Gruppo FAMMI MALE: Lista racconti e classifiche

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 20 settembre 2021 con un tema di Francesca Bertuzzi!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 3000 caratteri entro l'una.
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antico
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Gruppo FAMMI MALE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 21 settembre 2021, 2:30

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BENVENUTI ALLA FRANCESCA BERTUZZI EDITION, LA PRIMA DELLA NONA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 157° ALL TIME!

Questo è il gruppo FAMMI MALE della FRANCESCA BERTUZZI EDITION con FRANCESCA BERTUZZI come guest star.

Gli autori del gruppo FAMMI MALE dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo IL CARNEFICE.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo LA BELVA.


Questo è un gruppo da DIECI racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da FRANCESCA BERTUZZI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre.

Essendo la prima edizione d'Era, per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK OTTAVA ERA (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Ho forzato solo in un paio di occasioni per non fare capitare due racconti con malus nello stesso gruppo.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo FAMMI MALE:

Il chiodo no, cazzo, di Andrea Lauro, ore 23.26, 2997 caratteri
Poliziotto buono, poliziotto cattivo, di Luca Fagiolo, ore 00.14, 2966 caratteri
Orgoglio e Pregiudizio, di Michael Dag Scattina, ore 00.48, 2990 caratteri
La Contessa, di Davide Mannucci, ore 00.08, 2991 caratteri
Il volo d’aquila, di Alexandra Fischer, ore 21.55, 2635 caratteri
Finzione, di Giulio Palmieri, ore 23.52, 2819 caratteri
Realtà pesante, di Soraia Patrizi, ore 22.19, 2538 caratteri
L’incontro, di Alessandro Catanzaro, ore 23.22, 2997 caratteri
4.20, di Nicoletta Bussacchetti, ore 22.51, 1684 caratteri
Non pensarci troppo, di Andrea De Agnoi, ore 01.17, 3000 caratteri MALUS 5 PUNTI

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 30 SETTEMBRE per commentare i racconti del gruppo IL CARNEFICE Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 1 OTTOBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo IL CARNEFICE e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo IL CARNEFICE.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA FRANCESCA BERTUZZI EDITION A TUTTI!



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GiulianoCannoletta
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Re: Gruppo FAMMI MALE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » domenica 26 settembre 2021, 21:06

Amici di mc, ecco la mia classifica e commenti. L'unica posizione di cui ero davvero convinto era la prima, le altre le ho spostate in su e giù varie volte prima di trovare pace. Complimenti a tutti i partecipanti a questa edizione, e buona era a tutti!


1. Orgoglio e Pregiudizio, di Michael Dag Scattina
2. L'incontro, di Alessandro Catanzaro
3. La Contessa, di Davide Mannucci
4. Il chiodo no, cazzo, di Andrea Lauro
5. Poliziotto buono, poliziotto cattivo, di Luca Fagiolo
6. Non pensarci troppo, Andrea De Agnoi
7. Il volo d’aquila, di Alexandra Fischer
8. 4.20, di Nicoletta Bussacchetti
9. Realtà pesante, di Soraia Patrizi
10. Finzione, di Giulio Palmieri


Il chiodo no, cazzo, di Andrea Lauro
Un racconto con un tasso di difficoltà elevato, mantenere il punto di vista di un uomo che viene torturato era una bella impresa. A mio avviso la seconda parte mantiene ancora troppa lucidità e razionalità per una persona che ha un chiodo infilato nel dito che sta per essere ben martellato.
Per il resto il racconto è scritto bene e il protagonista ben caratterizzato.
Giusto un paio di appunti: nelle prime battute il pdv descrive con precisione i movimenti dell'ufficiale e di Primula, ma poi scopriamo che è tenuto con la faccia inchiodata a terra, in prima lettura mi ha un po' stonato che avesse comunque una visuale così chiara di ciò che avveniva. (è possibile, ma ho fatto un po' fatica a figurarmelo).
Un secondo appunto, visto il tema che noi tutti conosciamo, il finale era un po' annunciato, con il crollo dell'integerrimo Primula. Ma su questo credo ci fosse poco da fare.
A rileggerci presto!


Poliziotto buono, poliziotto cattivo, di Luca Fagiolo
Il racconto scorre bene senza sbavature, i personaggi paiono uscire dalla pagina, ottime caratterizzazioni.
Si intuisce però troppo presto che non ci troviamo di fronte a veri poliziotti, credo che il problema sia che hai seminato troppo in questa direzione, e il ribaltamento finale ne esce indebolito.
Penso che racconti di questo tipo funzionino meglio se riescono a "imbrogliare" il lettore, magari con qualche doppio senso che assume significato a una seconda lettura, mentre la mia impressione è che tu ti sia un po' peritato a farlo, forse per non scivolare sul cliché.
È comunque un racconto piacevole, a cui manca quel guizzo in più.
A rileggerci presto!


Orgoglio e Pregiudizio, di Michael Dag Scattina
Racconto molto bello che ha il suo punto forte nella caratterizzazione dei personaggi, davvero convincente. Bello lo scambio della prima parte, incentrato sulla diffidenza reciproca, e il cambiamento dopo il crollo del muro.
Se devo trovare un difetto forse quella prima frase un po' farraginosa che ho dovuto rileggere un paio di volte.
Complimenti davvero.


La Contessa, di Davide Mannucci
Il raconto mi è piaciuto, bella l'idea di fondo e l'interpretazione del tema. Credo che con un minimo di revisione potrebbe diventare ottimo.
La contessa forse dovrebbe avere un po' di spazio in più, essere seminata meglio. Quando inizia a parlarne mi ha un po' spiazzato e non riuscivo bene a collocarla.
La parte iniziale forse è quella un po' più critica, alcune frasi paiono più spiegazioni al lettore che pensieri del personaggio.
Ottima la scelta della prima persona, e anche del pdv stronzo, l'hai caratterizzato in maniera efficace.
Un altro paio di annotazioni:
"...senza curarmi dell’ombra che mi passa sulla destra..." se il pdv in prima non se ne cura, diventa un'informazione al lettore, più che un suo vissuto.
"...Non devi mai trattare male le persone con problemi alla testa..." mi stona un po' che qualcuno si definisca "con problemi alla testa", pare forzato.

Come vedi sono dettagli, niente che impedisca di godersi il racconto.
Bravo, a rileggerci presto!


Il volo d’aquila, di Alexandra Fischer
La storia mi è piaciuta, Mario crede di accompagnare Gigi per un semplice scherzo, ma lo vede incattivirsi sempre di più, fino al tragico finale.
Mi è risultata un po' faticosa la forma. Nella prima parte si alternano le azioni dei sue personaggi, ogni volta introdotte dal loro nome, con un risultato un po' pesante. Con due personaggi in scena per buona parte del racconto, mi sono chiesto se non sarebbe stato più efficace in prima persona, magari dal punto di vista di Mario.
Tema direi assolutamente centrato.
A rileggerci presto!


Finzione, di Giulio Palmieri
Il racconto mi è piaciuto, è intriso di una certa tristezza, nostalgia di qualcosa che si sta perdendo; ma ci sono degli aspetti che potrebbero migliorare.
Il fraseggio iniziale è un po' spiazzante, capiamo che qualcuno sta partendo, o lasciando una stanza, ma ci vuole troppo per avere coordinate più precise sulla scena. Fino a quel momento non sappiamo chi stia parlando, né chi sia Fede.
Il finale mi è risultato poco chiaro, pensavo che Sonia stesse per suicidarsi (e mi aveva lasciato perplesso la reazione di Federico, che la lascia lì con la pistola in mano) ma arriva un altro ragazzo (un altro amante di Sonia?)
Tema direi assolutamente centrato.
A rileggerci presto!


Realtà pesante, di Soraia Patrizi
Il tuo racconto è decisamente ben scritto. Mi sono immedesimato molto bene nel protagonista assopito sull'autobus al punto da non distinguere bene ciò che ha attorno. Molto ben realizzato a mio avviso anche il momento in cui "mischia" le chiacchiere in sottofondo coi suoi ricordi.
Il finale mi è però parso un po' mozzo, avrei preferito una chiusa che riportasse ai motivi di tanta stanchezza. Lavora/studia lontano, e magari l'indomani lo attende un'identica giornata stressante? O è accaduto qualcosa di particolare?
O ancora, un finale che ribaltasse la situazione: giunto nel letto non riesce più a prendere sonno.
La conclusione mi è parsa troppo lineare e non mi ha soddisfatto del tutto. Rimane comunque un racconto più che valido.
A rileggerci presto!


L'incontro, di Alessandro Catanzaro
Tutta la prima parte del racconto mi è piaciuta molto. Ambientazione originale e intrigante, personaggi ben caratterizzati. È scritta molto bene, riesce a tenere alta l'attenzione del lettore.
Qualche problemino quando sale sul ring. Fino a quel momento eri stato molto dettagliato, lì invece si riduce tutto a tre righe scarse. Non so se ti sei trovato a corto di caratteri, ma nell'economia del racconto a mio avviso avresti potuto dare un po' di spazio in più all'incontro.
Il finale è la parte che mi ha convinto meno. Mi è sembrata una risoluzione semplicistica della vicenda e non mi è arrivata l'emotività che suppongo tu volessi trasmettere.
Una bella prova che potrebbe essere eccellente rivedendo quel finale.
A rileggerci presto!


4.20, di Nicoletta Bussacchetti
Tema centrato e con una delle interpretazioni più originali fra i racconti che ho letto fino ad ora. Il racconto è semplice ma comunque divertente, anche il flusso dei pensieri paranoici intervallato dalla canzone mi è sembrato convincente. Ottima idea quella di usare una canzone così nota così da rendere evidente quando si trattava di dialoghi e quando di "cantato".
Occhio alla punteggiature, le virgolette usate in quel modo rendono il tutto molto pesante.
A rileggerci presto.


Non pensarci troppo, Andrea De Agnoi
In prima battuta ho faticato a comprendere alcuni passaggi del racconto, con una seconda lettura è stato più chiaro, anche se qualche dubbio mi è rimasto.
Un ragazzo a scuola è tormentato da una voce interiore che lo spinge ad azioni di violenza. Nel paragrafo finale si sveglia in un campo di mais, presumibilmente dopo aver assecondato la sua maligna coscienza.
Credo che alcuni passaggi confusionari del racconto siano dovuti ai tagli che hai dovuto praticare in extremis. La storia è piacevole ma rimane l'impressione che la scena avrebbe potuto avere una resa migliore.
Un ultimo appunto:
"Oh, ma hai dei denti splendidi questo ragazzo. Possiamo usarli come orecchini, che dici?" Questa frase forse andava in corsivo. La scelta di tratteggiare così la voce interiore è azzeccata, mi ha aiutato molto ad orientarmi nel racconto.
Invece avrei evitato quel rigo vuoto fra un capoverso e l'altro, rende la lettura più faticosa.
Bravo, a rileggerci presto!
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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MatteoMantoani
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Re: Gruppo FAMMI MALE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » lunedì 27 settembre 2021, 8:22

Cari amici. Ecco la parte più "ingrata" della gara, quella in cui devo puntare il dito e dire chi, secondo me, può accedere alla finale. Sia chiaro che tutto si basa su un bilancio tra gusto personale e cura nella costruzione del racconto in sé, secondo il mio punto di vista che non rispecchia necessariamente quello dei più. Faccio i complimenti a tutti, ho letto i vostri racconti con piacere e se volete parlarne ancora sono a vostra disposizione.

1) Non pensarci troppo
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2) 4.20
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3) Orgoglio e Pregiudizio
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4) Il chiodo no, cazzo
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5) Poliziotto buono, poliziotto cattivo.
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6) L'incontro.
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7) La contessa.
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8) Il volo d'aquila
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9) Realtà Pesante
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10) Finzione
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antico
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Re: Gruppo FAMMI MALE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » lunedì 27 settembre 2021, 14:19

Avete ricevuto due classifiche. Oltre alla mia, ve ne dovranno arrivare altre sette.

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david.callaghan
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Re: Gruppo FAMMI MALE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » martedì 28 settembre 2021, 22:28

Ciao a tutti, ecco qui la mia classifica, del tutto personale. Non mi riesce per niente essere diplomatico, quindi spero che non ve la prendiate se non ho apprezzato del tutto il vostro testo. Un saluto a tutti.

1 Il chiodo no, cazzo

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2 Orgoglio e Pregiudizio

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3 L'incontro

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4 POLIZIOTTO BUONO, POLIZIOTTO CATTIVO di Luca Fagiolo
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5 La Contessa

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6 Il volo d’aquila

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7 Realtà pesante
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8 Finzione

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9 4.20
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10 Non pensarci troppo

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Gruppo FAMMI MALE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » martedì 28 settembre 2021, 22:50

Ecco la mia classifica:

1) Orgoglio e Pregiudizio
Ciao Michael, ben ritrovato in questa nuova Era.
Ottimo racconto, davvero. Mi è piaciuta molto la caratterizzazione dei personaggi, l'utilizzo del PdV e soprattutto il modo in cui hai aderito al tema. Hai utilizzato il crollo del muro di Berlino come pretesto per parlare di qualcosa di più, di due persone e del crollo del pregiudizio. In più hai aggiunto anche il riferimento al crollo di un ubriaco e questo ti ha fatto fare terna. Apprezzo sempre questi colpi di classe. Non ho quindi nulla da dirti se non una piccola critica sull'incipit. Non si capisce molto il senso di quella frase e ho mantenuto la perplessità fino al secondo riferimento (a racconto inoltrato) della cicatrice e del dolore che provocava. Solo a quel punto ho capito il senso della prima riga.
Racconto da podio. A rileggerci!

2) Il chiodo no, cazzo
Ciao Andrea, ben ritrovato in questa nuova Era.
Come in passato, mantieni uno stile molto chirurgico, riuscendo in poco spazio a dare intesità emotiva alla vicenda. Anche in questo caso si respira la violenza del momento e la tensione vissuta dai due poveri soldati. Per un lettore che non è a conoscenza della traccia, può esserci anche una sorta di imprevedibilità in merito al finale, cosa che qui dentro non accade, perché il lettore aspetta solo l'arrivo del crollo. Racconto ben scritto, nulla da dire, ma molto lineare e che osa un po' poco. Sei molto bravo a descrivere uno spaccato, una scena, ma mi piacerebbe anche vederti alle prese con una trama un po' più cicciosa. Mi spiego meglio. In un racconto breve, ancor più in quelli brevissimi, quello che resta e che lascia il segno non è tanto la scena ben descritta, quanto l'idea brillante, originale e sconvolgente. E' quella che a distanza di tempo ci fa ricordare il racconto e dire "ah, sì, quello che parlava di..." Ecco, nel tuo caso, è ormai consolidato che tu sia una delle penne migliori del forum, però fatico a ricordare qualche tua storia passata proprio perché spesso ti limiti ai confini della traccia descrivendo un momento, più che una storia. Mi piacerebbe vederti alle prese con qualcosa di più, senza nulla togliere che hai scritto un racconto da podio. Alla prossima.

3) Realtà pesante
Ciao Soraia. Piacere di ritrovarti in questa nuova Era.
Tema rispettato e scrittura godibile. Invidio la tua penna e come tu sia riuscita a trasmettere la pesantezza delle palpebre e la fatica nell'arrivare a casa con ogni singola frase. Mi è piaciuto come tu abbia coinvolto quasi tutti i sensi. Brava.
Quello che dico a te è lo stesso che ho detto a Lauro. Ti sei concentrata su una descrizione ottimale, trascurando un po' la trama, preferendone una lineare. Credo che in Minuti Contati dobbiamo raccogliere sempre questa doppia sfida, ossia quella di scrivere bene ma anche qualcosa di interessante e non è sempre facile con il poco tempo a disposizione. Però credo sia necessario, perché chi raggiunge una certa maturità di penna, come nel tuo caso, rischia di adagiarsi alle proprie capacità e a non cercare l'idea vincente, quella che rende memorabile un racconto. Non fraintendermi, nel tuo caso, questo è un racconto da podio, ma come con Andrea voglio stimolarti a cercare quel guizzo in più. A rileggerci!

4) Il volo d'aquila
Ciao Alexandra. Felice di ritrovarti in questa nuova Era.
Il tuo racconto scorre bene, aderisce al tema e mi ha incuriosito fino al finale, lasciandomi anche in qualche modo appagato dal colpo di scena.
Sono solo due le perplessità che ho in merito a questo racconto, che a parer mio lo indeboliscono.
La prima è il personaggio di Mario. Capisco che viene utile un punto di vista esterno, che non faccia svelare troppo al lettore. Anzi, Mario rappresenta il lettore, che viene ingannato come lui. Però, qual è la necessità, a parte questo, di averlo nella storia? Il suo ruolo è quello di far luce e basta? Perché mettendoci nei panni di Gigi, per quanto folli, davanti a un piano del genere nessuno si porterebbe dietro l'amico del cuore. Che dici?
Il secondo punto riguarda le battute finali. Il vecchio afferma che Gigi sarebbe dovuto andare con loro alla sagra. Quindi Gigi sapeva che la casa era vuota? Allora perché farla saltare in aria se il suo motivo era la vendetta?
Ci sono questi piccoli buchi che non mi permettono di farti salire per un soffio sul podio.
Per il resto, ottimo racconto. A rileggerci!

5)4.20
Ciao Nicoletta, piacere di trovarti in questa nuova Era.
Per i refusi ho visto che ti hanno già fatto sapere cosa correggere.
Per il resto, il racconto è molto lineare e come nel caso di Soraia e Andrea ti sei concentrata più sulla resa che sull'idea. Ci sta, a volte in Minuti Contati ci giochiamo anche queste carte. Come nel loro caso, quindi, ti dico che la resa è stata ottimale, l'idea un po' carente. Però è stata una lettura piacevole.
L'unica perplessità ce l'ho sul cambio repentino di visione della vita. Essendo ignorante in materia di "erbe" non so se questo sia normale ma sei passata dal fargli pensare che la vita è bellissima a fargli dire che la sua vita fa schifo. Trattasi di "presa male" o è effettivamente un cambio troppo veloce?
Inoltre, a cosa si riferisce il 4.20 del titolo? All'orario?
Detto questo, racconto che metto nella parte alta della classifica a un pelo dal podio. A rileggerci!

6) Non pensarci troppo
Ciao Andrea. Piacere di trovarti in questa nuova Era.
Alla prima lettura del tuo racconto, ammetto, non ci avevo capito niente. Collana, anello, campo di mais... Non so dirti la ragione ma non ero riuscito a collegare il tutto, tanto che provvisoriamente avevo messo il tuo racconto per ultimo in classifica. Poi, dopo un paio di giorni, l'ho riletto e sono riuscito a seguirlo tutto. Non capisco se il problema sia stato mio o se necessita davvero di più lettura per capire a fondo la logica della sequenza.
Forse, il problema sta nella parte di racconto che va da quando il ragazzo si alza di scatto dalla sedia alla collutazione con il compagno. Mi è sembrato un po' artificioso, perché lui fa per andarsene molto in fretta (visto anche l'attacco d'ansia) e vedere il compagno che compare e lo afferra mi ha un po' disorientato sugli spazi. Inoltre, sarebbe stato utile, come qualcuno ti consigliava, mettere in corsivo la voce interiore, rendendola più concreta e separata, così che già alla prima lettura si potesse avere in chiaro cosa stesse accadendo, altrimenti ci si confonde con la storia degli attacchi di ansia e si perde l'orientamento.
Rimane comunque un ottimo testo che adesso piazzo a metà classifica. A rileggerci!

7) L'incontro
Ciao Alessandro. Piacere di trovarti in questa nuova Era.
Racconto ben scritto, davvero, ma temo che abbia sofferto davvero tanto il numero dei caratteri. Per quanto mi sia piaciuta molto la prima parte, credo che spiegare così tanto il contesto ti abbia rubato tantissimo spazio, a discapito della seconda. Forse avresti potuto iniziare con l'incontro e inserire parti qua e là che scavassero un po' sul contesto. Alternando in questo modo avresti potuto cavartela, forse, ma è solo una mia idea. Facendo come hai fatto ti sei ritrovato a preparare il terreno per un incontro che poi si è risolto in pochissimo e (la parte più dolente) a essere troppo vago sul finale.
Il lettore che si ritrova davanti questa pistola si fa mille domande, tutte lasciate irrisolte. Chi è che spara al protagonista e perché? Per rubargli i soldi? Per vendicarsi della scommessa persa? Queste spiegazioni ci possono stare, ma andavano messe. Bastava far riconoscere al prostagonista chi gli stava sparando e il gioco era fatto. Ma a questo si aggiunge un'altra perplessità. Abbiamo il personaggio di Sergio, ok? Organizza gli incontri, ha un bel giro e sicuramente qualcuno che gli guarda le spalle. Sergio ha puntato sul protagonista e questo ha vinto l'incontro. Ci ha guadagnato, ha vinto un mucchio di soldi. Potrebbe considerarlo perfino la sua gallina dalle uova d'oro. Allora perché permette che lo uccidano? L'unica spiegazione è che non se ne accorga, ma nel testo è scritto che appena Sergio si sposta, qualcuno spara al protagonista. E' talmente vicino alla scena che in un primo momento ho quasi pensato fosse lui il mandante, ma, come dicevo, non avrebbe senso.
Insomma, in conclusione, hai costruito tutto molto bene ma secondo me ti sei perso proprio sul finale, che poteva essere reso meglio. A rileggerci!

8) Poliziotto buono
Ciao Luca. Ben ritrovato in questa nuova Era.
Trovo che il tuo racconto poteva avere davvero un ottimo potenziale ma non è stato gestito al meglio.
Se all'inizio può sembrare una storia fin troppo lineare, di due ladri che vogliono far confessare il padrone di casa, una volta terminata la prima lettura si evince chiaramente che il tuo intento era quello di un plot twist. La domanda che sorge spontanea è: perché non ha funzionato?
Andando a rileggere il racconto si possono trovare molti punti dove la "maschera" non regge.
"Ma lo hai mai guardato un poliziesco?" Questa domanda iniziale porta il lettore a immaginarsi i due protagonisti molto lontano dall'ambiente della polizia. Viene difficile pensare a un poliziotto che dice all'altro di imitare un film poliziesco. E' più facile lo dica qualcuno lontano dall'ambiente, quindi la mente del lettore già pensa a due criminali.
Poi c'è il linguaggio, il loro modo di fare, che rincara la dose portandoci a immaginare due personaggi dei bassifondi.
E in più parli di appartamenti vuoti, che mi fa supporre, in fase di lettura, che siano all'interno di una casa e non alla centrale di polizia. Insomma, potevi camuffare meglio il tutto, forse dando loro una veste più professionale, parlando di una stanza con tavolo e sedia ecc... In quel caso il finale sarebbe stato davvero sorprendente e avresti fatto il botto.
Peccato, a mio avviso occasione persa. Lavorando su queste cose, però, può uscirne una chicca. A rileggerci!

9) Finzione
Ciao Giulio. Ben ritrovato in questa nuova Era.
Il tuo racconto ha un contesto molto interessante e non ho avuto difficoltà a seguire la logica iniziale che hai costruito.
Il problema l'ho avuto nella seconda metà, quando il tutto si srotola nel suo svolgimento. Non sono riuscito a stare dietro agli sviluppi emotivi dei protagonisti e non mi sono parsi molto solidi. Proverò a spiegarmi.
Partiamo dalla pistola. Sonia la estrae e la tiene in mano per tutto il tempo. Nonostante il gesto farebbe impallidire chiunque, il protagonista non si scompone, non si chiede da dove salti fuori, perché la teneva sotto il cuscino e cosa ne voglia fare. Vuole uccidersi? Vuole ucciderlo? Non viene mostrato nulla di tutto questo, non viene spiegato o fatto intendere. La pistola c'è e rimane lì fino alla fine, come se non ci fosse mai stata. Quindi, da lettore, ne rimango molto perplesso.
Il secondo aspetto riguarda le intenzioni future dei due. Lui ha finito i soldi e la moglie lo lascerà. Se lei, essendo una prostituta, non ne fosse rimasta coinvolta e non lo amasse, si potrebbe comprendere il malessere del protagonista e il loro addio, ma se entrambi sono innamorati l'uno dell'altra (questo viene lasciato intendere) perché non si rifanno una vita insieme? Un uomo che ha l'amante e che viene lasciato dalla moglie non tornerebbe dalla prima? Mi lascia un po' confuso.
L'ultimo aspetto è il ragazzo che cerca la prostituta. Capisco che volevi dare l'informazione sul finale, in merito alla professione di Sonia, ma sarebbe stato più sensato se il ragazzo fosse fuori dalla porta e non all'uscita dell'ascensore. Come faceva il ragazzo a sapere che il protagonista, tra tutte le stanze dell'albergo, era stato in quella di Sonia e in sua compagnia?
Questi sono i buchi che ho individuato e che mi hanno disorientato durante la lettura. Spero ti sia utile. A rileggerci

10) La contessa
Ciao Davide. Ben ritrovato in questa nuova Era.
Ammetto che questo racconto mi ha lasciato molto perplesso e con tanti punti di domanda. Mi ha dato l'impressione non avesse delle fondamenta molto solide per reggere l'intero contesto. Vado a spiegarmi.
Il protagonista, sposato, corteggia diverse donne. Ne fa le sue amanti e si fa affidare le aziende del loro padre. Ora, se l'amante fosse stata una, in qualche modo poteva anche starci, ma stai dicendo al lettore che quest'uomo dirige più di un'azienda contemporaneamente? E come fa la figlia del proprietario di un'azienda ad affidare qualcosa che non è suo? Quanti mesi di frequentazione ci vogliono per consolidare una simile fiducia? Forse sono dubbi illegittimi, però leggendo ho avuto un distaccamento, dovuto forse al patto col lettore che stava venendo meno. Mi è sembrato che il protagonista fosse troppo super e il tutto fosse detto così, in poche righe. Ma può essere che sia soltanto una sensazione mia.
Poi viene questo dialogo: «La smetta di chiamarla contessa. Una vecchia scema, anche se era la figlia di chissà quale esimio esponente della nobiltà fiorentina, sempre scema rimane. Vi prende tutti per il culo. Io al posto vostro l’avrei già sbattuta fuori».
Questo pezzo mi sembra troppo artificioso e pieno di infodump. Forse sarebbe stato meglio dire semplicemente "La smetta di chiamarla contessa. Sarà anche nobile, ma una scema rimane sempre una scema" o qualcosa del genere.
Le altre perplessità sono relative a un receptionist che non si accorge dell'arrivo della ragazza (secondo lui deve ancora arrivare) e di una pazza che si reputa tale.
Infine, il finale. Se sia il receptionist che il facchino hanno visto che l'uomo è appena arrivato e sono consapevoli della pazzia della contessa, chi mai darebbe la colpa dell'omicidio al protagonista?
In una situazione del genere, la sua versione sarebbe credibile e quindi non riesco a chiudere il racconto con l'uomo in difficoltà come forse avevi in mente di fare tu.
Lo so, a rileggermi mi risulto antipatico, visto che potrei avere torto su tutti questi punti e ne rimarrebbe solo una questione di "sensazioni" però ne sono uscito così, in un certo senso spaesato e non convinto.

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invernomuto
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Re: Gruppo FAMMI MALE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » mercoledì 29 settembre 2021, 0:15

Ecco, con colpevole ritardo, anche la mia classifica. Mettere in ordine le prime tre posizioni è stato parecchio difficile, ho apprezzato molto, seppure in modo diverso, tutt'e tre le prove. In generale il livello è stato piuttosto alto e sono felice di aver letto testi di così tanti autori che finora non avevo avuto modo di incontrare su Minuti Contati.

1. Orgoglio e Pregiudizio – Michael Dag Scattina

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2. L'incontro – Alessandro Catanzaro

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3. 4.20– Nicoletta Bussacchetti

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4. La Contessa – Davide Mannucci

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5. Il chiodo no, cazzo - Andrea Lauro

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6. Poliziotto buono, poliziotto cattivo - Luca Fagiolo

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7. Il volo d'aquila – Alexandra Fischer

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8. Realtà pesante – Soraia Patrizi

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9. Non Pensarci troppo – Andrea de Agnoi

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10. Finzione – Giulio Palmieri

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wladimiro.borchi
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Re: Gruppo FAMMI MALE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » mercoledì 29 settembre 2021, 11:18

IL CHIODO NO, CAZZO!
Di Tullio Nesler Laurooooooo!
Ecco, introdotta questa irrinunciabile cazzata da fan n° 1 di penne arruffate, vengo al tuo racconto.
Bello, scritto alla grande, senza sbavature e stilisticamente impeccabile.
Si empatizza più che a sufficienza con il povero cristo che viene imbullettato sul tavolo.
Forse sei stato solo un po' diretto in alcuni passaggi. Alcune cose avvengono troppo in fretta (la scarica lungo il braccio, il torturatore che vomita), capisco che calcare la mano in situazioni così al limite rischi di diventare voyeuristico, ma un minimo di respiro dopo eventi così devastanti forse ci voleva. Ovvio che c'è il maledetto limite di battute, col quale hai fatto anche troppi miracoli.
Forse la trama è un po' troppo lineare: il protagonista viene torturato per far parlare Primula che alla fine si sbottona. Mi sono perso qualcosa?
A rileggerci presto.
W

POLIZIOTTO BUONO, POLIZIOTTO CATTIVO
Ciao Fagiolone,
ottimo lavoro. Personaggi ben caratterizzati e stile invidiabile.
Forse alcuni passaggi inutili come il pomo che sale e scende dopo che ci hai già detto che la vittima ha deglutito. Ma son quisquiglie.
Hai seminato troppo, secondo me. Fin dall'inizio si capisce che non si tratta di sbirri e l'unica alternativa possibile è che siano malviventi.
Anche questo racconto presenta un ottimo stile ma con un'eccessiva linearità.
Naturalmente mi è piaciuto, ma non mi ha fatto fare il giusto "wow".
W

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO
Ciao Michael,
il racconto è scritto davvero bene, senza nemmeno una sbavatura.
I personaggi sono ben caratterizzati e la lettura tira veloce fino alla fine.
Il tema è centrato e trattato con innegabile leggerezza, davvero una buonissima prova.
Anche qui, forse, l'idea buona porta con sé un'eccessiva linearità nella realizzazione, tanto che per capire fino in fondo il senso della seconda parte del racconto sono stato costretto a una rilettura.
A rileggerci presto.
W

LA CONTESSA
Veramente una bella idea, di quelle che mentre le leggi vorresti fossero venute a te.
Il crollo è quello della situazione che precipita in modo inatteso e senza lasciare scampo proprio nel finale.
Al di là di qualche sbavatura che ti è stata già fatta notare mi pare una buona prova.
A differenza di Matteo ho trovato assolutamente azzeccata la scelta del PDV del protagonista. Per come la vedo io, la narrativa deve suscitare emozioni: un personaggio respingente o che si lascia odiare fin da subito, come nel tuo racconto, funziona proprio per quello, perché suscita emozioni (ancorché negative) nel lettore.
Il tranello della Contessa è liberatorio e il lettore lo vive come degna conclusione della merdaggine intrinseca del PDV. Un narratore esterno non avrebbe avuto la stessa forza. Ma, ripeto, è solo la mia opinione.
A rileggerci presto.
W

IL VOLO D'AQUILA
Ciao Alexandra,
ho letto il racconto molto volentieri.
Stilisticamente sei ancora cresciuta e la leggibilità del testo ne ha guadagnato moltissimo.
Anche io condivido la critica sul personaggio "spalla". Mentre c'è una buonissima semina su Gigi che riesce fin da subito a far presagire che qualcosa devierà da quello che è apparentemente uno scherzo innocente, l'altro resta troppo in secondo piano.
Salvo questa quisquiglia che si migliora in tre balletti, un racconto molto interessante e ben scritto.
A rileggerti presto.
W

FINZIONE
Ciao Giulio,
l'idea della doppia vita è davvero molto buona, ma la tua realizzazione mi ha lasciato basito.
Ci si aspetta di assistere al crollo del castello di bugie del protagonista, invece scopriamo che il crollo è quello finanziario di un giocatore che, apparentemente, ha perso tutto.
OK.
Da qui però mi perdo.
La donna con cui passa le serate della sua doppia vita tira fuori una pistola, lui non si spaventa, quasi che estrarre un arma sia una cosa normale. Esce. Ci aspettiamo che lei si faccia fuori e invece non fa nemmeno quello: non uccide, né minaccia lui, non si uccide per sé. E allora?
Ricordati Chechov: se c'è una pistola, prima o poi sparerà... E invece niente! La pistola compare e resta lì in mano a Sonia senza un apparente motivo.
Poi arriva il ventenne che sale da Sonia.
Chi è? Cosa deve dedurne il lettore?
Nonostante alcuni passaggi molto lirici, un racconto che mi ha lasciato molte perplessità.
A rileggerci presto.
W


REALTA' PESANTE
Ciao Soraia,
Hai scritto un racconto che ho letto volentieri e hai reso perfettamente il senso di stanchezza del protagonista. Il riferimento agli occhi "sbarrati" sul momento mi era parso fuori PDV, perché un personaggio non vede i propri occhi. In realtà, però, se lo interpreti nel senso di qualcuno che si impone di spalancare gli occhi per non crollare da sonno allora assume una forza descrittiva e empatica immensa.
Diversamente, non mi è piaciuto affatto il "virare il corpo" per descrivere unicamente l'azione di girarsi verso la camera.
Ma son quisquiglie, la stanchezza me l'hai fatta provare fino in fondo e, in questo senso, il racconto funziona alla grande.
Forse, anche il tuo scritto è un po' troppo lineare e senza un guizzo finale che gli dia una giustificazione.
A rileggerci presto.
W


L'INCONTRO
Ciao Alessandro,
un bello stile ruvido come piace a me e una buona costruzione fin quasi alla fine.
I cazzotti arrivano in maniera un po' troppo repentina, senza che il lettore sia ancora preparato. Avrei messo giusto una scena in cui il rumeno e il protagonista si guardano negli occhi al centro del cerchio per far capire a chi legge che si sta per passare all'azione.
Il finale purtroppo mi ha spiazzato. Non ci dici chi spara e perché, e ci lasci quindi con troppe domande.
Il pensiero ad Alì un attimo prima di morire l'ho trovato dolcissimo.
Non ti considero errore il riferimento (giuridicamente inesatto) al Giudice di Pace (organo che non si occupa di diritto di famiglia ma solo di questioni bagatellari o incidenti stradali [se ci sono dei padri distrutti ci ha pensato banalmente il Tribunale]). Non lo considero un errore perché è il pensiero di un operaio immigrato che lavora ai mercati centrali e non deve necessariamente conoscere il diritto italiano. Lo segnalo a te perché tu lo sappia e possa controllare, la prossima volta.
A rileggerci presto.
W

4.20
Ciao Nicoletta,
un racconto con uno stile che non riesco a giudicare. All'apparenza è un po' acerbo, molto sincopato, con periodi estremamente brevi, ma efficace per la storia che hai raccontato.
La vicenda del tuo protagonista mi ha fatto sorridere e rivivere quello che in gioventù non mi sono fatto mancare, ivi compresa la sensazione di esser sul punto di rendere l'anima a dio dopo aver ecceduto col balsamo della felicità.
Invero la storia è molto lineare, semplice e con una buona attinenza al tema.
Alla fine mi ha emozionato e commosso e quindi, almeno con me, hai fatto centro.
Per i "sergenti" (o caporali), al posto dei << >>, usa alt+174 -> [«] e alt+175 -> [»], all'inizio è faticoso, ma dopo un paio di volte ti verrà in automatico.
A rileggerci presto.
W

NON PENSARCI TROPPO
Ciao Andrea,
Ted Bundy, quando vedeva una bella ragazza, si domandava come sarebbe stato bello conoscerla, parlarle, magari offrirle una cena e fare l'amore con lei; e subito dopo come sarebbe stata la sua testa infilata in un palo nel suo salotto.
Appena ho letto i deliri della voce interiore del tuo protagonista non ho potuto che pensare a lui.
Il racconto non mi è dispiaciuto, anche se ho trovato inutile e dannoso passare dalla classe al campo di mais. Perché non l'ha i fatto risvegliare nello stesso luogo con le pareti ormai zuppe di sangue?
Altra cosa che resta senza giustificazione sono i tagli sul corpo del protagonista. Se lui ha, presumibilmente, fatto fuori Lavinia e la Prof. (e forse anche gli altri), chi ha anche solo potuto pensare di mettersi a tagliuzzarlo?
C'è poi un refuso "hai" al posto di "ha" nella frase dei denti. Che poi non si capisce perché hai abbandonato nel finale. Perché non cade anche una bella manciata di denti da quella tasca?
Al netto di questi difettucci, il racconto ha incontrato i miei gusti di lettore e non mi è dispiaciuto affatto.
A rileggerci presto.


Premetto che mai come in questa sessione ho trovato racconti scritti bene e con un grandissimo potenziale. Molti di noi (e mi ci metto anche io) hanno sbattuto la faccia con il nuovo limite dei caratteri e molti dei lavori l'hanno pagata in eccessiva linearità o insufficiente semina (e qui cito il mio).
Alla luce di quanto sopra decido di premiare i testi in cui l'autore ha rischiato di più, anche se più grezzi stilisticamente. Non me ne vogliano gli altri, lo sapete che mi piacete e tanto.

1 - La contessa;
2 - Il volo d'aquila;
3 - Orgoglio e pregiudizio;
4 - Non pensarci troppo;
5 - Il chiodo no, cazzo!;
6 - L'incontro;
7 - Poliziotto buono, poliziotto cattivo;
8 - Realtà pesante;
9 - 4.20;
10 - Finzione.

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antico
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Re: Gruppo FAMMI MALE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » mercoledì 29 settembre 2021, 17:21

Dovete ancora ricevere tre classifiche.

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Andrea Furlan
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Re: Gruppo FAMMI MALE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » giovedì 30 settembre 2021, 0:17

Ciao a tutti,
devo dire che è la prima volta in cui, nonostante alcuni racconti siano di ottima qualità, non ho trovato l’idea geniale o la costruzione perfetta come in tutte le altre edizioni a cui ho partecipato. Forse dipende dal tema, sviluppato di norma in senso fisico o psicologico. Comunque sono tutti racconti piacevoli che mi hanno dato qualcosa.

Ecco la mia classifica:
1 - Finzione di Giulio Palmieri
2 - Orgoglio e pregiudizio di Michael Dag Scattina
3 - La contessa di Davide Mannucci
4 - Poliziotto buono, poliziotto cattivo di Luca Fagiolo
5 - Il chiodo no, cazzo di Andrea Lauro
6 - L'incontro di Alessandro Catanzaro
7 - Il volo d’aquila, di Alexandra Fischer
8 - Non pensarci troppo di Andrea De Agnoi
9 - Realtà pesante di Soraia Patrizi
10 - 4.20 di Nicoletta Bussacchetti


Andrea Lauro - Il chiodo no, cazzo

Ciao Andrea,
Il tuo racconto brilla per una struttura semplice ed efficace ma soprattutto per un'ottima immedesimazione, ti sembra quasi di sentire il chiodo mordere le tue proprie ossa, sensazione sconcertante. Anche lo stile è azzeccato. Forse avrei gradito un po' più di contesto per capire dove e quando si svolge l'azione. Tema centrato in pieno, ma forse un po' troppo scontato.


Orgoglio e pregiudizio di Michael Dag Scattina

Ciao Michael,
A mio avviso hai scritto una buona prova ma non eccezionale come altri tuoi racconti che ho letto su MC. Il tema del muro di Berlino è facilmente associato al crollo e hai scelto un approccio da romanzo storico classico per raccontarlo, ma maniera accattivante. Buona la caratterizzazione dei due personaggi e poche pennellate di ambientazione che danno un contesto chiaro all'insieme.


Poliziotto buono, poliziotto cattivo di Luca Fagiolo

Ciao Luca,
Buon racconto dalle atmosfere noir piuttosto classiche. Alla prima lettura il colpo di scena finale basato sul fatto che i due sono ladri e non poliziotti mi aveva preso, ma rileggendolo trovo che forse ti eri un po' scoperto in anticipo parlando dei gioielli e caratterizzando i due in modo ironico. Buoni i dettagli che danno colore alla storia, soprattutto sul personaggio di Chicco (non sarà una citazione dalla famosa canzone di Bersani?), mentre la voce narrante rimane forse troppo indefinita senza dare il contributo che uno si aspetterebbe (mi è mancato il poliziotto buono...). Tema centrato, in modo molto simile al racconto di Lauro.


Il volo d’aquila, di Alexandra Fischer

Ciao Alexandra,
Il tuo racconto non mi ha convinto completamente, purtroppo. Anche dopo un paio di riletture continuo a non capire la storia di fondo: cosa voleva fare Gigi? Lo scoppio è stato voluto o un incidente? Voleva fare del male al vecchio Salandri o solo spaventato? Che relazione hanno lui e la famiglia di Salandri?
Il personaggio di Mario è ancora più strano: non fa nulla se non raccontare, quindi ti fa venire il dubbio che orse Gigi poteva fare tutto da solo. Ha solo la funzione di narratore interno alla vicenda? Allora forse potevi raccontare direttamente dal punto di vista di Gigi, scavando nella sua personalità in modo immersivo.
Ultimo dubbio: il crollo in realtà è un'esplosione se ho capito bene, forse per centrare il tema al 100% potevi descrivere in modo diverso la scena finale.
Per riassumere, racconto discreto scritto con un buono stile che però mi ha lasciato molti dubbi. Magari riflettere sulle domande che ho indicato ti aiuterebbe a renderlo più accattivante.


La contessa di Davide Mannucci

Ciao Davide,
Il tuo racconto ha catturato la mia attenzione da subito e crea la giusta suspense come un buon noir. Ho trovato alcune parti forse troppo narrate a uso e consumo del lettore, come la spiegazione sull'agriturismo. La figura del protagonista è ben caratterizzata ed efficace, ma forse sarebbe stato più interessante vedere il tutto dagli occhi di qualche altro personaggio, la contessa visto che è la figura misteriosa su cui ruota tutta la storia, ma forse anche uno del personale dell'agriturismo.
Finale già molto visto, ma che comunque sorprende in modo positivo nell'ultima frase della contessa. L'aderenza al tema mi sembra appena accennata, ho anche riletto ma non trovo un grande collegamento.
In conclusione luci e ombre, concordo con alcuni dei commenti che sarebbe interessante sviluppare qualcosa di più lungo su questa idea.


Finzione di Giulio Palmieri

Ciao Giulio, ti faccio i miei complimenti, questo racconto me lo sono goduto tutto dalla prima all'ultima parola. Buona la struttura con il dialogo a inizio e fine e la parte descrittiva al centro, buona l'immedesimazione in entrambi i personaggi che manda avanti la storia, pennellata in modo sapiente da poche espressioni come quella dell'ufficiale giudiziario che in due parole spiega perché lui debba abbandonare la sua seconda vita. Ottimo il finale, un plot twist garbato che mi ha spiazzato. Tema centrato assolutamente.
Ho solo un dubbio sulla pistola che non mi è sembrata necessaria e delle due confonde le idee. D'altro lato la sua presenza lascia presagire una fine tragica che poi non c'è: alla prima lettura questo ha contribuito a dare più forza al finale per il senso di spiazzamento, ma riflettendoci meglio è un elemento che forse poteva essere gestito in modo diverso.
In sintesi ottima prova, complimenti!


L'incontro di Alessandro Catanzaro

Ciao Alessandro,
Il tuo racconto mi ha catturato con l'atmosfera e la descrizione dei mercati e del sottobosco che li popola. Forse un po' troppo raccontato, potevi magari gestire il punto di vista in modo diverso e fare intuire più che spiegare. Magari avrei semplificato trama e numero dei personaggi che in così pochi caratteri possono creare confusione, ma direi che l'idea è chiara lo stesso. Il problema grosso è il finale: come fa il protagonista a raccontare se gli hanno sparato? Perché Sergio gli spara senza preavviso? L'introduzione del tema era legata a questo delitto, inteso come crollo del protagonista? A mio avviso non è centrato al 100%. Ci potevano essere diversi modi per terminare questa storia, il riscatto se riesce a prendere i soldi o la tragedia come hai voluto costruire: gestire il finale in modo diverso avrebbe avuto un grande valore aggiunto.


Realtà pesante di Soraia Patrizi

Ciao Soraia,
devo dire che il tuo racconto mi ha sollevato diverse perplessità: non sono riuscito a trovare una trama robusta o un conflitto se non il sonno del protagonista e la sua lotta per non addormentarsi, non si sa da dove venga e cosa faccia, alcune cose mi sono sembrate fuori luogo come il lungo pezzo sui saldi, che non sono riuscito a collegare al resto della storia se non come un pensiero assonnato che viene al protagonista sentendo parlare qualcuno sul bus. Alcune frasi mi sono sembrate imprecise e con alcune ripetizioni ad esempio "Fai attenzione, diceva la voce, fai attenzione che alla fine finisce che spendi più di quanto tu pensi.”, che potevi semplificare. Il tema è centrato e sia l’ambientazione che l’introspezione del protagonista sono resi bene, ma purtroppo i punti deboli indicati sopra sono davvero prevalenti.


4.20 di Nicoletta Bussacchetti

Ciao Nicoletta,
Anche nel tuo caso il racconto mi ha lasciato molto freddo. SI tratta del racconto di una notte di droga e alcol senza alcuna trama o conflitto se non le sensazioni del protagonista. Personalmente, amando il fantastico e il grottesco, avrei messo il tutto in chiave più onirica e soprannaturale, cosa che avrebbe reso la storia più interessante. L’ambientazione manca quasi completamente, la canzone di De Andrè aggiunge un minimo di colore ma non è collegata con il resto (forse potevi scegliere una canzone più adatta alla situazione tossica, tipo “The end” dei Doors o “Comfortably numb” dei Pink Floyd), il finale non aggiunge nulla. Le uniche cose positive che trovo sono l’aderenza al tema e la parabola ascendente e discendente che vive il personaggio, resa bene.


Non pensarci troppo di Andrea De Agnoi

Ciao Andrea,
ho sensazioni contrastanti rispetto al tuo racconto. Ho trovato carina l’idea dello studente schizofrenico che deve combattere con la sua seconda personalità e alla fine decide di arrendersi, uscendone forse guarito, o forse no, come suggerisce il finale che ho trovato ben congegnato. Il tema è centrato nel senso di crollo psicologico e resa a questo suo lato oscuro. D’altro lato però ho trovato molte imprecisioni che distraggono dal filo della storia: la parola complementerebbe, credo che tu intendessi completerebbe; la camicia macchiata da un livido scuro si capisce poco, il fatto che una sedia l’abbia colpito è molto enigmatico. Inoltre il fatto che gli studenti giochino a carte in classe con la Prof. presente e addirittura di azzardo, l’ho trovato un po’ troppo irreale.

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Re: Gruppo FAMMI MALE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 30 settembre 2021, 12:12

Questa volta è stato veramente tanto tanto difficile. Mi dispiace dover fare una classifica, è la parte che meno preferisco. Chiedo scusa in anticipo agli ultimi, in realtà mi sono piaciuti tutti.

1. La Contessa
2. Il chiodo no, cazzo
3. Finzione
4. POLIZIOTTO BUONO, POLIZIOTTO CATTIVO
5. Non pensarci troppo
6. Il volo d'aquila
7. L’incontro
8. Orgoglio e Pregiudizio
9. Realtà pesante
10. 4.20

-- COMMENTI

Il chiodo no, cazzo
Ciao Andrea,

piacere di averti letto. Ho letteralmente adorato alcuni passaggi di quanto hai scritto, che mi hanno ricordato "Misery" di S. King. Le scene di tortura mi mettono sempre quei brividini inquieti e piacevoli (giuro non sono una cattiva persona) e questa non è stata da meno. Anche sullo stile non ho nulla da ridire, davvero bravo.
Ciò che ho trovato forse meno impattante è il finale. L'ho trovato un po' scontato (ma non credo francamente tu abbia puntato sull'effetto sorpresa) e ho sperato in qualcosa di diverso perché mi è sembrata una tortura un po' fine a se stessa. Forse è semplicemente troppo rapido il passaggio alla fine e non mi ha permesso di godere appieno della fine della tortura. Inoltre ho fatto fatica a empatizzare con il protagonista. Tornando al paragone con "Misery", quando il protagonista veniva torturato io speravo la tortura finisse, ero lì senza fiato a supplicare mentalmente di smetterla. Nel tuo caso, se pure fosse andato avanti, sarei stata lì a godermi i miei brividini.
In conclusione un ottimo lavoro che forse ha qualcosa di inespresso.


POLIZIOTTO BUONO, POLIZIOTTO CATTIVO
Ciao Luca,
piacere di leggerti. Il tuo racconto è aderente al tema ed è ben scritto. Ho apprezzato molto la tua capacità di rendere veri, quasi vivi oserei dire, i personaggi. Sebbene li abbia trovati un po' stereotipati, sono però piacevoli e tridimensionali. Bravo!
Dal testo emerge tutta la tua intenzione di puntare su un effetto sorpresa che però non arriva. Hai lasciato molti indizi nel testo che purtroppo portano prima alla conclusione. Personalmente preferisco avere elementi che mi permettano di intuire il finale piuttosto che un finale a caso che punta tutto sull'effetto sorpresa, quindi ti dirò che personalmente la presenza di questi elementi non mi ha disturbato. Ti segnalo la cosa solo per darti modo in futuro di gestire meglio il carico informativo e ottenere l'effetto wow desiderato.
Per il resto una lettura piacevole e scorrevole.


Orgoglio e Pregiudizio
Ciao Michael,
il tuo stile è piacevole e scorrevole, il testo è davvero ben scritto. Ho apprezzato la doppia declinazione del tema (l'ho apprezzata davvero, anche perché io ho faticato a trovarne persino una di declinazione) e come questa sia naturale, priva di forzature. L'unica pecca che ho percepito è che mi è apparso un po' "piatto" come testo: sebbene il tema sia coinvolgente e sia un evento memorabile, mi ha trasmesso poco a livello emotivo. Parlo del testo in sé, perché invece i personaggio sono chiari nelle loro emozioni.
A rileggerci,
Morena


La Contessa
Ciao Davide,
ci ritroviamo :)
Il tuo racconto mi ha messo in crisi. L'ho letto per primo, l'ho riletto a giro varie volte e ogni volta mi credevo in grado di commentarlo. Invece non ho saputo farlo se non ora in un flusso di coscienza post lavorativo.
L'idea di avere un Pdv "cattivo" (passami l'aggettivo sicuramente non appropriato) a me è piaciuta. Empatizzare con il dolore o interessarsi a un pdv simpatico è sicuramente più facile, ma ho gradito questo cambio e ha reso il testo originale.
Domanda stupida:
Guardo il Ferrari e un brivido mi percorre la schiena. Questa vita mi appartiene ormai e non posso giocarmela per una scopata. Sono diventato quello che sono grazie alla mia abilità. Nessuno sa far cadere una donna nella rete come me.
Il Ferrari è lo spumante? O intendevi la macchina? Perché dal contesto pensavo alla macchina, ma "il" mi ha fatto pensare allo spumante.
Sul finale ho trovato forse la reazione del tipo di fronte a un cadavere un po' "composta": mi aspetterei da un cettolaqualunque un conato di vomito o in generale un'espressione di disgusto più forte.
Mi dispiace sapere poco della contessa: forse avresti potuto sacrificare un po' l'ambientazione iniziale per darle un po' più spazio, ma mi rendo conto che i caratteri sanno essere crudeli.
Tornano all'inizio: perché sono in crisi? La verità è che non lo so. Mi è piaciuto tanto alla prima, però poi alla seconda mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca. Vorrei aiutarti, dirti cosa, ma mi rendo conto che sono giorni che ci penso (giuro) e non riesco a definirlo. Forse il fatto di percepire questo "antagonista" (la contessa appunto) troppo poco per poterla temere ma troppo per poterla ignorare. Forse perché lui nel suo essere antipatico mi è parso un po' forzato, poco naturale.
Termino con una cosa: CINEGRO mi ha steso.
A rileggerci,
Morena


Il volo d'aquila
Ciao Alexandra,
parto subito con un complimento davvero sentito: di tuo ho letto questo testo e quello dell'edizione estiva da ottocento caratteri (sono nuova), e ho trovato un'evoluzione veramente notevole. Lo stile usato è più maturo e "pulito".
La trama mi ha incuriosita e mi sono concessa una seconda rilettura per godere meglio della storia. Ti segnalo solo due punti che non mi hanno convinta del tutto: il primo è il personaggio narrante, che mi sembra un po' "passivo", come se fosse lì per fare la cronaca delle azioni.
Il secondo è che non ho capito bene il finale (su questo chiedo il tuo aiuto): se ho ben inteso, Gigi voleva vendicarsi della morte della madre, ma allora perché organizza il tutto la sera in cui c'è la sagra? Essendo invitato e sapendo che non c'era nessuno in casa non poteva organizzare il tutto un'altra sera?
Per il resto una buona prova.
Morena


Finzione
Ciao Giulio,
piacere di leggerti. Il tuo racconto ha una forza malinconica che va oltre. Nonostante ci siano dubbi che non sono riuscita a comprendere (ma ci torno dopo), mi ha lasciato un senso di tristezza addosso difficile da spiegare (il che è positivo).
Passo alla nota dolente: non ho capito.
La tipa tira fuori una pistola e Fede non fa una smorfia, come se fosse normale avere una pistola sotto il cuscino. Anche il tono del dialogo post-pistola non riesco a immaginarlo: deve essere triste? Non ho appigli per carpirlo. In particolare "so quello che provi" mi ha un po' confusa, perché non sapevo se era solo triste o anche spaventato.
Il finale secondo me è un potenziale inespresso: fa cadere il castello di carte che c'era prima, fa intuire che anche la premura della donna era fugace e momentanea come la vita a cui si era dedicato. Solo che è un'intuizione debole, che arriva a stento e solo dopo un po' di riletture.
Alla prima lettura, infatti, pensavo che il giovincello avrebbe trovato Sonia morta. Mi manca un accenno di finzione, giusto una punta, nel corpo che mi permetta di cogliere meglio il finale.
A presto,
Morena


Realtà pesante

Ciao Soraia,
il tuo è un lavoro davvero ben scritto. Il senso di stanchezza è perfettamente percepibile oltre le parole, e nonostante il tema un po' "piatto" (passami il termine) sei riuscita comunque a tenermi incollata alle tue parole. Mi sono rivista durante i viaggi in pullman verso l'università. Una scena quotidiana dunque resa davvero bene. Ciò che però mi è mancato è un guizzo, una pizzico di conflitto che mi desse la possibilità di empatizzare non tanto con la stanchezza in sé ma con i motivi della stanchezza. Letto così è un ottimo scritto sulla sensazione di stanchezza, ma il protagonista passa un po' in secondo piano. Nel finale ad esempio potevi utilizzare un po' di spazio per mostrarne le cause.
A presto,
Morena


L’incontro
Ciao Alessandro,
il tuo testo mi è piaciuto molto per i personaggi. Sei stato molto bravo a sfruttare lo spazio in questo senso, fornendoci piccoli, preziosi dettagli che fungono da appiglio per immaginare tutto il resto senza bisogno che tu ti dilunghi.
Dal punto di vista stilistico mi permetto solo di appuntarti che a volte ho trovato il testo un po' troppo carico di virgole. Da un lato questo ha creato un senso di "incombenza", di piccole scene che si susseguono (soprattutto nel finale). Dall'altro mi ha fatto sentire come se fossi in affanno.
Ciò che mi ha convinto meno invece è l'abbandono dell'empatia verso il protagonista man mano che si avvicina al finale. All'inizio riesco a percepire meglio le sue intenzioni, le sue emozioni. Paradossalmente più si va avanti e più ci si stacca, arrivando al momento finale in cui non solo sembra che lui non provi nulla di fronte alla morte, ma neppure io. Il rimando alla famiglia è uno spunto interessante, ma che arriva così disinteressato che non mi tocca. Dopotutto, se non frega a lui di Fatima, perché dovrebbe fregare a me?


4.20
Ciao Nicoletta,
il tuo scritto mi ha ricor mi è piaciuto. Il passaggio da "la vita è bellissima sono immortale evviva" a "morirò" è espresso con molta naturalezza, un flusso di coscienza che si regge in piedi e che trova nella figura del nonno la chiave di volta per non rendere il tutto paradossale e stereotipato (confessa che è autobiografico xD).
L'idea è semplice ma l'ho trovata funzionante.
Ciò che meno mi ha convinto è lo stile... a volte manca la punteggiatura (ti segnalo a titolo esemplificativo l'assenza di un punto qui)
E io sono qua, fatto e ubriaco, per non dover pensare a mettere a posto la mia vita. Di sicuro starà pensando che sono un fallito di merda, che si è fatto bocciare in quinta per non doversi iscrivere a lettere
il testo va a capo spesso e mi trasmette meno l'idea di flusso di coscienza che invece secondo me è insita nel testo.
A rileggerci,
Morena


Non pensarci troppo
Ciao Andrea,
il tuo è uno di quei racconti che mi ha colpito di più a una seconda rilettura. Il finale è arrivato un po' all'improvviso e mi aveva spiazzato alla prima lettura, motivo per cui mi sono sentita di rileggere tutto dopo un po' di tempo per raccogliere con più attenzione i dettagli. Mi piace come la voce rompa la quotidianità: la scena della partita in classe è molto nitida, e la voce così disturbante (nel senso che quello che dice lascia spiazzati e disturba) subentra in un modo che mi ha spiazzata (nel senso positivo del termine).
Non ho capito questo verbo: "complementerebbe" xD In che senso?
Qui:
Sento qualche lamentela da parte di Robby e Toni, ma non li sento alzarsi dal loro posto
Mi piace non sapere se sono compagni di classe o compagni di testa (io ADORO il tema follia, quindi mi sono lasciata trasportare).
Ogni tanto ti sei perso qualche corsivo per il pensato della voce.
In generale il tuo testo mi è piaciuto, ma trovo che il finale arrivi un po' troppo improvvisamente e con dettagli "extra" (il campo di grano ad esempio) che mi hanno confusa. Visto il limite di caratteri magari mi sarei tenuta vicino all'ambientazione scolastica (o comunque senza cambi così radicali) per non introdurre troppo elementi che poi non trovano spazio ma lasciano solo domande.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Gruppo FAMMI MALE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 30 settembre 2021, 20:16

1. L'incontro, di Alessandro Catanzaro
2. Orgoglio e Pregiudizio, di Michael Dag Scattina
3. Realtà pesante, di Soraia Patrizi
4. Il chiodo no, cazzo, di Andrea Lauro
5. Il volo d’aquila, di Alexandra Fischer
6. Poliziotto buono, poliziotto cattivo, di Luca Fagiolo
7. La Contessa, di Davide Mannucci
8. Finzione, di Giulio Palmieri
9. 4.20, di Nicoletta Bussacchetti
10. Non pensarci troppo, Andrea De Agnoi

L'incontro
Il tuo racconto è davvero una 'perla sporca', di mio aggiungerò che la sensazione è che potresti lucidarla veramente con poco, addirittura tagliando quel finale 'lento' che fa perdere l'empatia.
Basterebbe aggiungere una giustificazione al fatto che il protagonista si volti e chi sia l'omicida, che non è chiaro. Ad esempio "Poi lo vedo che si sposta, indietreggia, guardo oltre le mie spalle con gli occhi sgranati. Mi volto e mi trovo davanti la bocca nera di una pistola, il rumeno."
Chiariti i punti misteriosi per il lettore, il finale sarebbe forse più efficace sforbiciandolo ampiamente
Potrebbe diventare "Tre spari in rapida sequenza. Avrei voluto il tempo per salutare Alì."
Nonostante questo, il miglior racconto del girone.

Il chiodo no, cazzo
La mia 'neurospecificità' mi porta a cercare schemi in molte cose, e non ho potuto fare a meno di rilevare la cadenza matematica in cui nel testo, a partire dal titolo, ricorre 'quel' particolare termine. Ti considero, insieme a Wlad, un modello di quella scrittura ruvida che vorrei imparare ad usare e che fa frequente ricorso a termini popolari e gergali (di quelli che non sarebbero ammessi a Sanremo) per aumentare l'empatia del lettore e la verosimiglianza del racconto.
In questo caso però l'operazione risulta eccessivamente artefatta proprio per questa regolarità e, almeno per me, l'empatia si perde.
Devo inoltre aggiungere che ho avuto la sensazione di una sorta di bipolarismo fra il modo in cui il protagonista pensa e quello in cui parla, dovuto al fatto che i suoi pensieri mi appaiono molto più aggressivi di quanto non venga invece da lui pronunciato. La sensazione di un doppio registro linguistico che non mi è sembrata credibile in una situazione di stress come quella di una tortura.

Poliziotto buono, poliziotto cattivo
Qualche dettaglio nel tuo racconto fa stridere il meccanismo della sorpresa perché palesemente volto ad indurre all'errore, invece che a lasciare che il lettore scivoli dentro il tuo inganno. Vedo che l'hanno già segnalato, ma lo ribadisco anch'io perché a mio giudizio è particolarmente anomalo, l'uso del termine "confessare" usato a sproposito dai due malviventi.
Un bel racconto con un piacevole plot twist grazie all'equivoco in cui sei riuscito ad immergere il lettore.

Orgoglio e Pregiudizio
Dire che la priva frase del brano mi aveva mal disposto è un eufemismo.
Leggere "La cicatrice mi lancia una coltellata sotto l'orecchio." mi disturba ogni volta, anche ora che la scrivo. Per forma mentale ho la tendenza a considerare il senso letterale delle parole e qui non posso che immaginarmi una cicatrice a forma di 'omino stilizzato' che lancia un pugnale verso l'orecchio del protagonista. Un'assurdità insomma.
La sorpresa invece è stata leggere poi un ottimo racconto che potrebbe essere l'incipit di un intero romanzo o l'episodio zero di un serial di successo. Ottimo lo stile, piacevoli le scene, nessun colpo di scena ma non è sempre indispensabile per godersi una buona lettura.

La Contessa
Finché non ho letto le tue risposte ai commenti degli altri, ero completamente fuori strada. Qualche dettaglio nella tua prosa mi ha indotto a presagire che la vecchia Contessa si sarebbe rivelata un fantasma che gira per l'albergo. Ne sono poi rimasto convinto quando ho letto che, invece di trovare l'annunciata sorpresa dell'amante, lui la trova sgozzata: non avendo indizi di un complotto, ho attribuito alle capacità sovrannaturali del presunto spettro l'uccisione 'istantanea' ed efferata della donna.
Con meno dettagli sull'uomo e qualcuno in più su contessa e dipendenti dell'albergo avrei forse colto meglio tutti i retroscena. Troppi punti che necessitavano di interpretazione (che ho anche sbagliato) non mi hanno consentito di godere in pieno della storia.
La 'vera' storia prevede un intrigo in cui per punire un cliente poco gradito si prevede di uccidere una donna 'innocente' che è la sua amante per costringerlo in una prigione. Un piano che coinvolge non solo una strampalata nobile ma anche ben due dipendenti, tutti e tre scelgono una soluzione 'folle' invece di negare l'accesso al cliente sgradito. Per quanto assurdo, la versione 'ectoplasmica' sospende meglio la mia incredulità.
Come nota positiva, condivido l'entusiasmo per questo protagonista tratteggiato egregiamente come un vero bastardo.

Il volo d’aquila
Lo stile adottato mi ha dato la sensazione di leggere una scenografia, soprattutto per quel ripetersi di uno dei due nomi in scena per dichiarare inequivocabilmente chi sta compiendo l'azione e facilitare agli attori la memorizzazione. Uno stile che ha consentito il successo ad un testo come "La maledizione dell'erede", che ha una nutrita schiera di fan affamati di qualsiasi testo relativo al loro beniamino, ma funziona poco in un racconto 'one-shot' come in questa competizione.
Alla fine una valida storia semplice che potrebbe essere un buon canovaccio per una scena teatrale.

Finzione
Ai commenti degli altri aggiunto due mie note.
La prima riguarda l'uso del nomignolo 'Fede' all'inizio del dialogo. Per quanto capisco che voglia dare l'impressione di un gergo personale ed intimo fra i due, questo nome non esplcita il genere del personaggio, costringendo a sospendere l'immaginazione persino su quell'unico dettaglio che il dialogo pareva dare. E' solo dopo che scopriamo che si tratta di un Federico e non di una Federica: a quel punto ho dovuto ricominciare il testo assegnando il genere giusto ai due interlocutori.
La seconda nota riguarda la mancata coerenza fra la prima e la seconda parte: il dialogo mostra una donna premurosa che si preoccupa persino dell'igiene orale del compagno, il testo finale invece l'apparente intenzione criminale della stessa donna. Anc'io tra l'altro non sono riuscito a decidere se la donna avesse intenzioni di commettere un omicidio o un suicidio.
Un racconto perfezionabile ma comunque in tema.

Realtà pesante
Personalmente trovo belli i racconti come questo, semplicemente descrittivo di un frammento di una giornata di un giovane adulto qualunque ma capace di farti 'vivere l'esperienza' con le parole. A mio parere sta degnamente alla pari di altri che si reggono su un unico perno narrativo spesso costituito dal cosiddetto 'plot twist' finale che qui ovviamente non c'è.
Trovo un'unica pecca, veniale, in una contraddizione riguardo lo zaino. Il narratore afferma che il protagonista ignora il tonfo sul pavimento, eppure poco dopo ci rende noto quello che sembra un pensiero 'invidioso' del protagonista verso lo zaino, che non si fa problemi di giacere per terra. Una incoerenza minima, in ogni caso, facilmente risolvibile con l'uso di un sinonimo.
Ottima prova.

4.20
Il tuo racconto vuol essere un flusso misto di eventi e di coscienza, tanto che accosta una canzone che conosco bene (una delle poche che ho imparato a memoria da ragazzo) a sensazioni che invece non ho mai provato (giuro, nonostante l'aver fatto l'università a Bologna). Forse è una sensazione sbagliata dovuta proprio a questa inesperienza fattuale, tuttavia proprio il tentativo di usare il testo della "Guerra di Piero" come timing per gli avvenimenti per me non ha funzionato. L'impressione che ne ho avuto è che ci siano troppe azioni, pensieri ed eventi in una canzone di appena tre minuti. Anzi, poichè non citi il verso finale della canzone ma una delle frasi centrali più celebri, il tempo per {fare due tiri/cantare/tracannare un terzo di bottiglia di birra/andare in paranoia} si riduce notevolmente diventando un unico evento quasi istantaneo o una serie di eventi frenetici, in contrasto con l'apatia e il rilassamento che invece hai comunicato.
Il tema è comunque centrato (crollo psico-fisico dovuto alle droghe e agli alcolici) e la lettura piacevole.

Non pensarci troppo
Diversi dettagli del tuo racconto non mi hanno convinto, mi trovano d'accordo ad esempio i commenti sull'uso del termine "complementare" che ha spezzato l'atmosfera.
Ho apprezzato il fatto che tu abbia saltato il periodo di 'incoscienza' del protagonista in quanto il pdv era nella coscienza che viene sovrastata, tuttavia sia il pre che il post salto mi sembrano carenti di pathos. Descrivi la comparsa di queste voci nella testa del protagonista ma non vedo nessuno sforzo 'di autocontrollo' nè la descrizione di una lotta interiore, solo il tentativo del protagonista di fuggire dall'aula. Una spinta da parte dei compagni un po' bulli e lui dichiara che "Stavolta non provo a combattere la voce.". La domanda che mi sono fatto è stata "Quando ha cominciato?". Anche dopo qualche ulteriore lettura, continuo a non avere la sensazione che abbia tentato. Per quanto riguarda invece la secoda parte, la fusione delle due coscienze va appunto in contrasto con il black-out sensoriale che il protagonista ha appena sperimentato: se le due coscienze si sono fuse, il protagonista dovrebbe avere i ricordi di entrambe.
Racconto comunque perfettamente attinente al tema.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Re: Gruppo FAMMI MALE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » giovedì 30 settembre 2021, 20:26

Avete ricevuto tutte le classifiche, nei prossimi giorni vi arriverà anche la mia.

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Re: Gruppo FAMMI MALE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » lunedì 4 ottobre 2021, 14:49

Ecco a voi i miei commenti e classifica per il vostro gruppo.

1) Orgoglio e Pregiudizio, di Michael Dag Scattina
Non vedo difetti, il racconto sembra essere esattamente quello per cui l'avevi pensato e funziona. Scritto in modo preciso, non ho visto sbavature. Forse hai osato un po' troppo con quella frase di apertura, ma l'ho apprezzata. Tema ottimamente declinato. Pollice su per me.
2) Il chiodo no, cazzo, di Andrea Lauro
Un pezzo buono, ma che, alla fine, si rifugia in una struttura standard e succede esattamente quello che deve succedere mancando, mio parere, il focus vero, ovvero quello sulla lotta interiore di Primula che, semplicemente, vediamo afflosciarsi dopo neanche un paio di martellate all'amico. Mi sembra manchi molto contesto per delineare questi due protagonisti e aumentare il pathos riguardo al finale e il fatto stesso di arrivarci in questo modo piuttosto classico mi fa pensare che anche tu non riuscissi bene a dare quel qualcosa in più. Pollice tendente verso l'alto in modo solido, ma non brillante anche per te e ti piazzi davanti ai parivalutati racconti di Fagiolo e Dolzadelli perché la scena della tortura è resa molto bene.
3) 4.20, di Nicoletta Bussacchetti
Premessa doverosa: felicissimo di vedere, finalmente, una canavesana su Minuti Contati. Siamo in tanti nella nostra zona, eppure su MC latitano, quindi ottimo.
Il racconto mi è piaciuto, sei riuscita a immergerti bene e a fare arrivare al lettore le giuste sensazioni. Chiaro, non succede molto e questo può penalizzarti nel confronto ad altri testi, ma l'obiettivo che ti sei posta mi sembra raggiunto e lo stile brillante che dimostri è una bella plus. Un malus ti arriva anche dal titolo che hai scelto perché anch'io, come altri, mi sono chiesto il perchè di tale decisione. Il tema è ben declinato. Come valutazione direi un pollice tendente verso il positivo in modo solido e ti piazzo dietro al solo, pari valutato, racconto si Lauro (nel quale la forte materia trattata stuzzica in modo più efficace l'empatia, e l'orrore, del lettore). Un prima volta nell'Arena che definirei più che buona, in attesa di rileggerti in futuro.
4) Poliziotto buono, poliziotto cattivo, di Luca Fagiolo
Un racconto che si fa leggere con piacere, molto semplice nella sua struttura e senza grosse sbavature. Non mi ha fatto esclamare wow, ma mi ha intrattenuto il giusto e il tema è ovviamente rispettato. Il finale funziona, ma arriva telefonato e quindi non crea sorpresa. Insomma, si vede tutta la tua capacità, ma non gli manca quel quid che gli farebbe fare quel passetto in più. Come valutazione direi il più classico dei pollici tendenti verso il positivo in modo solido, ma non brillante e posizionamento daventi al pari valutato racconto di Mannucci, nel quale ho rilevato più problematiche.
5) La Contessa, di Davide Mannucci
Un racconto ben narrato, solido con un paio di problematiche. La prima: il protagonista sottolinea parecchio il fatto che non voglia farsi vedere in modo da non rischiare che sua moglie venga a scoprire il tradimento, ma in questo agriturismo lo conoscono un po' troppi, mi sembra. E non solo lo conoscono, ma sanno anche delle sue tresche. Non so, questa cosa mi ha un po' stonato, soprattutto in rapporto a cosa decidi di fargli dire ad apertura racconto. Che so, poteva essere più strafottente e fare capire che quello, a prescindere dal numero di persone che sapevano TUTTO, era per lui un posto sicuro. Sarebbe bastato. Il secondo problema, che già ti è stato segnalato, è quello della Contessa, non caratterizzata e quasi deus ex machina nel testo. Anche qui, con più background, anche solo un minimo, potevi seminare che fosse una vecchia pazza lasciata dal marito (o qualcosa di simile) e già le avresti dato un perché. Queste le due debolezze di un racconto che, cmq, si fa leggere con piacere. Sul pdv nessun problema e il tema è ben declinato. Arrivando al pollice: direi un tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante.
6) Realtà pesante, di Soraia Patrizi
Un pezzo sensoriale, un plauso alla sfida che ti sei posta. Il risultato è double face: da un lato hai svolto molto bene, permettimi il termine, "il compitino", ma dall'altro non sei riuscita a dargli quel valore in più che lo riesca a elevare oltre la soglia del normale. Dice bene chi ha evidenziato una somiglianza tra il tuo lavoro e quello di Lauro, ma lui partiva con il vantaggio della materia trattata, assolutamente densa di contrasti, mentre tu avevi il malus di una situazione, per antonomasia, priva di opponent se non il sonno. Direi un pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante perché sì, hai raggiunto il tuo risultato, però devo piazzarti dietro ai racconti pari valutati proprio per questa totale mancanza di contrasto.
7) Finzione, di Giulio Palmieri
Sì, con quel finale ti sei giocato l'interpretazione del racconto da parte del lettore, mandandolo in confusione. Ed è un peccato perché fino a quel punto reggeva e, pur in presenza di una problematica piuttosto rilevante legata alla mancata caratterizzazione di Sonia, la lettura era soddisfacente. Poi quel ragazzo alla fine e tutti i dubbi a seguire con conseguente perdita di valore della parte legata alla pistola. Detto questo, il tema è ben declinato, ci troviamo al tramonto di una relazione, preludio del crollo della vita del protagonista. Per me stiamo su un pollice tendente verso il positivo anche se non in modo solido e in classifica ti piazzo davanti al pari valutato racconto di Catanzaro che, pur avendo maggiori potenzialità, presenta maggiori criticità.
8) Non pensarci troppo, di Andrea De Agnoi
Un testo che ha risentito parecchio dei tagli post consegna e anche del tempo. La storia c'è e pure carina, lo stile anche, ma il tutto avrebbe avuto bisogno di una maggiore fase di revisione, ben esplicitato anche nella dimenticanza di mettere un intero "pensiero" della voce in corsivo. Ma non solo perché parecchi passaggi sono forse troppo sbrigativi nel loro svolgersi, il tutto sembra un po' tagliato con l'accetta. E ribadisco che, comunque, non mi è dispiaciuto. Direi un pollice tendente verso il positivo anche se non in modo solido e nella mia classifica ti piazzo davanti al pari valutato racconto di Catanzaro (nel quale ho visto meno lavoro sul tema), ma dietro a quello di Palmieri (più rifinito).
9) L’incontro, di Alessandro Catanzaro
Hai patito parecchio il limite dei caratteri e si vede durante tutto il racconto. Molto interessante la tua punteggiatura, ma a volte mi sembri esagerare con le virgole e non spezzare nel modo giusto le frasi, cosa che rende difficoltosa, a tratti, la lettura (mentre in alcuni paragrafi sei sublime). Il finale non mi convince, ma allargherei il discorso al tutto perché se non funziona quella parte è anche per una questione di equilibri sballati (e, di nuovo, si nota che hai patito i caratteri). Altro problema piuttosto rilevante mi sembra il perfetto italiano della voce narrante quando il romano lo caratterizzi anche troppo e il contrasto stona perché non riesco proprio a calarmi nel protagonista. Ha ragione chi ha parlato di perla sporca perché c'è molto potenziale e ho intravisto uno stile eccezionale, ma qui rimane parecchio nel bozzolo per tutto quanto detto sopra. Come valutazione direi un pollice tendente verso l'alto, ma non in modo solido perché necessita, a mio parere, di una fase di revisione abbastanza importante.
10) Il volo d’aquila, di Alexandra Fischer
Il racconto si fa leggere, ma lo sviluppo non mi ha convinto del tutto soprattutto perché non si capiscono le reali intenzioni del protagonista e lo scoppio avviene in modo troppo semplicistico, a mio parere. Nel finale, poi, sveli l'antefatto che ha portato all'odio da cui è scaturita la tragedia, ma il tutto, alla fine, mi arriva troppo raccontato e poco vissuto come esperienza di lettore. Infine, la casa non crolla, scoppia (o almeno vediamo scoppiare una sua parte, se fosse crollata davvero sarebbe morto anche il suo compagno). Direi una valutazione con pollice tendente al positivo, ma al pelo, questa volta.

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