Nuova vita

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 18 ottobre 2021 con un tema di Luca Cristiano!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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Pietro D'Addabbo
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Nuova vita

Messaggio#1 » martedì 19 ottobre 2021, 1:33

Sul mantello di Hermagor cala la mano di Nurlan, callosa come quella di ogni minatore del clan. La pacca è tanto energica che potrebbe lasciare un marchio livido su una pelle appena un po’ meno coriacea di quella del giovane nano. Per lui invece sono solo dolori.
≪Stasera berremo alla tua salute e a quella di tutti i Dunhill.≫ sentenzia il padre, una condanna cui Hermagor non può sottrarsi. Non il giorno del proprio quarantesimo genetliaco.
La porta della locanda cede alla spinta con un lieve cigolio che non attira l’attenzione, nemmeno degli avventori più vicini, il puzzo dei sigari e delle pipe invece accoglie il nuovo entrato.
Purtroppo suo padre è molto più rumoroso dei cardini e più molesto del fumo.
≪Oste, un giro di rossa a tutti i presenti che siano pronti ad alzare il calice con noi. E due pinte ad un tavolo, per cominciare!≫
Il chiacchiericcio della locanda diventa una sarabanda di suoni e espressioni d’entusiasmo che assalgono le orecchie.
Hermagor vorrebbe scomparire ma non ha dimestichezza alcuna con la magia ≪Papà, non è il caso di mettere il bando.≫ la protesta si perde nel rumore della stanza e nell’euforia del genitore.
Due clienti si alzano per lasciare libero un tavolo centrale, chi offre da bere ha diritto a dei privilegi.
La cameriera passa sul legno uno straccio che doveva essere stato bianco prima della nascita di Hermagor, posa i due boccali schiumosi che regge con l’altra mano. Lo sguardo di Nurlan si stacca da quel petto abbondante strizzato in una camicia troppo piccola per tornare sul volto del figlio. Afferra e alza la propria birra.
≪Amici! Ascoltatemi, per favore!≫
I presenti lo accontentano, il silenzio cala più imbarazzante di prima. Il giovane Dunhill resiste alla tentazione di nascondersi sotto al tavolo per sottrarsi agli sguardi, cedere sarebbe un’onta che gli costerebbe troppo.
≪Stasera mio figlio berrà con noi! Per la barba di Pelor, abbiamo un nuovo nano in città!≫
Tracanna la propria pinta senza staccare le labbra, in un solo respiro. Hermagor lo osserva, incapace di provare a imitarlo. Lo sguardo del padre torna ancora su di lui quando il boccale è vuoto e resta in attesa. In tutta la sala i boccali sono vuoti, tranne il suo, e decine di occhi sono puntati su di lui.
Prende il boccale, beve a piccoli sorsi regolari. Al decimo arriva la vampa, la nuca si scalda come se nascondesse una fiamma, gli occhi cominciano a lacrimare ma non può smettere.
Apre gli occhi, non si era accorto di averli chiusi. Il fondo del boccale è quasi libero, la faccia di Nurlan oltre quel sottile strato di vetro è tagliata dal più grande sorriso che gli abbia mai visto. Deformato dal vetro o solo un padre raggiante?
Il boccale sale, inquadra il bancone, lo specchio dietro di lui, il soffitto.
Hermagor crolla al suolo, la birra gli scorre sul viso, gli pizzica le narici, lo fa tossire. Rimane sdraiato a terra, tutti i nani gli sono intorno.
≪Che diamine fai?≫ la voce di Nurlan. E’ arrabbiato, anche se l’aveva avvertito.
≪Non lo reggo, papà… non lo reggo.≫ ripete. Quante volte aveva provato a dirglielo?
Poi sviene.

Il risveglio è nel vicolo dietro la Locanda, il puzzo d’urina è ovunque, Hermagor non sa dire se è la propria o quella di qualche animale. Potrebbe essere perfino quella di qualche altro nano, volente o nolente il rivolo è arrivato fino ai suoi calzoni.
Non è un problema, in confronto a quel che è successo ieri sera. Tutta la città lo sa, ormai. Hermagor, il figlio di Nurlan, il rampollo dei Dunhill, è astemio.
Un’onta che costa cara.
Non può tornare, non più.
Raccoglie le forze e una accetta, barcolla fuori città, nel bosco. Verso qualche altra posto, una nuova casa. Crolla fra i rovi quando la sbronza si fa sentire ancora.

Un calcio si abbatte sul fianco di Hermagor, facce verdi lo circondano. Hermagor sa cosa sono, “pelleverde” senza dubbio, forse Goblin per la bassa statura. Lo sollevano, lo palpano, lo mettono in fila con altri nani, anche umani. Schiavo.
Non potrà più bere.
Una nuova casa.


"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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antico
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Re: Nuova vita

Messaggio#2 » martedì 19 ottobre 2021, 1:36

Ciao Pietro, proprio al gong finale! Caratteri ok, malus minimo per il tempo! Buona Luca Crsitiano Edition!

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Antonio Pilato
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Re: Nuova vita

Messaggio#3 » martedì 19 ottobre 2021, 15:11

Ciao Pietro, il tuo racconto presenta quel piccolissimo colpo di scena sul personaggio astemio che mi è piaciuto, ma purtroppo tutto il resto non mi ha convinto granché. Oltre a una lieve pesantezza durante la lettura, la vicenda non è riuscita a catturare ogni mia attenzione e ho dovuto rileggere più frasi per capirne il contenuto.
Il tema del contest secondo me è rispettato molto alla lontana.
Mi spiace moltissimo che non mi sia arrivato un messaggio che, sono sicuro, volessi trasmettermi.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Nuova vita

Messaggio#4 » mercoledì 20 ottobre 2021, 12:40

Antonio Pilato ha scritto:Il tema del contest secondo me è rispettato molto alla lontana.


Ciao Antonio, grazie del commento.
Ho voluto presentare un personaggio che stesse 'scomodo' a casa propria, stretto nelle regole di una famiglia/società che vuole tutti uguali e ligi a precisi canoni (quelli fantasy in questo caso specifico). Il protagonista trova _in casa d'altri_ la libertà di essere sè stesso. Paradossale voleva essere il contrasto finale fra lo status di prigioniero e la sensazione di liberazione dalle costrizioni precedenti. Da schiavo può essere finalmente se stesso.
Mi spiace non essere riuscito a evidenziare la morale della storia.
Posso chiederti cosa hai trovato particolarmente pesante? Mi sarebbe utile saperlo per migliorare almeno l'aspetto tecnico dell'immersività in terza persona.
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Antonio Pilato
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Re: Nuova vita

Messaggio#5 » mercoledì 20 ottobre 2021, 12:52

PietroD'Addabbo ha scritto:
Antonio Pilato ha scritto:Il tema del contest secondo me è rispettato molto alla lontana.


Ciao Antonio, grazie del commento.
Ho voluto presentare un personaggio che stesse 'scomodo' a casa propria, stretto nelle regole di una famiglia/società che vuole tutti uguali e ligi a precisi canoni (quelli fantasy in questo caso specifico). Il protagonista trova _in casa d'altri_ la libertà di essere sè stesso. Paradossale voleva essere il contrasto finale fra lo status di prigioniero e la sensazione di liberazione dalle costrizioni precedenti. Da schiavo può essere finalmente se stesso.
Mi spiace non essere riuscito a evidenziare la morale della storia.
Posso chiederti cosa hai trovato particolarmente pesante? Mi sarebbe utile saperlo per migliorare almeno l'aspetto tecnico dell'immersività in terza persona.




Il racconto non è male, sia chiaro... ma l'avrei visto più efficace con un maggior numero di caratteri.
Rispondendo alla tua domanda, secondo me ci sono troppi nomi propri, di razze,... che mi hanno mandato in confusione: la colpa è anche dell'esiguo numero di caratteri.

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Laura Calagna
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Re: Nuova vita

Messaggio#6 » giovedì 21 ottobre 2021, 11:54

Ciao Pietro, piacere di conoscerti.

Il tuo racconto è pulito e procede senza particolari intoppi, ma non ho ben afferrato dove volesse portarmi. Al di là del tema del contest, rispettato o meno poco conta per quanto mi riguarda, hai fatto un lungo excursus iniziale della festa di compleanno e poi hai liquidato in poche righe la rivelazione finale. Alla seconda lettura ho capito che il padre l'ha venduto perché non sa bere, il che mi ha richiamato le belle atmosfere irlandesi o nordeuropee che amo. Mi sono immaginata i vichinghi, nani o meno, con la lunga barba rossa sporca della birra di quei boccaloni loro.
Il protagonista e il padre sono caratterizzati alla perfezione. Non trovo altre pecche, per quanto la mia opinione valga sempre quanto un soldo di cacio, se non davvero che ho faticato a capire dove volessi condurmi, ma in così poco tempo è tutto molto relativo.

A rileggerti presto.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Nuova vita

Messaggio#7 » sabato 23 ottobre 2021, 21:41

Laura Calagna ha scritto:Il tuo racconto è pulito e procede senza particolari intoppi, ma non ho ben afferrato dove volesse portarmi. Al di là del tema del contest, rispettato o meno poco conta per quanto mi riguarda, hai fatto un lungo excursus iniziale della festa di compleanno e poi hai liquidato in poche righe la rivelazione finale. Alla seconda lettura ho capito che il padre l'ha venduto perché non sa bere, il che mi ha richiamato le belle atmosfere irlandesi o nordeuropee che amo. Mi sono immaginata i vichinghi, nani o meno, con la lunga barba rossa sporca della birra di quei boccaloni loro.
Il protagonista e il padre sono caratterizzati alla perfezione. Non trovo altre pecche, per quanto la mia opinione valga sempre quanto un soldo di cacio, se non davvero che ho faticato a capire dove volessi condurmi, ma in così poco tempo è tutto molto relativo.


Ciao Laura, piacere mio. Grazie per il commento.
Prima una precisazione: il giovane nano non è stato venduto dal padre, ma abbandonato in un vicolo dietro la locanda mentre era ubriaco. Il protagonista si allontana di propria volontà dal villaggio per non rivedere il padre che ha deluso e finisce prigioniero di goblin solo per caso.
L'idea era di proporre una contrapposizione fra l'idea di casa propria e altrui: a casa propria, cioè col padre, non è più accettato; a casa dei goblin, dove invece è prigioniero, ha la possibilità di essere se stesso perchè ai carcerieri non può importare se beva o no. Quindi il finale vuole suggerire che si sentirà a casa propria stando in casa altrui.
Uhm... troppo arzigogolato, temo. ^___^
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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Nuova vita

Messaggio#8 » domenica 24 ottobre 2021, 3:29

Ciao Pietro.
Da questo mese ho deciso di commentare i racconti segnando a lato del testo le mie note “a caldo”, col commento vero e proprio lasciato in fondo.

Sul mantello di Hermagor cala la mano di Nurlan, callosa come quella di ogni minatore del clan. La pacca è tanto energica che potrebbe lasciare un marchio livido su una pelle appena un po’ meno coriacea di quella del giovane nano. Per lui invece sono solo dolori.
≪Stasera berremo alla tua salute e a quella di tutti i Dunhill.≫ sentenzia il padre, una condanna cui Hermagor non può sottrarsi. Non il giorno del proprio quarantesimo genetliaco. [Piccola nota “tipografica”: non mettere il punto fermo al termine del dialogo, in quanto in verità la frase si conclude col termine del commento del narratore, ovvero con “sottrarsi”.]
La porta della locanda cede alla spinta con un lieve cigolio che non attira l’attenzione, nemmeno degli avventori più vicini, il puzzo dei sigari e delle pipe invece accoglie il nuovo entrato. [Passaggio migliorabile spezzandolo in due frasi distinte, la prima dedicata alla porta che si apre, la seconda al nuovo entrato.]
Purtroppo suo padre è molto più rumoroso dei cardini e più molesto del fumo. [Ok, vada per il narratore onnisciente (per quanto ammetta di non amarlo per nulla), però attenzione ai soggetti. L’ultimo soggetto di un’azione è il nuovo arrivato, ragion per cui “suo”, da un mero punto di vista sintattico, è rivolto allo sconosciuto e non a Hermagor.]
≪Oste, un giro di rossa a tutti i presenti che siano pronti ad alzare il calice con noi. E due pinte ad un tavolo, per cominciare!≫ [Attenzione alle D eufoniche.]
Il chiacchiericcio della locanda diventa una sarabanda di suoni e espressioni d’entusiasmo che assalgono le orecchie. [Ma come? Qui che invece la D serve non ce la metti? :D]
Hermagor vorrebbe scomparire ma non ha dimestichezza alcuna con la magia [Punto.] ≪Papà, non è il caso di mettere il bando.≫ la protesta si perde nel rumore della stanza e nell’euforia del genitore.
Due clienti si alzano per lasciare libero un tavolo centrale, chi offre da bere ha diritto a dei privilegi.
La cameriera passa sul legno uno straccio che doveva essere stato bianco prima della nascita di Hermagor, posa i due boccali schiumosi che regge con l’altra mano. Lo sguardo di Nurlan si stacca da quel petto abbondante strizzato in una camicia troppo piccola per tornare sul volto del figlio. Afferra e alza la propria birra.
≪Amici! Ascoltatemi, per favore!≫
I presenti lo accontentano, il silenzio cala più imbarazzante di prima. Il giovane Dunhill resiste alla tentazione di nascondersi sotto al tavolo per sottrarsi agli sguardi, cedere sarebbe un’onta che gli costerebbe troppo.
≪Stasera mio figlio berrà con noi! Per la barba di Pelor, abbiamo un nuovo nano in città!≫
Tracanna la propria pinta senza staccare le labbra, in un solo respiro. Hermagor lo osserva, incapace di provare a imitarlo. Lo sguardo del padre torna ancora su di lui quando il boccale è vuoto e resta in attesa. In tutta la sala i boccali sono vuoti, tranne il suo, e decine di occhi sono puntati su di lui.
Prende il boccale, beve a piccoli sorsi regolari. Al decimo arriva la vampa, la nuca si scalda come se nascondesse una fiamma, gli occhi cominciano a lacrimare ma non può smettere.
Apre gli occhi, non si era accorto di averli chiusi. [Terza ripetizione di “occhi” in pochissime righe. In quest’ultimo caso si poteva usare palpebre.] Il fondo del boccale è quasi libero, la faccia di Nurlan oltre quel sottile strato di vetro è tagliata dal più grande sorriso che gli abbia mai visto. Deformato dal vetro o solo un padre raggiante?
Il boccale sale, inquadra il bancone, lo specchio dietro di lui, il soffitto.
Hermagor crolla al suolo, la birra gli scorre sul viso, gli pizzica le narici, lo fa tossire. Rimane sdraiato a terra, tutti i nani gli sono intorno.
≪Che diamine fai?≫ la voce di Nurlan. E’ arrabbiato, anche se l’aveva avvertito. [Ovvove! Un’apostrofo al posto di un accento. Al rogo! Al rogo!]
≪Non lo reggo, papà… non lo reggo.≫ ripete. Quante volte aveva provato a dirglielo?
Poi sviene.

Il risveglio è nel vicolo dietro la Locanda, il puzzo d’urina è ovunque, Hermagor non sa dire se è la propria o quella di qualche animale. Potrebbe essere perfino quella di qualche altro nano, volente o nolente il rivolo è arrivato fino ai suoi calzoni.
Non è un problema, in confronto a quel che è successo ieri sera. Tutta la città lo sa, ormai. Hermagor, il figlio di Nurlan, il rampollo dei Dunhill, è astemio.
Un’onta che costa cara.
Non può tornare, non più.
Raccoglie le forze e una accetta, barcolla fuori città, nel bosco. Verso qualche altra posto, una nuova casa. Crolla fra i rovi quando la sbronza si fa sentire ancora.

Un calcio si abbatte sul fianco di Hermagor, facce verdi lo circondano. Hermagor sa cosa sono, “pelleverde” senza dubbio, forse Goblin per la bassa statura. Lo sollevano, lo palpano, lo mettono in fila con altri nani, anche umani. Schiavo.
Non potrà più bere.
Una nuova casa.

COMMENTO FINALE
Parto da ciò che mi piaciuto: l’aver voluto inserire il tema di lato, in maniera più metafotica che esplicita. Bella trovata davvero.
Peccato solo che il testo presenti poi parecchie carenze. Parto col collegarmi al mio commento relativo alla parte della porta della locanda che si apre e sul narratore onnisciente. Quel mio commento l’ho scritto durante la prima lettura e solo a seguito della seconda ho capito che in verità i due protagonisti all’inizio della storia si trovavano fuori dalla locanda e non dentro. Ho quindi deciso di lasciare quel mio (errato) commento proprio per sottolineare come quel passaggio non risulti per nulla chiaro e, anzi, parecchio ambiguo. E sai perché? Perché tu parli di “nuovo entrato” al singolare, quando invece a inizio brano hai presentato al lettore DUE personaggi. Tant’è che durante la lettura m’immaginavo che quel nuovo arrivato avrebbe prima o poi rappresentato un colpo di scena, quando invece così (ovviamente) non è stato.
Altro problema è poi il finale, liquidato in pochissime righe, tanto da apparire del tutto forzato. D’accordo che il protagonista non si sentiva a casa sua assieme al padre, ma davvero il semplice fatto di essere finito prigioniero (e quindi impossibilitato a bere) lo fa sentire in una nuova casa? Perdona la franchezza, ma… beh, non ha minimamente senso con la precedente costruzione del personaggio che, appunto, si sentiva ingabbiato dalle pressioni paterne. Dà proprio l’impressione di un finale buttato a caso, il che è un vero peccato.
Detto questo, visto che in un tuo precedente commento accennavi al discorso dell’immersività, attenzione alle intromissioni del tuo narratore, come nel passaggio “Tutta la città lo sa, ormai. Hermagor, il figlio di Nurlan, il rampollo dei Dunhill, è astemio.” Come fa a sapere una cosa del genere, se si è appena svegliato? Al massimo avresti potuto scrivere “ormai tutta la città lo saprà già”, esplicitando che si tratta di una supposizione del protagonista.
Insomma, per riassumere, buona trovata su come gestire il tema, ma forma e costruzione della trama a mio avviso sotto la sufficienza. Mi spiace.
Alla prossima.
lupus in fabula

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Pietro D'Addabbo
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Re: Nuova vita

Messaggio#9 » domenica 24 ottobre 2021, 8:07

Ciao Alessandro, grazie per i tuoi commenti, molto dettagliati e quindi ancora più utili. Accolgo sicuramente tutti i commenti 'tipografici'. La D eufonica stavo provando ad evitarla sempre, mi è sfuggita proprio nel discorso diretto, me misero!
Dal punto di vista stilistico ho provato a evitare il narratore onnisciente come la morte, ma mi aiuti molto sottolineando che mi sia sfuggito qua e là.

L’ultimo soggetto di un’azione è il nuovo arrivato, ragion per cui “suo”, da un mero punto di vista sintattico, è rivolto allo sconosciuto e non a Hermagor.

Perché tu parli di “nuovo entrato” al singolare, quando invece a inizio brano hai presentato al lettore DUE personaggi


Nelle due frasi a cui ti riferisci parlavo delle sensazioni che prova Hermagor. È lui che ritiene suo padre più rumoroso dei cardini, avrei dovuto scrivere quella frase dopo quella pronunciata da Nurlan, perché come commento temporaneamente viene dopo l'invito a bere insieme, sarebbe stato più chiaro?
Ho scritto "nuovo arrivato" perché è Hermagor che sente il fumo come una puzza, mentre Nurlan il lettore non sa come lo viva (l'onnisciente invece sì, sa che ci sguazza come un pesce nella boccia). Cercherò un modo migliore.
Circa il posizionamento, pensavo che spingere la porta per entrare in locanda fosse sufficiente a piazzarli all'esterno, ma un commento di Hermagor preoccupato di entrare avrebbe chiarito ulteriormente la cosa.
Sul finale hai ragione, è eccessivamente breve. Avevo progettato di scrivere circa duemila parole per la festa e altrettante per la prigionia, ma mentre scrivevo vedevo crescere i caratteri per la prima parte e mi dicevo "ma questo non posso non scriverlo, nemmeno questo, nemmeno questo...".
Avrei avuto bisogno di almeno alle tre ore di cesellature per riuscire a riequilibrare e invece mi mancavano 1000 caratteri e dovevo ancora descrivere anche il risveglio, che non avevo conteggiato nella fase di plot. Alla fine invece di 2000 caratteri la parte con i goblin ne ha avuti solo 273, un finale tiratissimo consegnato all'ultimo minuto dell'extratime che non soddisfa me stesso per primo.
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Dario17
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Re: Nuova vita

Messaggio#10 » domenica 24 ottobre 2021, 11:54

Un pezzo fantasy/favolesco in cui non manca nessun clichè. Ma proprio nessuno.
Dalla locanda casinista alla locandiera popputa, dal nano minatore alla sbevazzata di gruppo tra medesimi.
Ci sono un sacco di ripetizioni ("boccale", "padre" e "figlio" ripetuti a raffica) e la lettura procede molto lenta anche se praticamente il 90% della storia è focalizzata su una sola bevuta fatta dal protagonista.
La porta della locanda cede alla spinta con un lieve cigolio che non attira l’attenzione nemmeno degli avventori più vicini -> e allora come fa il protagonista ad avvertirla?
Il tema delle differenze conflittuali tra genitore e figlio ci sarebbe pure però sarebbe stato meglio trattarlo in maniera un po' più originale così da dare in pasto al lettore qualcosina di nuovo. Un nano astemio era una buona idea, ma andava collocata in una trama meno scontata.
L'epilogo è amaro al punto giusto ma è un tracollo spiegato e raccontato in così poche righe che non si fa in tempo ad empatizzare.
Una riga finale non basta per rientrare nel tema del contest, è una soluzione troppo sbrigativa.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Nuova vita

Messaggio#11 » domenica 24 ottobre 2021, 18:29

Ciao Dario, grazie del tuo commento.
Più che una raccolta di cliché, il racconto voleva presentare una situazione classica per il fantasy con un elemento 'estraneo' inconsueto. Per evitare del tutto i cliché, avrei potuto proporre un brindisi con latte di capra e rendere il protagonista intollerante al lattosio, ma non mi sembrava efficace. ^__^
Relativamente alla porta, il protagonista se ne accorge perché è il più vicino, essendo lui a spingerla.
L'epilogo è sicuramente tirato troppo in fretta. Proverò a riproporre il testo nel Laboratorio dove non dovrò preoccuparmi dei limiti di spazio e di tempo.
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Luca Nesler
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Re: Nuova vita

Messaggio#12 » lunedì 25 ottobre 2021, 16:46

Ciao Pietro! Hahahaha, hai davvero usato maggiore maggiore, minore minore? Ma vuoi essere linciato?! Hahaha!
Comunque, cazzate a parte, racconto interessante. L'ambientazione D&D porta una situazione per noi del tutto innocua ad essere esistenziale per un giovane nano. Questo potrebbe renderla un po' ridicola per molti lettori (non per i veri nerd), ma è senz'altro un esercizio di ribaltamento di valori molto interessante.
La prosa è un po' faticosa, vuoi per i nomi nanici e il loro gergo, vuoi per alcuni periodi un po' lunghi e un narratore esterno meno fresco dell'ultimo racconto.
Scelte come indicare i personaggi in modo indiretto come "il nuovo entrato" o usare termini come "sentenzia" appesantiscono il testo, ma immagino cercassi di dare un'aurea di arcaico per via dei nani.
Sulla scelta di usare la terza presente dico quello che ho detto a Emiliano: io terza passato o prima presente. Tutto il resto non mi convince mai. A te piace? Questa terza presente, come quella di Emiliano nel racconto di questa edition, ha l'effetto di tenere il lettore esternissimo. Poi capitano i pensieri dei personaggi come "Non è un problema, in confronto a quel che è successo ieri sera" e ti chiedi quanto di questo narratore sia voluto e quanto accidentale. Insomma, un esterno che non del tutto onnisciente che ti fa sembrare poco consapevole come autore.

FilippoR
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Re: Nuova vita

Messaggio#13 » lunedì 25 ottobre 2021, 17:38

Ciao Pietro,
che il personaggio fosse astemio non mi è stato subito chiaro, credevo non fosse riuscito a stare dietro al padre come numero di boccali/sorsi (ma è stato un mio errore di ricostruzione della scena e me ne sono accorto rileggendo meglio), astemio ci sta nella storia per rafforzarla.
La cosa che mi è piaciuta di meno del tuo racconto è stato nel finale arrivato troppo velocemente, sarebbe stato meglio ridurre un po' il numero di caratteri della prima parte per averne per il finale (immagino i problemi siano stati il tempo e il limite di caratteri, giusto?).
Buon proseguimento e alla prossima!

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Pietro D'Addabbo
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Re: Nuova vita

Messaggio#14 » martedì 26 ottobre 2021, 1:05

Luca Nesler ha scritto:hai davvero usato maggiore maggiore, minore minore? Ma vuoi essere linciato?! Hahaha!


Oh, santa miseria!
Me li sono scelti e piazzati fra i caratteri speciali favoriti ma ho preso il MUCH LESS-THAN invece del LEFT-POINTING DOUBLE ANGLE QUOTATION MARK (« vs ≪). Quando si tenta al volo di replicare le impostazioni usuali su un differente strumento capitano di queste disattenzioni.

Scelte come indicare i personaggi in modo indiretto come "il nuovo entrato" o usare termini come "sentenzia" appesantiscono il testo, ma immagino cercassi di dare un'aurea di arcaico per via dei nani.


Sì e no. Nel caso del "nuovo entrato" cercavo di evitare di ripetere troppe volte il nome proprio del protagonista per indicarlo, perché partendo con due personaggi e la terza persona temevo di diventare troppo didascalico nell'usare sempre i nomi propri. Il 'sentenzia' invece non era nanico ma mio, come altri termini presenti sul vocabolario di italiano ma osteggiati in queste competizioni. Cerco di evitarli ma a volte sottovaluto la 'complessità' del termine che mi sembra più adatto. Qui l'uso di "Sentenziare" voleva sottolineare l'irrevocabilità di quella affermazione, come fosse la sentenza di un giudice, appunto. Non un semplice affermare o dire o suggerire, tuttavia sostituibile con un "decreta" o "impone". Sarebbe più accettabile?

D'altra parte è vero che fossi nato 'fantasy dwarf' anzicché 'real human' non avrei nulla da lamentarmi, quindi un po' di nanità in tutto il testo c'è, voluta o meno. (L'avatar non è scelto a caso)

Sulla scelta di usare la terza presente dico quello che ho detto a Emiliano: io terza passato o prima presente. Tutto il resto non mi convince mai. A te piace?


Non ho ancora un'opinione precisa, se mi piaccia o no. Prima di Minuti Contati ho solo scritto proprio in terza al passato (più spesso) e prima presente (più raramente) nei PlayByForum di D&D che frequento, secondo l'indicazione del Master del momento. Minuti Contati mi sembra l'occasione anche per sperimentare altre possibilità.
In questo contest ero partito con l'idea di tentare una prima presente, ma mi sono trovato in difficoltà nel comunicare al lettore che l'io fosse un nano senza ricorrere ad un infodump. Non ho trovato una soluzione che mi piaccia a questo problema nemmeno ora, a distanza di diversi giorni.

ti chiedi quanto di questo narratore sia voluto e quanto accidentale. Insomma, un esterno che non del tutto onnisciente che ti fa sembrare poco consapevole come autore.


Assolutamente accidentale e poco consapevole. Come autore sono un pivello, quel narratore mi sfugge troppo spesso.
Spero di riuscire a estrometterlo in tutte le sue forme con la pratica.
Grazie mille dei tuoi commenti.
Ultima modifica di Pietro D'Addabbo il martedì 26 ottobre 2021, 1:16, modificato 1 volta in totale.
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Re: Nuova vita

Messaggio#15 » martedì 26 ottobre 2021, 1:15

FilippoR ha scritto:La cosa che mi è piaciuta di meno del tuo racconto è stato nel finale arrivato troppo velocemente, sarebbe stato meglio ridurre un po' il numero di caratteri della prima parte per averne per il finale (immagino i problemi siano stati il tempo e il limite di caratteri, giusto?).


Ciao Filippo, grazie del tuo commento.
Hai indovinato. Purtroppo il lunedì spesso mi libero solo dopo mezzanotte, quindi ho scritto e consegnato in poco più di un'ora. Mi ero prefissato di stare sui 2k caratteri sia per l'osteria sia per la prigionia, ma avendo sforato abbondantemente col primo blocco sono rimasto obbligatoriamente troppo corto col secondo, non avendo tempo per riequilibrare.
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Re: Nuova vita

Messaggio#16 » martedì 26 ottobre 2021, 8:54

PietroD'Addabbo ha scritto:Oh, santa miseria!
Me li sono scelti e piazzati fra i caratteri speciali favoriti ma ho preso il MUCH LESS-THAN invece del LEFT-POINTING DOUBLE ANGLE QUOTATION MARK (« vs ≪). Quando si tenta al volo di replicare le impostazioni usuali su un differente strumento capitano di queste disattenzioni.

Lol, immaginavo qualcosa del genere!

PietroD'Addabbo ha scritto:Sì e no. Nel caso del "nuovo entrato" cercavo di evitare di ripetere troppe volte il nome proprio del protagonista per indicarlo, perché partendo con due personaggi e la terza persona temevo di diventare troppo didascalico nell'usare sempre i nomi propri.

Sì certo e hai ragione. Il problema qui è che il contesto complesso e la scelta del narratore ti costringono a evoluzioni che poi, ovviamente, ti portano a questo genere di cose. Come quando si cerca di trovare un modo diverso per dire che qualcosa emoziona il personaggio e ti inventi le peggio cose.

PietroD'Addabbo ha scritto:Il 'sentenzia' invece non era nanico ma mio, come altri termini presenti sul vocabolario di italiano ma osteggiati in queste competizioni. Cerco di evitarli ma a volte sottovaluto la 'complessità' del termine che mi sembra più adatto. Qui l'uso di "Sentenziare" voleva sottolineare l'irrevocabilità di quella affermazione, come fosse la sentenza di un giudice, appunto. Non un semplice affermare o dire o suggerire, tuttavia sostituibile con un "decreta" o "impone". Sarebbe più accettabile?

Eh no, il problema è proprio quello. Sentenzia, decreta, impone... sono tutte parole che interpretano il modo di parlare del personaggio. Per questo si fanno notare. Il modo migliore di recepire una battuta è indovinarne il tono dal contesto, dalla punteggiatura e dalla conoscenza pregressa di un personaggio (che qui non c'è, ovviamente). Però molto dipende dal narratore che scegli, chiaramente. Se avessi usato la prima (o una terza con focalizzazione interna) potevi inserire un pensiero, per esempio. Con un narratore esterno era meglio metterci un esclamativo e fine.
Anche perché c'è una seconda questione: sentenzia (ma anche gli altri) sono termini che leggi e basta. Difficilmente li usiamo in contesti diversi che non quelli letterari, quindi è come se anche il registro linguistico mi stesse ricordando che sto leggendo un'opera di finzione. Può non essere un problema se non cerchi il coinvolgimento emotivo o esserlo se invece lo fai. L'importante è padroneggiare la cosa.

PietroD'Addabbo ha scritto:Non ho ancora un'opinione precisa, se mi piaccia o no. Prima di Minuti Contati ho solo scritto proprio in terza al passato (più spesso) e prima presente (più raramente) nei PlayByForum di D&D che frequento, secondo l'indicazione del Master del momento. Minuti Contati mi sembra l'occasione anche per sperimentare altre possibilità.
In questo contest ero partito con l'idea di tentare una prima presente, ma mi sono trovato in difficoltà nel comunicare al lettore che l'io fosse un nano senza ricorrere ad un infodump. Non ho trovato una soluzione che mi piaccia a questo problema nemmeno ora, a distanza di diversi giorni.


Ma certo, io ti dico la mia perché sono chiamato a darti un feedback, non perché non approvi il fatto che su MC si sperimenti. Anzi, fai benissimo, a parer mio. Proprio dove i racconti sono sperimentali c'è bisogno di un feedback che restituisca all'autore l'effetto che ha avuto in modo da accumulare esperienza.

PietroD'Addabbo ha scritto:Assolutamente accidentale e poco consapevole. Come autore sono un pivello, quel narratore mi sfugge troppo spesso. Spero di riuscire a estrometterlo in tutte le sue forme con la pratica.


Non penso affatto che tu sia un pivello (un bugiardo casomai!). Vedrai che ci metterai pochissimo a spazzare via l'onnisciente. Si tratta solo di capire quali sono le informazioni che vengono fornite "illegittimamente" dal racconto.
Alla prossima!

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Pietro D'Addabbo
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Re: Nuova vita

Messaggio#17 » martedì 26 ottobre 2021, 9:49

Luca Nesler ha scritto:Alla prossima!


Grazie mille per questo ulteriore feedback, utilissimo come il primo.
Alla prossima!
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Davide_Mannucci
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Re: Nuova vita

Messaggio#18 » martedì 26 ottobre 2021, 23:00

Ciao Pietro, piacere di leggerti.
Il tuo racconto non mi ha molto coinvolto purtroppo. Non so realmente cosa non mi ha convinto. Probabilmente la sensazione di deja vu. Il racconto è colmo di cose viste e riviste. Non mi dispiace, come al solito, il tuo stile, sebbene quella terza al presente ti penalizzi un po'.
Sono però sicuro che questo racconto, molto penalizzato dai pochi caratteri, in un contesto di laboratorio o comunque con caratteri illimitati, possa trovare sbocchi più felici. Il potenziale infatti è ottimo. Pensa che secondo me potrebbe essere un piccolo brano di un romanzo.
Ma queste sono idee mie :)
Davide Mannucci

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Andrea Furlan
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Re: Nuova vita

Messaggio#19 » mercoledì 27 ottobre 2021, 1:10

Ciao Pietro,

non essendo un racconto del gruppo che devo commentare mi prenderò qualche libertà in più.
Mi sono goduto parola per parola di questa storia fra nani e non solo perchè sai bene che condividiamo un destino comune.
Sono comunque d'accordo con le criticità che ti hanno segnalato in modo molto preciso gli altri.
L'unico consiglio che mi sento di darti, se lavorerai ancora sul testo, è bilanciare le due parti tagliando la prima e mettendo tutto il carico sulla seconda. Anche se illustri pareri hanno trovato inverosimile la svolta sulla prigionia come nuova vita, secondo me ci sta: mi ricorda i racconti di mio nonno preso prigioniero negli Stati Uniti dopo la guerra in Africa, mai visto così contento come in quelle vecchie foto...
Magari potevi spiegare meglio qualche lato positivo della sua futura vita fra i Pelleverde e seminarlo nella prima parte, sono sicuro che pensandoci un po' ti verranno delle belle idee :-)
Per finire, una bella rossa schiumante per tutti!

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Pietro D'Addabbo
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Re: Nuova vita

Messaggio#20 » mercoledì 27 ottobre 2021, 9:47

Ciao Davide, grazie del commento, sia per le critiche che per l'apprezzamento.

Davide_Mannucci ha scritto:Il racconto è colmo di cose viste e riviste. [...] questo racconto, molto penalizzato dai pochi caratteri, in un contesto di laboratorio o comunque con caratteri illimitati, possa trovare sbocchi più felici. Il potenziale infatti è ottimo. Pensa che secondo me potrebbe essere un piccolo brano di un romanzo.


Sicuramente è un testo che svilupperò, anche se non oso pensare eccessivamente in grande.
Il Laboratorio sarà la sua sede naturale.
La sensazione che possa far parte di un romanzo penso sia dovuta al fatto che mi sono ispirato al cosiddetto "background" di cui si dotano i personaggi dei giochi di ruolo alla D&D e che rappresenta il 'motore' che lo spinge a lasciare la casa natale in cerca dell'avventura. Il primo concept di Hermagor lo vedeva anche completamente glabro (non rasato, ma con l'alopecia congenita: hai presente l'arbitro Collina?) Ho trovato troppo difficile trasmettere questa informazione assieme a tutto il resto nel contest e ho rinunciato. Nel Laboratorio proverò a rimettercela.
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Pietro D'Addabbo
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Re: Nuova vita

Messaggio#21 » mercoledì 27 ottobre 2021, 9:54

Ciao Andrea, grazie del commento spassionato.

Andrea Furlan ha scritto:Mi sono goduto parola per parola di questa storia fra nani [...] L'unico consiglio che mi sento di darti, se lavorerai ancora sul testo, è bilanciare le due parti tagliando la prima e mettendo tutto il carico sulla seconda. [...] mi ricorda i racconti di mio nonno preso prigioniero negli Stati Uniti dopo la guerra in Africa, mai visto così contento come in quelle vecchie foto...


Non dubitavo che avresti gradito, facciamo parte entrambi della fanbase del fantasy e dei nani in particolare.
L'intento iniziale era proprio di bilanciare le due parti ma il tempo è stato tiranno. Minuti Contati è già difficile per sè, onore al merito di tutti i partecipanti, ma gli impegni del lunedì mi hanno portato a restringere ulteriormente i tempi per la stesura.
Quando lo riposto 'riequilibrato' nel Laboratorio ti farò un fischio. ;-)
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Stefano.Moretto
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Re: Nuova vita

Messaggio#22 » giovedì 28 ottobre 2021, 10:18

Ciao Pietro,
mi dispiace dover essere critico, di solito i tuoi racconti mi piacciono molto, ma questo non mi ha convinto.
Sul mantello di Hermagor cala la mano di Nurlan, callosa come quella di ogni minatore del clan. La pacca è tanto energica che potrebbe lasciare un marchio livido su una pelle appena un po’ meno coriacea di quella del giovane nano. Per lui invece sono solo dolori.
≪Stasera berremo alla tua salute e a quella di tutti i Dunhill.≫ sentenzia il padre, una condanna cui Hermagor non può sottrarsi. Non il giorno del proprio quarantesimo genetliaco.

In poche frasi mi inondando di nomi e termini nuovi, lasciando all'immaginazione il loro significato. Dunhill immagino sia il nome del clan e genetliaco effettivamente esiste e vuol dire proprio "compleanno", ma è talmente arcaico che in mezzo a tutti questi nomi sembra un termine fantasy. Così metti in grossa difficoltà il lettore, io in certi punti ho avuto difficoltà a capire chi stesse facendo cosa proprio perché tutti i nomi sono stati messi così, uno di seguito all'altro. Il fatto che Nurlan sia il padre non lo scrivi in modo esplicito, ma lo fai dedurre per esclusione: il padre sentenzia e Hermagor non può sottrarsi, quindi Hermagor non è il padre, di conseguenza è *il lettore torna a leggere la riga sopra* Nurlan. Non è ottimale, mi costringi a fare avanti indietro per capire chi è chi.
La porta della locanda cede alla spinta con un lieve cigolio che non attira l’attenzione, nemmeno degli avventori più vicini, il puzzo dei sigari e delle pipe invece accoglie il nuovo entrato.

Altro problema dovuto al fatto che siamo solo all'inizio: noi non abbiamo idea di dove siano loro due. La prima volta che ho letto questo pezzo ho creduto che loro fossero già dentro e qualcun altro stesse entrando, e lì mi pareva strano che si facesse caso alla porta se appunto era così silenziosa; invece tutto ha senso perché è il padre ad aprirla, quindi è autoevidente che nota la porta silenziosa rispetto al chiasso della locanda. Però, appunto, ci sono arrivato solo dopo, perché mi mancavano dei pezzi. Soprattutto, non hai mai scritto che il padre apre nessuna porta. Ci fosse stato anche solo questo pezzo nella frase prima, avrei avuto molti meno problemi di comprensione.
Altro problema minore: la porta "cede" alla spinta con un "lieve" cigolio. So che può avere perfettamente senso che uno tiri una spallata alla porta e i cadini facciano un cigolio molto basso, ma nel modo in cui lo presenti c'è una contrapposizione troppo grande. Il verbo "cede" fa immaginare una spinta molto forte a cui è stata contrapposta una forte resistenza, quasi venisse sfondata, invece con il "lieve" cigolio mi dai la sensazione totalmente opposta di una porta che viene aperta piano piano. Una discrepanza sensoriale che dà fastidio.
Ultima cosa, poi smetto di massacrare questa povera frase: quando scrivi "il nuovo entrato", dandomi così un'idea di qualcuno di sconosciuto, mi stai confermando l'idea che chi sta entrando in quel momento non è il protagonista. Anche questo problema è dovuto al fatto che non è subito chiaro che sono loro che stanno entrando; inoltre loro sono appunto in due, quindi "il nuovo entrato", al singolare, sembra proprio escludere del tutto che siano loro due a entrare.
Riguardo il testo nel suo complesso, credo che il problema più grosso sia che hai dato tutto lo spazio alla prima gigantesca parte, senza far presagire né capire i punti salienti. Per esempio non si percepisce l'ansia del protagonista per il bere, ma solo la classica ansia sociale da adolescente buttato in mezzo alla folla. Lui sapeva che non reggeva l'alcool e che questo lo avrebbe portato a una fine terribile, però non si percepisce la sua paura per questo. Anche al suo "rinvenimento" nel vicolo, il pezzo è inutilmente lungo rispetto alla parte più importante, ovvero il ritrovamento del suo vero "io" in una condizione di schiavitù. Tutto il tuo testo vuole portare a quella svolta, ma non c'è un vero cambiamento che viene mostrato, la sensazione che si ha è che il nano si arrenda al fatto che la sua vita sia terribile e che quindi in schiavitù non starà poi così male. Sapendo che non è questo il messaggio che volevi veicolare penso sia un peccato che venga trasmesso così, soprattutto perché l'idea del nano astemio era pure carina. Giusto per fare un paragone, hai dato all'ultimo pezzo quasi lo stesso numero di caratteri che hai dedicato alla descrizione dell'urina nel vicolo.
Penso che ridimensionando i vari pezzi sarebbe potuto venire fuori qualcosa di molto bello, purtroppo questo racconto soffre parecchio su vari fronti.
Mi dispiace averti fatto questo walltext perché di solito adoro i tuoi racconti, spero di rivederti alla prossima edizione con qualcosa che rispecchi meglio le tue capacità.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Nuova vita

Messaggio#23 » giovedì 28 ottobre 2021, 15:51

Ciao Stefano, grazie per il tuo commento.

Stefano.Moretto ha scritto:Mi dispiace averti fatto questo walltext perché di solito adoro i tuoi racconti, spero di rivederti alla prossima edizione con qualcosa che rispecchi meglio le tue capacità.


La partecipazione al contest è per me uno sprone a scrivere, leggere dei commenti è quanto mi aspetto e se sono così dettagliati sono anche più utili.
Sono consapevole dello sbilanciamento fra le varie parti del testo, pertanto spero che vorrai tornare a leggere la versione 'rivista' o piuttosto 'integrale' del racconto quando sarà libero dai limiti di tempo/spazio del contest all'interno del Laboratorio.
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Stefano.Moretto
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Re: Nuova vita

Messaggio#24 » giovedì 28 ottobre 2021, 16:01

PietroD'Addabbo ha scritto:Ciao Stefano, grazie per il tuo commento.

Stefano.Moretto ha scritto:Mi dispiace averti fatto questo walltext perché di solito adoro i tuoi racconti, spero di rivederti alla prossima edizione con qualcosa che rispecchi meglio le tue capacità.


La partecipazione al contest è per me uno sprone a scrivere, leggere dei commenti è quanto mi aspetto e se sono così dettagliati sono anche più utili.
Sono consapevole dello sbilanciamento fra le varie parti del testo, pertanto spero che vorrai tornare a leggere la versione 'rivista' o piuttosto 'integrale' del racconto quando sarà libero dai limiti di tempo/spazio del contest all'interno del Laboratorio.


molto volentieri, se quando la posti mi avvisi per mp, tag o altro, passo appena possibile

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antico
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Re: Nuova vita

Messaggio#25 » domenica 31 ottobre 2021, 17:59

Un racconto con un paio di problematiche importanti. La prima: questa porta che si apre e sembra che entri una figura inquietante che poi sparisce... Al che vai a rileggere e rileggere e, alla fine, capisci che no, non era un altro personaggio, ma padre e figlio che entrano nell'osteria. Insomma, tutta la prima parte risente di una localizzazione dei personaggi che ho faticato a visualizzare. La seconda, più importante: il finale con il messaggio che volevi fare passare e che invece non mi è arrivato perché, davvero, troppo poco è lo spazio in cui hai cercato di svilupparlo. Ora, soprattutto questo secondo problema è connesso con un errato bilanciamento del racconto che può portare a pensare che con più caratteri avrebbe avuto la possibilità di svilupparsi meglio, ma, come ben sai, non la penso così perché in questi casi ritengo sempre sia un errore dell'autore che è arrivato lungo non riuscendo a equlibrare il tutto nello spazio dato. Resta il fatto che il tuo stile è estremamente intrigante e che nella parte dell'osteria funziona, eccome se funziona. Per quanto detto, la mia valutazione si attesta su un pollice ni tendente al positivo (soprattutto per il finale che proprio non mi è arrivato). Un consiglio: quando partecipo pongo sempre molta attenzione ai caratteri che sto usando e questo mi permette di capire se sto andando lungo e quindi se devo tagliare qualcosa prima ancora di averla scritta. La mia idea è che tu, limitatamente a questo racconto, abbia scritto e solo in seguito sia andato a vedere i caratteri e a quel punto, non potendo tagliare causa una struttura che non permetteva grossi tagli (oltre al fatto che eri già in ritardo) tu abbia sovrastimato il finale pensando che sarebbe comunque arrivato anche in una forma così ridotta.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Nuova vita

Messaggio#26 » lunedì 1 novembre 2021, 11:53

Ciao Maurizio, grazie del commento.

antico ha scritto:Un racconto con un paio di problematiche importanti. [...] La mia idea è che tu, limitatamente a questo racconto, abbia scritto e solo in seguito sia andato a vedere i caratteri e a quel punto, non potendo tagliare causa una struttura che non permetteva grossi tagli (oltre al fatto che eri già in ritardo) tu abbia sovrastimato il finale pensando che sarebbe comunque arrivato anche in una forma così ridotta.


Il problema della porta mi è stato segnalato da tutti, non sono riuscito a posizionare in modo sufficientemente chiaro padre e figlio all'esterno della Locanda perché si capisse che erano loro ad entrare.
Quanto hai caratteri, ci sei andato vicino. In realtà ero ben cosciente mentre scrivevo del numero di caratteri e avevo programmato di dividere il racconto esattamente a metà fra le due situazioni (locanda e prigionia), ma nello scrivere mi sono sentito costretto a completare a tutto tondo la prima parte nonostante ne soffrisse la seconda perché mi sembrava fondamentale presentare il personaggio e farlo 'arrivare' al lettore. Non ho sovrastimato la riuscita del finale e del messaggio, ero già sicuro che fosse debole, ma non avevo tempo di sgrossare e riequilibrare le parti.
Grazie di nuovo.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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