L’uomo delle case

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 18 ottobre 2021 con un tema di Luca Cristiano!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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Sirimedho
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L’uomo delle case

Messaggio#1 » martedì 19 ottobre 2021, 0:19

L’uomo delle case,
di Sirimedho Stefano De Luca

Ha girato intorno a tutta la casa. È tutto spento. Arturo si ferma davanti al portone e si accende una sigaretta: vuole sentire se c’è qualche suono dall’interno, non vuole correre alcun rischio. Intanto osserva la serratura. Finisce la sigaretta, tira fuori gli attrezzi dalla tasca, il tempo di piegarsi sulla porta che è già aperta. Non ci mette mai più di un minuto o due. Se non ci riesce, semplicemente va via. In casa, va direttamente in cucina, sono mesi ormai che vive così, ogni casa gli sembra davvero la propria. Il frigo è vuoto, ma in dispensa c’è qualcosa da mangiare, e va bene così. Anche questa notte non dormirà fuori.
La mattina si fa un caffè ed esce subito. Non vuole rischiare che rientri qualcuno.
Passeggia lungo il fiume, pranza con degli spicci che ha trovato nell’ultima casa, torna in giro per la città. Gli sembra di essere un fantasma che cammina tra le persone, nessuno che lo guardi senza davvero vederlo, raramente qualcuno che gli parli. Proprio lui, che parlava con tutti, stimato e ammirato. Prima di perdere il lavoro, e poi la casa, dopo che la moglie lo aveva già lasciato da un po’.
Gli sembra di essere vivo solo la notte, quando entra nelle case degli altri e può far finta che siano le sue, tutte quante.

Verso sera, va in una zona piena di verde e villette isolate. Ne sceglie una con le luci tutte spente. Inizia il rituale: giro della casa, sigaretta, ascolto. Tutto tranquillo, entra.
Mette piede in cucina e lo stomaco gli diventa un blocco. Impietrito, ha visto che sul tavolo della cucina c’è del cibo. Stai attento, Arturo, che se c’è qualcuno qui finisce male. Ma c’è solo silenzio, nessun suono dall’interno. Muove faticosamente avanti, dallo stomaco un rumore, la fame ha meno paura di lui. Fagioli in umido, freddi ma buoni. Chissà dove saranno gli abitanti della casa; sarà meglio che vada via subito, si dice, ma è stanco e si sta rilassando. Vuole almeno vedere la casa, trovare dei soldi gli sarebbe utile. Nella sala non trova nulla, soltanto un libro aperto, “L’educazione sentimentale” legge dalla copertina. Flaubert, è un flash nella memoria. Anche lui leggeva libri, prima che tutto finisse. Ho letto anche questo! Sorride a ricordarlo. Chissà che direbbe Flaubert della mia vita di adesso.
Posa il libro e va ad aprire quella che potrebbe essere la camera da letto. Accende la luce e la vede subito: completamente incosciente nel sonno, capelli neri, camicia da notte rosso scuro, giovane, le braccia stese sul letto, allungate verso di lui. O almeno è quello che lui pensa.
Arturo rimane così, a guardarla, con la luce che continua a rimanere accesa. Gli è entrato nel corpo e nella mente un calore che faticherebbe a trovare anche nei suoi ricordi. Il senso di casa che gli entra negli occhi, la solitudine che si scioglie nelle sue braccia, la stanchezza che da mesi si strascina dietro che trova dove riposarsi.
Si spoglia con calma, gli occhi che non abbandonano mai la donna. Entra nel letto lentamente, con la stanchezza dei gesti che lo avvicina a lei, che dorme serena.

«Caro, è ora di alzarti, la colazione è pronta!», Arturo si sente baciare sulla guancia, alla luce del sole.
«Ti ho preparato l’abito scuro e la cravatta rossa. Ora muoviti, o farai tardi al lavoro». Lo prende per le mani e, dopo averlo baciato, lo porta a far colazione. Lo guarda con amore e Arturo fa lo stesso, del tutto stordito. La trova infinitamente dolce, accogliente.
Una volta sbarbato e vestito, si vede allo specchio quasi non riconoscendosi.
«Come faccio ad andare in ufficio?»
«Ma con l’auto, come vorresti andare?». La sua risata è argentina, è ancora in sottoveste e lo bacia ancora mentre gli apre la porta. Arturo sente sulla pelle il fresco della mattina. Per un attimo si gira per tornare indietro, ma sa che non può farlo. Ora verrò scoperto, non so nemmeno quale sia la mia automobile. Ma mette le mani in tasca, e senza pensarci apre l’auto, l’accende e parte. Il lavoro lo attende.
Ultima modifica di Sirimedho il martedì 19 ottobre 2021, 0:32, modificato 1 volta in totale.



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Re: L’uomo delle case

Messaggio#2 » martedì 19 ottobre 2021, 0:26

Ciao Stefano! Caratteri e tempo ok, buona Luca Cristiano Edition!

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Sirimedho
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Re: L’uomo delle case

Messaggio#3 » martedì 19 ottobre 2021, 0:30

Grazie Antico!

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Michael Dag
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Re: L’uomo delle case

Messaggio#4 » giovedì 21 ottobre 2021, 20:20

Perdonami ma… non ho capito.
La tizia si sveglia con uno sconosciuto nel letto e non batte ciglio anzi, lo scambia per il marito? Ho pensato che fosse cieca, ma anche così, dov'è il marito vero?
Proprio non riesco a trovare un senso al finale.

Peccato perché la prima parte del racconto mi è piaciuta parecchio, il protagonista mi sta simpatico e la sua vicenda mi ha coinvolto.
Buono l'incipit, nella prima riga capiamo già tutto quello che serve.
bella la frase la fame "ha meno paura di lui"

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GiulianoCannoletta
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Re: L’uomo delle case

Messaggio#5 » sabato 23 ottobre 2021, 15:58

Ciao Stefano, piacere di averti letto.
Mi è piaciuta molto la tua interpretazione del tema, la vicenda di questo uomo che abita temporaneamente nelle case altrui e di conseguenza vive di riflesso una normalità a cui non può più accedere.
Ho avuto qualche problema con il finale, inizialmente l'ho interpretato come qualcosa di "inspiegabile", una mattinata di quiete familiare che riceve in dono dopo tanta sofferenza, poi ho pensato che invece forse c'era un motivo se la donna non lo aveva riconosciuto, ma non ho trovato nel testo abbastanza riferimenti che mi confermassero l'una o l'altra ipotesi.
A parte questo, l'ho trovato davvero un bel racconto.
A rileggerci presto.
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Sirimedho
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Re: L’uomo delle case

Messaggio#6 » domenica 24 ottobre 2021, 19:05

Michael Dag ha scritto:Perdonami ma… non ho capito.
La tizia si sveglia con uno sconosciuto nel letto e non batte ciglio anzi, lo scambia per il marito? Ho pensato che fosse cieca, ma anche così, dov'è il marito vero?
Proprio non riesco a trovare un senso al finale.

Peccato perché la prima parte del racconto mi è piaciuta parecchio, il protagonista mi sta simpatico e la sua vicenda mi ha coinvolto.
Buono l'incipit, nella prima riga capiamo già tutto quello che serve.
bella la frase la fame "ha meno paura di lui"


Bentrovato Michael e grazie del commento.
Durante la fase di brainstorming che mi faccio a caccia di idee prima di scrivere, mi si è presentata questa situazione circolare, un po' sullo stile del teatro dell'assurdo.
Trovo che ci sia una forte tentazione per il nostro Arturo di trovare di nuovo il calore del talamo familiare, al punto di spingerlo a coricarsi con la sconosciuta, sebbene abbia sempre fatto di tutto per evitare contatti. Ci potrebbero essere ragioni per la donna di trattarlo come suo marito? Forse sì, ma nella mia mente per lei era del tutto ordinario, mentre lui si ritrova in un altro paradigma senza nemmeno essersene reso conto (al punto che va in ufficio, immaginabilmente sapendo dove andare).
Insomma, debbo dire che mi piaceva che finisse in quel modo, ed è ancora così. Qualche dubbio lo avevo, ma i personaggi hanno iniziato a vivere di vita propria!

Grazie! Un caro saluto e buon contest!
Ultima modifica di Sirimedho il domenica 24 ottobre 2021, 19:09, modificato 1 volta in totale.

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Re: L’uomo delle case

Messaggio#7 » domenica 24 ottobre 2021, 19:09

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Stefano, piacere di averti letto.
Mi è piaciuta molto la tua interpretazione del tema, la vicenda di questo uomo che abita temporaneamente nelle case altrui e di conseguenza vive di riflesso una normalità a cui non può più accedere.
Ho avuto qualche problema con il finale, inizialmente l'ho interpretato come qualcosa di "inspiegabile", una mattinata di quiete familiare che riceve in dono dopo tanta sofferenza, poi ho pensato che invece forse c'era un motivo se la donna non lo aveva riconosciuto, ma non ho trovato nel testo abbastanza riferimenti che mi confermassero l'una o l'altra ipotesi.
A parte questo, l'ho trovato davvero un bel racconto.
A rileggerci presto.
Giuliano


Bentrovato Giuliano.
Grazie per i commenti positivi. Direi che la tua prima interpretazione si avvicina molto a quello che avevo in mente, e ne sono davvero contento perché, al di là dell'assurdità della situazione, la cosa è passata. Ho provato a spiegarmi un po' nel commento a Michael Dag che trovi sopra.
Sono contento che tu lo abbia trovato un bel racconto. Mi sembra che frequentando Minuti Contati un po' più di padronanza della scrittura sta arrivando, e pian piano riesco meglio a far uscire quel che vorrei, cosa di cui ringrazio tutti.

Un caro saluto e buona gara!
Sirimedho

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Re: L’uomo delle case

Messaggio#8 » domenica 24 ottobre 2021, 19:59

Ciao Stefano,

piacere di averti letto.
L'inizio è stato molto coinvolgente, mi piace come hai fornito poche cicche sul passato dell'uomo che ha dato spessore al protagonista. Anche il modo in cui hai descritto i gesti usuali sono piacevoli. Sul finale invece mi hai persa, nel senso che l'ho letto più volte aspettandomi ci fossero degli elementi nel testo per scoprire qualcosa in più su questa donna e sul legame tra lei e l'uomo. Alla prima lettura ho avuto una piacevole sensazione di sospeso tra passato e presente, il ritorno alla normalità (come se dopo una dormita si fosse risvegliato nel passato). Poi però la spiacevole sensazione di "non-ho-capito" ha prevalso, ed essendo il finale mi ha lasciata un po' senza parole.
In generale non mi è dispiaciuto grazie alla tua capacità di mostrare le sensazioni del pdv, e ho gradito l'inizio.

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StefanoPais
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Re: L’uomo delle case

Messaggio#9 » martedì 26 ottobre 2021, 15:54

Ciao Stefano,
Ho letto i commenti precedenti e non mi soffermerò sul nonsense della situazione.
Ho apprezzato molto come hai tratteggiato questo scassinatore che prende solo l'indispensabile per sopravvivere e poco di più, lo mostri molto competente nell'aprire serrature e sarebbe stato bello sapere che lavoro aveva perso perchè con delle abilità del genere non gli sarebbe stato difficile trovare altri impieghi, più o meno legali, ma capisco che questo non era il tuo intento.
La storia scorre bene e il tema è centrato molto bene.
Complimenti.

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wladimiro.borchi
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Re: L’uomo delle case

Messaggio#10 » martedì 26 ottobre 2021, 18:50

Ciao Stefano, questo racconto è un bel flash.
Stilisticamente i periodi sono un po' troppo brevi, sembra la traduzione di una versione di Cesare, ma l'idea è molto carina e il tema è ben declinato.
Secondo me quando dici "o almeno lui la vede così" relativo alla donna nel letto, rovini un po' la magia che hai creato con l'incursione di un narratore esterno.
Mi hai emozionato e non sto a farmi troppe domande, o meglio, me le faccio ma non su un piano naturalistico. Nella mia testa il protagonista potrebbe essere passato in una realtà alternativa, in un inverso parallelo o anche soltanto accarezzato dalla mano di un dio che ha deciso che ha già sofferto abbastanza.
Davvero un altro buon lavoro!
A rileggerci presto.
W

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david.callaghan
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Re: L’uomo delle case

Messaggio#11 » martedì 26 ottobre 2021, 23:59

Ciao Stefano
anche io ho trovato interessante la tua idea e sopratutto il personaggio. Certo che alla fine uno rimane molto perplesso, pure troppo.
Mi sembra un po' uno di quei telefilm di quando ero piccolo "Ai confini della realtá" che ti lasciano li come un fesso con un sapore di incompiuto. Ma credo fosse quello che volevi, no?

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Andrea Furlan
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Re: L’uomo delle case

Messaggio#12 » mercoledì 27 ottobre 2021, 0:47

Ciao Stefano,
Anche in questo racconto ho ritrovato (e apprezzato) il tuo stile tranquillo e deciso, a tratti surreale e onirico. La storia non è completamente credibile, quando mai potrebbe succedere qualcosa del genere? Ma nella tua storia è facile accettare che questo uomo ai margini della vita venga accettato così, senza domande, forse a riempire un vuoto. Tema chiaramente rispettato.
Ho apprezzato anche la struttura chiara e lineare. Un po' meno qualche sbavatura di raccontato quando introduci la storia del protagonista.
Comunque nel complesso una buona prova che non mi ha convinto del tutto, forse per quella patina di inverosimile di cui parlavo sopra.

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Shanghai Kid
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Re: L’uomo delle case

Messaggio#13 » mercoledì 27 ottobre 2021, 17:39

Ciao Sirimedho, innanzitutto piacere di conoscerti e di averti letto.
Nelle prime frasi scrivi “vive così”, “va bene così”: questa ripetizione non mi piace ed è anche troppo vaga. Così come? Perchè non scegliere una parola che ci aiuti a empatizzare più con lui invece che rimanere sul vago? In questa frase, invece, mi sembra ci sia un errore: “ nessuno che lo guardi senza davvero vederlo”. Nessuno che lo guardi vedendolo davvero, piuttosto. Quando entra nella casa con la donna addormentata mi si crea un cortocircuito non da poco: che tecnica infallibile usa se si ritrova con una che dorme in casa? O è un rischio che corre sempre poichè valuta una serie di cose ma non la possibile presenza di un dormiente o questa volta non ha valutato bene, non so se mi spiego.
La trama del tuo racconto mi ha ricordato un film che amo molto e che se non hai ancora visto ti consiglio: Ferro 3, la casa vuota di Kim Ki-duk.
Ammetto di non aver colto fino in fondo il finale: non lo capisco e qualsiasi soluzione mi venga in mente non la trovo raccontata nel modo ottimale.
L’idea di base mi pare molto buona e lo stile pure, tuttavia c’è qualcosa che non funziona.
A rileggerti presto!

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Sirimedho
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Re: L’uomo delle case

Messaggio#14 » lunedì 1 novembre 2021, 20:10

read_only ha scritto:Ciao Stefano,

piacere di averti letto.
L'inizio è stato molto coinvolgente, mi piace come hai fornito poche cicche sul passato dell'uomo che ha dato spessore al protagonista. Anche il modo in cui hai descritto i gesti usuali sono piacevoli. Sul finale invece mi hai persa, nel senso che l'ho letto più volte aspettandomi ci fossero degli elementi nel testo per scoprire qualcosa in più su questa donna e sul legame tra lei e l'uomo. Alla prima lettura ho avuto una piacevole sensazione di sospeso tra passato e presente, il ritorno alla normalità (come se dopo una dormita si fosse risvegliato nel passato). Poi però la spiacevole sensazione di "non-ho-capito" ha prevalso, ed essendo il finale mi ha lasciata un po' senza parole.
In generale non mi è dispiaciuto grazie alla tua capacità di mostrare le sensazioni del pdv, e ho gradito l'inizio.


Ciao Read Only,
grazie del tuo commento.
Il finale voleva essere sul genere del teatro dell'assurdo, alla Ionesco. Ma è evidente che non ha funzionato. Nel frattempo mi è venuto un mente un finale alternativo, sempre un po' assurdo (questo vorrei tenerlo), ma più "accettabile". Spero che lo leggerai nel laboratorio!

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Re: L’uomo delle case

Messaggio#15 » lunedì 1 novembre 2021, 20:14

StefanoPais ha scritto:Ciao Stefano,
Ho letto i commenti precedenti e non mi soffermerò sul nonsense della situazione.
Ho apprezzato molto come hai tratteggiato questo scassinatore che prende solo l'indispensabile per sopravvivere e poco di più, lo mostri molto competente nell'aprire serrature e sarebbe stato bello sapere che lavoro aveva perso perchè con delle abilità del genere non gli sarebbe stato difficile trovare altri impieghi, più o meno legali, ma capisco che questo non era il tuo intento.
La storia scorre bene e il tema è centrato molto bene.
Complimenti.


Ciao Stefano,
grazie del tuo commento, sono contento che anche con un finale "strano" il racconto ti sia piaciuto.
Senz'altro il nostro personaggio avrebbe potuto far altro, ma molte delle persone che sono per strada avrebbero questa possibilità. E' che talvolta si rompe la fiducia in sé stessi, ci si lascia andare. Fortunatamente associazioni meritorie come la Caritas talvolta riescono a far riconquistare fiducia e ritornare queste persone in un mondo più sereno, anche nei propri confronti.
Un romanzo bellissimo che mostra come sia facile diventare un barbone, anche se in quel caso per ragioni strane, è "Una tempesta qualunque" di William Boyd, che ti consiglio caldamente.

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Re: L’uomo delle case

Messaggio#16 » lunedì 1 novembre 2021, 20:18

wladimiro.borchi ha scritto:Ciao Stefano, questo racconto è un bel flash.
Stilisticamente i periodi sono un po' troppo brevi, sembra la traduzione di una versione di Cesare, ma l'idea è molto carina e il tema è ben declinato.
Secondo me quando dici "o almeno lui la vede così" relativo alla donna nel letto, rovini un po' la magia che hai creato con l'incursione di un narratore esterno.
Mi hai emozionato e non sto a farmi troppe domande, o meglio, me le faccio ma non su un piano naturalistico. Nella mia testa il protagonista potrebbe essere passato in una realtà alternativa, in un inverso parallelo o anche soltanto accarezzato dalla mano di un dio che ha deciso che ha già sofferto abbastanza.
Davvero un altro buon lavoro!
A rileggerci presto.
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Ciao Wladimiro,
essere accostati al buon Cesare! Me la tengo stretta!
Il tuo commento sull'uscita verso il narratore esterno è giustissima, ne terrò conto come suggerimento non solo per questo racconto ma anche per i prossimi.
wladimiro.borchi ha scritto: o anche soltanto accarezzato dalla mano di un dio che ha deciso che ha già sofferto abbastanza.

Direi che è un'interpretazione magnifica, davvero magnifica.
Grazie e a rileggerci.

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Re: L’uomo delle case

Messaggio#17 » lunedì 1 novembre 2021, 20:19

david.callaghan ha scritto:Ciao Stefano
anche io ho trovato interessante la tua idea e sopratutto il personaggio. Certo che alla fine uno rimane molto perplesso, pure troppo.
Mi sembra un po' uno di quei telefilm di quando ero piccolo "Ai confini della realtá" che ti lasciano li come un fesso con un sapore di incompiuto. Ma credo fosse quello che volevi, no?

Ciao David,
sì, è quello che volevo. Da ragazzino andavo pazzo per i film di "Ai confini della realtà", qualcosa mi deve essere rimasta dentro :-)
Sono contento che il personaggio ti sia piaciuto.
Come dicevo a Read only, Il finale voleva essere sul genere del teatro dell'assurdo, alla Ionesco. Ma è evidente che non ha funzionato. Nel frattempo mi è venuto un mente un finale alternativo, sempre un po' assurdo (questo vorrei tenerlo), ma più "accettabile". Spero che lo leggerai nel laboratorio!

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Re: L’uomo delle case

Messaggio#18 » lunedì 1 novembre 2021, 20:21

Andrea Furlan ha scritto:Ciao Stefano,
Anche in questo racconto ho ritrovato (e apprezzato) il tuo stile tranquillo e deciso, a tratti surreale e onirico. La storia non è completamente credibile, quando mai potrebbe succedere qualcosa del genere? Ma nella tua storia è facile accettare che questo uomo ai margini della vita venga accettato così, senza domande, forse a riempire un vuoto. Tema chiaramente rispettato.
Ho apprezzato anche la struttura chiara e lineare. Un po' meno qualche sbavatura di raccontato quando introduci la storia del protagonista.
Comunque nel complesso una buona prova che non mi ha convinto del tutto, forse per quella patina di inverosimile di cui parlavo sopra.


Ciao Andrea,
scrivo racconti soltanto in queste gare di Minuti Contati, cosicché il tuo commento sul mio stile mi è particolarmente gradito.
Come dicevo a Read only, Il finale voleva essere sul genere del teatro dell'assurdo, alla Ionesco. Ma è evidente che non ha funzionato. Nel frattempo mi è venuto un mente un finale alternativo, sempre un po' assurdo (questo vorrei tenerlo), ma più "accettabile". Spero che lo leggerai nel laboratorio!

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Re: L’uomo delle case

Messaggio#19 » lunedì 1 novembre 2021, 20:22

Shanghai Kid ha scritto:Ciao Sirimedho, innanzitutto piacere di conoscerti e di averti letto.
Nelle prime frasi scrivi “vive così”, “va bene così”: questa ripetizione non mi piace ed è anche troppo vaga. Così come? Perchè non scegliere una parola che ci aiuti a empatizzare più con lui invece che rimanere sul vago? In questa frase, invece, mi sembra ci sia un errore: “ nessuno che lo guardi senza davvero vederlo”. Nessuno che lo guardi vedendolo davvero, piuttosto. Quando entra nella casa con la donna addormentata mi si crea un cortocircuito non da poco: che tecnica infallibile usa se si ritrova con una che dorme in casa? O è un rischio che corre sempre poichè valuta una serie di cose ma non la possibile presenza di un dormiente o questa volta non ha valutato bene, non so se mi spiego.
La trama del tuo racconto mi ha ricordato un film che amo molto e che se non hai ancora visto ti consiglio: Ferro 3, la casa vuota di Kim Ki-duk.
Ammetto di non aver colto fino in fondo il finale: non lo capisco e qualsiasi soluzione mi venga in mente non la trovo raccontata nel modo ottimale.
L’idea di base mi pare molto buona e lo stile pure, tuttavia c’è qualcosa che non funziona.
A rileggerti presto!


Ciao Shanghai Kid, piacere mio!
Grazie per gli appunti tecnici, molto graditi.
Come dicevo a Read only, Il finale voleva essere sul genere del teatro dell'assurdo, alla Ionesco. Ma è evidente che non ha funzionato. Nel frattempo mi è venuto un mente un finale alternativo, sempre un po' assurdo (questo vorrei tenerlo), ma più "accettabile". Spero che lo leggerai nel laboratorio!

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Re: L’uomo delle case

Messaggio#20 » martedì 2 novembre 2021, 9:24

Sirimedho ha scritto:
read_only ha scritto:Ciao Stefano,

piacere di averti letto.
L'inizio è stato molto coinvolgente, mi piace come hai fornito poche cicche sul passato dell'uomo che ha dato spessore al protagonista. Anche il modo in cui hai descritto i gesti usuali sono piacevoli. Sul finale invece mi hai persa, nel senso che l'ho letto più volte aspettandomi ci fossero degli elementi nel testo per scoprire qualcosa in più su questa donna e sul legame tra lei e l'uomo. Alla prima lettura ho avuto una piacevole sensazione di sospeso tra passato e presente, il ritorno alla normalità (come se dopo una dormita si fosse risvegliato nel passato). Poi però la spiacevole sensazione di "non-ho-capito" ha prevalso, ed essendo il finale mi ha lasciata un po' senza parole.
In generale non mi è dispiaciuto grazie alla tua capacità di mostrare le sensazioni del pdv, e ho gradito l'inizio.


Ciao Read Only,
grazie del tuo commento.
Il finale voleva essere sul genere del teatro dell'assurdo, alla Ionesco. Ma è evidente che non ha funzionato. Nel frattempo mi è venuto un mente un finale alternativo, sempre un po' assurdo (questo vorrei tenerlo), ma più "accettabile". Spero che lo leggerai nel laboratorio!


Ciao Stefano,
tienimi aggiornata allora, lo leggerò molto volentieri! Scusami, sono poco preparata sul tema e in generale lo apprezzo poco, ma secondo il mio parere hai assolutamente fatto bene a provare, siamo qui per questo! :)

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Re: L’uomo delle case

Messaggio#21 » martedì 2 novembre 2021, 19:56

La tua è stata una scelta consapevole e la rispetto. Idea bellissima quella di quest'uomo che vaga di casa in casa e sei riuscito a trasmetterla con la giusta delicatezza. Il racconto, tra l'altro, si legge strabene e mi sembra che il tuo stile sia sempre più (ripeto il termine) consapevole e controllato. Questo non toglie, però, il fatto che il finale giunga, pur nella sua voluta assurdità, un pelo stonato e questo è determinato, ovviamente, dalle tue scelte. Cerchiamo di capire come avrebbe potuto presentarsi in modo più efficace... Azzardo: forse posticipi troppo il suo entrare nell'assurdo. Mi spiego: in questa versione sembra si cali nella sua nuova vita nel momento in cui parte per il lavoro, proverei ad anticiparlo e credo che il punto migliore sia quando si sveste per mettersi a letto. Ovvio che questo non basterebbe, servirebbe una semina ancora precedente che lui non noti, ma che trasmetta al lettore un segnale tipo "Ehi, sta succedendo qualcosa!", una ufficiale entrata nell'assurdo. Qualche idea ce l'ho, ma sentiamo che ne pensi. Detto questo, per me siamo su un pollice tendente verso il positivo in modo solido e anche brillante.

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