Il crollo dell'impero nero

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 20 settembre 2021 con un tema di Francesca Bertuzzi!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 3000 caratteri entro l'una.
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Il crollo dell'impero nero

Messaggio#1 » lunedì 20 settembre 2021, 22:31

Il silenzio regna nel campo di battaglia. Fila ordinate di soldati si sono fissate per pochi istanti, gli ultimi pensieri destinati ai propri cari. Di loro ora non c’è che il ricordo.
Per un solo istante c’è stato ordine, c’è stato silenzio, c’è stata forse la possibilità di fermarsi. È l’istante in cui matura la consapevolezza di aver commesso un errore e l’istante in cui questa muore schiacciata dall’orgoglio. Posso accettare di aver perso la battaglia, ma non posso accettare di averli persi senza essere riuscita a difenderli.
Lei è stata più brava. Ora mi guarda e sorride, alza al cielo la sua bella corona sporca del sangue dei miei uomini in quello che sembra un saluto.
“Prenderò anche te, tesoro, mentre mi supplichi di avere pietà per tuo marito!” urla, e accompagna la sua minaccia con una risata sguaiata. “Li hai guardati morire. Tu non sei degna di essere una regina”.
Scandisce ogni singola parola. Ho gli occhi in fiamme, le mani mi tremano senza sosta, ma non posso mostrarmi debole. Devo fare qualcosa. Guardo mio marito, così vecchio e fragile, fissare inerme il campo di battaglia. Dopo la totale disfatta dell’esercito non ha detto nulla, non ha fatto nulla. I suoi occhi vuoti sono inespressivi. Un soldato avversario fa la sua avanzata furtiva verso il mio amato, ma subito mi avvicino per difenderlo. Non avranno anche lui.
“Arrendiamoci” sussurra mio marito. Prendo il suo volto anziano tra le mani.
“Ascoltami, possiamo farcela. No, non guardare verso il campo, guarda me. Ci è già successo, ricordi? Io e te, insieme. Ti a…”.
Non riesco a parlare. Le parole si perdono nei rivoli di sangue che fuoriescono dalla gola come flussi di lava scura. Il caldo che avvampa nello stomaco lascia spazio a fitte di dolore lancinanti. Delle mani escono dal mio corpo e accarezzano sporche di sangue (del mio sangue) la pancia di mio marito. La regina parla di nuovo, la sua voce arriva al mio orecchio in un sussurro.
Tu non sei degna
Mi accascio al suolo. La vista si offusca e mi agito in spasmi dolorosi nel tentativo di respirare meglio.
Lui mi guarda, forse trema. La sua sagoma ombrosa si agita e la sua voce profonda si innalza al cielo. Vorrei riuscire a capire cosa dice, sentire la sua voce un’ultima volta.
Buio.
Apro gli occhi, anche la regina avversaria è crollata. Sapevo che avrebbe potuto farcela. Oh, se solo lo avesse creduto anche lui. Devo dirgli che lo amo un’ultima volta. Mi giro sul lato; un’ombra nemica si avvicina minacciosa. Provo a urlare, ma di nuovo le parole annegano nel sangue.
Buio.
Qualcosa mi tocca la fronte.
Con uno sforzo sovrumano apro gli occhi. Il volto stanco di mio marito è a pochi centimetri da me. Le lacrime si mescolano al sangue e parlare diventa impossibile. Lui mi sorride.
“Io e te, insieme. Ti amo”.


“Scacco matto”.
Chris guarda la scacchiera esasperato. La sua regina nera è ancora lì. Credeva di poterla sacrificare per prendere la regina avversaria e costringere Tom a uno stallo e invece...
“Odio la torre”.



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antico
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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#2 » lunedì 20 settembre 2021, 22:35

Ciao Morena! Caratteri e tempo ok anche per te! Buona Francesca Bertuzzi Edition!

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Antonio Pilato
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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#3 » martedì 21 settembre 2021, 15:20

Ciao Morena, il tuo racconta meriterebbe il primo posto anche soltanto per il bellissimo finale che la storia mostra al lettore.
Nella finzione sono rimasto ammaliato dalle descrizioni relative alla situazione e, fino alla fine, ho temuto che si trattasse della classica vicenda a metà fra il fantasy e lo storico, e invece…
Epico infine il riferimento, ben compreso soltanto alla fine, con il tema del contest.

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Massimo Tivoli
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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#4 » mercoledì 22 settembre 2021, 7:37

Racconto scritto con stile e padronanza delle tecniche narrative. Tuttavia il ribaltamento delle premesse narrative sul finale (colpo di scena) non colpisce più di tanto, lasciando in definitiva il lettore un po’ impassibile. Questo è un rischio che si corre ogni volta che si basa il CdS sull’adozione di un PdV atipico o poco coerente con la situazione narrata, come nel caso di narrazione dal PdV di un animale o addirittura, come in questo caso, dal PdV di oggetti inanimati (pedine degli scacchi). In sintesi è un giochetto per vincere facile: le pedine vengono trattate come esseri umani a tutti gli effetti (pensano, parlano, provano sentimenti, sanguinano) e il lettore non ha nessun indizio per poter anche solo minimamente dubitare sulla loro vera natura, rendendo quindi l’ottenimento del CdS un mero trucchetto che, alla fine, lascia indifferenti.
Last but not least, chi non ha mai giocato a scacchi non capirà nel dettaglio la manovra raccontata nella chiusa.

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Emiliano Maramonte
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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#5 » venerdì 24 settembre 2021, 16:50

Ciao Morena, ben trovata!
Il tentativo è interessante ma purtroppo rientra a buon titolo tra quegli espedienti che vanificano un'intera impalcatura narrativa, soprattutto se un lettore un pochino più smaliziato (come nel mio caso) capisce il trucchetto. Parlo naturalmente dei "plot twist" del tipo: "Ah ma era solo un sogno! Quindi era la realtà virtuale! Allora era un pomodoro che parlava!", in sostanza giochetti ormai logori da evitare, se non sono incastonati in un meccanismo narrativo davvero inedito e originale. Devo ammettere di aver intuito qualcosa già dal titolo ma ho nascosto a me stesso la soluzione almeno fino a metà quando poi, quando hai parlato più insistentemente di regine e, in particolare di regina avversaia, ho avuto la conferma. E allora la tensione narrativa, che pure aveva un suo perché, è crollata di schianto, tanto per restare in tema.
In fondo, a sprazzi, non scrivi male. Ci sono parti narrate benissimo e ci sono momenti, invece, davvero legnosi (l'incipit è pesante e per arrivare al dunque del conflitto narrativo fa penare), come anche alcune espressioni fanno storcere il naso, ma tant'è, si può migliorare e non si finisce mai di imparare.
Tema centrato per vie traverse, anche perché indicato nel titolo, e prova poco convincente.

In bocca al lupo e buona Nona Era!
Emiliano

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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#6 » venerdì 24 settembre 2021, 17:00

Antonio Pilato ha scritto:Ciao Morena, il tuo racconta meriterebbe il primo posto anche soltanto per il bellissimo finale che la storia mostra al lettore.
Nella finzione sono rimasto ammaliato dalle descrizioni relative alla situazione e, fino alla fine, ho temuto che si trattasse della classica vicenda a metà fra il fantasy e lo storico, e invece…
Epico infine il riferimento, ben compreso soltanto alla fine, con il tema del contest.

Ciao Antonio, grazie mille per il tempo che mi hai dedicato, sono davvero contenta ti sia piaciuto!

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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#7 » venerdì 24 settembre 2021, 17:02

Massimo Tivoli ha scritto:Racconto scritto con stile e padronanza delle tecniche narrative. Tuttavia il ribaltamento delle premesse narrative sul finale (colpo di scena) non colpisce più di tanto, lasciando in definitiva il lettore un po’ impassibile. Questo è un rischio che si corre ogni volta che si basa il CdS sull’adozione di un PdV atipico o poco coerente con la situazione narrata, come nel caso di narrazione dal PdV di un animale o addirittura, come in questo caso, dal PdV di oggetti inanimati (pedine degli scacchi). In sintesi è un giochetto per vincere facile: le pedine vengono trattate come esseri umani a tutti gli effetti (pensano, parlano, provano sentimenti, sanguinano) e il lettore non ha nessun indizio per poter anche solo minimamente dubitare sulla loro vera natura, rendendo quindi l’ottenimento del CdS un mero trucchetto che, alla fine, lascia indifferenti.
Last but not least, chi non ha mai giocato a scacchi non capirà nel dettaglio la manovra raccontata nella chiusa.


Ciao Massimo,
piacere di consocerti. In realtà ho seminato un po' di indizi qua e là, però rifletterò sicuramente sul fatto che non sia arrivato.
Per il punto finale non ci avevo pensato: in realtà ho giocato a scacchi pochissime volte, e volevo semplicemente trasparisse il fatto che la partita era stata persa a causa della torre, senza concentrarmi troppo sulla manovra in sé. Hai trovato difficoltà particolari? Se ti va di dirmele provo a migliorarmi per il futuro.
Grazie mille per gli spunti comunque!

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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#8 » venerdì 24 settembre 2021, 17:05

Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Morena, ben trovata!
Il tentativo è interessante ma purtroppo rientra a buon titolo tra quegli espedienti che vanificano un'intera impalcatura narrativa, soprattutto se un lettore un pochino più smaliziato (come nel mio caso) capisce il trucchetto. Parlo naturalmente dei "plot twist" del tipo: "Ah ma era solo un sogno! Quindi era la realtà virtuale! Allora era un pomodoro che parlava!", in sostanza giochetti ormai logori da evitare, se non sono incastonati in un meccanismo narrativo davvero inedito e originale. Devo ammettere di aver intuito qualcosa già dal titolo ma ho nascosto a me stesso la soluzione almeno fino a metà quando poi, quando hai parlato più insistentemente di regine e, in particolare di regina avversaia, ho avuto la conferma. E allora la tensione narrativa, che pure aveva un suo perché, è crollata di schianto, tanto per restare in tema.
In fondo, a sprazzi, non scrivi male. Ci sono parti narrate benissimo e ci sono momenti, invece, davvero legnosi (l'incipit è pesante e per arrivare al dunque del conflitto narrativo fa penare), come anche alcune espressioni fanno storcere il naso, ma tant'è, si può migliorare e non si finisce mai di imparare.
Tema centrato per vie traverse, anche perché indicato nel titolo, e prova poco convincente.

In bocca al lupo e buona Nona Era!
Emiliano


Ciao Emiliano!
Piacere di avere il tuo commento. Ti confesso che ero poco ispirata (o meglio, troppo ispirata da vicende personali da trattare e poco da temi più originali), e speravo più che sull'effetto sorpresa sulla vicenda in sé, quindi mi dispiace sia crollata la tensione. Sicuramente con più caratteri avrei potuto giocarmela meglio, ma pian piano imparerò ad adattarmi a questo magnifico posto.
A presto!
Morena

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Massimo Tivoli
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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#9 » venerdì 24 settembre 2021, 18:05

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Massimo Tivoli ha scritto:Racconto scritto con stile e padronanza delle tecniche narrative. Tuttavia il ribaltamento delle premesse narrative sul finale (colpo di scena) non colpisce più di tanto, lasciando in definitiva il lettore un po’ impassibile. Questo è un rischio che si corre ogni volta che si basa il CdS sull’adozione di un PdV atipico o poco coerente con la situazione narrata, come nel caso di narrazione dal PdV di un animale o addirittura, come in questo caso, dal PdV di oggetti inanimati (pedine degli scacchi). In sintesi è un giochetto per vincere facile: le pedine vengono trattate come esseri umani a tutti gli effetti (pensano, parlano, provano sentimenti, sanguinano) e il lettore non ha nessun indizio per poter anche solo minimamente dubitare sulla loro vera natura, rendendo quindi l’ottenimento del CdS un mero trucchetto che, alla fine, lascia indifferenti.
Last but not least, chi non ha mai giocato a scacchi non capirà nel dettaglio la manovra raccontata nella chiusa.


Ciao Massimo,
piacere di consocerti. In realtà ho seminato un po' di indizi qua e là, però rifletterò sicuramente sul fatto che non sia arrivato.
Per il punto finale non ci avevo pensato: in realtà ho giocato a scacchi pochissime volte, e volevo semplicemente trasparisse il fatto che la partita era stata persa a causa della torre, senza concentrarmi troppo sulla manovra in sé. Hai trovato difficoltà particolari? Se ti va di dirmele provo a migliorarmi per il futuro.
Grazie mille per gli spunti comunque!


Nessuna difficoltà per me, a parte non sapere minimamente cosa sia uno stallo negli scacchi, ma non è il punto cruciale del tuo racconto, anzi, nella forma il racconto è scritto bene e il tuo stile mi piace pure. Ma non è un racconto che mi sento di premiare perché è carente nella tecnica di costruzione del colpo di scena. Mi spiego meglio rispetto al mio precedente commento: hai voluto utilizzare la tecnica dell’agnizione per ottenere il CDS finale. E fin qua tutto buono, almeno nelle intenzioni: l’agnizione è uno strumento potente e molto efficace (esempi: fight club, finestra segreta giardino segreto, e altri), in quanto porta alla rivelazione inattesa della vera identità/natura di un personaggio o più personaggi (nel tuo caso, le pedine degli scacchi). Tuttavia anche l’agnizione espone a tutta una serie di possibili cliché di situazione (e tu qua purtroppo ci sei caduta). Per cliché di situazione s’intende la riproposizione di luoghi comuni banali che, con il tempo, hanno perso di efficacia. Esempi: il protagonista, svegliandosi di colpo nella scena finale, scopre che era tutto un sogno. Questa agnizione ha un coefficiente di banalità che finirebbe per distruggere qualsiasi racconto. Altri esempi vengono proprio da storie raccontate da un punto di vista particolare e, solo alla fine, si capisce che il narratore era un animale domestico o un oggetto della casa, o comunque un oggetto inanimato come purtroppo nel tuo caso. Benché l’idea possa pure essere considerata originale da qualcuno, il colpo di scena finale è davvero troppo scontato, e si basa su un’agnizione che gira interamente su una voce narrante misteriosa. Insomma, un giochino per vincere facile. Una che scrive come te (mi riferisco a tutto il testo prima del CDS) può sicuramente fare di meglio.
Spero di essermi spiegato più esaustivamente.
A rileggerci con piacere.

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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#10 » sabato 25 settembre 2021, 0:51

Massimo Tivoli ha scritto:
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Massimo Tivoli ha scritto:Racconto scritto con stile e padronanza delle tecniche narrative. Tuttavia il ribaltamento delle premesse narrative sul finale (colpo di scena) non colpisce più di tanto, lasciando in definitiva il lettore un po’ impassibile. Questo è un rischio che si corre ogni volta che si basa il CdS sull’adozione di un PdV atipico o poco coerente con la situazione narrata, come nel caso di narrazione dal PdV di un animale o addirittura, come in questo caso, dal PdV di oggetti inanimati (pedine degli scacchi). In sintesi è un giochetto per vincere facile: le pedine vengono trattate come esseri umani a tutti gli effetti (pensano, parlano, provano sentimenti, sanguinano) e il lettore non ha nessun indizio per poter anche solo minimamente dubitare sulla loro vera natura, rendendo quindi l’ottenimento del CdS un mero trucchetto che, alla fine, lascia indifferenti.
Last but not least, chi non ha mai giocato a scacchi non capirà nel dettaglio la manovra raccontata nella chiusa.


Ciao Massimo,
piacere di consocerti. In realtà ho seminato un po' di indizi qua e là, però rifletterò sicuramente sul fatto che non sia arrivato.
Per il punto finale non ci avevo pensato: in realtà ho giocato a scacchi pochissime volte, e volevo semplicemente trasparisse il fatto che la partita era stata persa a causa della torre, senza concentrarmi troppo sulla manovra in sé. Hai trovato difficoltà particolari? Se ti va di dirmele provo a migliorarmi per il futuro.
Grazie mille per gli spunti comunque!


Nessuna difficoltà per me, a parte non sapere minimamente cosa sia uno stallo negli scacchi, ma non è il punto cruciale del tuo racconto, anzi, nella forma il racconto è scritto bene e il tuo stile mi piace pure. Ma non è un racconto che mi sento di premiare perché è carente nella tecnica di costruzione del colpo di scena. Mi spiego meglio rispetto al mio precedente commento: hai voluto utilizzare la tecnica dell’agnizione per ottenere il CDS finale. E fin qua tutto buono, almeno nelle intenzioni: l’agnizione è uno strumento potente e molto efficace (esempi: fight club, finestra segreta giardino segreto, e altri), in quanto porta alla rivelazione inattesa della vera identità/natura di un personaggio o più personaggi (nel tuo caso, le pedine degli scacchi). Tuttavia anche l’agnizione espone a tutta una serie di possibili cliché di situazione (e tu qua purtroppo ci sei caduta). Per cliché di situazione s’intende la riproposizione di luoghi comuni banali che, con il tempo, hanno perso di efficacia. Esempi: il protagonista, svegliandosi di colpo nella scena finale, scopre che era tutto un sogno. Questa agnizione ha un coefficiente di banalità che finirebbe per distruggere qualsiasi racconto. Altri esempi vengono proprio da storie raccontate da un punto di vista particolare e, solo alla fine, si capisce che il narratore era un animale domestico o un oggetto della casa, o comunque un oggetto inanimato come purtroppo nel tuo caso. Benché l’idea possa pure essere considerata originale da qualcuno, il colpo di scena finale è davvero troppo scontato, e si basa su un’agnizione che gira interamente su una voce narrante misteriosa. Insomma, un giochino per vincere facile. Una che scrive come te (mi riferisco a tutto il testo prima del CDS) può sicuramente fare di meglio.
Spero di essermi spiegato più esaustivamente.
A rileggerci con piacere.


Ciao Massimo,
grazie infinite per esserti dilungato con questa spiegazione, molto molto chiara. Spero di riuscirne a fare tesoro per il futuro!
A presto,
Morena

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Laura Brunelli
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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#11 » domenica 26 settembre 2021, 17:34

Ciao Morena,
Piacere di leggere e commentare il tuo racconto.
Mi è piaciuta l’idea di raccontare la storia dal punto di vista delle pedine degli scacchi. Devo dire che, all’inizio, il racconto mi aveva fatto una strana impressione. Non capivo bene perché i soldati si fossero fissati in silenzio per pochi istanti e nemmeno perché la regina avversaria dovesse urlare
“Prenderò anche te, tesoro, mentre mi supplichi di avere pietà per tuo marito”
Mi sembrava tutto un po’ artificioso. Poi la rivelazione. Quando la protagonista ha detto al marito
“Ascoltami, possiamo farcela. No, non guardare verso il campo, guarda me. Ci è già successo, ricordi? Io e te, insieme. Ti a…”.
hp capito tutto, anche che si trattava di una partita a scacchi. Se questo ha ridotto l’effetto del finale a sorpresa, ha però, allo stesso tempo dato un senso alla stranezza della scena che ha assunto tutto un altro significato. Buona l’idea e buona anche la realizzazione. L’iniziale senso si stranezza, derivante più che altro dalla apparente artificiosità del comportamento dei protagonisti è coerente con le modalità del gioco degli scacchi, dove i pedoni non si muovono autonomamente. Si spiega, quindi, perché la regina avversaria, nell’attesa che l’umano che sta giocando la partita faccia la sua mossa, urli alla protagonista quello che sta per accadere.
A mandarmi un po’ in confusione è il finale. La protagonista (non ho capito se è la regina nera o quella bianca, ma poco importa), ci dice che anche la sua avversaria è caduta. Ovviamente, vista da giocatore, dovrebbe significare che entrambe le regine sono state mangiate. Però poi Chris guarda la scacchiera e diche che la sua regina nera è ancora li. Non si capisce bene chi sia a parlare, quindi se è Chris o Tom a dichiarare scacco, né cosa centri la torre. C’è un po’ una scollatura tra l’immagine trasmessa attraverso il punto di vista della regina e quella di Chris.
Una buona prova, con un finale che confonde un po’ e qualche imperfezione stilistica, soprattutto nella prima parte, dove una eccessiva ripetizione di c’è, c’è stata e istante disturba un po’ la lettura.
Ultima modifica di Laura Brunelli il mercoledì 29 settembre 2021, 11:06, modificato 1 volta in totale.

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Stefano.Moretto
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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#12 » lunedì 27 settembre 2021, 18:54

Ciao Morena. Leggendo gli altri commenti credo che siamo in pochi ad aver capito fin dalle prime righe che si parlava di una partita a scacchi. Forse perché avevo ancora a mente il titolo e ho fatto un paio di partite poco tempo fa.
Nel complesso concordo con chi ti ha detto che l'inizio è un po' lento: dato che subito dopo l'azione parte velocissima è strano che subito prima la regina passi diversi secondi a contemplare il campo di battaglia e a ripensare a cos'era successo fin lì. Un altro dettaglio è l'attiva partecipazione di re e regina in guerra: o sono scacchi o è un fantasy. Dato che non hai messo elementi fantasy (almeno fino alla scena dello sbudellamento manuale) erano per forza scacchi. Magari se invece dell'incipit descrittivo avessi introdotto qualche cosa di fantasy (che ne so: un cavallo che si fa un salto di centinaia di metri e atterra in faccia a un pedone) sarei stato ingannato più facilmente.

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#13 » martedì 28 settembre 2021, 0:45

Ciao Morena.
Ci si incrocia di nuovo a distanza di poche settimane e mi spiace dover bocciare un tuo testo per la seconda volta. Come già ben scritto dal buon Emiliano, il trucchetto da te adottato è purtroppo talmente abusato da essere molto difficile da rendere in maniera originale (tra i pochi a esserci riusciti mi vengono in mente soltanto Ellis e Palahniuk, non proprio gli ultimi degli stronzi). Il fatto è che tu, per nascondere la realtà al lettore, sei costretta a tenere quest'ultimo lontano dalla testa della protagonista, ciò nonostante il tuo sia un racconto in prima persona. Solo che è una finta prima persona, in quanto l’intero racconto potrebbe passare in terza senza particolari mutamenti nella costruzione delle frasi. Non a caso, per svelare il “mistero” nel finale sei stata costretta a passare un altro PDV, guarda caso proprio in terza. Da lettore con qualche anno sulle spalle, ammetto che brani del genere non mi creano empatia (che invece dovrebbe essere l’obbiettivo di ogni autore), bensì la sensazione di essere stato preso in giro, di aver giocato una partita con delle regole che poi si sono rivelate false.
Nel concludere, segnalo la piccola incongruenza nella parte introduttiva al racconto, dove prima parli di un silenzio regnante, per poi, due righe più tardi, dire che quel silenzio c’era stato per un solo istante e in un momento temporalmente precedente a quello descritto nella prima frase.
Alla prossima.
lupus in fabula

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Luca Nesler
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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#14 » martedì 28 settembre 2021, 13:13

Ciao Morena! Benvenuta su MC! È la prima volta che ti leggo.
Il racconto sembra partire da un campo di battaglia subito dopo lo scontro. L’idea è interessante, poi la cosa si fa caotica e poco comprensibile e si chiude con un plot twist: era una partita a scacchi. L’idea non è delle più originali ed è gestita in modo un po’ “disonesto” (passami il termine), nel senso che non c’è somiglianza tra quello che descrivi (sangue, dolore, amore) con quello che è una partita a scacchi (pedine immobili che si muovono su una superficie liscia e piana). La discrepanza è tale che, invece che avere l’effetto “Ah! Come ho fatto a non capirlo!” si ha un effetto “Ma allora perché sanguinava e amava il marito?”, cioè non convince.
Dal punto di vista stilistico, premesso che su 3k inventati e scritti in poco tempo si fa quel che si può, provo a darti qualche suggerimento.
All’inizio usi “istante” un po’ troppe volte. C’è una ripetizione voluta per sottolineare che quell’istante è L’istante, ma lo usi anche prima in modo vago e questo genera una serie di ripetizioni che si fanno notare e che non sembrano sempre sotto controllo.
Se intendi portare avanti una narrazione con scorrimento lineare del tempo, specie se nel presente, conviene non cominciare raccontando ciò che è successo prima, ma mostrando la situazione in modo che il lettore desuma come si è arrivati a quella situazione.
Quando dici “urla, e accompagna la sua minaccia con una risata sguaiata” ci sono diversi problemi. Il primo che noto è che usi questo “accompagna” che è un termine che non s’attaglia granché con la situazione, il secondo è che suggerisci che rida mentre urla e chiaramente è una cosa che stona con quello che vuoi rendere (accompagna restituisce l’idea di simultaneità più che “segue” per esempio.) Il terzo è l’immagine di una donna cattiva che poi ride sguaiatamente. Fa un po’ cartone Disney e suggerisce un po’ di pigrizia nell’immaginare la scena e i personaggi. Specie perché siamo di fronte a una scena granguignolesca che non s’addice a questo tipo di cliché.
Poi il corsivo in “Li hai guardati morire. Tu non sei degna di essere una regina”. Qual è il senso di questo corsivo? Sottolineare che è una frase piccata? Non dovresti evidenziare una cosa piuttosto che un’altra, riveli la tua presenza autoriale senza motivo. Poi dici “scandisce ogni singola parola” solo che io la frase l’ho già letta e l’ho fatto normalmente. La nota arriva in ritardo. Forse potresti scrivere “Tu-non-sei-degna-di-essere-una-regina”, anche se così mi dà l’impressione di essere una frase troppo lunga da scandire parola per parola. Rischi che risulti ridicolo.
Simile è il corsivo della parte “ (del mio sangue)”. A parte le parentesi che sono un segno che si fa notare tantissimo, serve a nulla e non vanno più di moda da un centinaio d’anni (:D) quel corsivo sottolinea l’ovvio. Se lo scrivi in tondo non ottieni lo stesso effetto? Lo dico sempre con la convinzione che meno l’autore mostra le sue “scelte” al lettore, più alta sarà la probabilità che il lettore si dimentichi di stare leggendo e si faccia coinvolgere dal testo.
Quando la tua protagonista dice “Guardo mio marito, così vecchio e fragile” si ha l’impressione che lei lo stia raccontando al lettore. Perché lei dice di se stessa “guardo mio marito”, poi fa una considerazione vaga “vecchio e fragile” e il lettore ha l’impressione di non stare vedendo quello che vede lei, perciò ne deduce di essere esterno alla scena che gli viene descritta sommariamente dal personaggio protagonista. Queste cose affievoliscono molto il coinvolgimento in un testo narrativo. Diverso sarebbe stato se tu, invece che dire “guardo mio marito”, avessi semplicemente descritto quello che vede e che le fa fare la considerazione che segue. Considerazione che poi diventa inutile, perché il lettore ci arriva da solo. Questo è alla base dello show don’t tell (ed è davvero solo la base).
Alla prossima!

alexandra.fischer
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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#15 » martedì 28 settembre 2021, 15:19

Tema centrato. La resa della guerra con il suo carico di sangue e morte e le espressioni dei soldati sconfitti, l’ultima luce di vita rivolta ai propri cari e poi la morte, mi ha fatta pensare a un dark fantasy. Idea facilitata anche dalla regina con la corona sporca di sangue che si rivolge alla sovrana nemica e sul punto di crollare. Le entra addirittura nelle carni, mentre quest’ultima vorrebbe dichiarare ancora una volta al proprio anziano marito l’amore che prova per lui. C’è dell’altro, lei rifiuta di arrendersi. La sorpresa finale è che la regina avversaria crolla, lei si riprende e anche l’anziano marito, orgoglioso di una moglie così forte, e se ne aggiunge una seconda: non è un fantasy dark, bensì una partita a scacchi, dove la regina è salvata da una torre. Bellissimo racconto

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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#16 » martedì 28 settembre 2021, 17:18

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Morena. Leggendo gli altri commenti credo che siamo in pochi ad aver capito fin dalle prime righe che si parlava di una partita a scacchi. Forse perché avevo ancora a mente il titolo e ho fatto un paio di partite poco tempo fa.
Nel complesso concordo con chi ti ha detto che l'inizio è un po' lento: dato che subito dopo l'azione parte velocissima è strano che subito prima la regina passi diversi secondi a contemplare il campo di battaglia e a ripensare a cos'era successo fin lì. Un altro dettaglio è l'attiva partecipazione di re e regina in guerra: o sono scacchi o è un fantasy. Dato che non hai messo elementi fantasy (almeno fino alla scena dello sbudellamento manuale) erano per forza scacchi. Magari se invece dell'incipit descrittivo avessi introdotto qualche cosa di fantasy (che ne so: un cavallo che si fa un salto di centinaia di metri e atterra in faccia a un pedone) sarei stato ingannato più facilmente.


Ciao Stefano,
grazie per il tuo commento. L'inizio lento era voluto e rimandava indirettamente alla partita di scacchi. Nella mia testa, sebbene non abbia appesantito il testo con questo parallelismo, c'è sempre il mondo "superiore" del gioco che sta scorrendo, quindi il fermo immagine è legato al fatto che, effettivamente, tutto è fermo.
Per quanto riguarda questo:
Un altro dettaglio è l'attiva partecipazione di re e regina in guerra: o sono scacchi o è un fantasy. Dato che non hai messo elementi fantasy (almeno fino alla scena dello sbudellamento manuale) erano per forza scacchi. Magari se invece dell'incipit descrittivo avessi introdotto qualche cosa di fantasy (che ne so: un cavallo che si fa un salto di centinaia di metri e atterra in faccia a un pedone) sarei stato ingannato più facilmente.

Hai perfettamente ragione, ci ho pensato solo dopo aver letto il primo commento. Grazie per lo spunto comunque.

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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#17 » martedì 28 settembre 2021, 17:25

Alessandro -JohnDoe- Canella ha scritto:Ciao Morena.
Ci si incrocia di nuovo a distanza di poche settimane e mi spiace dover bocciare un tuo testo per la seconda volta. Come già ben scritto dal buon Emiliano, il trucchetto da te adottato è purtroppo talmente abusato da essere molto difficile da rendere in maniera originale (tra i pochi a esserci riusciti mi vengono in mente soltanto Ellis e Palahniuk, non proprio gli ultimi degli stronzi). Il fatto è che tu, per nascondere la realtà al lettore, sei costretta a tenere quest'ultimo lontano dalla testa della protagonista, ciò nonostante il tuo sia un racconto in prima persona. Solo che è una finta prima persona, in quanto l’intero racconto potrebbe passare in terza senza particolari mutamenti nella costruzione delle frasi. Non a caso, per svelare il “mistero” nel finale sei stata costretta a passare un altro PDV, guarda caso proprio in terza. Da lettore con qualche anno sulle spalle, ammetto che brani del genere non mi creano empatia (che invece dovrebbe essere l’obbiettivo di ogni autore), bensì la sensazione di essere stato preso in giro, di aver giocato una partita con delle regole che poi si sono rivelate false.
Nel concludere, segnalo la piccola incongruenza nella parte introduttiva al racconto, dove prima parli di un silenzio regnante, per poi, due righe più tardi, dire che quel silenzio c’era stato per un solo istante e in un momento temporalmente precedente a quello descritto nella prima frase.
Alla prossima.


Ciao Alessandro,

Il fatto è che tu, per nascondere la realtà al lettore, sei costretta a tenere quest'ultimo lontano dalla testa della protagonista, ciò nonostante il tuo sia un racconto in prima persona. Solo che è una finta prima persona, in quanto l’intero racconto potrebbe passare in terza senza particolari mutamenti nella costruzione delle frasi.

Non mi vedi d'accordo. In realtà non ho fatto sforzi per tenere il lettore lontano dalla testa della regina, tantomeno dalla scena in sé, anzi. Non ho compreso neanche la critica all'utilizzo della prima persona, riesci a spiegarmi meglio per favore?
Non a caso, per svelare il “mistero” nel finale sei stata costretta a passare un altro PDV, guarda caso proprio in terza.

In realtà non mi sono vista costretta a farlo, ho notato che ho scritto sempre in prima e mi piaceva cambiare xD

Anche qui
Da lettore con qualche anno sulle spalle, ammetto che brani del genere non mi creano empatia (che invece dovrebbe essere l’obbiettivo di ogni autore), bensì la sensazione di essere stato preso in giro, di aver giocato una partita con delle regole che poi si sono rivelate false.

Non mi vedi d'accordo: non ti ho fornito informazioni false, non ti ho nascosto dettagli che risultavano imprescindibili per capire il testo e non ti ho tenuto fuori. Che tu non abbia empatizzato ovviamente posso capirlo, ma non emergono le motivazioni dal tuo commento (o magari io non le colgo, ancora una volta chiedo il tuo aiuto).

Ci si incrocia di nuovo a distanza di poche settimane e mi spiace dover bocciare un tuo testo per la seconda volta.

(in realtà è la terza). Più che la bocciatura in sé, di cui m'importa il giusto visto che il mio obiettivo non è la ricerca di promozioni ma di confronti e indicazioni per migliorare, a me dispiace aver ricevuto di nuovo un commento che tuttavia mi lascia poco da cui imparare. Magari sono io che non ho capito, per cui sono di nuovo a chiederti aiuto per comprendere meglio e magari la prossima volta darti qualcosa di piacevole da leggere :)

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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#18 » martedì 28 settembre 2021, 17:31

Luca Nesler ha scritto:Ciao Morena! Benvenuta su MC! È la prima volta che ti leggo.
Il racconto sembra partire da un campo di battaglia subito dopo lo scontro. L’idea è interessante, poi la cosa si fa caotica e poco comprensibile e si chiude con un plot twist: era una partita a scacchi. L’idea non è delle più originali ed è gestita in modo un po’ “disonesto” (passami il termine), nel senso che non c’è somiglianza tra quello che descrivi (sangue, dolore, amore) con quello che è una partita a scacchi (pedine immobili che si muovono su una superficie liscia e piana). La discrepanza è tale che, invece che avere l’effetto “Ah! Come ho fatto a non capirlo!” si ha un effetto “Ma allora perché sanguinava e amava il marito?”, cioè non convince.
Dal punto di vista stilistico, premesso che su 3k inventati e scritti in poco tempo si fa quel che si può, provo a darti qualche suggerimento.
All’inizio usi “istante” un po’ troppe volte. C’è una ripetizione voluta per sottolineare che quell’istante è L’istante, ma lo usi anche prima in modo vago e questo genera una serie di ripetizioni che si fanno notare e che non sembrano sempre sotto controllo.
Se intendi portare avanti una narrazione con scorrimento lineare del tempo, specie se nel presente, conviene non cominciare raccontando ciò che è successo prima, ma mostrando la situazione in modo che il lettore desuma come si è arrivati a quella situazione.
Quando dici “urla, e accompagna la sua minaccia con una risata sguaiata” ci sono diversi problemi. Il primo che noto è che usi questo “accompagna” che è un termine che non s’attaglia granché con la situazione, il secondo è che suggerisci che rida mentre urla e chiaramente è una cosa che stona con quello che vuoi rendere (accompagna restituisce l’idea di simultaneità più che “segue” per esempio.) Il terzo è l’immagine di una donna cattiva che poi ride sguaiatamente. Fa un po’ cartone Disney e suggerisce un po’ di pigrizia nell’immaginare la scena e i personaggi. Specie perché siamo di fronte a una scena granguignolesca che non s’addice a questo tipo di cliché.
Poi il corsivo in “Li hai guardati morire. Tu non sei degna di essere una regina”. Qual è il senso di questo corsivo? Sottolineare che è una frase piccata? Non dovresti evidenziare una cosa piuttosto che un’altra, riveli la tua presenza autoriale senza motivo. Poi dici “scandisce ogni singola parola” solo che io la frase l’ho già letta e l’ho fatto normalmente. La nota arriva in ritardo. Forse potresti scrivere “Tu-non-sei-degna-di-essere-una-regina”, anche se così mi dà l’impressione di essere una frase troppo lunga da scandire parola per parola. Rischi che risulti ridicolo.
Simile è il corsivo della parte “ (del mio sangue)”. A parte le parentesi che sono un segno che si fa notare tantissimo, serve a nulla e non vanno più di moda da un centinaio d’anni (:D) quel corsivo sottolinea l’ovvio. Se lo scrivi in tondo non ottieni lo stesso effetto? Lo dico sempre con la convinzione che meno l’autore mostra le sue “scelte” al lettore, più alta sarà la probabilità che il lettore si dimentichi di stare leggendo e si faccia coinvolgere dal testo.
Quando la tua protagonista dice “Guardo mio marito, così vecchio e fragile” si ha l’impressione che lei lo stia raccontando al lettore. Perché lei dice di se stessa “guardo mio marito”, poi fa una considerazione vaga “vecchio e fragile” e il lettore ha l’impressione di non stare vedendo quello che vede lei, perciò ne deduce di essere esterno alla scena che gli viene descritta sommariamente dal personaggio protagonista. Queste cose affievoliscono molto il coinvolgimento in un testo narrativo. Diverso sarebbe stato se tu, invece che dire “guardo mio marito”, avessi semplicemente descritto quello che vede e che le fa fare la considerazione che segue. Considerazione che poi diventa inutile, perché il lettore ci arriva da solo. Questo è alla base dello show don’t tell (ed è davvero solo la base).
Alla prossima!


Ciao Luca,
È la prima volta che ti leggo.

La vocina ricca di autostima che vive nella mia testa suggerisce come risposta "non ti sei perso niente" xD
Ora faccio la seria:
Dal punto di vista stilistico, premesso che su 3k inventati e scritti in poco tempo si fa quel che si può, provo a darti qualche suggerimento.
All’inizio usi “istante” un po’ troppe volte. C’è una ripetizione voluta per sottolineare che quell’istante è L’istante, ma lo usi anche prima in modo vago e questo genera una serie di ripetizioni che si fanno notare e che non sembrano sempre sotto controllo.
Se intendi portare avanti una narrazione con scorrimento lineare del tempo, specie se nel presente, conviene non cominciare raccontando ciò che è successo prima, ma mostrando la situazione in modo che il lettore desuma come si è arrivati a quella situazione.
Quando dici “urla, e accompagna la sua minaccia con una risata sguaiata” ci sono diversi problemi. Il primo che noto è che usi questo “accompagna” che è un termine che non s’attaglia granché con la situazione, il secondo è che suggerisci che rida mentre urla e chiaramente è una cosa che stona con quello che vuoi rendere (accompagna restituisce l’idea di simultaneità più che “segue” per esempio.) Il terzo è l’immagine di una donna cattiva che poi ride sguaiatamente. Fa un po’ cartone Disney e suggerisce un po’ di pigrizia nell’immaginare la scena e i personaggi. Specie perché siamo di fronte a una scena granguignolesca che non s’addice a questo tipo di cliché.
Poi il corsivo in “Li hai guardati morire. Tu non sei degna di essere una regina”. Qual è il senso di questo corsivo? Sottolineare che è una frase piccata? Non dovresti evidenziare una cosa piuttosto che un’altra, riveli la tua presenza autoriale senza motivo. Poi dici “scandisce ogni singola parola” solo che io la frase l’ho già letta e l’ho fatto normalmente. La nota arriva in ritardo. Forse potresti scrivere “Tu-non-sei-degna-di-essere-una-regina”, anche se così mi dà l’impressione di essere una frase troppo lunga da scandire parola per parola. Rischi che risulti ridicolo.
Simile è il corsivo della parte “ (del mio sangue)”. A parte le parentesi che sono un segno che si fa notare tantissimo, serve a nulla e non vanno più di moda da un centinaio d’anni (:D) quel corsivo sottolinea l’ovvio. Se lo scrivi in tondo non ottieni lo stesso effetto? Lo dico sempre con la convinzione che meno l’autore mostra le sue “scelte” al lettore, più alta sarà la probabilità che il lettore si dimentichi di stare leggendo e si faccia coinvolgere dal testo.
Quando la tua protagonista dice “Guardo mio marito, così vecchio e fragile” si ha l’impressione che lei lo stia raccontando al lettore. Perché lei dice di se stessa “guardo mio marito”, poi fa una considerazione vaga “vecchio e fragile” e il lettore ha l’impressione di non stare vedendo quello che vede lei, perciò ne deduce di essere esterno alla scena che gli viene descritta sommariamente dal personaggio protagonista. Queste cose affievoliscono molto il coinvolgimento in un testo narrativo. Diverso sarebbe stato se tu, invece che dire “guardo mio marito”, avessi semplicemente descritto quello che vede e che le fa fare la considerazione che segue. Considerazione che poi diventa inutile, perché il lettore ci arriva da solo. Questo è alla base dello show don’t tell (ed è davvero solo la base).

Ti ringrazio tanto per queste osservazioni, prometto che ne farò tesoro (tranne sul corsivo, ti prego perdonami ma a me piace :( )

Su questo:
L’idea non è delle più originali ed è gestita in modo un po’ “disonesto” (passami il termine), nel senso che non c’è somiglianza tra quello che descrivi (sangue, dolore, amore) con quello che è una partita a scacchi (pedine immobili che si muovono su una superficie liscia e piana). La discrepanza è tale che, invece che avere l’effetto “Ah! Come ho fatto a non capirlo!” si ha un effetto “Ma allora perché sanguinava e amava il marito?”, cioè non convince.

Il "what if" da cui sono partita è stato "what if le pedine avessero dei sentimenti". Tuttavia, non volevo però fare un testo scollegato agli scacchi che avesse solo un risvolto finale, da qui l'inserimento degli elementi per intuirlo, come il titolo, due regine che combattono ecc. Anche in questo caso però trovo la tua osservazione utile, e la prossima volta la terrò a mente qualora mi trovassi a gestire un testo del genere.
A presto,
Morena

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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#19 » martedì 28 settembre 2021, 17:31

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. La resa della guerra con il suo carico di sangue e morte e le espressioni dei soldati sconfitti, l’ultima luce di vita rivolta ai propri cari e poi la morte, mi ha fatta pensare a un dark fantasy. Idea facilitata anche dalla regina con la corona sporca di sangue che si rivolge alla sovrana nemica e sul punto di crollare. Le entra addirittura nelle carni, mentre quest’ultima vorrebbe dichiarare ancora una volta al proprio anziano marito l’amore che prova per lui. C’è dell’altro, lei rifiuta di arrendersi. La sorpresa finale è che la regina avversaria crolla, lei si riprende e anche l’anziano marito, orgoglioso di una moglie così forte, e se ne aggiunge una seconda: non è un fantasy dark, bensì una partita a scacchi, dove la regina è salvata da una torre. Bellissimo racconto


Ciao Alexandra,
grazie mille per essere passata. Buona nona era!

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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#20 » giovedì 30 settembre 2021, 15:02

Ciao Morena, eccomi qua a ficcare il naso in gironi che non mi competono :)
Che dire? Io ho letto il tuo racconto, senza analizzarlo, da semplice lettore. Sono probabilmente un lettore distratto o poco perspicace, perché io quella cosa degli scacchi mica l’avevo capita! E devo dire che su di me ha fatto un bellissimo effetto! Anche perché mi ero goduto tutta la parte descritta. Lo stile mi ha trasportato con loro, sul campo ed è vero che l’inizio era un po’ lento ma che male c’è? E mica si può sempre correre...
A me è piaciuto molto.
Brava e a rileggerti presto!
Davide Mannucci

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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#21 » giovedì 30 settembre 2021, 20:39

Ciao Morena, interessante il tuo racconto, ma come dice Luca, quando si viene a sapere che si parla di scacchi, invece di ripensare alla storia e concludere che tutto funziona, non ho trovato abbastanza punti di contatto con le due situazioni e questa cosa non reso soddisfacente l'esperienza della lettura.
Forse se avessi mantenuto le emozioni lasciando gli scacchi nella loro immobilità di statue e rendendo dinamica la storia usando solo gli spostamenti sulla scacchiera avresti reso meglio un'idea di base che secondo me è molto buona.

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Re: Il crollo dell'impero nero

Messaggio#22 » domenica 3 ottobre 2021, 18:02

Quoto l'intervento di Massimo (soprattutto il secondo) riga per riga, è stato assolutamente esaustivo e non credo ci sia da aggiungere molto altro. Questo tipo di finali ha fatto storia e alcuni racconti brevi ("La sentinella" di Frederick Brown) rimaranno famosi a imperitura memoria, però sono anche tra i più abusati e se si vuole sovvertire tutto nella chiusa si deve alzare l'asticella proponendo qualcosa di inattaccabile. Qui ti sei limitata al compitino e la tua maestria ha fatto sì che ne sia uscito un racconto comunque godibile e piacevole, ma dobbiamo essere severi e valutare in un contesto in cui, mediamente, l'asticella si sta alzando, pertanto le magagne vanno fatte notare. Touchè, invece, per come hai inserito il tema. Direi un pollice tendente verso il positivo anche se in modo non solido e in classifica finisci dietro ai pari valutati racconti di Cannoletta e D'Addabbo.

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