Cambiare a Ibilbidea

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 15 novembre 2021 con un tema del Campione dell'Arena della SETTIMA ERA: Wladimiro Borchi!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 5000 caratteri entro l'una.
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Antonio Pilato
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Cambiare a Ibilbidea

Messaggio#1 » lunedì 15 novembre 2021, 23:31

Cambiare a Ibilbidea



Quando ci trasferimmo in quella nuova città io e mia moglie possedevamo già così tanto denaro che avremmo potuto comprarci a prezzo di mercato una dozzina di quartieri senza alcun tipo di pensiero. Il nostro spirito da investitori fraudolenti, poi, ci avrebbe permesso di rivenderli a un prezzo maggiorato, anche cento volte superiore in certi casi.
Dovevamo nasconderci in posti lugubri, dimenticati da chiunque, dove soltanto i pidocchi potevano giudicarci. Eppure ridevamo delle nostre truffe e poi facevamo l’amore come degli ossessi.
E fu proprio la beffa che tanto adoperavamo verso i nostri ignari clienti che ci fece precipitare in picchiata verso un Abisso di disperazione da cui risalire sarebbe stato pressoché improbabile.
Tutto accadde in quel negozio di convenienza, in quello stramaledetto luogo anonimo sito poco più a sud della città in cui c’eravamo trasferiti.

«Buon salve! In cosa posso esservi utile?» ci domandò un esile individuo sparuto da dietro un bancone di legno.
«Salve buonuomo. Mi chiamo Policarpo e questa è la mia compagna, Nicabar. Avremmo bisogno di convertire un po’ di denaro poiché sappiamo che qui la valuta è diversa.»
«Certamente, signor Policarpo. Seguitemi, prego.»
L’esile individuo sparuto ci fece strada, allontanandosi dal tavolone, e raggiunse una specie di sportello elettronico.
«Qual è la somma che desiderate convertire?»
«Bah… tesoro… tu che dici?»
«Secondo me un milione dovrebbe andar bene.»
Amavo lo spirito di decisione di Nicabar, decisamente più ferreo del mio.
«D’accordo tesoro… e un milione sia!»
L’esile individuo sparuto ci osservò per qualche istante prima di esplodere in una fragorosa risata.
“Come fa uno smilzo del genere a ridere in maniera così tenorile?” pensai fra me e me, ma mi dimenticai in men che non si dica di quel quesito quando ascoltai quel che ci disse.
«Un milione? Ma con un milione qui non acquistereste neppure un pacchetto di chewing gum!»
Io e Nicabar ci guardammo stupiti.
«Come sarebbe a dire? Ma poi, mi perdoni… lei non ha neanche visto che tipo di monet…»
«Ho visto, ho visto, signor Policarpo.» mi disse con aria di sufficienza mentre, contemporaneamente, indicava con l’indice verso la tasca destra della mia giacca beige. Soltanto quando osservai anch’io la cavità nella stoffa, mi resi conto che da essa fuoriusciva una banconota, il misero resto che mi aveva reso un cameriere dopo che io e la mia fidanzata avevamo consumato il pranzo in una squallida osteria lungo il tragitto.
«Ma… ma… se un milione qui è poco… quanto è cara la vita da queste parti?» domandò prontamente Nicabar.
«Quanto? Beh… questo io non lo posso sapere…»
«E va bene… quanto ci consiglia di convertire?»
«Almeno un miliardo!»
«Caspita… è una cifra considerevole… praticamente quasi tutti i soldi che abbiam con noi…» osservai, sia con Nicabar, sia con il commesso.
«Ma dove diamine siamo finiti?» mi chiese sottovoce la mia fidanzata. A tal domanda non seppi proprio cosa rispondere.
«D’accordo! Se lei ci consiglia di fare così, allora provvediamo…!»
«Sì, signor Policarpo. Mal che vada, quando tornerete da dove siete venuti, potrete eseguire nuovamente la conversione.»
Cambiammo così il denaro con l’aiuto del commesso e ottenemmo la nuova moneta che ci spettava di diritto.
Uscimmo dal negozio di convenienza e arrivammo finalmente nell’albergo in cui avremmo dovuto alloggiare per l’intera vacanza.
Non ci servì molto tempo prima di capire che eravamo stati truffati di quasi tutto il nostro patrimonio: non soltanto dei soldi convertiti per la vacanza, ma anche di tutto il restante denaro.
Denunciammo l’accaduto, ma non riuscimmo a recuperare nulla.

«Guia? Mogliettina cara?» domandai, guardando il vuoto con gli occhi lacrimanti per la gioia.
«Sì, caro… che c’è?»
«C’è che ho appena rubato così tanti soldi a una coppia di stranieri creduloni che potremmo finalmente sparire da qui e… che ne so… magari investire una parte di questo bel gruzzolone nel mercato nero di organi! Ho fatto il colpo della storia!»
Mia moglie Guia mi venne incontro dal retro del magazzino e, notando la cifra rubata, mi saltò addosso e mi fece suo.
Ci stavamo rivestendo quando i tutori della legge fecero irruzione nel negozio di convenienza.
Ricordo ancora il giorno dopo, nella mia stanzetta umida dove il sole si può intravedere soltanto a scacchi, quando un uomo che era di guardia mi lanciò dalle sbarre un settimanale di quart’ordine.
Lessi il titolo e, per quanto il Fato mi fosse stato avverso, una parte di me rimase comunque compiaciuta: ‘Un altro caso di frode - Coppia opera illegalmente nel cambio del tasso di valuta’.
Lessi poi l’inizio dell’articolo: ‘Il rapporto di cambio del tasso fra la valuta in uso nella città di Ibilbidea, meglio conosciuta all’estero come città di Rotta, e quella appartenente alla città dei due viaggiatori truffati, è di norma stimato a 1:2. Tuttavia, era stato dichiarato dai titolari di un negozio di convenienza nella periferia della città di Rotta che il rapporto corrispondeva in realtà a 1:2.000.000.000.



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antico
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Re: Cambiare a Ibilbidea

Messaggio#2 » lunedì 15 novembre 2021, 23:33

Ciao Antonio! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa WLADIMIRO BORCHI EDITION!

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Proelium
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Re: Cambiare a Ibilbidea

Messaggio#3 » martedì 16 novembre 2021, 18:42

Ciao Antonio,
il tuo racconto parte benissimo. Ha una voce narrante molto coinvolgente che trascina dentro, anche l'atmosfera è sporca e sensuale al punto giusto. Poi si perde, almeno per me, per alcuni motivi che provo a spiegarti in punta di piedi, nella speranza di esserti utile.
A livello stilistico, l'armonia della voce che ci prende per mano all'inizio s'interrompe e diventa qualcos'altro, forse anche a causa della storia che si fa scena, quindi più vicina. La manovra è brusca, credo si possa sfumare un po'.
Come narrazione vera e propria, la criticità maggiore l'ho trovata nella costruzione dei personaggi: per come ce li hai presentati - due sciacalli creativi e senza scrupoli - è impossibile che siano così ingenui da non sospettare nulla... non ci sarei cascato io, che sono tutto fuorché scaltro... Anche la declinazione del tema - la truffa del cambio della città di Rotta - è di sicuro una giocata a effetto, ma un po' superficiale.

Aspetto di rileggerti al meglio della tua visionarietà. Daje!

Buona Edition,
Francesco

P.s. Buon salve mi ha traumatizzato ;)

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Antonio Pilato
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Re: Cambiare a Ibilbidea

Messaggio#4 » martedì 16 novembre 2021, 18:51

Proelium ha scritto:Ciao Antonio,
il tuo racconto parte benissimo. Ha una voce narrante molto coinvolgente che trascina dentro, anche l'atmosfera è sporca e sensuale al punto giusto. Poi si perde, almeno per me, per alcuni motivi che provo a spiegarti in punta di piedi, nella speranza di esserti utile.
A livello stilistico, l'armonia della voce che ci prende per mano all'inizio s'interrompe e diventa qualcos'altro, forse anche a causa della storia che si fa scena, quindi più vicina. La manovra è brusca, credo si possa sfumare un po'.
Come narrazione vera e propria, la criticità maggiore l'ho trovata nella costruzione dei personaggi: per come ce li hai presentati - due sciacalli creativi e senza scrupoli - è impossibile che siano così ingenui da non sospettare nulla... non ci sarei cascato io, che sono tutto fuorché scaltro... Anche la declinazione del tema - la truffa del cambio della città di Rotta - è di sicuro una giocata a effetto, ma un po' superficiale.

Aspetto di rileggerti al meglio della tua visionarietà. Daje!

Buona Edition,
Francesco

P.s. Buon salve mi ha traumatizzato ;)


Ciao Proelium, per forza: il primo paragrafo è narrato dall'uomo della coppia che froda, il secondo dall'uomo della coppia frodata, il terzo dall'uomo della coppia che froda. Infatti, per distinguere i quattro personaggi (non i due) ho usato il semplice espediente di nomi differenti.

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Proelium
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Re: Cambiare a Ibilbidea

Messaggio#5 » martedì 16 novembre 2021, 19:12

Antonio Pilato ha scritto:Ciao Proelium, per forza: il primo paragrafo è narrato dall'uomo della coppia che froda, il secondo dall'uomo della coppia frodata, il terzo dall'uomo della coppia che froda. Infatti, per distinguere i quattro personaggi (non i due) ho usato il semplice espediente di nomi differenti.


Ok, ho riletto adesso, grazie!
Mi ha tratto in inganno la voce narrante sempre in prima, che tendo ad associare a un unico punto di vista.

alexandra.fischer
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Re: Cambiare a Ibilbidea

Messaggio#6 » mercoledì 17 novembre 2021, 15:35

Tema centrato. Ma tu guarda, Policarpo e Nicabar possono dirsi dei truffatori provetti fino a che non incappano nella città di Ibilbidea (in realtà conosciuta come città di Rotta), dove vengono truffati a loro volta dall’addetto al cambio, il quale è lui è a godersi il colpo. Sì, io lo vedo così: felice, al punto da festeggiare in modo sessuale con la moglie Guia prima dell’arresto. E l’articolo del finale è davvero spiazzante in modo piacevole per ogni tipo di Lettore. La storia è un rimando alle città infernali di Calvino. Ottima prova.
Attenzione, ti riporto la frase corretta:
Salve, buonomo.

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Signor_Darcy
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Re: Cambiare a Ibilbidea

Messaggio#7 » mercoledì 17 novembre 2021, 15:44

Ciao Antonio.
A una seconda lettura si coglie il doppio cambio di punto di vista, che inizialmente confonde non poco perché il passaggio dal primo al secondo paragrafo è paradossalmente molto naturale (anche perché nella prima parte non fai capire che chi sta narrando è il titolare del negozio).
La vicenda è un po’ inverosimile: avrebbe giovato, per esempio, un cambio più simile a quello reale, e già così sarebbe risultato poco incisivo.
Nel terzo paragrafo quanto costruito onestamente si perde un po’ e la parte del giornale è molto artificiosa e decisamente anticlimatica.
Il tema è rispettato in maniera molto furba, ma ci può stare, essendo quello del cambio di rotta una traccia che non lascia molta libertà di manovra.
Troppi puntini di sospensione per i miei gusti.
Non mi è dispiaciuta la descrizione iniziale, tutto sommato accattivante (va detto che io non sono un purista del mostrato: apprezzo un buon raccontato).

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Antonio Pilato
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Re: Cambiare a Ibilbidea

Messaggio#8 » mercoledì 17 novembre 2021, 15:45

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Ma tu guarda, Policarpo e Nicabar possono dirsi dei truffatori provetti fino a che non incappano nella città di Ibilbidea (in realtà conosciuta come città di Rotta), dove vengono truffati a loro volta dall’addetto al cambio, il quale è lui è a godersi il colpo. Sì, io lo vedo così: felice, al punto da festeggiare in modo sessuale con la moglie Guia prima dell’arresto. E l’articolo del finale è davvero spiazzante in modo piacevole per ogni tipo di Lettore. La storia è un rimando alle città infernali di Calvino. Ottima prova.
Attenzione, ti riporto la frase corretta:
Salve, buonomo.


Attenzione: Policarpo e Nicabar sono due viaggiatori che vengono truffati (nonché protagonisti del secondo paragrafo); nel primo e nel terzo invece il protagonista è il truffatore che, insieme alla moglie Guia, riescono a truffare ma poi vengono scoperti.

Sulla frase corretta ho preferito utilizzare quella che ho scritto perché, a mio avviso, maggiormente d'impatto.

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Antonio Pilato
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Re: Cambiare a Ibilbidea

Messaggio#9 » mercoledì 17 novembre 2021, 15:50

Signor_Darcy ha scritto:Ciao Antonio.
A una seconda lettura si coglie il doppio cambio di punto di vista, che inizialmente confonde non poco perché il passaggio dal primo al secondo paragrafo è paradossalmente molto naturale (anche perché nella prima parte non fai capire che chi sta narrando è il titolare del negozio).
La vicenda è un po’ inverosimile: avrebbe giovato, per esempio, un cambio più simile a quello reale, e già così sarebbe risultato poco incisivo.
Nel terzo paragrafo quanto costruito onestamente si perde un po’ e la parte del giornale è molto artificiosa e decisamente anticlimatica.
Il tema è rispettato in maniera molto furba, ma ci può stare, essendo quello del cambio di rotta una traccia che non lascia molta libertà di manovra.
Troppi puntini di sospensione per i miei gusti.
Non mi è dispiaciuta la descrizione iniziale, tutto sommato accattivante (va detto che io non sono un purista del mostrato: apprezzo un buon raccontato).


Sì, ho tentato di non farlo capire proprio per creare una sorta di illusione che poi viene ben compresa nel terzo paragrafo: l'uso del nome Guia, contrapposto a quelli di Policarpo e Nicabar, serve proprio a questo... però comprendo bene il "dovere" di una rilettura.
Sull'inverosimile hai ragione, ma diciamo che mi piace molto esagerare in determinate circostanze "sperimentali", come quella di MC.
Concordo con te sul raccontato, anziché mostrato, ma sempre per il motivo appena scritto ho voluto approcciarmi in maniera molto lieve a qualcosa di diverso, senza tuttavia perder nulla del mio stile.

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Andrea Furlan
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Re: Cambiare a Ibilbidea

Messaggio#10 » giovedì 18 novembre 2021, 0:47

Ciao Antonio,
mi spiace ma il tuo racconto non mi è arrivato: spero che i miei commenti possano aiutarti a riflettere sui punti deboli della tua storia. Prima di tutto non sono riuscito a immedesimarmi, forse a causa della prima persona al passato e del complicato cambio dei punti di vista. I dialoghi e le azioni sono resi in modo molto narrato dove forse non serve, i nomi dei personaggi e della città non hanno riferimenti nel reale e hanno distolto la mia attenzione. Il finale non è chiaro e fa perdere ancora di più l’attenzione, spiegando qualcosa che non aggiunge nulla ed era già chiaro dal resto della storia.

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Debora D
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Re: Cambiare a Ibilbidea

Messaggio#11 » sabato 20 novembre 2021, 15:16

Ciao Antonio, piacere di leggerti.
Ho letto il tuo racconto all’inizio con curiosità per le vicende dei due truffatori ma poi proprio la curiosità si è infranta nel vederli ingannati così facilmente. Dall’incipit che hai creato me li immaginavo parecchio scaltri invece la truffa del cambio li sconfigge con tanta facilità, non c’è neanche un indizio che ci dica che hanno sospetti. Troppo sicuri di sé per riconoscere l’inganno? Può darsi, però durante la lettura c’era una vocettta che mi ripeteva “ma dai, così facile?”.
La seconda osservazione riguarda la realizzazione: anche a me il cambio di punto di vista ha dato qualche difficoltà.
Il tema mi sembra un poco forzato però l’idea è simpatica e divergente e riconosco lo sforzo di non prendere strade già batutte. Ma è più in tema l’averci provato piuttosto che la storia in sé a mio parere.
In conclusione noto un po’ di confusione nella realizzazione, alcune sbavature stilistiche (Abisso con la maiuscola mi aveva anticipato un’atmosfera che poi non ho trovato), tema afferrato di lato.
Buona edizione, alla prossima

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Cambiare a Ibilbidea

Messaggio#12 » mercoledì 24 novembre 2021, 10:06

Ciao Antonio.
Lascio i commenti specifici ai singoli passaggi tra parentesi quadra, col commento finale sul fondo.


Quando ci trasferimmo in quella nuova città io e mia moglie possedevamo già così tanto denaro che avremmo potuto comprarci a prezzo di mercato una dozzina di quartieri senza alcun tipo di pensiero. Il nostro spirito da investitori fraudolenti, poi, ci avrebbe permesso di rivenderli a un prezzo maggiorato, anche cento volte superiore in certi casi. [Tralasciamo pure il tipo di narratore da te scelto, ma l’ultima frase è una tale sparata da far immediatamente crollare qualunque possibilità non dico d’immersione, ma anche solo di credibilità verso il personaggio. Vuoi creare un personaggio “spaccone”? Va bene, ma allora devi giustificare le sue esternazioni, dare insomma al lettore un appiglio tale da rendere verosimile anche l’assurdo.]
Dovevamo nasconderci in posti lugubri, dimenticati da chiunque, dove soltanto i pidocchi potevano giudicarci. Eppure ridevamo delle nostre truffe e poi facevamo l’amore come degli ossessi.
E fu proprio la beffa che tanto adoperavamo verso i nostri ignari clienti che ci fece precipitare in picchiata verso un Abisso di disperazione da cui risalire sarebbe stato pressoché improbabile. [Perché “Abisso” maiuscolo?]
Tutto accadde in quel negozio di convenienza, in quello stramaledetto luogo anonimo sito poco più a sud della città in cui c’eravamo trasferiti. [Fammi capire: sta raccontando una storia in cui rivela sin da subito che lui è la moglie sono dei truffatori, ma non dice il nome della città? Che senso ha allora dare indicazioni geografiche così lacunose come “poco più a sud della città in cui c’eravamo trasferiti”?]

«Buon salve! In cosa posso esservi utile?» ci domandò un esile individuo sparuto da dietro un bancone di legno.
«Salve buonuomo. Mi chiamo Policarpo e questa è la mia compagna, Nicabar. Avremmo bisogno di convertire un po’ di denaro poiché sappiamo che qui la valuta è diversa.»
«Certamente, signor Policarpo. Seguitemi, prego.»
L’esile individuo sparuto ci fece strada, allontanandosi dal tavolone, e raggiunse una specie di sportello elettronico.
«Qual è la somma che desiderate convertire?»
«Bah… tesoro… tu che dici?»
«Secondo me un milione dovrebbe andar bene.»
Amavo lo spirito di decisione di Nicabar, decisamente più ferreo del mio.
«D’accordo tesoro… e un milione sia!»
L’esile individuo sparuto ci osservò per qualche istante prima di esplodere in una fragorosa risata.
“Come fa uno smilzo del genere a ridere in maniera così tenorile?” pensai fra me e me, ma mi dimenticai in men che non si dica di quel quesito quando ascoltai quel che ci disse. [Stai scrivendo un racconto in prima persona. Non servono artifici grafici per sottolineare il pensiero del portatore di PDV.]
«Un milione? Ma con un milione qui non acquistereste neppure un pacchetto di chewing gum!»
Io e Nicabar ci guardammo stupiti.
«Come sarebbe a dire? Ma poi, mi perdoni… lei non ha neanche visto che tipo di monet…»
«Ho visto, ho visto, signor Policarpo.» mi disse con aria di sufficienza mentre, contemporaneamente, indicava con l’indice verso la tasca destra della mia giacca beige. Soltanto quando osservai anch’io la cavità nella stoffa, mi resi conto che da essa fuoriusciva una banconota, il misero resto che mi aveva reso un cameriere dopo che io e la mia fidanzata avevamo consumato il pranzo in una squallida osteria lungo il tragitto.
«Ma… ma… se un milione qui è poco… quanto è cara la vita da queste parti?» domandò prontamente Nicabar.
«Quanto? Beh… questo io non lo posso sapere…»
«E va bene… quanto ci consiglia di convertire?»
«Almeno un miliardo!»
«Caspita… è una cifra considerevole… praticamente quasi tutti i soldi che abbiam con noi…» osservai, sia con Nicabar, sia con il commesso. [Qualquadra non cosa. In fase introduttiva hai presentato il tuo personaggio e la compagna come abilissimi truffatori e poi gli fai sbandierare così la cifra di cui dispongono?]
«Ma dove diamine siamo finiti?» mi chiese sottovoce la mia fidanzata. [Ma non era la moglie?] A tal domanda non seppi proprio cosa rispondere.
«D’accordo! Se lei ci consiglia di fare così, allora provvediamo…!» [Perché il punto esclamativo dopo oi puntini di sospensione? Sono proprio due segni di punteggiatura uno opposto dell’altro.]
«Sì, signor Policarpo. Mal che vada, quando tornerete da dove siete venuti, potrete eseguire nuovamente la conversione.»
Cambiammo così il denaro con l’aiuto del commesso e ottenemmo la nuova moneta che ci spettava di diritto.
Uscimmo dal negozio di convenienza e arrivammo finalmente nell’albergo in cui avremmo dovuto alloggiare per l’intera vacanza.
Non ci servì molto tempo prima di capire che eravamo stati truffati di quasi tutto il nostro patrimonio: non soltanto dei soldi convertiti per la vacanza, ma anche di tutto il restante denaro.
Denunciammo l’accaduto, ma non riuscimmo a recuperare nulla.

«Guia? Mogliettina cara?» domandai, guardando il vuoto con gli occhi lacrimanti per la gioia.
«Sì, caro… che c’è?»
«C’è che ho appena rubato così tanti soldi a una coppia di stranieri creduloni che potremmo finalmente sparire da qui e… che ne so… magari investire una parte di questo bel gruzzolone nel mercato nero di organi! Ho fatto il colpo della storia!»
Mia moglie Guia mi venne incontro dal retro del magazzino e, notando la cifra rubata, mi saltò addosso e mi fece suo.
Ci stavamo rivestendo quando i tutori della legge fecero irruzione nel negozio di convenienza.
Ricordo ancora il giorno dopo, nella mia stanzetta umida dove il sole si può intravedere soltanto a scacchi, quando un uomo che era di guardia mi lanciò dalle sbarre un settimanale di quart’ordine.
Lessi il titolo e, per quanto il Fato mi fosse stato avverso, una parte di me rimase comunque compiaciuta: ‘Un altro caso di frode - Coppia opera illegalmente nel cambio del tasso di valuta’.
Lessi poi l’inizio dell’articolo: ‘Il rapporto di cambio del tasso fra la valuta in uso nella città di Ibilbidea, meglio conosciuta all’estero come città di Rotta, e quella appartenente alla città dei due viaggiatori truffati, è di norma stimato a 1:2. Tuttavia, era stato dichiarato dai titolari di un negozio di convenienza nella periferia della città di Rotta che il rapporto corrispondeva in realtà a 1:2.000.000.000.’

COMMENTO FINALE
Lo ammetto: pure io non avevo minimamente capito all’inizio che i portatori di PDV fossero due. E il fatto che così tanti lettori non abbiano colto il tuo stratagemma narrativo dovrebbe farti scattare qualche campanello d’allarme.
Il problema risiede nella pressoché totale sovrapponibilità delle due coppie, soprattutto a causa dell’assenza di nomi nel primo paragrafo. Ti sarebbe bastato dirci il nome della moglie per farci saltare sull’attenti già nel secondo paragrafo. Invece non l’hai fatto e non riesco a capire se sia una cosa voluta con scopo preciso di prendere in giro il lettore. Se però così fosse, a mio avviso la cosa non gioca assolutamente a favore del racconto.
A parte questo, il racconto non si regge comunque sulle sue gambe. Insomma, sti due turisti si recano in vacanza in un posto e non s’informano minimamente sul tasso di cambio? Scusa, ma non ha senso. Davvero, mi è impossibile attuare anche la minima sospensione d’incredulità di fronte a una truffa così esagerata nella forma e allo stesso tempo banale nella struttura, oltre che per nulla aiutata dai dialoghi tra i personaggi, i quali anzi appaiono a dir poco forzati e innaturali.
Mi spiace, sarà per la prossima volta.

PS: Detto questo, il gioco di parole con cui hai sfruttato il tema è un piccolo colpo di genio!
lupus in fabula

Gianfranca Gastaldi
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Re: Cambiare a Ibilbidea

Messaggio#13 » venerdì 26 novembre 2021, 0:13

Ciao Antonio,
devo riconoscere che il tema proposto non sempre l'ho avvertito in modo nitido nel tuo racconto. O meglio: l'inizio del racconto promuove delle aspettative nel lettore di un certo tipo (una coppia che cambia città, cambia vita: perché? Da quale situazione provengono? Cosa succederà?). Ci sono, insomma, ottime possibilità di sviluppo che però non vengono colte. La storia si dipana così nello svolgimento di un'ordinaria truffa ai danni dei malacapitati "foresti". Peccato, perché le premesse erano davvero interessanti.
Gianfranca Gastaldi

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antico
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Re: Cambiare a Ibilbidea

Messaggio#14 » mercoledì 1 dicembre 2021, 20:21

Dunque, direi che ci sono un paio di problematiche forti: 1) il cambio di pdv non è arrivato neanche a me e anzi pensavo al giochino del furbo che viene fregato dal più furbo (anche se in modo decisamente ingenuo) e quindi mi aspettavo una sorta di ribaltamento finale e 2) il finale, anche capendo il cambio di pdv giunge un po' ingenuo perché già s'era capito e anzi stona che il protagonista si compiaccia di un qualcosa di così banale. Insomma, esperimento non riuscito ed è un peccato perché il tuo stile mi appare, di mese in mese, sempre più maturo e consapevole. Però rischi e fai bene e apprezzo il tuo testare anche se accetto più un azzardo quale quello del cambio di pdv, pur fallito, rispetto a quel finale che, per quelle che sono le informazioni che avevi fatto arrivare al lettore, azzarderei a definire ridondante e poco efficace. In buona sostanza direi un pollice tendente verso il positivo anche se al pelo (solo per via delle tue scelte, lo stile è bello e solido).

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