La bizzarra storia del “Royal Paradise Club”

Lunedì 19 luglio dalle 21.00 alle 00.00 con 2000 caratteri a disposizione e un tema scelto dai Campioni dell'arena Maurizio Ferrero e Wladimiro Borchi
myotismon
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La bizzarra storia del “Royal Paradise Club”

Messaggio#1 » lunedì 19 luglio 2021, 22:58

1930. New York City. Ash Taroth era il proprietario di uno dei più esclusivi club della città.
Un trentenne che aveva sempre conosciuto le persone giuste, sapeva pagarle bene e al momento giusto; aveva sempre saputo guardare più avanti degli altri.

“Royal Paradise Club” era il nome del suo club, dove tutta la “gente che conta” di New York trascorreva le proprie “alternative serate”; non era un club come gli altri, offriva qualcosa in più rispetto ai classici vizi del tempo.
La “Stanza X”, infatti chi vi entrava ne usciva diverso, come se avesse toccato il paradiso, e la cosa più strana e che quando rioltrepassava quella porta rossa senza serrature non sapeva descrivere cosa avesse visto. Era ormai da un anno che Ash aveva inserito questa “attrazione” nel suo club, e si sa, le voci girano.

Arrivarono fino a Michele Pretocchi, un giovanissimo giornalista italiano appena arrivato in città, svelare il segreto della “Stanza X” sarebbe stato il suo trampolino di lancio per il “New York Times”. Tanto che aveva da perdere!!!
Il caso volle che Mr. Taroth cercasse un inserviente, e il giovane Michele prese la palla al balzo, e riusci a farsi assumere.

Il Pretocchi non si fece troppe domande, iniziò a lavorare e ad investigare a capire come sarebbe potuto entrare dove non poteva; i mesi passavano, e ogni sera vedeva persone entrare là dentro e cambiare completamente.
Il giovane non poteva più aspettare, doveva sapere cosa c’era in quella stanza. Una notte, era completamente solo nel club, entrò nella stanza. Era tutto buio. La porta si chiuse da sola dietro di lui. La porta non si riapriva più. Era tutto buio.

All’improvviso sentì una voce sussurragli all’orecchio:
“Hai due scelte:
1 -morire adesso;
2- vivere e diventare ricco ogni anno di più, togliendoti la capacità di dire cosa hai sentito oggi;
In ogni caso, povero stolto, qualsiasi cosa tu sceglierai alla fine dei tempi la tua anima sarà mia, perché io possa tornare in Paradiso e completare la Rivolta contro mio Padre.”


Dalla Pozza Alfonso



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wladimiro.borchi
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Re: La bizzarra storia del “Royal Paradise Club”

Messaggio#2 » lunedì 19 luglio 2021, 23:01

Ciao Alfonso,
Caratteri OK,
Buona Rivoluzione!

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Stefano Impellitteri
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Re: La bizzarra storia del “Royal Paradise Club”

Messaggio#3 » martedì 20 luglio 2021, 16:41

Ciao Alfonso, molto piacere.
Questa è solo la mia opinione, e lo scopo è solo il confronto.
Lo stile necessita di molto lavoro. non è una scena, è un riassunto. non si vede nulla e non si prova molto se non un sacco di informazioni che portano a una linea di dialogo finale.
Il testo va curato e riletto, per citare un problema è la ripetizione " Era tutto buio.", ma non è quello il problema, piuttosto proprio il modo in cui hai scelto di non portare il lettore nel vivere una storia ma raccontargliela.
anche l'idea ha un po di già visto.
Alla prossima e a rileggerci

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Debora D
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Re: La bizzarra storia del “Royal Paradise Club”

Messaggio#4 » mercoledì 21 luglio 2021, 15:26

Ciao Alfonso,
non ci siamo mai incrociati prima, piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi ha dato l’impressione di essere una storia adatta a un romanzo breve e strizzata in pochi caratteri. Per raccontarci tutto serve per forza una voce autoriale che sovrasti quella dei personaggi e riassuma tutti i fatti.
Prendere le misure con i formati di Minuti Contati è una questione di esperienza (io la prima volta mi sono trovata senza finale e ancora mi dispiace per quel racconto), quindi si tratta di un errore che inficia meno il giudizio.
La scelta del narratore onnisciente e di farci infodump all’inizio però non è quella più efficace in questo caso.
Per spiegarmi parto dall’incipit
Un trentenne che aveva sempre conosciuto le persone giuste, sapeva pagarle bene e al momento giusto; aveva sempre saputo guardare più avanti degli altri.
Questa frase raccoglie in sé il potenziale di molte scene in cui in una storia più lunga si potrebbe vedere in azione il personaggio che guarda più avanti degli altri. Perché cosa significa? Detto così è poco convincente ed è un'espressione soggetta a tante interpretazioni.
Ci troviamo con l’autore che in un attimo ci dice tutto quello che dobbiamo pensare.

Una nota tecnica.
Usi le virgolette sia per “Royal Paradise Club” e “gente che conta” che per i dialoghi. nel primo caso le virgolette sottolineano espressioni particolari per le quali potresti valutare l’uso del corsivo.

Conclusione: la storia parte quando entra in scena Michele Petrocchi, il protagonista. Per introdurlo ci sono voluti 800 caratteri in cui si sente lo sforzo dell’autore di comprimere e darci tutte le informazioni del caso. La storia risulta fuori misura.
Punto di forza è il colpo di scena finale che avrebbe giovato di qualche riga in più.

Buona edizione e alla prossima

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Signor_Darcy
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Re: La bizzarra storia del “Royal Paradise Club”

Messaggio#5 » mercoledì 21 luglio 2021, 21:41

Ciao Alfonso, benvenuto.
Parto dal tema: è solo accennato nel finale, in maniera peraltro forzata.
La storia in sé è simpatica; e concorso che avrebbe del potenziale in un racconto più tradizionale quanto a lunghezza. Qui sembra di assistere a un riassunto un po’ impacciato.
Attenzione all’ortografia e alle scelte di scrittura: virgolette con usi differenti, “riusci” senza accento, l’orrido triplo punto esclamativo.
Forza e coraggio: dal primo racconto ci siamo passati tutti – e iniziare con uno da duemila caratteri massimo è ancora più difficile.

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Giovanni Attanasio
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Re: La bizzarra storia del “Royal Paradise Club”

Messaggio#6 » venerdì 23 luglio 2021, 11:40

Sono sicuro che ti scontrerai con qualcuno che criticherà la scelta dell’onnisciente, un narratore che, di norma, racconta molto e “culla” il lettore informandolo di tutto e di più.
In questa storia devo criticare l’onnisciente anche io: questa costante presenza del narratore si avverte molto, si percepisce l’aria di storia raccontata e non davvero vissuta, c’è davvero poco spazio per vederci del proprio.
Sin dall’incipit ci viene detto (non mostrato) tutto ciò che serve sapere del protagonista, dunque è una cosa a cui il lettore non bada più e non serve attenzione per scoprire altro su di lui.
Poi ci viene spiegata la Stanza X (non mostrata) e di nuovo il lettore mette una crocetta e va avanti, visto che il problema è stato risolto per lui dal narratore.
E via dicendo.
Giocare con la suspense con un onnisciente è molto complesso, ci vuole un buon setup e un discreto spazio. Per esempio, aprire con “Se fosse entrato in quella stanza sarebbe morto” avrebbe avuto molto più impatto, perché, seppur mantenendo l’onnisciente, avresti potuto usare il resto della storia per tirare il lettore verso la risoluzione di questa suspense, verso il perché entrare nella stanza significasse morire.
L’onnisciente non è un tabù, ma di sicuro è, nel periodo storico e letterario attuale, una scelta stilistica che fa storcere il naso a moltissimi fanatici dell’immersione e pertanto va utilizzato con una maestria disumana o con la piena consapevolezza di starsi lanciando nudo nella tana delle tigri.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

alexandra.fischer
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Re: La bizzarra storia del “Royal Paradise Club”

Messaggio#7 » sabato 24 luglio 2021, 15:54

LA BIZZARRA STORIA DEL “ROYAL PARADISE CLUB” di Myotismon Tema centrato. Hai capito la Stanza X? C’è un’attrazione…diabolica. Questo è il punto di forza del racconto: qualunque sia la scelta dell’incauto di turno, perderà l’anima e Lucifero potrà tornare dal suo Creatore e completare la Rivolta. Punti deboli: Legherei meglio a inizio storia l’incontro Petrocchi-Taroth con il dialogo. Oggi l’elenco di competenze: trentenne proprietario del club esclusivo non piace più. E vale anche il riferimento al fatto che sia frequentato dai VIP che escono cambiati dalla stanza misteriosa (potresti mostrarne qualcuno nella scena dell’assunzione di Petrocchi alle dipendenze di Taroth). Problema tempo: se fosse il mio racconto, scriverei qualcosa tipo “dopo una settimana di indagini, il Petrocchi si azzardò a entrare nella stanza proibita”.
Frasi riscritte:
“serate alternative”
Vivere e diventare ricco ogni anno di più, togliendoti la capacità di ricordare cos’hai visto qui.

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Laura Brunelli
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Re: La bizzarra storia del “Royal Paradise Club”

Messaggio#8 » sabato 24 luglio 2021, 16:57

Ciao Alfonso,
Piacere di leggere commentare il tuo racconto.
Non sono molto convinta che il tema sia centrato. Il racconto è incentrato sul Royal Club Paradise e sul giovane giornalista a caccia di scoop. Si fa un accenno alla rivolta solo nel finale, ma si tratta di una rivolta già avvenuta e sedata di cui rimane, in Lucifero, solo il progetto di completarla in un futuro remoto. L’uso del raccontato unito ad un narratore onnisciente non incontra i miei gusti, ma vedo comunque ampi margini di miglioramento.
Te li segnalo unitamente ai refusi, che sono parecchi:
“bene e al momento giusto; aveva sempre saputo guardare più avanti degli altri” qui il punto e virgola è di troppo.
““alternative serate”; non era un club come gli altri” qui al posto del punto e virgola ci andrebbe un punto; si dice “serate alternative” non “alternative serate”. Se l’inversione dei termini voleva avere un particolare effetto, mi spiace ma non l’ho percepito.
“rioltrepassava”. Non credo che il termine esista in italiano, ma, in ogni caso è anche cacofonico.
“italiano appena arrivato in città, svelare il segreto della “Stanza X”” dopo città ci vuole il punto.
“Il caso volle che Mr. Taroth cercasse un inserviente, e il giovane Michele prese la palla al balzo, e riusci a farsi assumere” la e prima di il giovane Michele è di troppo e riuscì vuole l’accento.
“ad investigare” qui la d eufonica non va messa.
“iniziò a lavorare e ad investigare a capire come sarebbe potuto entrare dove non poteva; i mesi passavano, e ogni sera vedeva persone entrare là dentro e cambiare completamente”. La prima frase è sgrammaticata, probabilmente ti sei perso delle virgole, oppure, in revisione hai tagliato qualche parola di troppo. Il problema più grosso sta nel “ad investigare a capire come”. Anche ion questa frase, al posto del punto e virgola ci andrebbe un punto.
“Il giovane non poteva più aspettare, doveva sapere cosa c’era in quella stanza. Una notte, era completamente solo nel club, entrò nella stanza. Era tutto buio. La porta si chiuse da sola dietro di lui. La porta non si riapriva più. Era tutto buio.” L’inciso della seconda frase è superfluo e ci sono due ripetizioni “Era tutto buoi” e porta.

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Pretorian
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Re: La bizzarra storia del “Royal Paradise Club”

Messaggio#9 » martedì 27 luglio 2021, 2:22

Ciao, ALfonso e piacere di leggerti.

Come ti hanno fatto notare in passato, il racconto che presenti fatica davvero a definirsi tale e sembra maggiormente un appunto per un testo più ampio. Fatti, avvenimenti, dialoghi... tutto è condensato all'inverosimile. A farne le spese sono sia la trama che lo stile, in quanto la prima è confusa e con un finale abbastanza incomprensibile, mentre lo stile è così basilare da ricordare davvero una lista di fatti e nulla più. Il fatto che il tutto termini con il diavolo che elenca cose, è significativo dello stile grezzo che p stato utilizzato. Un consiglio: rielabora tutto dando a questa intuizione lo spazio che merita e lavora su uno stile con meno elenchi e un più marcato sviluppo narrativo.

Alla prossima!!

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Andrea Partiti
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Re: La bizzarra storia del “Royal Paradise Club”

Messaggio#10 » martedì 27 luglio 2021, 14:49

Purtroppo il racconto non mi sembra funzionare bene.
E' un concept per qualcosa di più ampio, ma senza trovare i giusti spazi per la storia. Ci guida dall'inizio alla fine verso una rivelazione che non ha peso perché non abbiamo attaccamento verso il protagonista, non c'è alcuna tensione quando arriva a quello che vuole essere il culmine della storia.
Piuttosto parti direttamente dal finale, lui davanti alla porta rossa, qualcosa che richiami il suo ruolo, una macchina fotografica, un taccuino da reporter, qualcosa che faccia ricostruire a noi il suo ruolo. Aggiungici suoni di musica e bicchieri, odore di fumo per creare il locale senza citarlo e a quel punto l'ingresso nella stanza segreta può avere un significato meno spiegato e più diretto.

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antico
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Re: La bizzarra storia del “Royal Paradise Club”

Messaggio#11 » giovedì 29 luglio 2021, 11:48

Alfonso, la classifica che hai postato non è valida perché mancano i commenti (che vanno ripostati insieme alla classifica in unico post nel tread del gruppo che devi commentare). Hai tempo fino a stasera per ripostarla correttamente (guarda come hanno fatto gli altri).

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Peter7413
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Re: La bizzarra storia del “Royal Paradise Club”

Messaggio#12 » mercoledì 4 agosto 2021, 19:13

Ciao Alfonso, eccomi con i miei due cents.
Mi allineo agli altri commenti: questo sembra più una sinossi che un racconto breve. Racconti per sommi capi e non permetti al lettore di entrare davvero nella storia. Certo, duemila caratteri sono pochi per quello che volevi fare, ma è proprio questa la sfida: utilizzare lo spazio che ci viene dato per muoverci al suo interno al meglio possibile arrivando a capire che tipo di storia raccontare e come raccontarla. In questo caso si trattava del tuo esordio nell'Arena e ci sta assolutamente. Occhio che nella prossima saranno solo 800 caratteri e il problema ti si potrebbe proporre in modo ancora più accentuato quindi rifletti bene, primariamente, su cosa vorrai raccontare. Da settembre, invece, si ritornerà sui 3000 o 4000 caratteri, sempre pochi, ma già più modellabili. A rileggerci nell'Arena!

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