BENVENUTI ALLA 1300 CARATTERI EDITION, LA PRIMA TAPPA DELLO SPECIALE MINI CIRCUITO DE LO SCRITTORE DELL'ESTATE 2021, LA 154° ALL TIME!
Questo è il gruppo BLU della 1300 CARATTERI EDITION con MAURIZIO FERRERO e WLADIMIRO BORCHI nelle vesti dei SOMMI GIUDICI.
Gli autori del gruppo BLU dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo GIALLO.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo BIANCO.
Questo è un gruppo da SETTE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati dai SOMMI GIUDICI. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso.
Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK OTTAVA ERA, coloro che non hanno ottenuto punti nel corso dell'Era in corso e che non hanno acquisito punti nel RANK ALL TIME sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo BLU:
Blu oltremare chiaro, di Andrea Lauro, ore 23.01, 1295 caratteri Lupo nero, di Angela Catalini, ore 23.05, 1272 caratteri La guerra dei colori, di Alessandro Canella, ore 23.35, 1296 caratteri MALUS TRE PUNTI Se c’è la neve, di Michael Dag Scattina, ore 22.39, 1284 caratteri Il vasetto, di Giovanni Attanasio, ore 22.23, 1198 caratteri Furcifer, di Morena Bergamaschi, ore 23.18, 1280 caratteri Finale di campionato, di Andrea Furlan, ore 23.24, 1276 caratteri
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 1 LUGLIO per commentare i racconti del gruppo GIALLO Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 2 LUGLIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo GIALLO e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo: – 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri. – 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri. – ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me. Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo GIALLO. Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non richiesta da me non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.
Prova difficile non solo in fase di scrittura, ma anche di valutazione: non è semplice tarare i giudizi quando si ha a che fare con racconti così brevi. D'ogni modo ecco la mia classifica, con pochi dubbi per le prime posizioni e qualcuno in più per le successive.
1. Blu oltremare chiaro 2. Se c’è la neve 3. Il vasetto 4. Lupo nero 5. La guerra dei colori 6. Furcifer 7. Finale di campionato
Riporto anche i commenti.
Blu oltremare chiaro, Andrea Lauro
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Ciao Andera. Bravo, non è da tutti condensare in così pochi caratteri una simile girandola di sentimenti, col pregio di porre ancora l’attenzione su quanto dobbiamo ai nostri nonni. Mi è piaciuta la gestione del dialogo, perché nonostante la brevità del testo non hai rinunciato a descrivere pensieri, azioni e collateralità varie alle semplici parole. Stilisticamente non mi fa impazzire il trattino lungo per i dialoghi interrotti, ma immagino sia una cosa mia. Pochi i punti negativi, onestamente: per me un ottimo lavoro.
Se c’è la neve, Michael Dag Scattina
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Ciao Michael. Bel racconto, crudo e ahimè verosimile, tanto da mettere i brividi. Buono lo spunto, quasi pretestuoso ma nemmeno troppo, per la declinazione del tema. Buono anche lo stile, azioni e discorsi si alternano senza generare confusione. Forse manca qualche dettaglio sensoriale che non sia visivo, del resto lo spazio disponibile è davvero poco.
Il vasetto, Giovanni Attanasio
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Ciao Giovanni. Racconto simpatico e ben scritto, in cui – seppure in maniera forzosamente stereotipata – riesci a delineare in poche parole le personalità delle due protagoniste. Qualche appunto minore si può fare sul soggetto della terza frase (Melitta) non esplicitato, anche se si capisce che a parlare, visto che nomina Helene; o sull’iniziale – inezia – di “la pipì. Onestamente nulla di più. Il tema è centrato a suo modo, seppure più che di colori diversi si parla di colore e non-colore. Dettagli, comunque. Un buon racconto sicuramente.
Lupo nero, Angela Catalini
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Ciao Angela. Obiettivamente è difficile riuscire a cavar fuori qualcosa di completo con così poco spazio a disposizione, ma sei riuscita a rendere l’idea, di come talvolta – animali, purtroppo anche umani – un colore appuntato sul collare o sul petto faccia tutta la differenza del mondo. Il racconto in sé è scritto anche bene, pur con qualche difetto minimo (quel “disse”, per esempio, quanto Tristran è l’unico personaggio in scena), e riesci a tratteggiare bene sia il protagonista – avrei cambiato il nome, o forse non l’avrei messo del tutto; va be’ –, sia il nuovo arrivato, che in pochissime parole viene inquadrato abbastanza bene. Un piacevole spaccato di vita, lavori umili ed empatia, senza dubbio.
La guerra dei colori, Alessandro Canella
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Ciao Alessandro. Del tuo racconto mi è piaciuta l’idea di partenza, ovvero le assurde guerre tra gente uguale a meno del colore, dove qua con colore si indica non solo la tinta – immagino – ma tutto un universo di fattori. Ovviamente il tema è rispettato, fin troppo mi verrebbe da dire. Il testo si legge velocemente, senza necessità di particolari rallentamenti, il che però è anche un po’ il suo limite. Un po’ forzata, forse (ma pazienza) la catena degli eventi. Carino lo spunto di sostituire con le forme qualcosa che prima era colorato, facendo di necessità virtù; e sorprendentemente naturale il finale, con la speranza che un domani sarà così per tutti.
Furcifer, Morena Bergamaschi
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Ciao Morena. Il tuo racconto parte da un bello spunto, l’idea di provare invidia per un camaleonte che può cambiare il colore della sua pelle – tema centrato, ovviamente – a differenza della protagonista; il tutto però forse è un po’ troppo diluito da particolari che, per quanto interessanti, forse non aggiungono molto al breve racconto: tutta la sequenza con la cavalletta, nella fattispecie. Non che sia di troppo; ma certo con così pochi caratteri a disposizione forse avrei dedicato più spazio alla fuga dai bulli e alla questione del razzismo. Lo stile è adeguato, a parte un paio di scivoloni: in particolare quell’”Ahhhhhh!” che, al netto della lettera sbagliata tenuta lunga, è francamente bruttino da vedere; e poi, anche a livello logico, dici che la protagonista urla eppure soffoca un’imprecazione. Tutto sommato una prova più che discreta.
Finale di campionato, Andrea Furlan
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Ciao Andrea. Sono un po’ combattuto, perché se da un lato l’idea – per quanto ovvia – sia ineccepibile da un punto di vista di aderenza al tema (e sacrosanta da ribadire, peraltro), dall’altro trovo il racconto un po’ troppo pedagogico, quasi didascalico. Una sorta di racconto “Cuore” adattato ai nostri tempi, con qualche stereotipo di troppo (l’allenatore avversario razzista, figura peraltro tutt’altro che poco plausibile) e un finale già scritto. L’unico vero guizzo è forse la risposta – o meglio, il comportamento – di Awudu, che nel finale dimostra una gran forza d’animo. Buona la gestione dei dialoghi e dello spazio, un po’ meno quella di alcune sequenze “D’impulso chiedo time out. Sono tutti attorno a me” mi comunica un senso inesatto di contemporaneità, non so, mi stride un po’. Occhio a quel “supporters” davvero brutto a vedersi. Prova discreta, in ogni caso.
Classifica: 1. Lupo nero, di Angela Catalini 2. Blu oltremare chiaro, di Andrea Lauro 3. Se c’è la neve, di Michael Dag Scattinari 4. Il vasetto, di Giovanni Attanasio 5. La guerra dei colori, di Alessandro Canella 6. Furcifer, di Morena Bergamaschi 7. Finale di campionato, di Andrea Furlan
Commenti:
Lupo nero, di Angela Catalini
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Ciao Sherwood, piacere di leggerti.
Tema centrato, colori diversi pesanti come condanne definitive.
Trama semplice e funzionale allo scopo. Da rivedere il finale, avevi piazzato una bella chiusura: Il giorno dopo il nuovo arrivato non trovò nessun cane con la targhetta nera. Era un ex contabile, un tipo smilzo che aveva il terrore di finire sbranato.
che secondo me viene "rovinata" da: Ne trovò una in fondo al barile dell’acqua sporca e la gettò via, felice dello scampato pericolo.
Provo a spiegarmi con una metafora. È come se in un concerto d'orchestra si fosse arrivati sul gran finale, tripudio di suoni, e -bum- improvvisamente il silenzio che segna la fine del brano. L'ultima frase arriva come uno strumento che ha suonato in ritardo, rompendo quel silenzio proprio quando il pubblico è lì lì per applaudire, rovinando il momento.
Stile. Non c'è molto da dire sullo stile, è chiaro pur avendo degli elementi in tell che non mi fanno impazzire ma che in così pochi caratteri sono pressoché inevitabili.
Bel racconto, un buon lavoro. Alla prossima!
Blu oltremare chiaro, di Andrea Lauro
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Ciao Andrea, piacere di rileggerti
Tema presente e rilevante ai fini di trama, anche se meno cruciale rispetto ad altri racconti concorrenti.
Trama Un bozzetto di vita quotidiana, in cui, sono pronto a giurarci, molti di noi si potranno rivedere. Un arrogante ragazzina, insofferente verso la vecchia, che d'improvviso scopre di che pasta è fatta la vita. L'illuminazione: quella che hai davanti non era tanto diversa da come sei tu. E tu non sarai tanto diversa da ciò che lei è ora.
Stile chiaro e solido, senza sbavature. Mi è particolarmente piaciuta l'aggiunta ricorsiva di E poi fa quella cosa, Poi fa anche quell’altra cosa, danno una certa intimità, fanno uscire fuori un personaggio dalla carta, gli donano una dimensione.
Ottima prova. A rileggerci!
Se c’è la neve, di Michael Dag Scattinari
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Ciao Miachel, piacere di leggerti.
Il tema è centrato. Forse l'avrei ribadito nel finale scrivendo "grigi o marroni" invece di "russi o tedeschi" per sottolineare come il pdv abbia completato la depersonalizzazione dei cadaveri, ridotti ormai solo a diversi colori.
Trama semplice che fa bene tutto quel che deve fare.
Stile. Ho avuto qualche problema a orientarmi all'inizio. Ho dovuto rileggere un paio di volte le prime righe per capirci qualcosa. Dialoghi: le battute del ragazzino sono buone, ma quelle del nonno le ho trovati fin troppo "pulite". Mi sarebbe piaciuta una caratterizzazione più grezza nei modi di fare e parlare del vecchio, in special modo nella battuta finale. Uno spillo di freddo mi punge un orecchio. → Bellissima.
Un buon racconto, mi è piaciuto. Alla prossima!
Il vasetto, di Giovanni Attanasio
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Ciao Giovanni, ecco il mio commento.
Il tema è un po' marginale. Sarebbe forse stato utile calcare un po' di più sui colori e il loro significato.
Lo stile è chiaro. La parte iniziale non è il massimo, i dialoghi invece mi sono piaciuti molto.
La trama è il punto forte, con un divertente colpo di scena sul finale. C'è anche una dimensione da "morale della favola": i ricchi che credono di essere migliori e invece spendono tanti soldi per qualcosa a base di pipì. Anche la caratterizzazione dei personaggi è eccellente, considerando i pochi caratteri a disposizione.
Buona storia, mi è piaciuta. Alla prossima!
La guerra dei colori, di Alessandro Canella
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Ciao Alessandro, rieccomi per un nuovo commento.
Ancora una volta sei uno di quelli che prende più seriamente l'aderenza al tema, facendone il pilastro del tuo racconto e non solo un elemento di contorno.
Trama. C'è qualcosa che mi sfugge. Perché una nazione viene attaccata con bombecolore del proprio colore e non del colore dell'attaccante? E soprattutto, qual è lo scopo di queste bombe, visto che non arrecano alcun beneficio all'attaccante (non distruggono, non uccidono...)?
Stile Uno stile favolistico che ritengo perfettamente idoneo a storie così brevi. Mi è piaciuto, e a differenza di altri non ho trovato il finale debole. Mi ha dato proprio l'idea di quel "vabbè, che vuoi che sia" che è il passo finale di un adattamento a una nuova situazione.
Una inezia: perché tutti i popoli hanno nomi derivanti dal nome italiano del colore tranne i rossi (rediani e non rossiani)?
Una bella storia che mi lascia qualche interrogativo. Cercherò nei commenti una eventuale risposta ai miei dubbi.
Furcifer, di Morena Bergamaschi
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Ciao Morena, rieccomi per un altro commento.
Sei riuscita a prendere un tema piuttosto banale (presente in moltissimi racconti) e trattarlo in modo molto originale. Ben fatto!
Lo stile è solido ma è affetto da quello che mi piace chiamare junk show: la specificazione di una tonnellata di dettagli poco interessanti che finisce per annoiare.
Un altro consiglio che mi sento di darti: evita di specificare le motivazioni di un gesto, lascia al lettore il gusto di decodificarlo: Devo nascondermi.
Spero che non mi trovino.
Non dirci che non vuole farsi trovare dai bulli, il lettore medio è abbastanza intelligente da dedurlo.
A livello di trama, contando i pochi caratteri, la presenza della cavalletta è un po' superflua. Un ultima cosa riguarda la presenza del camaleonte. Il protagonista non è sorpreso della sua presenza, ma per mia esperienza non è proprio una cosa comune avere a che fare con questi animali da noi. Forse che l'ambientazione sia un paese "tropicale"?
Prova molto buona, a rileggerci!
Finale di campionato, di Andrea Furlan
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Ciao Andrea, ecco il mio commento.
il tema è centrato ma in modo molto prevedibile e poco originale. La trama c'è ed è anche più complessa di altri racconti concorrenti. Lo stile è chiaro ma rivedibile, fin troppo raccontato anche tenendo conto dei pochi caratteri. Per esempio perché dirci che Alteri insulta i suoi giocatori per poi mostrarcelo? Mostralo e basta.
Difetto peggiore, per me, è che non ho capito lo sport in questione fino a Chen la passa al play da un metro e sessanta. Moises esce dal blocco, tira. Per un attimo il bunker trattiene il fiato.
Infatti pensavo fosse una partita di calcetto e ho dovuto rileggere tutto da capo per capire il contesto.
Alla prossima!
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.
In bocca al lupo a tutti i concorrenti per questa sessione estiva!
CLASSIFICA
1. BLU OLTREMARE CHIARO di Andrea Lauro 2. SE C'E' LA NEVE di Michael Scattina 3. LUPO NERO di Angela Catalini 4. LA GUERRA DEI COLORI di Alessandro Canella 5. FURCIFER di Morena Bergamaschi 6. IL VASETTO di Giovanni Attanasio 7. FINALE DI CAMPIONATO di Andrea Furlan
BLU OLTREMARE CHIARO di Andrea Lauro Andrea carissimo! Sei il primo di questa tornata e il girone comincia alla grande. Sulle tue qualità letterarie e tecniche non spenderò più alcuna parola: il racconto parla da solo. E' un buon lavoro e per la brevità del testo non si poteva pretendere di più. Qui c'è un po' di tutto, sentimenti, nostalgia, un tenero rapporto nonna/nipote e... una svolta inaspettata che mi ha sorpreso per la sua apparente cattiveria, eppure giustificata dall'evidente demenza senile della nonna, quindi perdonabile. Sinceramente non ho altro da aggiungere. Un bel pollice su convinto.
LUPO NERO di Angela Catalini La tua è una storia di una semplicità disarmante, ma ciò non è un demerito, anzi, è un punto di forza. Da quando frequento Minuti Contati, ho letto racconti di ogni tipo, molti dei quali accomunati da un atteggiamento: la ricerca a tutti i costi di un artificio letterario per colpire il lettore, inclusi colpi di scena più o meno maldestri. Qui invece la narrazione è lineare e si sa benissimo dove vuoi andare a parare, e funziona, secondo me. La storia ha il giusto impatto emotivo (niente di eclatante, ma il giusto) e dà le necessarie suggestioni per risultare gradevole. Secondo me non avevi grandi ambizioni narrative quando lo hai concepito, tuttavia arriva dove deve arrivare. Intelligente la declinazione del tema, con l'indicazione della diversificazione dei colori delle medagliette.
LA GUERRA DEI COLORI di Alessandro Canella Appena iniziata la lettura ho pensato: "Boom, che ideona!". Hai trasposto in una grande allegoria cromatica l'odio tra i popoli le divisioni campanilistiche e le stupide etichette che gli esseri umani amano affibbiarsi l'un l'altro. Da questo punto di vista, il racconto è vincente. Anche il tripudio "visivo" della guerra dei colori e perfettamente funzionale alla storia e non è ridondante, né eccessivo. La storia perde mordente e si affloscia strada facendo, proprio nel finale, dove avrebbe potuto esserci un ultimo sussulto. Magari pecco di mancanza di capacità di interpretazione e allora mi è sfuggita un'ulteriore allegoria (o un'implicazione definitiva), ma ho avuto netta questa sensazione. Un buon racconto che poteva essere davvero una bomba.
SE C’E’ LA NEVE di Michael Scattina Storia ben raccontata, ben condotta, e con un'idea definita e chiara sin dalle prime battute. E' il fotogramma di un periodo drammatico della storia dell'umanità, inquadrato da un punto di vista molto specifico e amaro. Sei stato bravo a sottintendere con poche pennellate i contorni di una situazione tremenda in cui si sono trovati a vivere milioni di esseri umani. Buona la declinazione del tema, con il riferimento ai colori delle uniformi delle diverse fazioni. Appunti veri e propri non ne ho. Se proprio volessi fare l'accademico, direi che la frase finale sembra un po' un'intrusione dell'autore dopo un ottima conduzione "immersiva". Nel complesso mi è piaciuto, non raggiunge un pollice su pieno (scusa, Antico!) perché, non so, ho avvertito un po' di piattezza generale, ma, immagino, sia un problema solo di sensibilità mia.
IL VASETTO di Giovanni Attanasio Ho letto due volte il racconto, e alla seconda lettura i contorni mi sono risultati chiari. Non è affatto facile costruire un background e una storia completa in 1300 caratteri, per cui si deve necessariamente ricorrere all'effetto "fotogramma", ossia l'autore deve rappresentare immediatamente una scena, anche di poche battute per "fotografare" una situazione, che deve risolversi subito. Tu lo hai fatto, anche se ho avuto la sensazione che mancasse ancora qualche input per avere più nitidi i contorni, ma mi rendo conto che non si poteva pretendere di più. Tutto sommato la storia è carina e c'è una sia pur minima morale di fondo: il confronto tra persone dal ceto differente. Qui però il personaggio più umile riesce a prendersi la sua rivalsa (intelligente il modo in cui lo fa...) e il cerchio si chiude. Il vero inconveniente di questo racconto è la piena aderenza al tema. Il colore c'è, ma "colori diversi" no, quindi siamo molto al limite. Prova sufficiente, per me.
FURCIFER di Morena Bergamaschi Leggendo il racconto mi sono chiesto: e il tema dov'è? D'accordo i colori della natura e della cavalletta, ma la diversità? Alla fine tutto ha avuto un senso, quindi il tema è stato rispettato in modo abbastanza "astuto" (nel senso buono del termine). Buona ma non eccelsa l'idea che sta alla base della trama che, alla fine, non mi ha lasciato molto. Effettivamente, risulta ridondante il "personaggio" della cavalletta, come anche il focus eccessivo su alcuni gesti e movimenti della protagonista. Tutto sommato niente di grave. Mi permetto di segnalarti un brutto incipit: "Delle risate risuonano nella via dietro di me." - C'è quel "Delle risate" che è un pugno nell'occhio e quelle due parole "risate/risuonano" che creano un'assonanza stridente. Per il resto, nient'altro da rilevare.
FINALE DI CAMPIONATO di Andrea Furlan Lo dico subito (e con amarezza): il tuo racconto è il più debole del girone che devo commentare. Purtroppo mi ha lasciato molto freddo, non mi ha dato alcuna scossa emotiva. Innanzitutto sono caduto nello stesso equivoco di Giorgia: pensavo parlassi di calcio e invece era basket. Questo ha determinato uno sfaldamento di quella sia pur minima tensione narrativa che si provava all'inizio. Confusa la parte centrale, con lo svolgimento della partita, e conclusione il cui raccordo concettuale con il resto risulta davvero difficoltoso. Ho avuto la netta sensazione che tu abbia avuto difficoltà a mettere bene a fuoco la storia che volevi raccontare, forse perché il tema ti ha un po' disorientato all'inizio. Si poteva fare meglio. Tema centrato ma non in maniera limpida
Ecco la mia personale classifica: 1 Blu oltremare chiaro 2 Se c'è la neve 3 Lupo nero 4 Furcifer 5 Il vasetto 6 La guerra dei colori 7 Finale di campionato
COMMENTI
Blu oltremare chiaro
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Ciao Andrea, mi è piaciuto il modo in cui sei riuscito a presentare il conflitto tra nonna affetta da demenza e nipote scocciata. C'è la tensione dell'incompatibilità che però viene stemperata dal legame di sangue e questo ha reso il racconto ai miei occhi credibile e gradevole. Unica battuta che mi ha suscitato un leggero dubbio è il "tu, bastarda ingrata", forse un po' troppo forte rispetto alla progressione emozionale del dialogo ma è comunque compatibile con un quadro clinico di Alzheimer. A rileggerti prossimamente!
Se c'è la neve
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Ciao Michael, a mio avviso hai centrato bene il tema e mi hai trasmesso il senso di cinismo che accompagna le guerre, dello sciacallaggio, della natura ridotta al silenzio. Non so come l'avrei migliorato onestamente, forse avrei aggiunto un po' di tragedia o di crudeltà ma è un mio gusto personale. Perdona l'attimo di puntigliosità ma la battuta: "i russi sono nostri amici" è un po' ingenua, queste sono cose che si sanno in famiglia, soprattutto se si parla di un bambino che va a farsi una scampagnata tra cadaveri, avresti potuto magari indirizzarla a uno straniero un po' sempliciotto cui si rivolge il nonno. Alla prossima e a rileggerci!
Lupo nero
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Ciao Angela, piacere d'incontrarti su questo piccolo angolo di confronto. Il tuo racconto mi è piaciuto, c'è qualcosa di rivedibile, di affinabile a livello d'intreccio, che però non è compito mio suggerirti. Arrivi dritta dove devi arrivare, il cane si salva e Tristan compie la sua buona azione: bene così. Un saluto e alla prossima!
Furcifer
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Ciao Morena, la cosa che mi è piaciuta di più del tuo racconto è il tema, ben centrato e affrontato in modo maturo, fino all'ultima battuta. La presenza della cavalletta in scena l'avrei rivista. Il protagonista è il camaleonte, avrei provato a dargli più spazio, dandogli il ruolo della cavalletta. Più facile a dirsi che a farsi, me ne rendo conto, comunque il mio è solo uno spunto e la tua prova la reputo riuscita, avendomi lasciato qualcosa in più di un semplice: "sa scrivere e fa gli esercizi di scrittura a casa".
Il vasetto
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Ciao Giovanni, mi è piaciuto il tono del tuo racconto, allegro e scanzonato. Lo scambio di battute tra le due ragazzine ha dei buoni picchi, con la sorpresa finale che rovescia il ruolo di bulla di Helene. Andando di lima potrai sicuramente dare maggiore plasticità alle scene e semplificare i dialoghi. Comunque, ti ripeto, per me è una prova gradevole.
La guerra dei colori
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Ciao Alessandro, ti piace Sapkowski immagino? Mi è piaciuta l'idea della cromoguerra tra le nazioni che costituisce il primo blocco del racconto: davvero coerente e godibile. La storia avrebbe potuto concludersi lì. Poi capisco il poco tempo a disposizione, la difficoltà d'impastare bene il tutto, ma ci sono le altre due parti che a mio avviso ti sono sfuggite un po' di mano. Non mi è risultato chiaro perché il mondo diventi monocromatico e anche la storia dei meticci è un po' tirata per i capelli. Comunque lavorando di lima può venir fuori una bella prova. A rileggerci alla prossima!
Finale di campionato
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Ciao Andrea, spiace accodarmi ai commenti negativi, so che è una cosa esasperante per l'umore, quindi prendi tutto con la massima empatia ma anch'io inizialmente non ho avuto chiaro se fosse calcio o basket, comunque alla fine ho capito. Per quanto riguarda la scena c'è un po' di confusione, avrei evitato di specificare nazionalità dei giocatori ma mi sarei limitato a caratterizzarli: "Moises col suo metro e sessanta", né avrei parlato di colui che non è entrato, piuttosto lo avrei omesso o reso protagonista. Con un po' di lavoro sulla puoi rendere la scena più chiara e dinamica. Saluti e a rileggerci.
Ciao Andrea, hai affrontato un tema complesso, forse un po’troppo con solo 1300 caratteri a disposizione I periodi sono spesso troppo corti, e trovo che questo sbilanci un po’ il ritmo (ma appunto, la limitazione era importante lo so) Devo dire che ho dovuto leggerlo diverse volte per apprezzarlo, alla prima è andato giú troppo veloce e non tutto mi è risultato chiaro (sicuramente è colpa mia, tra poco avró bisogno di una badante anche io. Speriamo almeno che me la trovino gnocca.)
Lupo Nero
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Ciao Sherwood. Ma che è successo al lupo? È stato liberato? Lo ha adottato il pensionato? Il tuo pezzo è completamente raccontato! Hai solo 1300 caratteri, qualcosa ci devi far vivere, fai riflettere il personaggio tra sé. ( con un pensiero che vada oltre a un semplice “cazzo”) Un dialoghino. Qualcosa ce la devi dare via, altrimenti ne esce un racconto un po’ piatto.
La guerra dei colori
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Ciao Jhon Doe L’idea è molto carina e mi ha fatto davvero sorridere. Mi sono immaginato subito questo mondo surreale dove ci si bombarda di colori. Tutto raccontato ahimè, peró devo dire con uno scenario cosí assurdo in 1300 caratteri non mi ha pesato. Mi è piaciuto perché mi ha acceso subito la fantasia e catturato l’attenzione. Cosa non facile cagacazzi come sono.
Se c’è la neve
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Ciao Michael il pezzo in sé non fa una grinza. È a tema, strutturato bene, ben scritto. Peró la trama in sé è prevedibilissima: io avevo pensato la stessa storia ambientata nel medioevo con protagonisti padre e figlio. Quindi un peccato perché per lo meno per me non riesce a “bucare” l’interesse del lettore. Spero di leggere qualcosa di tuo di piú lungo.
Il vasetto
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Ciao Giovanni, carino il tuo pezzo: delicato e fresco. Molto leggero come tema, ma mica sempre bisogna essere impegnati e seri. Anzi. Forse un po’ troppi dialoghi, ci voleva qualche descrizione a intervallare ogni tanto. Ma d’altra parte se queste merde ci danno solo 1300 caratteri come si fa :D Tema centrato, anche se forse un po’ di striscio…
Furcifer.
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Ciao, guarda mi è piaciuto il tuo racconto. Sei riuscita a usare un tema scontatissimo, super politicamente corretto in modo originale. Certo mi viene da chiedermi di che colore sará la protagonista, dato che camaleonti si trovano solo in Africa e lí la maggioranza della popolazione é nera.
Finale di campionato
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Ciao Il tema purtroppo è un po’ scontato, difficile gestirlo in modo originale. Non ho capito subito che fosse basket, ma la cosa non trovo abbia tutta questa importanza. Piuttosto trovo che in così pochi caratteri tu non abbia avuto modo di approfondire personaggi e trama, e il risultato, mi dispiace dirlo, non riesce a catturare il lettore anche se il pezzo non è realizzato male.
La mia personale classifica:
1 Furcifer 2 Il vasetto 3 Blu Oltremare chiaro 4 Se c'è la neve 5 La guerra dei colori 6 Lupo nero 7 Finale di campionato
Blu oltremare chiaro, di Andrea Lauro Furcifer, di Morena Bergamaschi Il vasetto, di Giovanni Attanasio Finale di campionato, di Andrea Furlan La guerra dei colori, di Alessandro Canella Lupo nero, di Angela Catalini Se c’è la neve, di Michael Dag Scattina
Ciao Andrea, il racconto l’ho trovato lineare, piatto, sino al colpo di scena finale che mi ha trasmesso un senso di tenerezza incredibile e un capovolgimento, in positivo, del mio parere verso il tuo lavoro. Con così pochi caratteri a disposizione e con un rispetto originale del tema, sei riuscito a sfruttare bene tutto il meccanismo del micro-racconto, bravo!
Ciao Morena, l'allegoria del tuo racconto mi è piaciuta moltissimo. Devo ammettere che anche le descrizioni sono ben costruite e sicuramente il tema risulta assai rispettato. Molto bella anche l’interazione prettamente visiva fra il protagonista e il camaleonte! Non ho molto altro da dire, non leggo particolar difetti in questo micro-racconto da podio.
Ciao Giovanni, il micro-racconto ha presentato un bel finale con colpo di scena che ho gradito molto. Devo dire che c'è un rispetto del tema appena accennato, ma comunque passabile, mentre i personaggi nella breve storia sono caratterizzati molto bene, tanto da suscitare nel lettore (o almeno in me) un senso di repulsione verso Helene e di simpatia verso Melitta. Bravo!
Ciao Andrea, il racconto è carino anche se non mi ha coinvolto completamente se devo esser sincero: sì, la tematica del razzismo emerge in maniera carina e la trama è riportata correttamente, ma è come se dopo la lettura non mi ritenessi completamente soddisfatto. Probabilmente, qui rientrano i gusti personali, tanto ripudiati, quanto indirettamente blasonati.
Ciao Alessandro, devo dire che hai affrontato in maniera eccelsa il tema del contest in una storia che presenta sicuramente un buon inizio e che, tuttavia, tende a sfumare nel corso della lettura: molto bella la trasposizione cromatica, anche se devo ammettere che mi sarei aspettato qualcosa di diverso sul finale (che so, per proporti un esempio surreale, magari i verdiani vincevano su Bluresia, e una piscina quindi veniva trasformata in un campo da calcio,...).
Ciao Angela, il micro-racconto l'ho trovato interessante, anche se non troppo originale: mi aspettavo che il lupo nero sarebbe stato liberato, salvato da Tristan. Sicuramente, abbiamo una trama ben spiegata e una caratterizzazione del tema che, seppur troppo lineare, c'è. Comprendo bene, comunque sia, quanto sia difficile restare nei pochi caratteri a disposizione...
Ciao Michael, questa storia è parecchio lineare, basica, e non mi ha trasmesso emozioni particolarmente forti: sì, certo, l'amarezza dei polacchi di fronte alla realtà dei fatti è un punto forte di per sé, ma resta una cosa troppo circoscritta alla storia reale, mentre per questo micro-racconto mi aspettavo qualcosa di più. Il tema risulta rispettato.
1) Furcifer, Morena Bergamaschi 2) Se c’è la neve, Michael Dog 3) Lupo nero, Angela Catalini 4) Blu oltremare chiaro, Andrea Lauro 5) La guerra dei colori, john Doe 6) Finale di campionato, Andrea Furlan 7) Il vasetto, Giovanni Attanasio
ho tenuto in conto l'aderenza al tema, e l'immersione nella scena. Grazie per i vostri racconti e alla prossima.
Di seguito i commenti: - Blu oltremare chiaro, Andrea Lauro Ciao Andrea, buona prova anche questa, sebbene, a mio avviso, non perfettamente centrata sul tema. Lo scorcio narrativo è ben individuato e descritto: una ragazza costretta a fare da badante alla nonna che non vede bene e vuole tornare a dipingere come da ragazza. C'è un brevissimo botta e risposta, ma il perno della narrazione è sul "blu oltremare chiaro" che non viene messo in contrasto con nessun altro colore (magari il colore dell'altro tubetto, quello afferrato dalla nonna prima di accasciarsi sulla sedia in giardino), né viene riportato qualche dettaglio sulla cecità della nonna (che si deduce solo dalle battute con la nipote). Insomma, racconto consistente, ma manca qualche dettaglio (e lo spazio è sempre tiranno).
- La guerra dei colori, john Doe Ciao Alessandro, il racconto mi sembra più un prequel o lo sfondo di un racconto vero e proprio, con personaggi e relative dinamiche. Bella l'idea di una guerra in cui ogni nazione si trova imbrattata con lo stesso colore della propria bandiera, come se la guerra costringesse a guardarsi dentro, a guardare dentro i propri confini, per capire cosa succede "fuori". La dinamica del racconto a mio avviso è chiara, sebbene le apparizioni poi dei meticci non sia giustificata a pieno (nel senso: tutto scorre quasi senza conflitto e non c'è una risoluzione vera e propria della guerra). Tema centrato. A rileggerci.
- Se c’è la neve, Michael Dog Ciao Michael, il racconto è uno spaccato di guerra, ben individuato e ben trattato e con quel senso di solitudine e di abbandono proprio dei tempi della guerra. Tema centrato. Il protagonista distingue i cadaveri dal colore delle uniformi, e alla fine sono tutti uguali. Il nonno alla fine esprime la solitudine al centro del racconto, che risulta ben comprensibile per via della visione dei morti nella terra e nella neve. Buona prova e a rileggerci.
- Il vasetto, Giovanni Attanasio Ciao Giovanni, piacere di leggerti. Il racconto è ben costruito, sebbene, a mio personalissimo avviso, non tutto sia giustificato all'interno del testo. I dialoghi ben fatti, ma il tema del colore mi pare un po' forzato (ad es. nel passaggio: "Ma l’altra le zompò davanti: «Hai visto il mio vestito nuovo? È viola.» «Lo so.»"). Il contrasto tra le due si coglie in maniera viva, l'incipit rimanda un po' al mondo delle fiabe. Una prova sufficiente, che però necessiterebbe di maggiore omogeneità (sia sulla coerenza dei personaggi che sull'atmosfera iniziale del racconto). A rileggerci!
- Furcifer, morena Bergamaschi Ciao Morena, il racconto a mio avviso funziona e il tema è centrato. Mi sono soffermato un attimo a pensare: che ci fa un camaleonte su una siepe, vicino ad una ragazza che deve fuggire a i bulli? Ma la risposta è nel testo: l'animaletto è immagine del sentimento della ragazza, che vuole nascondersi, e usare la metamorfosi dei colori per non farsi trovare. Un malessere rappresentato tramite una fuga e una figura allegorica, quasi da fiaba. ottima prova.
- Finale di campionato, Andrea Furlan Ciao Andrea, il racconto mi sembra un po' troppo sequenziale nelle azioni, e senza qualcosa che faccia tenere il fiato sospeso sino alla fine. Bella comunque la scena, e il momento tratteggiato, però mi sarei aspettato più suspence. Il finale è bellissimo: "Awudu non partecipa all’entusiasmo. Raccoglie la palla, si avvicina alla panchina avversaria. Per un attimo temo il peggio. Con un sorriso immenso, deposita la palla in mano ad Alteri, che per una volta tace." Ecco, il racconto merita maggiore costruzione per arrivare al finale, a sentire il contrasto e il "riconoscimento" finale tra i due avversari. A rileggerci!
- Lupo nero, Angela Catalini Ciao Angela, piacere di leggerti. Inizio subito dicendo che la scena individuata incuriosisce molto. C'è una certa affinità tra l'uomo che sta per andare in pensione e i cani in gabbia, affinità che da lettore ho percepito subito. E quindi: Tristan percepisce in un solo, unico sguardo il destino del cane lupo e decide di salvarlo. La cosa che devia un attimo è che le ultime righe: "Il giorno dopo il nuovo arrivato non trovò nessun cane con la targhetta nera. Era un ex contabile, un tipo smilzo che aveva il terrore di finire sbranato. Ne trovò una in fondo al barile dell’acqua sporca e la gettò via, felice dello scampato pericolo." dovrebbero venire staccate dal resto perché cambia il pdv del personaggio, altrimenti, da lettore devo tornare indietro a rileggere per capire. Il tema non mi sembra centrato appieno, il racconto è valido. A rileggerci.
Ecco la mia classifica! Non è stato semplicissimo scegliere le vostre posizioni, quindi sappiate che, a parità di stile, aderenza al tema e comprensione del testo, ho dato priorità alla mia personale preferenza.
CLASSIFICA 1. Blu oltremare chiaro, di Andrea Lauro 2. Se c’è la neve, di Michael Dag Scattinari 3. Furcifer, di Morena Bergamaschi 4. Il vasetto, di Giovanni Attanasio 5. Lupo nero, di Angela Catalini 6. La guerra dei colori, di Alessandro Canella 7. Finale di campionato, di Andrea Furlan
COMMENTI
Blu oltremare chiaro
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Ciao Andrea! Che dire: i tuoi racconti non deludono mai, sia per stile che per contenuto. Sono rimasta davvero colpita da come tu sia riuscito a sganciare una bomba emotiva con così pochi caratteri a disposizione, insieme alla declinazione originale e intima del tema. Mi è piaciuto tutto, non riesco a trovare qualcosa che non mi abbia convinta: sarà anche che ho sentito molto vicina la voce narrante per una questione di vissuto personale, ma il racconto m'è piombato sullo stomaco come una mazzata (di quelle che fanno bene, s'intende). Davvero bello, e posso aggiungere poco altro. Quindi grazie per questa piccola perla di 1300 caratteri. Buona sfida!
Lupo nero
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Ciao Angela, piacere di leggerti! Per quanto il tema sia centrato, temo che il tuo racconto soffra, molto più degli altri presenti nel gruppo, di un elemento di prevedibilità che ovviamente deriva dal poco spazio concesso per scrivere. Inoltre hai adottato un stile raccontato che mi ha fatta sentire molto distaccata dal testo e dal suo finale inevitabile.
Ti segnalo un problema sul finale:
Il giorno dopo il nuovo arrivato non trovò nessun cane con la targhetta nera. Era un ex contabile, un tipo smilzo che aveva il terrore di finire sbranato. Ne trovò una in fondo al barile dell’acqua sporca e la gettò via, felice dello scampato pericolo.
Quando scrivi "Ne trovò una in fondo al barile", io sono dovuta tornare indietro per capire a cosa ti riferissi, perché quel "una" è ovviamente la targhetta, ma di mezzo si trova un intero periodo di descrizione dell'ex contabile che interrompe il flusso della narrazione.
La guerra dei colori
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Ciao Alessandro! Devo ammettere che, per gusto personale, non sono particolarmente fan delle fiabe e della modalità che viene usata per raccontarle: mi fanno sorridere, ma rimango piuttosto distaccata. Nulla da dire sull'aderenza al tema, che è indubbia.
Fino alla Cromopace, però, devo dire che mi hai incuriosita e mi ha fatto tornare bambina. Temo comunque di non averlo apprezzato a dovere, anche perché purtroppo perde di mordente nella sua seconda parte e mi ha fatto sorgere un sacco di domande: e lo so che non è il senso delle fiabe, perché c'è molta più sospensione dell'incredulità...
Ma perché vite monocromatiche, quando le bombe di colore lanciate potevano potenzialmente far vivere loro un'esistenza multicolor se fossero state di colore diverso? Dobbiamo dare per scontato in base all'informazione iniziale che le bombe siano solo della stessa tonalità del nome della città e che non possano essere lavate via? Perché chiudono i confini se è stata firmata la pace tra le nazioni? Insomma, tanti interrogativi che mi rendo conto non si prestano al "formato" del racconto, ma che non posso fare a meno di pormi :D
Buona sfida!
Se c'è la neve
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Ciao Michael, piacere di leggerti! Il tuo racconto mi è piaciuto, sei riuscito a trasmettere sia il gelo del clima che della scena di guerra e di necessaria sopravvivenza. Il tema è centrato e sono rimasta convinta dalla sua declinazione.
Quello che mi stona della voce narrante è che sin dal principio è molto metodica e chirurgica nelle sue azioni, e poi si perde in battute di dialogo come "«Questo è russo, vero? Ha l'uniforme marrone.» // «I russi sono nostri amici?»" All'inizio credevo che fosse un ragazzo adulto, ma da come vengono poste queste domande ingenue pare proprio un bambino. In generale, se da un lato riesci a comunicare bene la freddezza che serve a depredare i cadaveri, dall'altro questo impoverisce il testo dal punto di vista emotivo, soprattutto considerando quella che penso sia l'età del punto di vista.
Le ultime tre righe sono le mie preferite del racconto: nette, incisive e davvero evocative con poche parole ben dosate. Al netto di tutto, una buona prova. Buona sfida!
Il vasetto
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Ciao Giovanni! Per quanto riguarda il dibattito circa l'aderenza al tema, devo dire che "vestita come una capretta" l'ho interpretato come un insulto legato alla sciatteria e alla povertà più che un "color capretta", posto che si possono intendere diverse sfumature di colori. Dunque a tal proposito direi che il racconto è abbastanza in linea col tema, anche se a mio avviso non lo centra alla perfezione. Nel complesso l'ho trovata una buona prova, ben scritta e sicuramente simpatica per la prospettiva che hai scelto di adottare!
Sul finale, proprio a voler essere puntigliosi
si aggiustò il ciuffetto riccio
l'ho percepito come una ripetizione del dettaglio che avevi già inserito sopra. Senza contare che, dato che hai già sottolineato il fatto che sia riccio, trovo che abbia poco senso che Melitta si soffermi per ben due volte e in così poco tempo su questo dettaglio: avrei sfruttato quei caratteri per veicolare qualche altro elemento distintivo del personaggio.
Un appunto sulla punteggiatura: non serve utilizzare i due punti nei beat che dividono a metà i dialoghi, è sufficiente il punto fermo :) Buona sfida!
Furcifer
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Ciao Morena, eccomi a commentarti! Che dire, il razzismo è la prima declinazione del tema che mi è passata per la testa ma che ho deciso di scartare per il rischio che fosse troppo banale. Devo dire che uno dei punti di forza del tuo racconto è proprio che riesce a essere originale nella sua semplicità, ed è una cosa sicuramente apprezzabile.
Veniamo alle cose più tecniche.
Spero che non mi trovino. Faccio un respiro profondo e passo una mano sulla fronte. Una grossa cavalletta mi fissa da un ramo. Ritiro il viso, spero che non si muova.
Qui hai ripetuto due volte la formula del "spero che" e, in generale, nella prima metà hai adottato uno stile più paratattico con frasi secche che rende il testo un po' più asettico a mio avviso; nella seconda parte invece questa sensazione non l'ho percepita più e sono rimasta più convinta dalla narrazione.
Concordo con chi prima di me ti ha fatto notare il brusco passaggio dalla cavalletta al camaleonte: quando vede quest'ultimo in un primo momento ero convinta che fosse la cavalletta!
Infine, una nota su questo passaggio:
Dall'arancione torna al verde e quasi scompare alla vista. Mi avvicino e lo guardo meglio. «Beato te che puoi cambiare colore.» Mi fisso le mani. «Non sarò mai del colore giusto.».
Hai usato due verbi di percezione che avresti sicuramente potuto evitare :)
Detto questo, un breve racconto che mi ha convinta. Buona sfida!
Finale di campionato
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Ciao Andrea, piacere di leggerti! Il racconto sicuramente rispetta il tema, anche se in una maniera piuttosto pedissequa che non dà alla lettura quel guizzo in più. Io ammetto di non essere una grande esperta di sport di squadra (per quanto io sia sportiva), però ho dovuto rileggere un due-tre volte la parte centrale per capire cosa stesse succedendo, e soprattutto per realizzare che si stesse parlando di basket e non di calcio! Il finale fa sorridere, anche se nel suo proporre lo stereotipo dell'avversario razzista non brilla per originalità. Concordo con quanto già evidenziato da Giacomo circa il mostrare le azioni (avresti anche risparmiato qualche carattere, anziché ripetere le cose due volte) e ti evidenzio quest'altra frase:
Percepisco la loro riluttanza: di certo loro tre non sono i più forti.
La loro riluttanza era già piuttosto chiara dalle battute di dialogo, mentre invece il pensiero del pdv è più che lecito.
Una precisazione sul "supporters" che ti è già stato contestato: le parole inglesi, se usate nella lingua italiana al plurale, non vogliono la "s" finale. Perché proprio cento, poi? Mi sono fermata sin da subito a domandarmelo e non ho compreso come sia possibile stimare un numero così preciso.