La bottiglia buona

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 15 novembre 2021 con un tema del Campione dell'Arena della SETTIMA ERA: Wladimiro Borchi!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 5000 caratteri entro l'una.
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GiulianoCannoletta
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La bottiglia buona

Messaggio#1 » lunedì 15 novembre 2021, 22:57

«È proprio lei?»
«E cos'altro può essere, secondo te?»
L'equipaggio si affolla a babordo, mani e visi incollati alla vetrata come bambini accalcati al bancone di un negozio di dolci.
Fuori, nell'immenso nulla, piccola come una pallina da golf, la sfera che abbiamo desiderato ogni giorno e ogni notte da più tempo di quanto riesca a ricordare.
Si possono già distinguere le sagome dei continenti. O forse, chissà, è solo autosuggestione.
La Terra.
Casa.
«Che spettacolo, eh, capitano?» Mi volto a colpo sicuro, ma il Capitano Stoner non è alle mie spalle. Lo scovo più in là, appollaiato sulla sua poltrona. Le dita di una mano tamburellano sul bracciolo, quelle dell'altra scavano fra i peli della barba grigia, come a cercare chissà quale tesoro.
«Siamo a casa, capitano. Entro quarantott'ore dovremmo poter iniziare le manovre di attracco.»
Alza il viso e incrocia il mio sguardo, come se mi vedesse per la prima volta. «Già.»
«Che ne dice, è giunto il momento di stappare la bottiglia buona che avevamo tenuto da parte per il rientro?»
Non mi risponde, come se non mi avesse nemmeno sentito. D'un tratto mi appare vecchio e stanco come non mai.

***

«E così ha deciso di bersela tutto da solo?»
Il capitano stacca la tazza dalle labbra e tossisce un paio di volte. Macchie scure compaiono sulla tovaglia. «No, no... è solo the.»
«Stavo scherzando, capitano. E anche se fosse, ha tutto il diritto di bersela quella bottiglia di vino. Ha portato a termine una missione straordinaria.»
Posa la tazza sul tavolo e si asciuga le labbra con la manica della camicia. Di nuovo quello sguardo perso nel vuoto.
«È tutto ok, capitano?»
«Ti manca casa tua, Chuck?»
«Come?»
«Scusami, è una domanda sciocca. Certo che ti manca.»
«È stato un viaggio molto lungo, Capitano Stoner. Sono contento di rientrare. Tutto l'equipaggio lo è.»
«Già. Siete bravi ragazzi, ve lo meritate.»
«Mi pare di capire che lei avrebbe continuato volentieri la missione.» Abbozzo un sorriso. «Quattro anni e mezzo di esplorazione della galassia non le sono bastati.»
«Non è questo. È che...» Sospira.
«Che cosa c'è, capitano?» Sposto una sedia e mi piazzo di fronte a lui. «Può parlarne con me.»
Alza il viso di scatto. Lo sguardo è lucido, pare essere tornato in sé. «Questa è la mia ultima missione, Chuck. Sto morendo.»
La mandibola mi scivola verso il basso. «In... in che senso?»
«Nell'unico senso possibile. Ho fatto, letteralmente, carte false per riuscire a imbarcarmi quattro anni fa. Ma non me lo permetteranno di nuovo.»
Vorrei dire qualcosa di intelligente, ma non mi viene in mente nulla.
«Non c'è niente per me sulla Terra. La verità è che non pensavo di sopravvivere così a lungo.» La sedia stride sul pavimento mentre il capitano si alza. «Mi sbagliavo.»

***

«Che diavolo sta succedendo?» Il Capitano Stoner fa il suo ingresso sul ponte. Divora in poche falcate i metri che ci separano e mi si pianta di fronte. Ingoio a fatica il groppo che mi si è formato in gola.
«Allora? Chi mi dà una spiegazione?»
I ragazzi distolgono lo sguardo. Li capisco, eravamo tutti d'accordo, ma l'idea è stata mia. Spetta a me parlarne.
«Abbiamo... abbiamo deciso di fare una piccola deviazione.»
«Avete cosa?» Mi afferra per il bavero, la sua faccia è così vicina che potrei mettermi a contargli le ciglia.
«Lo abbiamo deciso insieme, capitano.» Lucas prende coraggio e fa un passo avanti. «Tutti quanti.»
«Sì», biascica Peter. «Non ci andava di rientrare.»
Il capitano allenta la presa sul mio colletto. Scruta i membri del suo equipaggio, uno per uno, poi pianta gli occhi su di me. Lo sguardo pare addolcirsi.
Nella vetrata di poppa la Terra è di nuovo un puntino sfocato. Provo a sorridere. «La galassia è grande, Capitano Stoner, e abbiamo ancora tanto tempo. La bottiglia buona può aspettare.»
Ultima modifica di GiulianoCannoletta il lunedì 15 novembre 2021, 23:06, modificato 1 volta in totale.


“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
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Re: La bottiglia buona

Messaggio#2 » lunedì 15 novembre 2021, 23:02

Giuliano, buonasera! Parametri tutti rispettati, buona WLADIMIRO BORCHI EDITION!

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Re: La bottiglia buona

Messaggio#3 » martedì 16 novembre 2021, 19:05

Ciao Giuliano!
La scelta della bottiglia come fulcro narrativo è fantastica, sei riuscito a caricarla di significato ed emozione: a mani basse il punto di forza del racconto. Utilissima anche per dare struttura e coprire le spalle a uno scenario molto standard, in cui si muovono personaggi molto standard.
Piacevole anche il riferimento alla Terra avvistata da lontano, così come il senso di lealtà nei confronti del capitano, che emerge nonostante i dialoghi un po' smussati e i personaggi un po' vaghi. Anche l'ambientazione poteva essere un po' più particolareggiata.
Mi è piaciuto, ma nel duello fantascientifico la spunta Fagiolo per una migliore armonia di insieme. Anche se la poesia di quella bottiglia...

Buona Edition,
Francesco

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Signor_Darcy
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Re: La bottiglia buona

Messaggio#4 » mercoledì 17 novembre 2021, 15:02

Ciao Giuliano.
Racconto in tre atti ben strutturato, con personaggi non molto approfonditi, ma caratterizzati quanto basta, certo, non sappiamo per quale motivo il capitano Stoner sia così amato dalla truppa, al punto da sacrificare altri mesi o anni di vita per lui: non è una cosa da poco, per una decisione volontaria così mastodontica.
Il tema, d’ogni modo, è ben declinato e questo mi fa preferire il tuo racconto a quello, comunque valido, di Luca Fagiolo.
I dialoghi mi sono piaciuti, soprattutto il secondo atto è credibile quanto a parole e gesti dei due protagonisti. Qualche problema forse coi tempi, dato che quando il capitano si accorge della manovra – immagino subito dopo l’inversione – la Terra è già tornata un puntino.

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GiulianoCannoletta
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Re: La bottiglia buona

Messaggio#5 » mercoledì 17 novembre 2021, 17:00

Ciao Francesco, ciao Stefano, grazie per i vostri commenti.
Sì, forse i personaggi non sono molto approfonditi. Inizialmente pensavo di strutturarla tutta solo sul rapporto Chuck/capitano, poi ho pensato di far parlare anche qualcun altro nell'ultima scena, per dare un senso più corale alla decisione.

Sulle tempistiche: hanno aspettato che il capitano andasse a dormire (mancavano comunque più di due giorni all'attracco) per prendere la decisione e invertire la rotta. Quando Stoner si sveglia e se ne accorge, hanno già macinato un po' di strada. Ho evitato di spiegarlo perché mi sembrava un infodump superfluo.

A rileggerci presto!
Giuliano
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Andrea Furlan
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Re: La bottiglia buona

Messaggio#6 » giovedì 18 novembre 2021, 0:49

Ciao Giuliano,
il tuo testo mi è piaciuto, ordinato, tema centrato al 100%, nessun problema formale e facile da leggere. Però a livello emozionale non mi è arrivato completamente, forse per la mancanza di un vero conflitto, a parte l’inquietudine del capitano. Ho anche pensato a possibili alternative per renderlo più interessante che avrei forse potuto suggerire, ma difficile farlo uscire dai binari che gli hai dato. Mi spiace, perché è comunque scritto bene e coinvolgente, anche nel finale che sorprende.

alexandra.fischer
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Re: La bottiglia buona

Messaggio#7 » giovedì 18 novembre 2021, 18:23

LA BOTTIGLIA BUONA di Giuliano Cannoletta Tema centrato. La bottiglia buona può aspettare, con un capitano Stoner così ridotto: i viaggi spaziali sono la sua vita, e sulla Terra, alla sua età non più verdissima, non troverebbe nulla per se stesso. La solidarietà dell’equipaggio, a partire da Chuck, commuove il lettore. La storia è scritta in modo ottimo, nello spirito di Simak. Buona la resa della situazione paradossale di partenza, eppure la Terra sarebbe a due passi. Invece, ecco l’inversione dell’astronave, compiuta collettivamente. Storia bellissima, nello spirito di Star Trek.
Attento:
la grafia corretta italiana è tè.

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LucaBozzi
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Re: La bottiglia buona

Messaggio#8 » giovedì 18 novembre 2021, 19:23

Il titolo si sposa molto bene con il senso che si vuol dare al racconto. L'unica cosa sento che stona è l'atteggiamento aggressivo del capitano quando viene messo a conoscenza del cambio di rotta. Mi sarei aspettato un atteggiamento più pacato, almeno sconfortato e sfinito sia dal pensiero dell'ultimo viaggio, sia per la sua malattia. Non penso che abbia avuto le forze necessarie per cacciare quella grinta. Tutto sommato è un bel racconto anche questo

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GiulianoCannoletta
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Re: La bottiglia buona

Messaggio#9 » sabato 20 novembre 2021, 17:25

Ciao Andrea, Alexandra, Luca, grazie per essere passati a commentare.
Sono contento che la storia sia arrivata, anche se forse i personaggi non sono troppo approfonditi e, come fa notare Andrea, manca un pizzico di pepe.
Sulla sfuriata del capitano, mi sembrava la reazione più credibile dopo una decisione così grossa presa alle sue spalle. Poi capisce le intenzioni dell'equipaggio e si addolcisce.
A rileggerci presto!
Giuliano
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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: La bottiglia buona

Messaggio#10 » domenica 21 novembre 2021, 21:20

Ciao Giuliano.
Lascio i commenti specifici ai singoli passaggi tra parentesi quadra, col commento finale sul fondo.


«È proprio lei?»
«E cos'altro può essere, secondo te?»
L'equipaggio si affolla a babordo, mani e visi incollati alla vetrata come bambini accalcati al bancone di un negozio di dolci.
Fuori, nell'immenso nulla, piccola come una pallina da golf, la sfera che abbiamo desiderato ogni giorno e ogni notte da più tempo di quanto riesca a ricordare.
Si possono già distinguere le sagome dei continenti. O forse, chissà, è solo autosuggestione.
La Terra.
Casa.
«Che spettacolo, eh, capitano?» Mi volto a colpo sicuro, ma il Capitano Stoner non è alle mie spalle. Lo scovo più in là, appollaiato sulla sua poltrona. Le dita di una mano tamburellano sul bracciolo, quelle dell'altra scavano fra i peli della barba grigia, come a cercare chissà quale tesoro.
«Siamo a casa, capitano. Entro quarantott'ore dovremmo poter iniziare le manovre di attracco.»
Alza il viso e incrocia il mio sguardo, come se mi vedesse per la prima volta. «Già.»
«Che ne dice, è giunto il momento di stappare la bottiglia buona che avevamo tenuto da parte per il rientro?»
Non mi risponde, come se non mi avesse nemmeno sentito. D'un tratto mi appare vecchio e stanco come non mai. [Attenzione alle ripetizioni. Hai utilizzato due volte la formula “come se” a brevissima distanza. Peccato comunque veniale in una gara di MC, sia chiaro.]

***

«E così ha deciso di bersela tutto da solo?»
Il capitano stacca la tazza dalle labbra e tossisce un paio di volte. Macchie scure compaiono sulla tovaglia. «No, no... è solo the.»
«Stavo scherzando, capitano. E anche se fosse, ha tutto il diritto di bersela quella bottiglia di vino. Ha portato a termine una missione straordinaria.»
Posa la tazza sul tavolo e si asciuga le labbra con la manica della camicia. Di nuovo quello sguardo perso nel vuoto.
«È tutto ok, capitano?»
«Ti manca casa tua, Chuck?»
«Come?»
«Scusami, è una domanda sciocca. Certo che ti manca.»
«È stato un viaggio molto lungo, Capitano Stoner. Sono contento di rientrare. Tutto l'equipaggio lo è.»
«Già. Siete bravi ragazzi, ve lo meritate.»
«Mi pare di capire che lei avrebbe continuato volentieri la missione.» Abbozzo un sorriso. «Quattro anni e mezzo di esplorazione della galassia non le sono bastati.»
«Non è questo. È che...» Sospira.
«Che cosa c'è, capitano?» Sposto una sedia e mi piazzo di fronte a lui. «Può parlarne con me.»
Alza il viso di scatto. Lo sguardo è lucido, pare essere tornato in sé. «Questa è la mia ultima missione, Chuck. Sto morendo.»
La mandibola mi scivola verso il basso. «In... in che senso?»
«Nell'unico senso possibile. Ho fatto, letteralmente, carte false per riuscire a imbarcarmi quattro anni fa. Ma non me lo permetteranno di nuovo.»
Vorrei dire qualcosa di intelligente, ma non mi viene in mente nulla.
«Non c'è niente per me sulla Terra. La verità è che non pensavo di sopravvivere così a lungo.» La sedia stride sul pavimento mentre il capitano si alza. «Mi sbagliavo.»

***

«Che diavolo sta succedendo?» Il Capitano Stoner fa il suo ingresso sul ponte. Divora in poche falcate i metri che ci separano e mi si pianta di fronte. Ingoio a fatica il groppo che mi si è formato in gola.
«Allora? Chi mi dà una spiegazione?»
I ragazzi distolgono lo sguardo. Li capisco, eravamo tutti d'accordo, ma l'idea è stata mia. Spetta a me parlarne.
«Abbiamo... abbiamo deciso di fare una piccola deviazione.»
«Avete cosa?» Mi afferra per il bavero, la sua faccia è così vicina che potrei mettermi a contargli le ciglia.
«Lo abbiamo deciso insieme, capitano.» Lucas prende coraggio e fa un passo avanti. «Tutti quanti.»
«Sì», biascica Peter. «Non ci andava di rientrare.»
Il capitano allenta la presa sul mio colletto. Scruta i membri del suo equipaggio, uno per uno, poi pianta gli occhi su di me. Lo sguardo pare addolcirsi.
Nella vetrata di poppa la Terra è di nuovo un puntino sfocato. Provo a sorridere. «La galassia è grande, Capitano Stoner, e abbiamo ancora tanto tempo. La bottiglia buona può aspettare.»

COMMENTO FINALE
Il tuo, Giuliano, sarà uno dei racconti che, in fase di posizionamento finale, mi metterà parecchio in difficoltà. Da un punto di vista prettamente formale è infatti davvero ottimo, tanto di rispettare praticamente tutti i dettami della narrativa non improvvisata: i 3 atti, il difetto fatale (anche se qui affidato al copotragonista), gli action beat, l’assenza di infodump… Tutto perfetto.
Ma c’è un ma.
Il racconto è così formalmente ineccepibile da risultare anche un po’ “piatto”, se mi permetti l’espressione all’apparenza dura. Ciò che intendo è che dopo il secondo atto, ciò che succedere nel terzo è talmente prevedibile da anestetizzare l’effetto emozionale. E attenzione, sottolineo emozionale, perché qui non sto parlando di effetto sorpresa. Per intenderci, a ben vedere anche il racconto di Lauro è abbastanza canonico nella sua evoluzione, ma lì la semina è molto più sottile, a dispetto della tua che invece è letteralmente esplicita.
Sia chiaro: non sto bocciando il tuo racconto, anche perché come scrivo sempre nell’introduzione alle mie classifiche finali, sono uno di quei lettori che privilegia la forma al contenuto quando si tratta di commentare un racconto di MC. Ciò che intendo è che, nonostante allo stato attuale il tuo racconto non rischi minimamente di finire in fondo alla classifica, allo stesso tempo è quello che mi ha emozionato di meno, nonostante il suo tentativo di giocare proprio con la sfera emotiva del lettore.
Alla prossima.
lupus in fabula

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GiulianoCannoletta
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Re: La bottiglia buona

Messaggio#11 » lunedì 22 novembre 2021, 9:13

Ciao Alessandro, grazie per il commento.
Sto cercando di capire cosa ha funzionato meno nel racconto e come mai a livello emozionale non sono riuscito a creare l'impatto che avrei voluto e la tua analisi mi ha dato spunti di riflessione preziosi.
A rileggerci presto.
Giuliano
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Debora D
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Re: La bottiglia buona

Messaggio#12 » martedì 23 novembre 2021, 15:54

Ciao Giuliano, il tema è centrato, la prima sequenza della storia mi è piaciuta e aveva acceso una scintilla di empatia che però è sfumata in perplessità.

Anche tu cominci la storia con due battute, è una scelta tentatrice in stile cinematografico che però in realtà crea una situazione di sospensione. Non sappiamo chi parla né in che contesto perciò non sono in grado di creare l'ambiente. La scena parte fumosa.

«È proprio lei?»
«E cos'altro può essere, secondo te?»
L'equipaggio si affolla a babordo, ...

Dopo le due battute abbiamo un nome collettivo quindi non sappiamo chi abbia parlato. Introdurre subito ambiente ed equipaggio poteva essere anche un modo per farci conoscere Lucas e Peter che tornano alla fine.


La questione più importante per me riguarda l’impostazione della storia e il suo risultato. Questa frase
Piccola come una pallina da golf, la sfera che abbiamo desiderato ogni giorno e ogni notte da più tempo di quanto riesca a ricordare.
mi è piaciuta, imposta bene il senso del desiderio, lo struggimento.
Ma il finale mi è parso tradirla. Alla fine l'equipaggio rinuncia al massimo desiderio perché il capitano sta morendo, grande gesto ma il testo è troppo breve per farci cogliere motivazioni o profondità della scelta, mi è arrivata più come incoerenza con la premessa che come momento d’impatto. Nella prima sequenza manca un appiglio per giustificare una tale mossa ma tutto è concentrato sul desiderio di casa, anche la bottiglia buona, una bella immagine, esiste in funzione della casa.

Nella seconda sequenza ci sono dialoghi con pochi appigli. Chi racconta è il punto di vista della prima sequenza? O un altro? La chiarificazione arriva tardi. Comincia di nuovo con una battuta e chi parla non agisce se non dopo molte battute. Abbiamo battute e azioni del capitano. Dell’altro personaggio solo la voce.
«E così ha deciso di bersela tutto da solo?»
Il capitano stacca la tazza dalle labbra e tossisce un paio di volte. Macchie scure compaiono sulla tovaglia. «No, no... è solo the.»
«Stavo scherzando, capitano. E anche se fosse, ha tutto il diritto di bersela quella bottiglia di vino. Ha portato a termine una missione straordinaria.»
Posa la tazza sul tavolo e si asciuga le labbra con la manica della camicia. Di nuovo quello sguardo perso nel vuoto.
«È tutto ok, capitano?»
«Ti manca casa tua, Chuck?»
«Come?»
«Scusami, è una domanda sciocca. Certo che ti manca.»
«È stato un viaggio molto lungo, Capitano Stoner. Sono contento di rientrare. Tutto l'equipaggio lo è.»
«Già. Siete bravi ragazzi, ve lo meritate.»
«Mi pare di capire che lei avrebbe continuato volentieri la missione.» Abbozzo un sorriso. «Quattro anni e mezzo di esplorazione della galassia non le sono bastati.»


Conclusione: un racconto che sta soffre il limite dei caratteri, perché la motivazione dell’equipaggio a compiere un grande gesto manca e mi sembra quindi che la generosità enorme non ottenga sufficiente forza e risonanza. La struggente immagine della Terra all'inizio funziona e la prima sequenza è per me la più riuscita, tralasciando la questione dell'incipit.

Buona edizione, alla prossima lettura.

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Michael Dag
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Re: La bottiglia buona

Messaggio#13 » martedì 23 novembre 2021, 18:47

Ciao giuliano
Ho letto il tuo racconto per caso, e voglio fermarmi un attimo a dirti che mi è piaciuto parecchio.
La pesantezza del capitano si sente tutta, bella l'idea di voler morire nello spazio e rimanere delusi perché questo non avviene.
È vero che il gesto dell'equipaggio non è giustificato da nulla, ma qualsiasi spiegazione in merito (che so, fare una scena dove i giovani discutono della cosa) avrebbe smorzato l'effetto "festa a sorpresa".

Il punto più debole è l'incipit. Non mi è stato subito chiaro che si trattava di fantascienza, quindi mi sono bloccato quando parli di "la sfera che abbiamo desiderato ogni giorno". Inoltre il protagonista arriva tardi.
Hai provato a leggerlo al contrario?

Casa.
La Terra.
Riesco a distinguere le sagome dei continenti. O forse, chissà, è solo autosuggestione.
Fuori, nell'immenso nulla, piccola come una pallina da golf, la sfera che abbiamo desiderato ogni giorno e ogni notte da più tempo di quanto riesca a ricordare.
L'equipaggio si affolla a babordo, mani e visi incollati alla vetrata come bambini accalcati al bancone di un negozio di dolci.
«È proprio lei?»
«E cos'altro può essere, secondo te?»
«Che spettacolo, eh, capitano?» Mi volto a colpo sicuro, ma il Capitano Stoner non è alle mie spalle.

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GiulianoCannoletta
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Re: La bottiglia buona

Messaggio#14 » mercoledì 24 novembre 2021, 7:16

Ciao Debora, ciao Michael, grazie per i commenti.
Avete entrambi sottolineato la questione dell'incipit e mi convincono le vostre osservazioni. La tentazione di cominciare il racconto con battute di dialogo anche questa volta ha preso il sopravvento :)
Anche sulla seconda sequenza sono d'accordo, un beat del pdv dopo la prima battuta avrebbe evitato ogni fraintendimento.
A rileggerci presto!
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Gianfranca Gastaldi
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Re: La bottiglia buona

Messaggio#15 » giovedì 25 novembre 2021, 23:59

Ciao Giuliano,
il tuo racconto mi è piaciuto: c'è sentimento, avventura, spirito di squadra. Hai reso bene (e non era facile) la forza dei legami che si possono esprimere quando si è lontani dalla propria "casa", il tutto però sempre in modo leggero e quotidiano.
Non ho apprezzato particolarmente alcune scelte (ad esempio, i nomi dei personaggi: un po' troppo serie tv fantascientifica, ecco). Si tratta comunque di impressioni minime, che non intaccano la qualità complessiva del tuo lavoro.
Gianfranca Gastaldi

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antico
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Re: La bottiglia buona

Messaggio#16 » mercoledì 1 dicembre 2021, 19:33

Un buon racconto, questo è certo, ma che "graffia" poco. Formalmente corretto, ordinato, totale assenza di conflitto come malus importante perché se il quid stava nella decisione della "ciurma" questa è arrivata senza peso e, considerata la mancanza di un back ben definito per il capitano, anche un pelo gratuita, soptrattutto in rapporto all'importante impatto sulle vite dell'equipaggio. Tema perfettamente centrato. Concludendo, direi un pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante e in classifica ti piazzo davanti al parivalutato racconto di Scattina per una migliore coerenza interna.

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