Muori per il regno

Lunedì 19 luglio dalle 21.00 alle 00.00 con 2000 caratteri a disposizione e un tema scelto dai Campioni dell'arena Maurizio Ferrero e Wladimiro Borchi
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Giovanni Attanasio
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Muori per il regno

Messaggio#1 » lunedì 19 luglio 2021, 23:08

Muori per il regno
di Giovanni Attanasio


♦♦♦

Undici donne irruppero nella sala del trono. Brandivano lo stocco in una mano e il pugno nell’altra.
 «Il popolo ha deciso, Silene la Bianca: il tuo regno finisce oggi!»
 La regina cercò il bastone. Furono due mani tremanti a passarglielo. «Oh, grazie,» strinse il pomello, «e grazie per avermi servita. Adesso va’, lasciami.»

Avanzò sul tappeto. Il primo passo lo fece il bastone, poi i piedi nudi. La regina Silene finì al cospetto delle visitatrici, carezzò con le dita la pancia gonfia.
 «Dove ho sbagliato, Lobelia?» la fissò negli occhi e aspettò che fossero le sue labbra a darle una spiegazione, non il ronzio delle ombre alle sue spalle.
 «Le tue mani sono limpide, Silene. Nessuna regina dovrebbe avere le mani così pulite.» Lobelia le puntò lo stocco alla gola. «Hai diviso la tua pappa reale con le serve. Hai salvato le tue balie dall’accudirti giorno e notte partorendo da sola in una cella buia. Perché?»
 Silene chinò il capo, congiunse le mani al petto.
 «Sei finita: la tua voce è ormai flebile, Silene, il popolo ti odia.»

E sciamarono sulla regina. La cinsero, la tennero stretta tra le braccia, la sormontarono sino a inchiodarla al suolo. Si accalcarono sul ventre gravido battendo freneticamente le ali.
 «È finita, Silene. Muori per il regno.»
 Lei chiuse gli occhi, ascoltò il respiro delle altre esploderle nelle orecchie come il vento d’inverno tra i cunicoli dell’alveare.
 «Le vergini sono già pronte a darsi battaglia per la tua corona.» Lobelia scavò tra le molte braccia sino a trovare il suo collo. «Solo chi è capace di strappare il cuore delle rivali siederà al trono!»
 Silene spalancò gli occhi e la trascinò giù per un braccio.
 «Lasciami, o soffocheranno anche me!»
 «Non distruggerai ciò che ho costruito, Lobelia. Muori per il regno.»


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wladimiro.borchi
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Re: Muori per il regno

Messaggio#2 » lunedì 19 luglio 2021, 23:11

Caratteri OK.
Buona edition.
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MatteoMantoani
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Re: Muori per il regno

Messaggio#3 » mercoledì 21 luglio 2021, 11:55

Prime Impressioni: Ciao Giovanni! Questo tuo pezzo è diverso dai tuoi soliti lavori. Ahimè. Mi metti un po' in difficoltà, perché in questo racconto non trovo i tuoi soliti punti di forza...

Aderenza al Tema: Ci sta tutto.

Punti di Miglioramento: Dunque, la vicenda appunto è quella di api che si rivoltano contro una regina che invece di rappresentare l'insetto/dittatore della società totalitaria delle api, è un'ape che pensa in modo più democratico. L'idea di per sé è molto carina, però trovo la seconda parte un pochino problematica. La regina trascina a terra la leader dei ribelli... e in questo modo la uccide, perché l'ira delle altre api si scatenerà in questo modo anche su di lei. mmm... In più le api stanno soffocando la coppia Silene/Lobelia, e queste due dialogano tranquillamente.. mmm.. forse mi sono perso io qualcosa..

Punti di Forza: L'idea di base, quella di una storia sulle api, mi piace. Amo le api, e l'idea di scriverci sopra un racconto mi riporta subito al romanzo "Bees: la fortezza delle api" della Paull (non un capolavoro, ma comunque divertente). Diciamo che una regina buona in una specie che si regola solo con leggi totalitarie mi piace come figura, porta in sé qualcosa di tragico e di comico allo stesso tempo.

Conclusioni: In definitiva, per me hai avuto una bella idea ma il volerci scrivere sopra un racconto di 2000 caratteri ti ha penalizzato molto. La risoluzione è un po' fumosa, e non mi ha convinto del tutto. Mi spiace, stavolta il mio è più un pollice tendente verso il sotto con l'unghia che si piega verso l'alto (che male).

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Giovanni Attanasio
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Re: Muori per il regno

Messaggio#4 » mercoledì 21 luglio 2021, 12:31

MatteoMantoani ha scritto:Prime Impressioni: Ciao Giovanni! Questo tuo pezzo è diverso dai tuoi soliti lavori. Ahimè. Mi metti un po' in difficoltà, perché in questo racconto non trovo i tuoi soliti punti di forza...

Aderenza al Tema: Ci sta tutto.

Punti di Miglioramento: Dunque, la vicenda appunto è quella di api che si rivoltano contro una regina che invece di rappresentare l'insetto/dittatore della società totalitaria delle api, è un'ape che pensa in modo più democratico. L'idea di per sé è molto carina, però trovo la seconda parte un pochino problematica. La regina trascina a terra la leader dei ribelli... e in questo modo la uccide, perché l'ira delle altre api si scatenerà in questo modo anche su di lei. mmm... In più le api stanno soffocando la coppia Silene/Lobelia, e queste due dialogano tranquillamente.. mmm.. forse mi sono perso io qualcosa..

Punti di Forza: L'idea di base, quella di una storia sulle api, mi piace. Amo le api, e l'idea di scriverci sopra un racconto mi riporta subito al romanzo "Bees: la fortezza delle api" della Paull (non un capolavoro, ma comunque divertente). Diciamo che una regina buona in una specie che si regola solo con leggi totalitarie mi piace come figura, porta in sé qualcosa di tragico e di comico allo stesso tempo.

Conclusioni: In definitiva, per me hai avuto una bella idea ma il volerci scrivere sopra un racconto di 2000 caratteri ti ha penalizzato molto. La risoluzione è un po' fumosa, e non mi ha convinto del tutto. Mi spiace, stavolta il mio è più un pollice tendente verso il sotto con l'unghia che si piega verso l'alto (che male).


Ciao.
In realtà fino al momento in cui viene trascinata giù, Lobelia è nella parte della soffocatrice e dunque può fare i suoi discorsoni da malvagia, cosa che cambia quando infatti crepano assieme (circa).
Non so bene quali siano i miei punti di forza che ti piacciono, ma io credo che questo racconto sia ottimo (eh, sono l'autore, grazie al pene. Però lo credo davvero, quasi oggettivamente). L'unico problema è che richiede una discreta conoscenza del mondo delle api per goderselo appieno, ma non sono il tipo che si preoccupa più di tanto che un proprio racconto venga compreso del tutto o meno. Anzi, sarà proprio questo: di recente ho ripreso a scrivere seriamente il cazzo che voglio, come da ragazzino, e penso più a divertirmi che a corrodermi l'anima in cerca del pezzo perfetto (che perfetto non sarà mai perché c'è sempre qualcuno che rompe i cojoni).
Also, non mi sono sentito penalizzato dai caratteri: nei miei testi, di solito, dico esattamente tutto ciò che era stato pianificato di dire con risultati che possono ovviamente variare, viste le modalità. E quindi, tanto per cambiare, ti dico pure che la risoluzione non è fumosa, è solo difficile da raggiungere per via del mondo delle api e altri dettagli. Quello che accade, in modo semplice, è che le api rivoltose si sono accorte che la regina perde consensi e vogliono ribellarsi sotto la guida di Lobelia e siccome la regina è molto docile e gentile, le lascia fare. Nel momento in cui però Lobelia nomina le sue intenzioni di mettere sul trono una regina spietata, Silene dice "no, fanculo, io mi sono rotta il culo e ora tu distruggi tutto?" e dunque si attiva per immolarsi e uccidere Lobelia. Se hai dubbi, chiedi.
Se ti dicessi che parte del messaggio è nascosto nei nomi, ti incazzi? :P
Alla prossima e buona edition!
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MatteoMantoani
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Re: Muori per il regno

Messaggio#5 » mercoledì 21 luglio 2021, 12:58

Giovanni Attanasio ha scritto:Ciao.
In realtà fino al momento in cui viene trascinata giù, Lobelia è nella parte della soffocatrice e dunque può fare i suoi discorsoni da malvagia, cosa che cambia quando infatti crepano assieme (circa).
Non so bene quali siano i miei punti di forza che ti piacciono, ma io credo che questo racconto sia ottimo (eh, sono l'autore, grazie al pene. Però lo credo davvero, quasi oggettivamente). L'unico problema è che richiede una discreta conoscenza del mondo delle api per goderselo appieno, ma non sono il tipo che si preoccupa più di tanto che un proprio racconto venga compreso del tutto o meno. Anzi, sarà proprio questo: di recente ho ripreso a scrivere seriamente il cazzo che voglio, come da ragazzino, e penso più a divertirmi che a corrodermi l'anima in cerca del pezzo perfetto (che perfetto non sarà mai perché c'è sempre qualcuno che rompe i cojoni).
Also, non mi sono sentito penalizzato dai caratteri: nei miei testi, di solito, dico esattamente tutto ciò che era stato pianificato di dire con risultati che possono ovviamente variare, viste le modalità. E quindi, tanto per cambiare, ti dico pure che la risoluzione non è fumosa, è solo difficile da raggiungere per via del mondo delle api e altri dettagli. Quello che accade, in modo semplice, è che le api rivoltose si sono accorte che la regina perde consensi e vogliono ribellarsi sotto la guida di Lobelia e siccome la regina è molto docile e gentile, le lascia fare. Nel momento in cui però Lobelia nomina le sue intenzioni di mettere sul trono una regina spietata, Silene dice "no, fanculo, io mi sono rotta il culo e ora tu distruggi tutto?" e dunque si attiva per immolarsi e uccidere Lobelia. Se hai dubbi, chiedi.
Se ti dicessi che parte del messaggio è nascosto nei nomi, ti incazzi? :P
Alla prossima e buona edition!

Ah! Ma io non mi incazzo mai :) I nomi dici? So che sono nomi di piante e li ho anche googleati per capire meglio se hanno qualche proprietà che tradisca in qualche modo la natura delle api che ne prendono il nome. Boh, non ho trovato granché.. aiutami tu.
I tuoi punti di forza per me risiedono nei dialoghi e nel creare scene in cui i personaggi agiscono con un certo realismo, sarà che è il tuo primo racconto di stampo prettamente fantasy che leggo...
Mi piacciono le api, anche se non mi ritengo un esperto, e per questo ho capito la tua allusione alle regine che devono essere cattive. La cosa che però non mi torna, è proprio il finale: è che non capisco come Lobelia possa morire se trascinata in basso dalla regina. Tutte le altre api che si stanno adoperando a soffocare la regina, non si fermeranno in qualche modo per salvare Lobelia? Perché dovrebbero uccidere anche lei? Poi, hai spiegato che all'inizio la regina si lascia uccidere perché è buona... ecco questa cosa non l'avevo capita. Sarà colpa mia, sarà colpa del testo, non lo so, fatto sta che non ci ero arrivato.
Sono contento di sentirti dire che scrivi quello che ti piace. Ah! Hai ragione da vendere. Anche io mi sto esaurendo nel tentativo di cercare di capire cosa piace agli altri.. e, sinceramente, storie alla mulino bianco, in cui tutti si vogliono bene, non riesco proprio a scriverle, mi sforzo, ma davvero, non ce la faccio. Se non ci metto un po' di gore non sono più io. Ah! Capisco bene il tuo dilemma. Però, non per darti lezioncine (lungi da me), se intendiamo la scrittura come comunicazione, occorre dare un certo peso al destinatario del messaggio. Questo è quello che mi spinge a sbattermi i cojoni a farmi entrare a forza certi meccanismi, anche se, confesso, quando scrivo ciò che mi piace, ciò che scrivo mi viene anche meglio e diverto meglio le persone (anche se sono meno persone).

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Giovanni Attanasio
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Re: Muori per il regno

Messaggio#6 » mercoledì 21 luglio 2021, 13:47

MatteoMantoani ha scritto:Ah! Ma io non mi incazzo mai :) I nomi dici? So che sono nomi di piante e li ho anche googleati per capire meglio se hanno qualche proprietà che tradisca in qualche modo la natura delle api che ne prendono il nome. Boh, non ho trovato granché.. aiutami tu.
I tuoi punti di forza per me risiedono nei dialoghi e nel creare scene in cui i personaggi agiscono con un certo realismo, sarà che è il tuo primo racconto di stampo prettamente fantasy che leggo...
Mi piacciono le api, anche se non mi ritengo un esperto, e per questo ho capito la tua allusione alle regine che devono essere cattive. La cosa che però non mi torna, è proprio il finale: è che non capisco come Lobelia possa morire se trascinata in basso dalla regina. Tutte le altre api che si stanno adoperando a soffocare la regina, non si fermeranno in qualche modo per salvare Lobelia? Perché dovrebbero uccidere anche lei? Poi, hai spiegato che all'inizio la regina si lascia uccidere perché è buona... ecco questa cosa non l'avevo capita. Sarà colpa mia, sarà colpa del testo, non lo so, fatto sta che non ci ero arrivato.
Sono contento di sentirti dire che scrivi quello che ti piace. Ah! Hai ragione da vendere. Anche io mi sto esaurendo nel tentativo di cercare di capire cosa piace agli altri.. e, sinceramente, storie alla mulino bianco, in cui tutti si vogliono bene, non riesco proprio a scriverle, mi sforzo, ma davvero, non ce la faccio. Se non ci metto un po' di gore non sono più io. Ah! Capisco bene il tuo dilemma. Però, non per darti lezioncine (lungi da me), se intendiamo la scrittura come comunicazione, occorre dare un certo peso al destinatario del messaggio. Questo è quello che mi spinge a sbattermi i cojoni a farmi entrare a forza certi meccanismi, anche se, confesso, quando scrivo ciò che mi piace, ciò che scrivo mi viene anche meglio e diverto meglio le persone (anche se sono meno persone).


Parto dalla fine. Sarai familiare col concetto di "morte dell'autore" e simile: una volta che il testo lascia l'autore è soggetto a una pluralità di interpretazioni e la sua forza sta proprio in questo, nel poter essere "riscritto" attraverso la lente del lettore. E allora mi viene naturale pensare che un testo non debba essere necessariamente esplicito o chiarissimo, purché siano concesse a chi legge un certo numero di interpretazioni e letture, a seconda della proprie capacità di analisi e informazioni a disposizione, ma pure ceto sociale, studi, professione etc. L'imporante è che il testo non diventi solo "leggibile", che è l'opposto del testo "riscrivibile" (il testo "leggibile", secondo questa defizione, è un manuale su come montare un mobile, ad esempio).
Quando scrivo non è il mio lavoro, mio nel senso di Giovanni Attanasio, preoccuparmi eccessivamente di essere compreso. Ogni mio testo, qualsiasi sia il messaggio da me prefissato, verrà "riscritto" da un lettore e io non ho potere per evitarlo. Se ogni mio sforzo di far passare il messaggio sarà vano data la natura dei testi letterari moderni, per il discorso di poco fa, mi voglio allora focalizzare sul piacere personale e artistico dello scrivere un testo. Va da sé che persino il testo più astruso troverà nell'illimitata pluralità di interpretazioni, una cerchia più o meno grande di persone che si scopriranno affascinati da ciò che hanno scoperto (o pensato di scoprire).
Detto questo, è palese che ci sono testi che sono di più facile interpretazione poiché toccano temi sociali attuali, pizzicano le corde giuste per essere apprezzati da un pubblico vasto e può allora sembrare che tutta questa manfrina sulla pluralità di significati crolli. Non credo sia del tutto vero, visto che anche un testo che parla di Covid, la cosa più attuale possibile, è soggetto alle regole di ogni altro testo, ma è avvantaggiato da una maggiore facilità di comprensione in questo dato periodo storico.
Dunque, per concludere questa parte: occorre dare un certo peso al destinatario del messaggio? Per me, no. Esattamente come i semi di una pianta, trascinati nel vento, alcuni troveranno terreno fertile, altri finiranno tra le pietre o peggio, nella bocca di un vulcano.

Sul discorso api. Tutta la storia si base sul fatto che i feromoni delle api regine, dopo un certo periodo, perdono potenza e non riescono a raggiungere ogni parte dell'alveare e questo attiva un processo di "riciclo". In questo caso Lobelia mette in moto il processo per sostituire la regina attuale facendo in modo che vengano "attivate" le virgin queen, che sono delle api che non si sono ancora accoppiate e dovranno sostituire la regina una volta schiuse le uova.
A volte le api, nel sostituire la regina attuale, possono decidere di ucciderla "soffocandola", ossia circondandola e vibrando al punto da riscaldarla sino alla morte. Nella storia succede proprio questo, circa, e le api si affollano sulla regina per farla riscaldare e morire. Lobelia, in questo modo, morirà pure lei di caldo perché è accanto alla regina quando le altre api procedono alla "sostituzione".

Sui nomi. È semplice linguaggio dei fiori, preso da un testo vittoriano. La "Lobelia" rappresenta la malevolenza. La regina invece è un "Silene", ma è un silene bianco (Silene la Bianca) perché questo rappresenta "l'essere traditi", in questo caso da parte di Lobelia.
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MatteoMantoani
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Re: Muori per il regno

Messaggio#7 » mercoledì 21 luglio 2021, 17:46

Giovanni Attanasio ha scritto:Parto dalla fine. Sarai familiare col concetto di "morte dell'autore" e simile: una volta che il testo lascia l'autore è soggetto a una pluralità di interpretazioni e la sua forza sta proprio in questo, nel poter essere "riscritto" attraverso la lente del lettore. E allora mi viene naturale pensare che un testo non debba essere necessariamente esplicito o chiarissimo, purché siano concesse a chi legge un certo numero di interpretazioni e letture, a seconda della proprie capacità di analisi e informazioni a disposizione, ma pure ceto sociale, studi, professione etc. L'imporante è che il testo non diventi solo "leggibile", che è l'opposto del testo "riscrivibile" (il testo "leggibile", secondo questa defizione, è un manuale su come montare un mobile, ad esempio).
Quando scrivo non è il mio lavoro, mio nel senso di Giovanni Attanasio, preoccuparmi eccessivamente di essere compreso. Ogni mio testo, qualsiasi sia il messaggio da me prefissato, verrà "riscritto" da un lettore e io non ho potere per evitarlo. Se ogni mio sforzo di far passare il messaggio sarà vano data la natura dei testi letterari moderni, per il discorso di poco fa, mi voglio allora focalizzare sul piacere personale e artistico dello scrivere un testo. Va da sé che persino il testo più astruso troverà nell'illimitata pluralità di interpretazioni, una cerchia più o meno grande di persone che si scopriranno affascinati da ciò che hanno scoperto (o pensato di scoprire).
Detto questo, è palese che ci sono testi che sono di più facile interpretazione poiché toccano temi sociali attuali, pizzicano le corde giuste per essere apprezzati da un pubblico vasto e può allora sembrare che tutta questa manfrina sulla pluralità di significati crolli. Non credo sia del tutto vero, visto che anche un testo che parla di Covid, la cosa più attuale possibile, è soggetto alle regole di ogni altro testo, ma è avvantaggiato da una maggiore facilità di comprensione in questo dato periodo storico.
Dunque, per concludere questa parte: occorre dare un certo peso al destinatario del messaggio? Per me, no. Esattamente come i semi di una pianta, trascinati nel vento, alcuni troveranno terreno fertile, altri finiranno tra le pietre o peggio, nella bocca di un vulcano.

Un pensiero a dir poco interessante, che andrebbe sviluppato a parte in una delle vostre puntate su Youtube.. provo a dire qui la mia, poi in caso scrivimi pure in privato così non riempiamo tutto di spam.
So che ti autopubblichi, quindi posso comprendere il tuo ragionamento. Però, per chi come me aspira a conquistare il cuoricino di una casa editrice, occorre scendere a patti con la realtà. La gente è vero che legge, interpreta e ci fa i fiocchetti sopra, ma intanto legge... e farsi leggere non è facile. Occorre capire cosa piace agli altri, e come approcciarsi al pubblico. Per dirti, a me piace la fantascienza, ho provato a scrivere un paio di raccontini di hard sci-fi, ma pochi li capivano (per i temi scientifici, che andavano a occupare gran parte dello spazio a scapito della narrazione). Una casa editrice vuole vendere, devo quindi mettermi nelle condizioni di dire: "ehi, conosco il pubblico, quindi stai tranquillo che ti faccio vendere". Da qui tutti i miei sforzi.

Sul discorso api. Tutta la storia si base sul fatto che i feromoni delle api regine, dopo un certo periodo, perdono potenza e non riescono a raggiungere ogni parte dell'alveare e questo attiva un processo di "riciclo". In questo caso Lobelia mette in moto il processo per sostituire la regina attuale facendo in modo che vengano "attivate" le virgin queen, che sono delle api che non si sono ancora accoppiate e dovranno sostituire la regina una volta schiuse le uova.
A volte le api, nel sostituire la regina attuale, possono decidere di ucciderla "soffocandola", ossia circondandola e vibrando al punto da riscaldarla sino alla morte. Nella storia succede proprio questo, circa, e le api si affollano sulla regina per farla riscaldare e morire. Lobelia, in questo modo, morirà pure lei di caldo perché è accanto alla regina quando le altre api procedono alla "sostituzione".

Sui nomi. È semplice linguaggio dei fiori, preso da un testo vittoriano. La "Lobelia" rappresenta la malevolenza. La regina invece è un "Silene", ma è un silene bianco (Silene la Bianca) perché questo rappresenta "l'essere traditi", in questo caso da parte di Lobelia.

Molto molto interessante, visto che amo le api faccio tesoro di queste informazioni. Il linguaggio dei fiori, poi, mi ha sempre affascinato, ma non l'ho mai approfondito.
Rimane il quesito su Lobelia, che a mio avviso nel finale non è in pericolo di vita...

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Re: Muori per il regno

Messaggio#8 » mercoledì 21 luglio 2021, 22:08

MatteoMantoani ha scritto:Un pensiero a dir poco interessante, che andrebbe sviluppato a parte in una delle vostre puntate su Youtube.. provo a dire qui la mia, poi in caso scrivimi pure in privato così non riempiamo tutto di spam.
So che ti autopubblichi, quindi posso comprendere il tuo ragionamento. Però, per chi come me aspira a conquistare il cuoricino di una casa editrice, occorre scendere a patti con la realtà. La gente è vero che legge, interpreta e ci fa i fiocchetti sopra, ma intanto legge... e farsi leggere non è facile. Occorre capire cosa piace agli altri, e come approcciarsi al pubblico. Per dirti, a me piace la fantascienza, ho provato a scrivere un paio di raccontini di hard sci-fi, ma pochi li capivano (per i temi scientifici, che andavano a occupare gran parte dello spazio a scapito della narrazione). Una casa editrice vuole vendere, devo quindi mettermi nelle condizioni di dire: "ehi, conosco il pubblico, quindi stai tranquillo che ti faccio vendere". Da qui tutti i miei sforzi.


Il discorso è sicuramente ampio, ma non è solo una questione di autopubblicarsi. Le case editrici non sono solo quelle quattro a cui la gente venderebbe pure il culo per farsi pubblicare. Ci sono casi editrici medie e piccole che funzionano e accettano testi variegati. Alla fine, e c'è poco da fare, gli scrittori si dividono in due categorie con annesse sfumature: quelli che vogliono scrivere e dire qualcosa e quelli che vogliono fare soldi. La mia visione del mondo editoriale e della scrittura penso ti sia chiara e sono decisamente schierato.
Se vuoi avere solo un timbro sul libro puoi farti un giro su internet, qualche editore che ti mette la firma lo trovi. Quello che bisogna capire è che tipo di scrittori e persone si vuole essere.

Molto molto interessante, visto che amo le api faccio tesoro di queste informazioni. Il linguaggio dei fiori, poi, mi ha sempre affascinato, ma non l'ho mai approfondito.
Rimane il quesito su Lobelia, che a mio avviso nel finale non è in pericolo di vita...


Lobelia muore soffocata come la regina, la stessa identica morte per eccessivo caldo. Alla fine, per quanto umanizzate, sono sempre api e quel poco basta a ucciderle.
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Re: Muori per il regno

Messaggio#9 » venerdì 23 luglio 2021, 16:16

Ciao Giovanni, bentrovato.

Il racconto, purtroppo, non mi ha convinto. E' interessante questo tentativo di umanizzare il mondo delle api, per creare un conflitto tutto umano che però, se ben giocato, può provocare particolari effetti narrativi se trasportato nel mondo di questi straordinari insetti. Ma l'operazione non ti è riuscita bene, almeno secondo me. Dall'inizio si pensa a un qualche tipo di società medievale in cui sta per svolgersi una detronizzazione, poi, poco alla volta, verso la metà si capisce subito che la rivolta è proiettata in un alveare. Il problema è che le api vengono ancora trattate e descritte come umane, si parla sempre di mani, labbra, gambe, e allora si vive una strana forma di immedesimazione che è più simile a un disagio: allora non sono veri e propri insetti, oppure se lo sono, sono antropomorfizzati (ci può stare, ma allora il registro dello "scimmiottamento umano" deve essere impostato sin dalle prime battute) ma pur sempre personaggi di una storia che intendeva mostrare uno stravolgimento nei comportamenti naturali delle api... e allora? E allora è venuto fuori un bizzarro ibrido che non è né parodia della società umana né umanizzazione del mondo animale per lanciarci un messaggio.
Il tema mi sembra centrato ed era innestabile su un discorso che, sempre secondo me, doveva essere allegorico sin dall'inizio conferendo alle api, così come sono, atteggiamenti umani (un po' come nelle favole di Esopo) ma senza antropomorfizzarli troppo.
In sostanza, buona l'intuizione iniziale ma difficoltà nel capire quale fosse il punto di arrivo. Chissà, forse la limitatezza dei caratteri a disposizione ha accentuato questa difficoltà.

In bocca al lupo!
Emiliano.

P.S.: Ho scritto questo feedback senza aver letto neanche una riga dei commentatori che mi hanno preceduto.

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Re: Muori per il regno

Messaggio#10 » venerdì 23 luglio 2021, 16:46

Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Giovanni, bentrovato.

Il racconto, purtroppo, non mi ha convinto. E' interessante questo tentativo di umanizzare il mondo delle api, per creare un conflitto tutto umano che però, se ben giocato, può provocare particolari effetti narrativi se trasportato nel mondo di questi straordinari insetti. Ma l'operazione non ti è riuscita bene, almeno secondo me. Dall'inizio si pensa a un qualche tipo di società medievale in cui sta per svolgersi una detronizzazione, poi, poco alla volta, verso la metà si capisce subito che la rivolta è proiettata in un alveare. Il problema è che le api vengono ancora trattate e descritte come umane, si parla sempre di mani, labbra, gambe, e allora si vive una strana forma di immedesimazione che è più simile a un disagio: allora non sono veri e propri insetti, oppure se lo sono, sono antropomorfizzati (ci può stare, ma allora il registro dello "scimmiottamento umano" deve essere impostato sin dalle prime battute) ma pur sempre personaggi di una storia che intendeva mostrare uno stravolgimento nei comportamenti naturali delle api... e allora? E allora è venuto fuori un bizzarro ibrido che non è né parodia della società umana né umanizzazione del mondo animale per lanciarci un messaggio.
Il tema mi sembra centrato ed era innestabile su un discorso che, sempre secondo me, doveva essere allegorico sin dall'inizio conferendo alle api, così come sono, atteggiamenti umani (un po' come nelle favole di Esopo) ma senza antropomorfizzarli troppo.
In sostanza, buona l'intuizione iniziale ma difficoltà nel capire quale fosse il punto di arrivo. Chissà, forse la limitatezza dei caratteri a disposizione ha accentuato questa difficoltà.

In bocca al lupo!
Emiliano.

P.S.: Ho scritto questo feedback senza aver letto neanche una riga dei commentatori che mi hanno preceduto.


Non vedo perché il fatto che si scopre a metà che sono api sia un problema. E, legato a questo, non capisco perché l'ibrido ape/donna, così come presentato nel testo, sia un problema, soprattutto visto che agiscono proprio da ibrido seguendo movimenti e modi di fare umani ma le intenzioni e la mente delle api.
La storia è semplice: un personaggio vuole ribaltare il potere e l'altro prima lascia fare, poi si oppone per un concetto legato sia al mondo api che al mondo umano. Se tu hai percepito che io volessi mostrare uno stravolgimento del comportamento delle api, ben venga, l'interpretazione del lettore è sempre personale e non deve interessarmi più di tanto. Metto i miei testi nelle mani di chi ha voglia (o in questo caso il dovere)di leggerli e ragionarci.
A prescindere da tutto, la limitazione dei caratteri non mi ha dato alcun problema né ha comportato difficoltà: tutto ciò che serve e ciò che volevo dire è lì. Abbi più fiducia nelle capacità degli autori o autrici che stai leggendo.
Per concludere: il discorso non doveva essere allegorico. Volevo scrivere di api umanizzate (sono più umane che api) che si trovano nella situazione descritta e agiscono secondo le regole dettate dalla loro natura ed è quello che ho fatto.

Alla prossima.
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Re: Muori per il regno

Messaggio#11 » venerdì 23 luglio 2021, 18:34

Emiliano Maramonte ha scritto:Emiliano.

Non sapevo come taggarti. Comunque, ti dico per correttezza che, a seguito del tuo appunto e dopo una rilassante merenda, ho cambiato la prima frase, la primissima, per mostrare sin da subito che si tratta di api. Non la scrivo qui per non influenzare il tuo giudizio.
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Re: Muori per il regno

Messaggio#12 » sabato 24 luglio 2021, 17:56

Ma che bello scambio di pareri! Ragazzi, non preoccupatevi di andare OT perché avete parlato di scrittura e se commentare un racconto ci permette di allargare la discussione, ben venga e poi ognuno decide se leggerla in toto e partecipare a sua volta.

Ma passiamo al mio commento sul racconto. Ecco, forse uno dei tuoi racconti che meno, in quanto lettore, ho apprezzato perché mi ha "parlato" poco. Ho ben inteso, sul finale, le intenzioni di Silene, ma arrivato a quel punto non ero ancora riuscito a empatizzare con lei al punto da rimanere dentro il racconto. La stessa Lobelia esce poco nel suo modo d'essere e questo nonostante tu lo mostri apertamente. Chiaro, la mancata conoscenza del mondo delle api non aiuta l'ignorante in materia, ma mi sembra che i punti chiave mi siano tutti arrivati, però senza il tempo necessario perché io riuscissi a rielaborarli e "sentirli". Sia chiaro, non sto parlando di un racconto che non mi è piaciuto, ma di un racconto che non sono riuscito ad apprezzare nonostante più letture. Chiudo con due parole sull'umanizzazione: era necessario citare il bastone, i pugni, gli stocchi? Soprattutto questi, non avevano nessuna utilità per il modo in cui l'avrebbero uccisa. Mi hanno distratto e mi sono sembrati orpelli poco funzionali (compreso il riferimento a chi ha passato il bastone a Silene).

Purtroppo mi rendo conto di non essere riuscito a produrre un commento che ti possa essere utile perché, come hai detto anche tu, il racconto è giusto per come lo intendevi, solo che le problematiche riguardano il suo arrivare al lettore. Voglio però collegarmi a questo per fornire i mie 2 cents all'interessante discussione. Questo tuo racconto, per come mi sembra tu lo intenda, mi ricorda parecchio il mio della scorsa edizione: mi piaceva parecchio e sulle prime ci sono rimasto male per la sua resa con i lettori. Poi ho analizzato i commenti e capito la situazione: avevo scritto un racconto indirizzato in primis al lettore "Maurizio Bertino" e ci mancava che non mi piacesse! :) Ovvio che era filtrato dal mio modo di pensare, senza filtri, nudo e crudo e questo non mi ha soddisfatto a prescindere dai milioni che avrei guadagnato avessi passato il turno :D Il fatto è che vorrei aggiungere una categoria di "narratore" alle due di cui mi sembra che si sia parlato ed è quella di colui che vede il suo obiettivo primario nel riuscire a condividere il suo messaggio con il più gran numero di persone possibile per il puro piacere di arrivare agli altri e sentire, percepire, le loro vibrazioni a ciò che sta condividendo (se ne nutre, proprio). Quindi ok il narratore rappresentato da te (fighissimo perché è quello che può crearsi il nocciolo più duro di fans), ok quello che punta alle vendite e basta, ma ok anche a quello che se ne sbatte delle pubblicazioni, ma che quando scrive (anche solo quelle poche volte) ci rimane male se non è riuscito a condividere nel modo giusto (che sarei io, probabilmente).

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Alessio
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Re: Muori per il regno

Messaggio#13 » sabato 24 luglio 2021, 18:37

Ciao Giovanni,

Il tuo racconto mi ha fatto un'impressione molto teatrale, non so se era il tuo intento.
Ho trovato diversi punti poco chiari, alcuni rallentano solo un po' la lettura, altri che mi impediscono di comprendere la storia.
Per esempio:
La regina cercò il bastone. Furono due mani tremanti a passarglielo. «Oh, grazie,» strinse il pomello, «e grazie per avermi servita. Adesso va’, lasciami.»

Qui ci sono due mani che spuntano dal nulla e con quel "Oh, grazie", sembra che anche la regina sia sorpresa, e non si aspettasse che la sua serva le porgesse il bastone. Questo toglie tensione alla scena. Secondo me sarebbe bastato "Grazie Gervasia" e avresti ottenuto il duplice effetto di non far scendere la tensione e di dare un'identità alle mani tremanti.
non il ronzio delle ombre alle sue spalle.

Non abbiamo ancora alcun elemento che ci dice che le protagoniste sono api, quindi non sappiamo di che ronzio stai parlando.
«Le tue mani sono limpide, Silene. Nessuna regina dovrebbe avere le mani così pulite.»

Questo è il punto cruciale. Cosa significa? Se è una metafora, non mi è arrivata. Mi impedisce di capire le motivazioni della rivolta.
Hai salvato le tue balie dall’accudirti giorno e notte

Mi sembra una costruzione strana, più un calco dall'inglese.

Non mi è chiaro nemmeno il finale: se moriranno entrambe, perché quello che ha costruito la regina non dovrebbe essere distrutto? Ok, non sarà Lobelia materialmente a farlo, ma lo farà qualcun'altra. Di fatto Lobelia ha già distrutto il suo regno capeggiando la rivolta.
Invece mi sono piaciuti i dettagli che usi che descrivere la scena: i piedi nudi della regina, la pancia gonfia, Lobelia che scava tra le braccia per trovare il collo della regina. Quelli danno sicuramente vividezza alla scena.
In definitiva, al netto delle considerazioni su tempo e caratteri, la trovo una prova riuscita a metà, perché ho trovato troppi punti oscuri che mi hanno reso singhiozzante la lettura.

In bocca al lupo per la tua estate da scrittore, alla prossima!

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Giovanni Attanasio
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Re: Muori per il regno

Messaggio#14 » sabato 24 luglio 2021, 18:56

Peter7413 ha scritto:Ma che bello scambio di pareri! Ragazzi, non preoccupatevi di andare OT perché avete parlato di scrittura e se commentare un racconto ci permette di allargare la discussione, ben venga e poi ognuno decide se leggerla in toto e partecipare a sua volta.

Ma passiamo al mio commento sul racconto. Ecco, forse uno dei tuoi racconti che meno, in quanto lettore, ho apprezzato perché mi ha "parlato" poco. Ho ben inteso, sul finale, le intenzioni di Silene, ma arrivato a quel punto non ero ancora riuscito a empatizzare con lei al punto da rimanere dentro il racconto. La stessa Lobelia esce poco nel suo modo d'essere e questo nonostante tu lo mostri apertamente. Chiaro, la mancata conoscenza del mondo delle api non aiuta l'ignorante in materia, ma mi sembra che i punti chiave mi siano tutti arrivati, però senza il tempo necessario perché io riuscissi a rielaborarli e "sentirli". Sia chiaro, non sto parlando di un racconto che non mi è piaciuto, ma di un racconto che non sono riuscito ad apprezzare nonostante più letture. Chiudo con due parole sull'umanizzazione: era necessario citare il bastone, i pugni, gli stocchi? Soprattutto questi, non avevano nessuna utilità per il modo in cui l'avrebbero uccisa. Mi hanno distratto e mi sono sembrati orpelli poco funzionali (compreso il riferimento a chi ha passato il bastone a Silene).

Purtroppo mi rendo conto di non essere riuscito a produrre un commento che ti possa essere utile perché, come hai detto anche tu, il racconto è giusto per come lo intendevi, solo che le problematiche riguardano il suo arrivare al lettore. Voglio però collegarmi a questo per fornire i mie 2 cents all'interessante discussione. Questo tuo racconto, per come mi sembra tu lo intenda, mi ricorda parecchio il mio della scorsa edizione: mi piaceva parecchio e sulle prime ci sono rimasto male per la sua resa con i lettori. Poi ho analizzato i commenti e capito la situazione: avevo scritto un racconto indirizzato in primis al lettore "Maurizio Bertino" e ci mancava che non mi piacesse! :) Ovvio che era filtrato dal mio modo di pensare, senza filtri, nudo e crudo e questo non mi ha soddisfatto a prescindere dai milioni che avrei guadagnato avessi passato il turno :D Il fatto è che vorrei aggiungere una categoria di "narratore" alle due di cui mi sembra che si sia parlato ed è quella di colui che vede il suo obiettivo primario nel riuscire a condividere il suo messaggio con il più gran numero di persone possibile per il puro piacere di arrivare agli altri e sentire, percepire, le loro vibrazioni a ciò che sta condividendo (se ne nutre, proprio). Quindi ok il narratore rappresentato da te (fighissimo perché è quello che può crearsi il nocciolo più duro di fans), ok quello che punta alle vendite e basta, ma ok anche a quello che se ne sbatte delle pubblicazioni, ma che quando scrive (anche solo quelle poche volte) ci rimane male se non è riuscito a condividere nel modo giusto (che sarei io, probabilmente).


Ti stavo aspettando perché sapevo che ti saresti letto tutti gli altri commenti.
Sì, la mia posizione sul mondo della scrittura è severa e mi porterà solo guai, ma io me ne frego. Un po', dipende dalla giornata, rientro nella tua categoria aggiunta, e difatti mi piace se il testo viene capito e mi piace che lo sia, ma non riesce ugualmente a farmi perdere la testaccia che ho e schiodarmi dalla voglia di scrivere per far felice soprattutto me stesso. Ho scritto sempre per me, poi ho provato (con MC) a scrivere per gli altri ed è stato il periodo peggiore, dove soffrivo e mi preoccupavo di cose a caso pur di deprimermi. Ecco, non esiste che una delle due cose che rende la mia vita perfetta, ossia la scrittura, mi faccia stare male soprattutto se è per colpa degli altri. Sto tornando a essere edonista (credo sia quella la filosofia che intendo) e metto il mio benessere e piacere prima di tutto.
A livello artistico decido io le regole e che mi vuole leggere deve adattarsi o andarsene(qui non può andarsene, e quindi al massimo bestemmia e poi io bestemmio appresso a lui).
Forse conosci Francesco Guccini. Io non lo avevo mai ascoltato, ma ieri ho ascoltato "L'avvelenata" e mi sono commosso. Penso non serva dire altro su questo lato della storia.

Chiarisco: il fatto che abbia una testa di pene non significa scrivere a casaccio. Per me la scrittura è sia arte che scienza e la tratto con la stessa matematicità con cui tratterei la fisica nucleare. La mia forma deve essere insindacabile, sul mio contenuto si può dire ciò che si vuole.

Il testo. Il bastone e il passaggio del bastone, con annessa frase della regina, servono a farci capire che lei è stanca ma ancora gentile: allontana la sua serva perché non vuole che venga uccisa visto che ha già capito come finirà la giornata.
Gli stocchi rappresentano i pungiglioni delle api, ma è uno stretch sovrumano nel renderle più umane che api, cosa che si coordina al fatto che hanno braccia e bocche e arti umani.
È vero che non è il racconto più empatico del mio repertorio qui su MC, colpevole appunto il background apesco di cui bisogna avere una buona nozione per afferrare i dettagli. Ho puntato tutto sui dialoghi e poco altro, cercando di seguire gli insegnamenti dell'ultimo libro che ho studiato. Credo di esserci mezzo riuscito nonostante il tempo stretto, ma cerco di stare attento a non esagerare (sono in fase di test delle nuove nozioni).

Per chiudere: io apprezzo ogni commento, anche se mi fa incazzare (in realtà mi incazzo sempre per la scrittura, è un po' un meme qui a casa). Mi piace imparare da tutti, senza guardare nomi o titoli di studio.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Giovanni Attanasio
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Re: Muori per il regno

Messaggio#15 » sabato 24 luglio 2021, 19:09

Alessio ha scritto:Ciao Giovanni,

Il tuo racconto mi ha fatto un'impressione molto teatrale, non so se era il tuo intento.
Ho trovato diversi punti poco chiari, alcuni rallentano solo un po' la lettura, altri che mi impediscono di comprendere la storia.
Per esempio:
La regina cercò il bastone. Furono due mani tremanti a passarglielo. «Oh, grazie,» strinse il pomello, «e grazie per avermi servita. Adesso va’, lasciami.»

Qui ci sono due mani che spuntano dal nulla e con quel "Oh, grazie", sembra che anche la regina sia sorpresa, e non si aspettasse che la sua serva le porgesse il bastone. Questo toglie tensione alla scena. Secondo me sarebbe bastato "Grazie Gervasia" e avresti ottenuto il duplice effetto di non far scendere la tensione e di dare un'identità alle mani tremanti.
non il ronzio delle ombre alle sue spalle.

Non abbiamo ancora alcun elemento che ci dice che le protagoniste sono api, quindi non sappiamo di che ronzio stai parlando.
«Le tue mani sono limpide, Silene. Nessuna regina dovrebbe avere le mani così pulite.»

Questo è il punto cruciale. Cosa significa? Se è una metafora, non mi è arrivata. Mi impedisce di capire le motivazioni della rivolta.
Hai salvato le tue balie dall’accudirti giorno e notte

Mi sembra una costruzione strana, più un calco dall'inglese.

Non mi è chiaro nemmeno il finale: se moriranno entrambe, perché quello che ha costruito la regina non dovrebbe essere distrutto? Ok, non sarà Lobelia materialmente a farlo, ma lo farà qualcun'altra. Di fatto Lobelia ha già distrutto il suo regno capeggiando la rivolta.
Invece mi sono piaciuti i dettagli che usi che descrivere la scena: i piedi nudi della regina, la pancia gonfia, Lobelia che scava tra le braccia per trovare il collo della regina. Quelli danno sicuramente vividezza alla scena.
In definitiva, al netto delle considerazioni su tempo e caratteri, la trovo una prova riuscita a metà, perché ho trovato troppi punti oscuri che mi hanno reso singhiozzante la lettura.

In bocca al lupo per la tua estate da scrittore, alla prossima!


Vedrò cosa fare della scena del bastone, per ora raccolgo info e commenti.

Tutti i punti che non hai compreso in realtà necessitavano di un minimo di pazienza e indagine (almeno credo). Il ronzio è un "segnale" uditivo che in questo caso è usato con valenza visiva, dunque si può interpretare come api che si muovono in fretta o gente che smania per agire: insomma, è una figura retorica che di sicuro avrà un nome figo e latineggiante.
Le mani: bisogna un attimo cercare di immaginare perché viene accusata di aver le mani pulite, che in questo caso è un accusa per l'eccessiva bontà (che ho cercato di nascondere in vari elementi del testo). La motivazione della rivolta è legata al funzionamento delle api, ho già spiegato nel commento a Mantoani. La riassumo molto: i feromoni delle api regine, che permettono loro di controllare il popolo, perdono potenza col passare del tempo e questo incita Lobelia, che già era stronza di suo, ad approfittarsene per piazzare sul trono una regina stronza e cattiva a cui lei potrà fare da consigliera. Lobelia non può fare la regina in prima persona perché solo le api regine possono deporre, e lei è una normale ape operaia con apparato riproduttore spento. Questo si collega al tuo ultimo dubbio.
Non sappiamo se il regno sia effetivamente distrutto, non viene fatta menzione di questo dettaglio. Lobelia sta solo approfittando della regina "morente" per sostituirla con una che lei potrà controllare facilmente. Silene, per natura, è molto docile e gentile, per questo non reagisce. Ma nel sentire che Lobelia ha intenzioni criminali, supera questa propria debolezza e la uccide nella speranza che la prossima regina sarà giusta e saggia, lontana dalle influenze di Lobelia. In questo caso è una doppia ribellione, perché per me la ribellione più importante è quella di Silene che non vuole soccombere invano.

Sperò di aver portato la riuscenza della prova almeno a 3/4, con questa mia spiegazione.
Buona fortuna anche a te.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Peter7413
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Re: Muori per il regno

Messaggio#16 » sabato 24 luglio 2021, 19:19

Giovanni Attanasio ha scritto:
Peter7413 ha scritto:Ma che bello scambio di pareri! Ragazzi, non preoccupatevi di andare OT perché avete parlato di scrittura e se commentare un racconto ci permette di allargare la discussione, ben venga e poi ognuno decide se leggerla in toto e partecipare a sua volta.

Ma passiamo al mio commento sul racconto. Ecco, forse uno dei tuoi racconti che meno, in quanto lettore, ho apprezzato perché mi ha "parlato" poco. Ho ben inteso, sul finale, le intenzioni di Silene, ma arrivato a quel punto non ero ancora riuscito a empatizzare con lei al punto da rimanere dentro il racconto. La stessa Lobelia esce poco nel suo modo d'essere e questo nonostante tu lo mostri apertamente. Chiaro, la mancata conoscenza del mondo delle api non aiuta l'ignorante in materia, ma mi sembra che i punti chiave mi siano tutti arrivati, però senza il tempo necessario perché io riuscissi a rielaborarli e "sentirli". Sia chiaro, non sto parlando di un racconto che non mi è piaciuto, ma di un racconto che non sono riuscito ad apprezzare nonostante più letture. Chiudo con due parole sull'umanizzazione: era necessario citare il bastone, i pugni, gli stocchi? Soprattutto questi, non avevano nessuna utilità per il modo in cui l'avrebbero uccisa. Mi hanno distratto e mi sono sembrati orpelli poco funzionali (compreso il riferimento a chi ha passato il bastone a Silene).

Purtroppo mi rendo conto di non essere riuscito a produrre un commento che ti possa essere utile perché, come hai detto anche tu, il racconto è giusto per come lo intendevi, solo che le problematiche riguardano il suo arrivare al lettore. Voglio però collegarmi a questo per fornire i mie 2 cents all'interessante discussione. Questo tuo racconto, per come mi sembra tu lo intenda, mi ricorda parecchio il mio della scorsa edizione: mi piaceva parecchio e sulle prime ci sono rimasto male per la sua resa con i lettori. Poi ho analizzato i commenti e capito la situazione: avevo scritto un racconto indirizzato in primis al lettore "Maurizio Bertino" e ci mancava che non mi piacesse! :) Ovvio che era filtrato dal mio modo di pensare, senza filtri, nudo e crudo e questo non mi ha soddisfatto a prescindere dai milioni che avrei guadagnato avessi passato il turno :D Il fatto è che vorrei aggiungere una categoria di "narratore" alle due di cui mi sembra che si sia parlato ed è quella di colui che vede il suo obiettivo primario nel riuscire a condividere il suo messaggio con il più gran numero di persone possibile per il puro piacere di arrivare agli altri e sentire, percepire, le loro vibrazioni a ciò che sta condividendo (se ne nutre, proprio). Quindi ok il narratore rappresentato da te (fighissimo perché è quello che può crearsi il nocciolo più duro di fans), ok quello che punta alle vendite e basta, ma ok anche a quello che se ne sbatte delle pubblicazioni, ma che quando scrive (anche solo quelle poche volte) ci rimane male se non è riuscito a condividere nel modo giusto (che sarei io, probabilmente).


Ti stavo aspettando perché sapevo che ti saresti letto tutti gli altri commenti.
Sì, la mia posizione sul mondo della scrittura è severa e mi porterà solo guai, ma io me ne frego. Un po', dipende dalla giornata, rientro nella tua categoria aggiunta, e difatti mi piace se il testo viene capito e mi piace che lo sia, ma non riesce ugualmente a farmi perdere la testaccia che ho e schiodarmi dalla voglia di scrivere per far felice soprattutto me stesso. Ho scritto sempre per me, poi ho provato (con MC) a scrivere per gli altri ed è stato il periodo peggiore, dove soffrivo e mi preoccupavo di cose a caso pur di deprimermi. Ecco, non esiste che una delle due cose che rende la mia vita perfetta, ossia la scrittura, mi faccia stare male soprattutto se è per colpa degli altri. Sto tornando a essere edonista (credo sia quella la filosofia che intendo) e metto il mio benessere e piacere prima di tutto.
A livello artistico decido io le regole e che mi vuole leggere deve adattarsi o andarsene(qui non può andarsene, e quindi al massimo bestemmia e poi io bestemmio appresso a lui).
Forse conosci Francesco Guccini. Io non lo avevo mai ascoltato, ma ieri ho ascoltato "L'avvelenata" e mi sono commosso. Penso non serva dire altro su questo lato della storia.

Chiarisco: il fatto che abbia una testa di pene non significa scrivere a casaccio. Per me la scrittura è sia arte che scienza e la tratto con la stessa matematicità con cui tratterei la fisica nucleare. La mia forma deve essere insindacabile, sul mio contenuto si può dire ciò che si vuole.

Il testo. Il bastone e il passaggio del bastone, con annessa frase della regina, servono a farci capire che lei è stanca ma ancora gentile: allontana la sua serva perché non vuole che venga uccisa visto che ha già capito come finirà la giornata.
Gli stocchi rappresentano i pungiglioni delle api, ma è uno stretch sovrumano nel renderle più umane che api, cosa che si coordina al fatto che hanno braccia e bocche e arti umani.
È vero che non è il racconto più empatico del mio repertorio qui su MC, colpevole appunto il background apesco di cui bisogna avere una buona nozione per afferrare i dettagli. Ho puntato tutto sui dialoghi e poco altro, cercando di seguire gli insegnamenti dell'ultimo libro che ho studiato. Credo di esserci mezzo riuscito nonostante il tempo stretto, ma cerco di stare attento a non esagerare (sono in fase di test delle nuove nozioni).

Per chiudere: io apprezzo ogni commento, anche se mi fa incazzare (in realtà mi incazzo sempre per la scrittura, è un po' un meme qui a casa). Mi piace imparare da tutti, senza guardare nomi o titoli di studio.


Bene, anzi benissimo, mi piace sempre dialogare e estendere la discussione.
Un appunto sull'umanizzazione: mi era arrivato tutto, a posteriori, compreso gli stocchi/pungiglioni, ma sono convinto che il non usarli, gli oggetti, ti avrebbe permesso di umanizzarli lo stesso in modo più soft, ma forse anche più efficace (l'ape regina aiutata ad alzarsi dall'ancella o chi sia e l'assenza degli stocchi avrebbe forse permesso di focalizzare meglio sul modus operandi dell'uccisione).
Sul resto, nulla da obiettare perché è proprio con la estrema variabilità degli approcci che ci permette di relazionarci il partecipare a esperienze come quella di MC e quando a condividere il proprio pensiero sono persone con passioni comuni non possiamo che uscirne arricchiti.
Rispetto a te io non provo gioia nel semplice atto dello scrivere se non finalizzato a poter condividere con altri, ma è un qualcosa che mi porto appresso da sempre e che ha sempre caratterizzato la mia socialità, a prescindere dal media utilizzato (da bambino costringevo la tata di mio fratello ad ascoltare i miei RACCONTA STORIE, da ragazzo costringevo chi potevo a vedere i film che mi piacevano, a 20 anni avevo due gruppi teatrali con 50 persone e gestivo ogni fase, dalla scrittura dei testi alla recitazione, poi i cineforum, anche le proiezioni delle partite della Nazionale, qualunque cosa mi permettesse di sentire le vibrazioni di coloro con cui stavo condividendo). Sotto questo punto di vista la scrittura, per me, è uno dei modi che mi permettono di arrivare agli altri e questo fa sì che l'arrivarci sia, sempre per me, imperativo. Ma occhio: non svendendomi bensì cercando di trovare il modo di fare arrivare quello che voglio fare arrivare.
A ognuno il suo bisogno e metodo, insomma, e qui tutti insieme a cercare il modo per affinarlo. Fighissimo :)

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Re: Muori per il regno

Messaggio#17 » sabato 24 luglio 2021, 19:24

Giovanni Attanasio ha scritto: Il ronzio è un "segnale" uditivo che in questo caso è usato con valenza visiva, dunque si può interpretare come api che si muovono in fretta o gente che smania per agire: insomma, è una figura retorica che di sicuro avrà un nome figo e latineggiante.

Sapendo che sono api, sicuramente, ma come ti dicevo, io quando arrivo lì non ho ancora alcun elemento che me lo indica, non è che me lo posso inventare a priori che stiamo parlando di api! ;-)

Giovanni Attanasio ha scritto:Le mani: bisogna un attimo cercare di immaginare perché viene accusata di aver le mani pulite, che in questo caso è un accusa per l'eccessiva bontà (che ho cercato di nascondere in vari elementi del testo).

Ok, quindi è effettivamente una metafora che a me non è arrivata.

Giovanni Attanasio ha scritto:La motivazione della rivolta è legata al funzionamento delle api, ho già spiegato nel commento a Mantoani. La riassumo molto: i feromoni delle api regine, che permettono loro di controllare il popolo, perdono potenza col passare del tempo

Se non ti assicuri di comunicarlo tu al lettore, non puoi dare per scontato che lo sappia.

Giovanni Attanasio ha scritto:Lobelia non può fare la regina in prima persona perché solo le api regine possono deporre, e lei è una normale ape operaia con apparato riproduttore spento. Questo si collega al tuo ultimo dubbio.
Non sappiamo se il regno sia effetivamente distrutto, non viene fatta menzione di questo dettaglio. Lobelia sta solo approfittando della regina "morente" per sostituirla con una che lei potrà controllare facilmente. Silene, per natura, è molto docile e gentile, per questo non reagisce. Ma nel sentire che Lobelia ha intenzioni criminali, supera questa propria debolezza e la uccide nella speranza che la prossima regina sarà giusta e saggia, lontana dalle influenze di Lobelia. In questo caso è una doppia ribellione, perché per me la ribellione più importante è quella di Silene che non vuole soccombere invano.

Tutto chiaro. Ora. Come dico sempre dei miei racconti testi cose, il fatto che tu sia qui a spiegarcelo significa che il testo non ha fatto il suo dovere.

Giovanni Attanasio ha scritto:Sperò di aver portato la riuscenza della prova almeno a 3/4, con questa mia spiegazione.

Mi spiace, ma a meno di cantonate clamorose, le spiegazioni non valgono :D

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Giovanni Attanasio
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Re: Muori per il regno

Messaggio#18 » sabato 24 luglio 2021, 19:55

Alessio ha scritto:
Giovanni Attanasio ha scritto: Il ronzio è un "segnale" uditivo che in questo caso è usato con valenza visiva, dunque si può interpretare come api che si muovono in fretta o gente che smania per agire: insomma, è una figura retorica che di sicuro avrà un nome figo e latineggiante.

Sapendo che sono api, sicuramente, ma come ti dicevo, io quando arrivo lì non ho ancora alcun elemento che me lo indica, non è che me lo posso inventare a priori che stiamo parlando di api! ;-)

Giovanni Attanasio ha scritto:Le mani: bisogna un attimo cercare di immaginare perché viene accusata di aver le mani pulite, che in questo caso è un accusa per l'eccessiva bontà (che ho cercato di nascondere in vari elementi del testo).

Ok, quindi è effettivamente una metafora che a me non è arrivata.

Giovanni Attanasio ha scritto:La motivazione della rivolta è legata al funzionamento delle api, ho già spiegato nel commento a Mantoani. La riassumo molto: i feromoni delle api regine, che permettono loro di controllare il popolo, perdono potenza col passare del tempo

Se non ti assicuri di comunicarlo tu al lettore, non puoi dare per scontato che lo sappia.

Giovanni Attanasio ha scritto:Lobelia non può fare la regina in prima persona perché solo le api regine possono deporre, e lei è una normale ape operaia con apparato riproduttore spento. Questo si collega al tuo ultimo dubbio.
Non sappiamo se il regno sia effetivamente distrutto, non viene fatta menzione di questo dettaglio. Lobelia sta solo approfittando della regina "morente" per sostituirla con una che lei potrà controllare facilmente. Silene, per natura, è molto docile e gentile, per questo non reagisce. Ma nel sentire che Lobelia ha intenzioni criminali, supera questa propria debolezza e la uccide nella speranza che la prossima regina sarà giusta e saggia, lontana dalle influenze di Lobelia. In questo caso è una doppia ribellione, perché per me la ribellione più importante è quella di Silene che non vuole soccombere invano.

Tutto chiaro. Ora. Come dico sempre dei miei racconti testi cose, il fatto che tu sia qui a spiegarcelo significa che il testo non ha fatto il suo dovere.

Giovanni Attanasio ha scritto:Sperò di aver portato la riuscenza della prova almeno a 3/4, con questa mia spiegazione.

Mi spiace, ma a meno di cantonate clamorose, le spiegazioni non valgono :D


Ho ampiamente discusso di cosa penso dei testi e la loro interpretazione, ma ci tengo a precisare che il tuo "il fatto che tu sia qui a spiegarcelo significa che il testo non ha fatto il suo dovere" non mi piace come approccio. Il testo è universalmente consegnato ai lettori, ed è un'imposizione dire che non ha fatto il suo dovere visto che puoi parlare solo della tua esperienza e, se proprio vuoi prenderti la briga, interpretare da classifiche e commenti se è "arrivato" agli altri.
Il testo ha già compiuto il suo dovere nel momento in cui tu hai scritto la prima parola del tuo commento, ossia è stato interpretato da te e giudicato un mezzo successo (o un mezzo fallimento a seconda di dove vuoi far pendere l'ago).
Una volta pubblicato il testo, potete farne ciò che volete (artisticamente parlando, non legalmente) e il racconto muterà forma nella testa di ognuno di voi.

La spiegazione la faccio per chiarimento, non pretendo che mi valga punti in classifica né un posto sull'Olimpo.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

Edoardo Foresti
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Re: Muori per il regno

Messaggio#19 » domenica 25 luglio 2021, 14:02

Ciao Giovanni! Che dire, hai scritto un racconto particolare e vedo che anche nei commenti ne stano uscendo belle discussioni.
Preferisco quindi uscire da quello che sarebbe un commento più "classico" e andare più a briglia sciolta rispetto al mio solito. Partiamo dal presupposto che il tema c'è eccome, interpretato alla lettera.
Personalmente, la mia esperienza soggettiva da lettore è simile a quella di chi ha avuto difficoltà con l'antropomorfizzazione dei personaggi. Non è un'opzione da escludere a prescindere, ma la trovo sempre delicata e difficile da contestualizzare. Qui hai evitato a prescindere problemi legati alla differenza eccessiva tra essere umani e ape, rendendo le api stessi simili a noi. Ci sono però due facce della stessa medaglia: da una parte ho apprezzato le allegorie presenti e la trasposizioni dei codici culturali e delle usanze umane in un contesto come quello dell'alveare. Al tempo stesso, devo dire che queste api antropomorfe, né api né umane, mi hanno impedito di raggiungere fino in fondo l'immedesimazione cercata. Si parla di mani, capo, petto e questo mi ha causato una sorta di dissonanza tra il film mentale che si formava leggendo e la società dell'alveare.
Lo stile è teatrale e chiaro, l'ho apprezzato e trovo abbia carattere. Anche la storia in sé ha le carte in regola per funzionare: c'è un conflitto forte e chiaro. Sull'altro piatto della bilancia c'è la scelta dei personaggi, rischiosa e che può creare difficoltà lato empatia e immedesimazione.
Un racconto sicuramente fuori dagli schemi e interessante, che si prende i suoi rischi nel bene e nel male.
A rileggerci!

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Giovanni Attanasio
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Re: Muori per il regno

Messaggio#20 » domenica 25 luglio 2021, 14:36

Edoardo Foresti ha scritto:Ciao Giovanni! Che dire, hai scritto un racconto particolare e vedo che anche nei commenti ne stano uscendo belle discussioni.
Preferisco quindi uscire da quello che sarebbe un commento più "classico" e andare più a briglia sciolta rispetto al mio solito. Partiamo dal presupposto che il tema c'è eccome, interpretato alla lettera.
Personalmente, la mia esperienza soggettiva da lettore è simile a quella di chi ha avuto difficoltà con l'antropomorfizzazione dei personaggi. Non è un'opzione da escludere a prescindere, ma la trovo sempre delicata e difficile da contestualizzare. Qui hai evitato a prescindere problemi legati alla differenza eccessiva tra essere umani e ape, rendendo le api stessi simili a noi. Ci sono però due facce della stessa medaglia: da una parte ho apprezzato le allegorie presenti e la trasposizioni dei codici culturali e delle usanze umane in un contesto come quello dell'alveare. Al tempo stesso, devo dire che queste api antropomorfe, né api né umane, mi hanno impedito di raggiungere fino in fondo l'immedesimazione cercata. Si parla di mani, capo, petto e questo mi ha causato una sorta di dissonanza tra il film mentale che si formava leggendo e la società dell'alveare.
Lo stile è teatrale e chiaro, l'ho apprezzato e trovo abbia carattere. Anche la storia in sé ha le carte in regola per funzionare: c'è un conflitto forte e chiaro. Sull'altro piatto della bilancia c'è la scelta dei personaggi, rischiosa e che può creare difficoltà lato empatia e immedesimazione.
Un racconto sicuramente fuori dagli schemi e interessante, che si prende i suoi rischi nel bene e nel male.
A rileggerci!


Ciao e grazie per il commento. Comprendo che l'ibrido ape/donna sia un po' difficile per acchiappare l'immedesimazione, e avevo forse sperato che questa immedesimazione arrivasse dal contesto di difficoltà della regina e che il lettore accettasse umilmente la mia visione di queste creature. Sono presuntuoso, sì. :D
La scelta dei personaggi crea difficoltà, mi pare di aver capito, perché la mentalità di ape è preponderante rispetto a quello che il lettore crede siano api umanizzate e magari si aspetta atteggiamenti più umani. Che dire, in questi casi di antropomorfizzazione si va sempre un po' a preferenze, credo io.
Paraculate a parte, di nuovo grazie e buona edition!
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

Edoardo Foresti
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Re: Muori per il regno

Messaggio#21 » domenica 25 luglio 2021, 14:41

Giovanni Attanasio ha scritto:Ciao e grazie per il commento. Comprendo che l'ibrido ape/donna sia un po' difficile per acchiappare l'immedesimazione, e avevo forse sperato che questa immedesimazione arrivasse dal contesto di difficoltà della regina e che il lettore accettasse umilmente la mia visione di queste creature. Sono presuntuoso, sì. :D
La scelta dei personaggi crea difficoltà, mi pare di aver capito, perché la mentalità di ape è preponderante rispetto a quello che il lettore crede siano api umanizzate e magari si aspetta atteggiamenti più umani. Che dire, in questi casi di antropomorfizzazione si va sempre un po' a preferenze, credo io.
Paraculate a parte, di nuovo grazie e buona edition!

Sì, personalmente questo è un elemento tanto interessante quanto rischioso. Però non la chiamerei paraculata, dato che anche io condivido il pensiero per cui siano scelte in cui l'esito non è prestabilito e dipende da quali corde dei lettori si vadano a toccare.
A rileggerci!

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Giorgia D'Aversa
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Re: Muori per il regno

Messaggio#22 » domenica 25 luglio 2021, 22:32

Ciao Giovanni, piacere di leggerti!
Sull'aderenza al tema nulla da ridire, devo ammettere però che ho avuto una certa confusione durante la prima lettura in merito ai protagonisti: all'inizio tu utilizzi termini come "mani", il che fa subito immaginare esseri umani, ma proseguendo diventa chiaro che si tratta di api. La chiarezza dei soggetti, soprattutto in testi così brevi, è fondamentale.
Oltretutto, le dinamiche di questo tipo di creature non sono proprio conosciute da tutti e io non faccio eccezione. Infatti nella parte centrale ho avuto qualche difficoltà a capire il tipo di accusa che viene mosso alla regina e in generale le dinamiche "apesche" di cui parli.

Qualche appunto più specifico sul testo:
Giovanni Attanasio ha scritto:Undici donne irruppero nella sala del trono. Brandivano lo stocco in una mano e il pugno nell’altra.

Di solito un pugno non viene brandito.

Giovanni Attanasio ha scritto: Silene chinò il capo, congiunse le mani al petto.
 «Sei finita: la tua voce è ormai flebile, Silene, il popolo ti odia.»

Attenzione qui: hai inserito un beat di Silene, e di solito all'azione segue il diritto di parola di quel personaggio. È chiaro che poi a parlare sia Lobelia, ma io mi aspettavo che lo facesse la regina.

Non ho particolarmente apprezzato le similitudini presenti in questo racconto, anche se di solito sono una figura retorica che adoro. Questo perché il loro scopo è generare un paragone per facilitare la descrizione, ma qui utilizzi immagini molto specifiche sulle api che trovo davvero difficile figurarsi come "ascoltò il respiro delle altre esploderle nelle orecchie come il vento d’inverno tra i cunicoli dell’alveare".

Il finale mi è piaciuto, dà brio a un testo che, a mio avviso, si mantiene piuttosto statico. Buona sfida!

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Giovanni Attanasio
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Re: Muori per il regno

Messaggio#23 » domenica 25 luglio 2021, 23:06

Giorgia D'Aversa ha scritto:Ciao Giovanni, piacere di leggerti!
Sull'aderenza al tema nulla da ridire, devo ammettere però che ho avuto una certa confusione durante la prima lettura in merito ai protagonisti: all'inizio tu utilizzi termini come "mani", il che fa subito immaginare esseri umani, ma proseguendo diventa chiaro che si tratta di api. La chiarezza dei soggetti, soprattutto in testi così brevi, è fondamentale.
Oltretutto, le dinamiche di questo tipo di creature non sono proprio conosciute da tutti e io non faccio eccezione. Infatti nella parte centrale ho avuto qualche difficoltà a capire il tipo di accusa che viene mosso alla regina e in generale le dinamiche "apesche" di cui parli.

Qualche appunto più specifico sul testo:
Giovanni Attanasio ha scritto:Undici donne irruppero nella sala del trono. Brandivano lo stocco in una mano e il pugno nell’altra.

Di solito un pugno non viene brandito.

Giovanni Attanasio ha scritto: Silene chinò il capo, congiunse le mani al petto.
 «Sei finita: la tua voce è ormai flebile, Silene, il popolo ti odia.»

Attenzione qui: hai inserito un beat di Silene, e di solito all'azione segue il diritto di parola di quel personaggio. È chiaro che poi a parlare sia Lobelia, ma io mi aspettavo che lo facesse la regina.

Non ho particolarmente apprezzato le similitudini presenti in questo racconto, anche se di solito sono una figura retorica che adoro. Questo perché il loro scopo è generare un paragone per facilitare la descrizione, ma qui utilizzi immagini molto specifiche sulle api che trovo davvero difficile figurarsi come "ascoltò il respiro delle altre esploderle nelle orecchie come il vento d’inverno tra i cunicoli dell’alveare".

Il finale mi è piaciuto, dà brio a un testo che, a mio avviso, si mantiene piuttosto statico. Buona sfida!


Ciao.
Ho ampiamente discusso in altri commenti di chiarezza dei soggetti, mia visione del testo e compagnia varia. Ho già deciso di sistemare la prima frase per rendere tutto chiaro perché credo possa aiutare.
Il pugno "brandito" è una metafora, a far intendere che è stretto come se fosse un'arma a sua volta. Pensavo fosse ovvio.
Non ho capito il problema del beat nella frase di Lobelia. L'azione di Silene è su una riga, e poi in quella dopo è Lobelia a parlare. Se avesse dovuto parlare la regina, come credevi tu, la sua frase avrebbe seguito il beat sulla stessa riga. Se non è accaduto, mi aspetto che sia chiaro che sta per parlare un altro personaggio visto che di solito è così. Inoltre, il testo segue uno schema:
Personaggio A«Dialogo» / Eventuale azione
Personaggio B «Dialogo» / Eventuale azione
Personaggio A «Dialogo» / Eventuale azione

Buona edition.
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Giorgia D'Aversa
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Re: Muori per il regno

Messaggio#24 » lunedì 26 luglio 2021, 0:55

Giovanni Attanasio ha scritto:Ciao.
Ho ampiamente discusso in altri commenti di chiarezza dei soggetti, mia visione del testo e compagnia varia. Ho già deciso di sistemare la prima frase per rendere tutto chiaro perché credo possa aiutare.

Certo, ma dato che devo commentare il tuo testo sottolineo ciò che più ho trovato problematico/mi ha convinto del testo!

Giovanni Attanasio ha scritto:Il pugno "brandito" è una metafora, a far intendere che è stretto come se fosse un'arma a sua volta. Pensavo fosse ovvio.

Chiaramente. Ma anche le metafore possono suonare male all'orecchio del lettore, come è successo a me in questo caso.

Giovanni Attanasio ha scritto:Non ho capito il problema del beat nella frase di Lobelia. L'azione di Silene è su una riga, e poi in quella dopo è Lobelia a parlare. Se avesse dovuto parlare la regina, come credevi tu, la sua frase avrebbe seguito il beat sulla stessa riga. Se non è accaduto, mi aspetto che sia chiaro che sta per parlare un altro personaggio visto che di solito è così.

Andare a capo risolve solo parzialmente il problema: se vogliamo parlare di "regole" per la gestione ottimale dei dialoghi e dell'attribuzione del diritto di parola, come già ho scritto, l'azione spettava a Silene. Se descrivi l'azione del personaggio, porti il lettore a concentrarsi su quest'ultimo e, di norma, questo permette di introdurre una sua battuta.
Per renderlo più pulito bastava un micro beat di Lobelia e si risolveva ogni eventuale problema! Il mio è un suggerimento per una maggior chiarezza dei dialoghi, per renderli migliori: poi fai di questi suggerimenti ciò che preferisci :)

FilippoR
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Re: Muori per il regno

Messaggio#25 » martedì 27 luglio 2021, 14:51

Ciao Giovanni,

piacere di averti letto, il racconto mi è piaciuto e i discorsi sulle api mi erano chiari, questo però perché mi ero documentato tempo fa sulle api per un racconto, alcune cose potevano non essere chiarissime senza queste conoscenze per cui capisco il dubbio degli altri commenti.
Mi è piaciuta l'umanizzazione delle api e il fatto che la regina fosse particolare/diversa dalle regine normali, mi era chiaro che lo stocco fosse il pungiglione mentre il bastone non corrisponde a nulla di esteriore giusto? Solo un simbolo di potere? (e per mostrare la stanchezza/gentilezza della regina come da altro commento)
Invece il discorso dei nomi non l'avevo proprio inteso non conoscendone il significato, è stato chiaro solo dopo il tuo commento.

Buon proseguimento!

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Giovanni Attanasio
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Re: Muori per il regno

Messaggio#26 » martedì 27 luglio 2021, 14:56

FilippoR ha scritto:Ciao Giovanni,

piacere di averti letto, il racconto mi è piaciuto e i discorsi sulle api mi erano chiari, questo però perché mi ero documentato tempo fa sulle api per un racconto, alcune cose potevano non essere chiarissime senza queste conoscenze per cui capisco il dubbio degli altri commenti.
Mi è piaciuta l'umanizzazione delle api e il fatto che la regina fosse particolare/diversa dalle regine normali, mi era chiaro che lo stocco fosse il pungiglione mentre il bastone non corrisponde a nulla di esteriore giusto? Solo un simbolo di potere? (e per mostrare la stanchezza/gentilezza della regina come da altro commento)
Invece il discorso dei nomi non l'avevo proprio inteso non conoscendone il significato, è stato chiaro solo dopo il tuo commento.

Buon proseguimento!


Ciao!
Sì, il bastone è solo un simbolo.
Buon proseguimento anche a te!
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Stefano.Moretto
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Re: Muori per il regno

Messaggio#27 » giovedì 29 luglio 2021, 19:04

Ciao Giovanni, ti devo dire a malincuore che questo non è il tuo lavoro migliore. Capisco perfettamente che un conoscitore di api può scorgerci molto di più di ciò che riesco a vederci io, ma ci sono alcuni punti critici non indifferenti. Ho visto che hai già discusso a lungo su alcuni aspetti che ti avrei già segnalato anche io, quindi cercherò di farla più breve possibile.
Il problema più grande che ho trovato nel testo è la confusione nel capire cosa succede. All'inizio ci sono undici spadaccine, una regina e due mani non ben identificate. Si capisce abbastanza bene che la protagonista è la regina, ma non si capisce di cosa stiano parlando i personaggi. Mani limpide, pappa reale, balie salvate dall'accudirla partorendo in una stanza buia, sono tutti elementi che non si possono capire, mentre i personaggi in quel momento sanno perfettamente di cosa stanno parlando. Questo è un grosso problema che non puoi risolvere dopo dicendo "sono api", perché ormai il danno di confusione l'hai fatto. Se non fosse importante ai fini della trama potresti dire che sono api anche nelle ultime parole ("ah, e comunque i personaggi erano api."), ma se la mancanza di quest'informazione non mi permette di capire cosa succede è un enorme problema. Poi, ok, sono api antropomorfe, ma il problema non cambia di una virgola.

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Giovanni Attanasio
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Re: Muori per il regno

Messaggio#28 » giovedì 29 luglio 2021, 21:06

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Giovanni, ti devo dire a malincuore che questo non è il tuo lavoro migliore. Capisco perfettamente che un conoscitore di api può scorgerci molto di più di ciò che riesco a vederci io, ma ci sono alcuni punti critici non indifferenti. Ho visto che hai già discusso a lungo su alcuni aspetti che ti avrei già segnalato anche io, quindi cercherò di farla più breve possibile.
Il problema più grande che ho trovato nel testo è la confusione nel capire cosa succede. All'inizio ci sono undici spadaccine, una regina e due mani non ben identificate. Si capisce abbastanza bene che la protagonista è la regina, ma non si capisce di cosa stiano parlando i personaggi. Mani limpide, pappa reale, balie salvate dall'accudirla partorendo in una stanza buia, sono tutti elementi che non si possono capire, mentre i personaggi in quel momento sanno perfettamente di cosa stanno parlando. Questo è un grosso problema che non puoi risolvere dopo dicendo "sono api", perché ormai il danno di confusione l'hai fatto. Se non fosse importante ai fini della trama potresti dire che sono api anche nelle ultime parole ("ah, e comunque i personaggi erano api."), ma se la mancanza di quest'informazione non mi permette di capire cosa succede è un enorme problema. Poi, ok, sono api antropomorfe, ma il problema non cambia di una virgola.


È stato un lavoro sperimentale su una sorta di ambientazione che ho in testa da un po'. Grazie per gli appunti extra e le tue impressioni.
(Devo supporre che hai letto gli altri racconti miei qui su MC, e di questo ti ringrazio.)
Alla prossima!
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