Il tuo Uber - di David Galligani

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 15 novembre 2021 con un tema del Campione dell'Arena della SETTIMA ERA: Wladimiro Borchi!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 5000 caratteri entro l'una.
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david.callaghan
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Il tuo Uber - di David Galligani

Messaggio#1 » martedì 16 novembre 2021, 0:45

«Buonasera sono Munir, il tuo Uber...»
«Stai zitto e guida».Toni posò gentilmente l’amico sul sedile posteriore.
«Certo, la destinazione è...»
«Non rompere i coglioni, metti in moto.»
Munir non fiatò e mise in moto la Skoda nera.
«Morirò, vero Toni? Morirò!» Ezechiele si reggeva la pancia. La camicia era intrisa di sangue.
«Ez, falla finita. Ora ti portiamo dal dottore e vedrai che ti ricuce.»
«Ma io...»
«Fai silenzio e fammi chiamare il capo.»
Toni compose un numero.
«Si, ciao Bimbo, fammi parlare col capo. SUBITO. Lo so che è tardi, è urgente. No. Non me ne frega un cazzo di quello che stai facendo, fammi parlare col capo!»
Silenzio.
«Si, si Don Cecere mi scusi, scusi se la disturbo ma quel cretino di Ezechiele si è fatto accoltellare. No. Sì, l’indirizzo del dottore. No, siamo in un Uber. No, non col mio telefono con quello dell’altro morto, ho usato il suo dito. Va bene. La ringrazio, la ringrazio.»
«Calle Houston 46. Subito»
Munir cambiò frettolosamente le coordinate GPS nell’applicazione.
«Quanto ci vuole Toni? Morirò Toni?»
Toni lanciò un’occhiata. «ETA 15 minuti»
«ETA, cazzo vuol dire ETA?»
Munir si girò «Estimated Time Arrival»
«Chi cazzo ti ha chiesto nulla a te, negro!» Esplose Ezechiel «Gli ho chiesto qualcosa a questo negro di merda eh Toni?»
«Stai calmo Ez, e tu, spicciati andiamo di fretta, il mio amico ci tira le cuoia qui.»
«Si certo.»
«Quanto guadagni con questo lavoro Munir?»
«Milleccentocinquanta.»
«E quanto lavori?»
«Faccio il turno dalle quindici alle tre»
«Cazzo, dodici ore» disse Ez «sei proprio un negro di merda.» Cercò di ridere, ma riuscì solo a sputare sangue.
«Sono pakistano.»
«Sei un negro di merda, come quello che mi ha accoltellato, ecco cosa sei.»
«Stai calmo Ez. Poi insomma, c’è da dire che te gli hai sparato a quel colombiano. Non ti stupire se uno ti accoltella.»
«Si stava scopando la mia Wanda, al California, capito? Nel mio hotel, nella nostra stanza dove andavamo sempre!»
Toni assentì col capo.
«Ascolta paki, se muovi il culo e arrivi in dieci minuti ti do 500 euro.»
Munir non se lo fece ripetere. Cambiò le impostazioni da “Eco” a “Sport” e premette sul gas.
«Capito si stava scopando un sudamericano di merda! Certo che gli sparo!»
«Ez, ma che cazzo vuoi? Ti sei preso una ballerina con le tette rifatte e la metà dei tuoi anni. Lo sanno tutti che Wanda è una zoccola.»
«Non mancarle di rispetto eh? Che ti sparo anche a te!» Ez cercò di alzarsi a metà ma non ce la fece. Tossì.
Crollò di nuovo all’indietro. Toni premeva la giacca sulle ferite più che poteva, mentre le gomme della Skoda Octavia stridevano in curva.
«E poi gli stava dando il culo, capito? A me Wanda il culo non me l’aveva mai voluto dare!»
Munir passò con il rosso. Stava spremendo tutti i 2000 cc del motore.
Toni si accese una sigaretta. «Dodici ore sono tante. Non credo sia legale.»
«In teoria non contano come ore lavorative se non hai clienti a bordo» Munir vide la sigaretta dallo specchietto, ma si guardò bene dal fiatare. Cambiò rapidamente di marcia.« Un giorno di riposo alla settimana, mai di sabato o domenica.»
«Morirò eh Toni? Ucciso da un negro di merda e con un negro di merda alla guida.»
Toni aspirò con calma.«Non morirai se stai calmo e la smetti di rompere i coglioni.»
«Mi ha cornificato con tutti.Quella puttana. Mica come la tua, mica come tua moglie Toni.»
«Mia moglie è un cesso Ez. Dato che non sono Brad Pitt evito di affezionarmi a strafiche costose.»
L’auto sfrecciava nelle strade poco trafficate della notte. Le luci gialle dei lampioni illuminavano lo quiete notturna.
Ez chiuse gli occhi.
«Siamo arrivati, è dopo il prossimo incrocio.»
Toni guardò l’ora. Nove minuti. Un record.
«Ce l’abbiamo fatta hai visto Ez? Il tuo amico negro è stato velocissimo.»
Ez non rispose.
«Ez brutto stronzo, rispondimi» Toni cominciò a schiaffeggiarlo. Poi gli prese il polso.
Munir appoggiò il gomito allo schienale e si voltò.«È... Morto?»
«Si certo che è morto. Succede quando ti becchi un bel po’ di coltellate.»
Toni buttò la cicca sul tappetino e la spense con la punta del piede.
«Però non è stata colpa tua. Saremmo arrivati a tempo.» Toni prese diverse banconote dal portafogli e le allungò a Munir.«Ecco a te. Un terzo del tuo stipendio in nove minuti»
Munir prese i soldi senza contare e se li infilò nella tasca della giacca.
«Mi spiace.»
«Ma che ti spiace. Era un vecchio pezzo di merda razzista. Però era mio amico.»
Sospirò. «Pazienza.»
«E ora che facciamo, capo? Io sono disponibile»
Toni lo guardò in silenzio, soppesando il significato di quella frase.
«Per prima cosa mi aiuti a mettere Ez nel bagagliaio.» Si aggiustò la giacca.
«E poi mi porti al California di volata.»



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antico
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Re: Il tuo Uber - di David Galligani

Messaggio#2 » martedì 16 novembre 2021, 0:47

Ciao David! Caratteri e tempo ok, buona WLADIMIRO BORCHI EDITION!

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Signor_Darcy
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Re: Il tuo Uber - di David Galligani

Messaggio#3 » mercoledì 17 novembre 2021, 15:31

Ciao David.
Racconto simpatico: non credo di sbagliare se dico che ci vedo delle ispirazioni tarantiniane.
Ben delineati i tre protagonisti, credibili anche i dialoghi, anche se un po’ troppo spiegati in alcuni punti (soprattutto quando ci spiegano a noi lettori i fatti che hanno portato al ferimento di Ezechiele, che per inciso cambia nome in Ezechiel durante il testo – ma immagino sia il capo a chiamarlo così).
Molto amaro il finale, che immagino sia una rappresentazione non troppo lontana dal vero di molte realtà più o meno degradate in molti Paesi del mondo.
Non sono convintissimo che il tema sia rispettato, a meno di non considerare il cambio di rotta come un cambiamento di programma.

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Proelium
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Re: Il tuo Uber - di David Galligani

Messaggio#4 » mercoledì 17 novembre 2021, 20:35

Ciao David,
piacere di leggerti. Pur avendo capito la storia ho fatto un po' fatica a seguirla. Il dialogato è abbondante e sa quasi di sceneggiatura: se da un lato crea velocità, dall'altro rischia di disorientare perché i parlanti in scena sono diversi e non sempre riconoscibili tra loro.
Ci sono poi un paio di cose che mi hanno fatto storcere il naso. Una è il ferito con i Minuti Contati, letteralmente, che discute con gli altri ma dovrebbe agonizzare di più, molto di più... o almeno sporcare il suo parlato per far percepire che gli costa sforzo farlo. Almeno per me, quel dettaglio rompe la sospensione dell'incredulità...
L'altra cosa che ho percepito è un senso di confusione tra soggetto portatore di punto di vista (Toni?), che non si accorda con quello di un lettore, che sa poco, deve capire molto e fare buon viso a cattivo gioco. I miei 2 cents: il punto di vista di Munir, che ascolta e trae le sue conclusioni, sarebbe stato più efficace per immersione ed empatia.

Mi spiace, ma spero che le mie critiche potranno esserti utili. Eri pure in un girone di ferro...

Buona Edition,
Francesco

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Andrea Furlan
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Re: Il tuo Uber - di David Galligani

Messaggio#5 » giovedì 18 novembre 2021, 0:48

Ciao David,
buon pezzo tutto giocato sul dialogo a tre, atmosfera alla Tarantino. Non sono sicuro di aver colto al 100% il tema, immagino che fosse inserito sul finale, quando Toni decide di farsi riportare all’hotel: in questo caso a mio avviso è centrato ma un po’ lateralmente. Ho trovato un po’ di confusione sull’ambientazione: l’ambiente esterno al taxi è descritto in modo forse troppo minimale e aiutano solo nomi e caratterizzazione dei personaggi. Francamente non sono riuscito a immaginarmi un luogo fisico credibile dove la scena potesse svolgersi. Il dialogo è surreale soprattutto perché portato avanti da una persona in punto di morte, ma ritornando all’atmosfera da B movie direi che ci sta. Per riassumere, buona prova ma che avrebbe meritato un po’ più di chiarezza per renderla ancora più credibile.

alexandra.fischer
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Re: Il tuo Uber - di David Galligani

Messaggio#6 » giovedì 18 novembre 2021, 18:40

IL TUO UBER di David Galligani Tema centrato, qui è lo sfruttatissimo Munir a cambiare rotta. Gadagna dei bei soldi dopo aver trasportato invano Ezechiele l’accoltellato verso i vani soccorsi. Ezechiele è simpatico, dopotutto, ha deciso di vendicarsi sul colombiano dopo essersi visto derubato della compagna Wanda. Molto efficace lo scambio sarcastico di Toni ed Ezechiele a proposito delle rispettive compagne di vita. Il finale, con il corpo di Ezechiele occultato nel bagagliaio ci sta, è nel puro spirito della malavita: citi, dai nomi, la mafia e i narcotrafficanti colombiani. Sai, il tuo stile è simile a quello di Mickey Spillaine e non è da tutti.
Attento:
Sì, ciao Bimbo
Gli ho chiesto qualcosa a questo negro di merda qui, eh, Toni?
Sì, certo.
Quanto guadagni, con questo lavoro, Munir?
Mille centocinquanta.
Stai calmo, Ez.
Ti do cinquecento euro.
mica come tua moglie, Toni.
A me, Wanda il culo non me l’aveva mai voluto dare!
Morirò, eh, Toni?
Mia moglie è un cesso, Ez. Dato che non sono Brad Pitt, evito di affezionarmi a fiche stracostose.
Sì, certo che è morto.

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LucaBozzi
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Re: Il tuo Uber - di David Galligani

Messaggio#7 » venerdì 19 novembre 2021, 7:25

Ezechiele 25-17... Ebbene si, ti sei ispirato molto a Tarantino (è il mio regista preferito). L'agonia di Ez doveva essere più marcata, visto e considerato la fine che ha fatto, ma per il resto non mi è dispiaciuto. Il cambio di rotta l'ho percepito nello Uber. Stanco di lavorare 12 ore decide di cambiare lavoro creando un intesa con il suo cliente

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Debora D
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Re: Il tuo Uber - di David Galligani

Messaggio#8 » martedì 23 novembre 2021, 15:46

Ciao David, piacere di leggerti.
Confesso che ho difficoltà a cogliere la declinazione del tema. Dove è il cambio di rotta? Munir inserisce l’indirizzo e lo segue fino alla fine anche se il tizio muore. Se il cambio di rotta sta nella decisione di andare al California alla fine, mi sembra davvero pochino. Ma penso di non averlo capito io.

Ci proponi un racconto pulp notturno. Mi è piaciuto lo spazio chiuso dell’Uber, ma ho trovato i dialoghi così serrati non sempre funzionali. La storia comincia con due battute che sono voci senza corpo e poi andando avanti ho dovuto più volte tornare indietro per capire chi stesse parlando. Ti faccio due esempi.
«Fai silenzio e fammi chiamare il capo.»
Toni compose un numero.

Battuta e azione così separata mi suggeriscono un cambio di soggetto, ma credo che a parlare sia sempre Toni. Come mai a capo quindi? In questo modo poi crei una sorta di regola del racconto e perciò quando arriva un momento così:
«Calle Houston 46. Subito»
Munir cambiò frettolosamente le coordinate GPS nell’applicazione.

Io mi chiedo se a parlare sia Munir o Toni. Lo capisco poi andando avanti ma la cosa non è immediata. Tra l'altro poco prima c'è scritto:
«...No, non col mio telefono con quello dell’altro morto, ho usato il suo dito. Va bene. La ringrazio, la ringrazio.»
Battuta che è certo di Toni pertanto l'a capo destabilizza.

Sì -> avverbio di affermazione richiede l'accento

Conclusione: Carina l’ambientazione urbana ma avrebbe giovato di più dettagli perché percepito un po' di confusione. Infine non ho colto il tema.

Buona edizione, alla prossima

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Il tuo Uber - di David Galligani

Messaggio#9 » mercoledì 24 novembre 2021, 9:34

Ciao David.
Lascio i commenti specifici ai singoli passaggi tra parentesi quadra, col commento finale sul fondo.


«Buonasera sono Munir, il tuo Uber...»
«Stai zitto e guida».Toni posò gentilmente l’amico sul sedile posteriore. [Attenzione allo spazio prima di “Toni”. A parte questa quisquiglia, taglierei “stai” per sottolineare l’urgenza dello stato d’animo del personaggio.]
«Certo, la destinazione è...» [più che i puntini, qui andrebbe usato la em dash, in quanto trattasi di un’interruzione.]
«Non rompere i coglioni, metti in moto.»
Munir non fiatò e mise in moto la Skoda nera.
«Morirò, vero Toni? Morirò!» Ezechiele si reggeva la pancia. La camicia era intrisa di sangue.
«Ez, falla finita. Ora ti portiamo dal dottore e vedrai che ti ricuce.»
«Ma io...»
«Fai silenzio e fammi chiamare il capo.»
Toni compose un numero.
«Si, ciao Bimbo, fammi parlare col capo. SUBITO. [Meglio il corsivo e il punto esclamativo se proprio vuoi sottolineare il tono di voce. Il maiuscolo in narrativa non si usa mai (al massimo il maiuscoletto, ma solo in casi eccezionali, tipo voler rappresentare una voce robotica).] Lo so che è tardi, è urgente. No. Non me ne frega un cazzo di quello che stai facendo, fammi parlare col capo!»
Silenzio.
«Si, si Don Cecere mi scusi, scusi se la disturbo ma quel cretino di Ezechiele si è fatto accoltellare. No. Sì, l’indirizzo del dottore. No, siamo in un Uber. No, non col mio telefono con quello dell’altro morto, ho usato il suo dito. Va bene. La ringrazio, la ringrazio.»
«Calle Houston 46. Subito» [Se vai a capo, significa che è cambiato il personaggio parlante. Manca inoltre il punto finale, anche se in questo caso opterei per l’esclamativo.]
Munir cambiò frettolosamente le coordinate GPS nell’applicazione. [Così? Come se nulla fosse? Cioè, un tizio sta morendo dissanguato sulla sua auto e sto tizio non si pone mezzo interrogativo?]
«Quanto ci vuole Toni? Morirò Toni?»
Toni lanciò un’occhiata. «ETA 15 minuti» [Ma perché continui a dimenticare i punti di chiusura?]
«ETA, cazzo vuol dire ETA?»
Munir si girò «Estimated Time Arrival»
«Chi cazzo ti ha chiesto nulla a te, negro!» Esplose Ezechiel [Ancora niente punto e pure maiuscola dove non serve. Fai attenzione a questi dettagli, perché almeno il rispetto della punteggiatura dovrebbe essere un automatismo per qualunque autore, dilettante o professionista che sia.] «Gli ho chiesto qualcosa a questo negro di merda eh Toni?»
«Stai calmo Ez, e tu, spicciati andiamo di fretta, il mio amico ci tira le cuoia qui.» [Ok, non sto più a segnalare tutti gli errori di punteggiatura, però ti prego di prestare la massima attenzione in futuro, perché allo stato attuale la punteggiatura sembra davvero messa a casaccio.]
«Si certo.» [Sì va con l’accento.]
«Quanto guadagni con questo lavoro Munir?»
«Milleccentocinquanta.»
«E quanto lavori?»
«Faccio il turno dalle quindici alle tre»
«Cazzo, dodici ore» disse Ez «sei proprio un negro di merda.» Cercò di ridere, ma riuscì solo a sputare sangue.
«Sono pakistano.»
«Sei un negro di merda, come quello che mi ha accoltellato, ecco cosa sei.»
«Stai calmo Ez. Poi insomma, c’è da dire che te gli hai sparato a quel colombiano. Non ti stupire se uno ti accoltella.» [As you know, Bob…]
«Si stava scopando la mia Wanda, al California, capito? Nel mio hotel, nella nostra stanza dove andavamo sempre!» [Altro as you know, Bob.]
Toni assentì col capo.
«Ascolta paki, se muovi il culo e arrivi in dieci minuti ti do 500 euro.»
Munir non se lo fece ripetere. Cambiò le impostazioni da “Eco” a “Sport” e premette sul gas.
«Capito si stava scopando un sudamericano di merda! Certo che gli sparo!»
«Ez, ma che cazzo vuoi? Ti sei preso una ballerina con le tette rifatte e la metà dei tuoi anni. Lo sanno tutti che Wanda è una zoccola.»
«Non mancarle di rispetto eh? Che ti sparo anche a te!» Ez cercò di alzarsi a metà ma non ce la fece. Tossì.
Crollò di nuovo all’indietro. Toni premeva la giacca sulle ferite più che poteva, mentre le gomme della Skoda Octavia stridevano in curva.
«E poi gli stava dando il culo, capito? A me Wanda il culo non me l’aveva mai voluto dare!»
Munir passò con il rosso. Stava spremendo tutti i 2000 cc del motore. [Ok, quindi il narratore è onniscente, mi pare di capire…]
Toni si accese una sigaretta. «Dodici ore sono tante. Non credo sia legale.»
«In teoria non contano come ore lavorative se non hai clienti a bordo» Munir vide la sigaretta dallo specchietto, ma si guardò bene dal fiatare. Cambiò rapidamente di marcia.« Un giorno di riposo alla settimana, mai di sabato o domenica.»
«Morirò eh Toni? Ucciso da un negro di merda e con un negro di merda alla guida.»
Toni aspirò con calma.«Non morirai se stai calmo e la smetti di rompere i coglioni.»
«Mi ha cornificato con tutti.Quella puttana. Mica come la tua, mica come tua moglie Toni.»
«Mia moglie è un cesso Ez. Dato che non sono Brad Pitt evito di affezionarmi a strafiche costose.»
L’auto sfrecciava nelle strade poco trafficate della notte. Le luci gialle dei lampioni illuminavano lo quiete notturna. [La quiete]
Ez chiuse gli occhi.
«Siamo arrivati, è dopo il prossimo incrocio.»
Toni guardò l’ora. Nove minuti. Un record.
«Ce l’abbiamo fatta hai visto Ez? Il tuo amico negro è stato velocissimo.»
Ez non rispose.
«Ez brutto stronzo, rispondimi» Toni cominciò a schiaffeggiarlo. Poi gli prese il polso.
Munir appoggiò il gomito allo schienale e si voltò.«È... Morto?»
«Si certo che è morto. Succede quando ti becchi un bel po’ di coltellate.»
Toni buttò la cicca sul tappetino e la spense con la punta del piede.
«Però non è stata colpa tua. Saremmo arrivati a tempo.» Toni prese diverse banconote dal portafogli e le allungò a Munir.«Ecco a te. Un terzo del tuo stipendio in nove minuti»
Munir prese i soldi senza contare e se li infilò nella tasca della giacca.
«Mi spiace.»
«Ma che ti spiace. Era un vecchio pezzo di merda razzista. Però era mio amico.»
Sospirò. «Pazienza.»
«E ora che facciamo, capo? Io sono disponibile»
Toni lo guardò in silenzio, soppesando il significato di quella frase.
«Per prima cosa mi aiuti a mettere Ez nel bagagliaio.» Si aggiustò la giacca.
«E poi mi porti al California di volata.»

COMMENTO FINALE
Mi spiace doverci andare giù secco, ma questo racconto è un mezzo disastro.
Innanzitutto, posso capire la fretta, ma qui gli errori di battitura sono davvero troppi, tanto da far pensare che il racconto sia stato caricato senza rileggerlo nemmeno una volta: punteggiatura ballerina, nomi che cambiano, accenti mancanti… Fossimo ai tempi della scuola, sarebbe una F.
Poi c’è la storia. Una storia che francamente non si regge in piedi. Possibile che Munir non reagisca mai una volta né di fronte agli eventi (lui ci lavora con l’auto, come può accettare di buon grado che uno sconosciuto ci sanguini dentro?) né agli insulti. Munir non è un personaggio: è una mera marionetta in mano all’autore. C’è poi il discorso del narratore. Un onnisciente in un racconto pulp è puro suicidio artistico. Dove sono i pensieri e le emozioni del portatore di PDV?
Infine, dov’è il tema? A Munir viene chiesto di andare dal punto A al punto B e questo lui fa. Non c’è nessun cambio di rotta.
Davvero, non prendere queste mie parole come un attacco personale, David, ma se sono voluto essere così pignolo (e per certi versi, ti assicuro che non lo sono stato nemmeno troppo) è perché ritengo fondamentale per un autore sbattere forte la testa contro quegli errori che, se non corretti in fretta, rischiano solo di sedimentare, rendendo la nostra crescita come autori soltanto più difficoltosa.
lupus in fabula

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Re: Il tuo Uber - di David Galligani

Messaggio#10 » mercoledì 24 novembre 2021, 10:12

Ciao David,

credo sia il secondo testo tuo lavoro che leggo (il primo è stato "Ammazzalo!") e sto imparando a riconoscere il tuo stile. Credo sia una cosa bella, riconoscere l'autore già dal modo in cui scrive. Ho trovato degli errori qua e là su cui non mi soffermo perché sono già stati fatti notare.
L'idea di base è originale e il cambio di rotta l'ho percepito alla fine. Ciò che mi ha convinto meno sono le sensazioni che purtroppo non mi arrivano: Ezechiele non mi sembra sul punto di morire, non mi arriva la sua sofferenza, non mi arriva nemmeno nulla dagli altri due personaggi in gioco. L'autista ha paura? Prova qualcosa? Mentre a livello d'azione c'è dinamismo nonostante lo spazio chiuso, a livello emotivo l'ho trovato un po' "sterile".

A rileggerci,
Morena

Gianfranca Gastaldi
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Re: Il tuo Uber - di David Galligani

Messaggio#11 » venerdì 26 novembre 2021, 0:05

Ciao David,
il tuo racconto si fonda su un plot abbastanza tarantiniano: questa è la caratteristica principale che mi ha tenuta "agganciata", e che me l'ha fatto apprezzare nel suo complesso.
Hai strutturato la tua narrazione prettamente attraverso dialoghi: una scelta coraggiosa. I dialoghi reggono, anche se il fraseggio così frammentato talora affatica nella lettura.
Gianfranca Gastaldi

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david.callaghan
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Re: Il tuo Uber - di David Galligani

Messaggio#12 » domenica 28 novembre 2021, 19:07

Ciao a tutti,
vi rispondo con colpevole ritardo causa pigrizia innata, casini vari e hard disk andato a escort..

- Accoltellamento alla pancia: per morire di accoltellamento alla pancia ci vogliono un paio d'ore. L'emorragia è interna, con poca fuoriuscita di sangue e la persona si spenge lentamente senza grandi drammi. Nel caso di un processo digestivo in atto invece la morte è molto più rapida, in un quarto d'ora sei andato. Quindi credo di aver drammatizzato abbastanza questo punto.
Fonte: un ex impiegato di mio padre accoltellò l'amante della moglie con un pugnale da caccia. Mi ricordo molto bene tutte le conversazioni in materia con dottori, avvocati e compagnia.
-Cambi di rotta: i cambi di rotta sono diversi, Munir che vuole cambiare di lavoro, Toni che appena muore l'amico va a scoparsi l'amante all'hotel nonostante quello che affermava su sua moglie ecc, e fisicamente la marcia indietro della macchina.
-Munir non è un personaggio principale, non ha bisogno per me di molta più considerazione.
-Punteggiatura e dialoghi: grazie mille per la concretezza delle segnalazioni, la prossima volta non commetterò gli stessi errori! Altri di sicuro.
-Accenti: scrivo con una tastiera Colemak inglese, gli accenti italiani sono un incubo, di solito lascio il compito al correttore automatico, ma se gli scappano a lui...

Grazie a tutti.

Alla prossima

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Re: Il tuo Uber - di David Galligani

Messaggio#13 » mercoledì 1 dicembre 2021, 19:51

Un esercizio di stile discretamente riuscito. Certo, ci sono molti refusi, ma la lettura (perlomeno la mia) è stata fluida e ci sono passato sopra. Molto contrasto e un paio di cambi di rotta, anche se rimangono sempre un pelo sullo sfondo. Non mi è piaciuto il titolo e la prima battuta, sembrava quasi una Tesla con il computer alla guida in stile supercar, non mi sembra ben reso. In buona sostanza: discreto. Pollice tendente verso il positivo in modo solido e nella mia classifica finisci davanti ai parivalutati racconti di Scattina (più disordinato a livello di struttura) e di Cannoletta (meno grintoso pur essendo molto più pulito formalmente).

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