La strada delle castagne

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 15 novembre 2021 con un tema del Campione dell'Arena della SETTIMA ERA: Wladimiro Borchi!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 5000 caratteri entro l'una.
Avatar utente
Andrea Lauro
Messaggi: 596

La strada delle castagne

Messaggio#1 » martedì 16 novembre 2021, 0:11

La ruota del carro si infila nella fanga. Sta venendo scuro e siamo ancora fermi.
Gustavo grugnisce, dà una sferzata all’asino. «Giornata della miseria.»
Non me l’ha perdonata. Vado dietro al carro, pianto le mani sull’asse e comincio a spingere. «Non viene!»
«Affari tuoi!» Frusta ancora l’asino. «Te la sei voluta.»
Per carità, mio fratello c’ha ragione. A quest’ora potevamo essere in città, anziché di ritorno. Pianto i piedi nella fanga, la ruota salta fuori. Meno male. Le piogge sono arrivate prima quest’autunno.
Gustavo si calca il cappello e continua a camminare. «Il vecchio ci mena. Stavolta ci mena proprio.»
«T’ho detto scusa!»
In fondo alla strada si vede la luce di casa. Il luogo dove passerò il resto dei miei giorni, e solo perché continuerò a fare questa vita infame. Ho quattordici anni, devo trovare il coraggio di andarmene. Per me, per Lucia.
«Gustavo» gli chiedo, «sei mai stato innamorato?»
Sputa in terra. «Tu l’hai mica capito. Non c’è tempo per queste cose» Dà una carezza all’asino. «Dovresti darci un taglio, con quella lì.»
«Si chiama Lucia.» Stringo i pugni. «Io ci penso sempre.»
Sghignazza. «E mica ci pensi solamente! Bella deviazione, che ci hai fatto fare.»
«Dovevo vederla.» Posso tenere duro. Questa è la mia strada e mio fratello… lui non può capire ciò che provo. Troppo ligio al dovere. Troppo uguale a nostro padre.
Gustavo si gira verso il carro, sistema la merce che per colpa mia non abbiamo venduto. Biascica a denti stretti. «Almeno ne è valsa la pena?»
«Che ti frega?»
«Senti, non farmi incazzare.» Indica casa nostra. «Qualcosa dovrò pur raccontare al vecchio.»
Nostro padre è là in fondo, sulla soglia. Mani piantate nei fianchi, si starà domandando perché siamo già di ritorno.
Gustavo accarezza ancora la testa dell’asino. «Allora?»
Prendo un respiro. Tanto vale dirglielo. «Io voglio sposarla, Lucia.»
«Non c’abbiamo posto.»
«Ma io non voglio restare qui.»
Un momento di pausa. «Spiegati.»
Lo so, non capirà, ma devo provarci. Se non ci provo con lui, col vecchio non ce la farò. Sforzati, pensa a Lucia.
Al pomeriggio che ho passato con lei nel bosco, tra i castagni. Mentre mio fratello stava sulla strada ad aspettare.
«Gustavo, io non voglio passare la vita così. Sgobbare come un Cristo e poi avanti e indietro, a vendere la roba.»
«Secondo te io mi diverto?»
«Io non sono te.»
«Ah.» Si calca il cappello. «Stronzate. Da qui, mica si va via. Cacciatelo in testa.»
Devo insistere, ora o mai più. «Tu non sai che vuol dire. Sei uguale a papà, duro come un sasso. Me ne andrò con Lucia, che vi piaccia o meno. Farò di tutto, per lei.»
«Tutto?»
«Tutto.»
Sbuffa dal naso, scuote la testa. «Ragazzate.»
«Dici così perché non ce l’hai mai avuto, un amore.»
Mio fratello si rabbuia, stavolta ho esagerato. Mica è colpa sua, se questa vita ci consuma. Siamo lasciati lì, soli come balle di fieno. Io voglio qualcosa di diverso.
Nostro padre ci corre incontro, ha mangiato la foglia. Già lo vedo che sbraita, quel vecchio. Oddio, non so se ce la farò.
«Gustavo» sussurro. «Non dirgli di Lucia.»
«Hai detto che sei disposto a tutto.»
«Non dirglielo. Digli che le guardie non ci hanno fatto passare.»
Schiocca la lingua.
«Ti prego.» Sono ancora nelle mani di mio fratello. Tante belle parole, e poi me la faccio sotto.
Il vecchio arriva, gli occhi fuori dalla testa. «Che è successo?» Vede i sacchi sul carro. «Che è successo?»
Gustavo mi indica. «Ha voluto prendere la strada delle castagne.»
Ma che…?
«Quando siamo arrivati alle porte, era tardi. Non ci hanno fatto entrare.»
Gustavo rimane lì e non mi guarda. Maledetto. Maledetto, male—
Mio padre mi molla uno schiaffo. In faccia, dato con tutta la forza che ha. Perdo l’equilibrio, rotolo in mezzo alla fanga.
«Cane d’un figlio!» Mi tira un manrovescio, mi centra l’orecchio e parte un fischio.
«No!» mi copro, ma è inutile.
Un altro, e poi un altro, non so più da dove mi arrivano.
Mio padre urla e piange assieme. «Cane!»
«Scusa! Scusa!»
E poi si ferma, perché non c’è più niente da pestare. Si tira in piedi, s’asciuga le lacrime e la bava, si netta i calzoni. Ansima.
E Gustavo rimane lì, a guardare oltre. Verso casa. Ci giurerei che se la sta ridendo. Si è preso la rivincita. Perché gli ho detto che è un uomo solo, perché ha visto la verità. Quando lo lascerò, non avrò rimorsi.
Il vecchio mi punta il dito: «Dovrei farti dormire fuori, col freddo che c’è stanotte.» Sputa in terra. «Domani vi mettete in marcia, e stavolta fate la strada giusta. O giuro su Dio—»
«No.» Gustavo ha la voce calma, mi guarda finalmente. «Quell’impiastro. Con me non ce lo voglio.»
Mio padre è preso alla sprovvista. Io sono preso alla sprovvista.
Gustavo gli si avvicina. «Vieni con me, papà. Tu frusti il mulo e io spingo il carro. Come una volta.»
«E il ragazzo?»
«Il ragazzo non è buono, t’ho detto. E tu, senti un po’.» Mi tiene gli occhi addosso. «Non volevi andare per castagne?»
E forse ho sbagliato tutto, su Gustavo.
«E allora domani vai per castagne.»
Lucia.
Il vecchio annuisce, perché ha un figlio di polso.
Lucia.
E per un attimo, Gustavo mi sorride.



Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: La strada delle castagne

Messaggio#2 » martedì 16 novembre 2021, 0:12

Signor Andrea Lauro, buonasera! Parametri rispettati, buona WLADIMIRO BORCHI EDITION!

alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Re: La strada delle castagne

Messaggio#3 » martedì 16 novembre 2021, 17:43

LA STRADA DELLE CASTAGNE di Andrea Lauro Tema centrato. Racconto sottile. L’ambientazione potrebbe essere cinquecentesca, all’incirca. Ma questo è un parere umile del Lettore Amante degli Indovinelli. L’ambientazione rimanda a un’epoca lontana, il carro trainato dall’asino, la vita da mercanti legati alle guardie adibite alla sorveglianza delle porte riguardo all’accesso alla città. E il protagonista ha allungato la strada apposta, scegliendo appunto quella del titolo del racconto per la sua amata Lucia: certo, lui vuole cambiare rotta, a quattordici anni, innamorato e pieno di sogni. Il fratello Gustavo, dapprima burbero, gli fa da complice. Bellissimo particolare. Ottima l’atmosfera soffocante: si vede questa casupola dove non c’è posto per una donna, con il celibe e rassegnato Gustavo e questo padre severo.

Avatar utente
Proelium
Messaggi: 293
Contatta:

Re: La strada delle castagne

Messaggio#4 » martedì 16 novembre 2021, 18:05

Ciao Super Lauro,
che dire, il testo fila che è un piacere. Non so se la tua scrittura nasca così pulita o ci sia dietro un lavoro certosino di rifinitura, ma l'effetto che si ha leggendola è di equilibrio e scorrevolezza. Bene lo sporco dell'ambientazione che riesci a pennellare, i dialoghi credibili e i personaggi semplici ma ben delineati, che lasciano dentro un'emozione. Ho apprezzato davvero tutto, grazie Andrea.

Buona Edition
Francesco

Avatar utente
Andrea Lauro
Messaggi: 596

Re: La strada delle castagne

Messaggio#5 » martedì 16 novembre 2021, 22:15

Proelium ha scritto:Ciao Super Lauro,
che dire, il testo fila che è un piacere. Non so se la tua scrittura nasca così pulita o ci sia dietro un lavoro certosino di rifinitura, ma l'effetto che si ha leggendola è di equilibrio e scorrevolezza. Bene lo sporco dell'ambientazione che riesci a pennellare, i dialoghi credibili e i personaggi semplici ma ben delineati, che lasciano dentro un'emozione. Ho apprezzato davvero tutto, grazie Andrea.


caspita Francesco, grazie mille a te!
buona edition
andrea

Avatar utente
Andrea Lauro
Messaggi: 596

Re: La strada delle castagne

Messaggio#6 » martedì 16 novembre 2021, 22:17

alexandra.fischer ha scritto:LA STRADA DELLE CASTAGNE di Andrea Lauro Tema centrato. Racconto sottile. L’ambientazione potrebbe essere cinquecentesca, all’incirca. Ma questo è un parere umile del Lettore Amante degli Indovinelli. L’ambientazione rimanda a un’epoca lontana, il carro trainato dall’asino, la vita da mercanti legati alle guardie adibite alla sorveglianza delle porte riguardo all’accesso alla città. E il protagonista ha allungato la strada apposta, scegliendo appunto quella del titolo del racconto per la sua amata Lucia: certo, lui vuole cambiare rotta, a quattordici anni, innamorato e pieno di sogni. Il fratello Gustavo, dapprima burbero, gli fa da complice. Bellissimo particolare. Ottima l’atmosfera soffocante: si vede questa casupola dove non c’è posto per una donna, con il celibe e rassegnato Gustavo e questo padre severo.


Alexandra! grazie come sempre per l'analisi puntuale...
buona edition, a presto
andrea

Avatar utente
Signor_Darcy
Messaggi: 270

Re: La strada delle castagne

Messaggio#7 » mercoledì 17 novembre 2021, 9:55

Ciao Andrea.
Poco da dire: racconto molto bello, che gioca un po’ con una delle non troppe chiavi possibili col tema.
I tre personaggi sono ben caratterizzati, così come il contesto contadino di sussistenza, molto vicino peraltro alla mia cultura familiare.
I dialoghi forse sono un pelo troppo edulcorati (quel “giornata della miseria” dovrebbe puzzare quasi di bestemmia, per esempio).
“Fanga” mi suona male; ma immagino sia una variante diffusa in alcune zone d’Italia.
“Mio padre mi molla uno schiaffo. In faccia, dato con tutta la forza che ha”: avrei tolto “dato”.
“E per un attimo, Gustavo mi sorride.” Manca una virgola; oppure ce n’è una di troppo.
Piccolezze, s’intende: ottimo lavoro.

Avatar utente
Andrea Lauro
Messaggi: 596

Re: La strada delle castagne

Messaggio#8 » mercoledì 17 novembre 2021, 18:43

Signor_Darcy ha scritto:Ciao Andrea.
Poco da dire: racconto molto bello, che gioca un po’ con una delle non troppe chiavi possibili col tema.
I tre personaggi sono ben caratterizzati, così come il contesto contadino di sussistenza, molto vicino peraltro alla mia cultura familiare.
I dialoghi forse sono un pelo troppo edulcorati (quel “giornata della miseria” dovrebbe puzzare quasi di bestemmia, per esempio).
“Fanga” mi suona male; ma immagino sia una variante diffusa in alcune zone d’Italia.
“Mio padre mi molla uno schiaffo. In faccia, dato con tutta la forza che ha”: avrei tolto “dato”.
“E per un attimo, Gustavo mi sorride.” Manca una virgola; oppure ce n’è una di troppo.
Piccolezze, s’intende: ottimo lavoro.


grazie Stefano,
ti dirò che ci ho perso dieci buoni secondi a ripetermi quella frase finale, se metterla senza virgola o con la virgola (una sola)! E a volte ti sembra di perderti in un bicchiere d'acqua.
Rido perché anche su "giornata della miseria" mi sono arrovellato un po', a questo giro mi ero imposto di evitare parolacce, avevo fatto fuori il bonus imprecazioni due mesi fa con "Il chiodo no, cazzo" (ecco, appunto)...

grazie ancora, a presto
andrea

Avatar utente
Andrea Furlan
Messaggi: 400

Re: La strada delle castagne

Messaggio#9 » giovedì 18 novembre 2021, 0:50

Ciao Andrea,
complimenti per questo pezzo vivido, ottimamente dosato fra dialogo e azioni dei personaggi. Come in altri tuoi scritti ho apprezzato l’atmosfera che sai creare su questi pezzi di vita popolare, quotidiana, che assumono forza sulla pagina. Buona anche la chiusura che include il tema, rispettato al 100%: fino alle ultime righe non sveli dove vuoi andare a parare e tieni alta la tensione del lettore. Ho solo una perplessità sull’età del protagonista: a mio parere il suo modo di pensare e di parlare, unito al fatto che desidera la sua indipendenza in modo molto chiaro, denotano una certa maturità, avrei scelto 17 o 18 anni invece che 14.

Avatar utente
Signor_Darcy
Messaggi: 270

Re: La strada delle castagne

Messaggio#10 » giovedì 18 novembre 2021, 1:00

Andrea Lauro ha scritto:avevo fatto fuori il bonus imprecazioni due mesi fa con "Il chiodo no, cazzo" (ecco, appunto)...

Io ho il problema opposto, forse; ma quando ci vogliono, ci vogliono, come insegnava Proietti.

Avatar utente
Davide_Mannucci
Messaggi: 434

Re: La strada delle castagne

Messaggio#11 » venerdì 19 novembre 2021, 14:13

Ciao Andrea, ben ritrovato :)
Che dire? Una MERAVIGLIA! Hai buttato giù una roba niente male, caspita!
Il Prof Battaglia ha ragione a parlare di pennellate, perché stavolta sei riuscito ancora di più a usare il tuo stile e la tua maestria per disegnare in modo chiaro e puntuale tutte le scene.
I dialoghi sono ben gestiti e perfettamente in grado di calare il lettore nella scena. Sì, forse quel “...della miseria" non ci sta benissimo ma ci stava peggio “Giornata di merda”, davvero peggio (anche perché un fioretto è un fioretto ahahaha); quindi vada per la miseria. :)
Davvero un gran bel racconto. Peccato davvero che tu sia capitato nel girone di quel tizio fiorentino...come si chiama? Ah...il Mannucci. Peccato Lauro. Ahahahahah
A presto e bravissimo ancora!
Davide Mannucci

Avatar utente
Andrea Lauro
Messaggi: 596

Re: La strada delle castagne

Messaggio#12 » sabato 20 novembre 2021, 3:09

Davide_Mannucci ha scritto:Davvero un gran bel racconto. Peccato davvero che tu sia capitato nel girone di quel tizio fiorentino...come si chiama? Ah...il Mannucci. Peccato Lauro. Ahahahahah
A presto e bravissimo ancora!


;-*

Avatar utente
Alessandro -JohnDoe- Canella
Messaggi: 421
Contatta:

Re: La strada delle castagne

Messaggio#13 » domenica 21 novembre 2021, 2:33

Ciao Andrea.
Lascio i commenti specifici ai singoli passaggi tra parentesi quadra, col commento finale sul fondo.

La ruota del carro si infila nella fanga. Sta venendo scuro e siamo ancora fermi.
Gustavo grugnisce, dà una sferzata all’asino. «Giornata della miseria.»
Non me l’ha perdonata. Vado dietro al carro, pianto le mani sull’asse e comincio a spingere. «Non viene!»
«Affari tuoi!» Frusta ancora l’asino. «Te la sei voluta.»
Per carità, mio fratello c’ha ragione. A quest’ora potevamo essere in città, anziché di ritorno. Pianto i piedi nella fanga, la ruota salta fuori. Meno male. Le piogge sono arrivate prima quest’autunno.
Gustavo si calca il cappello e continua a camminare. «Il vecchio ci mena. Stavolta ci mena proprio.» [Ammetto che quel “continua a camminare” mi ha un po’ confuso. Le sferzate all’asino mi avevano infatti fatto pensare che Gustavo fosse sul carretto, quando invece, mi pare di capire, il carretto non ha una seduta, ma è adibito al solo trasporto delle merci. Manca, insomma, un’ottimale costruzione iniziale della scena. A prescindere da ciò, sarei comunque per la sostituzione del verbo “continuare” con un "riprende a", in quanto comunque la prima scena mostra una sosta, seppur breve, nel movimento dei personaggi. Inoltre, così facendo, si sottolinea meglio l’allontanamento (momentaneo) dei due fratelli.]
«T’ho detto scusa!»
In fondo alla strada si vede la luce di casa. Il luogo dove passerò il resto dei miei giorni, e solo perché continuerò a fare questa vita infame. Ho quattordici anni, devo trovare il coraggio di andarmene. Per me, per Lucia.
«Gustavo» gli chiedo, «sei mai stato innamorato?»
Sputa in terra. «Tu l’hai mica capito. Non c’è tempo per queste cose» Dà una carezza all’asino. «Dovresti darci un taglio, con quella lì.»
«Si chiama Lucia.» Stringo i pugni. «Io ci penso sempre.»
Sghignazza. «E mica ci pensi solamente! Bella deviazione, che ci hai fatto fare.»
«Dovevo vederla.» Posso tenere duro. Questa è la mia strada e mio fratello… lui non può capire ciò che provo. Troppo ligio al dovere. Troppo uguale a nostro padre.
Gustavo si gira verso il carro, sistema la merce che per colpa mia non abbiamo venduto. Biascica a denti stretti. «Almeno ne è valsa la pena?»
«Che ti frega?»
«Senti, non farmi incazzare.» Indica casa nostra. «Qualcosa dovrò pur raccontare al vecchio.»
Nostro padre è là in fondo, sulla soglia. Mani piantate nei fianchi, si starà domandando perché siamo già di ritorno.
Gustavo accarezza ancora la testa dell’asino. «Allora?»
Prendo un respiro. Tanto vale dirglielo. «Io voglio sposarla, Lucia.»
«Non c’abbiamo posto.»
«Ma io non voglio restare qui.»
Un momento di pausa. «Spiegati.»
Lo so, non capirà, ma devo provarci. Se non ci provo con lui, col vecchio non ce la farò. Sforzati, pensa a Lucia.
Al pomeriggio che ho passato con lei nel bosco, tra i castagni. Mentre mio fratello stava sulla strada ad aspettare.
«Gustavo, io non voglio passare la vita così. Sgobbare come un Cristo e poi avanti e indietro, a vendere la roba.»
«Secondo te io mi diverto?»
«Io non sono te.»
«Ah.» Si calca il cappello. «Stronzate. Da qui, mica si va via. Cacciatelo in testa.»
Devo insistere, ora o mai più. «Tu non sai che vuol dire. Sei uguale a papà, duro come un sasso. Me ne andrò con Lucia, che vi piaccia o meno. Farò di tutto, per lei.»
«Tutto?»
«Tutto.»
Sbuffa dal naso, scuote la testa. «Ragazzate.»
«Dici così perché non ce l’hai mai avuto, un amore.»
Mio fratello si rabbuia, stavolta ho esagerato. Mica è colpa sua, se questa vita ci consuma. Siamo lasciati lì, soli come balle di fieno. Io voglio qualcosa di diverso.
Nostro padre ci corre incontro, ha mangiato la foglia. Già lo vedo che sbraita, quel vecchio. Oddio, non so se ce la farò.
«Gustavo» sussurro. «Non dirgli di Lucia.»
«Hai detto che sei disposto a tutto.»
«Non dirglielo. Digli che le guardie non ci hanno fatto passare.»
Schiocca la lingua.
«Ti prego.» Sono ancora nelle mani di mio fratello. Tante belle parole, e poi me la faccio sotto.
Il vecchio arriva, gli occhi fuori dalla testa. «Che è successo?» Vede i sacchi sul carro. «Che è successo?»
Gustavo mi indica. «Ha voluto prendere la strada delle castagne.»
Ma che…?
«Quando siamo arrivati alle porte, era tardi. Non ci hanno fatto entrare.»
Gustavo rimane lì e non mi guarda. Maledetto. Maledetto, male—
Mio padre mi molla uno schiaffo. In faccia, dato con tutta la forza che ha. Perdo l’equilibrio, rotolo in mezzo alla fanga.
«Cane d’un figlio!» Mi tira un manrovescio, mi centra l’orecchio e parte un fischio.
«No!» mi copro, ma è inutile.
Un altro, e poi un altro, non so più da dove mi arrivano.
Mio padre urla e piange assieme. «Cane!»
«Scusa! Scusa!»
E poi si ferma, perché non c’è più niente da pestare. Si tira in piedi, s’asciuga le lacrime e la bava, si netta i calzoni. Ansima.
E Gustavo rimane lì, a guardare oltre. Verso casa. Ci giurerei che se la sta ridendo. Si è preso la rivincita. Perché gli ho detto che è un uomo solo, perché ha visto la verità. Quando lo lascerò, non avrò rimorsi.
Il vecchio mi punta il dito: «Dovrei farti dormire fuori, col freddo che c’è stanotte.» Sputa in terra. «Domani vi mettete in marcia, e stavolta fate la strada giusta. O giuro su Dio—»
«No.» Gustavo ha la voce calma, mi guarda finalmente. «Quell’impiastro. Con me non ce lo voglio.»
Mio padre è preso alla sprovvista. Io sono preso alla sprovvista.
Gustavo gli si avvicina. «Vieni con me, papà. Tu frusti il mulo e io spingo il carro. Come una volta.»
«E il ragazzo?»
«Il ragazzo non è buono, t’ho detto. E tu, senti un po’.» Mi tiene gli occhi addosso. «Non volevi andare per castagne?»
E forse ho sbagliato tutto, su Gustavo.
«E allora domani vai per castagne.»
Lucia.
Il vecchio annuisce, perché ha un figlio di polso.
Lucia.
E per un attimo, Gustavo mi sorride. [Unico vero passo falso del racconto, a parte la veniale confusione iniziale. Il sorriso complice l’ho sempre visto infatti come un cliché alla “esplosione della base nemica con protagonista che se ne va dando le spalle”. C’è però anche un problema di fondo maggiore. Il padre annuisce alla proposta di Guastavo, il che, anche se non specificato, fa pensare che sia rivolto verso di lui. Possibile che non noti quel sorriso e non intuisca così che c’è qualcosa sotto?]

COMMENTO FINALE
Ottimo racconto davvero. Le due note sopra riportato poco o nulla tolgono infatti alla qualità generale del brano.
Riguardo il discorso dell’età, mi permetto di dire che quattordici anni è secondo me l’età perfetta per una serie di ragioni. La prima è che da una parte segna l’inizio della pubertà per i maschi, con tutto il suo carico d'ingenuità ed emozioni così grandi da apparire più grandi di noi. Alzare quell’età avrebbe comportato una maggiore razionalità da parte del protagonista, con tutto il conseguente crollo della dolcezza di fronte al voler sposare la fidanzatina. La seconda ragione è invece più di tipo “storico”. Non sappiamo in che epoca sia ambientato il brano (io, ad esempio, me lo sono immaginato nel 1700, senza però una ragione precisa), ma è fuor di dubbio che nel passato si fosse costretti a maturare molto prima. Non è per dire, ma non scordiamoci che Alessandro Magno a 16 anni iniziava a conquistare mezzo Peloponneso, quando io a alla sua età come unica ambizione avevo al massimo di finire Age of Empires II!
Concludo con una nota a margine, ma nemmeno troppo. So di non aver mai nascosto il mio debole per Lauro (in senso platonico, s’intende), ma ciò che dal mio punto di vista dà una marcia in più ai suoi brani è l’estrema sensibilità verso i suoi personaggi. Per fare un esempio, il fatto che Gustavo venga accusato dal protagonista di essere troppo simile al padre e che poi entrambi (Gustavo e padre) compiano il gesto di sputare a terra (azione descritta oltretutto con le stesse identiche parole) denota quell’attenzione al dettaglio che distingue un brano soltanto buono da uno davvero ottimo. Perché, parliamoci chiaro, possiamo studiare tutti i volumi di narratologia del mondo o seguire i corsi dei migliori writing coach, ma se la vita non ci ha dotati di quella sensibilità verso ciò che ci circonda, allora, da scrittori, non potremo fare molta strada. E tu, Lauro, lasciatelo dire: questa sensibilità ce l’hai tutta.
lupus in fabula

Avatar utente
Andrea Lauro
Messaggi: 596

Re: La strada delle castagne

Messaggio#14 » domenica 21 novembre 2021, 12:15

Alessandro -JohnDoe- Canella ha scritto:Concludo con una nota a margine, ma nemmeno troppo. So di non aver mai nascosto il mio debole per Lauro (in senso platonico, s’intende), ma ciò che dal mio punto di vista dà una marcia in più ai suoi brani è l’estrema sensibilità verso i suoi personaggi. Per fare un esempio, il fatto che Gustavo venga accusato dal protagonista di essere troppo simile al padre e che poi entrambi (Gustavo e padre) compiano il gesto di sputare a terra (azione descritta oltretutto con le stesse identiche parole) denota quell’attenzione al dettaglio che distingue un brano soltanto buono da uno davvero ottimo. Perché, parliamoci chiaro, possiamo studiare tutti i volumi di narratologia del mondo o seguire i corsi dei migliori writing coach, ma se la vita non ci ha dotati di quella sensibilità verso ciò che ci circonda, allora, da scrittori, non potremo fare molta strada. E tu, Lauro, lasciatelo dire: questa sensibilità ce l’hai tutta.


no vabbè, ora mi metto a piangere.
grazie milleeeeeee
andrea

ps questione carretto: vero! non mi è proprio venuto il dubbio che potesse essere frainteso con uno a seduta, ottimo suggerimento

Avatar utente
Debora D
Messaggi: 310

Re: La strada delle castagne

Messaggio#15 » domenica 21 novembre 2021, 16:23

Ciao Andrea, piacere di commentarti. Ripensavo oggi che sei stato proprio tu il primo che ho commentato nell’Arena quindi ti meriti un commento dettagliatissimo!
In poche parole mi hai convinto e sei da podio.
Le note che seguono sono in nome del desiderio di migliorare sempre.

Ambietazione: questa sorta di passato sembra localizzabile in un lunghissimo lasso di tempo, avrei gradito una noticina di colore in più, ma questo solo perché mi piace la narrativa storica.

La roba
la merce
I sacchi

Mai una volta che ci dicano che cosa vendono. Per loro è la vita quindi come mai non pensano mai direttamente al contenuto del carro? Nessun suono, odore o altro elemento ci dà dettagli sulla merce. Potrebbe essere simbolica dell’immobilità della vita di questa famiglia di uomini. Si unisce all’aspetto fumoso dell’ambientazione. Non è negativo ma mi piacerebbe sapere se è voluto.

Spazio.
Tutto avviene su una strada che sembra diritta. C’è una dilatazione però nello spazio perché prima c’è la luce di casa, quindi mi ha fatto pensare a una certa distanza, poi il padre è fuori con le braccia sui fianchi, sembra nitido perciò più vicino e infine corre verso di loro e li raggiunge in pochi attimi a partire dal momento in cui il protagonista si accorge del suo movimento.

Sintassi.
L’impegno a immergersi nel personaggio è spesso nemico della sintassi, succede molto anche a me: restiamo affascinati dalle frasi nominali, da costruzioni che seppelliscono i predicati e le espansioni perché cerchiamo di tenere a bada la subordinazione.
Escono cose così:
Sforzati, pensa a Lucia. Al pomeriggio che ho passato con lei nel bosco, tra i castagni.  Mentre mio fratello stava sulla strada ad aspettare. → d’impatto emotivo sicuro, ma meno funzionante perché non è solitaria nel testo, ma si ripete nel finale.
Le due sottolineate non sono frasi per le regole della grammatica italiana, licenza poetica che capisco, ma che secondo me potrebbe essere centellinata di più, dall'arte all'errore il passo è breve. E una frase nominale potrebbe diventare un periodo con coordinazione ed espansioni capaci di dare bei dettagli.
«Il ragazzo non è buono, t’ho detto. E tu, senti un po’.» Mi tiene gli occhi addosso. «Non volevi andare per castagne?»
E forse ho sbagliato tutto, su Gustavo.
«E allora domani vai per castagne.»

Ok il pensiero diretto del protagonista, corretto l’andare a capo eppure non mi pare perfetto, avrei reintrodotto la battuta di Gustavo con un movimento poiché il pensato è del ragazzo.

Conclusione: Ottimo racconto, qualità della scrittura sempre secondo le aspettative e tema centrato nell’antefatto (perché hanno fatto una deviazione) e nei desideri del ragazzo protagonista che vorrebbe cambiare vita. Scorrevole, carico di emozione, qualche filo nebuloso qua e là ma bella storia. La semplicità della declinazione nel tuo caso è stata vincente.
Alla prossima

Avatar utente
Andrea Lauro
Messaggi: 596

Re: La strada delle castagne

Messaggio#16 » domenica 21 novembre 2021, 17:32

Debora D ha scritto:Ciao Andrea, piacere di commentarti. Ripensavo oggi che sei stato proprio tu il primo che ho commentato nell’Arena quindi ti meriti un commento dettagliatissimo!
In poche parole mi hai convinto e sei da podio.
Le note che seguono sono in nome del desiderio di migliorare sempre.

Debora grazie infinite. La tua padronanza sui tecnicismi mi mette una soggezione che non hai idea. Tipo che penso oddio, mo' rispondo e lei si convince del fatto che so' un cazzaro.

Debora D ha scritto:Ambietazione: questa sorta di passato sembra localizzabile in un lunghissimo lasso di tempo, avrei gradito una noticina di colore in più, ma questo solo perché mi piace la narrativa storica.

La roba
la merce
I sacchi

Mai una volta che ci dicano che cosa vendono. Per loro è la vita quindi come mai non pensano mai direttamente al contenuto del carro? Nessun suono, odore o altro elemento ci dà dettagli sulla merce. Potrebbe essere simbolica dell’immobilità della vita di questa famiglia di uomini. Si unisce all’aspetto fumoso dell’ambientazione. Non è negativo ma mi piacerebbe sapere se è voluto.


Sì, è voluto.
Inizialmente avevo scritto cos'era contenuto nei sacchi, avevo fatto esplicito riferimento a quale era la merce e la loro forma di sussistenza. Poi però ho pensato che:
1) non ci stavo con i caratteri
2) (soprattutto) introducevo elementi non realmente funzionali alla trama, che potevano fuorviare il lettore o creare passaggi logici non voluti nel plot. E via a cancellare tutto, di corsa anche!

Debora D ha scritto:Spazio.
Tutto avviene su una strada che sembra diritta. C’è una dilatazione però nello spazio perché prima c’è la luce di casa, quindi mi ha fatto pensare a una certa distanza, poi il padre è fuori con le braccia sui fianchi, sembra nitido perciò più vicino e infine corre verso di loro e li raggiunge in pochi attimi a partire dal momento in cui il protagonista si accorge del suo movimento.


Ma li hai beccati tutti! Dai, continuiamo questo "dietro le quinte".
Anche qui, me la son dovuta giocare sui dettagli. è sera, in seconda stesura ho tolto una cifra di dettagli inutili e aggiunto che si vede la luce di casa. Il padre che lui vede è stagliato su quella luce. Ho aggiunto il dettaglio delle braccia ai fianchi perché era qualcosa di distinguibile anche a distanza in condizioni crepuscolari. Avrei cannato di brutto, per esempio, se avessi scritto che ne so, che si grattava il mento.

Per la sintassi, infine, alzo le mani! Nemmeno ci provo a obiettare!
grazie mille, a presto
andrea

Gianfranca Gastaldi
Messaggi: 14

Re: La strada delle castagne

Messaggio#17 » giovedì 25 novembre 2021, 23:34

Ciao Andrea,
mi è piaciuto molto il tuo racconto. Pertinente rispetto al tema proposto, ha un buon ritmo denso di dialoghi (per nulla facili da realizzare!), e una contestualizzazione inusuale.
Si percepisce un crescendo nel quale il lettore è via via attratto dallo svolgimento della storia: il lettore viene "agganciato" dal tuo racconto, e credo che questo sia un aspetto fondamentale della narrazione!
Gianfranca Gastaldi

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: La strada delle castagne

Messaggio#18 » mercoledì 1 dicembre 2021, 18:14

La partenza è un po' lenta perché il gioco d'incastri (il back che piano piano si svela) necessita di tempo per ingranare, ma arriva tutto puntuale e con grande maestria narrativa. Un testo dove, una volta di più, dimostri la grande maturità raggiunta negli ultimi mesi. Non che prima non producessi roba eccelsa, ma lo scorso anno avevo notato un certo qual forzare con l'autore Lauro che sembrava nascondersi, più di quando ti ho conosciuto. Evidentemente stavi rielaborando novità e ora che le hai fatte tue sei tornato a mostrarti davvero nei tuoi testi e il risultato è, una volta ancora, da applausi. Pollice su senza se e senza ma, per me.

Torna a “159° All Time - Wladimiro Borchi Edition - la 3° della NONA ERA”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite