Nessuno scampo
- Enzo Gentile
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Nessuno scampo
Mi sono risvegliato da pochi minuti, all’inizio confuso, poi ho capito di essere in uno spazio ristrettissimo, quasi immobilizzato.
Sopra la mia testa ci sono tonnellate di roccia e nessuno sa che sono qui.
Ho tenuto disperatamente gli occhi chiusi, avevo capito, ma dovevo trovare il coraggio di vedere.
Quando l’ho fatto intorno a c’era una debole luminescenza, ma sopra, sotto, davanti e, ho pensato in un lampo, anche dietro, terra.
Cinque minuti, forse dieci, o forse solo dieci secondi, non lo so, di panico totale. Il cuore ha cominciato a battere con violenza, mentre cercavo di restare calmo, poi ho ceduto, ho urlato, ho pianto, ho cercato di uscire, come se fosse possibile.
Odore, pesante, di terra e di umidità.
Il braccio sinistro è teso in avanti senza che riesca a spostarlo, l’altro è al lato del corpo.
Posso appena muovere le gambe, i piedi incontrano subito resistenza. Ho cercato di rigirarmi, non ci riesco.
Sono in un piccolo tunnel, disteso a faccia in giù, con a malapena pochi centimetri di spazio da tutti lati.
Per quanto riesca a vedere, davanti a me, e, penso, anche dietro, il cunicolo continua, sembra che non abbia fine.
Provo a muovermi, e ho la consapevolezza di poterlo fare sia in avanti che all’indietro e non ho la possibilità di capire quale sia la scelta migliore.
La salvezza potrebbe essere un metro dietro i miei piedi, oppure potrebbe esserci un muro invalicabile.
Davanti a me il cunicolo continua, cinque metri, dieci o magari, penso, dieci chilometri. Mi sembra di percepire che la debole luminescenza che mi circonda venga proprio ciò che ho davanti a me, o, meglio, me ne convinco per rassicurarmi.
Mi muovo in avanti, con estrema lentezza. Non ha senso aspettare, potrei solo morire di fame e di sete.
Ho continuato a strisciare per un tempo indefinito, mi sembrano ore, e non è cambiato nulla. Sempre più spesso i miei piedi hanno scalciato freneticamente in brevi spasmi cercando di spingermi avanti più veloce, mentre le mie mani annaspavano nella penombra cercando un qualunque slargo.
A un certo punto ho provato a spaccarmi la testa contro questo cielo immobile. Ma lo spazio è poco, il colpo non può avere molta forza. Sono solo riuscito a perdere i sensi, per un tempo che non so misurare, e ora ho la faccia ricoperta del sangue che è uscito dalle piccole ferite che mi sono procurato.
Mi giro e la nuova prospettiva per un attimo mi rincuora, mi sembra di non essere più un verme che vaga alla cieca sotto la terra. Poi vacillo di nuovo: così non so più dove sono, non vedo più nulla, ho l’unica prospettiva della terra umida a 20 centimetri dai miei occhi.
Umido… il mio corpo ora sente un sottile velo d’acqua che arriva dal lato delle mie gambe e si perde dall’altro. Scorre, ma mi sembra che, lentamente, si alzi.
Annegare. In un attimo digrigno i denti e irrigidisco il collo, come se volessi cercare di tenere la testa fuori dall’acqua.
Poi mi fermo, e aspetto. Forse allora avrò una scelta.
Sopra la mia testa ci sono tonnellate di roccia e nessuno sa che sono qui.
Ho tenuto disperatamente gli occhi chiusi, avevo capito, ma dovevo trovare il coraggio di vedere.
Quando l’ho fatto intorno a c’era una debole luminescenza, ma sopra, sotto, davanti e, ho pensato in un lampo, anche dietro, terra.
Cinque minuti, forse dieci, o forse solo dieci secondi, non lo so, di panico totale. Il cuore ha cominciato a battere con violenza, mentre cercavo di restare calmo, poi ho ceduto, ho urlato, ho pianto, ho cercato di uscire, come se fosse possibile.
Odore, pesante, di terra e di umidità.
Il braccio sinistro è teso in avanti senza che riesca a spostarlo, l’altro è al lato del corpo.
Posso appena muovere le gambe, i piedi incontrano subito resistenza. Ho cercato di rigirarmi, non ci riesco.
Sono in un piccolo tunnel, disteso a faccia in giù, con a malapena pochi centimetri di spazio da tutti lati.
Per quanto riesca a vedere, davanti a me, e, penso, anche dietro, il cunicolo continua, sembra che non abbia fine.
Provo a muovermi, e ho la consapevolezza di poterlo fare sia in avanti che all’indietro e non ho la possibilità di capire quale sia la scelta migliore.
La salvezza potrebbe essere un metro dietro i miei piedi, oppure potrebbe esserci un muro invalicabile.
Davanti a me il cunicolo continua, cinque metri, dieci o magari, penso, dieci chilometri. Mi sembra di percepire che la debole luminescenza che mi circonda venga proprio ciò che ho davanti a me, o, meglio, me ne convinco per rassicurarmi.
Mi muovo in avanti, con estrema lentezza. Non ha senso aspettare, potrei solo morire di fame e di sete.
Ho continuato a strisciare per un tempo indefinito, mi sembrano ore, e non è cambiato nulla. Sempre più spesso i miei piedi hanno scalciato freneticamente in brevi spasmi cercando di spingermi avanti più veloce, mentre le mie mani annaspavano nella penombra cercando un qualunque slargo.
A un certo punto ho provato a spaccarmi la testa contro questo cielo immobile. Ma lo spazio è poco, il colpo non può avere molta forza. Sono solo riuscito a perdere i sensi, per un tempo che non so misurare, e ora ho la faccia ricoperta del sangue che è uscito dalle piccole ferite che mi sono procurato.
Mi giro e la nuova prospettiva per un attimo mi rincuora, mi sembra di non essere più un verme che vaga alla cieca sotto la terra. Poi vacillo di nuovo: così non so più dove sono, non vedo più nulla, ho l’unica prospettiva della terra umida a 20 centimetri dai miei occhi.
Umido… il mio corpo ora sente un sottile velo d’acqua che arriva dal lato delle mie gambe e si perde dall’altro. Scorre, ma mi sembra che, lentamente, si alzi.
Annegare. In un attimo digrigno i denti e irrigidisco il collo, come se volessi cercare di tenere la testa fuori dall’acqua.
Poi mi fermo, e aspetto. Forse allora avrò una scelta.
Re: Nessuno scampo
Ciao Enzo e benvenuto nell'Arena! Caratteri e tempo ok, buona FRANCESCA BERTUZZI EDITION!
Ps: se non sbaglio, sei già nel gruppo fb, vero? Da lì potrai goderti l'edizione dalla primissima fila e avere un link in più per stringere rapporti con la community!
Ps: se non sbaglio, sei già nel gruppo fb, vero? Da lì potrai goderti l'edizione dalla primissima fila e avere un link in più per stringere rapporti con la community!
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Re: Nessuno scampo
NESSUNO SCAMPO di Enzo Gentile Tema centrato. L’avventura è quella di uno speleologo che si perde nelle profondità di una caverna e cerca di uscirne in tutti i modi (io, perlomeno, l’ho immaginata così). Sembra sul punto di farcela, perché c’è una penombra, quindi l’uscita è vicina, malgrado lui si scoraggi al punto di battere una testata contro la pietra (bella l’immagine del cielo immobile) e si riprenda alla vista dell’umido e dell’acqua. Sì, c’è il rischio che l’acqua salga, e lui anneghi, ma lui prudente, aspetta. Buona la gestione del Punto di Vista, il Lettore Amante dell’Avventura soffre con il protagonista.
C’è qualcosa da rivedere:
se parti al presente, continua così.
Ti segnalo le frasi corrette:
tengo disperatamente gli occhi chiusi, ho capito, ma devo trovare il coraggio di vedere.
Quando lo faccio, intorno c’è una debole luminescenza, ma sopra, sotto, davanti e, penso in un lampo, anche dietro, terra
Il cuore comincia a battere con violenza, mentre cerco di restare calmo, poi cedo, urlo, piango, cerco di uscire
Cerco di rigirarmi
Continuo a strisciare
I miei piedi scalciano sempre più spesso in brevi spasmi, mentre le mie mani annaspano nella penombra
A un certo punto provo a spaccarmi la testa contro questo cielo immobile
Attento:
Cinque minuti, dieci, o solo dieci secondi, non lo so (questo perché ora i: forse non piacciono alle case editrici)
C’è qualcosa da rivedere:
se parti al presente, continua così.
Ti segnalo le frasi corrette:
tengo disperatamente gli occhi chiusi, ho capito, ma devo trovare il coraggio di vedere.
Quando lo faccio, intorno c’è una debole luminescenza, ma sopra, sotto, davanti e, penso in un lampo, anche dietro, terra
Il cuore comincia a battere con violenza, mentre cerco di restare calmo, poi cedo, urlo, piango, cerco di uscire
Cerco di rigirarmi
Continuo a strisciare
I miei piedi scalciano sempre più spesso in brevi spasmi, mentre le mie mani annaspano nella penombra
A un certo punto provo a spaccarmi la testa contro questo cielo immobile
Attento:
Cinque minuti, dieci, o solo dieci secondi, non lo so (questo perché ora i: forse non piacciono alle case editrici)
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Nessuno scampo
Ciao Enzo, caspita che racconto angosciante, l’emozione è ben resa. Leggendo il testo, però, ho avuto l’impressione che tu abbia cominciato a scrivere di getto, senza pianificare e senza sapere dove saresti andato a parare.
Ho questo sospetto perché l’ambiente cambia attorno al protagonista, e non perché lui metta insieme dei tasselli e ci ragioni sopra.
In un primo momento dice che sopra, sotto, davanti e dietro (pensa) c’è terra. Più avanti, i piedi incontrano subito resistenza (e quindi la percezione è ben definita). Poi l’ambiente diventa un tunnel, che va sia avanti che (ancora, pensa) indietro. Un tunnel che lui dice essere senza fine. E questo non è coerente con quanto scritto sopra.
Insomma, c’è un problema alla base e credo sia l’essersi mossi senza progettare il testo, correggimi pure se sbaglio. Per carità, per qualcuno la cosa funziona eh, mica sono qui a dire che non si può scrivere di getto.
buona edition!
andrea
Ho questo sospetto perché l’ambiente cambia attorno al protagonista, e non perché lui metta insieme dei tasselli e ci ragioni sopra.
In un primo momento dice che sopra, sotto, davanti e dietro (pensa) c’è terra. Più avanti, i piedi incontrano subito resistenza (e quindi la percezione è ben definita). Poi l’ambiente diventa un tunnel, che va sia avanti che (ancora, pensa) indietro. Un tunnel che lui dice essere senza fine. E questo non è coerente con quanto scritto sopra.
Insomma, c’è un problema alla base e credo sia l’essersi mossi senza progettare il testo, correggimi pure se sbaglio. Per carità, per qualcuno la cosa funziona eh, mica sono qui a dire che non si può scrivere di getto.
buona edition!
andrea
Re: Nessuno scampo
Ciao Enzo e piacere di averti letto.
Mi dispiace, sarò molto diretto: il tuo racconto non mi è piaciuto.
In primis per lo stile di scrittura che ho trovato legnoso e poco accattivante, poi per la trama, che non c’è e per i dettagli che mi hanno confuso.
Prima è immobile, il braccio bloccato davanti a sé, poi può strisciare sia avanti sia indietro, poi si gira... Insomma, per uno immobile può fare un sacco di spostamenti. Manca coerenza tra un punto e l’altro della narrazione..
Non mi piace l’utilizzo a metà delle frasi di quel “penso”. Tutto quello che ci stai comunicando è un pensiero, perché introdurre a forza un “penso”? Mi tira fuori dalla narrazione.
Insomma, mi dispiace ma per me c’è tanto da migliorare in questo racconto e se lo vorrai qui su Minuti Contati avrai modo di farlo.
Mi dispiace, sarò molto diretto: il tuo racconto non mi è piaciuto.
In primis per lo stile di scrittura che ho trovato legnoso e poco accattivante, poi per la trama, che non c’è e per i dettagli che mi hanno confuso.
Prima è immobile, il braccio bloccato davanti a sé, poi può strisciare sia avanti sia indietro, poi si gira... Insomma, per uno immobile può fare un sacco di spostamenti. Manca coerenza tra un punto e l’altro della narrazione..
Non mi piace l’utilizzo a metà delle frasi di quel “penso”. Tutto quello che ci stai comunicando è un pensiero, perché introdurre a forza un “penso”? Mi tira fuori dalla narrazione.
Insomma, mi dispiace ma per me c’è tanto da migliorare in questo racconto e se lo vorrai qui su Minuti Contati avrai modo di farlo.
- AndreaDeAgnoi
- Messaggi: 34
Re: Nessuno scampo
Il tema rispettato marginalmente, si ha a che fare con forse la conseguenza di un crollo?
Non si capisce dove si trovi il protagonista, chi sia, come sia finito in quella situazione. Mancando di background, è difficile empatizzare per la sua triste fine.
Come scrittura diversi passaggi non mi hanno fatto impazzire, primo fra tutti quel ripetuto "dieci, cinque, dieci etc".
Quei penso sono un po' fuoriluogo, se può vedere solo davanti a sé dovrebbe preoccuparsi di quello che vede e sente.
Il finale non lo ho compreso: potrá avere che tipo di scelta, una volta che l'acqua lo avrà sommerso?
Non si capisce dove si trovi il protagonista, chi sia, come sia finito in quella situazione. Mancando di background, è difficile empatizzare per la sua triste fine.
Come scrittura diversi passaggi non mi hanno fatto impazzire, primo fra tutti quel ripetuto "dieci, cinque, dieci etc".
Quei penso sono un po' fuoriluogo, se può vedere solo davanti a sé dovrebbe preoccuparsi di quello che vede e sente.
Il finale non lo ho compreso: potrá avere che tipo di scelta, una volta che l'acqua lo avrà sommerso?
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Re: Nessuno scampo
Nessuno scampo, di Enzo Gentile,
Ciao Enzo, sei nuovo? Benvenuto all'inferno!
Il tuo racconto è decisamente claustrofobico, e mi ha messo tensione. Anche tu, hai usato il tema in maniera originale.
Saltelli tra passato e presente. Buon esperimento, anche se devi farci la mano. All'inizio va bene usare il passato.
Il pg si sveglia, fa mente locale su quello che è accaduto, parla al passato e tutto ok.
ma poi, quando inizia l'avventura vera a propria, è meglio restare al presente. Non ha senso spiegare a posteriori quello che è accaduto un attimo fa, se stai narrando al presente.
Evita le frasi con troppe virgole: Troppe subordinate rischiano di far perdere al lettore il senso della frase primaria.
Per quanto riesca a vedere, davanti a me, e, penso, anche dietro, il cunicolo continua, sembra che non abbia fine.
Secondo me suona meglio così
Per quel che riesco a vedere, davanti, e forse anche dietro, il cunicolo continua. Sembra non avere fine.
Ciao Enzo, sei nuovo? Benvenuto all'inferno!
Il tuo racconto è decisamente claustrofobico, e mi ha messo tensione. Anche tu, hai usato il tema in maniera originale.
Saltelli tra passato e presente. Buon esperimento, anche se devi farci la mano. All'inizio va bene usare il passato.
Il pg si sveglia, fa mente locale su quello che è accaduto, parla al passato e tutto ok.
ma poi, quando inizia l'avventura vera a propria, è meglio restare al presente. Non ha senso spiegare a posteriori quello che è accaduto un attimo fa, se stai narrando al presente.
Evita le frasi con troppe virgole: Troppe subordinate rischiano di far perdere al lettore il senso della frase primaria.
Per quanto riesca a vedere, davanti a me, e, penso, anche dietro, il cunicolo continua, sembra che non abbia fine.
Secondo me suona meglio così
Per quel che riesco a vedere, davanti, e forse anche dietro, il cunicolo continua. Sembra non avere fine.
- Quarantine AlessandroCatanzaro
- Messaggi: 44
Re: Nessuno scampo
Ciao Enzo, benvenuto
Arriva la tua volontà di raccontare la sensazione d' impotenza del tuo personaggio bloccato all'interno di non definisci bene cosa, comunque sottoterra, nessuno sa nulla, non c'è via di uscita ne via di scampo.
Ho letto e ho compreso la tua intenzione. E a tratti ho anche avuto la sensazione che hai provato a creare. Penso però che ci sia ancora un po' da lavorare, giocare un po' di più con la tecnica, confrontarti ancora e partecipare a situazioni come questa. Le sottolineature sono state già riportate da altri io voglio invece dirti che ho ascoltato la tua scrittura così di pancia, di getto, e ci sta, ma non basta. Qui (e mi ci sto scontrando anche io) ci sono penne molto brave e il gioco si fa ogni volta più duro :) e tutti ne siamo felici, c'è da imparare tanto anche solo leggendo gli altri. Quindi rimbocchiamoci le maniche e scriviamo.
A rileggerti presto.
Arriva la tua volontà di raccontare la sensazione d' impotenza del tuo personaggio bloccato all'interno di non definisci bene cosa, comunque sottoterra, nessuno sa nulla, non c'è via di uscita ne via di scampo.
Ho letto e ho compreso la tua intenzione. E a tratti ho anche avuto la sensazione che hai provato a creare. Penso però che ci sia ancora un po' da lavorare, giocare un po' di più con la tecnica, confrontarti ancora e partecipare a situazioni come questa. Le sottolineature sono state già riportate da altri io voglio invece dirti che ho ascoltato la tua scrittura così di pancia, di getto, e ci sta, ma non basta. Qui (e mi ci sto scontrando anche io) ci sono penne molto brave e il gioco si fa ogni volta più duro :) e tutti ne siamo felici, c'è da imparare tanto anche solo leggendo gli altri. Quindi rimbocchiamoci le maniche e scriviamo.
A rileggerti presto.
Re: Nessuno scampo
Ciao Enzo! È un piacere leggerti e benvenuto!
Beh, wow. In questo racconto il senso di impotenza è ben palpabile! Mi ha fatto salire l'ansia e la disperazione, soprattutto con il finale.
Ho solo un paio di cose da dire: dall'inizio del testo pensavo che il protagonista avesse aperto gli occhi, per poi dirmi che in realtà li teneva chiusi. In un primo momento mi ha confuso.
Inoltre, all'inizio viene detto che i "piedi incontrano resistenza", ma poco dopo viene detto che si può muovere "sia avanti che indietro" nel tunnel.
L'aderenza al tema... non l'ho trovata, a meno che non si parli di un crollo di una caverna, oppure al crollo delle speranze?
Ma voglio comunque farti i miei complimenti: il senso di ansia l'hai descritto davvero bene!
Beh, wow. In questo racconto il senso di impotenza è ben palpabile! Mi ha fatto salire l'ansia e la disperazione, soprattutto con il finale.
Ho solo un paio di cose da dire: dall'inizio del testo pensavo che il protagonista avesse aperto gli occhi, per poi dirmi che in realtà li teneva chiusi. In un primo momento mi ha confuso.
Inoltre, all'inizio viene detto che i "piedi incontrano resistenza", ma poco dopo viene detto che si può muovere "sia avanti che indietro" nel tunnel.
L'aderenza al tema... non l'ho trovata, a meno che non si parli di un crollo di una caverna, oppure al crollo delle speranze?
Ma voglio comunque farti i miei complimenti: il senso di ansia l'hai descritto davvero bene!
- giulio.palmieri
- Messaggi: 258
Re: Nessuno scampo
Ciao Enzo, piacere di leggerti.
Il racconto ha un suo potere evocativo. A mio avviso, si struttura in due momenti. Il primo, in cui il personaggio si trova "ficcato" nella situazione sottoterra, forse descritta con troppa ricchezza di particolari (quando, magari, sarebbe più efficace individuare pochi aggettivi, poche parole per descrivere esattamente la situazione fisica del personaggio); il secondo, in cui il personaggio inizia a muoversi nel tunnel.
La seconda parte manca di compiutezza, stante il fatto che la narrazione non credo si inserisca in una narrazione classica, e dunque bisognerebbe usare modalità più inusuali per far progredire la storia (ad es. il protagonista potrebbe avere delle visioni, o imbattersi in qualcosa di illogico e/o intollerabile).
La narrazione si inscrive nel genere fantastico, e mi manca la definizione dei rapporti tra il mondo del protagonista col mondo usuale (il nodo di ogni narrazione fantastica). Spero di averti dato qualche spunto utile. Un saluto e buona edition.
Il racconto ha un suo potere evocativo. A mio avviso, si struttura in due momenti. Il primo, in cui il personaggio si trova "ficcato" nella situazione sottoterra, forse descritta con troppa ricchezza di particolari (quando, magari, sarebbe più efficace individuare pochi aggettivi, poche parole per descrivere esattamente la situazione fisica del personaggio); il secondo, in cui il personaggio inizia a muoversi nel tunnel.
La seconda parte manca di compiutezza, stante il fatto che la narrazione non credo si inserisca in una narrazione classica, e dunque bisognerebbe usare modalità più inusuali per far progredire la storia (ad es. il protagonista potrebbe avere delle visioni, o imbattersi in qualcosa di illogico e/o intollerabile).
La narrazione si inscrive nel genere fantastico, e mi manca la definizione dei rapporti tra il mondo del protagonista col mondo usuale (il nodo di ogni narrazione fantastica). Spero di averti dato qualche spunto utile. Un saluto e buona edition.
- Davide_Mannucci
- Messaggi: 434
Re: Nessuno scampo
Ciao Enzo! Benvenuto nell’Arena e piacere di leggerti.
Il tuo racconto ha bisogno di una aggiustatina per quanto riguarda lo stile - quel “lentamente” tra le virgole è un esempio - ma ha un potenziale enorme. Riesci a mettere ansia e angoscia, anche se nella prima parte hai esagerato con le virgole, e questo è positivo. Claustrofobico e angosciante il tuo racconto. Quindi un lavoro discreto. Purtroppo sei capitato in un girone di bastard...ehm di ottimi autori che hanno, nel corso dei secoli e dei minuti contati, affinato lo stile e la capacità di progettare un racconto breve in poco tempo (bastardi davvero...li odio e invidio tutti!). Questo però non toglie niente alla tua prova, che sarà più indietro rispetto agli altri ma resta un lavoro niente male. Credo che la tua partecipazione alle prossime edizioni ti e ci riserverà ottime sorprese!
A presto e di nuovo benvenuto
Il tuo racconto ha bisogno di una aggiustatina per quanto riguarda lo stile - quel “lentamente” tra le virgole è un esempio - ma ha un potenziale enorme. Riesci a mettere ansia e angoscia, anche se nella prima parte hai esagerato con le virgole, e questo è positivo. Claustrofobico e angosciante il tuo racconto. Quindi un lavoro discreto. Purtroppo sei capitato in un girone di bastard...ehm di ottimi autori che hanno, nel corso dei secoli e dei minuti contati, affinato lo stile e la capacità di progettare un racconto breve in poco tempo (bastardi davvero...li odio e invidio tutti!). Questo però non toglie niente alla tua prova, che sarà più indietro rispetto agli altri ma resta un lavoro niente male. Credo che la tua partecipazione alle prossime edizioni ti e ci riserverà ottime sorprese!
A presto e di nuovo benvenuto
Davide Mannucci
Re: Nessuno scampo
Enzo, sei al tuo primo MC e ho notato che non hai ancora fatto commenti. Quest'Arena si basa sullo scambio reciproco di pareri allo scopo di crescere e aiutare a fare crescere e una delle cose più sbagliate che si possano fare è di postare, ricevere i commenti e non farne. Hai tempo fino alle 23.59 di giovedì 30 settembre per commentare e classificare i racconti del gruppo LA PAURA e spero che manterrai il tuo impegno :)
- Enzo Gentile
- Messaggi: 27
Re: Nessuno scampo
alexandra.fischer ha scritto:NESSUNO SCAMPO di Enzo Gentile Tema centrato. L’avventura è quella di uno speleologo che si perde nelle profondità di una caverna e cerca di uscirne in tutti i modi (io, perlomeno, l’ho immaginata così). Sembra sul punto di farcela, perché c’è una penombra, quindi l’uscita è vicina, malgrado lui si scoraggi al punto di battere una testata contro la pietra (bella l’immagine del cielo immobile) e si riprenda alla vista dell’umido e dell’acqua. Sì, c’è il rischio che l’acqua salga, e lui anneghi, ma lui prudente, aspetta. Buona la gestione del Punto di Vista, il Lettore Amante dell’Avventura soffre con il protagonista.
C’è qualcosa da rivedere:
se parti al presente, continua così.
Ti segnalo le frasi corrette:
tengo disperatamente gli occhi chiusi, ho capito, ma devo trovare il coraggio di vedere.
Quando lo faccio, intorno c’è una debole luminescenza, ma sopra, sotto, davanti e, penso in un lampo, anche dietro, terra
Il cuore comincia a battere con violenza, mentre cerco di restare calmo, poi cedo, urlo, piango, cerco di uscire
Cerco di rigirarmi
Continuo a strisciare
I miei piedi scalciano sempre più spesso in brevi spasmi, mentre le mie mani annaspano nella penombra
A un certo punto provo a spaccarmi la testa contro questo cielo immobile
Attento:
Cinque minuti, dieci, o solo dieci secondi, non lo so (questo perché ora i: forse non piacciono alle case editrici)
Ti ringrazio tantissimo per il commento.
Sul presente/passato: è voluto, nel senso che (vorrebbero) essere dei minuscoli flashback. So che l'uso del flashback in un racconto (soprattutto così breve) è cosa che va maneggiata con estrema cura, ma il problema è che nella prima stesura il numero di caratteri era quasi il doppio e quindi tante sfumature sono andata perse. Soprattutto si è perso il senso complessivo: tu immagini uno speleologo con qualche speranza di salvezza. In realtà nella mia testa volevo raccontare le emozioni di non avere scampo. E non è andata granché bene, perché ciò che scrivi dovrebbe stare in piedi da sé: quando cominci a spiegarlo hai già fallito.
Re: Nessuno scampo
A mio avviso, un più che buono esordio nell'Arena. Ci mostri una situazione senza apparente via di scampo e ho percepito, leggendo, il senso di claustrofobia, forte. Vero che in certi punti non sei stato molto chiaro e se inizialmente sembra paralizzato, poi riesce a muoversi, ma ci sta perché ci accompagni in un orrore anche di confusione per il protagonista anche se qualcosina per il lettore l'avrei inserito. Non ho capito per nulla la frase finale, non mi sembra incidere più di tanto e non comprendo che scelta può dargli se, alla fine, viene sommerso completamente. Il tema sta nelle fondamenta stesse del testo, quindi ottimo. Concludendo, per me un pollice tendente verso il positivo in modo solido e anche brillante e in classifica ti metto dietro al pari valutato racconto di Langellotti perché l'ho trovato più preciso.
- Enzo Gentile
- Messaggi: 27
Re: Nessuno scampo
Andrea Lauro ha scritto:Ciao Enzo, caspita che racconto angosciante, l’emozione è ben resa. Leggendo il testo, però, ho avuto l’impressione che tu abbia cominciato a scrivere di getto, senza pianificare e senza sapere dove saresti andato a parare.
Ho questo sospetto perché l’ambiente cambia attorno al protagonista, e non perché lui metta insieme dei tasselli e ci ragioni sopra.
In un primo momento dice che sopra, sotto, davanti e dietro (pensa) c’è terra. Più avanti, i piedi incontrano subito resistenza (e quindi la percezione è ben definita). Poi l’ambiente diventa un tunnel, che va sia avanti che (ancora, pensa) indietro. Un tunnel che lui dice essere senza fine. E questo non è coerente con quanto scritto sopra.
Insomma, c’è un problema alla base e credo sia l’essersi mossi senza progettare il testo, correggimi pure se sbaglio. Per carità, per qualcuno la cosa funziona eh, mica sono qui a dire che non si può scrivere di getto.
buona edition!
andrea
Vero, ho scritto di getto, ma un idea ben definita l'avevo. Solo che la tagliola dei 3000 caratteri mi ha costretto a eliminare tantissimo e a lasciare solo le emozioni che il protagonista vive. Mi dispiace di non aver reso il senso di spaesamento che lo assale e che gli fa avere quelle percezioni distorte di ciò che lo circonda.
Grazie tantissimo per il commento ne farò tesoro
- Enzo Gentile
- Messaggi: 27
Re: Nessuno scampo
Fagiolo17 ha scritto:Ciao Enzo e piacere di averti letto.
Mi dispiace, sarò molto diretto: il tuo racconto non mi è piaciuto.
In primis per lo stile di scrittura che ho trovato legnoso e poco accattivante, poi per la trama, che non c’è e per i dettagli che mi hanno confuso.
Prima è immobile, il braccio bloccato davanti a sé, poi può strisciare sia avanti sia indietro, poi si gira... Insomma, per uno immobile può fare un sacco di spostamenti. Manca coerenza tra un punto e l’altro della narrazione..
Non mi piace l’utilizzo a metà delle frasi di quel “penso”. Tutto quello che ci stai comunicando è un pensiero, perché introdurre a forza un “penso”? Mi tira fuori dalla narrazione.
Insomma, mi dispiace ma per me c’è tanto da migliorare in questo racconto e se lo vorrai qui su Minuti Contati avrai modo di farlo.
Ciao Luca, grazie per il commento.
Interessante la notazione sul "penso". Effettivamente è un po' ridondante...
- Enzo Gentile
- Messaggi: 27
Re: Nessuno scampo
antico ha scritto:A mio avviso, un più che buono esordio nell'Arena. Ci mostri una situazione senza apparente via di scampo e ho percepito, leggendo, il senso di claustrofobia, forte. Vero che in certi punti non sei stato molto chiaro e se inizialmente sembra paralizzato, poi riesce a muoversi, ma ci sta perché ci accompagni in un orrore anche di confusione per il protagonista anche se qualcosina per il lettore l'avrei inserito. Non ho capito per nulla la frase finale, non mi sembra incidere più di tanto e non comprendo che scelta può dargli se, alla fine, viene sommerso completamente. Il tema sta nelle fondamenta stesse del testo, quindi ottimo. Concludendo, per me un pollice tendente verso il positivo in modo solido e anche brillante e in classifica ti metto dietro al pari valutato racconto di Langellotti perché l'ho trovato più preciso.
Grazie mille per il commento, mi rincuora molto.
E' la mia prima esperienza e alla fine ho dovuto tagliare quasi metà di quello che avevo scritto. Alla fine ho deciso di lasciare solo l'angoscia e l'orrore provati dal protagonista. Mi fa piacere che tu abbia colto proprio questi aspetti. Il resto forse avrebbe reso più chiare le cose per il lettore. Anche sulla frase finale: l'unica scelta possibile è la morte (anch'essa orribile) per annegamento, visto che ha provato prima a farlo, ma non c'è riuscito. Però se non è stata capito (e già in un altro commento veniva fatta la stessa riflessione), vuol dire che non ho saputo renderlo. Se un racconto devi spiegarlo vuol dire che non funziona...
- Enzo Gentile
- Messaggi: 27
Re: Nessuno scampo
AndreaDeAgnoi ha scritto:Il tema rispettato marginalmente, si ha a che fare con forse la conseguenza di un crollo?
Non si capisce dove si trovi il protagonista, chi sia, come sia finito in quella situazione. Mancando di background, è difficile empatizzare per la sua triste fine.
Come scrittura diversi passaggi non mi hanno fatto impazzire, primo fra tutti quel ripetuto "dieci, cinque, dieci etc".
Quei penso sono un po' fuoriluogo, se può vedere solo davanti a sé dovrebbe preoccuparsi di quello che vede e sente.
Il finale non lo ho compreso: potrá avere che tipo di scelta, una volta che l'acqua lo avrà sommerso?
Ciao Andrea, grazie per il commento.
Il "penso" è un po' ridondante rispetto a ciò che ha in testa (me lo hanno segnalato in un altro commento), voleva essere una sottolineatura, ma forse è un posticcia. Ma fuori luogo no: proprio perché è in quella situazione che il protagonista non può far altro che pensare e cercare di capire.
Quanto al background è vero: non sappiamo perché è lì e cosa ci fa. Ma il racconto originale arrivava a quasi seimila caratteri e dentro qualche spiegazione in più c'era. Nel tagliare ho deciso di lasciare solo le emozioni e l'angoscia.
La scelta la si comprende se guardi a qualche riga prima, quando ha cercato di ammazzarsi, ma non c'è riuscito. Ora (forse) potrà farlo
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