Realtà pesante

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 20 settembre 2021 con un tema di Francesca Bertuzzi!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 3000 caratteri entro l'una.
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Hayà
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Realtà pesante

Messaggio#1 » lunedì 20 settembre 2021, 22:19

Realtà pesante
- di Soraia Patrizi

Un lampione sfrecciò di fronte ai suoi occhi, dissolvendosi in una scia luminosa.
Il chiacchiericcio sommesso lo cullava, così come il dondolio dell’autobus. Il cielo oltre la finestra giocava a nascondino dietro le sue palpebre.
Aveva alzato bandiera bianca e si stava preparando a chiudere gli occhi, quando un sobbalzo lo fece trasalire. Si guardò intorno, gli occhi sbarrati, la realtà che si confondeva. Infine li chiuse di nuovo.
Si accoccolò, per quanto meglio poté, sul sedile e usò lo zaino come cuscino vicino la finestra. Il gomito del suo sconosciuto compagno di viaggio lo solleticava, ma la realtà era troppo pesante per lui quel momento e decise di non badarci.
Sui sedili in fondo all’autobus qualcuno parlava di saldi nel negozio in centro. Sciarpe e vestiti a prezzi stracciati, ma di qualità infima. Fai attenzione, diceva la voce, fai attenzione che alla fine finisce che spendi più di quanto tu pensi.
Una sciarpa rossa apparve ai suoi occhi. Era morbida e calda, stringerla gli faceva prudere le mani e un filo orfano gli solleticava il naso.
Si accoccolò meglio e si grattò il viso. La sciarpa scomparve.
Ecco, il momento dei saldi. Sua madre lo trascinava sempre nel negozio di scarpe vicino casa e lui odiava quelle uscite. Il negozio era grande, troppo grande, e lui troppo piccolo per poterlo comprendere: un labirinto di scatole, di specchi e di sedie che gli facevano girare la testa e le luci lo abbagliavano, facendogli venire la nausea.
Strinse gli occhi e trattenne il respiro.
Un sobbalzo e una gomitata lo riportarono alla realtà.
Un scusa biascicato raggiunse le sue orecchie, ma non era sicuro fosse reale.
Le luci del cinema fuori dalla finestra lo risvegliarono dal torpore. Fece cenno all’uomo seduto accanto a lui per lasciarlo passare e si alzò.

La casa s’illuminò di un bianco malaticcio quando accese la luce.
Trascinò i piedi fino in cucina, buttando lo zaino sulla prima sedia in vista. Ignorò il tonfo sul tappeto.
Scolò un bicchiere d’acqua e virò il suo corpo verso la camera da letto.
Il tragitto era troppo lungo. Perché non poteva dormire per terra? Alla fine, che differenza avrebbe fatto?
Lo zaino non sembrava porsi tali problemi, dopotutto.
Ma la vista delle coperte lo incoraggiò a resistere un poco più. Scaraventò sul pavimento i vestiti e trascinò su di sé il pigiama.
Tirò un sospiro di sollievo e sorrise.
Finalmente. Ce l’aveva fatta.
Lasciò la gravità fare il suo corso, buttandosi sul letto. La realtà si dissolse, le sirene di un’ambulanza l’unico aggancio che aveva a essa.
E, infine, crollò.



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antico
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Re: Realtà pesante

Messaggio#2 » lunedì 20 settembre 2021, 22:26

Ciao Soraia e bentornata nell'Arena! Parametri ok, divertiti in questa FRANCESCA BERTUZZI EDITION!

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Hayà
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Re: Realtà pesante

Messaggio#3 » lunedì 20 settembre 2021, 22:28

Grazie mille, Antico! È un vero piacere essere di nuovo qui!

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MatteoMantoani
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Re: Realtà pesante

Messaggio#4 » venerdì 24 settembre 2021, 11:42

Prime Impressioni: Ciao Soraia, piacere di rileggerti. Anche tu hai scritto un racconto molto introspettivo!

Aderenza al Tema: Per me a posto: crollare nel senso di crollare dal sonno. Bene.

Punti di Miglioramento: La prima parte è un po' pesantuccia, non si capisce bene se gli occhi del personaggio sono aperti o chiusi. Fai riferimento a luci sotto le palpebre, poi specifichi che gli occhi vengono chiusi. Mi riferisco, ad esempio, a questo pezzo:

Il cielo oltre la finestra giocava a nascondino dietro le sue palpebre.
Aveva alzato bandiera bianca e si stava preparando a chiudere gli occhi


Mi immagino magari qualcuno che apre e chiude gli occhi sul procinto di addormentarsi, ma sul momento ho un pochino fatto fatica a figurarmi la scena.
Il conflitto è delineato attraverso una voce narrante che spiega cosa sta succedendo, mentre nella scena non accade granché. Questo dà una sensazione di staticità che mantiene forse un po' di distacco col lettore, obbligandolo a figurarsi ciò che accade dalla spiegazione, piuttosto da ciò che sta in effetti accadendo.

Punti di Forza: Certamente l'idea è interessante, un bambino/ragazzo che non ne può più della madre che lo trascina a fare shopping e che, una volta a casa, si butta a letto. Mi manca un po' di contesto in più, per capire dove sia la mamma del bimbo appena arrivati a casa (non cenano?), comunque è chiaro il messaggio che vuoi trasmettere. Un'altra possibilità, è che il bimbo non stia tornando a casa dallo shopping, ma che sia semplicemente andato fuori per qualche ragione e che stia tornando a casa stanco. Questo spiegherebbe perché la mamma non c'è nel finale, però mancherebbe quindi un po' di contesto in più per capire perché il bimbo è stanco. La realtà urbana viene ben evocata nelle tue righe, con luci asfissianti e persone che sgomitano e parlottano intorno al protagonista.

Conclusioni: Sarà per colpa della staticità della scena, o per la causa del conflitto che viene "spiegata" al lettore e non mostrata (oppure è direttamente assente, a seconda dell'interpretazione), però il pezzo non mi ha molto convinto. Mi manca qualcosa per agganciarmi a un contesto, per capire cosa ha reso questo bambino così stanco, e per, in caso, provare a immedesimarmi in lui.

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Hayà
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Re: Realtà pesante

Messaggio#5 » venerdì 24 settembre 2021, 17:23

Ciao Matteo! Grazie per avermi letto!

Per il tema, ammetto che è parzialmente autobiografico: stavo crollando dal sonno durante il brainstorming e mi sono trovata a pensare "Hey... crollare dal sonno?"

La scena iniziale è esattamente come dici tu: cerca di tenere gli occhi aperti, ma gli si chiudono senza che neanche se ne renda conto, per poi riaprirli. Come quando sei in quel dormiveglia dove a momenti neanche ricordi in che epoca ci troviamo, haha.
Lo terrò a mente il fatto che sia stato confusionario!

Sul fatto dell'episodio del negozio di scarpe, temo ci sia stato un fraintendimento. Il protagonista in realtà è un ragazzo (o giovane adulto, ammetto di non averci pensato troppo) e la storia del negozio di scarpe è in realtà un ricordo che gli riaffora alla mente mentre ascolta le signore parlare dei saldi. Mea culpa se non è stato possibile capirlo!

Grazie per il commento!

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GiulianoCannoletta
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Re: Realtà pesante

Messaggio#6 » sabato 25 settembre 2021, 16:45

Ciao Soraia, piacere di averti letto.
Il tuo racconto è decisamente ben scritto. Mi sono immedesimato molto bene nel protagonista assopito sull'autobus al punto da non distinguere bene ciò che ha attorno. Molto ben realizzato a mio avviso anche il momento in cui "mischia" le chiacchiere in sottofondo coi suoi ricordi.
Il finale mi è però parso un po' mozzo, avrei preferito una chiusa che riportasse ai motivi di tanta stanchezza. Lavora/studia lontano, e magari l'indomani lo attende un'identica giornata stressante? O è accaduto qualcosa di particolare?
O ancora, un finale che ribaltasse la situazione: giunto nel letto non riesce più a prendere sonno.
La conclusione mi è parsa troppo lineare e non mi ha soddisfatto del tutto. Rimane comunque un racconto più che valido.
A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Hayà
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Re: Realtà pesante

Messaggio#7 » domenica 26 settembre 2021, 11:31

Ciao Giuliano! Grazie per avermi letto.

Son contenta che tu sia riuscito a immedesimarti bene!

Sul finale: concordo con te. Avrei dovuto renderlo un pochino più interessante, o perlomeno dare un minimo di background. Grazie per il commento!

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Realtà pesante

Messaggio#8 » domenica 26 settembre 2021, 15:18

Ciao Soraia. Piacere di ritrovarti in questa nuova Era.
Tema rispettato e scrittura godibile. Invidio la tua penna e come tu sia riuscita a trasmettere la pesantezza delle palpebre e la fatica nell'arrivare a casa con ogni singola frase. Mi è piaciuto come tu abbia coinvolto quasi tutti i sensi. Brava.
Quello che dico a te è lo stesso che ho detto a Lauro. Ti sei concentrata su una descrizione ottimale, trascurando un po' la trama, preferendone una lineare. Credo che in Minuti Contati dobbiamo raccogliere sempre questa doppia sfida, ossia quella di scrivere bene ma anche qualcosa di interessante e non è sempre facile con il poco tempo a disposizione. Però credo sia necessario, perché chi raggiunge una certa maturità di penna, come nel tuo caso, rischia di adagiarsi alle proprie capacità e a non cercare l'idea vincente, quella che rende memorabile un racconto. Non fraintendermi, nel tuo caso, questo è un racconto da podio, ma come con Andrea voglio stimolarti a cercare quel guizzo in più. A rileggerci!

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david.callaghan
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Re: Realtà pesante

Messaggio#9 » domenica 26 settembre 2021, 18:13

Ciao Soraia ,
piacere di leggerti. Anche io trovo il pezzo molto ben scritto, con però poca sostanza.
Hai descritto benissimo un episodio della vita del protagonista, però a livello di emozioni non mi sono sentito coinvolto per nulla.
Probabilmente noi maschi siamo molto terra terra, ma personalmente ho bisogno di qualcosa in più a livello di trama.
Un saluto

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Re: Realtà pesante

Messaggio#10 » domenica 26 settembre 2021, 19:45

Ciao Soraia,

il tuo è un lavoro davvero ben scritto. Il senso di stanchezza è perfettamente percepibile oltre le parole, e nonostante il tema un po' "piatto" (passami il termine) sei riuscita comunque a tenermi incollata alle tue parole. Mi sono rivista durante i viaggi in pullman verso l'università. Una scena quotidiana dunque resa davvero bene. Ciò che però mi è mancato è un guizzo, una pizzico di conflitto che mi desse la possibilità di empatizzare non tanto con la stanchezza in sé ma con i motivi della stanchezza. Letto così è un ottimo scritto sulla sensazione di stanchezza, ma il protagonista passa un po' in secondo piano. Nel finale ad esempio potevi utilizzare un po' di spazio per mostrarne le cause.
A presto,
Morena

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invernomuto
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Re: Realtà pesante

Messaggio#11 » lunedì 27 settembre 2021, 12:30

Ciao Soraia, piacere di conoscerti!

È sempre bello quando un racconto comunica così bene le sensazioni, solitamente tanto difficili da mettere su carta. La tua buona capacità di scrittura, però, è stata messa al servizio di una storia con poco "mordente", se mi perdoni il termine, e purtroppo sebbene il senso di "realtà pesante" sia reso benissimo è difficile che possa spuntarla in un confrotto diretto con storie dal maggior pathos e che rimangono più impresse nella mente del lettore.

Resta il fatto, innegabile, che hai buonissime qualità tecniche che non vedo l'ora di rileggere applicate a un'intreccio meno "sonnacchioso" - a presto!

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wladimiro.borchi
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Re: Realtà pesante

Messaggio#12 » lunedì 27 settembre 2021, 16:13

Ciao Soraia,
Hai scritto un racconto che ho letto volentieri e hai reso perfettamente il senso di stanchezza del protagonista. Il riferimento agli occhi "sbarrati" sul momento mi era parso fuori PDV, perché un personaggio non vede i propri occhi. In realtà, però, se lo interpreti nel senso di qualcuno che si impone di spalancare gli occhi per non crollare da sonno allora assume una forza descrittiva e empatica immensa.
Diversamente, non mi è piaciuto affatto il "virare il corpo" per descrivere unicamente l'azione di girarsi verso la camera.
Ma son quisquiglie, la stanchezza me l'hai fatta provare fino in fondo e, in questo senso, il racconto funziona alla grande.
Forse, anche il tuo scritto è un po' troppo lineare e senza un guizzo finale che gli dia una giustificazione.
A rileggerci presto.
W

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Hayà
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Re: Realtà pesante

Messaggio#13 » martedì 28 settembre 2021, 18:37

Chiedo scusa per il ritardo!

Ho apprezzato tutti i vostri commenti. Sul fatto della trama e sulla mancanza di un conflitto, non posso che non essere d'accordo. Avrei dovuto, perlomeno nel finale, cercare di aggiungere qualcosa in più.

Grazie a tutti per avermi letto!

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Pietro D'Addabbo
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Re: Realtà pesante

Messaggio#14 » mercoledì 29 settembre 2021, 1:36

Ciao Soraia, piacere di leggerti.

Personalmente trovo belli i racconti come questo, semplicemente descrittivo di un frammento di una giornata di un giovane adulto qualunque ma capace di farti 'vivere l'esperienza' con le parole. A mio parere sta degnamente alla pari di altri che si reggono su un unico perno narrativo spesso costituito dal cosiddetto 'plot twist' finale che qui ovviamente non c'è.
Trovo un'unica pecca, veniale, in una contraddizione riguardo lo zaino.
Hayà ha scritto:...buttando lo zaino sulla prima sedia in vista. Ignorò il tonfo sul tappeto.
... Perché non poteva dormire per terra? Alla fine, che differenza avrebbe fatto?
Lo zaino non sembrava porsi tali problemi, dopotutto.

Il narratore afferma che il protagonista ignora il tonfo sul pavimento, eppure poco dopo ci rende noto quello che sembra un pensiero 'invidioso' del protagonista verso lo zaino, che non si fa problemi di giacere per terra. Una incoerenza minima, in ogni caso.
Ottima prova.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Hayà
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Re: Realtà pesante

Messaggio#15 » mercoledì 29 settembre 2021, 13:07

PietroD'Addabbo ha scritto:Ciao Soraia, piacere di leggerti.

Personalmente trovo belli i racconti come questo, semplicemente descrittivo di un frammento di una giornata di un giovane adulto qualunque ma capace di farti 'vivere l'esperienza' con le parole. A mio parere sta degnamente alla pari di altri che si reggono su un unico perno narrativo spesso costituito dal cosiddetto 'plot twist' finale che qui ovviamente non c'è.
Trovo un'unica pecca, veniale, in una contraddizione riguardo lo zaino.
Hayà ha scritto:...buttando lo zaino sulla prima sedia in vista. Ignorò il tonfo sul tappeto.
... Perché non poteva dormire per terra? Alla fine, che differenza avrebbe fatto?
Lo zaino non sembrava porsi tali problemi, dopotutto.

Il narratore afferma che il protagonista ignora il tonfo sul pavimento, eppure poco dopo ci rende noto quello che sembra un pensiero 'invidioso' del protagonista verso lo zaino, che non si fa problemi di giacere per terra. Una incoerenza minima, in ogni caso.
Ottima prova.


Ciao Pietro, grazie per avermi letto!

Sul fatto dello zaino, errore mio: per "ignorare" non intendevo che non sapesse dello zaino a terra, ma che semplicemente l'avesse sentito cadere e non gli interessava di raccoglierlo :P

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Andrea Furlan
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Re: Realtà pesante

Messaggio#16 » giovedì 30 settembre 2021, 0:23

Ciao Soraia,
devo dire che il tuo racconto mi ha sollevato diverse perplessità: non sono riuscito a trovare una trama robusta o un conflitto se non il sonno del protagonista e la sua lotta per non addormentarsi, non si sa da dove venga e cosa faccia, alcune cose mi sono sembrate fuori luogo come il lungo pezzo sui saldi, che non sono riuscito a collegare al resto della storia se non come un pensiero assonnato che viene al protagonista sentendo parlare qualcuno sul bus. Alcune frasi mi sono sembrate imprecise e con alcune ripetizioni ad esempio "Fai attenzione, diceva la voce, fai attenzione che alla fine finisce che spendi più di quanto tu pensi.”, che potevi semplificare. Il tema è centrato e sia l’ambientazione che l’introspezione del protagonista sono resi bene, ma purtroppo i punti deboli indicati sopra sono davvero prevalenti.

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antico
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Re: Realtà pesante

Messaggio#17 » domenica 3 ottobre 2021, 21:46

Un pezzo sensoriale, un plauso alla sfida che ti sei posta. Il risultato è double face: da un lato hai svolto molto bene, permettimi il termine, "il compitino", ma dall'altro non sei riuscita a dargli quel valore in più che lo riesca a elevare oltre la soglia del normale. Dice bene chi ha evidenziato una somiglianza tra il tuo lavoro e quello di Lauro, ma lui partiva con il vantaggio della materia trattata, assolutamente densa di contrasti, mentre tu avevi il malus di una situazione, per antonomasia, priva di opponent se non il sonno. Direi un pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante perché sì, hai raggiunto il tuo risultato, però devo piazzarti dietro ai racconti pari valutati proprio per questa totale mancanza di contrasto.

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