Derby familiare

[Mario Mazzafoglie]

Tutto mi sarei aspettato dalla vita, tranne che mia figlia mi portasse un laziale dentro casa.
Accompagniamo Tommaso al portone. Glielo apro e sorrido. «È stato un piacere conoscerti, torna quando vuoi.»
«Grazie signor Toddi» balbetta.
Chiara lo spinge via sul pianerottolo e mi guarda di sbieco.
Faccio in tempo a fare un ultimo occhiolino al ragazzo. «E sempre forza Roma!»
«Sempre!» Fa okay con il pollice.
Che coraggio! Come se non lo avessi visto l’adesivo della Lazio attaccato sul portabagagli della macchina quando ha parcheggiato sotto casa. E mi puzza anche il fatto che sia stato tutto il tempo con una maglia a maniche lunghe nonostante il caldo che fa qua dentro. Di sicuro avrà qualche aquilotto biancoazzurro tatuato da qualche parte!
Chiara rientra e si chiude la porta alle spalle. Mi sfila accanto a passi rapidi e con la testa bassa.
L’afferro per un braccio. «Non mi chiedi niente?»
«Che ti devo chiedere?» Si divincola dalla presa.
«Non so. Magari che tipo di impressione mi ha fatto, no?»
«Ok, sentiamo.» Sbuffa.
«Mah, normale.»
«Normale?»
«Beh, avresti potuto trovare di meglio.»
Scuote la testa. «Ma tu sei proprio stronzo!»
In fondo abbiamo ragione tutti e due. È vero che poteva trovare di meglio, ma se ‘sto ragazzo rinnega così i suoi colori, vuol dì che le vuole bene veramente.

[maurizio.ferrero]

Ciao Mario! Tempo e caratteri ok, divertiti in questa prima sfida dello scrittore dell'estate! :)

[Andrea Lauro]

Ciao Mario, il racconto parte con una frase iconica: in una sola battuta inquadri perfettamente la situazione. Un bell’effetto, molto bravo. L’unico problema, a mio avviso, è che con una partenza così ti aspetti un finale con il botto. Il protagonista si aspetta di aver trovato un laziale, ha messo insieme gli indizi e fa congetture, la figlia fa l’evasiva e sta sulle sue.
Il lettore comincia a farsi un’idea che queste possano essere una semina, e che ci sarà una qualche sorta di disvelamento che giocherai nelle ultime righe. Purtroppo ciò non avviene, il tutto si esaurisce con uno scambio di dialoghi che aggiunge poco e fa l’effetto opposto, diluire la tensione creata.
Se tu avessi tolto questo intero blocco:
L’afferro per un braccio. «Non mi chiedi niente?»
«Che ti devo chiedere?» Si divincola dalla presa.
«Non so. Magari che tipo di impressione mi ha fatto, no?»
«Ok, sentiamo.» Sbuffa.
«Mah, normale.»
«Normale?»
«Beh, avresti potuto trovare di meglio.»
Scuote la testa. «Ma tu sei proprio stronzo!»

probabilmente avresti avuto un effetto maggiore per l’ultima riga di pensato (che fa da morale alla storia).

buona edition!
andrea

[Michael Dag]

un altro tema sportivo, ce ne sono stati parecchi e tutti molto diversi e divertenti. Il tuo non è da meno, è condisce la cosa con un po' di sana inquisizione paterna verso il ragazzetto della figlia.
Inquisizione bonaria e a doppio senso, perché se è vero che il ragazzo rinnega la fede laziale per amore della ragazza, anche il padre passa sopra alla cosa. ottima la scelta del pensiero diretto, quando si ha poco spazio è sempre utile.

il dialogo però è un po' legnoso, quasi finto. Sai cosa ci stava bene qui? Il dialetto. Un paio di daje/aho/accollo/mortacci era perfetto

[Sherwood]

Ciao Mario,
da brava romanista mi sono goduta il racconto in cui il padre riceve controvoglia il fidanzato della figlia. Laziale. Immagino persino i mugugni interiori per i dettagli che ha notato, però il ragazzo ci tiene davvero a lei e glielo dimostra sopportando tutto. Si sarà morso la lingua quando ha dovuto fingere di tenere alla Roma... Molto carino. Concordo con il commento precedente, magari un po' di dialetto avrebbe reso il tutto ancora più godibile. A mio avviso un'ottima prova ♥

[Alessandro -JohnDoe- Canella]

Ciao Mario.
Parto subito col dire che, tra tutti i racconti del gruppo, il tuo è quello con la miglior frase introduttiva. In pochi caratteri sei stato in grado d’inserire tutto quello che serve al lettore: il dove (la casa del protagonista), i chi (un padre, la figlia e il fidanzato di lei) e soprattutto il conflitto. Frasi del genere, a leggerle, sembrano facilissime da realizzare, quando invece è l’esatto contrario. Bravissimo. 10 con lode.

Riguardo il resto del racconto, anche qui sei stato molto abile. Il dialogo tra padre e figlia è ben reso, anche nelle gestualità che ben rendono il rapporto non facile tra i due. Con poche battute e senza l’uso d’infodump riesci a creare nella mente del lettore un’immagine nitida del loro rapporto. Mi unisco però a chi mi ha preceduto: una maggiore inflessione regionale sarebbe stata la proverbiale ciliegina sulla torta (che poi, nella mia testa, il protagonista aveva comunque la voce e le sembianze di Biascica della serie “Boris”).

Unico neo, il finale. Rispetto alla perfezione della frase introduttiva, questo risulta un po’ più fiacco, ma siamo comunque a un buon livello considerando il tempo a disposizione.

Di nuovo i miei complimenti. Posso già anticiparti che per quanto mi riguarda il podio te lo sei strameritato.

[Andrea Furlan]

Ciao Mario,
Racconto solido e ben costruito, buon inizio che in una riga detta contesto e svolgimento. Buono anche il finale e i dialoghi: anche se la scena è molto semplice, quasi banale, sei riuscito a creare la giusta curiosità e anche un po' di tensione. In particolare hai reso molto bene la figura del padre protagonista geloso della figlia, figura classica ma per questo anche molto realistica. L'unico problema che trovo non è legato al racconto ma al mio gusto personale, non essendo un amante del calcio: trovo un po' stucchevole basare il giudizio su una persona sulla fede calcistica, ma nell'economia generale ci sta comunque bene.
Anche per te vale il discorso che ho fatto a Sara: la posizione in classifica sarebbe stata diversa se non mi avessero colpito di più gli altri tre ottimi racconti che ho inserito prima del tuo.

[Giovanni Attanasio]

Un bel testo che parte molto bene. Si crea una sorta di curiosità e voglia di vedere come tutto vada a finire, ed è proprio qui che secondo me il racconto cede un po’. La risoluzione è troppo pacifica e debole rispetto al setup offerto dalla differenza di “colori” proposta nell’incipit. Capisco la morale, certo, ma sono dell’opinione che a volte una buona morale vada sacrificata a favore di un testo che fa della potenza ed escalation drammatica il proprio punto cardine.

[ItaliaLeggendaria]

Ciao Mario, piacere di leggerti.
Mi piace molto l'idea del padre romanista che si ritrova il fidanzatino della figlia laziale. La prima frase è ottima come introduzione del contesto e crea moltissime aspettative.
Il finale però risulta molto molle in confronto, lascia un po' di amaro in bocca e non convince.
Mi sarei aspettata un gran battibecco con la figlia, visto anche il titolo che hai dato al racconto, e invece finisce tutto in un “ma sì è un bravo ragazzo”.
Peccato perché la partenza era veramente super.

[alexandra.fischer]

Mario Mazzafoglie Tema centrato. Con una storia alla portata di tutti i lettori. In questo caso, l’aspirante genero che nasconde al padre della ragazza che ama il fatto di tifare per una squadra calcistica diversa (lo si vede nel dialogo: anche lui concorda con Toddi nel parlare bene della Roma, malgrado il Toddi abbia notato l’adesivo della Lazio sull’auto del giovane e sospetti un tatuaggio con il logo della squadra sotto la maglia a maniche lunghe). Dettagli questi, che anziché indispettirlo, lo inteneriscono (e con lui il Lettore), perché questa dissimulazione del giovane è una prova d’amore nei riguardi della fanciulla. Molto curato il linguaggio, soprattutto nel finale, la parola dialettale di Toddi conferisce verosimiglianza alla storia.
Punto debole.
Ti scrivo la frase corretta:
Grazie, signor Toddi

[Peter7413]

Ciao Mario! Il racconto mi è piaciuto: ordinato, pulito, sicuro, senza punti deboli evidenti. In più il finale è buono e il tema ben inserito. Forse poteva essere più brillante con dialoghi più ficcanti, ma la confezione in cui lo proponi al lettore non ha pecche. Bravo.