Gruppo DANZA: Lista racconti e classifiche

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 18 ottobre 2021 con un tema di Luca Cristiano!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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antico
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Gruppo DANZA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 19 ottobre 2021, 2:09

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BENVENUTI ALLA LUCA CRISTIANO EDITION, LA SECONDA DELLA NONA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 158° ALL TIME!

Questo è il gruppo DANZA della LUCA CRISTIANO EDITION con LUCA CRISTIANO come guest star.

Gli autori del gruppo DANZA dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo L'ISTRICE.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo CENERE.


Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da LUCA CRISTIANO. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK NONA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Ho forzato solo per non fare capitare i tre racconti con malus in gruppi diversi.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo DANZA:

Il mio segno, di Giovanni Attanasio, ore 23.26, 3766 caratteri
Non riesco a pensare a un finale più semplice, di Andrea Lauro, ore 23.24, 3841 caratteri
In vino veritas, di Stefano Floccari, ore 00.52, 3984 caratteri
Ho bisogno del tuo aiuto, di Luca Fagiolo, ore 00.02, 3955 caratteri
Specchio delle mie brame, di Laura Brunelli, ore 00.31, 3928 caratteri
Il contributo, di Giancarmine Trotta, ore 00.37, 3822 caratteri
Tuttavia, le bollette, non costano la vita, di Sara Mosna, ore 22.57, 3934 caratteri
L’uomo delle case, di Stefano De Luca, ore 00.32, 3939 caratteri
Pigiama party, di Leonardo Pigneri, ore 01.24, 3904 caratteri MALUS QUATTRO PUNTI

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 28 OTTOBRE per commentare i racconti del gruppo L'ISTRICE Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 29 OTTOBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo L'ISTRICE e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo L'ISTRICE.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA LUCA CRISTIANO EDITION A TUTTI!



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Michael Dag
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Re: Gruppo DANZA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » lunedì 25 ottobre 2021, 10:42

1- Pigiama party, di Leonardo Pigneri,
2- Non riesco a pensare a un finale più semplice, di Andrea Lauro
3- Ho bisogno del tuo aiuto, di Luca Fagiolo,
4- Il contributo, di Giancarmine Trotta,
5- Specchio delle mie brame, di Laura Brunelli,
6- Il mio segno, di Giovanni Attanasio,
7- In vino veritas, di Stefano Floccari,
8- Tuttavia, le bollette, non costano la vita, di Sara Mosna,
9- L’uomo delle case, di Stefano De Luca,


Pigiama party, di Leonardo Pigneri,
Che mazzata…
Ti dico la verità, quando il padre è ornato a casa immaginavo qualcosa di brutto tipo che fosse ubriaco/drogato, oppure urlasse con la moglie, alzasse la mani… ma certo non questo.
Un ottimo lavoro davvero.
Anche la voce narrante è infantile al punto giusto.
Un paio di appunti di stile, mi pare che tu abbia scelto di scrivere in immersivo, ma a volte scivoli nell'onnisciente.
Poi provennero degli strani rumori che Emma non riuscì a identificare.
Era meglio però assicurarsi fosse uno scherzo quello di prima.


Non riesco a pensare a un finale più semplice, di Andrea Lauro,
Interessante…
un flusso di coscienza con una voce narrante che mi ha coinvolto, pratico e diretto. Mi è piaciuto come la ragazza ironizza sulla situazione che in realtà la sta lacerando.
Tema originale, lei che si ritrova estranea in casa sua, o forse addirittura nella sua vita.
Ottimo lavoro, davvero.


Ho bisogno del tuo aiuto, di Luca Fagiolo,
bel colpo di scena, seminato bene e realizzato alla grande.
Ammetto che il tema del contest ti ha un po' spoilerato, ma resto della mia idea, un ottimo lavoro.
Buono anche il ritmo della narrazione.
Non chiarissimo l'incipit… ci ho messo un po' a capire se era lui che entrava da lei o viceversa.
Un piccolo appunto, quasi insignificante: un cranio umano è più duro di una bottiglia di birra. Per stendere (o addirittura uccidere) qualcuno con una bottigliata devi picchiare davvero forte, e la bottiglia si rompe.


Il contributo, di Giancarmine Trotta
Niente male. Tre scene distinte che articolano il tutto, non facile con così pochi caratteri.
Il personaggio è caratterizzato molto bene, la sua voce narrante è proprio quella di uno squalo della vendita, ambizioso e mellifluo al punto giusto.
Ottimo lo stile, semplice e diretto, anche se l'andare a capo a ogni frase è una scelta che personalmente non condivido.
Nella storia non c'è un vero conflitto, ma nel finale rielaboriamo il tutto:
"…ci vengono quattro villette a schiera, ma le faccio solo se ci sono i contributi”.
Sembra una frase normalissima, quasi buttata lì a caso, e invece era un messaggio un codice che solo chi è nel giro dei cadaveri spariti può capire.


Specchio delle mie brame, di Laura Brunelli,
hai creato un atmosfera inquietante fin da subito, pochi dettagli ma scelti bene.
Bello il riferimento alla sposa cadavere, azzeccato.
Mi ha lasciato perplesso il fatto che prende una botta in testa e va avanti come nulla fosse… è morta sul colpo, quindi, ed è diventata un fantasma?
Lo stile è scorrevole, ma hai ripetuto il parola "specchio" molte volte.


Il mio segno, di Giovanni Attanasio,

Hai incentrato il racconto sull'evoluzione del personaggio, e ti è riuscito abbastanza bene, ma forse potevi rendere la cosa più graduale. Il cambiamento finale arriva inaspettato e immotivato. Due anni di convivenza con una famiglia affettuosa le hanno fatto cambiare idea, ma un piccolo avvenimento che intaccasse la sua freddezza ci stava bene.
Nulla da dire sullo stile, buoni i dialoghi e gli intervalli.


In vino veritas, di Stefano Floccari,
l'atmosfera è creata bene, fin da subito ho percepito che c'era qualcosa di sbagliato in tutto quello. il finale è "giusto", succede quello che doveva. Solo una domanda, che purtroppo mi attanaglia non poco: come è possibile che nessuno dei presenti riconosca gli altri?
Se ho ben capito lavorano tutti allo stesso ospedale, hanno avuto a che fare con lo stesso paziente. Uno è addirittura primario.
Mi fa molto strano.
Niente da dire sullo stile, si percepisce bene lo scazzo del protagonista e anche un pelo di arroganza.



Tuttavia, le bollette, non costano la vita, di Sara Mosna,

Non so dirti di preciso cosa c'è che non va, ma non mi ha preso molto.
forse la voce del protagonista che è troppo lamentosa e scazzata, forse la mancanza di dettagli visivi/sensoriali ma non ho sentito molto pathos nemmeno nella scena della bambina morta.
Lo stile non è male, ma l'ho trovato un po' piatto.
buona l'idea di interpretare il tema, non un edificio ma una vera e propria "nazione" straniera.


L’uomo delle case, di Stefano De Luca,
Perdonami ma… non ho capito.
La tizia si sveglia con uno sconosciuto nel letto e non batte ciglio anzi, lo scambia per il marito? Ho pensato che fosse cieca, ma anche così, dov'è il marito vero?
Proprio non riesco a trovare un senso al finale.
Peccato perché la prima parte del racconto mi è piaciuta parecchio, il protagonista mi sta simpatico e la sua vicenda mi ha coinvolto.
Buono l'incipit, nella prima riga capiamo già tutto quello che serve.
bella la frase la fame "ha meno paura di lui".

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GiulianoCannoletta
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Re: Gruppo DANZA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » lunedì 25 ottobre 2021, 17:14

Ciao! Ecco la mia classifica e commenti.


1. Pigiama party, di Leonardo Pigneri
2. L'uomo delle case, di Stefano De Luca
3. Non riesco a pensare a un finale più semplice, di Andrea Lauro
4. Ho bisogno del tuo aiuto, di Luca Fagiolo
5. Il mio segno, di Giovanni Attanasio
6. Il contributo, di Giancarmine Trotta
7. In vino veritas, di Stefano Floccari
8. Specchio delle mie brame, di Laura Brunelli
9. Tuttavia, le bollette, non costano la vita, di Sara Mosna


Il mio segno, di Giovanni Attanasio
Molto bella la tua declinazione del tema. L'adozione, una casa di altri che piano piano diventa la propria. Bella anche l'atmosfera che hai creato.
Buona la scelta delle scene che ci fai vedere, la crisi centrale e la risoluzione finale, anche se forse, nell'economia di un racconto così breve, avresti potuto accorciare un po' la parte iniziale e dare più spazio a un evento che giustificasse il cambiamento il di Lilia. Ma so benissimo che è più facile a dirsi che a farsi.


Non riesco a pensare a un finale più semplice, di Andrea Lauro
Un racconto che mi ha colpito per la sua originalità, mentre affrontano la loro crisi Laura immagini finali alternativi che la renderebbero meno patetica. Il tema forse preso un po' lateralmente, l'ho riscontrato solo nelle battute finali.
Allo stesso tempo questa struttura del racconto mi è parso un po' indebolirlo mentre proseguivo a leggerlo. Diventa un po' ritmica, senza particolari sbalzi, e il finale mi è parso debole.
Si tratta comunque di un gran bel pezzo e una piacevole lettura.


In vino veritas, di Stefano Floccari
Buona la declinazione del tema e l'atmosfera che hai creato. All'inizio pensavo fosse una roba tra scambisti o qualcosa del genere, poi la situazione si è chiarita fino al finale ben seminato. Mi sono rimasti però dei buchi relativi alla trama. Il figlio ucciso è il ragazzo di cui il protagonista parla all'inizio? Mi pare strano che né loro né il personale ospedaliero possa aver riconosciuto i Manzetti come i genitori del ragazzo morto. Forse se invece che genitori avessero avuto un altro tipo di rapporto mi sarebbe tornato di più.
Forse i personaggi in scena sono un po' troppi, avrebbe funzionato meglio con un po' di caratteri in più, per riuscire a caratterizzare meglio la tavolata.
A parte queste osservazioni, un buon racconto.


Ho bisogno del tuo aiuto, di Luca Fagiolo
Il racconto scorre benissimo, ho adorato i dettagli che dispensi con naturalezza, che rendono il tutto più realistico. I programmi in TV, la maglietta dei Rolling Stones, ecc.
Mi è piaciuto anche come hai giocato col tema. La casa altrui all'inizio pensiamo essere di Vanessa, poi ci accorgiamo che qualcosa non torna, fino a capire che la casa è proprio di qualcun altro.
Il finale mi è parso un po' più debole. La semina aveva funzionato benissimo, avevo intuito com'era andata la cosa poco prima della rivelazione finale, per cui in un testo così pieno di dettagli avrei preferito il ritrovamento del cadavere sanguinante, piuttosto che la semplice rivelazione di Vanessa.


Specchio delle mie brame, di Laura Brunelli
Il tuo racconto è scritto molto, bene, uno stile scorrevole e con tanti dettagli che aiutano il lettore a figurarsi la scena.
Sono rimasto con molti dubbi che non mi hanno fatto godere il racconto fino in fondo: dove ci troviamo, il rapporto fra i due personaggi, oltre al finale che rimane molto misterioso. Ci sta nei racconti così brevi di lasciare libera interpretazione al lettore su alcuni aspetti, ma in questo brano ho trovato un po' poche coordinate per orientarmi.


Il contributo, di Giancarmine Trotta
Del tuo racconto mi ha colpito molto il protagonista, sei riuscito a caratterizzare il suo punto di vista in maniera convincente. Il finale, poi, mi ha colto di sorpresa, giunto a quel punto non sapevo proprio dove tu volessi andare a parare.
La struttura con frasi così brevi e andando continuamente a capo non mi ha convinto del tutto, ma in fin dei conti in un racconto così breve non infastidisce più di tanto. Alcuni dialoghi mi sono sembrati un po' ingessati, per il resto il racconto scorre bene.


Tuttavia, le bollette, non costano la vita, di Sara Mosna
La declinazione del tema e l'idea di fondo sono molto interessanti, ma il racconto non mi ha convinto del tutto. Buona parte del testo sembra quasi un resoconto al lettore, una spiegazione di cosa fa un antropologo, del perché il protagonista è lì, con un unico discorso diretto, la telefonata, che forse non era così essenziale. Così arriviamo all'apice del racconto, il ritrovamento della bambina morta, senza ancora aver empatizzato col protagonista. Il problema più grosso, a mio avviso, è che tutto avviene in maniera molto distaccata.
Forse una struttura diversa del racconto (ad esempio caratterizzando meglio il protagonista nella relazione coi colleghi, inserendo altri personaggi non solo come comparse) avrebbe reso meglio anche il momento finale. Ma so bene che è difficile inserire tutto in un limite di caratteri così stretto!


L’uomo delle case, di Stefano De Luca
Mi è piaciuta molto la tua interpretazione del tema, la vicenda di questo uomo che abita temporaneamente nelle case altrui e di conseguenza vive di riflesso una normalità a cui non può più accedere.
Ho avuto qualche problema con il finale, inizialmente l'ho interpretato come qualcosa di "inspiegabile", una mattinata di quiete familiare che riceve in dono dopo tanta sofferenza, poi ho pensato che invece forse c'era un motivo se la donna non lo aveva riconosciuto, ma non ho trovato nel testo abbastanza riferimenti che mi confermassero l'una o l'altra ipotesi.
A parte questo, l'ho trovato davvero un bel racconto.


Pigiama party, di Leonardo Pigneri
Davvero un bel pezzo, un cazzotto alla bocca dello stomaco.
A una prima lettura, ho pensato che i rumori potessero essere causati da un ladro o da un estraneo, e che quindi potesse capitare qualcosa di brutto, ma il finale mi ha colto del tutto inaspettato.
A una rilettura ho fatto caso a come avevi seminato bene il tutto per arrivare a quella conclusione.
Non ho particolari appunti da farti, complimenti, a rileggerci presto.
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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wladimiro.borchi
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Re: Gruppo DANZA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » martedì 26 ottobre 2021, 19:24

PIGIAMA PARTY
Ciao Leonardo,
premesso che vado in analisi da domani per superare il trauma di questo racconto, non ho davvero niente da dirti.
Sono rimasto davvero colpito e siccome è l'ultimo che leggo del tuo gruppo, mi sbilancio e ti dico fin da subito che sei sul mio podio.
Davvero grazi di questa storia, tremenda, crudele e dolorosa, ma davvero ben scritta.
A rileggerci presto.
W

L'UOMO DELLE CASE
Ciao Stefano, questo racconto è un bel flash.
Stilisticamente i periodi sono un po' troppo brevi, sembra la traduzione di una versione di Cesare, ma l'idea è molto carina e il tema è ben declinato.
Secondo me quando dici "o almeno lui la vede così" relativo alla donna nel letto, rovini un po' la magia che hai creato con l'incursione di un narratore esterno.
Mi hai emozionato e non sto a farmi troppe domande, o meglio, me le faccio ma non su un piano naturalistico. Nella mia testa il protagonista potrebbe essere passato in una realtà alternativa, in un inverso parallelo o anche soltanto accarezzato dalla mano di un dio che ha deciso che ha già sofferto abbastanza.
Davvero un altro buon lavoro!
A rileggerci presto.
W

TUTTAVIA, LE BOLLETTE, NON COSTANO LA VITA
Ciao Sara,
Il tuo racconto è un lungo infodump che mi ha fatto perdere l'attenzione. Ho dovuto concentrarmi per finirlo e questa non è mai una buona cosa.
Non si entra nell'emozioni del protagonista, non si riesce a rimanerci attaccati e questo nonostante la prima persona.
Forse avresti dovuto usare uno schema diverso. Meglio una terza persona con il PDV sul protagonista e limitare al minimo le incursioni che sanno di narratore onnisciente.
La prosa mi pare buona anche se mi sembra che la virgola nel titolo tra le bollette (soggetto) e non costano (predicato) sia un po' fuori luogo.
A rileggerci presto.
W

IL CONTRIBUTO
Ciao Giancarmine.
Mamma mia come sarà difficile questa classifica!!!
Anche questo racconto è un gioiellino.
Buonissima la caratterizzazione del protagonista, idea molto buona, declinazione del tema originalissima e stile impeccabile.
Non so davvero che altro dire per arrivare ai maledetti trecento caratteri.
Bella quella battuta lasciata cadere a metà, apparentemente inutile e il cui il senso si comprende solo nel finale.
Complimenti anche a te.
W

SPECCHIO DELLE MIE BRAME
Ciao Laura,
una ghost-story che parte un po' troppo improvvisa e che, al termine, lascia il lettore senta troppe spiegazioni.
Non ho trovato credibile la reazione della protagonista, una volta risvegliatasi nel cono di luce, nel pensare a "effetti speciali". Va bene la fiducia verso Francesca, ma è appena stata portata sotto terra, si è beccata un colpo in testa, si è risvegliata in un cono di luce e vede la sua immagine riflessa come quella di un morto vivente. Forse un po' più di terrore ci stava.
Qui manca del tutto una semina di elementi che facciano presagire quel che avverrà e quando la protagonista passa dall'altra parte restiamo all'oscuro del motivo della condanna a una vita da spettro oltre lo specchio.
Queste son le due cose che migliorerei, per il resto ottimo stile (al netto delle troppe ripetizioni di "specchio" e idea molto carina.
A rileggerci presto.
W

HO BISOGNO DEL TUO AIUTO
Ciao Luca,
anche il tuo è davvero un buon racconto.
Il twist è ben seminato (anche nel tuo caso forse troppo) e la conclusione ci si aspetta fin quasi da subito, ma, come hanno detto altri, il tema tradiva notevolmente nel tuo caso.
Mi sono divertito ed emozionato, l'unico problema questa volta sarà stillare la classifica, ci sono davvero un sacco di racconti ben scritti nel tuo girone.
A rileggerti presto
W

IN VINO VERITAS
Bel racconto e bella atmosfera,
hai creato un bel crescendo di inquietudine, hai seminato bene (forse troppo) e hai preparato un twist forse un po' atteso ma assolutamente intrigante.
Stile cristallino e pulito, dialoghi credibili e buon uso dei tag e dei pensieri.
Davvero un buon racconto.
A rileggerci presto.
W

NON RIESCO A TROVARE UN FINALE PIU' SEMPLICE
Ciao Andrea,
il titolo mi aveva spiazzato.
Mi aspettavo qualcosa di leggero e invece ho trovato un piccolo capolavoro.
Davvero bravo da morire: un'idea davvero geniale e scritta con la tua solita maestria.
Mi hai fatto emozionare tantissimo in una manciata di battute.
Invidio sinceramente la tua sensibilità e la tua arte.
Forse potevi dargli una chiusa un po' più a effetto, ma solo per trovarti un difetto (che sennò ti monti la testa).
Bravo davvero!
W

IL MIO SEGNO
Buon racconto, condensato in troppo poco spazio per la complessità dell'idea.
Declinazione del tema originale e sensazione gradevole una volta che si arriva in fondo.
Stilisticamente direi che l'unica pecca (ma è un'inezia ed è una problematica ineliminabile) sta nell'essere stato costretto (in alcuni casi e per la carenza di caratteri) a dei dialog-tag davvero troppo minimali che si riducono a mere didascalie che danno un sapore più di testo teatrale che di vera e propria prosa.
Resta il fatto che sei riuscito a fare miracoli e che il racconto mi ha emozionato.
Per cui direi che hai fatto un bel centro!
A rileggerti presto e volentieri.
W

Qui di seguito la classifica, scritta volutamente a cazzo usando i decimali. I primi sette racconti meriterebbero tutti il podio, sono davvero dovuto andare a centellinare gocce di gusto personale. E non sono ovviamente soddisfatto, ma se non la faccio mi eliminano e non posso partecipare alla prossima, per cui non voletemene.

1 - PIGIAMA PARTY
1,2 - IL CONTRIBUTO
1,3 - IL MIO SEGNO
1,4 - NON RIESCO A TROVARE UN FINALE PIU' SEMPLICE
1,5 - IN VINO VERITAS
1,6 - L'UOMO DELLE CASE
1,7 - HO BISOGNO DEL TUO AIUTO
8 - TUTTAVIA LE BOLLETTE NON CAMBIANO LA VITA
9 - SPECCHIO DELLE MIE BRAME

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david.callaghan
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Re: Gruppo DANZA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » mercoledì 27 ottobre 2021, 0:19

Il mio segno

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Non riesco a pensare a un finale piú semplice
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In vino veritas

► Mostra testo


Ho bisogno del tuo aiuto

► Mostra testo


Specchio delle mie brame

► Mostra testo


Tuttavia, le bollette, non costano la vita

► Mostra testo


Il contributo
► Mostra testo


L’uomo delle case
► Mostra testo


Pigiama party
► Mostra testo



La mia classifica

1 Pigiama party, di Leonardo Pigneri
2 L'uomo delle case, di Stefano De Luca
3 Ho bisogno del tuo aiuto, di Luca Fagiolo
4 Il mio segno, di Giovanni Attanasio
5 Non riesco a pensare a un finale più semplice, di Andrea Lauro
6 In vino veritas, di Stefano Floccari
7 Il contributo, di Giancarmine Trotta
8 Specchio delle mie brame, di Laura Brunelli
9 Tuttavia, le bollette, non costano la vita, di Sara Mosna

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Andrea Furlan
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Re: Gruppo DANZA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » mercoledì 27 ottobre 2021, 0:42

Ciao a tutti,
ho trovato i vostri racconti tutti validi dal primo all’ultimo, anche se la classifica impone di dare un ordine. Alcune idee, soprattutto nei primi quattro in classifica, sono davvero buone e originali. Purtroppo però in tutti ci sono anche elementi che non mi hanno convinto pienamente e che ho cercato di spiegare nei commenti, spero vi sia utile.

1 - Il mio segno di Giovanni Attanasio
2 - Pigiama party di Leonardo Pigneri
3 - Ho bisogno del tuo aiuto di Luca Fagiolo
4 - Non riesco a pensare a un finale più semplice di Andrea Lauro
5 - Il contributo di Giancarmine Trotta
6 - L'uomo delle case di Stefano De Luca
7 - In vino veritas di Stefano Floccari
8 - Specchio delle mie brame di Laura Brunelli
9 - Tuttavia, le bollette, non costano la vita di Sara Mosna


Pigiama party di Leonardo Pigneri

Ciao Leonardo,
Ho apprezzato il tuo racconto, non scontato ne banale, secondo me una buona idea che avresti potuto rendere meglio. Tema azzeccato al 100%.
I problemi li ho trovati nel punto di vista che cambia fra le due ragazze in modo un po' confusionario e mi ha fatto rileggere un paio di volte. Avrei forse usato una prima persona e il punto di vista di Emma. Hai descritto molto i fatti e meno le emozioni: cosa prova Emma a stare al buio sotto al letto mentre di sopra succede qualcosa che la deve inquietare per forza?
Questo distacco si trova soprattutto nel finale che lascia sospesi: avresti potuto chiudere in molti modi diversi e più interessanti a mio parere.
Tolti questi punti rimane un pezzo discreto, sviluppato bene e credibile. Comunque complimenti!


L'uomo delle case di Stefano De Luca

Ciao Stefano,
Anche in questo racconto ho ritrovato (e apprezzato) il tuo stile tranquillo e deciso, a tratti surreale e onirico. La storia non è completamente credibile, quando mai potrebbe succedere qualcosa del genere? Ma nella tua storia è facile accettare che questo uomo ai margini della vita venga accettato così, senza domande, forse a riempire un vuoto. Tema chiaramente rispettato.
Ho apprezzato anche la struttura chiara e lineare. Un po' meno qualche sbavatura di raccontato quando introduci la storia del protagonista.
Comunque nel complesso una buona prova che non mi ha convinto del tutto, forse per quella patina di inverosimile di cui parlavo sopra.


Tuttavia, le bollette, non costano la vita di Sara Mosna

Ciao Sara piacere di conoscerti e leggerti,
Il tuo racconto ha una sua logica che si rivela nella struttura e nel legame fra incipit e finale. Incentra tutto il focus sul protagonista e il suo viaggio, inclusi riflessioni e flashback iniziale, con tema centrato, ma che poteva essere più coinvolgente.
Si tratta di una storia tutta raccontata dove mancano un po' le emozioni: avresti potuto incentrare la trama sull'episodio della bambina dando più spazio a ambientazione e descrizione di questo popolo altro, usando comunque un flashback breve per introdurre carattere e pensieri del personaggio. Avrebbe aggiunto interesse e dinamicità.
In conclusione, un'idea discreta che avrei sviluppato in modo diverso.


Il contributo di Giancarmine Trotta

Ciao Giancarmine,
Ho apprezzato il tuo racconto scritto con ritmo veloce e ben strutturato. Ho molti dubbi sull'intreccio di fondo che non ho capito bene neanche dopo diverse riletture: chi sono le persone trovate nelle villette? Che cos'è il "contributo"? Una specie di mazzetta al costruttore?
Per il resto interessante e ben riuscito il punto di vista del protagonista agente immobiliare, potremmo dire una "non persona" dove riesci a chiarire bene personalità e obiettivi. Tema centrato perfettamente.
Le frasi brevi e secche danno il ritmo e un buon senso di urgenza, però forse in alcune parti sono un po' eccessive, magari potevi trovare un po' più di equilibrio con una - due parti descrittive, anche brevi.


Specchio delle mie brame di Laura Brunelli

Ciao Laura,
Il tuo racconto mi ha un po' spiazzato per il forte distacco e la mancanza di legami fra la prima parte normale (una ragazza va in visita alla casa di un'amica) e la svolta horror della seconda. Ci starebbe tutto se la seconda parte fosse più chiara e con meno cliché: lo specchio, la porta nascosta, la sposa cadavere etc. Sono elementi presi da storie di genere che mescoli ma senza dargli un vero ordine o spiegazione nel contesto che hai scelto. Magari bastava qualche semina nella prima parte spiegando chi sono Francesca e sua madre per la protagonista. Avrei anche limitato le ripetizioni: nomini lo specchio e il cono di luce troppe volte e sempre con le stesse espressioni
Tema azzeccato al 100%, racconto a tratti pregevole ma anche con diversi passaggi logici mancanti.


Ho bisogno del tuo aiuto di Luca Fagiolo

Ciao Luca,
Buon racconto che ho apprezzato soprattutto per come hai usato i dettagli di ambientazione per rendere le scene vivide e squillanti. Bella l'idea dell'ambiguità sulla proprietà della casa che trae in inganno il lettore, giocata molto bene e tema centrato. Mi unisco ai commenti degli altri nel trovare il finale il punto debole di una ottima semina. Lo avresti potuto giocare in modo diverso, ad esempio trasformando la ragazza in una specie di serial killer che attacca il protagonista, ma forse è stato il limite dei caratteri a renderlo un po' meno efficace.


In vino veritas di Stefano Floccari

Ciao Stefano,
Il tuo racconto mi è piaciuto come idea, immersività, aderenza al tema e stile, anche se ho trovato diverse imprecisioni o parti poco organiche alla storia che distraggono un po' l'attenzione (ad esempio quando scrivi "Tanto per cominciare non avere le sue labbra sul mio cazzo avrebbe aiutato." Oppure chiamando Saruman uno dei personaggi alla fine). Hai seminato indizi che appaiono più evidenti a una seconda lettura e portano verso il finale che però è troppo brusco, immagino a causa del limite e qualche taglio dell'ultimo minuto. Insomma luci e ombre per te.


Non riesco a pensare a un finale più semplice di Andrea Lauro

Ciao Andrea,
Mi unisco solo parzialmente ai commenti positivi degli altri: trovo anch'io buona e originale l'idea del flusso di coscienza, il non riconoscere la propria casa (tema centrato in modo davvero unico), l'alternarsi della situazione reale e i pensieri della protagonista. Purtroppo ho dovuto rileggere diverse volte prima di capire, cosa che non mi ha fatto immergere nella storia come avrei voluto.


Il mio segno di Giovanni Attanasio

Ciao Giovanni,
Complimenti per questo racconto delicato e potente al tempo stesso, costruito con attenzione. Mi è piaciuta soprattutto l'evoluzione della protagonista che hai saputo rendere con i giusti tempi e accurati tocchi di pennello. Devo dire che alcune parti mi hanno un po' disorientato (ad esempio quando vede la coppia come un essere bicefalo o la direttrice come una rana): potrebbero starci come immaginario di una bambina, ma non essendo ripresi nel resto del testo ho fatto fatica a collocarli nell’insieme e mi hanno un po’ distratto. Tema azzeccato al 100%. Nel complesso una buona prova, bravo!

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StefanoPais
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Re: Gruppo DANZA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » mercoledì 27 ottobre 2021, 13:55

1- L’uomo delle case, di Stefano De Luca
2- Ho bisogno del tuo aiuto, di Luca Fagiolo
3- Pigiama party, di Leonardo Pigneri
4- Il contributo, di Giancarmine Trotta
5- Non riesco a pensare a un finale più semplice, di Andrea Lauro
6- Il mio segno, di Giovanni Attanasio
7- In vino veritas, di Stefano Floccari
8- Specchio delle mie brame, di Laura Brunelli
9- Tuttavia, le bollette, non costano la vita, di Sara Mosna

Il mio segno di Giovanni Attanasio

Piacere di leggerti,
il racconto è scorrevole e si lascia leggere senza grossi intoppi. Ti segnalo alcune cose: La prima è più soggettiva e riguarda l'introduzione della direttrice prima e della coppia poi, Lilia conosce l'aspetto della direttrice come può confonderla con due persone che stanno vicine? Se io vedo una persona che conosco la chiamo per nome (o titolo, ruolo ecc) non la confondo con due estranei, inoltre fai sembrare normale che a qualcuno spunti una seconda testa. La seconda sono i dettagli su Lilia sparsi per tutta la storia, all'inizio credevo fosse una bimba e a tre quarti scopro che ha sedici anni, forse potevi mettere qualcosa mentre parla con la direttrice, tipo: che doveva tenere duro due anni e poi avrebbe fatto quello che voleva. La terza cosa è l'uso dei due punti in apertura, tra un suono e un pensiero, forse però è un refuso.
Ultima cosa in questa frase:

Lilia riemerge, le mani al petto. La coppia frigna. Piagnucolano tra loro, testa contro testa. «Che volevate?»

Non mandi a capo il dialogo ed essendo l'ultima azione il frignare della coppia il diritto di parola è loro non di Lilia.

Buona gara e buona fortuna.

Stefano

Non riesco a pensare a un finale più semplice, di Andrea Lauro

Ciao Andrea,
Flusso di coscienza ben gestito, ho apprezzato la tua scelta di far razionalizzare il punto di vista facendole immaginare finali alternativi che staccandola dalla realtà della situazione ne sottolineano la drammaticità.
L'ambiente familiare che è divenuto estraneo è ben costruito e fa emergere il tema in modo forte.
Complimenti.

In vino veritas di Stefano Floccari

Ciao Stefano,
Racconto di cui ho apprezzato il finale un po' pulp, assolutamente in linea con l'avvicinarsi di halloween.
Ci presenti subito il protagonista come deprecabile: ha investito una persona e si giustifica e non rispetta la sua compagna, questo fa apprezzare il finale perchè già non lo sopportavo più, ma in una narrazzione più lunga probabilmente avrebbe creato dei problemi.
Come ha già commentato qualcun'altro questa citazione:

– odore di muffa e di piscio –

Che fa troppo sceneggiatura, come un indicazione del regista per aiutare l'attore a fare la faccia giusta non mi è piaciuta.
Hai preso il tema e lo hai applicato alla lettera quindi tutto ok.
Un'ultima cosa: a lato di un'incidente d'auto c'è sempre un'indagine e un processo, il nome e cognome, oltre alla faccia del morto non te la scordi più, tutti a quella cena dovrebbero sapere chi sono i padroni di casa.
Se il punto di vista non conosceva i genitori del morto devi dire come si sono conosciuti. Alla vista della foto dovrebbe fare un balzo, se ha problemi di memoria o altro devi renderlo plausibile mostrando che sostanze assume che possano impedirgli il riconoscimento.
So che sono un lettore pignolo, spero leggerti presto di nuovo.

Specchio delle mie brame, di Laura Brunelli

Ciao Laura, piacere di leggerti.
Come altri prima di me anche io devo sottolineare le troppe coordinate mancanti, perchè la cugina ce l'aveva con lei o è solo pazza? La cugina è viva o è morta?
Dalle informazioni che dai dovrebbe essere viva, ma qui mi sorge un'altra domanda: quanto è furbo uccidere la propria cugina in casa propria? La zia è connivente? Se sì, come potrà spiegare a sua sorella il fatto?
Qui le informazioni secondo me non sono nell'ordine ottimale:


La mia immagine allo specchio è raccapricciante. Alzo le mani per assicurarmi che siano ancora integre. Bene è tutto a posto. Rivolgo nuovamente lo sguardo allo specchio. Sembro la sposa cadavere, a parte i jeans e il maglione. Che figata. Faccio qualche movimento, giusto per vedere come starei con il look morta vivente.


Qui ho avuto dei problemi a immaginarmi qualcosa: si vede raccapricciante, ma non dai nessun dettaglio (ho immaginato che l'avesse truccata in modo perfetto per renderla simile a se, ma sbagliavo), è talmente raccapricciante che si controlla le mani a cui non ha provato alcun dolore per poi tornare allo specchio e vedersi come la sposa cadavere.

Spero di rileggerti presto.

Il contributo di Giancarmine Trotta

Ciao Giancarmine, piacere di leggerti.
Ho apprezzato lo stile essenziale, fondamentale per trasmettere una storia articolata con i paletti di caratteri che impone il forum.
Mi hai messo davanti a uno stronzo a cui va tutto bene e che ottiene quel che vuole anche se col rimpianto di non poter tornare a casa, l'ho odiato.
La lettura scorre senza intoppi e non ho nulla da segnalare in merito. Toglimi una curiosità però, ha fatto lui la spia con la magistratura?

Tuttavia, le bollette, non costano la vita, di Sara Mosna

Ciao Sara,
Credo che il problema del racconto sia il conflitto che viene affrontato dal puntodi vista solo lamentandosi e rifiutando di agire. Questo non mi ha permesso di apprezzare la storia perchè se chi la vive non ha voglia, perchè dovrei farmela venire io?
L'idea dell'antropologo in terra staniera mi piace come interpretazione del tema anche se penso che uno che sceglie di studiare antropologia voglia vedere il mondo e gli interessi la gente, altrimenti perchè non ha già mollato tutto?

L’uomo delle case di Sirimedho Stefano De Luca

Ciao Stefano,
Ho letto i commenti precedenti e non mi soffermerò sul nonsense della situazione.
Ho apprezzato molto come hai tratteggiato questo scassinatore che prende solo l'indispensabile per sopravvivere e poco di più, lo mostri molto competente nell'aprire serrature e sarebbe stato bello sapere che lavoro aveva perso perchè con delle abilità del genere non gli sarebbe stato difficile trovare altri impieghi, più o meno legali, ma capisco che questo non era il tuo intento.
La storia scorre bene e il tema è centrato molto bene.
Complimenti.

Pigiama party, di Leonardo Pigneri

Ciao Leonardo,
assumendo che lo shock del lettore fosse il tuo scopo ti comunico che ci sei riuscito in pieno, perchè appena capito dove stava andando la storia ho interrotto la lettura e non l'ho più ripresa, non per come lo hai scritto ma per quello che hai scritto, questo tipo di storie mi respinge a causa della mia sensibilità nel leggere di bambini che soffrono.
Tema centrato in pieno.
Il racconto in se potrebbe essere un antefatto per un personaggio disturbato in una storia più lunga.
Ripeto che il racconto è scritto bene, ma non è per me.

Ho bisogno del tuo aiuto, di Luca Fagiolo

Ciao Luca, piacere di leggerti.
Bel racconto, dettagli scelti bene. Il tema lo hai centrato e il twist finale che ho intuito esattamente qui:
«Io non... non lo so.»

non mi è dispiaciuto per niente.
Non ho molto da dire perchè la lettura è scivolata via liscia.
Vorrei però chiederti una cosa, tu come hai immaginato Vanessa:
A) Damigella in pericolo che chiama qualcuno di cui si fida per essere aiutata a risolvere la situazione.
B) Donna che razionalizza la situazione e coinvolge il tipo che sa farebbe qualsiasi cosa per lei.
oppure in un altro modo ancora?
Mi manca quest'informazione per decidere che tipo di donna è.
Ultima modifica di StefanoPais il mercoledì 27 ottobre 2021, 20:35, modificato 1 volta in totale.

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Shanghai Kid
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Re: Gruppo DANZA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » mercoledì 27 ottobre 2021, 17:32

Buonasera a tutti.
Ecco i miei commenti e la mia classifica. inizio con il ringraziarvi tutti per i bei lavori che avete presentato: è stato davvero piacevole e divertente leggervi. Spero di non risultare antipatica in alcuni commenti: ho applicato all’analisi dei vostri testi la stessa serietà che ho visto (e vorrei vedere sempre) applicata al mio. Opererò in questo modo: disporrò i miei appunti/ le mie critiche seguendo il vostro testo e citando direttamente le parti in questione per poi arrivare a un commento generale. Per qualsiasi cosa, sono a disposizione.


Il mio segno
Ciao Giovanni, innanzitutto piacere di conoscerti e di averti letto.
“«Di’ loro che ho una malattia terminale e che crepo domani.»” non mi piace ne convince molto per due motivi: 1. stona moltissimo con la situazione che stai presentando, ma questo potrebbe essere anche voluto e potrebbe incuriosire il lettore, e qui subentra la seconda questione: 2. Questo modo così burbero è tanto inflazionato da sembrarmi sempre falso, una sorta di frase pre confezionata che serva a delineare il solito personaggio ruvido. Avrei preferito forse una soluzione più creativa, meno sentita insomma.
Tutto il secondo paragrafo mi risulta confuso, difficile da capire e questo continua a interrompere la mia sospensione dell’incredulità.
Anche nel terzo paragrafo rilevo le stesse questioni: il modo in cui vuoi fare apparire rude Lilia la rende stereotipata, oltre che antipatica, nel senso che si fatica davvero a empatizzare con lei. I dialoghi non mi sembrano verosimili fino in fondo.
L’inizio del paragrafo successivo, invece, mi stava piacendo molto, già a partire dall’incipit: “Le foglie degli alberi si fanno rosse, il tramonto più rosso di loro.”: la prima vera immagine vivida nella mia testa in questa lettura. Anche il particolare del cuscino mi è piaciuto, solo mi sembra descritta un po’ frettolosamente la sua chiusura, la sua fatica a far parte di quella famiglia. Forse è una questione di caratteri e tempo.
Il finale mi è piaciuto, è bello e delicato, ma il cambiamento è così repentino da non convincermi.
Capisco possa trattarsi di una questione di spazio, tuttavia ti dilunghi molto sulle resistenze di Lilia e, all’improvviso, la fai cambiare totalmente. L’idea è buona, lo stile anche - lavorerei un po’ sui dialoghi - ma la struttura, a mio avviso, ti ha un po’ penalizzato.
A rileggerti presto comunque, è stato un piacere.


Non riesco a pensare a un finale più semplice
Ciao Andrea, innanzitutto piacere di conoscerti e di averti letto.
Appena ho letto il tuo titolo ho pensato che il tuo fosse solo uno pseudonimo usato da Lina Wertmüller per partecipare a questo fantastico contest. Scherzi a parte, il tuo racconto mi ha colpito e piacevolmente stupito. Le immagini che crei sono vivide e delicate al contempo, scrivi di un argomento attuale e doloroso senza minimizzarlo, ma nemmeno enfatizzarlo in quel modo fastidioso che talvolta usiamo facendo perdere il senso del messaggio.
Non ho appunti stilistici, trovo il tuo modo di scrivere come una carezza, nonostante l’argomento sia un pugno in faccia, l’unica frase di cui non mi è piaciuta la costruzione è questa (dove ti è scappato anche un errore di battitura): “Ma a farebbe un sacco bene il sapere di non essere caduta tanto in basso.” che riscriverei semplicemente così: “A me farebbe un sacco bene sapere di non essere caduta tanto in basso.”, ma sono inezie. Ho un appunto invece su una scelta lessicale: “ parole birichine”. Personalmente ho trovato questo aggettivo inadatto e stonato rispetto al resto. E’ una donna che parla, non una bambina e la pudicizia che hai usato qui mi sembra esagerata e irrealistica. Questo pensiero, invece, mi sembra monco: “non è il posto adatto.” Adatto a cosa? Lo specificherei. Adatto alla vita? Alle relazioni? A un amore così? A gente sensibile?
“brutta come la fame” è troppo inflazionato, avrei cercato di esprimere lo stesso concetto diversamente, legandolo magari di più al contesto “brutta come questa storia che non sa di niente”.
“Ognuna è convinto”: ti è sfuggito un piccolo errore di concordanza.
“averli ipotizzarli “ altro errore di battitura, forse dovuto alla stanchezza?
Ho apprezzato davvero molto il tuo ammiccamento al lettore, quando parli di simulazione.
Il finale è bello, intenso e sa di verità.
La tua interpretazione del tema centrale mi è piaciuta davvero tanto, complimenti.
A rileggerti presto!

In vino veritas

Ciao Stefano, innanzitutto piacere di conoscerti e di averti letto.
Il tuo racconto ha un bell’incipit e lo stile mi ha subito catturata, ma quando ho letto: ““Certo, come quando hai quasi ammazzato quel ragazzo.”” ho francamente sentito puzza di bruciato: io so che il tuo racconto ha una certa brevità e questa è un’informazione troppo importante per non avere un ruolo centrale nella narrazione. Non sarebbe stato più opportuno un approccio meno spoileroso, se mi consenti il neologismo?
D’altro canto la risposta del protagonista ““Ancora!” Che due coglioni. “È stato un incidente: non potevo vederlo con quel buio.”” mi sembra un po’ poco realistica. Ora, il mondo è vario, ma devi essere proprio una personcina totalmente amorale per aver investito qualcuno e trattare l’argomento in questi termini e con tanto scazzo. Certo, potresti farlo per rendere antipatico il personaggio, ma il vero punto in questione è che esattamente a questo punto, ovvero alla settima riga del tuo testo, io ho pensato a Dieci piccoli indiani della Christie e mi è dispiaciuto arrivare alla fine e scoprire di avere ragione. L’effetto a sorpresa cade del tutto e fa perdere l’appeal che può avere una trama che cita così apertamente un capolavoro del genere come quello citato.
“Tanto per cominciare non avere le sue labbra sul mio cazzo avrebbe aiutato.” ho trovato questa frase molto poco originale e anche un po’ fastidiosa. Non mi aiuta a definire meglio il personaggio, ma a ficcarlo con più convinzione in un clichè.
“odore di muffa e di piscio” non so perchè, ma quando qualcosa deve puzzare, puzza sempre di muffa e di piscio (anche io uso spesso queste due note sensoriali), ma trovo poco realistico che un ascensore possa realmente puzzare di questi e anche questo particolare è un tantino inflazionato, avrei cercato altre “fragranze”.
“Il padrone di casa ci accoglie con entusiasmo”: hai usato “entusiasmo” due righe sopra, io varierei. Verso il finale, quando parli delle professioni dei personaggi, mi dai conferma di aver capito correttamente (alla riga 4) dove saresti andato a parare.
Peccato, l’idea di per sè non era male e lo stile è bello, schietto, anche se andrebbe un po’ ripulito da alcuni clichè, ma questa cosa che sia così telefonato devo ammettere che mi ha guastato un po’ a lettura. Carino il titolo.
A rileggerti presto!

Ho bisogno del tuo aiuto
Ciao Luca, innanzitutto piacere di conoscerti e di averti letto.
Il tuo stile mi ha catturato subito. E’ fluido, scorre senza fronzoli a ostacolare la lettura. Il riferimento a Italia’s Got Talent e Frank Matano lo attualizza e me lo fa sentire vero, molto credibile. Non mi aspettavo il finale e proprio per questo mi ha stupito. Veramente bello. Non ho proprio, sinceramente, appunti da farti. Ribalti la situazione in molto credibile e lo stile mi pare molto buono. Unico suggerimento che potrei darti è quello di disseminare più indizi nascosti in modo tale che il finale sia ancora più godibile. Comunque complimenti.
A rileggerti presto!


Specchio delle mie brame
Ciao Laura, innazitutto piacere di conoscerti e di averti letto.
Finalmente una donna ;)
Allora, il tuo racconto è ben scritto. Mi è stonato un po’ il nome della zia, inglese, rispetto a quello italiano delle due ragazze, ma ci sono mille ragioni a giustificarle la tua scelta. Mi chiedo solo, ma sono sciocchezze, se magari in un testo in cui c’è poco spazio per il contesto non sia meglio scegliere soluzioni differenti. Mi sono un po’ persa sul personaggio di Francesca, ho faticato a inquadrarlo perché il suo “cambio” di ruolo è stato molto repentino. Certamente non avevi lo spazio per strutturare meglio il discorso, ma avrei fatto scelte differenti a questo punto. L’atmosfera che crei è molto bella, tuttavia avrei preferito un climax di tensione che non ho visto. Mi sembra che rimanga sempre un po’ “piatto”, ecco. Questa è la critica maggiore che mi sento di farti.
C’è poi un passaggio che mi è parso un po’ farraginoso: Marta viene colpita e cade, ma mi sembra si rialzi subito come nulla fosse. Ecco, qui o togli questo passaggio o lo rendi più realistico.
A rileggerti presto!

Il contributo
Ciao Giancarmine, innanzitutto piacere di conoscerti e di averti letto.
Inizio con il dirti che il tuo stile mi ha provocato, contemporaneamente, due sensazioni contrastanti: da una parte, in mimesi anche con quello che ci hai raccontato, un senso di ansia, di agitazione piacevole e funzionale, dall’altra un fastidio irrazionale ma costante. Il continuo andare a capo secondo me non funziona pienamente. Avrei mantenuto le fasi brevi, incisive, il ritmo sincopato, ma senza questo continuo “a capo” che, a mio avviso, se non ha una giustificazione narrativa forte, crea solo spaesamento. Ti faccio invece i miei complimenti per la scelta delle parole, nella mia testa si sono create immediatamente immagini nitide di quanto accade, somiglianti più a uno scorrere di diapositive che a un film, ma comunque efficace. Questa frase invece: ““Angelo la casa ci interessa, la zona è baricentrica, l’esposizione ci aggrada.” mi sembra molto poco realistica: poniamo anche che un acquirente sia particolarmente colto (peraltro si capisce solo dopo che non è il cliente di cui parlavi nel paragrafo precedente) e mettiamo che in un dialogo telefonico si esprima davvero usando “baricentrica”, dubito che direbbe che “l’esposizione li aggrada”. Non dico sia impossibile, dico che è talmente inusuale che una persona si esprima così che mi stona.
Il finale a sorpresa è ben riuscito. Il riferimento al nome ossimorico è divertente e acuto.
Il testo funziona ed è molto buono, non ho altri appunti da farti.
A rileggerti presto!

Tuttavia, le bollette, non costano la vita

Ciao Sara, innanzitutto piacere di conoscerti e di averti letto.
Scrivo anche a te quanto scritto a Andrea: “Appena ho letto il tuo titolo ho pensato che il tuo fosse solo uno pseudonimo usato da Lina Wertmüller per partecipare a questo fantastico contest.”. Scherzi a parte, nel tuo caso molto più che nel suo, avrei preferito un titolo più “ermetico”, se capisci cosa intendo. Inoltre, già nel titolo, c’è una virgola tra soggetto e verbo che non va bene, ma queste sono sciocchezze: più che altro, ma questo è un mio parere squisitamente personale, il titolo così strutturato perde un po’ di appeal.
“Come è ancora più assurdo, se non malignamente ironico, che la situazione che mi interessa sia proprio questa.” questa frase, invece, non mi è chiara. “Poi solo interferenze preoccupanti e particolarmente fastidiose per il mio assordante mal di testa.
<<Ah, capisco, Siberia…>>.” in questo pensiero secondo me ti contraddici un po’: se ci sono solo interferenze disturbanti come è che poi il protagonista capisce la destinazione? Era necessario parlare di quelle interferenze o è solo un distrattore messo lì a caso?
“Si conoscono i popoli studiati, si tracciano i loro profili e si mettono a confronto.”. attenzione all’infodump! “ Il tutto vivendo in casa loro per un pò.”: errore di battitura, ci va l’apostrofo, non l’accento. “Siamo in sette, su per giù.”, questo “su per giù” non mi convince: si parla di un numero di persone talmente basso da contare che uno lo sa con quanta gente sta collaborando. “Fanno parte dei Tungusi, popolo che occupa la maggior parte dei territori più isolati della Siberia.”: altra infodump. “Un po “, altra svista su “po’”. Ripeti “con noi” in due frasi vicine: non ripeterti. Finale bello e profondo. Io credo che la tua idea di base fosse buona, devi sistemare qualcosa nello stile.
A rileggerti presto!

L’uomo delle case

Ciao Sirimedho, innanzitutto piacere di conoscerti e di averti letto.
Nelle prime frasi scrivi “vive così”, “va bene così”: questa ripetizione non mi piace ed è anche troppo vaga. Così come? Perchè non scegliere una parola che ci aiuti a empatizzare più con lui invece che rimanere sul vago? In questa frase, invece, mi sembra ci sia un errore: “ nessuno che lo guardi senza davvero vederlo”. Nessuno che lo guardi vedendolo davvero, piuttosto. Quando entra nella casa con la donna addormentata mi si crea un cortocircuito non da poco: che tecnica infallibile usa se si ritrova con una che dorme in casa? O è un rischio che corre sempre poichè valuta una serie di cose ma non la possibile presenza di un dormiente o questa volta non ha valutato bene, non so se mi spiego.
La trama del tuo racconto mi ha ricordato un film che amo molto e che se non hai ancora visto ti consiglio: Ferro 3, la casa vuota di Kim Ki-duk.
Ammetto di non aver colto fino in fondo il finale: non lo capisco e qualsiasi soluzione mi venga in mente non la trovo raccontata nel modo ottimale.
L’idea di base mi pare molto buona e lo stile pure, tuttavia c’è qualcosa che non funziona.
A rileggerti presto!

Pigiama party
Ciao Leonardo, che piacere rileggerti anche qui.
Che sei una bomba lo sapevo già e questo testo mi ha colpito. Il tuo stile funziona ed è davvero efficace. L’effetto a sorpresa è ben riuscito. Ma se proprio devo farti le pulci, ecco cosa posso dirti. Non so quanti anni abbia Lisa, ma, insomma, sta giocando con le perline, non sarà grandissima. Quel “ghiro narcotizzato” mi stona un po’, non mi sembra un modo di parlare da bambina, forse più da adolescente, ma in questo caso mi stona che giochi con le perline ed Emma avrebbe di certo capito cosa stesse accadendo. Comunque sono inezie. Il resto fila tutto.

Ho apprezzato molto il fatto che tu abbia disseminato di indizi il racconto, dicendo per esempio che la mamma non sente mai niente, la scusa della casa grande per quattro, la disinvoltura con cui parla di maschi…
Grazie per la bella sberla che ci hai dato. Sono cose a cui è bene pensare.
A rileggerti presto!

Creare una classifica è stata un’ardua impresa, ma ecco il risultato dei miei sforzi.

1.Ho bisogno del tuo aiuto
2.Non riesco a pensare a un finale più semplice
3.Pigiama Party
4.Il contributo
5.Il mio segno
6.In vino veritas
7.L’uomo delle case
8.Specchio delle mie brame
9.Tuttavia, le bollette, non costano la vita

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antico
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Re: Gruppo DANZA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » mercoledì 27 ottobre 2021, 19:32

Sette classifiche ricevute, ve ne arriverà (oltre alla mia) ancora una.

Occhio che, al momento, quella di Stefano Pais non è considerabile come valida in quanto manca di un commento. Ho avvertito Stefano e ha l'autorizzazione di modificare il post inserendo il commento mancante. Se non lo farà entro il tempo utile la sua classifica sarà invalidata e lui squalificato.

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Re: Gruppo DANZA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » giovedì 28 ottobre 2021, 15:46

Ciao a tutti,
vi chiedo scusa se pubblico la mia classifica con così poco tempo dall'ultimo commento, purtroppo il lavoro mi ha lasciato poco tempo e il confronto con l'autore è importante per la mia classifica. Le prime posizioni mi sono state chiare (anche se si sono spesso alternate tra loro), mentre le altre ho fatto molta difficoltà.

CLASSIFICA:
1. Pigiama party
2. Il contributo
3. Ho bisogno del tuo aiuto
4. In vino veritas
5. Non riesco a pensare a un finale più semplice
6. Il mio segno
7. Specchio delle mie brame
8. Tuttavia, le bollette, non costano la vita
9. L’uomo delle case

COMMENTI

Il contributo
Ciao Giancarmine,
innanzitutto complimenti per la declinazione del tema, davvero originale. Sullo stile ho poco da dire, mi è piaciuto poco il continuo andare a capo ma non mi ha disturbato eccessivamente grazie al numero di caratteri limitato.
Il pdv è caratterizzato molto bene, e visto lo stile non deve essere stato facile, ma è il finale è il pezzo forte di questo lavoro: poche parole che però mi hanno dato i brividi, bravo. Mi è piacuto in particolare trovare elementi nel testo (tipo il suo rabbrividire dopo aver parlato di contributi) poco chiari in prima battuta e che emergono con chiarezza alla fine.
"Penso alle gemelline, saranno cresciute".
Mi è piaciuto un sacco.
A presto,
Morena



Pigiama party
Ciao Leonardo,
eccomi di nuovo qui a valutarti!
Che tu scriva davvero bene penso di avertelo detto praticamente in ogni occasione.
Mi è piaciuto molto come la tristezza di Lisa trasparisse da subito, dalle prime battute. Si percepisce ci sia qualcosa in lei che la rende diversa da Emma, un'infanzia rubata davvero ben gestita dietro parole semplici e risposte naturali. Il finale arriva inaspettato e mi ha colpito la gestione delle immagini, bravo.
Passo a ciò che mi ha convinto meno (ma giusto per dare un commento completo): la parte dove parlano dei ragazzini è ben inserita ma l'ho trovata un po' stereotipata, e mi ha allontanata da un contesto che fino a quel momento invece mi è parso molto naturale.
A presto!
Morena


Ho bisogno del tuo aiuto
Ciao Luca,
il tema è sicuramente centrato e complessivamente la lettura è stata molto piacevole. Sei stato molto bravo con l'utilizzo dei dettagli a tal punto da farmi sembrare lì in certi momenti.
Passo a ciò che mi ha convinto meno: mi hai fornito dettagli di tv, popcorn e birra. Allora subito ho pensato (anche se si era capito anche prima) "ah, sono a casa del tipo". Mi fa strano non l'abbia pensato anche lui, mi è parso un po' eccessivamente ingenuo.
Altra nota: a me è arrivata poco la sensazione di shock della ragazza, quindi le sue risposte mi sono apparse lucide (al "non lo so" sulla coperta ho capito tutto). Il consiglio a questo proposito è di giocare un po' meglio sui dettagli che trasmettono questa sensazione, come hai fatto molto bene subito dopo quando dici "Alle mie spalle i passi di Vanessa si avvicinano. Gli occhi stravolti, le mani che tremano, l'accappatoio aperto sulla maglietta dei Rolling Stones macchiata di sangue". Questo però arriva tardi, nella mia testa era stata fino a quel punto lucida.
Rinnovo i miei complimenti comunque :)


Non riesco a pensare a un finale più semplice
Ciao Andrea,

il tuo racconto mi è piaciuto e anche il tema è stato gestito bene. Mi piace anche come hai inserito piccoli elementi - la fede, il tradimento - in grado di costruire senza dilungarti troppo tutto il mondo che c'è intorno questa coppia. Sono elementi inseriti in modo molto naturale, ed è una cosa che mi è piaciuta tanto.
L'unica cosa che mi sento di segnalarti è che verso la fine forse il testo si appiattisce un po', mi vede più distratta e meno coinvolta. Forse perché in mezzo a tutti questi finali quello vero mi è sfuggito, forse perché i vari tentativi di comunicazione di lui mi avevano creato aspettativa di un confronto un po' più diretto.
Per il resto un'ottima prova!

Morena


In vino veritas
Ciao Stefano,
piacere di averti letto. Hai fatto un ottimo lavoro di ambientazione, sin dalle prime battute si percepisce tensione e un'atmosfera che annuncia che qualcosa decisamente non va.
Se ho ben capito, il protagonista e la compagna sono coloro che hanno investito il ragazzo morto, ma questo mi ha lasciata un po' perplessa: se hanno chiamato i soccorsi e li hanno aspettati, come fanno a non riconoscerlo dalla foto? Metti anche che nel buio non si vedesse molto, hanno investito una persona, davvero non sono mai entrati in contatto con la famiglia?
Forse bastava un dettaglio all'inizio sul fatto che l'evento fosse recente per acquietare i miei dubbi.
Questo ovviamente non sminuisce il tuo ottimo lavoro, bravo.


Il mio segno
Ciao Giovanni,
ho gradito molto la declinazione del tema da parte tua e come la "casa d'altri" diventi gradualmente casa propria. Il finale è guidato dai piccoli indizi che lasci nel testo, e ciò ha reso l'evoluzione molto naturale. Forse più spazio avrebbe sicuramente giovato al testo, perché l'evoluzione appare sotto forma di frammenti d'immagine e forse per questo ho fatto più difficoltà a empatizzare totalmente con Lilia.
Ciò che ti segnalo invece è che riveli l'età (che è un fattore importante soprattutto in questo contesto) troppo tardi. Per tutto il tempo mi ero immaginata una bambina più piccola, e ho dovuto rileggere da capo per godere meglio del testo.
Ho anche trovato i dialoghi in alcune parti un po' finti (la direttrice è tutta tesoruccio-cara-tesoro-amore-cuore-sole), mentre fuori dal dialogo il testo mi è piaciuto di più.
Morena


Tuttavia, le bollette, non costano la vita
Ciao Sara,
la tua interpretazione del tema è molto originale. Purtroppo però il racconto mi è parso un po' piatto, senza picchi che mi portassero a impensierirmi per il protagonista. La scena finale con la morte della bambina è un ottimo spunto, ma è un elemento che appare quasi estraneo al testo; avresti potuto decurtare un po' di elementi "professionali", che ci aiutano a capire cosa faccia quel mestiere ma meno il pdv, per introdurre meglio la bambina che poi sarebbe morta. Magari lui così freddo che si sente a casa quando è con lei perché le ricorda qualcosa, non so.
In questo modo da lettore avrei provato dispiacere, invece anche quel momento mi ha vista un po' apatica e mi dispiace.
Buona fortuna!
Morena


Specchio delle mie brame
Ciao Laura,
il tuo racconto parte bene con uno spiraglio di normalità che va pian piano a sgretolarsi con il proseguire della lettura. L'ingresso nella stanza è reso molto bene, e la scena diventa di un inquietante molto piacevole che hai reso con maestria.
Il grosso problema è che nonostante le numerose riletture, ho fatto molta fatica a capire il finale (nel senso che continuo a non aver capito).
Se ho ben inteso, il colpo alla testa l'ha uccisa, quindi tutto ciò che avviene dopo vede la protagonista morta. La sua reazione però è così innaturale per essere una appena colpita... se mia cugina mi porta in una stanza e mi colpisce alla testa SICURAMENTE non continuo ad andare da lei, ed è uno di quei comportamenti un po' irreali da horror che non mi piacciono. Ci sta che se fosse morta magari non ricorda nulla della vita terrena (ipotesi che ho considerato), ma il fatto che si rialzi collega troppo la scena al colpo e quindi mi ha portato a scartare quest'ipotesi. In tal caso, io avrei continuato la scena con lei già alzata, magari giocando con la spaziatura (ma magari non ho capito nulla io).
In sintesi mi mancano degli elementi per comprendere meglio il testo e godere meglio della storia.
Buona fortuna,
Morena



L’uomo delle case
Ciao Stefano,
piacere di averti letto.
L'inizio è stato molto coinvolgente, mi piace come hai fornito poche cicche sul passato dell'uomo che ha dato spessore al protagonista. Anche il modo in cui hai descritto i gesti usuali sono piacevoli. Sul finale invece mi hai persa, nel senso che l'ho letto più volte aspettandomi ci fossero degli elementi nel testo per scoprire qualcosa in più su questa donna e sul legame tra lei e l'uomo. Alla prima lettura ho avuto una piacevole sensazione di sospeso tra passato e presente, il ritorno alla normalità (come se dopo una dormita si fosse risvegliato nel passato). Poi però la spiacevole sensazione di "non-ho-capito" ha prevalso, ed essendo il finale mi ha lasciata un po' senza parole.
In generale non mi è dispiaciuto grazie alla tua capacità di mostrare le sensazioni del pdv, e ho gradito l'inizio.

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antico
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Re: Gruppo DANZA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 28 ottobre 2021, 19:27

Avete ricevuto tutte le classifiche, nei prossimi giorni arriverà anche la mia.

Ps: Stefano Pais ha aggiunto il commento mancante e pertanto la sua classifica è valida.

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Re: Gruppo DANZA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » martedì 2 novembre 2021, 21:04

Ecco a voi la mia classifica per il vostro gruppo!

1) Non riesco a pensare a un finale più semplice, di Andrea Lauro
Dopo avere letto il racconto di Pigneri pensavo francamente che non ci fosse nessuno che potesse superarlo, ma mai sottovalutare gli autori di MC! E sì, il tuo gli sta sopra, almeno nelle mie preferenze. Asticella di difficoltà tenuta bella alta e tu che riesci a mantenere l'equilibrio senza sbavare e anzi incantando. Ecco, questo tipo di risultato può essere ottenuto solo da una grande tecnica mixata con sensibilità formatasi da esperienza di vita: un mix che ognuno di noi ha diverso rispetto agli altri e che tu riesci a piegare da maestro per narrare le tue storie. Chapeau. Pollice su con lode.
2) Pigiama party, di Leonardo Pigneri
Ecco cosa intendo quando affermo che non è importante l'idea geniale e che quello che fa la differenza è l'esecuzione, come filtriamo il narrato attraverso la nostra capacità di trasmetterlo. Qui c'è solo un particolare che mi ha fatto storcere il naso, quel "ma tanto lo sappiamo entrambe che" che sa di forzato, poco naturale, difficile trovarlo in un dialogo reale. Ma, appunto, è una piccolezza. Tema perfettamente declinato. Pollice su senza se e senza ma.
3) Il contributo, di Giancarmine Trotta
Livello elevatissimo in questo gruppo. Questo, e anticipo la valutazione, è già il terzo pollice su su quattro racconti (e il quarto è stato un quasi su). Direi essenziale e funzionale, un racconto che sa dove vuole andare e ci arriva. Personalmente ho apprezzato anche la struttura con tutti questi a capo perché ne enfatizzano l'essenzialità. In classifica finisce dietro ai pollici su di Pigneri e Lauro per semplice gusto personale in quanto tendo a preferire i testi con maggiore empatia (anche se qui la sua assenza è, di nuovo, funzionale al protagonista e alla storia narrata).
4) Ho bisogno del tuo aiuto, di Luca Fagiolo
Un ottimo racconto che mi ha solo un poco deluso sul finale solo perché forse, dopo tutta quella bella preparazione, mi aspettavo qualcosa di più sconvolgente ancora, qualcosa che mi facesse crollare la mascella a terra. Invece ok, lei si è difesa e ha colpito il tipo, punto. Analizzando, questo senso di insoddisfazione (relativo, sia chiaro, mi è piaciuto molto) può essere dovuto a due diversi ordini di fattori: 1) il focus era sulla casa sbagliata, quindi sul fatto che Tommaso pensasse di trovarsi in quella di Vanessa e allora la costruzione ha portato il lettore a capirlo forse troppo presto rispetto al finale oppure 2) il focus era sul presunto omicidio per difesa, che però non colpisce come avrebbe dovuto e anzi, come ti ho già detto, ci sarebbe aspettativa per qualcosa di più perverso e strano, magari legato proprio a Vanessa. Tema perfettamente declinato. Per me questo è un pollice quasi su.
Ps: per la questione immersività non ho molto apprezzato che Vanessa lo chiamo subito per nome, quante volte i nostri amici ci chiamano per nome nella realtà in una situazione in cui vengono ad aprirci una porta?
5) L’uomo delle case, di Stefano De Luca
La tua è stata una scelta consapevole e la rispetto. Idea bellissima quella di quest'uomo che vaga di casa in casa e sei riuscito a trasmetterla con la giusta delicatezza. Il racconto, tra l'altro, si legge strabene e mi sembra che il tuo stile sia sempre più (ripeto il termine) consapevole e controllato. Questo non toglie, però, il fatto che il finale giunga, pur nella sua voluta assurdità, un pelo stonato e questo è determinato, ovviamente, dalle tue scelte. Cerchiamo di capire come avrebbe potuto presentarsi in modo più efficace... Azzardo: forse posticipi troppo il suo entrare nell'assurdo. Mi spiego: in questa versione sembra si cali nella sua nuova vita nel momento in cui parte per il lavoro, proverei ad anticiparlo e credo che il punto migliore sia quando si sveste per mettersi a letto. Ovvio che questo non basterebbe, servirebbe una semina ancora precedente che lui non noti, ma che trasmetta al lettore un segnale tipo "Ehi, sta succedendo qualcosa!", una ufficiale entrata nell'assurdo. Qualche idea ce l'ho, ma sentiamo che ne pensi. Detto questo, per me siamo su un pollice tendente verso il positivo in modo solido e anche brillante.
6) In vino veritas, di Stefano Floccari
Un racconto scritto bene e all'apparenza solido e brillante, però le premesse sono debolucce. L'invito dei Manzetti mi sembra, infatti, liquidato in modo parecchio superficiale in quanto, evidentemente, il protagonista non li frequentava. Vero che lo hai sottolineato nelle prime battute, ma un invito è un invito e il modo in cui l'hai espresso mi ha fatto pensare a un datore di lavoro, tanto per dirne uno: un qualcuno che non frequenti, ma che conosci. Invece qui l'invito è proprio arrivato dal nulla ed era questo il focus su cui puntare il racconto per tutta la prima parte mentre, invece, sembri archiviare il problema tipo la polvere spazzata sotto il divano e parti con la tua narrazione, invero più che buona. Il tema è centrato. Come valutazione direi un pollice tendente verso l'alto in modo solido e anche brillante, ma finisci dietro ai parivalutati per quel peccato originario riguardante il motore della storia.
7) Il mio segno, di Giovanni Attanasio
Sai che ho faticato tantissimo con la prima frase? Quel "può essere solo la direttrice" seguito dal passaggio alla terza con riferimento a Ilia mi ha fatto pensare da subito alla presenza di un terzo personaggio, il pdv vero e proprio in scena. Poi ok, ho risolto, ma continua a non piacermi per nulla e a risultarmi un utilizzo piuttosto stonato. My due cents, magari è solo una mia percezione distorta e non funziona solo con il sottoscritto. Detto questo, ci vuoi fare vedere il mondo attraverso le percezioni di Ilia, ma arrivo alla fine e mi sento non pienamente soddisfatto nonostante il lavoro sia indiscutibilmente buono. Azzardo una spiegazione: la coppia si presenta come direttrice a due teste, questo è decisamente significativo di una stramba e sviluppata fantasia di Ilia che, però, non mantieni allo stesso livello nel prosieguo, normalizzandola fin troppo fin da subito ed ecco che in molti hanno pensato che il cambiamento finale avvenisse in modo troppo repentino: io penso che sia perché glielo fai fare subito nel descrivere il suo modo di percepire. Insomma, dovevi pigiare sull'acceleratore invece di frenare, portarci fin dentro il bizzarro mondo mentale di Ilia per poi cominciare gradatamente a destrutturarlo fino a farlo (non del tutto, sarebbe un problema) coincidere con la realtà e quindi con l'accettazione della stessa. Fammi sapere cosa ne pensi. Tema ben declinato. Per me questo è un pollice tendente al positivo in modo brillante anche se non solido per quanto detto (quanto mi piace questo nuovo pollice). :)
8) Tuttavia, le bollette, non costano la vita, di Sara Mosna
Anche in questo caso vedo che ti è già stato detto praticamente tutto e quoto Davide nell'esortarti a non prendertela, soprattutto considerato che è la tua prima volta nell'Arena. Siamo tutti qui per imparare e anche chi è già più avanti nel percorso sa che ci possono essere racconti nati sballati e chisseneferga, l'importante è continuare a darci dentro, individuare dove possiamo migliorare e riprovarci. Tornando al racconto, mi sembra che si arrivi tardi al suo vero cuore: il ritrovamento della bambina. Tutto quanto precede è una lunga spiegazione che poco fa vivere al lettore. Diverso sarebbe stato se tu fossi riuscita a trasmettere le stesse informazioni, ma durante la marcia con gli indigeni. A quel punto avresti anche potuto inserire qualche linea di dialogo sparsa qua e là e costruire empatia verso i personaggi. Allo stato attuale direi un pollice tendente al positivo anche se al pelo, spero di rileggerti molte altre volte in modo da costruirmi un'idea migliore della tua scrittura e magari provare a esserti più di aiuto.
9) Specchio delle mie brame, di Laura Brunelli
Mi sembra si sia già detto tutto e che tu sia d'accordo. Lo stile è molto buono, ma patisce, come logico, anche lui la seconda parte dove si perde un po' il nesso logico degli avvenimenti. Mi sembra che tu sia andata in confusione e che abbia perso il bandolo della matassa, ma non dimentichiamo che questo perdersi è causa anche di una mancata semina nella prima parte, quindi la mia idea è che non avessi ben chiaro il racconto fin da subito e che neppure tu l'abbia trovato in corso d'opera. Succede, nessun problema perché quello che conta, in questi casi è di fare comunque pratica ed esercitarsi e mi sembra che, soprattutto nella prima parte, tu abbia dato dimostrazione di quello che può produrre la tua penna. Come valutazione direi un pollice ni tendente verso il positivo.

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