera "favolistica" e mi è arrivato il sense of wonder del momento prima del risveglio con le aure colorate.
Per quanto riguarda il tema, ok, ci sono i colori, ma non vedo come la loro diversità abbia effetto sulla storia.
Secondo me una prova che mostra del potenziale, ma che ha ancora dei margini di miglioramento.
In bocca al lupo per la tua estate da scrittore. Alla prossima!

Ciao Alessio, mi fa piacere che, senza atteggiarti a professorino, tu abbia saputo cogliere la cosa che mi stava più a cuore, cioè il senso di stupore che potrebbe provare una persona che se ne sta andando all'altro mondo.
Sui trattini hai fatto bene a muovermi un appunto, purtroppo ho consegnato alle 23.29 e non ho potuto rifinire il testo sotto tanti punti di vista.
A leggerci presto

alexandra.fischer
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Re: Visione ancestrale

Messaggio#9 » venerdì 25 giugno 2021, 16:07

VISIONE ANCESTRALE di Alessandro Randone Tema centrato. Atmosfera molto bella. L’idea della passeggiata nel bosco che dà sul lago è davvero indovinata, se ne vede l’atmosfera, se ne sentono i profumi e tutto attraverso l’ottima gestione del PDV di Ettore, trafelato, assetato, ma con gli occhi immersi nella bellezza dei pini e in quella della vivace Mirella (moglie? Compagna?). Molto ben resa la scena della caduta quando lui associa il profumo del sambuco allo sciroppo che sapeva preparare la madre. Bellissima anche l’immagine di Mirella che cambia diversi colori sotto i suoi occhi. Il finale è un plot-twist divertente. Incubo da porchetta.
Punto debole:
ti segnalo la frase: poi anche tutto il corpo si tinge di un alone incandescente (di chi? Quello di Ettore o di Mirella?) Se fosse il mio racconto, specificherei quello di Mirella, visto che dopo cambia colore.

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Marco Travaglini
Messaggi: 196

Re: Visione ancestrale

Messaggio#10 » venerdì 25 giugno 2021, 21:48

Ciao Alessandro, ben trovato.

Parto con la problematica che reputo la più grande: per me è fuori tema. Il tuo racconto parla, se non ho capito male, di una finta "visione" (molto bello il titolo che prende bonariamente in giro il lettore) in cui il protagonista muore. Al tramonto. E la sua compagna si colora prima di verde e poi di blu: è questo particolare che dovrebbe essere inerente col tema? Il fatto che si colori di due colori diversi senza nessun motivo (o che almeno io non vedo)? Probabilmente non sono un lettore attento e non ho colto qualcosa, nel qual caso ti prego di aiutarmi a capire meglio.
Parliamo poi delle sopracciglia di questa Mirella: va bene quando sono posizionate in un'espressione di sgomento, dove le immagino belle alte, anche se personalmente tendo più a immaginare tutta la faccia in quell'espressione, ma come sono le sopracciglia arcuate a mo di beffa? Sinceramente sono andato in difficoltà nel figurarmela, mentre invece non ho avuto nessuna difficoltà a costruirmi tutta la scena della salita che è stata ben presentata.
Anche io, come altri, ho avuto difficoltà a capire dove finisse il dialogo.
Non ti dico che sono rimasto deluso dal fatto che fosse un sogno, perché come accennavo precedentemente mi ero già perso alla scena del tramonto e probabilmente non ho colto qualcosa.
Come avrai capito non è un giudizio positivo, ma aspetto qualche delucidazione sul tema prima di procedere con la mia classifica.

Buona serata

Charlesdexter
Messaggi: 125

Re: Visione ancestrale

Messaggio#11 » sabato 26 giugno 2021, 10:45

Marco Travaglini ha scritto:Ciao Alessandro, ben trovato.

Parto con la problematica che reputo la più grande: per me è fuori tema. Il tuo racconto parla, se non ho capito male, di una finta "visione" (molto bello il titolo che prende bonariamente in giro il lettore) in cui il protagonista muore. Al tramonto. E la sua compagna si colora prima di verde e poi di blu: è questo particolare che dovrebbe essere inerente col tema? Il fatto che si colori di due colori diversi senza nessun motivo (o che almeno io non vedo)? Probabilmente non sono un lettore attento e non ho colto qualcosa, nel qual caso ti prego di aiutarmi a capire meglio.
Parliamo poi delle sopracciglia di questa Mirella: va bene quando sono posizionate in un'espressione di sgomento, dove le immagino belle alte, anche se personalmente tendo più a immaginare tutta la faccia in quell'espressione, ma come sono le sopracciglia arcuate a mo di beffa? Sinceramente sono andato in difficoltà nel figurarmela, mentre invece non ho avuto nessuna difficoltà a costruirmi tutta la scena della salita che è stata ben presentata.
Anche io, come altri, ho avuto difficoltà a capire dove finisse il dialogo.
Non ti dico che sono rimasto deluso dal fatto che fosse un sogno, perché come accennavo precedentemente mi ero già perso alla scena del tramonto e probabilmente non ho colto qualcosa.
Come avrai capito non è un giudizio positivo, ma aspetto qualche delucidazione sul tema prima di procedere con la mia classifica.

Buona serata

Ciao Marco, se non hai capito e non ti è piaciuto è inutile che ti dia spiegazioni. Il racconto deve parlare da sé.
Ti ringrazio della tua critica, non preoccuparti della classifica, procedi pure.
Saluti e alla prossima
Ultima modifica di Charlesdexter il sabato 26 giugno 2021, 12:29, modificato 2 volte in totale.

Charlesdexter
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Re: Visione ancestrale

Messaggio#12 » sabato 26 giugno 2021, 12:14

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Alessandro, piacere di averti letto.
Devo accodarmi al commento di Andrea, lo stratagemma del sogno è un po' abusato, per cui a meno che non ci sia una costruzione magistrale della parte precedente, risulta depotenziante.
La scena iniziale mi è parsa un po' debole, un inseguimento nel bosco che occupa parecchi caratteri e appare sbilanciata in un testo così breve. La metamorfosi di Mirella sembra un po' forzata, più per voler rispettare il tema che per esigenze narrative.
Un punto di forza a mio avviso sta nello stile, mi è parso pulito e ho apprezzato il fatto di usare altri sensi oltre alla vista.
A rileggerci presto.
Giuliano


Edoardo Foresti ha scritto:
Ciao Alessandro!
Mi spiace dovermi accodare agli altri utenti, ma concordo nel dire che l'espediente del sogno smorzi parecchio la tensione creata. Trovo ci sia anche un ritmo sbilanciato verso la seconda parte del racconto: la prima ha un inseguimento spensierato tra una coppia e non si avverte un conflitto definito. E quando arriva, scopriamo che non è realmente esistito.
Passiamo invece alle note positive: la prosa è chiara e questo non è scontato, c'è un'attenzione ai dettagli concreti e sensoriali che mi fa piacere trovare e aiuta a creare immersione. Anche il tema c'è, con i riferimenti espliciti ai colori.
In sintesi, peccato per l'espediente che, personalmente, non ho apprezzato e va a inficiare su una prosa interessante.
A rileggerci!

Ringrazio entrambi per avermi fatto notare ciò che vi è piaciuto e dispiaciuto. Sarebbe stato più facile far morire il protagonista di crepacuore dopo aver sperimentato la visione, ma lì per lì ho pensato che il suo malessere e il suo viaggio astrale, dovuti a una banale indigestione fossero una trovata divertente e dissacrante. Non volevo tradire nessuna aspettativa del lettore ma giocare un po'.
Grazie dei commenti e a rileggerci.
alexandra.fischer ha scritto:VISIONE ANCESTRALE di Alessandro Randone Tema centrato. Atmosfera molto bella. L’idea della passeggiata nel bosco che dà sul lago è davvero indovinata, se ne vede l’atmosfera, se ne sentono i profumi e tutto attraverso l’ottima gestione del PDV di Ettore, trafelato, assetato, ma con gli occhi immersi nella bellezza dei pini e in quella della vivace Mirella (moglie? Compagna?). Molto ben resa la scena della caduta quando lui associa il profumo del sambuco allo sciroppo che sapeva preparare la madre. Bellissima anche l’immagine di Mirella che cambia diversi colori sotto i suoi occhi. Il finale è un plot-twist divertente. Incubo da porchetta.
Punto debole:
ti segnalo la frase: poi anche tutto il corpo si tinge di un alone incandescente (di chi? Quello di Ettore o di Mirella?) Se fosse il mio racconto, specificherei quello di Mirella, visto che dopo cambia colore.


Ciao Alexandra, mi fa piacere che la tua sensibilità riesca ad apprezzare i miei tentativi letterari concentrandoti sugli aspetti positivi.

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Marco Travaglini
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Re: Visione ancestrale

Messaggio#13 » lunedì 28 giugno 2021, 15:47

Charlesdexter ha scritto:Ciao Marco, se non hai capito e non ti è piaciuto è inutile che ti dia spiegazioni. Il racconto deve parlare da sé.
Ti ringrazio della tua critica, non preoccuparti della classifica, procedi pure.
Saluti e alla prossima


Il confronto per me è la parte più istruttiva di Minuti Contati, credo che aiuti tutti a crescere sia come scrittori che come lettori più attenti. D'accordo che il racconto debba parlare da sé in generale, ma questa è una palestra e non è solo il risultato quello che conta. Se non vuoi rispondere perché il mio commento ti ha dato fastidio lo posso capire, però mi dispiace, e sottrarsi a questa fase di confronto è un po' come partecipare a metà a mio modo di vedere.
Ovviamente rispetto al tua decisione e ti auguro una buona sfida per questa e per le prossime edizioni.

Charlesdexter
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Re: Visione ancestrale

Messaggio#14 » lunedì 28 giugno 2021, 20:54

Marco Travaglini ha scritto:
Charlesdexter ha scritto:Ciao Marco, se non hai capito e non ti è piaciuto è inutile che ti dia spiegazioni. Il racconto deve parlare da sé.
Ti ringrazio della tua critica, non preoccuparti della classifica, procedi pure.
Saluti e alla prossima


Il confronto per me è la parte più istruttiva di Minuti Contati, credo che aiuti tutti a crescere sia come scrittori che come lettori più attenti. D'accordo che il racconto debba parlare da sé in generale, ma questa è una palestra e non è solo il risultato quello che conta. Se non vuoi rispondere perché il mio commento ti ha dato fastidio lo posso capire, però mi dispiace, e sottrarsi a questa fase di confronto è un po' come partecipare a metà a mio modo di vedere.
Ovviamente rispetto al tua decisione e ti auguro una buona sfida per questa e per le prossime edizioni.

Caro Marco il confronto dipende dalle situazioni, ritengo che questo posto sia un'ottima palestra purché alla fine la motivazione rimanga alta in chi scrive. A volte mi trovo a scrivere e a ricevere una marea di feedback che saranno espressi con la massima imparzialità e lucidità, ma in cui ci vedo sul momento sia frettolosità che impazienza nell'argomentare e ciò mi abbassa la voglia di continuare e anche di rispondere alle critiche. Sono un tipo ipersensibile riguardo alla scrittura, ci tengo fin troppo e quindi non sono capace di accettare critiche da chi non ha un legame pregresso con me o mi dice qualcosa di crudo senza pensare troppo alle conseguenze delle sue parole. Ovviamente non mi riferisco espressamente a te, sei stato abbastanza garbato. Tornando sul fatto che il racconto debba parlare da sé ne rimango convinto. Se una scena non convince è perché qualcosa non è fluido.
Rispondendoti adesso, con un po' di fatica, ti posso dire che la visione è sconnessa perché psichedelica e che le sopracciglia arcuate a mo' di beffa sono quelle con cui qualcuno ti scruta, ma non è importante continuare a discuterne.
Grazie del tempo che ti sei preso per rispondermi e buona scrittura!

Alex Didò
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Re: Visione ancestrale

Messaggio#15 » mercoledì 30 giugno 2021, 8:43

Ciao Alessandro, piacere di leggerti.
Senza offesa: il tuo racconto mi sembra molto confuso e la gestione delle informazioni è ingarbugliata.
Esempio:
Cado col muso a terra, chiudo gli occhi e sento nelle narici l’odore del sambuco. Penso a che buono sciroppo sapeva fare mia madre.
Non ha senso. Lui ha cercato di saltarle addosso, ha sbattuto il muso e pensa allo sciroppo che sapeva fare la madre?
Mi rialzo e osservo il sole che pian piano si tuffa sulla superficie del lago e avvolge col suo rossore il cielo, gli alberi e le mie mani, poi anche tutto il corpo si tinge di un alone incandescente.
Stessa storia. Perché dovrebbe notare il rossore del cielo e l’alone incandescente? Non è coerente con le azioni che ha fatto.
Forse sto morendo? Sento una fitta nello stomaco. Mi sveglio sudato, sono nel mio letto, era un incubo.
Perché l’espressione di sgomento di Mirella dovrebbe fargli pensare che sta morendo?
Il finale, poi, non ha senso. Mi sembra messo lì solo per chiudere in fretta il racconto.
Grazie comunque per averlo condiviso con noi. A rileggerci :)

Charlesdexter
Messaggi: 125

Re: Visione ancestrale

Messaggio#16 » mercoledì 30 giugno 2021, 9:05

Alex Didò ha scritto:Ciao Alessandro, piacere di leggerti.
Senza offesa: il tuo racconto mi sembra molto confuso e la gestione delle informazioni è ingarbugliata.
Esempio:
Cado col muso a terra, chiudo gli occhi e sento nelle narici l’odore del sambuco. Penso a che buono sciroppo sapeva fare mia madre.
Non ha senso. Lui ha cercato di saltarle addosso, ha sbattuto il muso e pensa allo sciroppo che sapeva fare la madre?
Mi rialzo e osservo il sole che pian piano si tuffa sulla superficie del lago e avvolge col suo rossore il cielo, gli alberi e le mie mani, poi anche tutto il corpo si tinge di un alone incandescente.
Stessa storia. Perché dovrebbe notare il rossore del cielo e l’alone incandescente? Non è coerente con le azioni che ha fatto.
Forse sto morendo? Sento una fitta nello stomaco. Mi sveglio sudato, sono nel mio letto, era un incubo.
Perché l’espressione di sgomento di Mirella dovrebbe fargli pensare che sta morendo?
Il finale, poi, non ha senso. Mi sembra messo lì solo per chiudere in fretta il racconto.
Grazie comunque per averlo condiviso con noi. A rileggerci :)


Ciao Alex, ognuno è libero di fare il docente per un giorno qui ma si deve prendere la briga di leggere bene e con calma, cercando di capire cosa l'altro voglia dire, senza balzare a facili conclusioni: il personaggio prende una botta in testa e ha una sinestesia, mi è capitato personalmente e ho voluto inserirlo nel racconto, avviene proprio così, da un secondo all'altro. Lo stile capisco che non ti piaccia però è un po' il mio personale, non voglio essere perfettamente chiaro e didascalico come il santo verbo delle scuole di scrittura vuole spingere tutti ad essere oggigiorno.
Mirella poco prima lo prendeva in giro ma il suo cambio repentino di espressione gli fa pensare che qualcosa non vada bene. Per il resto concordo con le tue critiche, hai qualche suggerimento pratico su come aggiustare alcuni passaggi?

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Stefano.Moretto
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Re: Visione ancestrale

Messaggio#17 » giovedì 1 luglio 2021, 13:53

Ciao Alessandro
Ho letto un po' gli altri commenti e punto subito con ciò in cui sono in disaccordo: lo "stratagemma" del sogno sarà anche stato abusato, ma non è che nessuno lo può mai più utilizzare per nessun motivo! In questo caso l'utilizzo è a chiaro intento comico e per me ha funzionato, mi ha strappato un sorriso . Tra l'altro, secondo quest'idea nessuno potrebbe mai mettere il sogno di un personaggio dentro un romanzo, quando un sogno può avere anche una rilevanza per la trama se la cosa ha un senso.
Detto questo, il tuo racconto soffre effettivamente di altri problemi. Ad esempio è un "walltext", non vai mai a capo e questo non lascia aria al lettore. Non è una cosa da sottovalutare questa: se il testo è letteralmente un muro si fa molta più fatica a seguire il filo. Inoltre questo si ripercuote sui dialoghi: dopo aver finito un dialogo che inizia con il trattino devi andare a capo, non puoi continuare la narrazione come nulla fosse, altrimenti come faccio a capire cos'è battuta di dialogo e cosa no? Ad esempio:
- Mai più spuntini di mezzanotte a base di porchetta! Quante volte l’ho già detto?

La seconda frase la pensa o la dice? Non ho elementi per saperlo. Nelle altre due battute almeno era evidente che iniziava la narrazione, anche se c'era bisogno di fare uno stacco cognitivo, qui invece non ho gli elementi per capirlo.
Oltre a questo ho trovato un po' problematiche anche queste frasi:
Penso a che buono sciroppo sapeva fare mia madre.

Questa informazione mi è arrivata un po' a caso, lì per lì l'ho collegata all'odore, ma poi l'ho proprio persa perché di fatto non serviva a nulla.
tutto il corpo si tinge di un alone incandescente

Qui ho avuto un po' di difficoltà a capire cosa intendevi. Nel senso che il rosso del tramonto colora tutto? Con questa frase da sola mi sono immaginato più qualcosa in stile torcia umana, forse puoi trovare un modo migliore per formularla.
Detto tutto questo, il racconto in sé non mi è dispiaciuto, ma devi lavorare un po' sul modo di distribuire il testo sulla pagina. So che sembra una roba da poco, ma non lo è!

Charlesdexter
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Re: Visione ancestrale

Messaggio#18 » giovedì 1 luglio 2021, 17:16

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Alessandro
Ho letto un po' gli altri commenti e punto subito con ciò in cui sono in disaccordo: lo "stratagemma" del sogno sarà anche stato abusato, ma non è che nessuno lo può mai più utilizzare per nessun motivo! In questo caso l'utilizzo è a chiaro intento comico e per me ha funzionato, mi ha strappato un sorriso . Tra l'altro, secondo quest'idea nessuno potrebbe mai mettere il sogno di un personaggio dentro un romanzo, quando un sogno può avere anche una rilevanza per la trama se la cosa ha un senso.
Detto questo, il tuo racconto soffre effettivamente di altri problemi. Ad esempio è un "walltext", non vai mai a capo e questo non lascia aria al lettore. Non è una cosa da sottovalutare questa: se il testo è letteralmente un muro si fa molta più fatica a seguire il filo. Inoltre questo si ripercuote sui dialoghi: dopo aver finito un dialogo che inizia con il trattino devi andare a capo, non puoi continuare la narrazione come nulla fosse, altrimenti come faccio a capire cos'è battuta di dialogo e cosa no? Ad esempio:
- Mai più spuntini di mezzanotte a base di porchetta! Quante volte l’ho già detto?

La seconda frase la pensa o la dice? Non ho elementi per saperlo. Nelle altre due battute almeno era evidente che iniziava la narrazione, anche se c'era bisogno di fare uno stacco cognitivo, qui invece non ho gli elementi per capirlo.
Oltre a questo ho trovato un po' problematiche anche queste frasi:
Penso a che buono sciroppo sapeva fare mia madre.

Questa informazione mi è arrivata un po' a caso, lì per lì l'ho collegata all'odore, ma poi l'ho proprio persa perché di fatto non serviva a nulla.
tutto il corpo si tinge di un alone incandescente

Qui ho avuto un po' di difficoltà a capire cosa intendevi. Nel senso che il rosso del tramonto colora tutto? Con questa frase da sola mi sono immaginato più qualcosa in stile torcia umana, forse puoi trovare un modo migliore per formularla.
Detto tutto questo, il racconto in sé non mi è dispiaciuto, ma devi lavorare un po' sul modo di distribuire il testo sulla pagina. So che sembra una roba da poco, ma non lo è!

Ciao Stefano, mi fa piacere che tu abbia colto l'intenzione del sogno, che pur introducendo un cliché lo voleva smontare.
Hai ragione sul muro di testo e sulla poca chiarezza dei dialoghi. Cercherò di starci più attento, prendendomi più tempo per rifinire questi dettagli.
Quanto al colore incandescente è proprio brutto, a parte che non ci si può colorare d'incandescenza, intendevo scrivere che il protagonista nella sua allucinazione si vede colorato di rosso, ma poi le mani gli bruciano e lo stomaco gli si contrae dal dolore. Coi pochi caratteri a disposizione e con le croniche partecipazioni sporadiche non riesco a migliorare dal punto di vista del mostrare.
Un saluto e a rileggerci alla prossima.

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Peter7413
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Re: Visione ancestrale

Messaggio#19 » martedì 6 luglio 2021, 11:34

Ciao Alessandro! Permettimi di risponderti sulla questione dei PROFESSORINI perché ritengo che sia purtroppo una problematica connessa allo scrivere un commento privandolo del contesto visivo. Mi spiego: abbiamo tutti modi diversi di relazionarci e non è detto che il farlo con toni freddi o tecnici presupponga per forza l'ergersi sopra all'autore commentato. A volte può capitare che qualcuno lo faccia, ma non è la regola. Semplicemente, qui trovi persone che cercano di fare del loro meglio, ognuna con un background totalmente personale e quindi con un'infinita variabilità di variabili. Il concetto è che quello che ci ritorna come commenti è insindacabile perché fa parte di un feedback che ci arriva dall'esterno e che non possiamo controllare. Parlo per me: il mio racconto non è stato compreso e ho provato a spiegarlo in risposta ai primi commentatori, ma quando sono arrivati più feedback simili ho capito che c'era poco da fare perché, evidentemente, avevo scritto per me stesso (e quindi a me piaceva) e non per una platea esterna. Punto e a capo, dalla prossima si cerca di cambiare. Ma questa è la mia reazione ed è dettata dalla volontà di arrivare al più ampio numero di lettori possibile, cosa che implica il cercare una via di mezzo tra il me stesso e gli altri. Poi chiaro che non tutti la pensano così e c'è chi crede fermamente nel proprio stile e nel proprio modo di esprimersi, al punto da non dare peso al fatto che si arrivi a (esempio) un lettore su dieci invece di cinque o sei o di più. Questi i miei cinque cents perché ho visto che sei rimasto male per alcuni commenti: è giusto che sia così, ma non cadere nella tentazione di pensare che siano stati dettati da superficialità o supponenza perché, a mio parere, non è così. Fidati.

Passando al tuo racconto, non sono della parrocchia di chi sostiene che se sia un sogno sia tutto da buttare, ma penso che se prendi certe strade ti si alzi il livello dell'asticella della difficoltà per fare sì che il racconto venga apprezzato. Molto dipende dall'esecuzione e si può suonare uno stesso spartito in infiniti modi diversi. In questo caso, ritengo che sia un errore il sottolineare che sia andato giù di muso perché se puntavi il faretto sul fatto che avesse battuto la testa sarebbe stato più immediato pensare a un problema dettato dalla botta, tanto per dire. Quello è un punto di svolta e il non eseguirlo in modo ottimale, soprattutto in un testo in cui ogni carattere conta, può essere particolarmente deleterio. La chiusa con lui che si risveglia poteva essere anche, semplicemente, non un sogno, ma lui riportato a casa dopo il collasso, tra l'altro. Occhio poi ai dialoghi perché non metti segni di chiusura e questo può confondere la lettura. A mio parere una prova non riuscita con molte delle tue intenzioni che ti sono rimaste in canna, ma ci sta, non c'è niente di male perché l'importante è mettersi in gioco e darci dentro, sempre.

Charlesdexter
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Re: Visione ancestrale

Messaggio#20 » martedì 6 luglio 2021, 13:46

Peter7413 ha scritto:Ciao Alessandro! Permettimi di risponderti sulla questione dei PROFESSORINI perché ritengo che sia purtroppo una problematica connessa allo scrivere un commento privandolo del contesto visivo. Mi spiego: abbiamo tutti modi diversi di relazionarci e non è detto che il farlo con toni freddi o tecnici presupponga per forza l'ergersi sopra all'autore commentato. A volte può capitare che qualcuno lo faccia, ma non è la regola. Semplicemente, qui trovi persone che cercano di fare del loro meglio, ognuna con un background totalmente personale e quindi con un'infinita variabilità di variabili. Il concetto è che quello che ci ritorna come commenti è insindacabile perché fa parte di un feedback che ci arriva dall'esterno e che non possiamo controllare. Parlo per me: il mio racconto non è stato compreso e ho provato a spiegarlo in risposta ai primi commentatori, ma quando sono arrivati più feedback simili ho capito che c'era poco da fare perché, evidentemente, avevo scritto per me stesso (e quindi a me piaceva) e non per una platea esterna. Punto e a capo, dalla prossima si cerca di cambiare. Ma questa è la mia reazione ed è dettata dalla volontà di arrivare al più ampio numero di lettori possibile, cosa che implica il cercare una via di mezzo tra il me stesso e gli altri. Poi chiaro che non tutti la pensano così e c'è chi crede fermamente nel proprio stile e nel proprio modo di esprimersi, al punto da non dare peso al fatto che si arrivi a (esempio) un lettore su dieci invece di cinque o sei o di più. Questi i miei cinque cents perché ho visto che sei rimasto male per alcuni commenti: è giusto che sia così, ma non cadere nella tentazione di pensare che siano stati dettati da superficialità o supponenza perché, a mio parere, non è così. Fidati.

Passando al tuo racconto, non sono della parrocchia di chi sostiene che se sia un sogno sia tutto da buttare, ma penso che se prendi certe strade ti si alzi il livello dell'asticella della difficoltà per fare sì che il racconto venga apprezzato. Molto dipende dall'esecuzione e si può suonare uno stesso spartito in infiniti modi diversi. In questo caso, ritengo che sia un errore il sottolineare che sia andato giù di muso perché se puntavi il faretto sul fatto che avesse battuto la testa sarebbe stato più immediato pensare a un problema dettato dalla botta, tanto per dire. Quello è un punto di svolta e il non eseguirlo in modo ottimale, soprattutto in un testo in cui ogni carattere conta, può essere particolarmente deleterio. La chiusa con lui che si risveglia poteva essere anche, semplicemente, non un sogno, ma lui riportato a casa dopo il collasso, tra l'altro. Occhio poi ai dialoghi perché non metti segni di chiusura e questo può confondere la lettura. A mio parere una prova non riuscita con molte delle tue intenzioni che ti sono rimaste in canna, ma ci sta, non c'è niente di male perché l'importante è mettersi in gioco e darci dentro, sempre.

Ciao Peter,
conosco benissimo questo posto, ci scrivo anche se saltuariamente da anni e non mi serve che qualcuno mi dica di non prendermela. Quello fa parte delle reazioni umane, ci può stare di non essere perfetti e di non essere contenti quando qualcuno ci critica, così come si è liberi di criticare in modo frontale soffermandosi su ciò che non va bene, senza spendere mezza parola d'apprezzamento per cosa invece è riuscito. Per quanto ognuno si basi sui propri strumenti a disposizione non posso prendere tutto come buono. Esiste un'arte della critica e della dialettica, che non s'insegna nelle scuole di scrittura creativa ma nelle università. So riconoscere quando qualcuno vuole criticare per farti sentire piccolo e quando qualcuno prova a fare uscire qualcosa di buono da te, senza smontarti, ma aiutandoti ad analizzare i punti deboli, soprattutto offrendoti soluzioni e non semplici stroncature da professorino, lo ribadisco. Non sono evidentemente un bravo scrittore al momento, ma so scrivere in lingua italiana e so rapportarmi con le altre persone in modo costruttivo e obiettivo. Non m'interessa nemmeno ricevere ulteriori feedback sul mio racconto, evidentemente è venuto male ed è inutile star lì a rivangare quanto non mi sia riuscito.
Per il resto ti ringrazio di esserti preso la briga di rispondere e di aver espresso il tuo punto di vista. Non sono una cattiva persona, anche se a volte m'incazzo e scrivo male.
Stammi bene!

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