Pace

Lunedì 16 agosto dalle 21.30 alle 23.00 con 800 caratteri a disposizione e un tema scelto dei Campioni dell'Arena Maurizio Ferrero e Wladimiro Borchi
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Pietro D'Addabbo
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Pace

Messaggio#1 » lunedì 16 agosto 2021, 23:04

Ultima rampa di scale, il sudore ormai inzuppa le sopracciglia. La fatica si somma al caldo insopportabile. Passo la manica sulla fronte per evitare che mi bruci gli occhi.
Ultima porta, gli Stramaglia sono in casa, la piccola martoria il violino come ogni pomeriggio da due mesi in qua.
Busso. Il passo della signora ticchetta fuori sincrono col metronomo.
"Amministratore. Mi scusi, c'è da firmare."
La porta si apre, porgo alla famiglia le rimostranze. Quelle degli altri condomini sono su carta intestata e firmata. Le mie no.
L'accetta porta la forza dei miei argomenti in quel cranio testardo ma, tutto sommato, non così duro.
Lo spiego a tutta la famiglia.
Poi, finalmente, silenzio.
I condomini me ne sarebbero grati, ma ho chiesto silenzio anche a loro.
Ora, mi godo il silenzio.


"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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antico
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Re: Pace

Messaggio#2 » lunedì 16 agosto 2021, 23:10

Ciao Pietro! Caratteri ok, sei in malus minimo per il tempo. Buona 800 CARATTERI EDITION!

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Puch89
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Re: Pace

Messaggio#3 » martedì 17 agosto 2021, 9:41

Ciao Pietro.
Trovo il tuo racconto tra i più particolari del gruppo, per così dire, sia per il contenuto che per lo stile, scorrevole e dal mostrato intrigante. Le parole che hai scelto le trovo davvero azzeccate e fanno la differenza in quella che poteva essere una banale esposizione, mentre così l'hai resa brillante; mi riferisco soprattutto al passaggio centrale, in cui l'uomo uccide l'intera famiglia Stramaglia. Davvero una buona prova, a presto rileggerti.

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GiulianoCannoletta
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Re: Pace

Messaggio#4 » mercoledì 18 agosto 2021, 16:13

Ciao Pietro, piacere di averti letto!
Un racconto decisamente interessante, ho avuto bisogno di una rilettura per apprezzarlo al meglio. La prima parte del racconto offre un'immedesimazione ben costruita sui dettagli, il caldo, il sudore, i rumori fastidiosi. Nelle ultime righe l'immersione è sostituita da quello che sembra una sorta di black-out, per cui una strage sanguinosa è liquidata con una singola metafora: "lo spiego a tutta la famiglia". Una scelta coraggiosa che in prima lettura non mi aveva convinto del tutto, ma che ho apprezzato di più rileggendolo. Forse avrei evitato quella ripetizione di "silenzio" tre volte nelle ultime tre righe.
Davvero un buon racconto, complimenti.
A rileggerci presto.
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

alexandra.fischer
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Re: Pace

Messaggio#5 » giovedì 19 agosto 2021, 17:38

Tema centrato. L’amministratore condominiale scrupoloso ha perso la pazienza con la famiglia Stramaglia (e c’è da capirlo, perché lo presenti come un amante della musica, invece la piccola violinista di casa Stramaglia non lo è, per non parlare dei passi della signora, “fuori metronomo”). Molto ben resa la fatica di lui nel salire le scale (e a una seconda rilettura, la compassione per un uomo che dapprima il Lettore Curioso immagina anziano si trasforma in orrore, perché nasconde l’ascia con la quale ha messo a riposare…l’intero condominio, di certo per il suo orecchio troppo sensibile). La scrittura è molto buona, ma, se fosse il mio racconto, aggiusterei un paio di punti.
Ti scrivo le frasi corrette:

Amministratore, mi scusi, devo ancora firmare.

I condomini me ne sarebbero grati, ma chiesto silenzio anche a loro.

Ora me lo godo.

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Laura Brunelli
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Re: Pace

Messaggio#6 » lunedì 23 agosto 2021, 16:08

Ciao Pietro piacere di leggerti.
Declinazione del tema veramente interessante la tua. Come altri hai puntato sulla morte, ma in questo caso, il riposo non è quello eterno delle vittime, ma quello dell’assassino che trova sollievo due volte nel riposo dalla fatica degli omicidi e dalla tortura delle lamentele dei condomini. Una buona prova non priva di qualche problema di stile che vado ad esaminare.
“Ultima rampa di scale, il sudore ormai inzuppa le sopracciglia. La fatica si somma al caldo insopportabile. Passo la manica sulla fronte per evitare che mi bruci gli occhi.”
In questo periodo c’è un problema di consecutio. È evidente che l’ultima frase è riferita al sudore, ma, ad una prima lettura non si capisce perché il soggetto della frase che la precede è la fatica. Qui il problema è anche di natura grammaticale. Secondo me avresti dovuto girare il periodo in questo modo: “Ultima rampa di scale, la fatica si somma al caldo insopportabile. Il sudore ormai inzuppa le sopracciglia. Passo la manica sulla fronte per evitare che mi bruci gli occhi.” In questo modo il sudore è conseguenza del caldo che si somma alla fatica e l’ultima frase è grammaticalmente correlata a quella che la precede.
Non mi piace gran ché la ripetizione Ultima rampa / ultima porta.
“L'accetta porta la forza dei miei argomenti in quel cranio testardo” non credo che il termine porta sia il più adatto, avrei utilizzato un termine più incisivo che potesse sia rappresentare l’atto di conficcare l’accetta nella testa che infilare le rimostranze nel cranio della condomina.

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Pace

Messaggio#7 » lunedì 23 agosto 2021, 16:21

Ciao Pietro.
Ammetto di non essere del tutto convinto da questa prova, non tanto per l’idea in sé (non originalissima, ma con 800 caratteri e appena 90 minuti di tempo ci può stare), quanto per la forma. Troppe ripetizioni e troppi passaggi con una consecutio non certo immediata.
A ciò si aggiunge uno stile un po’ po’ troppo pulito, se mi concedi l’espressione. Mi spiego: la costruzione è buona, così come molti passaggi d’effetto, ma trovo che il tutto si accosti non perfettamente alla mente malata del personaggio. Non so, avrei preferito uno stile più sporco, magari anche grammaticalmente meno corretto.
Insomma, a questo brano manca una sua voce, che è quello che invece distingue, per fare un esempio, il testo di Alessio. Può anche essere che tale sensazione nasca proprio dal fatto di aver letto i vostri brani uno dopo l’altro. Ci rifletterò…
Alla prossima.
lupus in fabula

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Stefano.Moretto
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Re: Pace

Messaggio#8 » martedì 24 agosto 2021, 17:52

Ciao Pietro.
Un raccontino bello d'effetto, non c'è che dire. Adoro il fatto che tu sia riuscito a spiegare un'enarrabile violenza tramite sottintesi e metafore, in particolare la frase "lo spiego a tutta la famiglia", che arriva dritto dopo l'informazione che nella famiglia c'è una bambina che suona il violino, è molto d'impatto.
Passo a parlare delle cose che penso siano migliorabili.
Ultima rampa di scale, il sudore ormai inzuppa le sopracciglia. La fatica si somma al caldo insopportabile. Passo la manica sulla fronte per evitare che mi bruci gli occhi.

Questa frase di apertura, al contrario del resto, è un po' debole: non sappiamo che scale stia facendo né perché è sudato. Sta salendo sul tetto? O ha l'ufficio all'ultimo piano? Questo ci viene detto solo dopo. Anche il motivo per cui è così tanto sudato non è dato sapere fino alla fine, quando scopriamo che ha già sterminato tutto il condominio, però quello possiamo pensare che sia perché ha fatto un sacco di scale ed è già più comprensibile. La cosa che mi piace meno (a parte la discordanza delle ultime due frasi che ti hanno già fatto notare) è l'accenno al caldo: non è un elemento che dopo viene ripreso e avendo solo 800 caratteri a disposizione è uno spreco; piuttosto dato che ha già sterminato diverse persone avresti potuto dare qualche indizio sul fatto che ci sia qualcosa che non va; per esempio potrebbe avere le scarpe sporche di sangue e questo gli fa scivolare il piede sull'ultimo gradino; magari puoi accennare al liquido scivoloso senza dire direttamente che è sangue, così che il lettore ci arrivi solo dopo come hai fatto col resto.
Busso. Il passo della signora ticchetta fuori sincrono col metronomo.
"Amministratore. Mi scusi, c'è da firmare."

Qui non è chiaro subito chi parla. Sulla prima parola uno potrebbe pensare che sia la signora che guarda l'amministratore e lo chiama per ruolo (tipo "oh amministratore, salve"); invece dopo si intuisce che a parlare è l'uomo, però sulle prime c'è confusione e andrebbe reso meglio, anche solo posticipando il "il passo della signora..." e mettendolo dopo la sua frase, in questo modo sarebbe molto più chiaro.
La porta si apre, porgo alla famiglia le rimostranze. Quelle degli altri condomini sono su carta intestata e firmata. Le mie no.
L'accetta porta la forza dei miei argomenti in quel cranio testardo ma, tutto sommato, non così duro.

Qui c'è un problema di immagino, ho la conferma di ciò che ho immaginato, e invece no.
In pratica il lettore pensa che la scena si svolga in un certo modo, ne ha pure la conferma per qualche secondo, poi è costretto a reimmaginarsi tutto da zero, e questo è un problema. Si risolve facilmente come nel punto prima, senza perdere l'impatto di sorpresa, invertendo un po' le frasi:
"Le rimostranze degli altri condomini sono su carta intestata e firmata. Le mie no.
Gliele porgo: l'accetta porta la forza dei miei argomenti in quel cranio testardo ma, tutto sommato, non così duro."
Così il lettore non è costretto a cancellare la sua immaginazione a metà e c'è comunque la botta a sorpresa.
Ovviamente prendi il mio commento come un parere personale, non ho la presunzione di dirti "è così che avresti dovuto fare", ci mancherebbe altro. Sto solo proponendo una possibile alternativa, poi valuta tu se ti piace.
I condomini me ne sarebbero grati, ma ho chiesto silenzio anche a loro.

Questo pezzo, per me, è poesia. Sì, chiudo con una cosa che mi è piaciuta, tanto per cambiare. Una scena del genere per essere mostrata decentemente avrebbe avuto bisogno di almeno duemila caratteri. Invece con sei parole hai fatto in modo che fosse ben chiaro tutto senza bisogno di dirlo davvero. Ben fatto.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Pace

Messaggio#9 » mercoledì 25 agosto 2021, 6:59

Ciao a tutti, grazie davvero per i vostri commenti.

Il tentativo di suggerire invece di mostrare la violenza in atto viene dall'idea che la furia 'cieca' di quei momenti abbia obnubilato tutti i sensi dell'omicida, al quale resta traccia mentale solo dei motivi (pseudo)razionali che hanno guidato le sue azioni.

Puch89 ha scritto:Ciao Pietro.
Le parole che hai scelto le trovo davvero azzeccate e fanno la differenza in quella che poteva essere una banale esposizione, mentre così l'hai resa brillante; mi riferisco soprattutto al passaggio centrale, in cui l'uomo uccide l'intera famiglia Stramaglia.


Ricevere questa recensione per prima e nella immediatezza della sottomissione mi ha rincuorato. Non ero certo che la scelta sarebbe stata comprensibile ma mi hai confermato che è 'arrivata'.

GiulianoCannoletta ha scritto:Forse avrei evitato quella ripetizione di "silenzio" tre volte nelle ultime tre righe.

alexandra.fischer ha scritto:La scrittura è molto buona, ma, se fosse il mio racconto, aggiusterei un paio di punti.

Laura Brunelli ha scritto:Una buona prova non priva di qualche problema di stile che vado ad esaminare.

Stefano.Moretto ha scritto:Passo a parlare delle cose che penso siano migliorabili.


Grazie per le vostre indicazioni, giuste e preziose, di cui terrò debitamente conto in futuro, e anche per gli apprezzamenti.
Purtroppo in rilettura mi sono dovuto concentrare sul taglio di 60 caratteri di troppo e mi sono perso un po' di ripetizioni, in particolare quella di 'silenzio' che è molto pesante perchè rovina il finale. D'accordo sui problemi circa i nessi di causalità, il sudore e anche l'unica frase pronunciata (dall'amministratore che vuole farsi aprire la porta) potevo renderle meglio aiutando il lettore a comprendere, i vostri suggerimenti saranno sicuramente incorporati nel racconto quando sarà il momento di revisionarlo.

John Doe ha scritto:Ciao Pietro.
Ammetto di non essere del tutto convinto da questa prova, non tanto per l’idea in sé [...] quanto per la forma. [...] A ciò si aggiunge uno stile un po’ po’ troppo pulito, se mi concedi l’espressione.


Riconosco che hai centrato due dei miei limiti.
Il primo la gestione del tempo, arrivo sempre troppo lungo mentre una rilettura più attenta richiederebbe più dei pochi minuti che riesco a concedermi. Questa volta ho addirittura sforato il limite per la consegna, preferendo il malus per il tempo a quello per i caratteri.
Il secondo è la 'pulizia', invertendo il termine che usi. Alle mie figlie ho insegnato a dire "Che noia!" invece dell'abusato "Che p@lle!". Quando gioco di ruolo il massimo che riesco a far dire a un personaggio incavolato è "Diamine!" o "Accidenti!". Lo stile 'sporco' non è nelle mie corde, nè nella vita nè come autore. Esagerando, direi che non è la mia 'voce'.

In questo particolare protagonista, tuttavia, non ne ho visto la necessità: si tratta di un professionista, anziano, acculturato, con il doppio ruolo di inquilino/amministratore di palazzo quindi persona riconosciuta dagli altri condomini come degna di fiducia e capace di gestire la complessa questione delle ripartizioni millesimali di un palazzo. Nella sua lucida follia non cambia il proprio status sociologico, ha solo drammaticamente rotto l'argine delle inibizioni, dei tabù, che mantengono chete le acque delle persone pazienti. Come dire che non c'è peggior cattivo di un buono che diventa cattivo.
Spero di riuscire a conquistarti la prossima volta. ;-)
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Andrea Partiti
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Re: Pace

Messaggio#10 » giovedì 26 agosto 2021, 10:54

Mi piace molto il tuo racconto e come l'hai sviluppato.

Mi hai fatto porre le domande giuste e mi hai dato le risposte, "perché consegna la lettera di persona? è davvero irrealistico" "aaah, ecco perché".

I tempi funzionano perfettamente, calchi giustamente la mano sul lato uditivo della scena, violino, bussare, tacchi.

Non mi convince a pieno la frase di cesura, "L'accetta porta la forza dei miei argomenti in quel cranio testardo ma, tutto sommato, non così duro." penso potrebbe essere più concisa e senza l'ambiguità del "l'accetta" che nella prima lettura mi ha bloccato perché l'ho interpretato in automatico come "lo accetta (il reclamo)".
Per rispettare la prima metà del racconto, penso calzerebbe a pennello una cesura sul suono dell'accetta nel cranio della madre, staccando del tutto le immagini e continuando solo con le urla che si spengono.

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Andrea76
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Re: Pace

Messaggio#11 » giovedì 26 agosto 2021, 11:59

Ottimo stile. Il passaggio dallo show al tell è ben fatto perché il raccontato qui è gestito benissimo. L’uso di eufemismi e metafore infatti sintetizza la strage in poche ma efficaci parole. Un racconto interessante ed evocativo sulla follia di un protagonista che mi ha ricordato il Patrick Bateman di Bret Easton Ellis.

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MatteoMantoani
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Re: Pace

Messaggio#12 » giovedì 26 agosto 2021, 12:27

Ciao Pietro, ora che i giochi sono finiti (o meglio, quasi, anche se è ormai matematicamente impossibile farti scendere dal terzo posto), vorrei aggiungere che prima di capire perché il tuo racconto era più divertente del mio ho dovuto leggerlo quattro volte! XD quel "l'accetta" è troppo ambiguo! Metti "la scure" così eviterai che qualche poveraccio (come me) interpreti per N volte di fila quella parola col verbo "accettare (le rimostranze)".
Complimenti, anche io ti avrei messo primo della classifica, racconto divertentissimo!

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antico
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Re: Pace

Messaggio#13 » domenica 29 agosto 2021, 15:34

Racconto molto efficace che mi è piaciuto molto. Il tuo modo di rappresentare la violenza mi è assai gradito: senza filtri, immergendoti nel nulla di un uomo che ha fatto il salto verso la follia e che, pertanto, non sente più alcunchè. Peccato dunque per il finale con quella tripla ripetizione di SILENZIO che, immagino, è stata scelta voluta, ma che mi ha dato davvero fastidio proprio nel momento clou. Per me un pollice quasi su che piazzo dietro al racconto pari valutato di Scattina proprio per la collocazione fisica della problematica riscontrata.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Pace

Messaggio#14 » domenica 29 agosto 2021, 17:05

Grazie a tutti per i vostri commenti.
Mi avete quasi convinto di aver fatto un buon lavoro questa volta.
^__^

Andrea Partiti ha scritto:senza l'ambiguità del "l'accetta" ...
Per rispettare la prima metà del racconto, penso calzerebbe a pennello una cesura sul suono dell'accetta


'Accetta' in effetti ha un doppio significato sul quale scherzo anch'io, ma non pensavo fosse un problema. Ne terrò conto.

I suoni, come le altre percezioni, sono annullate dal subentrare della frenesia violenta, che inizia prima che l'arma colpisca, quindi ho scartato quella soluzione pur avendoci pensato.

MatteoMantoani ha scritto:quel "l'accetta" è troppo ambiguo! Metti "la scure"


Mi hai fatto scoprire che 'ascia' è tutt'altro da quel che pensavo, nonostante l'uso che ne facciamo in DND.
Ho sempre inteso la scure come ben più grande e potente di una accetta, competenza l'una di boscaioli e l'altra di giardinieri. Quindi credo che cambierò arma, passando a un più comune e facilmente reperibile crick.

antico ha scritto: Peccato dunque per il finale con quella tripla ripetizione di SILENZIO che, immagino, è stata scelta voluta, ma che mi ha dato davvero fastidio proprio nel momento clou.


Purtroppo è stato invece un errore in fase di editing. Abbreviando per stare nei caratteri e preoccupato di non incorrere in un malus tempo ancora peggiore ho inserito troppe volte la stessa parola, rovinando del tutto il finale. Motivo per cui non credevo di aver fatto meglio delle mie precedenti prove qui su MC.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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