Stesso posto, stessa ora

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 18 ottobre 2021 con un tema di Luca Cristiano!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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Stefano.Moretto
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Stesso posto, stessa ora

Messaggio#1 » martedì 19 ottobre 2021, 0:59

Abbandono il manto erboso e mi incammino sulla spiaggia di ciottoli, l'acqua del lago riflette la sagoma delle colline in lontananza come uno specchio. Una folata di vento mi fa ondeggiare la coda di cavallo attorno alla vita, un filo d'aria fredda mi si infila nel colletto della divisa e scende giù fin dentro la camicia.
Dovrei tornare all'istituto, se si accorgono che mi sono allontanata così tanto mi sgrideranno di nuovo.
Poggio un piede su un masso che sporge dal pelo dell'acqua. Il masso non è stabile e ondeggia, nell'acqua si formano delle onde concentrice. Sotto la superficie limpida un branco di pesciolini scappa via. Ops. Scusate, non volevo causarvi un terremoto in casa.
«Chi sei?»
Mi giro verso il prato, un ragazzo di circa la mia età mi sta fissando. Ha i capelli mori tutti in disordine, sembra avere un cespuglio sulla testa.
Incrocia le braccia. «Questa è proprietà privata.»
Un groppo mi si blocca in gola. Se si lamenta con il preside mi metteranno a pane e acqua per un mese!
Faccio un paio di passi sui ciottoli e alzo le mani. «Scusa, non lo sapevo. Me ne vado subito.»
Mi squadra da capo a piedi e solleva un sopracciglio. «Quella divisa. Sei una dei bambini dell'orfanotrofio Santo Martire?»
Avvampo. «Non sono una bambina! Ho diciassette anni!»
Lui scrolla le spalle. «Almeno qualcuno sa che sei qui?»
Incasso la testa nelle spalle. «Non proprio.»
Mi fissa in silenzio, come se dovesse decidere cosa fare di me. Se ha un telefono e chiama l'istituto sono fregata.
«Ti chiedo scusa, sono uscita solo per fare due passi, non volevo disturbare.»
Scioglie le braccia e si ficca le mani in tasca. «Non dovresti allontanarti così tanto da casa.»
«Quella non è casa mia.»
Lui Sgrana gli occhi e inclina la testa come se avessi detto qualcosa di strano. «Non vieni da lì?»
«Vivo lì, ma quella non è casa mia.» Mi mordo un labbro. «Quel posto è del preside, noi abitiamo a casa sua. Io non ce l'ho, una casa.»
Il ragazzo sospira. «E che differenza c'è? Vivi lì, quindi è casa tua.»
Stringo i pugni. «Parli facile, tu. A casa tua avrai anche una stanza tutta per te, noi non abbiamo nulla! Un comodino e un letto, questa la chiami casa?»
Mi mordo la lingua. Dannazione, non dovevo arrabbiarmi! Se ora si è offeso e chiama il preside...
Lui si avvicina. «Scusa, non volevo offenderti.» I suoi occhi sono di un verde intenso. «Mi chiamo Marco. Abito qui vicino, superato quel sentiero c'è una casetta in legno.» Indica dietro di sé.
Abbasso la testa. «Io sono Anna.»
«Senti,» fa un altro passo verso di me. «Capisco come ti senti. Ho vissuto per anni con mio zio prima di trasferirmi qui, stavo in stanza con tre miei cugini, era un inferno.»
Mi sorride, ha dei denti bianchissimi. La barba è perfettamente rasata ed emana un odore simile alla menta.
«Se vuoi venire qui ogni tanto, a me va bene.»
Il mio cuore salta un battito. «Davvero?»
Il suo sorriso si allarga. «Certo. So com'è vivere in casa d'altri, una piccola evasione non è niente di male, no?»
Mi fa l'occhiolino, sento le guance arrossire.
«Io... grazie.»
«Ora però vai, sta per farsi buio.»
Guardo il sole, si sta abbassando dietro le colline. Il cielo sta già virando verso il rosso.
Mi allontano dalla spiaggia a passo incerto.
«Allora... posso tornare qui? Stesso posto?»
«Anche stessa ora, se vuoi.»
Stesso posto, stessa ora.
Sento il cuore che mi salta un altro battito.



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antico
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#2 » martedì 19 ottobre 2021, 1:00

Ciao Stefano! Tutto ok con i parametri, buona Luca Cristiano Edition!

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Sirimedho
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#3 » martedì 19 ottobre 2021, 12:25

Buongiorno Stefano!

Un racconto equilibrato. In una scena sola riesce a far incontrare due ragazzi sulla base del senso di estraneità alla loro casa.
Ho trovato un punto di forza che il contatto tra i due sia delicato, che si siano incontrati più nelle parole che nel resto, anche se riesce a trasparire l’attrazione che ognuno prova per l’altro.
Mi sembra però che l’orfanotrofio sia presentato come forse poteva esserlo cinquant’anni fa, e dal racconto non si capisce che non sia ambientata oggi. “Pane e acqua per un mese” è davvero troppo forte. Tra l’altro, oggi gli orfanotrofi si chiamano “case famiglia”.
Mi è sembrato anche innaturale che un ragazzo così giovane possa dire una cosa come “Questa è proprietà privata”. In questo senso toglierei anche l’occhiolino (che fuori dai social è cosa pressoché inesistente), sostituendola con un sorriso, anche più adatto ai toni tenui del racconto. Lavorerei per rendere queste parti meno forti e più fluide.

Buon contest!

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Stefano.Moretto
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#4 » martedì 19 ottobre 2021, 13:34

Sirimedho ha scritto:Buongiorno Stefano!

Un racconto equilibrato. In una scena sola riesce a far incontrare due ragazzi sulla base del senso di estraneità alla loro casa.
Ho trovato un punto di forza che il contatto tra i due sia delicato, che si siano incontrati più nelle parole che nel resto, anche se riesce a trasparire l’attrazione che ognuno prova per l’altro.
Mi sembra però che l’orfanotrofio sia presentato come forse poteva esserlo cinquant’anni fa, e dal racconto non si capisce che non sia ambientata oggi. “Pane e acqua per un mese” è davvero troppo forte. Tra l’altro, oggi gli orfanotrofi si chiamano “case famiglia”.
Mi è sembrato anche innaturale che un ragazzo così giovane possa dire una cosa come “Questa è proprietà privata”. In questo senso toglierei anche l’occhiolino (che fuori dai social è cosa pressoché inesistente), sostituendola con un sorriso, anche più adatto ai toni tenui del racconto. Lavorerei per rendere queste parti meno forti e più fluide.

Buon contest!


Ciao Stefano, grazie per il feedback. Sono contento che ti sia piaciuta l'interazione tra i due personaggi, è l'elemento su cui mi sono concentrato maggiormente.
Riguardo l'orfanotrofio: non so come sono (per mia fortuna), ma posso immaginare che ci siano realtà molto distanti tra loro anche nella stessa nazione, come lo sono per esempio gli ospedali cambiano da regione a regione (Di questo, purtroppo, ho esperienza diretta). Visto che ogni tanto salta all'onore di cronaca alcune istituzioni pubbliche in situazioni "poco legali" (se hai tempo ascoltati il podcast "Veleno", ci hanno fatto di recente anche una serie TV) non mi meraviglierei troppo di trovare posti del genere.
Sul fatto che ora si chiamano "case famiglia" hai perfettamente ragione; il termine "orfanotrofio" però è più comune nel parlato e infatti viene usato in una battuta di dialogo del ragazzo, mi sembrava più realistico piuttosto che fargli dire "casa famiglia".
Sull'ultimo punto ti ringrazio molto per il feedback, ammetto che quando l'ho scritto ero un po' di corsa (avevo finito il tempo!) e le ultime battute sono quelle su cui ho lavorato meno.
Grazie ancora e buon contest a te!

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Signor_Darcy
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#5 » martedì 19 ottobre 2021, 16:20

(Quanti Stefano siamo in questa pagina?)

Ciao Stefano.
Bel racconto, con una buona declinazione del tema. Forse manca un po’ di contrasto: nonostante le paure della ragazza e il tuo continuo rimando alle possibili conseguenze, forse non si avverte mai davvero il ragazzo come una concreta minaccia.
Per il resto il racconto è ben strutturato, con dettagli che giocano con le emozioni dei due protagonisti e rimandi lacustri che con me sfondano sempre una porta aperta.
Stilisticamente suggerirei di evitare gli a-capo quando il soggetto è sempre lo stesso. Questo pezzo

«Chi sei?»
Mi giro verso il prato, un ragazzo di circa la mia età mi sta fissando. Ha i capelli mori tutti in disordine, sembra avere un cespuglio sulla testa.
Incrocia le braccia. «Questa è proprietà privata.»


Lo scriverei senza mai andare a capo. Quantomeno non la seconda volta.

Attento al groppo in gola: si forma, non si blocca.

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Leonardo Pigneri
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#6 » martedì 19 ottobre 2021, 16:51

Ciao Stefano, il racconto non è male anche se è un po' debole sull'opposizione che si crea trai due personaggi. Alcune parti del dialogo mi sono sembrate leggermente legnose, ma lo stile è buono e anche in queste poche righe sei riuscito a delineare un romance interessante. Null'altro da dire in linea generale se non che forse avrei osato un poco di più invece di delegare il fulcro del racconto in un dialogo senza troppo conflitto.

Ti segnalo giusto una cosetta

Una folata di vento mi fa ondeggiare la coda di cavallo attorno alla vita

Qui la prima volta che l'ho letto ero in dubbio, ha i capelli molto lunghi o ha effettivamente una coda? Penso la parte più problematica sia quel "ondeggiare intorno alla vita" che non vuol dire niente, sembra più un dettaglio visivo che tattile.

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Giovanni Attanasio
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#7 » venerdì 22 ottobre 2021, 12:31

Alcune info sono ben presentate, altre sembrano soprattutto rivolte al lettore anziché filtrate dal personaggio (vista la prima persona) o interiorizzate o mostrate come effetti di qualcosa o su qualcosa.
La vicenda è dolce, tanto dolce. Mi sarebbe piaciuto di più se nei dialoghi fosse filtrato qualcosa in più dei personaggi e del loro “obiettivo”. Il concetto di abitazione/casa è ben espresso e lavora bene sul tema dell’edition. Viene reso chiaro che lei non si trova bene a casa del preside, non serviva ripeterlo così spesso.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Fagiolo17
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#8 » venerdì 22 ottobre 2021, 19:56

Ciao Stefano e piacere di leggerti.
Intanto comincio facendoti i complimenti per il romanzo, che ho quasi finito di leggere! sperando che qualcuno degli altri legga sto commento e sia incuriosito, soprattutto considerando che esce da un contest proprio di MC!
Scrittura pulita e gradevole come ti contraddistingue.
Racconto molto dolce e toccante, ma ci ho trovato poco conflitto. Sarebbe perfetto per una scena di intermezzo o come presentazione dei personaggi, ma come racconto non rende alla perfezione.
Spiegami solo questa frase: "la coda di cavallo attorno alla vita" all'inizio ho pensato a uno spin off del tuo romanzo, ma magari sono i capelli e ho travisato. Però alla faccia della coda, lunga fino al sedere?

giancarminetrotta
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#9 » sabato 23 ottobre 2021, 14:22

Ciao Stefano,
non leggevo una storia così dolce da tempo!
E non è assolutamente un punto a sfavore.
Scrivi bene, lineare, senza intoppi.
Talmente lineare che, per mettere un po' di pepe, secondo me avresti potuto lasciare nel dubbio la ragazza per qualche altro secondo quando dice a lui che nessuno sa che è lì. Tipo un movimento di lui, un ghigno sensuale, un brivido insomma. Qualcosa che facesse credere al lettore: ora ne approfitta. E invece il ragazzo è dolcissimo, ma attento che il miele è buono, dolce. Troppo potrebbe far male!

In definitiva è un lavoro positivo, perché la storia è scritta bene, aderente al tema e si legge con piacere.
Alla prossima,
G.
****

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Andrea Lauro
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#10 » sabato 23 ottobre 2021, 22:37

Ciao Stefano,
hai scritto un racconto delicato, composto bene e con una scrittura lineare. La timidezza e la paura della protagonista esce in vari punti in modo efficace, solo che io l’avevo immaginata in un’età al massimo adolescenziale, proprio per queste sue remore. Quando a metà racconto dice di averne diciassette mi ha un po’ stonato. é anche vero che lei potrebbe benissimo mentire, questo non lo sappiamo in effetti.

A ogni modo, il tema del non sentirsi a casa propria sia fuori che dentro l’istituto è trattato bene, e l’apertura finale arriva piacevole.
Un buon lavoro, a presto
andrea

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Stefano.Moretto
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#11 » domenica 24 ottobre 2021, 12:14

Signor_Darcy ha scritto:(Quanti Stefano siamo in questa pagina?)

Ciao Stefano.
Bel racconto, con una buona declinazione del tema. Forse manca un po’ di contrasto: nonostante le paure della ragazza e il tuo continuo rimando alle possibili conseguenze, forse non si avverte mai davvero il ragazzo come una concreta minaccia.
Per il resto il racconto è ben strutturato, con dettagli che giocano con le emozioni dei due protagonisti e rimandi lacustri che con me sfondano sempre una porta aperta.
Stilisticamente suggerirei di evitare gli a-capo quando il soggetto è sempre lo stesso. Questo pezzo

«Chi sei?»
Mi giro verso il prato, un ragazzo di circa la mia età mi sta fissando. Ha i capelli mori tutti in disordine, sembra avere un cespuglio sulla testa.
Incrocia le braccia. «Questa è proprietà privata.»


Lo scriverei senza mai andare a capo. Quantomeno non la seconda volta.

Attento al groppo in gola: si forma, non si blocca.

(Troppi, dovremo sfidarci a duello e ne rimarrà soltanto uno)

Grazie per il feedback, effettivamente mi state facendo notare in molti che il conflitto è molto debole in questa scena. Credo che questo la faccia apparire più come un pezzetto di una storia più grande, più che come una scena autoconclusiva. È un effetto interessante della mancanza di conflitto che non avevo mai notato, quindi vi ringrazio per avermelo fatto scoprire. Grazie per i suggerimenti stilistici, anche se personalmente preferisco che i capoversi con una battuta contengano meno narrazione possibile. Forse avrei potuto strutturare il pezzo in modo da mettere meno a–capo, dovrò ripensare anche a questo.
Grazie ancora del commento, mi è stato molto utile!

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Stefano.Moretto
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#12 » domenica 24 ottobre 2021, 12:17

Leonardo Pigneri ha scritto:Ciao Stefano, il racconto non è male anche se è un po' debole sull'opposizione che si crea trai due personaggi. Alcune parti del dialogo mi sono sembrate leggermente legnose, ma lo stile è buono e anche in queste poche righe sei riuscito a delineare un romance interessante. Null'altro da dire in linea generale se non che forse avrei osato un poco di più invece di delegare il fulcro del racconto in un dialogo senza troppo conflitto.

Ti segnalo giusto una cosetta

Una folata di vento mi fa ondeggiare la coda di cavallo attorno alla vita

Qui la prima volta che l'ho letto ero in dubbio, ha i capelli molto lunghi o ha effettivamente una coda? Penso la parte più problematica sia quel "ondeggiare intorno alla vita" che non vuol dire niente, sembra più un dettaglio visivo che tattile.

Ciao Leonardo, grazie del commento. La mancanza di conflitto l'avete notata tutti e in effetti è vero, non posso dire nulla. Non sono riuscito a crearne uno convincente.
Riguardo la coda di cavallo, ho notato che in molti avete trovato quella frase problematica. Non me l'aspettavo, è evidente che non sono riuscito a trasmettere l'immagine che avevo in testa. L'idea era che lei avesse una lunga coda di cavallo che le arrivava fino alla vita, ma l'ho descritta nel modo sbagliato.
Grazie ancora del commento e per i complimenti sullo stile!

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Stefano.Moretto
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#13 » domenica 24 ottobre 2021, 12:23

Giovanni Attanasio ha scritto:Alcune info sono ben presentate, altre sembrano soprattutto rivolte al lettore anziché filtrate dal personaggio (vista la prima persona) o interiorizzate o mostrate come effetti di qualcosa o su qualcosa.
La vicenda è dolce, tanto dolce. Mi sarebbe piaciuto di più se nei dialoghi fosse filtrato qualcosa in più dei personaggi e del loro “obiettivo”. Il concetto di abitazione/casa è ben espresso e lavora bene sul tema dell’edition. Viene reso chiaro che lei non si trova bene a casa del preside, non serviva ripeterlo così spesso.

Ciao Giovanni, grazie per il feedback. Sono contento che la storia ti sia piaciuta, anche se avrei potuto fare sicuramente di meglio. La questione del preside probabilmente è dovuto al fatto che mi sono ritrovato a consegnare all'ultimo secondo e non ho avuto modo di fare uan rilettura approfondita prima di inviare, purtroppo l'idea è arrivata tardi e sono stato lento.
Le informazioni ho cercato di farle arrivare tutte in modo "naturale", però evidentemente non ci sono riuscito. Mi sapresti dire quali sono quelle che ti hanno dato l'impressione di essere dirette al lettore e non filtrate?
Grazie ancora per il commento!

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Stefano.Moretto
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#14 » domenica 24 ottobre 2021, 12:27

Fagiolo17 ha scritto:Ciao Stefano e piacere di leggerti.
Intanto comincio facendoti i complimenti per il romanzo, che ho quasi finito di leggere! sperando che qualcuno degli altri legga sto commento e sia incuriosito, soprattutto considerando che esce da un contest proprio di MC!
Scrittura pulita e gradevole come ti contraddistingue.
Racconto molto dolce e toccante, ma ci ho trovato poco conflitto. Sarebbe perfetto per una scena di intermezzo o come presentazione dei personaggi, ma come racconto non rende alla perfezione.
Spiegami solo questa frase: "la coda di cavallo attorno alla vita" all'inizio ho pensato a uno spin off del tuo romanzo, ma magari sono i capelli e ho travisato. Però alla faccia della coda, lunga fino al sedere?

Ciao Luca, grazie mille il commento e per aver letto il romanzo! Mi fa molto piacere che venga apprezzato soprattutto in quest'arena.
Grazie anche per i complimenti al racconto. Sì, la mancanza di un vero conflitto l'avete notata praticamente tutti ed è verissimo, è un punto dolente.
La coda di cavallo è una normalissima coda di cavallo (non è una chimera per una volta ahahah), ho visto di persona alcuni (sia maschi che femmine in realtà) che la portano così lunga, quindi non mi sembrava così eccezionale, però ho visto che il modo in cui l'ho presentata ha dato fastidio, quindi devo rivedere il modo di descriverla.
Grazie ancora per tutto!

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Giovanni Attanasio
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#15 » domenica 24 ottobre 2021, 12:43

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Giovanni, grazie per il feedback. Sono contento che la storia ti sia piaciuta, anche se avrei potuto fare sicuramente di meglio. La questione del preside probabilmente è dovuto al fatto che mi sono ritrovato a consegnare all'ultimo secondo e non ho avuto modo di fare uan rilettura approfondita prima di inviare, purtroppo l'idea è arrivata tardi e sono stato lento.
Le informazioni ho cercato di farle arrivare tutte in modo "naturale", però evidentemente non ci sono riuscito. Mi sapresti dire quali sono quelle che ti hanno dato l'impressione di essere dirette al lettore e non filtrate?
Grazie ancora per il commento!


[Dovrei tornare all'istituto, se si accorgono che mi sono allontanata così tanto mi sgrideranno di nuovo.] Non è tanto per il lettore, ma vista la distanza narrativa usata avrei mostrato un'azione, anche solo guardare l'orologio bastava.
[Se si lamenta con il preside mi metteranno a pane e acqua per un mese!] Questa è più una mia cosa personale. Posso capire che sia funzionale al testo e possa passare come pensiero del personaggio, ma messa lì così mi ha un po' fatto alzare il capo dal testo.
[«Parli facile, tu. A casa tua avrai anche una stanza tutta per te, noi non abbiamo nulla! Un comodino e un letto, questa la chiami casa?»] L'informazione presentata è ottima e anche se dice qualcosa sul personaggio, suona molto generica come lamentela. Avrei dato un po' più di personalità al discorso, e in questo scambio è un ottimo posto per presentare le visioni "filosofiche" dei personaggi riguardo al concetto di casa e far parlare loro.
[Ho vissuto per anni con mio zio prima di trasferirmi qui, stavo in stanza con tre miei cugini, era un inferno.] La frase in sé non è male, ma avrebbe potuto dirla qualsiasi personaggio nella stessa situazione. Un tocco di personalità in più non avrebbe fatto male.
Poi, mi pare di averlo lasciato scritto anche nel commento originale, avrei gestito diversamente il fatto che lei ha paura di tornare tardi. Magari all'inizio non si capisce benissimo e lei sembra solo nervosa, ma man mano che parla col tale questa informazione viene fuori nei dialoghi sino a un punto critico dove lei ha paura che lui telefoni al preside. Questo permette di chiudere con lei che realizza che lui non ha brutte intenzioni e che possono diventare amici.
Anche il discorso del suo arco narrativo. La ragazza all'inizio ha paura di venire riportata indietro, non si sente a casa e dunque presumo che questa sia la sua debolezza principale. A fine storia ha realizzato qualcosa di diverso? È cambiata? La "soluzione" alla sua debolezza arriva dal sostegno dell'altro, ma devo presumere che dentro di sé lei abbia ancora timore di vivere in casa altrui e sentirsi estranea. Sbaglio?
Scusa se sono andato per le lunghe. Così su due piedi questo è ciò che posso dirti facendo un'analisi un po' più approfondita (e lo sto facendo volentieri perché vorrei abituarmi a farlo, sono sempre un po' spaventato nel commentare con occhio supercritico xD).
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Stefano.Moretto
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#16 » domenica 24 ottobre 2021, 17:41

giancarminetrotta ha scritto:Ciao Stefano,
non leggevo una storia così dolce da tempo!
E non è assolutamente un punto a sfavore.
Scrivi bene, lineare, senza intoppi.
Talmente lineare che, per mettere un po' di pepe, secondo me avresti potuto lasciare nel dubbio la ragazza per qualche altro secondo quando dice a lui che nessuno sa che è lì. Tipo un movimento di lui, un ghigno sensuale, un brivido insomma. Qualcosa che facesse credere al lettore: ora ne approfitta. E invece il ragazzo è dolcissimo, ma attento che il miele è buono, dolce. Troppo potrebbe far male!

In definitiva è un lavoro positivo, perché la storia è scritta bene, aderente al tema e si legge con piacere.
Alla prossima,
G.
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Ciao Giancarmine, grazie mille per tutti i complimenti mi fanno davvero piacere! Hai perfettamente ragione sul fatto che manca un po' di pepe, lo state notando un po' tutti e purtroppo è il grosso difetto di questo racconto. Probabilmente se avessi dato un po' più di spazio ai dubbi sulle intenzioni del ragazzo ne sarebbe uscito qualcosa di più interessante, in effetti lo spazio per farlo ce l'avevo... il problema è stato il tempo questa volta!
Grazie ancora e buona edizione!

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Stefano.Moretto
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#17 » domenica 24 ottobre 2021, 17:43

Andrea Lauro ha scritto:Ciao Stefano,
hai scritto un racconto delicato, composto bene e con una scrittura lineare. La timidezza e la paura della protagonista esce in vari punti in modo efficace, solo che io l’avevo immaginata in un’età al massimo adolescenziale, proprio per queste sue remore. Quando a metà racconto dice di averne diciassette mi ha un po’ stonato. é anche vero che lei potrebbe benissimo mentire, questo non lo sappiamo in effetti.

A ogni modo, il tema del non sentirsi a casa propria sia fuori che dentro l’istituto è trattato bene, e l’apertura finale arriva piacevole.
Un buon lavoro, a presto
andrea

Ciao Lauro, mi fa piacere averti tra i valutatori a questo giro. L'età in effetti avrei potuto introdurla meglio, non è stato il passaggio più elegante del racconto. Sono contento che comunque ti sia piaciuto il modo in cui ho inserito il tema, era una cosa a cui tenevo.
Grazie mille per il feedback!

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Stefano.Moretto
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#18 » domenica 24 ottobre 2021, 17:50

Giovanni Attanasio ha scritto:
Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Giovanni, grazie per il feedback. Sono contento che la storia ti sia piaciuta, anche se avrei potuto fare sicuramente di meglio. La questione del preside probabilmente è dovuto al fatto che mi sono ritrovato a consegnare all'ultimo secondo e non ho avuto modo di fare uan rilettura approfondita prima di inviare, purtroppo l'idea è arrivata tardi e sono stato lento.
Le informazioni ho cercato di farle arrivare tutte in modo "naturale", però evidentemente non ci sono riuscito. Mi sapresti dire quali sono quelle che ti hanno dato l'impressione di essere dirette al lettore e non filtrate?
Grazie ancora per il commento!


[Dovrei tornare all'istituto, se si accorgono che mi sono allontanata così tanto mi sgrideranno di nuovo.] Non è tanto per il lettore, ma vista la distanza narrativa usata avrei mostrato un'azione, anche solo guardare l'orologio bastava.
[Se si lamenta con il preside mi metteranno a pane e acqua per un mese!] Questa è più una mia cosa personale. Posso capire che sia funzionale al testo e possa passare come pensiero del personaggio, ma messa lì così mi ha un po' fatto alzare il capo dal testo.
[«Parli facile, tu. A casa tua avrai anche una stanza tutta per te, noi non abbiamo nulla! Un comodino e un letto, questa la chiami casa?»] L'informazione presentata è ottima e anche se dice qualcosa sul personaggio, suona molto generica come lamentela. Avrei dato un po' più di personalità al discorso, e in questo scambio è un ottimo posto per presentare le visioni "filosofiche" dei personaggi riguardo al concetto di casa e far parlare loro.
[Ho vissuto per anni con mio zio prima di trasferirmi qui, stavo in stanza con tre miei cugini, era un inferno.] La frase in sé non è male, ma avrebbe potuto dirla qualsiasi personaggio nella stessa situazione. Un tocco di personalità in più non avrebbe fatto male.
Poi, mi pare di averlo lasciato scritto anche nel commento originale, avrei gestito diversamente il fatto che lei ha paura di tornare tardi. Magari all'inizio non si capisce benissimo e lei sembra solo nervosa, ma man mano che parla col tale questa informazione viene fuori nei dialoghi sino a un punto critico dove lei ha paura che lui telefoni al preside. Questo permette di chiudere con lei che realizza che lui non ha brutte intenzioni e che possono diventare amici.
Anche il discorso del suo arco narrativo. La ragazza all'inizio ha paura di venire riportata indietro, non si sente a casa e dunque presumo che questa sia la sua debolezza principale. A fine storia ha realizzato qualcosa di diverso? È cambiata? La "soluzione" alla sua debolezza arriva dal sostegno dell'altro, ma devo presumere che dentro di sé lei abbia ancora timore di vivere in casa altrui e sentirsi estranea. Sbaglio?
Scusa se sono andato per le lunghe. Così su due piedi questo è ciò che posso dirti facendo un'analisi un po' più approfondita (e lo sto facendo volentieri perché vorrei abituarmi a farlo, sono sempre un po' spaventato nel commentare con occhio supercritico xD).

Altro che andare per le lunghe, ti ringrazio infinitamente per aver speso tutto questo tempo per me! Sono tutte informazioni preziosissime che mi permettono di capire meglio cosa funziona e cosa non funziona nel testo. Mi hai anche dato un'idea di alcuni errori che faccio più volte in modo trasversale in ciò che scrivo (tipo l'essere troppo generico su certi aspetti) e sicuramente questo mi aiuterà un sacco a cercare di migliorarmi.
Grazie mille!

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Laura Brunelli
Messaggi: 194

Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#19 » mercoledì 27 ottobre 2021, 19:51

Ciao Stefano, piacere di leggere e commentare il tuo racconto.
Devo dire che sono un po’ dibattuta su questo racconto. Fila liscio dall’inizio alla fine, qualche piccola imperfezione nello stile, ma davvero poca cosa, come il “di cica la mia età” riferito al ragazzo, o il “Guardo il sole, si sta abbassando dietro le colline”.
Non mi convince molto il dialogo, mi sembra un po’ troppo artefatto e impersonale, soprattutto qui:
«Vivo lì, ma quella non è casa mia.» Mi mordo un labbro. «Quel posto è del preside, noi abitiamo a casa sua. Io non ce l'ho, una casa.»
Il ragazzo sospira. «E che differenza c'è? Vivi lì, quindi è casa tua.»
Stringo i pugni. «Parli facile, tu. A casa tua avrai anche una stanza tutta per te, noi non abbiamo nulla! Un comodino e un letto, questa la chiami casa?»

Non mi sembra credibile che una ragazza faccia affermazioni del tipo “a casa tua avrai anche una stanza tutta per te”. Dovrebbe darlo per scontato, invece usa una frase ipotetica.
Dal punto di vista tecnico non ha grandi difetti, è ci sono sicuramente dei guizzi interessanti, ma non mi ha trasmesso granché.
A presto e buona edition

Sara Mosna
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#20 » mercoledì 27 ottobre 2021, 21:24

Ciao Stefano, piacere di leggerti.

Personalmente l’idea di fondo non mi piace un granché. Riferirsi all’orfanotrofio come a una “casa d’altri” è anche una buona idea ma specificare così tanto il sentimento di non appartenenza di Anna a quel luogo mi sembra molto una forzatura del tema.
Il contesto è costruito attorno alla volontà di far comprendere il collegamento con il tema in maniera troppo evidente. Avrei usato meglio i pensieri, forse. Spesso anche usare i dialoghi per spiegare emozioni e sensazioni appare forzato, non naturale.
Il fatto che i due ragazzi si capiscano l’un l’altro in così poco tempo è insolito dato che il sentimento di estraneità sembra all’inizio un qualcosa di così profondo, ma d’altronde capisco la necessità di spicciarsi nell’arrivare ad una conclusione, dati i caratteri massimi.

A rileggerti presto,
buon contest!

alexandra.fischer
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#21 » venerdì 29 ottobre 2021, 17:59

Tema centrato con uno spunto molto delicato: il primo amore di una coppia di orfani, in un’atmosfera ottocentesca, ricorda un po’ le storie alla Guido Gozzano. Quando una casetta nel bosco e un appuntamento quotidiano suppliscono nel caso di lei alla freddezza dell’orfanotrofio, nel quale non riconosce una casa e nel caso di lui, invece, fanno dimenticare il triste periodo a casa dello zio e dei tre cugini.
Ci sono parti da rivedere:
l’acqua riflette la sagoma delle colline in lontananza (eviterei il paragone con lo specchio, al massimo scriverei qualcosa tipo: l’acqua riflette come un paesaggio liquido la sagoma delle colline in lontananza)
Ha i capelli neri, o una capigliatura mora tutta in disordine.

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antico
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Re: Stesso posto, stessa ora

Messaggio#22 » lunedì 1 novembre 2021, 17:52

Il racconto è potenzialmente una piccola gemma. Apertura (al netto della coda di cavallo) e chiusura perfette, qualche problemino sul primo contatto tra i due ragazzi perché lui sembra, inizialmente, molto ostile tranne poi addolcirsi quasi di colpo con una trasformazione troppo netta e improvvisa. Fai riferimento al fatto che lui possa avere un telefono e questo ci porta ai giorni nostri, quindi occhio alla questione orfanotrofi che ti hanno fatto notare. Tema presente. Come valutazione direi un pollice tendente verso il positivo in modo solido e anche brillante per la bella confezione che hai creato.

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