Tom

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 18 ottobre 2021 con un tema di Luca Cristiano!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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Alvin Miller
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Tom

Messaggio#1 » lunedì 18 ottobre 2021, 23:31

Il signor Molina estrae dal portafoglio una banconota da cento. La piega a metà e me la allunga. «Eccoti un anticipo, gli altri li avrai al nostro ritorno, se tutto andrà bene.»
Li accetto e me li infilo nel fondo della tasca. Quattrocento dollari per una sola notte di baby-sitting, amo questo quartiere.
La signora Molina mi agguanta per le spalle, emana un profumo che mi scava fino al cervello. «Eric, ti ricordi la regola, vero?»
«Certo. Tom rimarrà chiuso nella sua stanza fino alle nove di sera—»
«Nove e mezza!» I suoi occhi sono due palle che spingono per uscire.
«Nove e mezza, sì. Io fino a quell’ora posso fare quello che voglio.»
«E dopo?»
Il signor Molina apre la portiera della loro coupé di lusso. «Cara, dagli tregua. È un ragazzo in gamba, se la caverà. Vero, Eric?»
Alzo la mano in un saluto militare. «Signori, sissignori!»
La donna si morde le labbra e mi inchioda con i suoi occhi dubbiosi, si gira e raggiunge il marito.
«Saremo di ritorno domattina. Contiamo su di te!» Il signor Molina fa accomodare la moglie in auto. Entra anche lui e pochi secondi dopo il motore romba con la forza dei suoi non-so-quanti cavalli.

***

Di solito le case dei ricchi sono abbastanza spoglie, tutte feng shui e cose così, ma i Molina devono avere una predilezione per il bianco, dai muri, ai pavimenti, alla mobilia. Non capisco, hanno la fobia dello sporco?
Ho fame, mi dirigo in cucina. Tutto bianco pure qui, a parte il banco da lavoro in marmo grigio. Sopra c’è una lettera con un testo in grafia femminile:

“A Tom piace girare per casa dalle nove e mezza in poi. Qualsiasi cosa faccia, non rivolgerti a lui. Non guardarlo nemmeno finché non torna nella sua stanza”.

Ancora questa regola, bah. Straccio la lettera.
In frigo c’è un piatto con tre sandwich al prosciutto, sopra c’è un post-it col mio nome. Gentili, ma penso che mi ordinerò una pizza stasera. Magari invito pure Tom, se gli va. Se ho capito i genitori, devono essere tipi da studio intensivo. Capaci che lo blindino in stanza a studiare tutto il giorno, per poi concedergli un’ora di libertà solo la sera.
Sai che c’è? Andiamo a conoscerlo.
Salgo al piano superiore, i Molina dicevano che la sua stanza si trovava… eccola, ricordavo bene!
Busso alla porta, ma non ottengo reazione. Ritento, un grugnito rumoreggia dall’altra parte. Arretro.
Questo è strano, ci vive un animale? Oppure… non sarà che Tom ha qualche problema di mente? Forse quelle assurde regole servono a questo. Che cretino, ci dovevo pensare.
Ci metto un attimo ad accorgermene, ma la porta si è aperta di uno spiraglio e lascia intravvedere l’oscurità che c’è dentro. Questa situazione non mi piace per niente.
Qualcosa fa capolino dallo spiraglio: una testa pallida, con un muso allungato e parzialmente coperto da lunghi capelli neri. Un occhietto tondo e nero mi fissa dentro un’orbita incavata.
Grugnisce ancora, questa volta il suono è distinto, e non è umano.
Cosa diavolo è?
Fanculo, io non ci resto qui!
Mi lancio giù dalle scale, due gradini per volta.
Tom lancia un urlo atroce. La porta della sua stanza sbatte.
Scendo al piano terra. Devo raggiungere l’uscita! Andarmene da qui, fanculo i soldi, fanculo tutto!
Tonfi pesanti sui gradini, lamenti che sembrano muggiti di un bovino.
È veloce… mi prenderà… devo scappare… devo. Un’artigliata alla schiena, mi schianto contro un muro, cado su una specie di vaso.
Non respiro, non capisco più nulla!
La creatura… Tom, mi viene incontro. Alto più di due metri, arti lunghissimi, dita come rami di un albero, ma è la faccia la cosa peggiore.
«Cosa sei… che cazzo di demonio ha ingravidato quella puttana di tua madre?!»
Mi rimetto in piedi, del sangue ha imbrattato il pavimento.
Gli allungo un pugno, lui lo devia con la sua manaccia e mi sferza la faccia con gli artigli.
Di nuovo a terra. Il viso mi brucia tutto, non vedo più niente dall’occhio sinistro.
Tom si china su di me e mi flagella su tutto il corpo.
Una volta… due… tre…
Il sangue si sparge ovunque.
Ora capisco perché…
Sputo sangue.
Perché quelle pareti bianche…


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antico
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Re: Tom

Messaggio#2 » lunedì 18 ottobre 2021, 23:37

Ciao Alvin! Caratteri e tempo ok anche per te, buona Luca Cristiano Edition!

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Antonio Pilato
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Re: Tom

Messaggio#3 » martedì 19 ottobre 2021, 11:26

Ciao Alvin, una storia terrificante che ripercorre anche qualche cliché del cinema degli anni ’90.
La scrittura è corretta e il tema del contest mi sembra rispettato, ma manca qualcosa di creativo a questa trama che, secondo me, nel finale non sei riuscito a far emergere del tutto: carina l’idea delle pareti bianche, ma non mi è bastata per far crescere dentro di me la rispettosa inquietudine che, credo, volessi suscitare in chi ti leggesse.

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Alvin Miller
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Re: Tom

Messaggio#4 » mercoledì 20 ottobre 2021, 17:54

Antonio Pilato ha scritto:Ciao Alvin, una storia terrificante che ripercorre anche qualche cliché del cinema degli anni ’90.
La scrittura è corretta e il tema del contest mi sembra rispettato, ma manca qualcosa di creativo a questa trama che, secondo me, nel finale non sei riuscito a far emergere del tutto: carina l’idea delle pareti bianche, ma non mi è bastata per far crescere dentro di me la rispettosa inquietudine che, credo, volessi suscitare in chi ti leggesse.


Ciao Antonio!
Io stesso avevo idee più creative per il racconto. Mi ero immaginato una situazione d'assedio più duratura, avevo persino immaginato che Tom si sarebbe mosso per casa come un ragno, arrampicandosi sulle pareti verticali e sui soffitti. Ma ho cominciato a vedere il contatore delle battute scendere, e ho deciso di mettere a frutto i consigli che mi stanno dando in molti da quando ho iniziato a partecipare: scala di una marcia la fantasia e concludi la storia senza lasciare niente in sospeso. E così ho fatto.
Ho voluto dare a Tom un aspetto molto classico, da creepypasta, perché così avrei trasmesso ai lettori un'immagine facile da visualizzare e ho puntato su un unico effetto sorpresa, facendo in modo che il protagonista si ficcasse da solo nei guai, quando sarebbe stato facile fargli fallire la prova e chiudere lì la storia.

Dopo tante critiche sul fatto che ho un'immaginazione troppo sfrenata per l'arena di MC, ora invece sto pagando lo scotto per una storia più banale. Non si può accontentare tutti, ormai ci ho fatto il callo xD
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Laura Calagna
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Re: Tom

Messaggio#5 » mercoledì 20 ottobre 2021, 21:18

Ciao, Alvin, piacere di conoscerti!

Per ora è il racconto che mi è piaciuto di più. Non l'ho trovato banale, anche perché in quattro ore stimo moltissimo chi riesce a buttarci dentro roba originale e a mescolarla bene.
L'ho trovato composto di due parti: la prima lenta e la seconda molto più dinamica, che ho apprezzato di più specie perché hai reso vivida l'azione e l'emozione della voce narrante. Avrei allungato questa e snellito un po' la prima, ma è un mio gusto personale (di base non amo i racconti divisi in scene ma qui la scelta è azzeccata).
PS. All'inizio pensavo che Tom fosse un tasso, magari lo è solo in versione gigante. Mi sta simpatico, vorrei avere un Tom all'occorrenza per certi soggetti (non ditelo in giro, mi raccomando).
A presto!

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Alvin Miller
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Re: Tom

Messaggio#6 » mercoledì 20 ottobre 2021, 22:41

Laura Calagna ha scritto:Ciao, Alvin, piacere di conoscerti!

Per ora è il racconto che mi è piaciuto di più. Non l'ho trovato banale, anche perché in quattro ore stimo moltissimo chi riesce a buttarci dentro roba originale e a mescolarla bene.
L'ho trovato composto di due parti: la prima lenta e la seconda molto più dinamica, che ho apprezzato di più specie perché hai reso vivida l'azione e l'emozione della voce narrante. Avrei allungato questa e snellito un po' la prima, ma è un mio gusto personale (di base non amo i racconti divisi in scene ma qui la scelta è azzeccata).
PS. All'inizio pensavo che Tom fosse un tasso, magari lo è solo in versione gigante. Mi sta simpatico, vorrei avere un Tom all'occorrenza per certi soggetti (non ditelo in giro, mi raccomando).
A presto!


Ciao Laura, grazie per il feedback. Pensa che io temevo che la prima parte fosse troppo rapida! È proprio vero che siam tutti diversi.
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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Tom

Messaggio#7 » venerdì 22 ottobre 2021, 9:33

Ciao Alvin
Da questo mese ho deciso di commentare i racconti segnando a lato del testo le mie note “a caldo”, col commento vero e proprio lasciato in fondo.


Il signor Molina estrae dal portafoglio una banconota da cento. La piega a metà e me la allunga. «Eccoti un anticipo, gli altri li avrai al nostro ritorno, se tutto andrà bene.»
Li accetto e me li infilo nel fondo della tasca. Quattrocento dollari per una sola notte di baby-sitting, amo questo quartiere.
La signora Molina mi agguanta per le spalle, emana un profumo che mi scava fino al cervello. «Eric, ti ricordi la regola, vero?»
«Certo. Tom rimarrà chiuso nella sua stanza fino alle nove di sera—» [Avrei spezzato il dialogo a “se—”, così da rendere meglio l’interruzione e l’ansia emanata dalla donna.]
«Nove e mezza!» I suoi occhi sono due palle che spingono per uscire.
«Nove e mezza, sì. Io fino a quell’ora posso fare quello che voglio.»
«E dopo?»
Il signor Molina apre la portiera della loro coupé di lusso. «Cara, dagli tregua. È un ragazzo in gamba, se la caverà. Vero, Eric?»
Alzo la mano in un saluto militare. «Signori, sissignori!» [Ammetto di non aver mai sentito questa versione alternativa di “Signor sì, signore/i”. Voluta o lapsus?]
La donna si morde le labbra e mi inchioda con i suoi occhi dubbiosi, si gira e raggiunge il marito.
«Saremo di ritorno domattina. Contiamo su di te!» [Punto esclamativo superfluo, in quanto l’uomo appare fin qui calmo e rilassato e il punto esclamativo esprime l’esatto contrario.] Il signor Molina fa accomodare la moglie in auto. Entra anche lui e pochi secondi dopo il motore romba con la forza dei suoi non-so-quanti cavalli.

***

Di solito le case dei ricchi sono abbastanza spoglie, tutte feng shui e cose così, ma i Molina devono avere una predilezione per il bianco, dai muri, ai pavimenti, alla mobilia. Non capisco, hanno la fobia dello sporco? [Mi sfugge il nesso tra predilezione per il bianco e fobia per lo sporco. O meglio, lo capisco, ma non mi trova d’accordo, in quanto il bianco negli ultimi anni è diventato uno dei colori più di moda nell’interior design con la sempre maggior diffusione del minimalismo, ragion per cui lo collego più a una questione estetica che di fobia per lo sporco.]
Ho fame, mi dirigo in cucina. Tutto bianco pure qui, a parte il banco da lavoro in marmo grigio. [Elemento contraddittorio. Se volevi creare un ambiente “inquietante” avrei descritto un marmo bianco con vene di un grigio lieve, quasi invisibili] Sopra c’è una lettera con un testo in grafia femminile:

“A Tom piace girare per casa dalle nove e mezza in poi. Qualsiasi cosa faccia, non rivolgerti a lui. Non guardarlo nemmeno finché non torna nella sua stanza”.

Ancora questa regola, bah. Straccio la lettera.
In frigo c’è un piatto con tre sandwich al prosciutto, sopra c’è un post-it col mio nome. Gentili, ma penso che mi ordinerò una pizza stasera. Magari invito pure Tom, se gli va. Se ho capito i genitori, devono essere tipi da studio intensivo. Capaci che lo blindino in stanza a studiare tutto il giorno, per poi concedergli un’ora di libertà solo la sera.
Sai che c’è? Andiamo a conoscerlo.
Salgo al piano superiore, i Molina dicevano che la sua stanza si trovava… eccola, ricordavo bene!
Busso alla porta, ma non ottengo reazione. Ritento, un grugnito rumoreggia dall’altra parte. Arretro.
Questo è strano, ci vive un animale? Oppure… non sarà che Tom ha qualche problema di mente? Forse quelle assurde regole servono a questo. Che cretino, ci dovevo pensare.
Ci metto un attimo ad accorgermene, ma la porta si è aperta di uno spiraglio e lascia intravvedere l’oscurità che c’è dentro. Questa situazione non mi piace per niente. [Quest’ultima frase sembra un’imboccata da parte del narratore (in questo caso anche protagonista) volta a far provare al lettore le stesse sensazioni del personaggio. Il problema è che il più delle volte simili passaggi appaiono forzati, se non proprio esterni alla narrazione vera e propria, in quanto non mostri gli effetti della precedente azione (che è un’azione CONCRETA), ma dai direttamente un giudizio su tali effetti.]
Qualcosa fa capolino dallo spiraglio: una testa pallida, con un muso allungato e parzialmente coperto da lunghi capelli neri. [In che senso parzialmente? Sono tutti da un lato? Oppure ha una pelata che s’interrompe con una coda di cavallo? Esistono infinite alternative, ma quell’avverbio buttato lì non permette di visualizzare nulla, lasciando al lettore l’onere di immaginarsi la sua versione, versione che quasi sicuramente sarà diversa a quella che tu, autore, hai in mente e che pertanto rischia di cozzare con qualche futuro passaggio che riprenda in mano il dettaglio dei capelli. Detto questo, in un contest fondato su un limite di caratteri molto stretto, capisca la necessità di dover stringere sui dettagli tavolta.] Un occhietto tondo e nero mi fissa dentro un’orbita incavata.
Grugnisce ancora, questa volta il suono è distinto, e non è umano.
Cosa diavolo è?
Fanculo, io non ci resto qui!
Mi lancio giù dalle scale, due gradini per volta.
Tom lancia un urlo atroce. La porta della sua stanza sbatte.
Scendo al piano terra. Devo raggiungere l’uscita! Andarmene da qui, fanculo i soldi, fanculo tutto!
Tonfi pesanti sui gradini, lamenti che sembrano muggiti di un bovino.
È veloce… mi prenderà… devo scappare… devo. Un’artigliata alla schiena, mi schianto contro un muro, cado su una specie di vaso.
Non respiro, non capisco più nulla!
La creatura… Tom, mi viene incontro. Alto più di due metri, arti lunghissimi, dita come rami di un albero, ma è la faccia la cosa peggiore.
«Cosa sei… che cazzo di demonio ha ingravidato quella puttana di tua madre?!»
Mi rimetto in piedi, del sangue ha imbrattato il pavimento.
Gli allungo un pugno, lui lo devia con la sua manaccia e mi sferza la faccia con gli artigli.
Di nuovo a terra. Il viso mi brucia tutto, non vedo più niente dall’occhio sinistro.
Tom si china su di me e mi flagella su tutto il corpo.
Una volta… due… tre…
Il sangue si sparge ovunque.
Ora capisco perché…
Sputo sangue.
Perché quelle pareti bianche…

COMMENTO FINALE
Ciao Alvin.
È da un po’ che non mi capitava di doverti commentare. Come anche nelle precedenti occasioni, noto una certa predilezione verso le situazioni “weird”, a prescindere dal macrogenere, il che non può che solleticare i miei gusti.
Ho tuttavia trovato questo racconto poco equilibrato. Parti molto bene (forse il miglior setting letto finora nel tuo gruppo), presentando al lettore una situazione che, per quanto non originalissima, riesce nello sporco lavoro d’inquietare il lettore quel tanto che basta (o almeno così è stato per me), pur facendo presagire le peggio cose al protagonista.
Poi però arriva la seconda parte, dove tutto ciò predetto si avvera in maniera precisa. Il lettore si aspettava un mostro? E tu gli dai un mostro. Il lettore prevedeva una brutta fine per il protagonista? E tu infatti lo uccidi. Insomma, manca quel guizzo capace di distinguere questo racconto da una normalissima ghost story da falò al campeggio.
Riguardo la trama non mi è poi chiara una cosa, ed è un dettaglio che mi fa molto occasione mancata. I Molina dicono che il figlio dopo le 9:30 potrà uscire dalla camera, ma che il protagonista non dovrà interagire con lui. Perché? Se davvero si tratta di un mostro, come potevano i Molina anche solo pensare che il protagonista potesse accettare la sua presenza senza batter ciglio? Unica risposta che mi sono dato è che in verità il protagonista sia stato pagato per fare a sua insaputa da cena, ma è questa un’informazione che aggiungo io, lettore, senza però trovarci nessun indizio esplicito.
Insomma, ottima la prima parte, sotto la sufficienza la seconda. Rimane per ora quella sensazione, già espressa nei nostri precedenti incontri, di una qualche difficoltà nel gestire i finali. Ribadisco però anche il mio pensiero al riguardo: continuo a vedere nella tua penna un ottimo potenziale che ha bisogno solo di trovare la giusta storia per potersi esprimere al meglio.
Alla prossima.
lupus in fabula

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Alvin Miller
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Re: Tom

Messaggio#8 » venerdì 22 ottobre 2021, 19:29

Alessandro -JohnDoe- Canella ha scritto:Ciao Alvin
Da questo mese ho deciso di commentare i racconti segnando a lato del testo le mie note “a caldo”, col commento vero e proprio lasciato in fondo.

Ciao Alvin.
È da un po’ che non mi capitava di doverti commentare. Come anche nelle precedenti occasioni, noto una certa predilezione verso le situazioni “weird”, a prescindere dal macrogenere, il che non può che solleticare i miei gusti.
Ho tuttavia trovato questo racconto poco equilibrato. Parti molto bene (forse il miglior setting letto finora nel tuo gruppo), presentando al lettore una situazione che, per quanto non originalissima, riesce nello sporco lavoro d’inquietare il lettore quel tanto che basta (o almeno così è stato per me), pur facendo presagire le peggio cose al protagonista.
Poi però arriva la seconda parte, dove tutto ciò predetto si avvera in maniera precisa. Il lettore si aspettava un mostro? E tu gli dai un mostro. Il lettore prevedeva una brutta fine per il protagonista? E tu infatti lo uccidi. Insomma, manca quel guizzo capace di distinguere questo racconto da una normalissima ghost story da falò al campeggio.
Riguardo la trama non mi è poi chiara una cosa, ed è un dettaglio che mi fa molto occasione mancata. I Molina dicono che il figlio dopo le 9:30 potrà uscire dalla camera, ma che il protagonista non dovrà interagire con lui. Perché? Se davvero si tratta di un mostro, come potevano i Molina anche solo pensare che il protagonista potesse accettare la sua presenza senza batter ciglio? Unica risposta che mi sono dato è che in verità il protagonista sia stato pagato per fare a sua insaputa da cena, ma è questa un’informazione che aggiungo io, lettore, senza però trovarci nessun indizio esplicito.
Insomma, ottima la prima parte, sotto la sufficienza la seconda. Rimane per ora quella sensazione, già espressa nei nostri precedenti incontri, di una qualche difficoltà nel gestire i finali. Ribadisco però anche il mio pensiero al riguardo: continuo a vedere nella tua penna un ottimo potenziale che ha bisogno solo di trovare la giusta storia per potersi esprimere al meglio.
Alla prossima.


Caro Alessandro, verrà il giorno in cui riuscirò a incanalare il mio stile nello spazio che di solito dovrebbe servire per fare a malapena un set-up decente. Non c'è da fare grandi riflessioni sul perché la seconda parte abbia quei problemi: stavo scrivendo bello e contento quando mi sono accorto che, per l'ennesima volta, mi stava per esaurire lo spazio. Quindi, con una paraculata degna di un atleta olimpionico ho trovato il modo di dirottarla verso la "ghost story" tradizionale e ho cercato di dare una conclusione al tutto.

Comunque i tuoi commenti li apprezzo sempre e quasi quasi vorrei che mi commentassi in tutte le edizioni. Mi stai anche facendo capire che come autore ho del potenziale, e che dovrei scrivere senza imbrigliarmi nei limiti di carattere. Ma MC è fatto così e ahime, sono io quello che si deve adattare.

Ti rispondo alla cosa del "Signori, sissignori". Era voluta, o meglio: mi è uscita così e mi piaceva, quindi l'ho lasciata.

Spero di vedere i tuoi commenti anche in futuro.
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Dario17
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Re: Tom

Messaggio#9 » domenica 24 ottobre 2021, 11:53

Pezzo scritto con buona prosa e buon equilibrio tra descrizioni, flusso interno e dialoghi.
Mi ha ricordato molto l'immaginario e il tema classico da Piccoli Brividi in cui non era raro beccare l'incrocio tra la quotidianità americana e i tipici mostri dell'immaginario fiabesco.
Ci ho visto anche un po' di Gremlins-
Mi è piaciuto il fatto che hai cmq chiuso il discorso delle pareti bianche, anche se Tom ci arriva tra la vita e la morte ed è un clichè di Minuti Contati visto e rivisto purtroppo...
Vabbè, tutto precipita in maniera molto rapida per creare del conflitto il prima possibile, ma non è di certo un peccato mortale in 4000 caratteri.
Tema ok.

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Luca Nesler
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Re: Tom

Messaggio#10 » lunedì 25 ottobre 2021, 16:18

Ciao Alvin, racconto divertente ma che ha un grosso problema di premessa: chi affiderebbe una belva del genere a un ragazzo per uscire la sera, sperando che quello non lo guardi nemmeno, solo perché gli è stato detto? Sembra una di quelle cose che funzionerebbe in un B movie anni '80. Qualcosa tipo non dargli da mangiare dopo mezzanotte e non bagnarli...
Anche l'idea che Eric sia un baby sitter abituale per Tom rende la vicenda meno credibile e, per questo, meno coinvolgente.
Il livello stilistico è alto. Verso la fine l'immersione diventa un po' forzata quando la percezione del mondo da parte di Eric rimane più o meno la stessa, cioè non sembra essere alterata da dolore e paura: conta i gradini, per esempio, o si ferma a considerare da quale occhio non vede o il perché delle pareti bianche (dettaglio, peraltro interessante!) ma sono piccolezze.
Ci sono un altro paio di cose su cui forse si può discutere.

"Alzo la mano in un saluto militare." Alzo la mano mi fa pensare a un saluto qualunque. Forse "porto la mano alla fronte" sarebbe stato più chiaro.

"Busso alla porta, ma non ottengo reazione."
quel "ma non ottengo" è una conseguenza, un'interpretazione di ciò che accade riassunta dal pdv per il lettore. Così come "Ci metto un attimo ad accorgermene".

E già che ci siamo aggiungerei "Qualcosa fa capolino dallo spiraglio: una testa pallida". Qui Eric sembra non capire subito cosa è emerso, ma i due punti suggeriscano invece che l'abbia capito e ora ce lo stia spiegando. Un effetto diverso si sarebbe ottenuto sostituendo i due punti con un punto fermo.

"È veloce… mi prenderà… devo scappare… devo." Per rendere il ritmo sincopato e angoscioso non sarebbe meglio usare il punto? I punti di sospensione allungano la percezione del tempo e ottieni il contrario della concitazione. In più qui non ci sono sospensioni implicite.

Al netto di queste piccolezze, testo ottimamente scritto.
Alla prossima!

FilippoR
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Re: Tom

Messaggio#11 » lunedì 25 ottobre 2021, 16:21

Ciao Alvin,
il racconto in sé mi è piaciuto, forse un po' troppo scontato ma l'ho letto volentieri.
Alcune frasi però mi sono sembrate strane:
"Li accetto e me li infilo" più che li accetto vi avrei visto un li prendo, perché riesco a visualizzare meglio la scena.
"La signora Molina mi agguanta per le spalle," Sono tornato indietro per vedere se non mi fossi sbagliato in quanto prima vi era il signor Molina, ci sta che ci fosse anche la moglie ma avrei chiarito meglio la sua presenza.
"«Cosa sei… che cazzo di demonio ha ingravidato quella puttana di tua madre?!»" questa frase l'ho trovata fuori luogo, non per il linguaggio ma per la situazione, è scappato di corsa dalla creatura mentre ora sembra abbastanza tranquillo da fare la battuta, anche se potrebbe essere una reazione allo shock ora che ci penso.
"ma è la faccia la cosa peggiore." in questo caso mi aspettavo una qualche descrizione che però non c'è stata, avrei apprezzato qualche dettaglio.
Mi è piaciuto il collegamento delle pareti bianche all'inizio e alla fine del racconto.
Buon proseguimento e alla prossima!

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Alvin Miller
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Re: Tom

Messaggio#12 » lunedì 25 ottobre 2021, 18:30

Luca Nesler ha scritto:Ciao Alvin, racconto divertente ma che ha un grosso problema di premessa: chi affiderebbe una belva del genere a un ragazzo per uscire la sera, sperando che quello non lo guardi nemmeno, solo perché gli è stato detto? Sembra una di quelle cose che funzionerebbe in un B movie anni '80. Qualcosa tipo non dargli da mangiare dopo mezzanotte e non bagnarli...
Anche l'idea che Eric sia un baby sitter abituale per Tom rende la vicenda meno credibile e, per questo, meno coinvolgente.
Il livello stilistico è alto. Verso la fine l'immersione diventa un po' forzata quando la percezione del mondo da parte di Eric rimane più o meno la stessa, cioè non sembra essere alterata da dolore e paura: conta i gradini, per esempio, o si ferma a considerare da quale occhio non vede o il perché delle pareti bianche (dettaglio, peraltro interessante!) ma sono piccolezze.
Ci sono un altro paio di cose su cui forse si può discutere.

"Alzo la mano in un saluto militare." Alzo la mano mi fa pensare a un saluto qualunque. Forse "porto la mano alla fronte" sarebbe stato più chiaro.

"Busso alla porta, ma non ottengo reazione."
quel "ma non ottengo" è una conseguenza, un'interpretazione di ciò che accade riassunta dal pdv per il lettore. Così come "Ci metto un attimo ad accorgermene".

E già che ci siamo aggiungerei "Qualcosa fa capolino dallo spiraglio: una testa pallida". Qui Eric sembra non capire subito cosa è emerso, ma i due punti suggeriscano invece che l'abbia capito e ora ce lo stia spiegando. Un effetto diverso si sarebbe ottenuto sostituendo i due punti con un punto fermo.

"È veloce… mi prenderà… devo scappare… devo." Per rendere il ritmo sincopato e angoscioso non sarebbe meglio usare il punto? I punti di sospensione allungano la percezione del tempo e ottieni il contrario della concitazione. In più qui non ci sono sospensioni implicite.

Al netto di queste piccolezze, testo ottimamente scritto.
Alla prossima!


Ciao Luca. Commenti molto preziosi i tuoi, prenderò nota di tutti i suggerimenti.
Sono errori che non avrei commesso in un contesto più rilassato e con il supporto dei miei beta, ma va bene farmeli notare: devo imparare a usare meglio il Mostrato fin dalla prima stesura.
Grazie per il feedback.
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

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Alvin Miller
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Re: Tom

Messaggio#13 » lunedì 25 ottobre 2021, 18:31

FilippoR ha scritto:Ciao Alvin,
il racconto in sé mi è piaciuto, forse un po' troppo scontato ma l'ho letto volentieri.
Alcune frasi però mi sono sembrate strane:
"Li accetto e me li infilo" più che li accetto vi avrei visto un li prendo, perché riesco a visualizzare meglio la scena.
"La signora Molina mi agguanta per le spalle," Sono tornato indietro per vedere se non mi fossi sbagliato in quanto prima vi era il signor Molina, ci sta che ci fosse anche la moglie ma avrei chiarito meglio la sua presenza.
"«Cosa sei… che cazzo di demonio ha ingravidato quella puttana di tua madre?!»" questa frase l'ho trovata fuori luogo, non per il linguaggio ma per la situazione, è scappato di corsa dalla creatura mentre ora sembra abbastanza tranquillo da fare la battuta, anche se potrebbe essere una reazione allo shock ora che ci penso.
"ma è la faccia la cosa peggiore." in questo caso mi aspettavo una qualche descrizione che però non c'è stata, avrei apprezzato qualche dettaglio.
Mi è piaciuto il collegamento delle pareti bianche all'inizio e alla fine del racconto.
Buon proseguimento e alla prossima!


Ciao Filippo, vale lo stesso per te: prenderò nota dei tuoi suggerimenti. Grazie!
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Luca Nesler
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Re: Tom

Messaggio#14 » lunedì 25 ottobre 2021, 18:34

Alvin Miller ha scritto:Ciao Luca. Commenti molto preziosi i tuoi, prenderò nota di tutti i suggerimenti.
Sono errori che non avrei commesso in un contesto più rilassato e con il supporto dei miei beta, ma va bene farmeli notare: devo imparare a usare meglio il Mostrato fin dalla prima stesura.
Grazie per il feedback.


Eh, lo so. MC è così, e parte del gioco è anche commentare queste cose. Cioè, sono qui per commentare il testo, il perché poi sia così lo sappiamo tutti: 4 ore 4k...
Non sono i presupposti migliori per fare il meglio di cui si è capaci :D
Alla prossima!

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Davide_Mannucci
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Re: Tom

Messaggio#15 » martedì 26 ottobre 2021, 15:42

Ciao Alvin, credo sia la prima volta che ti commento.
Devo dire che già dall’inizio, quando accennano a questo Tom che non deve assolutamente uscire prima di una certa ora, mi ero immaginato una specie di mostro che avrebbe fatto macelli e così è stato. Tutto molto liscio e scontato ma davvero ben gestito e scritto in modo ottimo. Si sente che ti è rimasto tanto nella penna e, mannaggia alla miseria, con 2000 caratteri in più avremmo saputo perché caspita Tom non è pericoloso dopo le 21.30. O forse davvero il povero baby sitter era la cena?
Scrivi bene, non ci sono pesantezze nel tuo stile e, anche in una storia che non ha guizzi originali, riesci a tenere il lettore lì, per niente annoiato. Bravo!
Alla prossima. :)
Davide Mannucci

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Alvin Miller
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Re: Tom

Messaggio#16 » martedì 26 ottobre 2021, 17:53

Davide_Mannucci ha scritto:Ciao Alvin, credo sia la prima volta che ti commento.
Devo dire che già dall’inizio, quando accennano a questo Tom che non deve assolutamente uscire prima di una certa ora, mi ero immaginato una specie di mostro che avrebbe fatto macelli e così è stato. Tutto molto liscio e scontato ma davvero ben gestito e scritto in modo ottimo. Si sente che ti è rimasto tanto nella penna e, mannaggia alla miseria, con 2000 caratteri in più avremmo saputo perché caspita Tom non è pericoloso dopo le 21.30. O forse davvero il povero baby sitter era la cena?
Scrivi bene, non ci sono pesantezze nel tuo stile e, anche in una storia che non ha guizzi originali, riesci a tenere il lettore lì, per niente annoiato. Bravo!
Alla prossima. :)


Grazie per le tue parole, Davide. E sì, le idee migliori sono rimaste nella mia penna. Mi spiace sempre d'intrigarvi con degli spunti stimolanti e lasciarvi con un pugno di mosche proprio alla fine.
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

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Stefano.Moretto
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Re: Tom

Messaggio#17 » giovedì 28 ottobre 2021, 8:42

Ciao Alvin,
è un po' difficile commentare questo racconto, perché da un lato il finale rispetta le aspettative che crei nella prima parte, ma dall'altro lasci un senso di irrisolto. Hai sfruttato una situazione cliché del ragazzo che resta da solo con un individuo misterioso in modo da creare curiosità e aspettativa, poi hai portato in scena il mostro creando quella sensazione di "lo sapevo!", però manca qualcosa. Quando sfrutti un contesto cliché, per ottenere la massima resa devi inserire un qualche elemento originale e inaspettato, altrimenti dopo il "lo sapevo!" viene anche una forte sensazione di "ah, tutto qui?". Il mostro ce lo aspettavamo credo tutti e forse anche il fatto che il protagonista ci sarebbe rimasto secco, se avessi aggiunto un qualche elemento che avesse stravolto quest'ultimo punto sarebbe stato un bel colpo di scena. Anche perché così, come ti hanno già detto altri prima di me, rimangono veramente tanti punti in sospeso (tipo: ma quindi lui era stato chiamato lì per fare da pappa al mostro?).
Spero che il commento ti sia utile.

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Re: Tom

Messaggio#18 » domenica 31 ottobre 2021, 12:15

Faccio una piccola premessa perché ho visto che si è parlato molto dei limiti imposti da MC: l'allenamento sta proprio in quei limiti e nel sapersi adattare per dare al committente (interpretato da MC) il migliore prodotto (scusate se lo chiamo così) possibile all'interno di quei limiti. Ora, è chiaro che per riuscirci si deve cercare di ottimizzare un'idea e uno sviluppo in modo che il lettore non percepisca la presenza dei limiti stessi. Il doversi adattare in corsa è un ottimo allenamento, ma nella grande maggioranza dei casi porta a un risultato finale che si tende a giustificare con "Ah, se solo avessimo avuto tot mila caratteri in più..." Ecco, non sarebbe cambiato nulla perché in quel caso si sarebbe strutturato un altro tipo di racconto e, di nuovo, si sarebbe arrivati nella fase avanzata dello sviluppo a dovere accelerare per chiudere e, di nuovo, a pensare "Ah, se solo avessimo avuto tot mila caratteri in più". Probabilmente nei prossimi giorni posterò sul gruppo fb questa riflessione in modo da confrontarci sulla cosa.

Ma passiamo al racconto. Certo, manca uno sviluppo da wow, ma ciò che c'è è presentato bene e ha lasciato nella mia testolina quel piacevole retrogusto da AI CONFINI DELLA REALTA' che non richiede la spiegazione di tutto, ma che ha il proprio principale pregio proprio nella indeterminatezza nella quale è proposta la storia. Tutto questo per dirti che non è necessariamente un punto debole il fatto che i Molina decidano l'azzardo di lasciare il proprio FIGLIUOLO a uno sconosciuto. Ecco, semmai il problema sta nel fatto che non riesci a fare arrivare chiaro il messaggio che il ragazzo sia al suo primo impiego in casa dei Molina perche anche a me è sembrato di percepire che non fosse nuovo alla casa. Tema inserito in modo più che degno anche se senza chissà quale originalità. In buona sostanza, per me questo è un pollice quasi su e si piazza davanti al parivalutato racconto di Mantoani proprio per la questione racconto non racconto che contraddistingue l'opera del buon Matteo.

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