Il mio segno

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 18 ottobre 2021 con un tema di Luca Cristiano!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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Giovanni Attanasio
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Il mio segno

Messaggio#1 » lunedì 18 ottobre 2021, 23:26

Il mio segno
di Giovanni Attanasio

♦♦♦

Bussano: può essere solo la direttrice. Entra e si guarda attorno.
 Lilia si copre col lenzuolo.
 «Tesoruccio, dormi?» Passi, piccoli passetti di scoiattolo. «Hai visite, Lilia cara. Questa volta sono davvero adorabili. Ti vogliono vedere.»
 «Di’ loro che ho una malattia terminale e che crepo domani.»
 «Oh, tesoruccio. Vuoi davvero farmi dire bugie a una coppia così dolce?» si affaccia oltre il lenzuolo: ha gli stessi occhioni di quando supplica aiuto per stendere il bucato. «Vai da loro.»
 «Vado a pisc— uso i servizi e li raggiungo.»
 La direttrice annuisce, saltella verso la porta. Felicità sprecata, tanto la coppia andrà via dopo dieci minuti, come le altre.

Bussano. Lilia drizza la testa, scosta i riccioli neri e fissa la porta. La direttrice è ingrassata ancora. E ha due teste.
 «È permesso?» non sembra neppure più una rana. «Ciao, scusa se ti disturbiamo. Pensavamo stessi male, e dunque—»
 Lilia si infila sotto le coperte.
 «Amore, forse è malata davvero. Lasciamola stare.»
 Lilia riemerge, le mani al petto. La coppia frigna. Piagnucolano tra loro, testa contro testa. «Che volevate?»
 «Ha!» avanzano, in simbiosi perfetta, «volevamo conoscerti, se per te non è un problema. Vogliamo adottarti.»
 «Da quanto siete qui? Che ora è?»
 «Ah, io non— amore, dimmi che ora è,» bisbigliano tra loro, «siamo arrivati alle tre, siamo qui da due ore.»
 «Due ore!»



La porta della nuova casa è a vetri.
 «Prego, Lilia,» la coppia fa spazio, uno a destra e l’altra a sinistra. È la prima volta che sono così distanti, le loro mani non si toccano persino più. «Ti abbiamo offesa? Come vuoi essere chiamata?»
 «Lilia va benissimo.»
 Un passo dentro. Parquet. E altro legno, ovunque. C’è una scala che porta al piano di sopra: uno dei gradini è smussato. Mobili pieni di fotografie e affarini minuscoli. Il muro a destra ha tracce sbiadite di pennarelli, come quelle che i bimbi all’orfanotrofio lasciano nelle camerette. Ci sono quadri, troppi quadri, appesi ai muri in mezzo a puzzle di paesaggi.
 «Piacevano a nostra figlia.»
 «Cosa?»
 «I puzzle.»
 Lilia sfiora un portafoto. «È davvero bella.» Ritrae la mano. «Non le assomiglio affatto.»

La coppia serve uno stufato di qualcosa. Lilia annusa: è un sapore che all’orfanotrofio non le hanno insegnato.
 «Allora, Lilia. Cosa vuoi fare da grande?»
 Alza di poco il capo. «Sono già grande.»
 «Ok.» Si consultano telepaticamente. «Cosa farai una volta maggiorenne? Possiamo aiutarti.»
 Poggia il cucchiaio nel piatto. Deglutisce e asciuga le labbra. «Andrò in giro per il mondo. Dovete sopportarmi solo altri due anni, tranquilli.»
 I loro cucchiai si fermano pure. «Non volevamo—»
 «È coniglio? È davvero buonissimo.»



Le foglie degli alberi si fanno rosse, il tramonto più rosso di loro.
 Lilia siede sul divano sempre allo stesso posto. Il cuscino ha la forma del suo sedere, il telecomando è sempre pronto sul mobiletto di fianco.
 La coppia rientra. Sembrano felici. «Guarda, Lilia.»
 «Un portafoto?»
 «Sì, togli il cartoncino.»
 È lei in foto, più loro due. Loro così chiari, lei così scura. L’ombra di una vera figlia: un clone difettoso. «Non me lo merito.»
 «Lilia, ma—»
 «Non mi toccate!»



Stufato di coniglio alla cacciatora, ci sono pure i capperi e le cipolline. E una foto di tutti e tre accanto al frigo.
 «Lilia?»
 Solleva di poco la testa. «Uhm?»
 «Vogliamo organizzare una bella festa per il tuo diciottesimo. Puoi chiederci qualsiasi cosa, sai? Pure i biglietti per un aereo, o un treno, se preferisci. Possiamo organizzare un viaggio per te.»
 Il coltello le cade a terra, di punta. Si conficca nel parquet. Si china per prenderlo: ha lasciato un segno. È stata lei.
 «Tutto?»
 «Sì, Lilia.»
 «Verniciate la mia cameretta di viola, mi piace di più.»
 «Oh, Lilia!» «Fatti abbracciare!» Le voci sono distinte. Due persone.
 Sono mamma e papà.


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antico
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Re: Il mio segno

Messaggio#2 » lunedì 18 ottobre 2021, 23:30

Ciao Giovanni! Caratteri e tempo ok, buona Luca Cristiano Edition!

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Michael Dag
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Re: Il mio segno

Messaggio#3 » mercoledì 20 ottobre 2021, 17:35

Hai incentrato il racconto sull'evoluzione del personaggio, e ti è riuscito abbastanza bene, ma forse potevi rendere la cosa più graduale. Il cambiamento finale arriva inaspettato e immotivato. Due anni di convivenza con una famiglia affettuosa le hanno fatto cambiare idea, ma un piccolo avvenimento che intaccasse la sua freddezza ci stava bene.
Nulla da dire sullo stile, buoni i dialoghi e gli intervalli.

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GiulianoCannoletta
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Re: Il mio segno

Messaggio#4 » mercoledì 20 ottobre 2021, 18:03

Ciao Giovanni, piacere di averti letto.
Molto bella la tua declinazione del tema. L'adozione, una casa di altri che piano piano diventa la propria. Bella anche l'atmosfera che hai creato.
Buona la scelta delle scene che ci fai vedere, la crisi centrale e la risoluzione finale, anche se forse, nell'economia di un racconto così breve, avresti potuto accorciare un po' la parte iniziale e dare più spazio a un evento che giustificasse il cambiamento il di Lilia. Ma so benissimo che è più facile a dirsi che a farsi.
Complimenti, a rileggerci presto.
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
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Giovanni Attanasio
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Re: Il mio segno

Messaggio#5 » mercoledì 20 ottobre 2021, 20:19

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Giovanni, piacere di averti letto.
Molto bella la tua declinazione del tema. L'adozione, una casa di altri che piano piano diventa la propria. Bella anche l'atmosfera che hai creato.
Buona la scelta delle scene che ci fai vedere, la crisi centrale e la risoluzione finale, anche se forse, nell'economia di un racconto così breve, avresti potuto accorciare un po' la parte iniziale e dare più spazio a un evento che giustificasse il cambiamento il di Lilia. Ma so benissimo che è più facile a dirsi che a farsi.
Complimenti, a rileggerci presto.
Giuliano


Ciao.
Eh sì ci avevo pensato, ma ho preferito costruire una buona base di partenza su cui poi lavorare. Ci sono piccoli dettagli, nei dialoghi e nelle descrizioni, che almeno secondo me dovrebbero rendere il cambio graduale. Si poteva fare di meglio. Sono ancora convinto, però, che il cambiamento di Lilia si giustificato per quanto è mostrato nel racconto, non sempre servono scene eclatanti.
Alla prossima!
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Giovanni Attanasio
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Re: Il mio segno

Messaggio#6 » mercoledì 20 ottobre 2021, 20:21

Michael Dag ha scritto:Hai incentrato il racconto sull'evoluzione del personaggio, e ti è riuscito abbastanza bene, ma forse potevi rendere la cosa più graduale. Il cambiamento finale arriva inaspettato e immotivato. Due anni di convivenza con una famiglia affettuosa le hanno fatto cambiare idea, ma un piccolo avvenimento che intaccasse la sua freddezza ci stava bene.
Nulla da dire sullo stile, buoni i dialoghi e gli intervalli.


Come detto all'altro collega, non credo che il finale arrivi inaspettato. Ci sono piccoli indizi nei dialoghi e nelle scene che fanno, a mio parere, il giusto lavoro di anticipazione (poichè il finale è un pochetto immaginabile, è più il viaggio che la metà). Senza dubbio si poteva rendere più graduale, ma penso che ci possiamo accontentare del risultato. :P
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StefanoPais
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Re: Il mio segno

Messaggio#7 » mercoledì 20 ottobre 2021, 21:47

Piacere di leggerti,
il racconto è scorrevole e si lascia leggere senza grossi intoppi. Ti segnalo alcune cose: La prima è più soggettiva e riguarda l'introduzione della direttrice prima e della coppia poi, Lilia conosce l'aspetto della direttrice come può confonderla con due persone che stanno vicine? Se io vedo una persona che conosco la chiamo per nome (o titolo, ruolo ecc) non la confondo con due estranei, inoltre fai sembrare normale che a qualcuno spunti una seconda testa. La seconda sono i dettagli su Lilia sparsi per tutta la storia, all'inizio credevo fosse una bimba e a tre quarti scopro che ha sedici anni, forse potevi mettere qualcosa mentre parla con la direttrice, tipo: che doveva tenere duro due anni e poi avrebbe fatto quello che voleva. La terza cosa è l'uso dei due punti in apertura, tra un suono e un pensiero, forse però è un refuso.
Ultima cosa in questa frase:
Lilia riemerge, le mani al petto. La coppia frigna. Piagnucolano tra loro, testa contro testa. «Che volevate?»

Non mandi a capo il dialogo ed essendo l'ultima azione il frignare della coppia il diritto di parola è loro non di Lilia.

Buona gara e buona fortuna.

Stefano

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Giovanni Attanasio
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Re: Il mio segno

Messaggio#8 » mercoledì 20 ottobre 2021, 23:01

StefanoPais ha scritto:Piacere di leggerti,
il racconto è scorrevole e si lascia leggere senza grossi intoppi. Ti segnalo alcune cose: La prima è più soggettiva e riguarda l'introduzione della direttrice prima e della coppia poi, Lilia conosce l'aspetto della direttrice come può confonderla con due persone che stanno vicine? Se io vedo una persona che conosco la chiamo per nome (o titolo, ruolo ecc) non la confondo con due estranei, inoltre fai sembrare normale che a qualcuno spunti una seconda testa. La seconda sono i dettagli su Lilia sparsi per tutta la storia, all'inizio credevo fosse una bimba e a tre quarti scopro che ha sedici anni, forse potevi mettere qualcosa mentre parla con la direttrice, tipo: che doveva tenere duro due anni e poi avrebbe fatto quello che voleva. La terza cosa è l'uso dei due punti in apertura, tra un suono e un pensiero, forse però è un refuso.
Ultima cosa in questa frase:
Lilia riemerge, le mani al petto. La coppia frigna. Piagnucolano tra loro, testa contro testa. «Che volevate?»

Non mandi a capo il dialogo ed essendo l'ultima azione il frignare della coppia il diritto di parola è loro non di Lilia.

Buona gara e buona fortuna.

Stefano


Quella delle due teste è una figura retorica, è un pensiero della protagonista, non va preso troppo alla lettera dai xD E c'è pure il fatto che, nella mia testa, la seconda apparazione "segnala" un po' di tempo trascorso tra direttrice e poi la fintadirettrice/coppia.
Sulla cosa dell'età dovrei rivedere, sai? Vedo se altri notano la stessa cosa, ma in ogni caso ci ripenso per il futuro e grazie della segnalazione. A mio parare dal modo in cui agisce e dal tipo di narrazione, che alla fine è terza limitata, si intuisce la sua età non credo sia semplice prenderla per bambina. L'appunto tuo però è valido, vedrò di investigare.
La cosa dei due punti la controllo pure. A volte li uso per aprire i dialoghi, piccola abitudine che ogni tanto salta fuori (è dannosa? io credo di no, non si confonde per pensiero se ci sono «questi»).
La frase che hai preso per il diritto di parola la stavo già guardando stamattina, puoi immaginare le bestemmie.

Alla prossima!
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wladimiro.borchi
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Re: Il mio segno

Messaggio#9 » venerdì 22 ottobre 2021, 16:13

Buon racconto, condensato in troppo poco spazio per la complessità dell'idea.
Declinazione del tema originale e sensazione gradevole una volta che si arriva in fondo.
Stilisticamente direi che l'unica pecca (ma è un'inezia ed è una problematica ineliminabile) sta nell'essere stato costretto (in alcuni casi e per la carenza di caratteri) a dei dialog-tag davvero troppo minimali che si riducono a mere didascalie che danno un sapore più di testo teatrale che di vera e propria prosa.
Resta il fatto che sei riuscito a fare miracoli e che il racconto mi ha emozionato.
Per cui direi che hai fatto un bel centro!
A rileggerti presto e volentieri.
W

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Giovanni Attanasio
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Re: Il mio segno

Messaggio#10 » venerdì 22 ottobre 2021, 17:00

wladimiro.borchi ha scritto:Buon racconto, condensato in troppo poco spazio per la complessità dell'idea.
Declinazione del tema originale e sensazione gradevole una volta che si arriva in fondo.
Stilisticamente direi che l'unica pecca (ma è un'inezia ed è una problematica ineliminabile) sta nell'essere stato costretto (in alcuni casi e per la carenza di caratteri) a dei dialog-tag davvero troppo minimali che si riducono a mere didascalie che danno un sapore più di testo teatrale che di vera e propria prosa.
Resta il fatto che sei riuscito a fare miracoli e che il racconto mi ha emozionato.
Per cui direi che hai fatto un bel centro!
A rileggerti presto e volentieri.
W


I dialog tag minimali mi capitano spesso in formati così ristretti, è vero: c'è quella fretta malefica di spicciarsi per andare a dormire. O per minimali intendi altro? A volte sono proprio io a essere strunz e farli così perché un po' mi piacciono. Se hai voglia fai qualche esempio, sennò lascia stare (anche in altre sedi mi è stata fatta notare una cosa simile).
Per il resto grazie.
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david.callaghan
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Re: Il mio segno

Messaggio#11 » domenica 24 ottobre 2021, 19:00

Ciao
Un racconto molto carino che risente ovviamente della limitazione di caratteri.
Sono d'accordo con te sul fatto che fosse più importante prediligere la prima piuttosto che la seconda parte.
Se devo trovare qualcosa da dire è sulla coppia, che sembra un individuo unico, infatti sin dall'inizio ci viene presentato come tale.
Allora forse meglio propendere per un singolo genitore e approfondire il personaggio.

Un saluto

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Giovanni Attanasio
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Re: Il mio segno

Messaggio#12 » domenica 24 ottobre 2021, 19:23

david.callaghan ha scritto:Ciao
Un racconto molto carino che risente ovviamente della limitazione di caratteri.
Sono d'accordo con te sul fatto che fosse più importante prediligere la prima piuttosto che la seconda parte.
Se devo trovare qualcosa da dire è sulla coppia, che sembra un individuo unico, infatti sin dall'inizio ci viene presentato come tale.
Allora forse meglio propendere per un singolo genitore e approfondire il personaggio.

Un saluto


Ma come, ti accorgi della " questione coppia" ma me la prendi come cosa negativa? Bruto :P
La "coppia" è stata pianificata come un personaggio unico sin dal principio, difatti non viene mai nominata se non al plurale (salvo qualche errore, ma non mi pare) sino al momento finale in cui lei li distingue come due entità: mamma e papà. Nella mia mente, e poi con la voce del personaggio, volevo che si capisse che lei non ha percepizione di quegli individui se non come una coppia sconosciuta con cui vuole avere poco a che fare. Almeno sino a quando non ottiene la sua "rivelazione" di aver lasciato un marchio in casa, di far parte di una famiglia e allora si apre a loro.
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Re: Il mio segno

Messaggio#13 » domenica 24 ottobre 2021, 20:57

Ciao Giovanni,

ho gradito molto la declinazione del tema da parte tua e come la "casa d'altri" diventi gradualmente casa propria. Il finale è guidato dai piccoli indizi che lasci nel testo, e ciò ha reso l'evoluzione molto naturale. Forse più spazio avrebbe sicuramente giovato al testo, perché l'evoluzione appare sotto forma di frammenti d'immagine e forse per questo ho fatto più difficoltà a empatizzare totalmente con Lilia.
Ciò che ti segnalo invece è che riveli l'età (che è un fattore importante soprattutto in questo contesto) troppo tardi. Per tutto il tempo mi ero immaginata una bambina più piccola, e ho dovuto rileggere da capo per godere meglio del testo.
Ho anche trovato i dialoghi in alcune parti un po' finti (la direttrice è tutta tesoruccio-cara-tesoro-amore-cuore-sole), mentre fuori dal dialogo il testo mi è piaciuto di più.
Morena

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Giovanni Attanasio
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Re: Il mio segno

Messaggio#14 » lunedì 25 ottobre 2021, 12:09

read_only ha scritto:Ciao Giovanni,

ho gradito molto la declinazione del tema da parte tua e come la "casa d'altri" diventi gradualmente casa propria. Il finale è guidato dai piccoli indizi che lasci nel testo, e ciò ha reso l'evoluzione molto naturale. Forse più spazio avrebbe sicuramente giovato al testo, perché l'evoluzione appare sotto forma di frammenti d'immagine e forse per questo ho fatto più difficoltà a empatizzare totalmente con Lilia.
Ciò che ti segnalo invece è che riveli l'età (che è un fattore importante soprattutto in questo contesto) troppo tardi. Per tutto il tempo mi ero immaginata una bambina più piccola, e ho dovuto rileggere da capo per godere meglio del testo.
Ho anche trovato i dialoghi in alcune parti un po' finti (la direttrice è tutta tesoruccio-cara-tesoro-amore-cuore-sole), mentre fuori dal dialogo il testo mi è piaciuto di più.
Morena


Ciao,
grazie degli appunti!
Buona edition.
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Re: Il mio segno

Messaggio#15 » lunedì 25 ottobre 2021, 21:36

Giovanni Attanasio ha scritto:Ma come, ti accorgi della " questione coppia" ma me la prendi come cosa negativa? Bruto :P
La "coppia" è stata pianificata come un personaggio unico sin dal principio, difatti non viene mai nominata se non al plurale (salvo qualche errore, ma non mi pare) sino al momento finale in cui lei li distingue come due entità: mamma e papà. Nella mia mente, e poi con la voce del personaggio, volevo che si capisse che lei non ha percepizione di quegli individui se non come una coppia sconosciuta con cui vuole avere poco a che fare. Almeno sino a quando non ottiene la sua "rivelazione" di aver lasciato un marchio in casa, di far parte di una famiglia e allora si apre a loro.


Ok ho capito la tua intenzione.
Grazie per il bruto :D

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Andrea Furlan
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Re: Il mio segno

Messaggio#16 » mercoledì 27 ottobre 2021, 0:45

Ciao Giovanni,
Complimenti per questo racconto delicato e potente al tempo stesso, costruito con attenzione. Mi è piaciuta soprattutto l'evoluzione della protagonista che hai saputo rendere con i giusti tempi e accurati tocchi di pennello. Devo dire che alcune parti mi hanno un po' disorientato (ad esempio quando vede la coppia come un essere bicefalo o la direttrice come una rana): potrebbero starci come immaginario di una bambina, ma non essendo ripresi nel resto del testo ho fatto fatica a collocarli nell’insieme e mi hanno un po’ distratto. Tema azzeccato al 100%. Nel complesso una buona prova, bravo!

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Re: Il mio segno

Messaggio#17 » mercoledì 27 ottobre 2021, 10:41

Andrea Furlan ha scritto:Ciao Giovanni,
Complimenti per questo racconto delicato e potente al tempo stesso, costruito con attenzione. Mi è piaciuta soprattutto l'evoluzione della protagonista che hai saputo rendere con i giusti tempi e accurati tocchi di pennello. Devo dire che alcune parti mi hanno un po' disorientato (ad esempio quando vede la coppia come un essere bicefalo o la direttrice come una rana): potrebbero starci come immaginario di una bambina, ma non essendo ripresi nel resto del testo ho fatto fatica a collocarli nell’insieme e mi hanno un po’ distratto. Tema azzeccato al 100%. Nel complesso una buona prova, bravo!


Ciao!
Sì posso immaginare come quella parte della rana sia un po' un azzardo, ma sono convinto che non serva essere bambine per fare pensieri del genere (altrimenti significa che sono una bambina, che poi oh, niente di male a essere un po' bimbi). Per il resto grazie! Prossimo testo simile vedrò di chiarire l'età in qualche modo non cheesy.
Buona edition!
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Shanghai Kid
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Re: Il mio segno

Messaggio#18 » mercoledì 27 ottobre 2021, 17:33

Ciao Giovanni, innanzitutto piacere di conoscerti e di averti letto.
“«Di’ loro che ho una malattia terminale e che crepo domani.»” non mi piace ne convince molto per due motivi: 1. stona moltissimo con la situazione che stai presentando, ma questo potrebbe essere anche voluto e potrebbe incuriosire il lettore, e qui subentra la seconda questione: 2. Questo modo così burbero è tanto inflazionato da sembrarmi sempre falso, una sorta di frase pre confezionata che serva a delineare il solito personaggio ruvido. Avrei preferito forse una soluzione più creativa, meno sentita insomma.
Tutto il secondo paragrafo mi risulta confuso, difficile da capire e questo continua a interrompere la mia sospensione dell’incredulità.
Anche nel terzo paragrafo rilevo le stesse questioni: il modo in cui vuoi fare apparire rude Lilia la rende stereotipata, oltre che antipatica, nel senso che si fatica davvero a empatizzare con lei. I dialoghi non mi sembrano verosimili fino in fondo.
L’inizio del paragrafo successivo, invece, mi stava piacendo molto, già a partire dall’incipit: “Le foglie degli alberi si fanno rosse, il tramonto più rosso di loro.”: la prima vera immagine vivida nella mia testa in questa lettura. Anche il particolare del cuscino mi è piaciuto, solo mi sembra descritta un po’ frettolosamente la sua chiusura, la sua fatica a far parte di quella famiglia. Forse è una questione di caratteri e tempo.
Il finale mi è piaciuto, è bello e delicato, ma il cambiamento è così repentino da non convincermi.
Capisco possa trattarsi di una questione di spazio, tuttavia ti dilunghi molto sulle resistenze di Lilia e, all’improvviso, la fai cambiare totalmente. L’idea è buona, lo stile anche - lavorerei un po’ sui dialoghi - ma la struttura, a mio avviso, ti ha un po’ penalizzato.
A rileggerti presto comunque, è stato un piacere.

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Re: Il mio segno

Messaggio#19 » mercoledì 27 ottobre 2021, 23:54

Shanghai Kid ha scritto:Ciao Giovanni, innanzitutto piacere di conoscerti e di averti letto.
“«Di’ loro che ho una malattia terminale e che crepo domani.»” non mi piace ne convince molto per due motivi: 1. stona moltissimo con la situazione che stai presentando, ma questo potrebbe essere anche voluto e potrebbe incuriosire il lettore, e qui subentra la seconda questione: 2. Questo modo così burbero è tanto inflazionato da sembrarmi sempre falso, una sorta di frase pre confezionata che serva a delineare il solito personaggio ruvido. Avrei preferito forse una soluzione più creativa, meno sentita insomma.
Tutto il secondo paragrafo mi risulta confuso, difficile da capire e questo continua a interrompere la mia sospensione dell’incredulità.
Anche nel terzo paragrafo rilevo le stesse questioni: il modo in cui vuoi fare apparire rude Lilia la rende stereotipata, oltre che antipatica, nel senso che si fatica davvero a empatizzare con lei. I dialoghi non mi sembrano verosimili fino in fondo.
L’inizio del paragrafo successivo, invece, mi stava piacendo molto, già a partire dall’incipit: “Le foglie degli alberi si fanno rosse, il tramonto più rosso di loro.”: la prima vera immagine vivida nella mia testa in questa lettura. Anche il particolare del cuscino mi è piaciuto, solo mi sembra descritta un po’ frettolosamente la sua chiusura, la sua fatica a far parte di quella famiglia. Forse è una questione di caratteri e tempo.
Il finale mi è piaciuto, è bello e delicato, ma il cambiamento è così repentino da non convincermi.
Capisco possa trattarsi di una questione di spazio, tuttavia ti dilunghi molto sulle resistenze di Lilia e, all’improvviso, la fai cambiare totalmente. L’idea è buona, lo stile anche - lavorerei un po’ sui dialoghi - ma la struttura, a mio avviso, ti ha un po’ penalizzato.
A rileggerti presto comunque, è stato un piacere.


Ciao e grazie per gli appunti.
Buona edition.
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Re: Il mio segno

Messaggio#20 » martedì 2 novembre 2021, 15:00

Sai che ho faticato tantissimo con la prima frase? Quel "può essere solo la direttrice" seguito dal passaggio alla terza con riferimento a Ilia mi ha fatto pensare da subito alla presenza di un terzo personaggio, il pdv vero e proprio in scena. Poi ok, ho risolto, ma continua a non piacermi per nulla e a risultarmi un utilizzo piuttosto stonato. My due cents, magari è solo una mia percezione distorta e non funziona solo con il sottoscritto. Detto questo, ci vuoi fare vedere il mondo attraverso le percezioni di Ilia, ma arrivo alla fine e mi sento non pienamente soddisfatto nonostante il lavoro sia indiscutibilmente buono. Azzardo una spiegazione: la coppia si presenta come direttrice a due teste, questo è decisamente significativo di una stramba e sviluppata fantasia di Ilia che, però, non mantieni allo stesso livello nel prosieguo, normalizzandola fin troppo fin da subito ed ecco che in molti hanno pensato che il cambiamento finale avvenisse in modo troppo repentino: io penso che sia perché glielo fai fare subito nel descrivere il suo modo di percepire. Insomma, dovevi pigiare sull'acceleratore invece di frenare, portarci fin dentro il bizzarro mondo mentale di Ilia per poi cominciare gradatamente a destrutturarlo fino a farlo (non del tutto, sarebbe un problema) coincidere con la realtà e quindi con l'accettazione della stessa. Fammi sapere cosa ne pensi. Tema ben declinato. Per me questo è un pollice tendente al positivo in modo brillante anche se non solido per quanto detto (quanto mi piace questo nuovo pollice). :)

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Re: Il mio segno

Messaggio#21 » martedì 2 novembre 2021, 16:24

antico ha scritto:Sai che ho faticato tantissimo con la prima frase? Quel "può essere solo la direttrice" seguito dal passaggio alla terza con riferimento a Ilia mi ha fatto pensare da subito alla presenza di un terzo personaggio, il pdv vero e proprio in scena. Poi ok, ho risolto, ma continua a non piacermi per nulla e a risultarmi un utilizzo piuttosto stonato. My due cents, magari è solo una mia percezione distorta e non funziona solo con il sottoscritto. Detto questo, ci vuoi fare vedere il mondo attraverso le percezioni di Ilia, ma arrivo alla fine e mi sento non pienamente soddisfatto nonostante il lavoro sia indiscutibilmente buono. Azzardo una spiegazione: la coppia si presenta come direttrice a due teste, questo è decisamente significativo di una stramba e sviluppata fantasia di Ilia che, però, non mantieni allo stesso livello nel prosieguo, normalizzandola fin troppo fin da subito ed ecco che in molti hanno pensato che il cambiamento finale avvenisse in modo troppo repentino: io penso che sia perché glielo fai fare subito nel descrivere il suo modo di percepire. Insomma, dovevi pigiare sull'acceleratore invece di frenare, portarci fin dentro il bizzarro mondo mentale di Ilia per poi cominciare gradatamente a destrutturarlo fino a farlo (non del tutto, sarebbe un problema) coincidere con la realtà e quindi con l'accettazione della stessa. Fammi sapere cosa ne pensi. Tema ben declinato. Per me questo è un pollice tendente al positivo in modo brillante anche se non solido per quanto detto (quanto mi piace questo nuovo pollice). :)


Ciao.
Penso che la tua interpretazione del problema non è male. O accelerare sul suo mondo distorto, o rimuovere del tutto il mondo distorto: una delle due. Se l'utilizzo stonato è solo per quella frase specifica, ci può stare. Forse calare subito un pensiero, che sia indiretto libero o meno, può destabilizzare. Nella mia idea la coppia funzionava come unica entità, e questo credo funzioni bene. Quello che avrei dovuto realizzare meglio è il pacing, un pochetto, e fornire qualche indizio ancora più chiaro di un suo "cedimento" sin dal momento in cui questi specifici genitori restano ad aspettarla per due ore (cosa che non era mai successa).
Alla fine, questa è una storia che volevo scrivere perché l'idea è arrivata subito e mi piaceva troppo per scartarla e scrivere qualche banalità con "più chance di vincere".
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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