Il gioco del bruco

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 18 ottobre 2021 con un tema di Luca Cristiano!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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Antonio Pilato
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Il gioco del bruco

Messaggio#1 » lunedì 18 ottobre 2021, 22:43

Il gioco del bruco



Quando Leya invitò me e i restanti compagni di scuola a casa propria, in occasione del suo compleanno, nessuno rifiutò.
Ricordo ancora il sole splendente sulla verde erba di un giardino senza alcuna staccionata: fu proprio lì che stemmo tutto il pomeriggio.
Leya era bella sin da allora e, per noi maschi che avevamo orami raggiunto la piena adolescenza, non poteva non attirare i nostri sguardi sulle sue precoci forme fisiche: a dispetto di tutte le altre compagne presenti, Leya era di un altro livello, un’autentica bellezza della natura.
«Che ne dite se facessimo il gioco del bruco?» aveva domandato subito dopo l’apertura dei regali il tracagnotto Oliver, nella speranza di poter dimostrare agli altri la sua prestante forza fisica. Tutti noi sapevamo che in realtà quella proposta non era altro che un triste modo per fare colpo su Leya, ma accettammo comunque di buona lena l’invito, determinati a fare meglio di Oliver e, chissà, magari a fare breccia nel cuore di Leya al posto suo.
Oltre a tutti i compagni di scuola, al gioco del bruco parteciparono anche i due fratelli e la sorella di Leya.
Formate le due squadre, ci eravamo seduti sull’erba e avevamo abbracciato la vita del compagno o della compagna davanti a noi che, a sua volta, faceva lo stesso con chi si trovava avanti, formando quindi una sorta di bruco umano fatto da alleati che si abbracciavano seduti e in fila indiana: l’obiettivo della sfida era di non mollare per alcun motivo la presa.
Le squadre, dunque i bruchi, erano due.
Leya e Oliver, i due capitani, avevano il compito di partire in piedi di fronte alla fila avversaria e di staccare le mani del rivale che stringeva a sé il compagno; una volta che Leya od Oliver fossero riusciti nel tentativo, il primo veniva liberato dalla presa del secondo e correva verso l’altro bruco ad aiutare il proprio caposquadra nello staccare la presa del bruco avversario. La vittoria andava alla squadra che riusciva a resistere più a lungo, possedendo un numero maggiore di ‘compagni ancora attaccati’ rispetto all’altro bruco, fino allo scadere del tempo.
Io fui scelto da Leya e mi collocai in ultima posizione.
«Coraggio ragazzi, dai!» incitò Oliver che era quasi arrivato alla fine del bruco della mia squadra. Leya aveva molti più alleati di Oliver nel tentativo di staccare le prese del bruco avversario e, chiaramente, questo non era positivo per la vittoria perché il nostro bruco era più corto.
“Devo resistere a qualunque costo!” pensai e, quando Oliver toccò le mie mani, strinsi la presa più forte che potei.
A un certo punto, il vigore impiegato nel non cedere, mi fece avvicinare ancor di più alla schiena della sorella di Leya che era davanti a me e fu in quel momento che ebbi la prima erezione della mia vita.
La forza con cui mantenni la presa fu tale da trasformarmi sempre più in animale e sempre meno in ragazzino qual ero.
“Devo fare colpo su Leya, a qualunque costo!” continuai a pensare mentre sentivo uno strano calore sotto la pancia crescere di istante in istante.
In preda a una follia quasi totalmente animalesca a un certo punto non seppi più che cosa mi prese: mollai volontariamente la presa dalla sorella di Leya, mi abbassai con foga i pantaloncini e, prima che potesse alzarsi, tentai di penetrarla ma eiaculai subito sul suo vestitino senza riuscire a raggiungere la sua carne.
«Il… il gioco del… bruco…» sussurrai diabolico un momento prima che entrambi i fratelli di Leya mi furono addosso per riempirmi di botte.
Lì per lì non capii più nulla: simultaneamente, piacere e dolore riuscirono a convergere nel mio intero corpo e la sensazione fu meravigliosa e al contempo terribile.
Ricordo ancora le urla scellerate di uno dei due fratelli di Leya: «Ha soltanto quattro anni… quattro anni… schifoso bastardo!!!»



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antico
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Re: Il gioco del bruco

Messaggio#2 » lunedì 18 ottobre 2021, 22:45

Il primo a consegnare! Ciao Antonio! Caratteri e tempo ok, buona Luca Cristiano Edition!

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Sirimedho
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Re: Il gioco del bruco

Messaggio#3 » martedì 19 ottobre 2021, 12:43

Buongiorno Antonio.

Racconto su un momento di passaggio della vita di un ragazzino, caratterizzato dalla perdita di controllo.
Una situazione descritta con molti dettagli, che rimanda ad un momento critico.
Il racconto mi ha lasciato alquanto perplesso. Ho trovato che la spiegazione di cosa sia il gioco del bruco sia eccessiva per la lunghezza del racconto e non particolarmente chiara: si gioca seduti? Chi sta in piedi deve staccare le mani a chi è seduto? Cosa farebbero gli alleati? Non conoscevo quel gioco, cercando sul web ho trovato regole diverse quindi immagino che sia una versione specifica del gioco.
Se l’obiettivo è quello di staccare le mani, sembra improbabile che la bambina sia messa in mezzo, visto che evidentemente è l’anello debole. Ci si sarebbe aspettati che fosse in coda a tutti, ma ovviamente così cade il racconto.
L’altra stranezza è che il testo viene raccontato al passato, tanto che il personaggio ricorda le parole dei fratelli. Eppure non sembra esserci nessuna considerazione di un fatto che presumibilmente avrà avuto una ricaduta enorme sulla sua vita: è immaginabile che dopo una scena del genere sarà stato non solo preso in giro, ma probabilmente ostracizzato da almeno tutta la classe, non proprio una cosa così irrilevante.
Aggiungere un approfondimento psicologico a posteriori del personaggio, o portare tutto al presente, renderebbe il racconto più incisivo. Così mi sembra un po’ tronco, senza che io possa trovare un senso a quello che è successo.

Buon contest.

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Antonio Pilato
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Re: Il gioco del bruco

Messaggio#4 » martedì 19 ottobre 2021, 13:46

Sirimedho ha scritto:Buongiorno Antonio.

Racconto su un momento di passaggio della vita di un ragazzino, caratterizzato dalla perdita di controllo.
Una situazione descritta con molti dettagli, che rimanda ad un momento critico.
Il racconto mi ha lasciato alquanto perplesso. Ho trovato che la spiegazione di cosa sia il gioco del bruco sia eccessiva per la lunghezza del racconto e non particolarmente chiara: si gioca seduti? Chi sta in piedi deve staccare le mani a chi è seduto? Cosa farebbero gli alleati? Non conoscevo quel gioco, cercando sul web ho trovato regole diverse quindi immagino che sia una versione specifica del gioco.
Se l’obiettivo è quello di staccare le mani, sembra improbabile che la bambina sia messa in mezzo, visto che evidentemente è l’anello debole. Ci si sarebbe aspettati che fosse in coda a tutti, ma ovviamente così cade il racconto.
L’altra stranezza è che il testo viene raccontato al passato, tanto che il personaggio ricorda le parole dei fratelli. Eppure non sembra esserci nessuna considerazione di un fatto che presumibilmente avrà avuto una ricaduta enorme sulla sua vita: è immaginabile che dopo una scena del genere sarà stato non solo preso in giro, ma probabilmente ostracizzato da almeno tutta la classe, non proprio una cosa così irrilevante.
Aggiungere un approfondimento psicologico a posteriori del personaggio, o portare tutto al presente, renderebbe il racconto più incisivo. Così mi sembra un po’ tronco, senza che io possa trovare un senso a quello che è successo.

Buon contest.




La lunghezza della spiegazione del gioco è 1/5 dell'intero racconto e, considerando che il gioco dà persino il titolo alla vicenda, penso che sia più che oneroso spiegarlo in diverse righe (poi non so che gioco tu sia andato a leggere, ma il gioco del bruco è quello descritto sopra).
L'uso del passato è una scelta stilistica: dove sta scritto che i racconti in forma presente siano più efficaci? Secondo me, è il contrario.
Il finale tronco... senza senso... mmm... un ragazzo quasi adolescente che ha un'eiaculazione sopra il corpo di una bambina di quattro anni... se per te questa è una cosa poco incisiva, mi sa che abbiamo idee differenti.
Buon contest!

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Sirimedho
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Re: Il gioco del bruco

Messaggio#5 » martedì 19 ottobre 2021, 15:35

Mi dispiace che tu abbia accolto in questo modo quanto ti ho scritto.
Però vorrei che notassi che da nessuna parte ho detto che scrivere al passato sia più efficace che scrivere al presente; sono forme stilistiche diverse, ma che vanno a influenzare quello che i personaggi riportano. Se un personaggio parla al passato, è lecito aspettarsi qualcosa di più che una narrazione secca di quello che è successo, ma magari anche qualche riferimento basato nel momento in cui narra.
Cosa che mi sembra particolarmente vera, come già ti avevo scritto, in presenza di un fatto così grave e che dalle lettura sembra, a mio avviso "poco incisiva" per il personaggio. In ogni caso, non penso che scrivere di situazioni difficili ed estreme (il caso di cui hai parlato è statisticamente estremamente raro) renda automaticamente un racconto interessante, anzi, penso che lo renda più difficile da scrivere.
Ti chiedo cortesemente di non confondere i commenti sui testi sulle opinioni personali, che né io né tu reciprocamente conosciamo. Qui ci si confronta per crescere, parlando di testi e non di vita. Che poi io sia tutto meno che titolato a fare il critico, ne sono del tutto conscio, ma tant'è, ci dobbiamo adattare a quello che troviamo.

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Antonio Pilato
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Re: Il gioco del bruco

Messaggio#6 » martedì 19 ottobre 2021, 15:44

Sirimedho ha scritto:Mi dispiace che tu abbia accolto in questo modo quanto ti ho scritto.
Però vorrei che notassi che da nessuna parte ho detto che scrivere al passato sia più efficace che scrivere al presente; sono forme stilistiche diverse, ma che vanno a influenzare quello che i personaggi riportano. Se un personaggio parla al passato, è lecito aspettarsi qualcosa di più che una narrazione secca di quello che è successo, ma magari anche qualche riferimento basato nel momento in cui narra.
Cosa che mi sembra particolarmente vera, come già ti avevo scritto, in presenza di un fatto così grave e che dalle lettura sembra, a mio avviso "poco incisiva" per il personaggio. In ogni caso, non penso che scrivere di situazioni difficili ed estreme (il caso di cui hai parlato è statisticamente estremamente raro) renda automaticamente un racconto interessante, anzi, penso che lo renda più difficile da scrivere.
Ti chiedo cortesemente di non confondere i commenti sui testi sulle opinioni personali, che né io né tu reciprocamente conosciamo. Qui ci si confronta per crescere, parlando di testi e non di vita. Che poi io sia tutto meno che titolato a fare il critico, ne sono del tutto conscio, ma tant'è, ci dobbiamo adattare a quello che troviamo.




Io ho riportato parole che hai scritto tu, mica me le sono inventate! Altro wall text, va beh.

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Signor_Darcy
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Re: Il gioco del bruco

Messaggio#7 » martedì 19 ottobre 2021, 17:38

Ciao Antonio.
Parto dal tema, che è tirato in causa nella prima riga e poi scompare: è un pretesto per giustificare la presenza dei fratelli di Leya e poco altro.
Il racconto parte da una buona idea e la sviluppa abbastanza bene, seppur con qualche intoppo, soprattutto per la spiegazione che è un po’ macchinosa e non chiarissima, almeno a una prima lettura,
La vicenda è inquietante, non solo per i fatti in sé, ma anche per come il protagonista ripensa quasi con orgoglio a quanto successo. Non mi torna chiaramente il motivo dell’interesse per la sorella di Leya, quando invece la fissazione è proprio per la compagna di classe; ma sono cose sulle quali ho fastidio perfino a ragionare. Segno che il racconto da questo punto di vista colpisce nel segno.
A livello di stile non mi piacciono molto gli aggettivi che precedono i sostantivi, ma è una cosa penso soggettiva; molto meno lo sono l’utilizzo eccessivo dei punti di sospensione e l’orrido triplo punto esclamativo nel finale.
Racconto interessante, dunque, un po’ penalizzato da quanto sopra.

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Antonio Pilato
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Re: Il gioco del bruco

Messaggio#8 » martedì 19 ottobre 2021, 17:43

Signor_Darcy ha scritto:Ciao Antonio.
Parto dal tema, che è tirato in causa nella prima riga e poi scompare: è un pretesto per giustificare la presenza dei fratelli di Leya e poco altro.
Il racconto parte da una buona idea e la sviluppa abbastanza bene, seppur con qualche intoppo, soprattutto per la spiegazione che è un po’ macchinosa e non chiarissima, almeno a una prima lettura,
La vicenda è inquietante, non solo per i fatti in sé, ma anche per come il protagonista ripensa quasi con orgoglio a quanto successo. Non mi torna chiaramente il motivo dell’interesse per la sorella di Leya, quando invece la fissazione è proprio per la compagna di classe; ma sono cose sulle quali ho fastidio perfino a ragionare. Segno che il racconto da questo punto di vista colpisce nel segno.
A livello di stile non mi piacciono molto gli aggettivi che precedono i sostantivi, ma è una cosa penso soggettiva; molto meno lo sono l’utilizzo eccessivo dei punti di sospensione e l’orrido triplo punto esclamativo nel finale.
Racconto interessante, dunque, un po’ penalizzato da quanto sopra.



Ciao, grazie per il feedback: ne terrò conto.
Ti rispondo soltanto sull'apparente illogicità che non ti torna, relativamente all'interesse per la sorella di Leya: razionalmente, il protagonista è convinto di essere attratto da Leya ma, forse, una perturbante, inconscia e malata pedofilia, irrazionale e non del tutto maturata, potrebbe avergli giocato qualche brutto scherzo.

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Leonardo Pigneri
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Re: Il gioco del bruco

Messaggio#9 » mercoledì 20 ottobre 2021, 11:16

Ciao Antonio, il tuo racconto è in prima al passato e per molti aspetti segue gli schemi del "parlato", quindi sarebbe inutile segnalarti diversi "problemi" che vedo nel testo. Comunque ecco i miei commenti:

Disclaimer: Il format può essere un po' confusionario, ma faccio i commenti direttamente sul testo così da poter essere più dettagliato e preciso. Ti avverto che non indolcirò la pillola ma spero che il mio sincero feedback possa tornarti utile (siamo qui per migliorare d’altronde). Tutti i commenti sono fatti a caldo, durante la prima lettura. Ci tengo, inoltre, a precisare che le critiche (se ci saranno) vorranno sempre e comunque essere costruttive e mai offensive. Buona lettura e, se vorrai ulteriori delucidazioni, non esitare a chiedere! :)


Il gioco del bruco


Quando Leya invitò me e i restanti compagni di scuola a casa propria, in occasione del suo compleanno, nessuno rifiutò.
Ricordo ancora il sole splendente sulla verde erba di un giardino senza alcuna staccionata: [Questo "senza alcuna staccionata" mi ha fatto storcere il naso, che rilevanza ha questo dettaglio? ne avrei scelto un altro da mostrare] fu proprio lì che stemmo tutto il pomeriggio.
Leya era bella sin da allora e, per noi maschi che avevamo orami raggiunto la piena adolescenza, non poteva non attirare i nostri sguardi sulle sue precoci forme fisiche:[Bruttino questo "precoci forme fisiche"] a dispetto di tutte le altre compagne presenti, Leya era di un altro livello, un’autentica bellezza della natura.
«Che ne dite se facessimo il gioco del bruco?» aveva domandato subito dopo l’apertura dei regali il tracagnotto Oliver, [Qui il soggetto parlante arriva troppo dopo, metti Oliver subito dopo "aveva domandato"] nella speranza di poter dimostrare agli altri la sua prestante forza fisica. Tutti noi sapevamo che in realtà quella proposta non era altro che un triste modo per fare colpo su Leya, ma accettammo comunque di buona lena l’invito, determinati a fare meglio di Oliver e, chissà, magari a fare breccia nel cuore di Leya al posto suo.
Oltre a tutti i compagni di scuola, al gioco del bruco parteciparono anche i due fratelli e la sorella di Leya.
Formate le due squadre, ci eravamo seduti sull’erba e avevamo abbracciato la vita del compagno o della compagna davanti a noi che, a sua volta, faceva lo stesso con chi si trovava avanti, formando quindi una sorta di bruco umano fatto da alleati che si abbracciavano seduti e in fila indiana: l’obiettivo della sfida era di non mollare per alcun motivo la presa.
Le squadre, dunque i bruchi, erano due.
Leya e Oliver, i due capitani, avevano il compito di partire in piedi di fronte alla fila avversaria e di staccare le mani del rivale che stringeva a sé il compagno; una volta che Leya od Oliver fossero riusciti nel tentativo, il primo veniva liberato dalla presa del secondo e correva verso l’altro bruco ad aiutare il proprio caposquadra nello staccare la presa del bruco avversario. La vittoria andava alla squadra che riusciva a resistere più a lungo, possedendo un numero maggiore di ‘compagni ancora attaccati’ rispetto all’altro bruco, fino allo scadere del tempo. [Guarda, malgrado lo spazio che ti sei preso, non è che abbia capito granché, ma forse non è così rilevante capire tutto quanto del gioco ai fini della storia]
Io fui scelto da Leya e mi collocai in ultima posizione.
«Coraggio ragazzi, dai!» incitò Oliver che era quasi arrivato alla fine del bruco della mia squadra. Leya aveva molti più alleati di Oliver nel tentativo di staccare le prese del bruco avversario e, chiaramente, questo non era positivo per la vittoria perché il nostro bruco era più corto.
“Devo resistere a qualunque costo!” pensai e, quando Oliver toccò [Avrei usato un verbo più forte come "afferrò"] le mie mani, strinsi la presa più forte che potei.
A un certo punto, il vigore impiegato nel non cedere, mi fece avvicinare ancor di più alla schiena della sorella di Leya che era davanti a me e fu in quel momento che ebbi la prima erezione della mia vita.
La forza con cui mantenni la presa fu tale da trasformarmi sempre più in animale e sempre meno in ragazzino qual ero.
“Devo fare colpo su Leya, a qualunque costo!” continuai a pensare mentre sentivo uno strano calore sotto la pancia [Sconsiglio vivamente di affidarsi a forme così vaghe e imprecise, scrivi le cose come stanno e come le percepisce il punto di vista. Pene, cazzi e quant'altro. E' un adolescente, mica ha 6 anni] crescere di istante in istante.
In preda a una follia quasi totalmente animalesca a un certo punto non seppi più che cosa mi prese: [Brutta questa frase] mollai volontariamente la presa dalla sorella di Leya, mi abbassai con foga i pantaloncini [Mi sembra strano che si abbassi i pantaloni, chi lo farebbe davanti a tutti? Anche durante l'orgasmo mi sembra difficile che un adolescente faccia una cosa del genere] e, prima che potesse alzarsi, tentai di penetrarla ma eiaculai subito sul suo vestitino senza riuscire a raggiungere la sua carne.
«Il… il gioco del… bruco…» sussurrai diabolico [Frasetta brutta e poco credibile] un momento prima che entrambi i fratelli di Leya mi furono addosso per riempirmi di botte.
Lì per lì non capii più nulla: simultaneamente, piacere e dolore riuscirono a convergere nel mio intero corpo e la sensazione fu meravigliosa e al contempo terribile.
Ricordo ancora le urla scellerate di uno dei due fratelli di Leya: «Ha soltanto quattro anni… quattro anni… schifoso bastardo!!!»[ne basta uno di punto esclamativo.



Commento:

Allora, il racconto è sicuramente particolare ma il tema del contest è davvero marginale. Lo stile di narrazione non mi ha fatto impazzire. Usi la prima al passato che va anche bene, ma lo hai gestito come se una persona stesse raccontando un fatto ad un'altra, quindi non posso segnalarti granché se non che di immersivo c'è ben poco. Il problema maggiore che ho è la parte finale, non per i contenuti (che quelli sono sacrosanti), ma per alcune scelte che rendono la scena poco credibile ai miei occhi. Al protagonista avrei fatto lasciare i pantaloncini addosso e magari far notare ai fratelli il rigonfiamento o la macchia di sperma per poi saltargli addosso. Così come l'hai resa tu perde di realismo e il comportamento del personaggio sembra quello di uno con problemi mentali e quindi depotenzia una scena che altrimenti potrebbe essere generalmente credibile.
Comunque, ti dirò, a me questi azzardi non dispiacciono affatto, ti sei preso dei rischi con il tipo di storia che hai scelto, e ciò lo ho apprezzato. Peccato per il tema che è chiaro non sia lo scheletro della narrazione, cosa che reputo fondamentale per questi contest. Qui, per farti capire, il tema poteva essere "il gioco", o "istinti primordiali" o "l'adolescenza" ecc...
Detto questo, spero di essere stato chiaro e che i miei commenti ti possano essere tornati utili.
Ciao!
Ultima modifica di Leonardo Pigneri il giovedì 21 ottobre 2021, 19:56, modificato 1 volta in totale.

giancarminetrotta
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Re: Il gioco del bruco

Messaggio#10 » giovedì 21 ottobre 2021, 19:48

Ciao Antonio,

un testo discreto a parer mio, che ha come punto di forza la scorrevolezza, tranne nella spiegazione del gioco che rimane, nella sua semplicità, un tantino pesante per un testo del genere.
Il protagonista racconta fatti di vita reale, ha indubbiamente la capacità di intendere e di volere, anche se minorenne; ecco, trovo il suo comportamento molto "border line": mi sta bene che possa essere attratto dalla sorellina, ma che abbassi i pantaloncini ecc.. ecc.., lo trovo fuori luogo per un ragazzo non seguito (ancora) dai servizi sociali.
Meglio (come ti hanno fatto già notare) il rigonfiamento umido dei pantaloncini e gli sguardi attoniti dei fratelli.
Buonissime potenzialità, ma certe volte meglio non strafare.
A rileggerci, ciao,
G.
**

alexandra.fischer
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Re: Il gioco del bruco

Messaggio#11 » giovedì 21 ottobre 2021, 20:51

Tema centrato. Curioso il gioco del bruco, con tutti questi ragazzi e ragazze avvinghiati, con i capitani delle squadre che si sfidano nel tentativo di staccare i partecipanti alla sfida. C’è una grande tensione erotica. Leya appare come un trofeo ambito da tutti, persino dal tracagnotto Oliver, ma il protagonista, malgrado condivida questa predilezione, mostrerà ben altra attrazione e colpevolissima, visto l’interesse per la sorellina minore di Leyla, vista come oggetto sessuale, almeno a livello incoscio. Racconto ben scritto, che mostra l’alienazione, visto che la pedofilia è qualcosa di esecrabile, tu la mostri con grande coraggio in tutta la crudezza animalesca, a partire dalla scena dei pantaloni all'orgasmo, per finire con il piacere sadomasochista davanti alla reazione dei fratelli di Leyla e della piccola.
Attenzione:
frase corretta
per noi maschi che avevamo ormai raggiunto la piena adolescenza

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Andrea Lauro
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Re: Il gioco del bruco

Messaggio#12 » giovedì 21 ottobre 2021, 23:20

Ciao Antonio,
la prosa è pesante, ma è il sentiero che intendi percorrere. Indirizzi i tuoi testi a un pubblico molto ristretto e affezionato, e sinceramente a me sta bene così.

Scelgo allora un passaggio del racconto per farti notare alcune cose:
    In preda a una follia quasi totalmente animalesca a un certo punto non seppi più che cosa mi prese: mollai volontariamente la presa dalla sorella di Leya, mi abbassai con foga i pantaloncini e, prima che potesse alzarsi, tentai di penetrarla ma eiaculai subito sul suo vestitino senza riuscire a raggiungere la sua carne.

follia quasi totalmente animalesca: follia animalesca. se proprio, follia quasi animalesca (starei sulla prima)
mollai volontariamente la presa: se molla lo fa volontariamente, visto quello che succede dopo. anche se la frase prima introduce un dubbio: se lui non sa più cosa gli prese, potrebbe averlo fatto involontariamente. se togli l'avverbio, togli il possibile errore di comprensione del lettore (non dell'autore)
prima che potesse alzarsi, tentai di penetrarla. ok, qui la dinamica mi sfugge. lui si è sfilato i pantaloncini, quindi si è alzato. se lei è ancora seduta, lui non può penetrarla pensando alla vagina o al retto. quindi pensa alla bocca, al naso o al più all’orecchio. ma quel “la sua carne” successivo mi fa pensare che volesse proprio le parti di sotto, e allora non capisco la meccanica della cosa.

buona serata e buona edition,
andrea

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Antonio Pilato
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Re: Il gioco del bruco

Messaggio#13 » venerdì 22 ottobre 2021, 9:16

Andrea Lauro ha scritto:prima che potesse alzarsi, tentai di penetrarla. ok, qui la dinamica mi sfugge. lui si è sfilato i pantaloncini, quindi si è alzato. se lei è ancora seduta, lui non può penetrarla pensando alla vagina o al retto. quindi pensa alla bocca, al naso o al più all’orecchio. ma quel “la sua carne” successivo mi fa pensare che volesse proprio le parti di sotto, e allora non capisco la meccanica della cosa.

buona serata e buona edition,
andrea


Ciao Andrea, ti spiego brevemente la logica della cosa: il protagonista lascia la presa sulla sorellina di Leya la quale, come descritto nella logica del gioco del brutto, dovrebbe alzarsi (e si alza) per andare ad aiutare la proprio squadra a liberare le prese avversarie. In questo caso, quindi, il protagonista ha la possibilità di "penetrarla" da dietro.

Comunque sì, hai afferrato il perché della mia narrativa e ti ringrazio per i feedback! A presto!

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Fagiolo17
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Re: Il gioco del bruco

Messaggio#14 » venerdì 22 ottobre 2021, 19:38

Ciao Antonio.
La dinamica della "prima volta" di un possibile pedofilo poteva essere un gran bel racconto. Pesante, disturbante, ma proprio per questo interessante da leggere.
Non vedo molto il tema. Ok, sono a casa di qualcun altro, ma è davvero marginale come cosa. Il gioco lo avrebbero potuto fare praticamente ovunque.
Sullo stile non mi dilungo, dico solo che mi piacerebbe rileggere lo stesso racconto scritto con uno stile opposto, immediato, qui e ora. Sarei curioso del risultato.
Alla prossima lettura!

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MatteoMantoani
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Re: Il gioco del bruco

Messaggio#15 » domenica 24 ottobre 2021, 22:45

Ciao Antonio. Avendo finito i miei doveri, vado qua e là a spizzicare i racconti degli altri :)
Questo tuo racconto è un po' diverso, rispetto alle belle storie oniriche e surreali cui ci hai abituato.
Lato narrazione, ho trovato un po' arzigogolata la spiegazione dei meccanismi del gioco (un gioco di forza cui giocano adolescenti assieme a bambini di quattro anni.. occhio a questo dettaglio), e, sempre per mio gusto, avresti potuto rendere un pochino più fruibili alcune frasi. Forse questo registro "antico" ha più senso nei racconti onirici, piuttosto che in storie come questa, che possono essere portate alla nostra realtà.
Un paio di cose che mi hanno un momento stonato, riguardano la sessualità del tuo protagonista. È adolescente ma non ha mai avuto un'erezione (credo che fisiologicamente sia un po' impossibile), sembra estraneo al suo corpo, e non controlla bene le sue azioni. In realtà, tutto può quadrare con la sua "devianza", e quindi su questo possiamo chiudere un occhio. Scrivere una storia dal punto di vista di un pedofilo è certamente un'impresa difficilissima, che io non mi sarei arrischiato neppure a provare, e per questo lodo il tuo coraggio.
Se proprio vogliamo spaccare il capello in quattro, diciamo che hai reso il tuo protagonista pedofilo solo nell'ultima riga (per creare una specie di twist), invece, a questo punto, magari aveva senso rivelare tutto fin da subito, proprio per permettere al lettore di scendere nell'inferno di questa mente perversa, e godersi il pestaggio finale. Insomma, il problema di questo racconto, per me, è che hai sfruttato un tema spinosissimo ma con grande potenziale, per creare un semplice twist, quando, sempre a parer mio, avresti potuto giocarci un po' di più. Resta comunque una prova coraggiosa, ripeto, che io non avrei avuto abbastanza fegato da mostrare. Questo va assolutamente a tuo favore. Il mio consiglio è di continuare così e, visto il coraggio che hai, a questo punto andare fino in fondo e scrivere una storia con questo punto di vista dall'inizio alla fine. Lolita, è uno dei romanzi più importanti della storia, e sfrutta questo punto di vista. Quindi, la cosa si può fare...

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Giovanni Attanasio
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Re: Il gioco del bruco

Messaggio#16 » lunedì 25 ottobre 2021, 12:21

Mannaggia. Lo stile della narrazione può non piacere a qualcuno, ma io non credo che il problema sia quello. Probabilmente ti è stato già fatto notare che la spiegazione del gioco è troppo lunga per un raccontino del genere, quindi sorvolo anche su quello. Allora cosa resta? Resta che il concetto della storia mi piace ed è interessante, ma ci sono delle piccole pecche che non mi hanno permesso di godermelo appieno. Se l’obiettivo era di narrare delle difficoltà di questo ragazzino e della sua prima eiaculazione (su una bambina), sarebbe stato più interessante costruire un gioco più semplice e una situazione congeniale a setuppare questo scenario. Mi sembra anche brutto dire che il conflitto è quasi assente, perché non è del tutto vero, ma siccome il vero “dramma” arriva solo sul finale è un po’ difficile apprezzare il tutto sin dal principio.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Laura Brunelli
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Re: Il gioco del bruco

Messaggio#17 » mercoledì 27 ottobre 2021, 19:52

Ciao Antonio,
Piacere di leggere e commentare il tuo racconto.
Racconto davvero strano il tuo, che non so bene come classificare. Parto subito col dire che lo stile mi ha un po’ confusa, all’inizio della lettura. Poi, però, gli ho trovato un senso nella caratterizzazione del personaggio. Ti dico subito che non rientra nelle mie corde, ma è solo gusto personale.
Quello che, invece, non mi ha convinto per niente è il tema, che è solo esplicitato nella prima riga, ma non ha alcun impatto sulla storia, che invece ruota attorno agli scombussolamenti ormonali di un ragazzino. Anche questo aspetto, però, non è sviluppato in modo coerente. Al di là dei dubbi relativi alla effettiva posizione del protagonista rispetto alla sorella di Leya al momento del tentativo di penetrazione, non sappiamo l’età della bambina fino alla fine del racconto, quindi, la parte in cui il protagonista si eccita, non arriva con la giusta pregnanza di significati.

Alla prossima e buona edition

Sara Mosna
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Re: Il gioco del bruco

Messaggio#18 » mercoledì 27 ottobre 2021, 22:16

Ciao Antonio, piacere di leggerti.

Capisco la necessità di dedicare alla spiegazione del gioco qualche riga in più, ma in un testo con un massimo di caratteri bisogna cercare di dare abbastanza spazio a tutto. Comunque non lo reputo un grande problema, però rallenta un po’ la lettura rendendola macchinosa.
L’uso del tema è un pò superficiale, si riscontra solo all’inizio come pretesto per dare al racconto i requisiti di idoneità al tema ma poi il testo si concentra su tutt’altro. “Altro” che tra l’altro non apprezzo particolarmente. Racconta di un momento cruciale nella crescita di un adolscente, ma era così essenziale mettere di mezzo una bambina di quattro anni e un evento giocoso come un compleanno? Capisco la mancanza di controllo legata alla situazione ma… mi sembra un pò eccessivo.

A rileggerti presto,
buon contest!

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Re: Il gioco del bruco

Messaggio#19 » lunedì 1 novembre 2021, 20:11

Concordo su Giovanni sul mettere da parte lo stile (qui più che buono, mio parere) per concentrarci sul racconto e rilevo due problematiche: 1) la spiegazione del gioco che non è vero che è lunga, semmai poco chiara, quasi male esposta (in contrasto con la grande chiarezza di tutto il resto) e 2) il finale che, d'improvviso, butta in faccia al lettore una situazione ai limiti senza preparazione pregressa o semina sul personaggio, questo soprattutto se la tua intenzione era di mostrare un pedofilo alle prime armi (e qui però mi trovi in disaccordo perché penso sia una situazione originata da determinate esperienze precedenti e non qualcosa che possa manifestarsi per istinti primordiali). Quindi propendo non per la nascita di un pedofilo, ma per un qualcosa che è scattato nel bambino e di cui non troviamo traccia nel narrato precedente, da cui il senso di insoddisfazione per un racconto che, fino a quel punto, sembrava tutt'altro. Resta il fatto che se il tuo intento era di colpire duro il lettore innescando una reazione violenta di rifiuto nei confronti di quanto mostrato, ci sei riuscito. Sul tema, c'è, ma non incide come dovrebbe. Sulla valutazione, sono parecchio in dubbio e propendo per un pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante e in classifica di piazzo dietro i parivalutati proprio per questo finale che può sembrare non preparato adeguatamente.

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