Not welcome here

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 18 ottobre 2021 con un tema di Luca Cristiano!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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StefanoPais
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Not welcome here

Messaggio#1 » lunedì 18 ottobre 2021, 22:45

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Chiudo gli occhi di Moe, sotto la pelle tirata del viso le vene blu formano una ragnatela inguardabile, i neon del modulo di salvataggio sfarfallano.
Ora siamo rimasti solo io, Karl e Lenny; di venticinquemila persone della colonia siamo rimasti solo tre esseri umani.
«Cosa facciamo con il corpo homer?» Lenny si tiene il viso tra le mani, la voce gli trema.
Sta per crollare e come biasimarlo, ma non abbiamo scelta.
«Lo lasciamo qui, qualsiasi cosa tentassimo di fare attirerebbe qui gli indigeni.»
Karl dà un pugno alla paratia di metallo. «Dove si trova il prossimo modulo pressurizzato capo?»
Scuoto la testa. «Niente più moduli, non giochiamo più a nascondino.» Appoggio la mano sulla spalla di Lenny. «Dobbiamo raggiungere il centro comunicazioni e caricare sul satellite il messaggio, dobbiamo far sapere cosa è successo quaggiù ed evitare che tra dodici anni i nuovi coloni facciano la nostra fine.»
Karl sbuffa. «La fai facile, è una missione suicida, quei selvaggi non ci permetteranno di fare cento metri prima di avvelenarci e in un giorno scarso saremo ridotti come Moe.»
Sento tutto il peso dei dieci giorni in cui ho a malapena chiuso occhio. «Siamo morti che camminano è inutile farsi illusioni.»
Karl si lascia scivolare contro la paratia e si abbraccia le ginocchia. «Credevano di poter prendere quello che volevano senza pensare alle conseguenze, come sulla Terra, ma qui il pianeta si è ribellato e sta eliminando il problema.»
«Nessuno li aveva mai visti prima di dieci giorni fa gli uomini albero.» Lenny ha il viso sprofondato nelle braccia. «Com’è possibile che gli scanner non li abbiano rilevati?»
«Non ne ho idea.»
«Prima di andare finiamo la cioccolata, non ne voglio lasciare a quei figli di puttana, anche se hanno ragione, in fondo siamo venuti noi a disturbarli a casa loro.»
Sorrido e apro l’armadietto, tre barrette neanche a farlo apposta, le distribuisco.

“Qui Karl, siamo in posizione Homer. Dicci quando dare potenza. Passo”
Attacco l’alimentatore portatile al server delle comunicazioni, lo accendo, il ronzio delle ventole di aerazione mi confermano che si sta avviando. ci vorrà un minuto ed entro altri due minuti ci saranno addosso. Il cielo verdognolo di questo pianeta mi ha sempre stranito, mi manca l’azzurro e le nuvole bianche che si vedevano da casa mia. Premo il pulsante del trasmettitore. “Qui Homer, tra trenta secondi dovrei essere online, vendete cara la pelle. Passo.”
“Anche tu. Addio.”
Addio, amici miei. Lo schermo lampeggia blu e si accende, lo sfondo mostra il colosseo di Roma. L’operatore di questo terminale doveva essere italiano. Apro il programma delle comunicazioni a lungo raggio e inizio a digitare:
Tornate indietro, non siamo benvenuti qui.
Premo invio.
Sento i loro passi grattare contro le grate degli scalini, imbraccio il fucile. Devo permettere al segnale di essere trasmesso il più a lungo possibile, tolgo la sicura.



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antico
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Re: Not welcome here

Messaggio#2 » lunedì 18 ottobre 2021, 22:52

Ciao Stefano e ben tornato! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa Luca Cristiano Edition!

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MatteoMantoani
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Re: Not welcome here

Messaggio#3 » martedì 19 ottobre 2021, 22:11

Prime impressioni. Ciao Stefano. Piacere di leggerti. Racconto che ripropone un tropo della fantascienza. L'ho letto senza intoppi.

Aderenza al tema. Ovviamente tutto a posto.

Punti di miglioramento. Occhio a come decidi di chiamare i tuoi personaggi: a meno che non siano proprio i Simpson, evita di chiamarli così. Mi ha un attimo bloccato, non sapevo se immaginarmeli con la pelle gialla :)
La storia è forse un po' troppo lineare, descrivi una situazione precisa, quella in cui un manipolo di soldati si arrende alla sorte. Ottimo, allora punta un po' di più alle loro sensazioni, facci sentire un po' di più la delusione e la rabbia nei loro cuori.

Punti di forza. È sempre bello leggere una storia dalla parte dei perdenti, e qui la vicenda è appunto congegnata per questo. Carino anche il tema della natura che si ribella agli invasori, un sottofondo ecologista senza esagerare troppo.

Conclusione. Un racconto carino, che ho letto volentieri. Occhio a non fare rimandi inutili a opere famose, rischi di sviare il lettore.

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Stefano Impellitteri
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Re: Not welcome here

Messaggio#4 » mercoledì 20 ottobre 2021, 3:32

Ciao Stefano, molto piacere.

Il tuo racconto in realtà è un frammento di qualcosa di più grande. non c'è una vera e propria conclusione, e questo ne fa mancare un senso finale. La prosa ha dei dialoghi un po' troppo da film, anche se magari non cercavi volontariamente il realismo ma il canzonare quel registro. c'è anche qualche ripetizione qua e la, tipo:

Ora siamo rimasti solo io, Karl e Lenny; di venticinquemila persone della colonia siamo rimasti solo tre esseri umani.

Un'altra cosa che mi permetto di segnalare, troppi personaggi a inizio storia che identifico solo con un nome, non li vedo. in narrativa si chiama questo fenomeno "teste parlanti".
Siamo quì per migliorare, comunque. :)

Grazie del tuo racconto.

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StefanoPais
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Re: Not welcome here

Messaggio#5 » mercoledì 20 ottobre 2021, 9:43

@Matteo, lo so i nomi sono pessimi ma hanno un loro perchè che spiego nella risposta a Stefano qui sotto. In fondo non importa di che colore li immagini, poteva essere anche un episodio sci-fi dei Simpson; non era mia intenzione, ma perchè no.

@Stefano, ero consapevole dell'effetto teste nel vuoto, ma confidavo che l'iimaginario pop legato alla serie tv ovviasse in parte al problema per me, si scrive qui anche per sperimentare, no?

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Mario Mazzafoglie
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Re: Not welcome here

Messaggio#6 » mercoledì 20 ottobre 2021, 15:24

Ciao Stefano, un piacere leggerti.
A differenza di altri commenti, io non sindaco sulla scelta dei nomi, ma mi soffermo di più su un altro particolare. Nelle prime 4/5 righe presenti i nomi di 4/5 dei personaggi e il lettore non conosce ancora niente, quindi risulta difficile farsi un film mentale.
Stilisticamente è scritto bene, anche se in alcune parti (tipo la prima frase) per evitare l'effetto "frasi brevi", usi le virgole al posto del punto. Purtroppo, però, le frasi risultano sconnesse tra loro e la sola virgola non può bastare per separarne il contenuto.
Nel testo sono presenti anche un buon numero di refusi per quanto riguarda la punteggiatura, ma siccome ti ho già letto altre volte sono sicuro che siano errori dovuti alla fretta.
Per il resto, il tema è centrato e sviluppato in una declinazione molto interessante. Il racconto scorre piacevolmente e presenta un buon significato di fondo.
A rileggerti.

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StefanoPais
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Re: Not welcome here

Messaggio#7 » mercoledì 20 ottobre 2021, 21:22

Grazie dell'appunto sulle frasi brevi, ci presterò più attenzione e anche per la clemenza sui refusi.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Not welcome here

Messaggio#8 » giovedì 21 ottobre 2021, 19:13

Ciao Stefano, piacere di sapere che sei un ritorno fra i 'minutini'.
Confido che come veterano accoglierai comunque i miei commenti che purtroppo sono negativi.

Col tuo racconto ci cali in una situazione in cui i protagonisti sono gli ultimi 3 di una legione di 25000 esseri umani; l'attacco dura da 10 giorni, il veleno ci mette quasi 1 giorno a ridurti in fin di vita, ma nessuno ha ancora usato una radio interplanetaria per avvertire chi sta venendo qua.
Sono dati che stridono fra loro e fanno pensare che manchi un 'progetto' organico del plot.
In caso di attacco la prima cosa che immagino fare ai militari è lanciare l'allarme, sia per informare sia per ricevere aiuto. Sicuramente i medici lo fanno in caso di nuove malattie: lanciano l'allarme e cercano consigli dai colleghi anche distanti come nell'attuale pandemia; sul tuo pianeta lo dovrebbero fare non per una malattia ma per contrastare un avvelenamento apparentemente irrisolvibile con i loro mezzi per il quale della gente muore sotto i loro occhi in 24 ore.
La protezione civile in caso di conflitti mette in salvo i civili, su un pianeta alieno non con i corridoi umanitari ma imbarcandoli in capsule e allontanandoli dal pericolo, lanciando messaggi a altri pianeti o a navi in orbita perché li accolgano.
Nel tuo racconto invece nessun colono ha lanciato alcun genere di mayday: perchè?
Avresti potuto dare una giustificazione nel 'worldbuilding' per spiegare come mai questo non sia avvenuto. Sono morti (quasi) tutti all'istante? Sono stati distrutti tutti i dispositivi di telecomunicazione al tempo 0 del primo attacco? La risposta, con i dati che dai, non c'è. Quello che c'è è che in tre soltanto bypassano nemici e distruzione e accendono facilmente un apparecchio per lanciare un messaggio.
Resta l'enorme domanda: perchè ben 24997 altre persone non sono state in grado di fare altrettanto nei dieci giorni precedenti?
Rispetto a questo buco nella trama, altri dettagli che mi sembrano stonati mi fanno quasi sorridere: la preoccupazione dell'umano per la cioccolata ad esempio (che può importare a degli alberi semoventi della cioccolata?), il messaggio stesso inviato!
Sapendo di morire, non avendo tempo di mandare un report dettagliato, il protagonista avrebbe potuto inviare un messaggio accorato e virile del tenore: "Brasate col Napalm questo pianeta killer.". Sarebbe stato più in sintonia con la fine a cui si è condannato e avrebbe riecheggiato altre invasioni reali e altrettanto tragiche, come quella del Vietnam.
Invece al messaggio "Tornate indietro. Non siamo benvenuti" i riceventi potrebbero rispondere "Non preoccupatevi, portiamo i biscotti.".

Purtroppo non sono riuscito a godermi il tuo racconto nonostante declini il contest con uno dei temi classici alla fantascienza, che insieme al fantasy è il mio genere preferito. Alla trama manca una coerenza interna che in un racconto (fanta)scientifico non dovrebbe invece mancare, a mio parere. Perdona la sincerità.
Alla prossima.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

alexandra.fischer
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Re: Not welcome here

Messaggio#9 » venerdì 22 ottobre 2021, 20:46

NOT WELCOME HERE di Stefano Pais Tema centrato. Karl, Lenny e Homer sono i protagonisti di una colonizzazione spaziale andata a rotoli. Gli uomini albero del pianeta dal cielo verde hanno sterminato la spedizione e presto toccherà a loro. Homer e compagni si sono resi conto troppo tardi dell’errore commesso, ma lui, almeno, invia una nota di avvertimento alla Terra, affinché non arrivino altri conquistatori. L’atmosfera è scarna, si vedono poco i segni degli alieni e gli alieni stessi, come pure la loro forza, parli di un corpo, ma senza specificarne le lesioni mortali. Racconto migliorabile, per quanto commuova al punto giusto per il coraggio dei protagonisti, non solo nella lotta, ma nell’aver saputo riconoscere i propri limiti.
Attenzione:
cosa facciamo con il corpo, Homer?
dove si trova il prossimo modulo pressurizzato, capo?
Qui Karl, siamo in posizione, Homer.

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Emiliano Maramonte
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Re: Not welcome here

Messaggio#10 » sabato 23 ottobre 2021, 17:15

Ciao Stefano!
Mi fa piacere notare che sempre più concorrenti di Minuti Contati ricorrono alle tematiche della fantascienza per affrontare le richieste delle Guest. Preciso anche che siamo tutti consapevoli che ormai inventare qualcosa di nuovo sia impossibile. Però, quando si usa la fantascienza, trovare l'idea giusta, affrontata in maniera inedita, contribuisce a rendere un racconto appetibile e vincente.
Nel tuo caso, hai preso un'idea diffusissima in letteratura fantascientifica e l'hai plasmata in maniera ingenua, depotenziando qualsiasi impatto narrativo. Perché dico ingenua? Perché alcuni punti della trama non tornano. Venticinquemila coloni sbarcati su un altro pianeta e non si sono organizzati in nessun modo per difendersi da (prevedibili) problemi con eventuali esseri indigeni? E prima di sbarcare su un qualsiasi pianeta alieno, penso che sarà stato effettuato un periodo di screening preventivo da esperti e scienziati per verificare le condizioni di abitabilità e di criticità, altrimenti mandi al macello (come invece è stato nel tuo racconto) migliaia di persone! A completare la frittata anche la debole giustificazione del: "Gli uomini albero ci hanno spazzati via. Ma come mai non li abbiamo visti prima?" Ma guarda un po' che strano! Il lettore se lo chiede e siccome si fa due conti, si sente un po' preso in giro e s'infastidisce, soprattutto quello avvezzo a certe tematiche. Attenzione! Questi non sono rimproveri da editor arrogante (quale assolutamente non sono) ma un modo forte per porre l'accento su inconvenienti futuri assolutamente da evitare.
Un po' come assolutamente da evitare è il fenomeno dell' "As you know, Bob". La parte centrale del racconto è niente più che un grosso cartello rivolto al lettore con su scritto uno spiegone dell'antefatto della storia. Peccato.
Il finale, poi, lascia l'amaro in bocca, poiché contiene una soluzione narrativa poco equilibrata rispetto all'intero peso specifico dell'idea della storia.
Occhio alle virgole del tipo: "Che fai di bello Michele?", "Che fai di bello, Michele?".
Carina l'idea di chiamare i personaggi del tuo racconto con i nomi di quelli dei Simpson, ma questa è un'arma a doppio taglio. A tratti sembra di essere in una sorta di parodia del serial...

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Alvin Miller
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Re: Not welcome here

Messaggio#11 » martedì 26 ottobre 2021, 20:02

Ciao Stefano.
In altre circostanze sarei stato molto contento di leggerti. Stavolta, però, ci sono dei problemi e il primo tra tutti è che si nota la fretta con cui l'hai scritto. Ci sono diversi errori di battitura, come il nome di Homer in minuscolo qui:

«Cosa facciamo con il corpo homer?»

senza trascurare che mancano anche diverse virgole in giro per il testo.

L'inizio è un po' vago, fino a 1/3 di racconto non è chiaro chi abbia perpetrato lo sterminio della colonia e avrei voluto che i nativi del pianeta fossero chiamati in causa prima.
Il tema, in compenso, è centrato. La space opera ha sempre il suo fascino.

A risentirci presto!
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

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Enzo Gentile
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Re: Not welcome here

Messaggio#12 » giovedì 28 ottobre 2021, 16:57

Ciao Stefano, piacere di averti letto.
L’idea è un classico della fantascienza già declinato in molti modi e linguaggi, ma questo non vuol essere una critica pregiudiziale: quello che conta è come le trame vengano sviluppate. Ti dico subito che alcuni problemi di punteggiature e di maiuscole mancate, mi hanno costretto ad una rilettura più attenta. All’inizio, per l’assenza della virgola prima del nome e della maiuscola, pensavo che Moe si fosse trasformato in un corpo homer, in una sorta di trasformazione vampiresca e identificando come homer gli indigeni. L’idea che un’intera colonia venga spazzata via perché all’improvviso spuntano degli uomini albero e senza quindi che vi sia stata un’esplorazione approfondita del pianeta non è un’idea sbagliata in sé, anche se, per come è impostato il racconto, rende tutto un po’ inverosimile, ma avrebbe forse avuto bisogno di più spazio dei 4.000 caratteri cui siamo costretti.

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antico
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Re: Not welcome here

Messaggio#13 » lunedì 1 novembre 2021, 16:18

Ecco, questo è il tipico racconto non uscito con il buco (come i racconti Polo, battutona... Chiedo venia). Non sto a ripetere quanto detto da altri, ma mi ritrovo molto con l'intervento di Emiliano e quello di Pietro. In particolare: 25000 persone, 1 giorno per morire e il messaggio radio devono mandarlo gli ultimi tre rimasti? Davvero inverosimile. Tutto il racconto poggia su radici piuttosto deboli e lo sviluppo mi pare sia stato affrettato (in effetti hai consegnato prima delle 23, avresti ancora avuto tempo). Questa volta devo fermarmi su un pollice ni tendente al positivo perché, come già altre volte che ti ho letto, rilevo qualità. Semplicemente, credo ti sia confrontato con un genere che non ti appartiene, ma hai fatto benissimo perché siamo qui per metterci in gioco.

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