CASA D'ALTRI AL QUADRATO

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 18 ottobre 2021 con un tema di Luca Cristiano!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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Stefano Impellitteri
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CASA D'ALTRI AL QUADRATO

Messaggio#1 » martedì 19 ottobre 2021, 0:05

CASA D’ALTRI AL QUADRATO

Stringo la cravatta e suono, dietro la porta sento un tonfo. Dopo qualche istante mi apre una vecchietta; perfetto, questa la frego in due minuti. Sarà piena d’oro in casa. «Signora, scusi il disturbo. Sono qua per farle risparmiare sulla bollett-»

«Per li cani impestati! Mannaia a lei!» Solleva la mano avvolta da un canovaccio macchiato di sangue. «Staio cucinando e m’ha fattu tagghiare!»

Cazzo, questa adesso non mi fa entrare. «Oh, mi scusi. Posso aiutarla? Sono bravo con le medicazioni.»

«No, vada via.» Non aspetta neanche la mia risposta, sta chiudendo.

No! Sta casa non la perdo. Tocco la porta senza usare la forza. «Signora, però così mi fa preoccupare! Se non si fida di me chiamo un’ambulanza.» Le vecchiette si sentono sempre in colpa di pesare sugli altri. «Però sarebbe un peccato farli uscire se posso aiutarla io.»

La donna è indecisa, e dalle scale arrivano dei passi. Ritiro la mano, meglio lasciare perdere, sta salendo qualcuno.

«Va bene. Trasi!» Chiude la porta un attimo prima di essere visti. Bene.

È il momento di usare la carta del regionalismo, funziona sempre con le vecchiette. «Signora, che cucinava di buono? È calabrese, vero?»

La donna s’illumina. «Sugnu de Catanzaru.»

Presa! Con il sud, i cliché regionali funzionano sempre. «Mmh, solo a sentire la sua cadenza mi viene in mente la vostra soppressata e mi si apre un buco allo stomaco.» Così prima ti derubo, e poi mi faccio offrire la merenda.

La vecchina alza la mano ferita. «Me lavu e mettu u cerotto, così è tranquillo. Poi le dico io dove pigghiare a suppressa bona! S’accomodassi.» Mi indica la cucina e va in corridoio.

Sempre molto ospitali le vecchiette del sud, quasi mi dispiace. Sento la porta chiudersi e la caldaia ticchetta finché avvampa. Si sta lavando, è il momento.
Sbircio le porte aperte in corridoio, noto l’armadio in una stanza. Se c’è un posto dove le vecchiette nascondono i valori è sotto il materasso: cliché regionali. Entro rapido ma inciampo e cado sul tappeto.
Cazzo è?

Mi metto carponi: una testa spunta da sotto il letto, mi offre la nuca dai capelli neri corti. Che cazzo succede?
Mi accuccio e lo guardo in faccia. Avvicino l’orecchio: non respira.
Mi alzo, nel centro del materasso è raggruppata la bigiotteria da una parte e i gioielli veri dall’altra. Tra le collane, la foto incorniciata d’argento ha il volto sorridente del cadavere. Cazzo, quello è il padrone di casa! La vecchia sta rub-

Una fitta mi prende la schiena, poi ancora e ancora. Cado sul letto e mi rigiro tra i gioielli.

La vecchia impugna un coltello da cucina, sale arzilla sul materasso e carica il fendente. «Soppressata? Tu fazzu vedere io come i calabresi aprono i buchi allo stomaco!»
La lama mi trapassa e risale, cerco di schermarmi con le mani ma il coltello mi taglia palmi e dorsi con altri fendenti. Sto morendo, il respiro è strozzato in gola.
La vecchia raggruppa i gioielli intrisi del mio sangue.
“Come i calabresi aprono i buchi allo stomaco”… Un cliché regionale. Me ne vado con cazzo di cliché regionale…



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antico
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Re: CASA D'ALTRI AL QUADRATO

Messaggio#2 » martedì 19 ottobre 2021, 0:11

Ciao Stefano! Parametri tutti rispettati! Buona Luca Cristiano Edition anche a te!

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Stefano Impellitteri
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Re: CASA D'ALTRI AL QUADRATO

Messaggio#3 » martedì 19 ottobre 2021, 4:29

mi accorgo ora che il limite era di 4000 e non 3000. Pazienza XP

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Antonio Pilato
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Re: CASA D'ALTRI AL QUADRATO

Messaggio#4 » martedì 19 ottobre 2021, 15:27

Ciao Stefano, la vicenda è tutto un cliché e viene caratterizzata secondo i classici canoni del plot twist più puro. La narrazione mi piace e il dialetto, oltre a suscitarmi qualche risata, mi sembra comprensibile durante la lettura.
Ho gradito molto il finale karmico e il rispetto del tema c’è tutto.
L’unico appunto serio che devo farti riguarda il titolo: non l’ho capito.

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Stefano Impellitteri
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Re: CASA D'ALTRI AL QUADRATO

Messaggio#5 » martedì 19 ottobre 2021, 22:32

Antonio Pilato ha scritto:Ciao Stefano...
L’unico appunto serio che devo farti riguarda il titolo: non l’ho capito.


Ciao Antonio. Il truffatore cerca di entrare in casa d'altri, e chi ritiene sia la padrona di casa è in casa d'altri. è un casa d'altri elevato al quadrato :)

Così ho centrato il tema due volte con un solo racconto! XD

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Antonio Pilato
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Re: CASA D'ALTRI AL QUADRATO

Messaggio#6 » mercoledì 20 ottobre 2021, 12:50

Stefano Impellitteri ha scritto:
Antonio Pilato ha scritto:Ciao Stefano...
L’unico appunto serio che devo farti riguarda il titolo: non l’ho capito.


Ciao Antonio. Il truffatore cerca di entrare in casa d'altri, e chi ritiene sia la padrona di casa è in casa d'altri. è un casa d'altri elevato al quadrato :)

Così ho centrato il tema due volte con un solo racconto! XD




Ora è chiaro, grazie per il chiarimento!

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Laura Calagna
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Re: CASA D'ALTRI AL QUADRATO

Messaggio#7 » giovedì 21 ottobre 2021, 15:40

Ciao Stefano, piacere di conoscerti.

Il racconto è in alcuni punti ripetitivo (quante volte hai usato cliché?) e ci sono un po' troppe incursioni dei pensieri del protagonista: perfetto, questa la frego in due minuti. Sarà piena d’oro in casa - Cazzo, questa adesso non mi fa entrare - No! Sta casa non la perdo - e simili, che spezzano la lettura.
Ho trovato invece il dialetto molto azzeccato, è una cosa che amo in narrativa perché non epura nulla e mostra la realtà per quella che è.
A un certo punto il cliché del regionalismo si è confuso con quello della vecchietta sciocca e a tratti mi è suonato fastidioso: Presa! Con il sud, i cliché regionali funzionano sempre. «Mmh, solo a sentire la sua cadenza mi viene in mente la vostra soppressata e mi si apre un buco allo stomaco.» Così prima ti derubo, e poi mi faccio offrire la merenda. - Sempre molto ospitali le vecchiette del sud, quasi mi dispiace. - Soppressata? Tu fazzu vedere io come i calabresi aprono i buchi allo stomaco!
Il punto di forza del racconto è lo stile, asciutto e diretto, che è il mio preferito.

A rileggerci presto.

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Stefano Impellitteri
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Re: CASA D'ALTRI AL QUADRATO

Messaggio#8 » giovedì 21 ottobre 2021, 15:47

Laura Calagna ha scritto:Ciao Stefano, piacere di conoscerti...

A rileggerci presto.


Grazie Laura delle tue considerazionei. Segnalo solo che le ripetizioni dei cliché sono una scelta, sono semine per evidenziare il collegamento con la chiusa del racconto, con il pov ucciso dalla vecchia che parla proprio della sua terra con la solita associazione sud-mafia.
Vero, c'è molta intrusiuone del pov, questo perchè volevo scrivere il più possibile immersi dentro il personaggio.

Grazie, e alla prossima :)

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Laura Calagna
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Re: CASA D'ALTRI AL QUADRATO

Messaggio#9 » giovedì 21 ottobre 2021, 15:54

Stefano Impellitteri ha scritto:Segnalo solo che le ripetizioni dei cliché sono una scelta


Assolutamente, Stefano, e non lo trovo nemmeno sbagliato, è solo che saltano un po' all'occhio, ecco, e abbiamo comunque quattro ore. Grazie del chiarimento!

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: CASA D'ALTRI AL QUADRATO

Messaggio#10 » domenica 24 ottobre 2021, 4:47

Ciao Stefano.
Da questo mese ho deciso di commentare i racconti segnando a lato del testo le mie note “a caldo”, col commento vero e proprio lasciato in fondo.


Stringo la cravatta e suono, dietro la porta sento un tonfo. [Soprattutto quando si usa la prima persona è bene cercare di evitare i verbi di percezione (è la mia battaglia personale degli ultimi tempo, dopo aver vinto la guerra contro i possessivi superflui). In questo caso il passaggio si poteva a mio avviso risolvere così: “Stringo la cravatta e suono. Da dietro la porta giunge un tonfo.” Anche perché, a voler essere pignoli, quel “dietro la porta” è ambiguo. Chi è tecnicamente dietro? Il protagonista o il rumore? Certo, la logica suggerisce la seconda opzione, ma a mio avviso la soluzione alternativa sopra proposta ottiene il doppio risultato di evitare, appunto, qualunque ambiguità linguistica e, ri-appunto, di aggirare l’uso di verbi di percezione.] Dopo qualche istante mi apre una vecchietta; perfetto, questa la frego in due minuti. Sarà piena d’oro in casa. «Signora, scusi il disturbo. Sono qua per farle risparmiare sulla bollett-»

«Per li cani impestati! Mannaia a lei!» Solleva la mano avvolta da un canovaccio macchiato di sangue. «Staio cucinando e m’ha fattu tagghiare!»

Cazzo, questa adesso non mi fa entrare. «Oh, mi scusi. Posso aiutarla? Sono bravo con le medicazioni.»

«No, vada via.» Non aspetta neanche la mia risposta, sta chiudendo.

No! Sta casa non la perdo. Tocco la porta senza usare la forza. «Signora, però così mi fa preoccupare! Se non si fida di me chiamo un’ambulanza.» Le vecchiette si sentono sempre in colpa di pesare sugli altri. «Però sarebbe un peccato farli uscire se posso aiutarla io.»

La donna è indecisa, e dalle scale arrivano dei passi. Ritiro la mano, meglio lasciare perdere, sta salendo qualcuno.

«Va bene. Trasi!» Chiude la porta un attimo prima di essere visti. Bene.

È il momento di usare la carta del regionalismo, funziona sempre con le vecchiette. «Signora, che cucinava di buono? È calabrese, vero?»

La donna s’illumina. «Sugnu de Catanzaru.»

Presa! Con il sud, i cliché regionali funzionano sempre. «Mmh, solo a sentire la sua cadenza mi viene in mente la vostra soppressata e mi si apre un buco allo stomaco.» Così prima ti derubo, e poi mi faccio offrire la merenda.

La vecchina alza la mano ferita. «Me lavu e mettu u cerotto, così è tranquillo. Poi le dico io dove pigghiare a suppressa bona! S’accomodassi.» Mi indica la cucina e va in corridoio.

Sempre molto ospitali le vecchiette del sud, quasi mi dispiace. Sento la porta chiudersi e la caldaia ticchetta finché avvampa. Si sta lavando, è il momento.
Sbircio le porte aperte in corridoio, noto l’armadio in una stanza. Se c’è un posto dove le vecchiette nascondono i valori è sotto il materasso: cliché regionali. Entro rapido ma inciampo e cado sul tappeto.
Cazzo è?

Mi metto carponi: una testa spunta da sotto il letto, mi offre la nuca dai capelli neri corti. Che cazzo succede?
Mi accuccio e lo guardo in faccia. Avvicino l’orecchio: non respira.
Mi alzo, nel centro del materasso è raggruppata la bigiotteria da una parte e i gioielli veri dall’altra. Tra le collane, la foto incorniciata d’argento ha il volto sorridente del cadavere. Cazzo, quello è il padrone di casa! La vecchia sta rub-

Una fitta mi prende la schiena, poi ancora e ancora. Cado sul letto e mi rigiro tra i gioielli.

La vecchia impugna un coltello da cucina, sale arzilla sul materasso e carica il fendente. «Soppressata? Tu fazzu vedere io come i calabresi aprono i buchi allo stomaco!»
La lama mi trapassa e risale, cerco di schermarmi con le mani ma il coltello mi taglia palmi e dorsi con altri fendenti. Sto morendo, il respiro è strozzato in gola.
La vecchia raggruppa i gioielli intrisi del mio sangue.
“Come i calabresi aprono i buchi allo stomaco”… Un cliché regionale. Me ne vado con cazzo di cliché regionale…

COMMENTO FINALE
Scrivevo giusto ad Alexandra d’invidiare coloro capaci di strutturare storie senza dover lottare con il limite di caratteri imposto. Poi, però, leggo il tuo commento iniziale e… vabbè, complimenti comunque. :D
Scherzi a parte, ho trovato piacevole il tuo racconto, soprattutto nello stile. Certo, alcuni passaggi sono migliorabili e tendi a mostrare il fianco a certe parole un po’ troppo ripetute (no, non parlo di “cliché”, che ha un senso, ma ad esempio di “sempre”), ma il tuo rimane comunque un lavoro di buona qualità nell’ottica delle regole di MC.
L’unico aspetto su cui non sono sicurissimo è il motivo per cui la vecchina alla fine decide di far entrare il secondo truffatore. Per paura anche lei di essere vista dal tizio che stava salendo le scale o che il falso venditore potesse farsi sfuggire la presenza nell’appartamento di una persona diversa rispetto al reale padrone di casa?
Per il resto, a mio avviso una prova più che discreta. Bravo!
lupus in fabula

Dario17
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Re: CASA D'ALTRI AL QUADRATO

Messaggio#11 » domenica 24 ottobre 2021, 11:54

Apprezzabile il tentativo di scrittura immersiva in prima persona e il punto forte del pezzo è di sicuro un ottimo flusso interno del protagonista con pensieri brevi e ficcanti. Quello che manca secondo me è la sua percezione della realtà attorno a lui, le descrizioni dell'ambiente sono pochine e troppo generiche.
L'escalation di violenza finale e il plot twist sono un po 'telefonati ( La semina di un pov troppo convinto di fregare e che poi viene fregato è un classicone ) , da evitare anche ripetizioni che non danno quella caratterizzazione voluta tipo "cazzo" ogni 3x2 pensieri diretti.
Mi rimane un dubbio: perchè una ladra dovrebbe aprire la porta mentre sta commettendo un furto?

FilippoR
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Re: CASA D'ALTRI AL QUADRATO

Messaggio#12 » lunedì 25 ottobre 2021, 17:46

Ciao Stefano,
mi sono trovato immerso nella narrazione (quindi racconto perfettamente riuscito), l'uso del dialetto della vecchietta è stato scorrevole e adatto, unica nota, forse il protagonista prende la sua fine troppo poco seriamente, ma ci potrebbe stare con il tono del racconto.
Ti segnalo che nell'ultima frase manca "un".
Complimenti anche per il numero di parole, ogni volta faccio una fatica per rimanere nei limiti...
Buon proseguimento e alla prossima!

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Luca Nesler
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Re: CASA D'ALTRI AL QUADRATO

Messaggio#13 » martedì 26 ottobre 2021, 10:02

Ciao Stefano! Racconto dalle tinte di commedia che poi si muta nella "solita" storia di sangue. I finali truculenti ormai mi annoiano sempre. Sono davvero i più abusati, non pensi?
Il titolo metanarrativo invece mi ha fatto sorridere a fine racconto.
L'idea è carina, anche se il fatto che la rapinatrice assassina sia una vecchietta e pure sola, mina la credibilità del tutto.
Il tono mi piace, ma forse hai usato un po' troppi pensieri, specialmente durante il dialogo. Sono troppi e troppo lunghi per essere credibili. L'effetto è un po' straniante, il tempo è dilatato, i personaggi secondari bloccati fintanto che il protagonista pensa.
Tipo:
Cazzo, questa adesso non mi fa entrare. «Oh, mi scusi. Posso aiutarla? Sono bravo con le medicazioni.»
Qui l'esperienza reale è più simile a una sensazione che non a un pensiero consapevolmente elaborato con addirittura imprecazioni.

Alcune considerazioni che fa il pdv, come il fatto che le vecchiette reagiscano in un certo modo a questo o a quello, danno troppo la sensazione che il protagonista lo dica a uso del lettore.

Ti segnalo un paio di cose che ho notato:
"Tocco la porta senza usare la forza." è una strana espressione. Nel predicato è già implicita l'assenza della forza, sottolinearlo ha un effetto contrario, un po' come l'uso del "quasi", hai presente?

"Mi indica la cucina e va in corridoio". Un po' scarsette come coordinate ambientali, ma qui c'è anche un discorso di caratteri e magari hai dovuto fare delle scelte. Anch'io in genere prediligo azione e relazione rispetto alle descrizioni in generale, specie su MC.

"Mi metto carponi: una testa spunta da sotto il letto, mi offre la nuca dai capelli neri corti."
Prima di tutto ti contesto i due punti. Ogni volta che li vedo usati in questo modo noto l'autore e la sua voce che dice "ti spiego meglio". Poi: la testa che spunta e che offre la nuca. Questa testa sembra troppo attiva per essere quella di un cadavere. Al di là di questo, aggiungo che è strano che il pdv la percepisca in questo modo così... diciamo retorico. La sensazione che la stia solo presentando a me con artifici letterari è forte e mi fa uscire dal coinvolgimento. Questo è ancor più grave considerando che è proprio un momento dove, invece, dovrei subodorare l'ansia crescente del pdv.

A parte queste piccolezze direi che hai fatto un buon lavoro!
Alla prossima!

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Davide_Mannucci
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Re: CASA D'ALTRI AL QUADRATO

Messaggio#14 » mercoledì 27 ottobre 2021, 9:48

Ciao Stefano, piacere di leggerti!
Il racconto non è male e lo stile immersivo è apprezzabile anche se avrei evitato le molte ripetizioni e le incursioni pensate del pdv. Alla lunga appesantiscono la narrazione.
Non male l’idea del truffatore che riceve la giusta “ricompensa” ma forse la vecchina truffatrice, per quanto molto carina l’idea, rende difficile una perfetta sospensione dell’incredulità.
Anche tu mostri notevoli miglioramenti nello stile e la prova è più che discreta.
Alla prossima!
Davide Mannucci

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Stefano.Moretto
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Re: CASA D'ALTRI AL QUADRATO

Messaggio#15 » giovedì 28 ottobre 2021, 12:02

Ciao Stefano, che dire, mi metti in difficoltà con la classifica adesso!
Devo dire che il titolo citofona molto, forse persino troppo il contenuto del testo. Già dalla terza riga iniziavo a sospettare dove stessi andando a parare, però il modo in cui hai portato il tutto non è per niente male. La focalizzazione interna del personaggio è fatta ottimamente, non serve che ci dici nulla su quello che sta facendo, i suoi pensieri sono così esplicativi che è già chiara tutta la situazione.
Posso farti solo un paio di appunti sulla chiarezza.
Il primo è proprio all'inizio:
Stringo la cravatta e suono

subito dopo scrivi di una porta, quindi faccio 2+2 e capisco che ha citofonato, ma quel "suono" è così generico che mi ha confuso subito all'inizio, e il "dopo" della porta non giustifica il "prima", anche se è in rapida successione. Sarebbe bastato un "citofono" o "busso" e non ci sarebbe stato alcun problema.
La donna è indecisa, e dalle scale arrivano dei passi. Ritiro la mano, meglio lasciare perdere, sta salendo qualcuno.

Secondo punto di confusione: fino a qui non avevamo idea che fosse un condominio, io all'inizio credevo che le scale fossero dentro la casa e che lui si ritirasse perché aveva capito che la vecchietta non era sola. Solo dopo ho capito che avevo interpretato male.
A parte questi due punti non saprei cos'altro dire, questo racconto è riuscito a coinvolgermi davvero bene e non me l'aspettavo, soprattutto perché io provo un odio viscerale nei confronti dei tipi come questo protagonista. Il che mi ha fatto abbassare di parecchio l'empatia nei suoi confronti, però da lì a gioire perché viene ammazzato a coltellate ce ne passa. Se non fosse per il finale tragico poteva essere l'inizio splendido di un romanzo thriller.

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antico
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Re: CASA D'ALTRI AL QUADRATO

Messaggio#16 » domenica 31 ottobre 2021, 12:37

La lettura è piacevole e la rivelazione finale colpisce, ma ci sono un paio di problematiche: 1) non è chiaro da subito che si si trovi in un condominio e questo mi ha spinto a rileggere più volte il pezzo in cui qualcuno sale le scale, il tutto reso ancora più confuso da quel TRASI che detto dalla vecchietta poteva essere benissimo il nome di una persone interna alla casa, Tracy... e poi, 2) perché lo fa entrare se è a sua volta una ladra? Tu mi dirai che è perché sta salendo proprio quel qualcuno dalle scale, ma le bastava mandarlo a stendere e chiudere la porta, stesso effetto e molto meno lavoro per raggiungere il risultato, no? Detto questo, il racconto fa il suo e il tema è preso bene con, in più, un titolo davvero apprezzabile. Direi un pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante, questa volta.

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