Convivenza forzata
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Convivenza forzata
Ma che diavolo è successo? Perché mi sento così… pesante e lento?
La vista mi ritorna, poco alla volta.
Dove sono?
Una stanza illuminata da delle candele. Scaffali pieni di libri, un tavolo invaso da oggetti… il mondo terreno? Sono nel piano materiale? Ma cosa…?
«Demone, mi senti?»
Chi sta parlando?
«Demone, rispondimi.»
«Chi sei?»
«Oh, mi senti. Molto bene. Sono Uzael, il tuo nuovo padrone.»
Il mio corpo si sposta attraverso la stanza, ma non lo comando io. Sono lento e goffo. Mi fermo davanti a uno specchio.
L'immagine riflessa è quella di un umano. Non ha i capelli, ma una lunga barba sbiadita che gli arriva al petto. Ha le spalle curve, si appoggia a un bastone, deve essere oltre la metà del suo ciclo vitale. È coperto con una veste logora tenuta in vita da una corda.
Muove le labbra. «Ti piace il tuo nuovo corpo?»
«Di cosa stai parlando?» Non dirmi che…
«Tu vivi dentro di me, adesso. Ho legato la tua essenza a una parte della mia mente.»
«Non è possibile. Nessun umano può contenere un demone!»
«Non un demone potente.» Ridacchia. «Ma tu sei un Tyf, un abitante del primo abisso. E a quanto pare, ci sono riuscito.»
Ruggisco. «Misero mortale! Liberami, o ti distruggerò. Ti renderò un'ameba farfugliante di follia! Ti_»
La vista mi sparisce. Ogni senso scompare. Grido di rabbia, intrappolato nel nulla più assoluto.
Gli istanti trascorrono, nel vuoto.
All'improvviso mi ritrovo davanti allo specchio.
«Come vedi, demone, posso zittirti in qualunque momento. E posso anche punirti.» Allunga la mano verso il tavolo, afferra qualcosa, una parte di me esplode in un vortice di dolore. Sento il braccio andare a fuoco ma non riesco a controllarlo, mi dimeno ma non ho un corpo.
Solo dolore.
Si affievolisce.
Si allontana.
Il vecchio fissa il suo sguardo nello specchio. È come se mi guardasse negli occhi, anche se sono i suoi. Fa ondeggiare una catenina con una grossa pietra all'estremità. «Quarzite mischiata con piombo. Un banale sasso per noi umani, ma è come brace per voi. E visto che sei mio ospite, vedi di non farmi più arrabbiare.»
«Che intenzioni hai?»
Sorride. «Bene. Ho un sacco di progetti, e mi servono i tuoi poteri. Ora ti spiego, con calma…»
Che razza inferiore, gli umani. Hanno un ciclo vitale che dura un battito d'ali e passano metà del loro tempo sdraiati con gli occhi chiusi. Com'è che lo chiamano? Sonno?
E adesso dovrò stare qui, nel vuoto, ad aspettare che questo si svegli. Che situazione assurda.
Però c'è del movimento. Cosa sta succedendo, nella testa di questo bastardo?
Immagini vaghe scorrono intorno a me, come un ruscello. Sensazioni, colori… sta sognando.
Altre immagini, più concrete, fluttuano alla deriva. Ne guardo una, un uomo sta picchiando un bambino. Un grande alone di paura la circonda.
In un'altra c'è una donna morta, l'aura emana disperazione e dolore.
Questi non sono sogni, sono ricordi. Ricordi brutti, che ha nascosto nel ripostiglio della mente.
Proprio dove ha relegato anche me.
Quindi, mentre lui dorme, io percepisco le sue emozioni? Bene. Voglio provare una cosa.
Mi concentro sull'immagine della donna morta. La assorbo completamente e la riverso nel flusso dei sogni. Sarò anche un demone della prima cerchia, ma non serve certo Azathoth per manipolare la mente di una creatura tanto inferiore.
Il flusso di sogni si agita. Funziona.
Cerco un altro ricordo brutto. A farci caso, ce ne sono parecchi. Che vita deprimente, che si è fatto.
Se osservo un'immagine abbastanza a lungo la vedo muoversi, come se rivivessi la scena. Un vecchio in tonaca sbraita contro un giovane. Gli dice di andarsene e non farsi mai più vedere. Senti qui, che ondata di delusione e rabbia, devono averlo cacciato da qualche accademia.
Mischiamo questo ricordo con… ah, giusto, l'amore perduto. Tutti gli umani ne hanno uno.
Il flusso di sogni si contorce, come il tentacolo di una piovra agonizzante.
Se avessi un corpo, sorriderei. Chissà quanto ci metto a farlo impazzire.
Sarò un inquilino indimenticabile.
La vista mi ritorna, poco alla volta.
Dove sono?
Una stanza illuminata da delle candele. Scaffali pieni di libri, un tavolo invaso da oggetti… il mondo terreno? Sono nel piano materiale? Ma cosa…?
«Demone, mi senti?»
Chi sta parlando?
«Demone, rispondimi.»
«Chi sei?»
«Oh, mi senti. Molto bene. Sono Uzael, il tuo nuovo padrone.»
Il mio corpo si sposta attraverso la stanza, ma non lo comando io. Sono lento e goffo. Mi fermo davanti a uno specchio.
L'immagine riflessa è quella di un umano. Non ha i capelli, ma una lunga barba sbiadita che gli arriva al petto. Ha le spalle curve, si appoggia a un bastone, deve essere oltre la metà del suo ciclo vitale. È coperto con una veste logora tenuta in vita da una corda.
Muove le labbra. «Ti piace il tuo nuovo corpo?»
«Di cosa stai parlando?» Non dirmi che…
«Tu vivi dentro di me, adesso. Ho legato la tua essenza a una parte della mia mente.»
«Non è possibile. Nessun umano può contenere un demone!»
«Non un demone potente.» Ridacchia. «Ma tu sei un Tyf, un abitante del primo abisso. E a quanto pare, ci sono riuscito.»
Ruggisco. «Misero mortale! Liberami, o ti distruggerò. Ti renderò un'ameba farfugliante di follia! Ti_»
La vista mi sparisce. Ogni senso scompare. Grido di rabbia, intrappolato nel nulla più assoluto.
Gli istanti trascorrono, nel vuoto.
All'improvviso mi ritrovo davanti allo specchio.
«Come vedi, demone, posso zittirti in qualunque momento. E posso anche punirti.» Allunga la mano verso il tavolo, afferra qualcosa, una parte di me esplode in un vortice di dolore. Sento il braccio andare a fuoco ma non riesco a controllarlo, mi dimeno ma non ho un corpo.
Solo dolore.
Si affievolisce.
Si allontana.
Il vecchio fissa il suo sguardo nello specchio. È come se mi guardasse negli occhi, anche se sono i suoi. Fa ondeggiare una catenina con una grossa pietra all'estremità. «Quarzite mischiata con piombo. Un banale sasso per noi umani, ma è come brace per voi. E visto che sei mio ospite, vedi di non farmi più arrabbiare.»
«Che intenzioni hai?»
Sorride. «Bene. Ho un sacco di progetti, e mi servono i tuoi poteri. Ora ti spiego, con calma…»
Che razza inferiore, gli umani. Hanno un ciclo vitale che dura un battito d'ali e passano metà del loro tempo sdraiati con gli occhi chiusi. Com'è che lo chiamano? Sonno?
E adesso dovrò stare qui, nel vuoto, ad aspettare che questo si svegli. Che situazione assurda.
Però c'è del movimento. Cosa sta succedendo, nella testa di questo bastardo?
Immagini vaghe scorrono intorno a me, come un ruscello. Sensazioni, colori… sta sognando.
Altre immagini, più concrete, fluttuano alla deriva. Ne guardo una, un uomo sta picchiando un bambino. Un grande alone di paura la circonda.
In un'altra c'è una donna morta, l'aura emana disperazione e dolore.
Questi non sono sogni, sono ricordi. Ricordi brutti, che ha nascosto nel ripostiglio della mente.
Proprio dove ha relegato anche me.
Quindi, mentre lui dorme, io percepisco le sue emozioni? Bene. Voglio provare una cosa.
Mi concentro sull'immagine della donna morta. La assorbo completamente e la riverso nel flusso dei sogni. Sarò anche un demone della prima cerchia, ma non serve certo Azathoth per manipolare la mente di una creatura tanto inferiore.
Il flusso di sogni si agita. Funziona.
Cerco un altro ricordo brutto. A farci caso, ce ne sono parecchi. Che vita deprimente, che si è fatto.
Se osservo un'immagine abbastanza a lungo la vedo muoversi, come se rivivessi la scena. Un vecchio in tonaca sbraita contro un giovane. Gli dice di andarsene e non farsi mai più vedere. Senti qui, che ondata di delusione e rabbia, devono averlo cacciato da qualche accademia.
Mischiamo questo ricordo con… ah, giusto, l'amore perduto. Tutti gli umani ne hanno uno.
Il flusso di sogni si contorce, come il tentacolo di una piovra agonizzante.
Se avessi un corpo, sorriderei. Chissà quanto ci metto a farlo impazzire.
Sarò un inquilino indimenticabile.
Re: Convivenza forzata
Ed ecco l'attuale leader del Rank d'Era nonché vincitore delle ultime due edizioni di MC! Ciao Michael! Caratteri e tempo ok, buona Luca Cristiano Edition!
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1093
Re: Convivenza forzata
Prime Impressioni Ciao Michael, piacere di rileggerti. Hai scelto un tema arcinoto nel fantasy, e secondo me l'hai declinato con originalità.
Aderenza al Tema. Tutt ok.
Punti di Miglioramento. Sinceramente, non so bene cosa andrei a migliorare. La lettura è lineare e procede senza intoppi, la trama carina e, nella sua semplicità, efficace.
A migliorare proprio il racconto, di modo da portarlo dall'ottimo all'eccellente, ti direi di curare un pelo di più il registro linguistico del nostro diavolaccio, specie nella prima parte (verso la fine va meglio). La prima cosa che dice è: "Ma che diavolo è successo?", cioè, fa un'esclamazione un po' autoreferenziale..
So che di solito prediligi il mostrato al raccontato, occhio allora a frasi come: "La vista mi ritorna, poco alla volta.", qui è tell, il pdv interno vedrebbe magari "una nebbia diradarsi, la luce delle candele che da fioca si fa sempre più viva", o roba simile. Forse il "risveglio", col mostrato, è proprio difficilotto. A me mostrato/raccontato in questo caso non fa alcuna differenza, dipende tutto da quello che vuoi fare tu.
Punti di Forza. Di storie di evocazione di demoni e roba simile ce n'è a bizzeffe, tanto che rappresenta un tropo del genere. La tua storia mi ricorda un po' la trilogia di Bartimeus, anche se, ovviamente, non ho mai letto una storia in cui il mago intrappola un demone nel proprio corpo. Interessante come il demone riesce a scamparla, giocando coi ricordi per creare incubi (bello anche come i ricordi riescano a dare un po' più di profondità al personaggio del mago). Bella idea.
Conclusioni. Per me niente male, una storia semplice ma efficace, che si legge senza fatica e che regala un sorriso.
Aderenza al Tema. Tutt ok.
Punti di Miglioramento. Sinceramente, non so bene cosa andrei a migliorare. La lettura è lineare e procede senza intoppi, la trama carina e, nella sua semplicità, efficace.
A migliorare proprio il racconto, di modo da portarlo dall'ottimo all'eccellente, ti direi di curare un pelo di più il registro linguistico del nostro diavolaccio, specie nella prima parte (verso la fine va meglio). La prima cosa che dice è: "Ma che diavolo è successo?", cioè, fa un'esclamazione un po' autoreferenziale..
So che di solito prediligi il mostrato al raccontato, occhio allora a frasi come: "La vista mi ritorna, poco alla volta.", qui è tell, il pdv interno vedrebbe magari "una nebbia diradarsi, la luce delle candele che da fioca si fa sempre più viva", o roba simile. Forse il "risveglio", col mostrato, è proprio difficilotto. A me mostrato/raccontato in questo caso non fa alcuna differenza, dipende tutto da quello che vuoi fare tu.
Punti di Forza. Di storie di evocazione di demoni e roba simile ce n'è a bizzeffe, tanto che rappresenta un tropo del genere. La tua storia mi ricorda un po' la trilogia di Bartimeus, anche se, ovviamente, non ho mai letto una storia in cui il mago intrappola un demone nel proprio corpo. Interessante come il demone riesce a scamparla, giocando coi ricordi per creare incubi (bello anche come i ricordi riescano a dare un po' più di profondità al personaggio del mago). Bella idea.
Conclusioni. Per me niente male, una storia semplice ma efficace, che si legge senza fatica e che regala un sorriso.
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1107
- Contatta:
Re: Convivenza forzata
Ciao Dag! Dopo le due ultime vittorie, ero curioso di leggere un tuo nuovo lavoro.
Il racconto mi ha lasciato sensazioni contrastanti. E ancora adesso, dopo una seconda lettura, ancora non riesco a inquadrare bene il registro e l'obiettivo che ti sei posto.
Assai interessante l'idea di base che ribalta la prospettiva della possessione, anche se, leggendo il commento di Matteo, pare che il tema sia stato declinato più e più volte nel fantasy. Ma io non leggo fantasy e dunque questa mi è parsa una buona intuizione.
Il testo è gradevole e scorre abbastanza liscio, pur con qualche sbozzatura ancora da effettuare (che magari ti segnalo in calce), e giunge alla conclusione senza scossoni. Il demone in questione, di basso rango e un pochino sprovveduto, subisce le angherie degli umani e addirittura viene imprigionato per i suoi poteri. Il flusso interiore della narrazione è sicuramente immersivo ma ha un sapore neutro. Mi spiego: un demone è un demone. Ovviamente nessuno ha avuto esperienza diretta di un contatto mentale con una tale entità per cui è difficile immaginarne i pensieri, tuttavia si può ipotizzare che la sua interiorità sia carica di odio e malvagità e dunque il suo modo di esprimersi sia più aggressivo, più volgare. Basta guardare le testimonianze delle possessioni: di solito i posseduti sono un vero e proprio campionario di volgarità raggelanti. Capisco però che hai dovuto "depurare" il linguaggio per rendere leggibile il racconto, quindi prendi la mia come una considerazione un po' fiscale.
Altro punto di perplessità la seconda parte. Mi è sembrata slegata dal paragrafo iniziale e alquanto confusa. Sarà stato un limite mio, magari dovuto alle mie scarse conoscenze in materia di demonologia, ma non ho ben capito il risultato finale: il demone è stato indirizzato dall'umano a possedere l'ospite e utilizzarne durante il sonno i ricordi in modo tale da...? Ci sono diversi input (un'accademia, l'amor perduto, il vecchio con la tonaca) ma mi sono risultati davvero poco chiari. Alla fin fine qual è lo scopo di tutto questo intreccio?
Per ciò che riguarda il tema del contest, credo sia da rinvenire nel riferimento al corpo del posseduto, ossia casa d'altri.
Che dire? Un racconto a suo modo complesso ma, allo stesso tempo scorrevole, bisognoso di maggior chiarezza.
Alcune piccole migliorie che mi permetto di suggerire (come promesso all'inizio del mio commento):
- "Una stanza illuminata da delle candele": molto brutto il partitivo buttato lì. Per come la vedo io è (quasi) sempre da evitare, se non altro per motivi di cacofonia.
- "La vista mi sparisce". Molto semplicemente, avrei tolto "mi".
- "Però c'è del movimento". Qui siamo al limite.
Buona Edition!
Emiliano.
Il racconto mi ha lasciato sensazioni contrastanti. E ancora adesso, dopo una seconda lettura, ancora non riesco a inquadrare bene il registro e l'obiettivo che ti sei posto.
Assai interessante l'idea di base che ribalta la prospettiva della possessione, anche se, leggendo il commento di Matteo, pare che il tema sia stato declinato più e più volte nel fantasy. Ma io non leggo fantasy e dunque questa mi è parsa una buona intuizione.
Il testo è gradevole e scorre abbastanza liscio, pur con qualche sbozzatura ancora da effettuare (che magari ti segnalo in calce), e giunge alla conclusione senza scossoni. Il demone in questione, di basso rango e un pochino sprovveduto, subisce le angherie degli umani e addirittura viene imprigionato per i suoi poteri. Il flusso interiore della narrazione è sicuramente immersivo ma ha un sapore neutro. Mi spiego: un demone è un demone. Ovviamente nessuno ha avuto esperienza diretta di un contatto mentale con una tale entità per cui è difficile immaginarne i pensieri, tuttavia si può ipotizzare che la sua interiorità sia carica di odio e malvagità e dunque il suo modo di esprimersi sia più aggressivo, più volgare. Basta guardare le testimonianze delle possessioni: di solito i posseduti sono un vero e proprio campionario di volgarità raggelanti. Capisco però che hai dovuto "depurare" il linguaggio per rendere leggibile il racconto, quindi prendi la mia come una considerazione un po' fiscale.
Altro punto di perplessità la seconda parte. Mi è sembrata slegata dal paragrafo iniziale e alquanto confusa. Sarà stato un limite mio, magari dovuto alle mie scarse conoscenze in materia di demonologia, ma non ho ben capito il risultato finale: il demone è stato indirizzato dall'umano a possedere l'ospite e utilizzarne durante il sonno i ricordi in modo tale da...? Ci sono diversi input (un'accademia, l'amor perduto, il vecchio con la tonaca) ma mi sono risultati davvero poco chiari. Alla fin fine qual è lo scopo di tutto questo intreccio?
Per ciò che riguarda il tema del contest, credo sia da rinvenire nel riferimento al corpo del posseduto, ossia casa d'altri.
Che dire? Un racconto a suo modo complesso ma, allo stesso tempo scorrevole, bisognoso di maggior chiarezza.
Alcune piccole migliorie che mi permetto di suggerire (come promesso all'inizio del mio commento):
- "Una stanza illuminata da delle candele": molto brutto il partitivo buttato lì. Per come la vedo io è (quasi) sempre da evitare, se non altro per motivi di cacofonia.
- "La vista mi sparisce". Molto semplicemente, avrei tolto "mi".
- "Però c'è del movimento". Qui siamo al limite.
Buona Edition!
Emiliano.
- Stefano Impellitteri
- Messaggi: 94
Re: Convivenza forzata
Ciao Michael, molto piacere.
Il tuo è l'ultimo che ho letto, e ti dico già che è tra i miei preferiti. La tua prosa ha una immersione totale, e penso sia il racconto scritto meglio del tuo girone.
Non è una storia perfetta: l'incipit fa il suo dovere, il flusso informativo anche e il carattere del demone (anche se un po' stereotipato) emerge dalla narrazione. Ciò che però manca è una vera idea, se non il presentare il registro di un cliché fantasy.
Non c'è un perché del racconto, dai un setting e dei personaggi, il pov è imprigionato e vuole fare pesare la situazione al carceriere; ok, ma cosa mi lascia? Come mi hai stupito o ingannato?
Sono davvero curioso di leggerti ancora, per ora grazie. :)
Il tuo è l'ultimo che ho letto, e ti dico già che è tra i miei preferiti. La tua prosa ha una immersione totale, e penso sia il racconto scritto meglio del tuo girone.
Non è una storia perfetta: l'incipit fa il suo dovere, il flusso informativo anche e il carattere del demone (anche se un po' stereotipato) emerge dalla narrazione. Ciò che però manca è una vera idea, se non il presentare il registro di un cliché fantasy.
Non c'è un perché del racconto, dai un setting e dei personaggi, il pov è imprigionato e vuole fare pesare la situazione al carceriere; ok, ma cosa mi lascia? Come mi hai stupito o ingannato?
Sono davvero curioso di leggerti ancora, per ora grazie. :)
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Re: Convivenza forzata
Ciao a tutti
"Che diavolo è successo" sì, doveva essere una cosa simpatica da far esclamare appunto, a un diavolo… ma forse sarebbe stata più di effetto inserirla dopo, quando il lettore sapeva chi era il protagonista.
Il registro linguistico non sapevo come caratterizzarlo senza scendere nel classico demone incazzato. Mi è parsa una buona idea tenerlo neutro, appena infastidito da quel misero mortale, ma forse un po' di pensiero diretto in più non guastava.
@emiliano.
A quanto pare ci sono cose importanti che mi sono rimaste nella penna.
Il mago imprigiona il demone per sfruttarne i poteri, una cosa originalissima e mai vista prima d'ora, mai, davvero, telogguiro.
Ma il mago NON SA che durante il sonno il demone ha libero accesso alla parte inconscia della mente che genera i sogni ( se non sbaglio è l'amigdala, se vogliamo buttarla sulla scienza reale) e quindi si ritrova fregato.
E grazie delle note di stile, sono tutte vere.
@stefano
Grazie delle lodi. Devo ammettere che il tema di questo mese mi ha lasciato spaesato.
Che dire, se non ti ho stupito ne ingannato, almeno ti ho insegnato che imprigionare un demone nel tuo cervello è una pessima idea!
"Che diavolo è successo" sì, doveva essere una cosa simpatica da far esclamare appunto, a un diavolo… ma forse sarebbe stata più di effetto inserirla dopo, quando il lettore sapeva chi era il protagonista.
Il registro linguistico non sapevo come caratterizzarlo senza scendere nel classico demone incazzato. Mi è parsa una buona idea tenerlo neutro, appena infastidito da quel misero mortale, ma forse un po' di pensiero diretto in più non guastava.
@emiliano.
A quanto pare ci sono cose importanti che mi sono rimaste nella penna.
Il mago imprigiona il demone per sfruttarne i poteri, una cosa originalissima e mai vista prima d'ora, mai, davvero, telogguiro.
Ma il mago NON SA che durante il sonno il demone ha libero accesso alla parte inconscia della mente che genera i sogni ( se non sbaglio è l'amigdala, se vogliamo buttarla sulla scienza reale) e quindi si ritrova fregato.
E grazie delle note di stile, sono tutte vere.
@stefano
Grazie delle lodi. Devo ammettere che il tema di questo mese mi ha lasciato spaesato.
Che dire, se non ti ho stupito ne ingannato, almeno ti ho insegnato che imprigionare un demone nel tuo cervello è una pessima idea!
- Pietro D'Addabbo
- Messaggi: 382
- Contatta:
Re: Convivenza forzata
Ciao Michael, piacere di leggerti.
Esplori uno dei temi cari al fantasy e mi hai ricordato un episodio recente della serie tv "What if?", con protagonista il Dottor Strange. Spesso la possessione viene declinata in una chiave più horror, che non amo, perciò ho apprezzato la tua scelta di dare neutralità, tanto linguistica quanto caratteriale, al protagonista.
Questo genere di possessioni raramente viene immaginata finire bene per chi si illude di avere il pieno controllo, si conta una vasta gamma di 'effetti collaterali' e così è anche nel tuo caso: quello che hai immaginato collima bene con l'immagine del demone che hai creato, per nulla preoccupato e certo di trovare lo spiraglio per tornare libero.
E' un buon racconto che però manca di pathos, secondo me. L'empatia che l'immersività crea comunica al lettore solo la piatta consapevolezza del demone nella propria superiorità, invece di coinvolgerci nelle difficoltà di un protagonista vessato, in pericolo, o insicuro di sè.
Esplori uno dei temi cari al fantasy e mi hai ricordato un episodio recente della serie tv "What if?", con protagonista il Dottor Strange. Spesso la possessione viene declinata in una chiave più horror, che non amo, perciò ho apprezzato la tua scelta di dare neutralità, tanto linguistica quanto caratteriale, al protagonista.
Questo genere di possessioni raramente viene immaginata finire bene per chi si illude di avere il pieno controllo, si conta una vasta gamma di 'effetti collaterali' e così è anche nel tuo caso: quello che hai immaginato collima bene con l'immagine del demone che hai creato, per nulla preoccupato e certo di trovare lo spiraglio per tornare libero.
E' un buon racconto che però manca di pathos, secondo me. L'empatia che l'immersività crea comunica al lettore solo la piatta consapevolezza del demone nella propria superiorità, invece di coinvolgerci nelle difficoltà di un protagonista vessato, in pericolo, o insicuro di sè.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)
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- Messaggi: 2992
Re: Convivenza forzata
CONVIVENZA FORZATA di Michael Dag Tema centrato in un racconto scritto così bene che sarebbe piaciuto a Clark Ashton Smith. Il demone evocato dall’anziano mago sarà anche di primo livello, ma di certo non è contento di albergare nel corpo di un vecchio, né di esserne manipolato per dei progetti che riguardano la magia nera. Molto bella la sua rivalsa: entrarne nei sogni per trasformarli in visioni talmente potenti da farlo impazzire è la genialata della storia. Altro particolare, la descrizione del ciondolo di quarzite mischiata con il piombo, una palla al piede, certo, ma non per il demone che di colpo diventa l’eroe della storia: a nessuno piace entrare in casa d’altri con la forza. E tantomeno nel ruolo di schiavo torturabile.
- Mario Mazzafoglie
- Messaggi: 239
Re: Convivenza forzata
Ciao Michael, un piacere leggerti.
Parto dal presupposto che non sono un amante del genere. Quindi per dare un giudizio positivo vuol dire che il raccono mi piace davvero, oltre i gusti personali.
Indubbiamente scrivi bene, e il pregio del testo è quello di filare liscio e farsi capire tutto dall'inizio alla fine senza bisogno di interruzioni o riletture. Cosa non da poco, e che, onestamente, pochi del tuo gruppo sono riusciti a fare.
Il tema è centrato, e declinato in maniera interessante, uscendo fuori dal binario della "casa d'altri" nel senso materiale e dando un tocco originale nel caso di "casa" come un corpo altrui.
Comunque, senza girarci intorno, hai il mio primo posto.
In bocca al lupo, a rileggerti.
Parto dal presupposto che non sono un amante del genere. Quindi per dare un giudizio positivo vuol dire che il raccono mi piace davvero, oltre i gusti personali.
Indubbiamente scrivi bene, e il pregio del testo è quello di filare liscio e farsi capire tutto dall'inizio alla fine senza bisogno di interruzioni o riletture. Cosa non da poco, e che, onestamente, pochi del tuo gruppo sono riusciti a fare.
Il tema è centrato, e declinato in maniera interessante, uscendo fuori dal binario della "casa d'altri" nel senso materiale e dando un tocco originale nel caso di "casa" come un corpo altrui.
Comunque, senza girarci intorno, hai il mio primo posto.
In bocca al lupo, a rileggerti.
- Alvin Miller
- Messaggi: 142
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Re: Convivenza forzata
Ciao Michael.
Il tuo racconto parte molto bene: un dialogo botta-risposta pieno di conflitto tra il PDV demoniaco e l'umano, peccato che nella seconda metà mi cali troppo di ritmo, e anche lo stile diventa più vago a causa dell'esperienza onirica. Mi sorge un dubbio: l'umano non aveva tenuto conto del fatto che il demone potesse scombinargli il cervello? Non mi hai dato indizi sufficienti per contestualizzare la cosa (sarebbe bastato che l'umano fosse un praticante amatoriale, o uno studente, e a quel punto andava bene che giocasse con forze superiori alle sue).
Qualche frase qui che avrei rivisto:
Avrei scambiato le due frasi. Il PDV vede la stanza e quindi si chiede dove sia. Si aggancia meglio con la vista che gli torna poco per volta.
Stessa cosa qui. Lui assorbe l'immagine della donna, questo provoca conseguenze nel sogno, a quel punto lui commenta ciò che ha fatto.
Avrei asciugato questa frase. Avrei fatto così: "Allunga la mano verso il tavolo, afferra qualcosa. Il braccio va a fuoco in un vortice di dolore, ma non riesco a controllarlo, mi dimeno ma non ho un corpo".
E per evitare la ripetizione dolore/dolore, sostituirei
con "Solo sofferenza".
Dovrebbe essere tutto, alla prossima!
Il tuo racconto parte molto bene: un dialogo botta-risposta pieno di conflitto tra il PDV demoniaco e l'umano, peccato che nella seconda metà mi cali troppo di ritmo, e anche lo stile diventa più vago a causa dell'esperienza onirica. Mi sorge un dubbio: l'umano non aveva tenuto conto del fatto che il demone potesse scombinargli il cervello? Non mi hai dato indizi sufficienti per contestualizzare la cosa (sarebbe bastato che l'umano fosse un praticante amatoriale, o uno studente, e a quel punto andava bene che giocasse con forze superiori alle sue).
Qualche frase qui che avrei rivisto:
Dove sono?
Una stanza illuminata da delle candele. Scaffali pieni di libri, un tavolo invaso da oggetti… il mondo terreno? Sono nel piano materiale? Ma cosa…?
Avrei scambiato le due frasi. Il PDV vede la stanza e quindi si chiede dove sia. Si aggancia meglio con la vista che gli torna poco per volta.
Sarò anche un demone della prima cerchia, ma non serve certo Azathoth per manipolare la mente di una creatura tanto inferiore.
Il flusso di sogni si agita. Funziona.
Stessa cosa qui. Lui assorbe l'immagine della donna, questo provoca conseguenze nel sogno, a quel punto lui commenta ciò che ha fatto.
Allunga la mano verso il tavolo, afferra qualcosa, una parte di me esplode in un vortice di dolore. Sento il braccio andare a fuoco ma non riesco a controllarlo, mi dimeno ma non ho un corpo.
Avrei asciugato questa frase. Avrei fatto così: "Allunga la mano verso il tavolo, afferra qualcosa. Il braccio va a fuoco in un vortice di dolore, ma non riesco a controllarlo, mi dimeno ma non ho un corpo".
E per evitare la ripetizione dolore/dolore, sostituirei
Solo dolore
con "Solo sofferenza".
Dovrebbe essere tutto, alla prossima!
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.
- Davide_Mannucci
- Messaggi: 434
Re: Convivenza forzata
Ciao Michael!
Complimenti per questo lavoro che, per come la vedo io, è uno dei tuoi migliori, forse secondo soltanto all’ultimo con cui hai vinto.
Sei riuscito a sospendere alla perfezione la mia incredulità e se questo succede allora chi scrive ha fatto un gran lavoro. Originale l’dea, scorrevole lo stile e avvolgente il finale. Bravissimo!
A presto
Complimenti per questo lavoro che, per come la vedo io, è uno dei tuoi migliori, forse secondo soltanto all’ultimo con cui hai vinto.
Sei riuscito a sospendere alla perfezione la mia incredulità e se questo succede allora chi scrive ha fatto un gran lavoro. Originale l’dea, scorrevole lo stile e avvolgente il finale. Bravissimo!
A presto
Davide Mannucci
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Re: Convivenza forzata
grazie a tutti dei consigli. devo ammettere che il tema di questa edizione mi ha lasciato molto spaesato, sono stato più di un ora a buttare giù idee senza trovarne una che mi convincesse davvero.
@alvin:
No, il mago non aveva previsto questo...effetto collaterale. mi ero immaginato che dopo anni e anni di studio, era così' sicuro di aver pensato a tutto da sentirsi invulnerabile.
giustissime le dritte di stile
Mi concentro sull'immagine della donna morta. La assorbo completamente e la riverso nel flusso dei sogni. Sarò anche un demone della prima cerchia, ma non serve certo Azathoth per manipolare la mente di una creatura tanto inferiore.
Il flusso di sogni si agita. Funziona.
qui, il problema era riuscire a spostare i ricordi nei sogni. una volta che ci è riuscito, se la gode, e da per scontato il risultato.
@alvin:
No, il mago non aveva previsto questo...effetto collaterale. mi ero immaginato che dopo anni e anni di studio, era così' sicuro di aver pensato a tutto da sentirsi invulnerabile.
giustissime le dritte di stile
Mi concentro sull'immagine della donna morta. La assorbo completamente e la riverso nel flusso dei sogni. Sarò anche un demone della prima cerchia, ma non serve certo Azathoth per manipolare la mente di una creatura tanto inferiore.
Il flusso di sogni si agita. Funziona.
qui, il problema era riuscire a spostare i ricordi nei sogni. una volta che ci è riuscito, se la gode, e da per scontato il risultato.
- Enzo Gentile
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Re: Convivenza forzata
Ciao Michael, piacere di averti letto.
Nel solco di Jonathan Stroud, ma in chiave psicanalitica: il demone che sfrutta i ricordi e le debolezze per attuare la sua vendetta. Idea interessante e resa molto bene sia nel dialogo iniziale, nel quale il demone comprende di essere in trappola, sia nella seconda parte dove, con un rovesciamento delle parti, individua progressivamente quali siano i punti deboli da colpire per fare quanto più male possibile al suo ospite …l’amore perduto. Tutti gli umani ne hanno uno…
Nel solco di Jonathan Stroud, ma in chiave psicanalitica: il demone che sfrutta i ricordi e le debolezze per attuare la sua vendetta. Idea interessante e resa molto bene sia nel dialogo iniziale, nel quale il demone comprende di essere in trappola, sia nella seconda parte dove, con un rovesciamento delle parti, individua progressivamente quali siano i punti deboli da colpire per fare quanto più male possibile al suo ospite …l’amore perduto. Tutti gli umani ne hanno uno…
Re: Convivenza forzata
Sì, concordo con chi ha trovato analogie con Stroud e il suo Bartimeus, ma non è un male perché riesci a darci una visione alternativa, by Dag Michael, davvero piacevole da leggere. Quindi il mio giudizio è buono, ma devo sottolineare che la tua decisione di suddividere in modo così netto il testo non mi sembra così funzionale in quanto lasci per strada il piano del mago. Mi spiego: questo mago sembra sapere il fatto suo e ha un piano ben preciso per il demone, però lo fai sapere al lettore e poi basta, si resetta, il mago sparisce di scena e la seconda parte è tutt'altro. Diverso sarebbe stato se il mago lo stesse manipolando con furbizia, sapendo che durante il sonno il demone avrebbe operato sui suoi ricordi disastrati e magari era proprio quello che voleva, per fargli rimettere ordine nella sua psiche. Quindi, ecco, ci avrei visto bene una terza parte, conclusiva, che chiudesse meglio il cerchio. Ottima la declinazione del tema. Per me questo è un pollice tendente verso il positivo in modo solido e anche brillante, ma manca quel qualcosa per fargli fare lo scalino in più.
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