Notte araba

Lunedì 16 agosto dalle 21.30 alle 23.00 con 800 caratteri a disposizione e un tema scelto dei Campioni dell'Arena Maurizio Ferrero e Wladimiro Borchi
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Michael Dag
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Notte araba

Messaggio#1 » lunedì 16 agosto 2021, 22:41

Il bastardo mi supplica sbavando sangue.
Strano, di solito quando arrivo al sesto dito mozzato capiscono come va e smettono. I più mi provocano, sperando che l'ira mi spinga a ucciderli in fretta.
Questo no. Gli ho strappato tutte e venti le dita, orecchie, naso, occhi, palle. Eppure continua a implorare pietà.
Tutte le volte spiego loro che anche le nostre donne li avevano supplicati, quella notte al villaggio. Non in perfetto arabo forse, ma non serve parlare tutti i dialetti del mondo per capire le grida di una madre a cui stai ammazzando i bambini.
Verso la benzina. Esco dalla capanna, lancio dentro la sigaretta.
Finalmente, questo era l'ultimo.
Mi siedo su un sasso, tiro fuori la foto di Farah coi nostri figli. Ora possiamo riposare in pace, tutti quanti.
Anche io.
Carico la pistola.



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antico
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Re: Notte araba

Messaggio#2 » lunedì 16 agosto 2021, 22:47

Ciao Michael! Caratteri e tempo ok, buona 800 CARATTERI EDITION!

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Puch89
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Re: Notte araba

Messaggio#3 » martedì 17 agosto 2021, 8:11

Ciao Michael.
Raccontino molto intenso, crudo, evocativo. L'idea di fondo è coraggiosa, non è semplicissimo rendere il disagio che vive il protagonista e perché in così pochi caratteri. L'unica neo negativo, se così possiamo dire, è che per come hai impostato la scena la tortura sembra finalizzata alla ricerca di una confessione, piuttosto che ad una mera vendetta fine a sé stessa. La cosa poi però viene chiarita infine. Mi è piaciuto, una buona prova!

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GiulianoCannoletta
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Re: Notte araba

Messaggio#4 » martedì 17 agosto 2021, 12:25

Ciao Michael, piacere di averti letto.
Racconto crudo, che colpisce duro fin dalle prime battute. Sei stato molto bravo a concentrare in così poco spazio una storia di vendetta, a caratterizzare il protagonista e rendere chiare al lettore le sue motivazioni. Il finale, con il suicidio dopo aver vendicato il massacro della famiglia, è certamente toccante. L'aderenza al tema direi che c'è tutta, anche te hai scelto una declinazione tragica del riposo.
Molto bravo, a rileggerci presto.
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Notte araba

Messaggio#5 » giovedì 19 agosto 2021, 11:19

Ciao Michael.
Bel pezzo davvero. Un breve spaccato contenente tutte le informazioni di cui il lettore ha bisogno senza inutili giri di parole. Gli unici passaggi che rivedrei in un’ottica di revisione a freddo (passaggi che, sia ben chiaro, nulla o quasi tolgono alla qualità della tua performance al netto delle limitazioni di questa edizione) sono i seguenti.

Tutte le volte spiego loro che anche le nostre donne li avevano supplicati

“Spiegare” è forse un termine un po’ troppo conciliante e diplomatico considerando lo stato emotivo del personaggio. Personalmente opterei per qualcosa di più secco e immediato, anche un semplice verbo “dire” o un “ricordare”.

Esco dalla capanna, lancio dentro la sigaretta.

Questa è l’unica frase in cui parli della sigaretta. Manca la semina iniziale. Potresti introdurre l’oggetto già nella prima frase, accennando al fatto che il protagonista sta fumando proprio quella sigaretta che verrà poi lanciata.

Mi siedo su un sasso, tiro fuori la foto di Farah coi nostri figli.

Al contrario del primo passaggio citato, qui trovo invece, sempre in un’ottica di correlazione “vocabolario VS stato emotivo del protagonista” il termine “figli” troppo neutro. Avrei preferito qualcosa di più personale e familiare, come “bambini”. Non solo - ma qui entro proprio in modalità spaccamaroni patentato - non userei "con i" che presuppone una subordinazione dei figli rispetto alla moglie, ma "e dei".
(sì, hai il permesso di mandarmi a fanculo)

Anche io.

Ecco, questa è l’unica frase che taglierei. Già il passaggio precedente si lega benissimo al colpo di pistola che segue subito dopo, così da rendere più forte il finale (come una catapulta un colpo di pistola), anziché diluirlo, seppur di poco.

Detto questo, lo ripeto, il pezzo è davvero buono. Ma tieni presente che devo ancora leggere quelli che seguono nel tuo gruppo, quindi non garantisco nulla a livello di classifica. ;) A parte questo, i miei complimenti.
Alla prossima.
lupus in fabula

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Michael Dag
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Re: Notte araba

Messaggio#6 » giovedì 19 agosto 2021, 12:38

grazie a tutti dell'apprezzamento.

quello che volevo rendere era un vendicatore freddo e distaccato. non è arrabbiato ne felice, vuole solo finire il suo lavoro e riposarsi. lo fa perché è l'unico motivo di vita che gli è rimasto.

la cosa della sigaretta hai ragionissima, ma ho dovuto tagliare qualche frase per stare negli 800

interessante l'appunto di sostituire figli con bambini, ma ho preferito così, sempre per lasciare l'idea di distacco. addirittura, avevo scritto "mia moglie" invece che "Farah", ma quello sarebbe stato forse troppo disempatico.

sulla pignoleria:
"Ho lavorato tutta la mattina su una delle mie poesie e ho tirato fuori una virgola. Nel pomeriggio l'ho rimessa a posto." - Oscar Wilde.
scrivere è anche questo, cesellare di fino, curare ogni singola parola, come... come una catapulta!
:)

alexandra.fischer
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Re: Notte araba

Messaggio#7 » giovedì 19 agosto 2021, 17:23

Michael Dag Scattina Tema centrato. Storia di guerra, dove un arabo si vendica del nemico occidentale che gli ha ucciso la famiglia e dopo aver terminato il lavoro su un prigioniero particolarmente ostinato nell’implorare una pietà impossibile, si concede l’eterno riposo per mezzo di una pistola. Molto ben costruito il personaggio del protagonista, nel suo ruolo di torturatore, che descrivi con dettagli verosimili, e anche come rappresentante di un popolo annientato negli affetti da questi stessi nemici (in lui c’è la grandezza tragica del vendicatore, il quale ha conservato una logica fredda, difatti non esita a spiegare alle vittime i motivi dei suoi trattamenti brutali). Punti deboli: nessuno.

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Laura Brunelli
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Re: Notte araba

Messaggio#8 » lunedì 23 agosto 2021, 17:40

Ciao Michael piacere di leggere e commentare il tuo racconto.
Anche in questo caso una duplice declinazione del tema, da un lato l’eterno riposo che il protagonista raggiunge con il suicidio, dall’altro la vendetta che consente alle anime di riposare in pace. Buona la struttura del racconto. Un flusso di coscienza che si porta dietro qualche imperfezione stilistica plasmata dalla caratterizzazione del protagonista. A mio avviso, manca, al racconto, un pizzico di emotività da parte del protagonista. Se il distacco che il protagonista esprime nella prima parte del racconto è giustificato dal ruolo di vendicatore che si è cucito addosso, mi sarei aspettata una reazione più forte nella parte finale, soprattutto mentre osserva la foto di Farah con i bambini. Stilisticamente un solo appunto.
“Ora possiamo riposare in pace, tutti quanti.
Anche io.”
A mio avviso quell’ “anche io” è una ripetizione inutile che poteva tranquillamente essere omesso, soprattutto visto il plurale del “possiamo riposare in pace”.

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Stefano.Moretto
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Re: Notte araba

Messaggio#9 » martedì 24 agosto 2021, 9:46

Ciao Michael
Molto crudo come racconto, e anche d'impatto. Un po' difficile da analizzare, forse. L'introspezione del protagonista è resa molto bene, fin da subito ci fa capire che qualsiasi cosa fa, lo fa perché il "bastardo" se lo merita. Il problema è che non sappiamo il perché se lo meriti per un bel pezzo, prima abbiamo modo di vedere nel dettaglio tutte le torture che gli ha inflitto e rischiamo pure di provare un po' di pena per lui. Avrei introdotto prima l'elemento vendetta, magari mostrando prima la foto della moglie e dei figli.
Un altro elemento che mi ha suscitato un po' di stranezza è il senso di incompiuto relativo proprio al personaggio torturato: sembra che la sua resistenza sia importante per qualche motivo, ma alla fine viene bruciato vivo e finita lì.
Secondo me, in un racconto altrimenti vicino alla perfezione, questi due elementi sono gli unici davvero critici. Se avessi mostrato subito il torto subito dal protagonista e avessi calcato meno sull'essere speciale dell'ultima vittima, probabilmente non avrei avuto molto da dire. Anche lo stile mi piace molto, l'introspezione e la descrizione delle scene si alternano davvero molto bene.

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Andrea Partiti
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Re: Notte araba

Messaggio#10 » giovedì 26 agosto 2021, 11:46

Funziona molto bene il distacco emotivo tra protagonista e quel che sta facendo sulla scena.
Sono d'accordo sul non bisogno di specificare "anche io" nel finale, sembra una di quelle scelte emotive fatte per paura che il tema non sia abbastanza chiaro e che poi si rimpiangono dopo due o tre ore!
Ho trovato lievemente fuorviante quel "di solito quando arrivo al sesto dito mozzato capiscono..." perché dava quasi l'idea che la tortura si fermasse quando smettono di implorare e che la lista completa di quel che viene strappato della frase successiva fosse un caso particolare ed estremo per l'ultima vittima che non si rassegna. Penso che non sia così e seguisse lo stesso processo per tutti.
A fine racconto, da lettore molesto, mi restano delle domande: ha della benzina e pianifica l'incendio finale. Tutti sono stati bruciati in una capanna personale e il protagonista si sposta di volta in volta? O è una cosa speciale per l'ultima vittima che conclude la vendetta? Se è una cosa speciale, nella capanna c'erano diciassette cadaveri delle vittime precedenti in un angolo per aumentare il terrore di chi viene portato dentro, facendogli intuire la sua sorte (e giustificando la rassegnazione sin dal sesto dito strappato?)
Forse sono dettagli che si sono persi nello sfrondamento, lo capisco, ma sono immagini quasi automatiche create dalla tua ambientazione che creano dei dettagli molto ingombranti per non crearmi dei dubbi.

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Andrea76
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Re: Notte araba

Messaggio#11 » giovedì 26 agosto 2021, 12:02

Il tema è più incentrato sulla vendetta che sul riposo. Il secondo infatti è una conseguenza del compimento della prima. Lo stile è raccontato ad eccezione dell’incipit che ha il merito di immergere il lettore nella macabra scena. Il resto è caratterizzato da informazioni esterne che poco aggiungono alla carica emotiva del racconto.

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Michael Dag
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Re: Notte araba

Messaggio#12 » venerdì 27 agosto 2021, 12:25

grazie a tutti del tempo che mi avete dedicato.
in molti avete sottolineato la stesse cosa, ovvero che il motivo della tortura è interpretabile (ognuno si era fatto un idea diversa.)

Sulla frase finale "anche io" invece, più la leggo più la trovo azzeccata... la mente di noi imbrattacarte funziona in mondo strano, al volte!

Andrea Partiti ha scritto:A fine racconto, da lettore molesto, mi restano delle domande: ha della benzina e pianifica l'incendio finale. Tutti sono stati bruciati in una capanna personale e il protagonista si sposta di volta in volta? O è una cosa speciale per l'ultima vittima che conclude la vendetta? Se è una cosa speciale, nella capanna c'erano diciassette cadaveri delle vittime precedenti in un angolo per aumentare il terrore di chi viene portato dentro, facendogli intuire la sua sorte (e giustificando la rassegnazione sin dal sesto dito strappato?)

in 800 caratteri, sono domande che non mi sono posto, non c'è tempo per descrivere dettagli.

@Andrea76
mi dispiace di non averti impressionato :(
sarà per la prossima!

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Sherwood
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Re: Notte araba

Messaggio#13 » sabato 28 agosto 2021, 21:33

Commento il tuo racconto anche se non era tra quelli del mio gruppo. Li ho letti tutti a dire il vero, ma ho deciso di commentare solo quelli che mi hanno colpito di più e il tuo per me è il migliore. La violenza chiama violenza, ma chi è costretto a usarla, alla fine viene sopraffatto e decide di chiamarsi fuori. Ma prima deve compiere la missione che si è proposto, fare giustizia, togliere di mezzo la feccia, vendicare chi non può più farlo. Un brano duro scritto con sentimento. Molto bravo. :)

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antico
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Re: Notte araba

Messaggio#14 » domenica 29 agosto 2021, 14:57

Un ottimo racconto. Immagino che, dopo avere perpetrato le stesse torture per più volte, si crei una sorta di distacco emotivo e lo hai reso bene. Certo, rimane guidato dalla missione di vendetta che si è assegnato e anche questo è ben reso. Un poco problematica solo la questione legata alla supplica perché anch'io, in quel punto, ho dovuto riprendere per chiarirmi (nel mio caso m'era sembrato che fosse arrivato al sesto dito di quel torturato e mi stonava, ovviamente, con quanto seguiva, poi tutto chiarito in seconda lettura). Ben declinato anche il tema. Per me un pollice quasi su.

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