Il fiume delle piaghe

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 15 novembre 2021 con un tema del Campione dell'Arena della SETTIMA ERA: Wladimiro Borchi!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 5000 caratteri entro l'una.
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MatteoMantoani
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Il fiume delle piaghe

Messaggio#1 » martedì 16 novembre 2021, 0:53

La nonna si appoggia al braccio di Fabio e cammina piano. Chiude il bavero del cappotto a coprire la gola, il vento freddo sibila tra i rami dei castagni e diffonde l’aroma delle foglie secche.
Fabio sospira. «Nonna, dai, meglio se torniamo indietro.»
«Ci mettiamo poco.»
Lui sbuffa e stringe le labbra.
Lei si ferma e lo guarda: da quando ha perso il lavoro alla diga, Fabio sembra aver anche perso la voglia di vivere. «Non ti piace passare un po’ di tempo con me?»
«Non c’entra. Lo sai.» Indica il fiume. «Chiuderanno la diga a momenti e sarà di nuovo tutto sott’acqua. Torniamo indietro, se ci beccano─»
«Cosa possono farti? Licenziarti un’altra volta?»
Lui volta la testa e sbuffa ancora. «Rigiri il coltello nella piaga.»
«Fammi un piacere, andiamo.» Si volta e indica la fune ai loro piedi. «Vedrai, dopo ne sarai contento»
Fabio sospira, raccoglie la corda cui è allacciata una piccola imbarcazione e tira. Appena la barca sbatte sui ciottoli, ci mette una gamba dentro e porge un braccio alla nonna. Lei barcolla, ma per fortuna Fabio non la lascia cadere. Si siedono, lui raccoglie i remi, li butta fuori e spinge la barca nel fiume.
La corrente non è forte, procedono sbandando un po’ a destra e un po’ a sinistra. La nonna sorride, possibile che i giovani non sappiano nemmeno remare dritto? Si sporge e mette la mano nell'acqua fresca. Da bambina, ogni volta che si sbucciava le ginocchia, poi andava a lavarsi le ferite nel fiume. Tutti nella valle lo sapevano, che il fiume guariva da ogni male. C’era stato persino quello studioso milanese, secondo cui da quelle parti i celti si radunavano a far festa per adorare la dea della salute, la dea Meduna.
Il fiume si chiama ancora così: Meduna.
Fabio si schiarisce la gola. «Hai visto com’è azzurra e limpida?»
La nonna annuisce. Di solito quando Fabio parla dell’acqua dice solo cose da ingegnere: molecola polare, portata massima, kilowatt... Ma non sa com’è nuotarci, in questo fiume. Quando lei era piccola, e la calura estiva la ricopriva di sudore appiccicoso, il Meduna era la sua Ibiza, la sua Sharm el-Sheikh. Bastava tuffarsi con gli altri bambini, per divertirsi e giocare. Vallo a dire a Fabio, che si può essere felici con così poco.
La barca sbatte contro l’isolotto di ciottoli.
«Eccoci. Siamo arrivati.» Fabio getta la cordicella fuori bordo. «Solo qualche minuto, ok? Quando chiuderanno la diga il livello dell’acqua sommergerà di nuovo tutto.» Si mette in piedi, le gambe traballano mentre la barca oscilla sbilanciata dal suo peso.
La nonna contempla le macerie che spuntano dall’isolotto come file di denti rotti, le loro lunghe ombre penetrano in acqua.
Scendono e camminano fino al primo rudere. La mano di lei si appoggia a quel muro e lo accarezza, ne segue i contorni che il Meduna ha reso bianchi e lisci. Era una casa, ormai senza tetto: rimangono solo quattro file di ciottoli che racchiudono un piccolo specchio d’acqua che riflette le nuvole, come un pavimento fatto di cielo.
La nonna si porta una mano al cuore. Fabio le afferra le spalle. «Tutto ok?»
Lei prende un respiro profondo. «Mi ricordo della nostra casa.»
«Era qui? Tra questi ruderi?»
Le lacrime le scendono lungo il viso. «Quando ci hanno detto di andarcene, ci hanno dato il minor preavviso possibile.» Si asciuga la guancia col polpastrello. «Avevo appena partorito tua mamma e la nostra casa era tutto ciò che avevamo. Poi sono arrivati quelli dell’Edison e si sono preso tutto, coi loro soldi, e nemmeno l’hanno buttato giù, il paese.» Colpisce il muro col pugno. «Hanno deviato il fiume e sperato che facesse tutto lui.» Sorride. «Invece alcune case sono ancora qui.»
Fabio sospira. «Ti manca il vecchio borgo?»
«Ogni giorno.» Si strofina gli occhi con la manica. «Quando il Meduna ha cambiato rotta, così abbiamo fatto noi.» Annuisce. «La vita è andata avanti, anche se nessuno di noi l’aveva chiesta, quella diga.» Sorride. «I miei anni più belli sono qui, sommersi, andati. La diga se li è presi.» Stringe i pugni, si volta verso Fabio «Adesso senti. Dimmi che ce la farai, che la diga non rovinerà anche te.» Le unghie le pungono il palmo così forte da farle male. «Dovrai magari reinventarti, trovare una nuova rotta, come ho fatto io con tua madre ancora piccola. Ma prometti che ce la farai.»
Lui trattiene il respiro, anche i suoi occhi sono lucidi. Annuisce senza parlare.
Lei rilassa le mani, prende un respiro profondo e gli porge il braccio. «Adesso andiamo.»
Tornano alla barca.
Mentre scivolano sulla superficie piatta del fiume, lei si sporge, raccoglie con la mano a coppa l’acqua del Meduna e si bagna il petto, sotto il cappotto. Il freddo l’accarezza, le scorre su quella piaga che le attraversa il cuore da tutta la vita: una piaga che il Meduna non ha mai potuto guarire.
Con la mano bagnata, si sporge ad accarezzare la fronte di Fabio.
«Grazie, nonna.» Per la prima volta dopo tanto tempo, il nipote le sorride.



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antico
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#2 » martedì 16 novembre 2021, 0:55

Ciao Matteo! Parametri rispettati, buona WLADIMIRO BORCHI EDITION!

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Antonio Pilato
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#3 » martedì 16 novembre 2021, 15:54

Ciao Matteo, ben ritrovato.
Il tuo racconto verte molto sulla narrazione poetica, legata a ricordi su fatti realmente accaduti in merito al fiume Meduna e alle centrali idroelettriche che gli uomini hanno costruito. Un frammento di vita, di storia, di esistenzialismo che ha costretto questa persona, la nonna del protagonista, ancora una volta a ricordare con malinconia la sua vita.
Il finale mi ha lasciato un po' perplesso per la sua semplicità, ma sono sicuro che ciò sia successo più per un limite mio che per un effettivo errore di narrazione.
Il tema del contest è rispettato, seppur in maniera lieve.

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MatteoMantoani
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#4 » martedì 16 novembre 2021, 17:16

Antonio Pilato ha scritto:Ciao Matteo, ben ritrovato.
Il tuo racconto verte molto sulla narrazione poetica, legata a ricordi su fatti realmente accaduti in merito al fiume Meduna e alle centrali idroelettriche che gli uomini hanno costruito. Un frammento di vita, di storia, di esistenzialismo che ha costretto questa persona, la nonna del protagonista, ancora una volta a ricordare con malinconia la sua vita.
Il finale mi ha lasciato un po' perplesso per la sua semplicità, ma sono sicuro che ciò sia successo più per un limite mio che per un effettivo errore di narrazione.

Ciao Antonio! Grazie per il commento. Il finale è semplice, avevo puntato su qualcosa di commovente che si rifacesse alla leggenda del fiume. Che non siano le storie che preferisco scrivere, è chiaro ed evidente :) ma se non sperimento qui, dove posso farlo?

Il tema del contest è rispettato, seppur in maniera lieve.

Perché dici in maniera lieve? Io pensavo addirittura di aver esagerato (la nonna esplicita due volte due motivi per cui il racconto si riallaccia al tema). Pensavo di essere bacchettato per questo, più che per il contrario :)

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Antonio Pilato
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#5 » martedì 16 novembre 2021, 17:29

MatteoMantoani ha scritto:Ciao Antonio! Grazie per il commento. Il finale è semplice, avevo puntato su qualcosa di commovente che si rifacesse alla leggenda del fiume. Che non siano le storie che preferisco scrivere, è chiaro ed evidente :) ma se non sperimento qui, dove posso farlo?


Sì, il finale infatti mi ha trasmesso molta emotività ed è giusto il ragionamento sul voler "sperimentare".

Perché dici in maniera lieve? Io pensavo addirittura di aver esagerato (la nonna esplicita due volte due motivi per cui il racconto si riallaccia al tema). Pensavo di essere bacchettato per questo, più che per il contrario :)


Il tema non risulta particolarmente calcato sia per una questione annessa al passato (nella vicenda si sente molto di più il presente, anche se ci si riferisce per buona parte a eventi già vissuti decine di anni prima), sia per la già citata emozione che secondo me avvolge il lettore, staccandolo da ciò che è accaduto e facendolo "dedicare" a ciò che accade, internamente, nell'animo della nonna.

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LucaBozzi
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#6 » mercoledì 17 novembre 2021, 11:41

Il racconto mi piace, ma avrei dato più importanza ai ricordi della nonna narrando il suo passato, concentrandomi di più sulle sue senzazioni e successivamente facendo balzare il racconto nel presente con la quale condivide la sua angoscia con il nipote. Entrambi con lo setesso stato emotivo causato da quella costruzione. Il passato ed i ricordi della nonna spazzati via dall'imponente corso del fiume ed il futuro e le speranze del nipote strappate via dalla scelta aziendale di porre fine alla sua collaborazione.

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MatteoMantoani
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#7 » mercoledì 17 novembre 2021, 13:02

LucaBozzi ha scritto:Il racconto mi piace, ma avrei dato più importanza ai ricordi della nonna narrando il suo passato, concentrandomi di più sulle sue sensazioni e successivamente facendo balzare il racconto nel presente con la quale condivide la sua angoscia con il nipote. Entrambi con lo stesso stato emotivo causato da quella costruzione. Il passato ed i ricordi della nonna spazzati via dall'imponente corso del fiume ed il futuro e le speranze del nipote strappate via dalla scelta aziendale di porre fine alla sua collaborazione.

Ciao Luca. Innanzitutto benvenuto tra noi e grazie per essere passato a leggere e commentare il mio racconto!
Non ho ben capito come avresti gestito i ricordi della nonna. Intendi su due piani temporali diversi? Con una specie di flashback? Diciamo che ho voluto prediligere il rapporto tra la nonna e il nipote, più che il passato di lei. Mi piaceva questa idea di una nonna che dà insegnamenti di vita al nipote basandosi sulla sua esperienza personale. Volevo anche lasciare speranza, poiché il fiume è comunque un attore positivo, nella storia, in quanto guarisce dalle piaghe.. simbolicamente se vuoi, infatti il nipote guarisce dai suoi dubbi grazie al "tocco" della nonna.
Dimmi se le mie intenzioni ti sono ora più chiare. Grazie mille ancora!

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Davide_Mannucci
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#8 » mercoledì 17 novembre 2021, 16:28

Ciao Matteo! Ben ritrovato!
Il tuo racconto non mi è dispiaciuto, anche se trovo che avresti potuto giocartela meglio ma mi rendo conto che ti sei mosso su terreni che ti piacciono meno. Apprezzabile comunque l’aver sperimentato.
Il racconto ha un potenziale enorme. Potevi esaltare maggiormente il tocco guaritore della nonna, magia acquisita dal fiume. Lambisce le case e acquista un potere che spoglia il nipote della sua apatia e freddezza. O comunque io l’ho letta così. Una prova niente male, direi abbastanza buona, al di sotto dei tuoi standard ma per niente da buttare, anzi.
A presto!
Davide Mannucci

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MatteoMantoani
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#9 » mercoledì 17 novembre 2021, 17:39

Davide_Mannucci ha scritto:Ciao Matteo! Ben ritrovato!
Il tuo racconto non mi è dispiaciuto, anche se trovo che avresti potuto giocartela meglio ma mi rendo conto che ti sei mosso su terreni che ti piacciono meno. Apprezzabile comunque l’aver sperimentato.
Il racconto ha un potenziale enorme. Potevi esaltare maggiormente il tocco guaritore della nonna, magia acquisita dal fiume. Lambisce le case e acquista un potere che spoglia il nipote della sua apatia e freddezza. O comunque io l’ho letta così. Una prova niente male, direi abbastanza buona, al di sotto dei tuoi standard ma per niente da buttare, anzi.
A presto!

Ciao Davide. Grazie per il tuo commento. Certo, siete le mie cavie :) quindi un po' di schifezza ve la dovete pur beccare XD
Diciamo che, appunto, visto che io non sono molto avvezzo ai racconti che cercano di creare empatia attraverso persone che si vogliono bene, ogni commento su cosa in questo racconto non funziona è utilissimo. Tu dici che era meglio esaltare il lato guaritore del fiume, e il tocco taumaturgico della nonna.. comunque, mi pare di capire che il problema sta nel fatto che manca po' di coinvolgimento da parte del lettore per qualche motivo... magari mi potresti dire cosa non ti è piaciuto? (Visto che a me di nonne e nipoti che si vogliono bene non frega niente, puntavo più che altro alla nostalgia della nonna riguardo al suo passato, e al senso di delusione/perdita che le ha dato la propria vita...)
Grazie mille.

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Davide_Mannucci
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#10 » giovedì 18 novembre 2021, 14:21

(Visto che a me di nonne e nipoti che si vogliono bene non frega niente, puntavo più che altro alla nostalgia della nonna riguardo al suo passato, e al senso di delusione/perdita che le ha dato la propria vita...)


Credo che il grosso problema stia proprio qua. Visto che non. te ne frega niente, avresti potuto non parlarne :) Mi spiego meglio: tu puntavi alla nostalgia della nonna riguarda al passato però metti in scena il nipote e allora il rapporto dei due non può essere marginale. Si avverte che non te ne frega nulla e infatti l’empatia arriva fino a un certo punto.
Lei ha nostalgia del passato perché sa che soffocarlo significa annientare la possibilità di guarire dalla malattia di cui soffre il nipote (malattia esistenziale). Il gesto del tocco guaritore non può prescindere da una relazione nonna/nipote e neppure dal volere il bene di un altro. E in questo caso il bene è proprio l’eredità di quel passato che l’acqua cerca di uccidere ma che la memoria tiene in vita.
O almeno io la vedo così. :)
Davide Mannucci

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LucaBozzi
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#11 » giovedì 18 novembre 2021, 16:28

Grazie per il benvenuto. A volte il racconto si legge anche in base alle proprie esperienze ed emozioni provati dai libri che si legge in genere. Molti hanno visto il fiume come sorgente purificatore (questo è molto vero), io, invece, l'ho visto come minaccia. Ma non è questo il punto. Il racconto della nonna mi ha trasportato di più di tutto il resto, ma non significa che tutto il resto non sia buono. Il mio era solo un modo di esprimere il piacere di quella parte di lettura e di approfondire quella storia.

alexandra.fischer
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#12 » venerdì 19 novembre 2021, 16:44

Tema centrato. Storia delicata, di stampo realistico. La diga dell’immaginario Meduna dall’acqua taumaturgica fa da punto di svolta della vita della protagonista e del nipote. Si tratta veramente di esistenze piagate dalla vita. La nonna si è vista espropriare la casa, l’unico bene di famiglia, da giovane sposa in attesa della figlia. E quella ferita non si rimarginerà mai, per lei: il dolore è rinnovato dalla vista delle macerie. Tuttavia, ha la forza di rincuorare il nipote, ingegnere licenziato dalla società costruttrice della diga e comprensibilmente avvilito. Molto ben resa la gita in barca, con una descrizione degna di un vero esperto di gite sui fiumi.

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Michael Dag
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#13 » domenica 21 novembre 2021, 9:57

Un fiume deviato, interpretazione davvero originale!
Ho apprezzato la lentezza della narrazione, azzeccatissima per quello che hai voluto narrare.
Mi è piaciuta meno invece la mancanza di focalizzazione sui protagonisti, a parer mio saltelli troppo spesso tra fabio e la nonna, uno dei problemi principali della terza persona presente.
Buono il linguaggio, ottima scelta di parole e metafore, ma stai attento alle ripetizioni, soprattutto quando vuoi passare la telecamera da un protagonista all'altro (come dicevo, il guaio della 3presente).
Fabio sospira 3 volte, si schiarisce la gola due, anche la nonna ha molti beat che parlano di respirazione.
Immagino sia una scelta voluta, ma li ho trovati eccessivi.

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MatteoMantoani
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#14 » domenica 21 novembre 2021, 10:34

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Storia delicata, di stampo realistico. La diga dell’immaginario Meduna dall’acqua taumaturgica fa da punto di svolta della vita della protagonista e del nipote. Si tratta veramente di esistenze piagate dalla vita. La nonna si è vista espropriare la casa, l’unico bene di famiglia, da giovane sposa in attesa della figlia. E quella ferita non si rimarginerà mai, per lei: il dolore è rinnovato dalla vista delle macerie. Tuttavia, ha la forza di rincuorare il nipote, ingegnere licenziato dalla società costruttrice della diga e comprensibilmente avvilito. Molto ben resa la gita in barca, con una descrizione degna di un vero esperto di gite sui fiumi.

Ciao Alexandra! Mi fa sempre piacere quando passi a leggere qualcosa scritto da me anche "non costretta" dal regolamento della gara. Grazie per il tuo commento, certamente in questo racconto ho cercato di sperimentare mirando a far vibrare corde diverse rispetto a quelle cui punto di solito. Sono contento se con te ci sono riuscito. Buona gara e buona scrittura!
PS. XD ho remato due volte nella mia vita, ai laghi di Fusine in Carnia e al lago di Bled in Slovenia. Non mi reputo un esperto, ma, certamente, ho usato quelle esperienze per descrivere le azioni in questo racconto. Mi fa piacere che, in qualche modo, il risultato sia buono. Grazie ancora.

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MatteoMantoani
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#15 » domenica 21 novembre 2021, 10:39

Michael Dag ha scritto:Un fiume deviato, interpretazione davvero originale!
Ho apprezzato la lentezza della narrazione, azzeccatissima per quello che hai voluto narrare.
Mi è piaciuta meno invece la mancanza di focalizzazione sui protagonisti, a parer mio saltelli troppo spesso tra fabio e la nonna, uno dei problemi principali della terza persona presente.
Buono il linguaggio, ottima scelta di parole e metafore, ma stai attento alle ripetizioni, soprattutto quando vuoi passare la telecamera da un protagonista all'altro (come dicevo, il guaio della 3presente).
Fabio sospira 3 volte, si schiarisce la gola due, anche la nonna ha molti beat che parlano di respirazione.
Immagino sia una scelta voluta, ma li ho trovati eccessivi.

CIao Michael, grazie per il tuo commento. Sì, la terza persona è una brutta bestia, per questo, quando ne ho occasione, cerco di usarla.. così faccio esercizio. Le ripetizioni sono purtroppo frutto di poche riletture. Lo confesso, coi beat devo variare un po' il mio campionario, nella prima stesura metto sempre quei due/tre e poi, in stesure successive, cerco di variare aggiungendo sfumature diverse. Però, qui, non ho avuto proprio tempo. (Sono anche alla ricerca di un qualche tipo di guida su come variare le sensazioni interne di un personaggio (al di là dei soliti sospiri, ammiccamenti e giochi di sopracciglia), se qualcuno ha qualche suggerimento sarei contento di riceverlo. Grazie.)

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Michael Dag
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#16 » domenica 21 novembre 2021, 10:44

Bella domanda... potresti trovare una guida base di espressioni facciali per il teatro. in rete dovresti trovare qualcosa di semplice, magari aiuta...

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Andrea Lauro
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#17 » domenica 21 novembre 2021, 21:00

Ciao Matteo, un racconto a tema sentimentale narrato in terza persona. Lineare, nessun punto in cui ho avuto necessità di rilettura, cosa che in questo girone mi è capitato spesso: quindi punto a tuo favore.

Ti segnalerei due cose:

1) Nell’incipit vengono eseguite un sacco di azioni. I personaggi si fermano, si guardano, voltano la testa, si voltano ancora. Queste azioni sono coerenti con la storia? Sì, nessuna di esse è fuori contesto. Perché balzano all’occhio? Perché il più delle volte sono fredde. Sono azioni che entrambi i personaggi potrebbero compiere, indistintamente; dirò di più, qualsiasi personaggio in qualsiasi storia potrebbe compierle. Perché non caratterizzano, non sono una manifestazione dell’interiorità. Spero di non essere frainteso: quando lui indica, va bene. Vuoi che il lettore focalizzi l’indicazione su qualcosa. Quando lei volta la testa per guardare, va bene. Vuoi che lei prenda coscienza di ciò che lui sta indicando. Ma tutte queste azioni potrebbe farle chiunque. E se ce ne metti tante in poche righe, ottieni quell’effetto “lista della spesa” di cui tanto si parla. Individua l’azione che farebbe solo lei, in quel contesto e con quel nipote.

2) Il punto di svolta. Tu hai la nonna che vuole insegnare qualcosa al nipote. Gli mostra tutto, gli spiega come vedere le cose nella giusta luce, e infine gli evidenzia la possibilità di un cambio rotta. Entrambi si commuovono. Cosa manca? La messa in atto del cambiamento (o meglio, la previsione di un cambiamento). Che è nel nipote, l’unico che può imparare qualcosa dalla vicenda (perché la nonna è l’Obi Wan Kenobi della situazione, parte con un’idea e verrà via con la stessa idea). Quello che ci manca è vedere il nipote trasformarsi. Nell’incipit, lui vuole andarsene il più in fretta possibile e non dare retta alla nonna. Vediamo ora come si comporta nel finale, dopo che il messaggio è stato consegnato. Nel finale si comporta così: annuisce, trattiene il respiro, gli si bagnano gli occhi, dice grazie. Già di per sé è indice che qualcosa in lui sta cambiando. La domanda è: ci basta? Quale sarebbe stato il vero segno tangibile di un cambiamento, in linea con il personaggio?

Sono stato prolisso, me ne rendo conto…
a presto!
andrea

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MatteoMantoani
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#18 » lunedì 22 novembre 2021, 8:38

Andrea Lauro ha scritto:Ciao Matteo, un racconto a tema sentimentale narrato in terza persona. Lineare, nessun punto in cui ho avuto necessità di rilettura, cosa che in questo girone mi è capitato spesso: quindi punto a tuo favore.

Ciao Andrea! Sono contento :) punto molto all'immediatezza di quello che scrivo

Ti segnalerei due cose:

1) Nell’incipit vengono eseguite un sacco di azioni. I personaggi si fermano, si guardano, voltano la testa, si voltano ancora. Queste azioni sono coerenti con la storia? Sì, nessuna di esse è fuori contesto. Perché balzano all’occhio? Perché il più delle volte sono fredde. Sono azioni che entrambi i personaggi potrebbero compiere, indistintamente; dirò di più, qualsiasi personaggio in qualsiasi storia potrebbe compierle. Perché non caratterizzano, non sono una manifestazione dell’interiorità. Spero di non essere frainteso: quando lui indica, va bene. Vuoi che il lettore focalizzi l’indicazione su qualcosa. Quando lei volta la testa per guardare, va bene. Vuoi che lei prenda coscienza di ciò che lui sta indicando. Ma tutte queste azioni potrebbe farle chiunque. E se ce ne metti tante in poche righe, ottieni quell’effetto “lista della spesa” di cui tanto si parla. Individua l’azione che farebbe solo lei, in quel contesto e con quel nipote.

Questo è un buon appunto. Sia chiaro che sto cercando di imparare a usare il mostrato evitando come la peste il famigerato effetto "lista della spesa". Mi è stato segnalato in altre occasioni che i miei testi hanno le cosiddette "microazioni", e, grazie a questa tua analisi, forse ho capito come limare un po' la narrazione. Io nella mia testa ho un film, lo descrivo nel racconto, ma le azioni devono essere limitate non solo a quelle utili per capire cosa succede, ma anche a solo quelle utili per caratterizzare i personaggi. Ci penso, ci lavoro un po'. Difficile, ma ce la si deve fare :)

2) Il punto di svolta. Tu hai la nonna che vuole insegnare qualcosa al nipote. Gli mostra tutto, gli spiega come vedere le cose nella giusta luce, e infine gli evidenzia la possibilità di un cambio rotta. Entrambi si commuovono. Cosa manca? La messa in atto del cambiamento (o meglio, la previsione di un cambiamento). Che è nel nipote, l’unico che può imparare qualcosa dalla vicenda (perché la nonna è l’Obi Wan Kenobi della situazione, parte con un’idea e verrà via con la stessa idea). Quello che ci manca è vedere il nipote trasformarsi. Nell’incipit, lui vuole andarsene il più in fretta possibile e non dare retta alla nonna. Vediamo ora come si comporta nel finale, dopo che il messaggio è stato consegnato. Nel finale si comporta così: annuisce, trattiene il respiro, gli si bagnano gli occhi, dice grazie. Già di per sé è indice che qualcosa in lui sta cambiando. La domanda è: ci basta? Quale sarebbe stato il vero segno tangibile di un cambiamento, in linea con il personaggio?

Questo mi è un po' più difficile da capire, ma, penso, di aver capito dove sta il problema: il pdv che ho scelto. Il personaggio che compie l'arco non è la nonna, ma il nipote. Del nipote effettivamente mostro un cambiamento, ma, come dici tu, è un po' troppo in sordina, perché la nonna non può leggergli i pensieri e può solo vederne i gesti. Avrei dovuto aumentare un poco la gestualità del nipote per esaltarne il conflitto interiore (accarezza anche lui il muretto, abbassa lo sguardo quando la nonna parla, dice effettivamente qualcosa), ma, la cosa più facile, sarebbe trasporre tutto su di lui. Prova magari a dirmi se secondo te questo potrebbe sistemare il racconto, che punta a un coinvolgimento emotivo forte, ma non del tutto riuscito.

Sono stato prolisso, me ne rendo conto…
a presto!
andrea

Più che prolisso direi approfondito, e hai dato tempo all'analisi del mio racconto. Quindi semplicemente: grazie. (bello il tuo pezzo, situazione semplice e ben descritta, e con un buon impatto emotivo: qui nel mio racconto io tiro fuori generazioni di gente rovinata, e non riesco a fare emozionare, tu ci sei riuscito semplicemente con un ragazzo che vuole stare di più con la morosa.. su questo si può solo che imparare).

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Andrea Lauro
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#19 » lunedì 22 novembre 2021, 11:46

Grazie Matteo per l'attenzione al commento, sapevo che non cadeva nel vuoto.

Punto 1: confermo, è difficilissimo. ma è la chiave!
Punto 2: no no, non credo che il cambio Pdv sia necessario. Sta a te scegliere! *

Grazie ancora
Andrea

* vogliamo approfondire? La nonna potrebbe non essere sicura che il nipote la ascolterà. Potrebbe sentirsi inutile, e provarci lo stesso perché quella cosa "va detta". Questo è un altro possibile punto di svolta, diverso dal primo. E se scegli questo, lo stesso racconto cambia ancora, presterai più attenzione ad altri particolari. devi solo focalizzare quello su cui vuoi puntare per la riuscita dell'esperienza.

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GiulianoCannoletta
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#20 » lunedì 22 novembre 2021, 19:25

Ciao Matteo, piacere di averti letto.
Il punto di forza del tuo racconto sta nelle atmosfere che riesci a evocare e anche in una buona resa emozionale.
Riguardo alla forma ho trovato un po' pesanti alcuni dialoghi. In particolare nel finale due battute più lunghe della nonna in cui intervalli frase/beat a più riprese. Probabilmente l'intenzione era quella di restituire un dialogo più "cinematografico", con le espressioni e le azioni della nonna mentre parla, ma l'effetto che mi ha fatto nel leggerlo è stato più un effetto singhiozzo, spezzando la fluidità della battuta in un momento importante del racconto.
Molto bella l'interpretazione del tema.
A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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MatteoMantoani
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#21 » lunedì 22 novembre 2021, 19:43

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Matteo, piacere di averti letto.
Il punto di forza del tuo racconto sta nelle atmosfere che riesci a evocare e anche in una buona resa emozionale.
Riguardo alla forma ho trovato un po' pesanti alcuni dialoghi. In particolare nel finale due battute più lunghe della nonna in cui intervalli frase/beat a più riprese. Probabilmente l'intenzione era quella di restituire un dialogo più "cinematografico", con le espressioni e le azioni della nonna mentre parla, ma l'effetto che mi ha fatto nel leggerlo è stato più un effetto singhiozzo, spezzando la fluidità della battuta in un momento importante del racconto.
Molto bella l'interpretazione del tema.
A rileggerci presto!
Giuliano

Ciao Giuliano, grazie per il commento.
Sui dialoghi finali: sto molto attento a non scrivere una battuta di dialogo troppo lunga (l'ho letto da qualche parte, un monologo di troppe righe risulta palloso), allora ho inframezzato con qualche beat per rendere la lettura più dinamica e "risvegliare" l'attenzione del lettore. Qui va un po' a gusti, per esempio io non ci trovo niente di male a leggere battute di dialogo lunghe mezza pagina (mi è capitato di trovarli anche in romanzi di successo), però.. boh... nel dubbio cerco di diluirli un po'...

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david.callaghan
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#22 » martedì 23 novembre 2021, 22:48

Ciao Mentis,
ben trovato.
Ho trovato il tuo racconto ben eseguito ma molto freddo. Non c'è un vero coinvolgimento da parte del lettore e anche il ritmo segue un andare un po' piatto. Io mi aspettavo il colpo di scena finale e eclatante, invece non arriva. Condivido il commento di Lauro, che ha saputo dare voce alle sensazioni che non ero capace di esprimere cosi bene. Un saluto e alla prossima

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MatteoMantoani
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#23 » mercoledì 24 novembre 2021, 8:12

david.callaghan ha scritto:Ciao Mentis,
ben trovato.
Ho trovato il tuo racconto ben eseguito ma molto freddo. Non c'è un vero coinvolgimento da parte del lettore e anche il ritmo segue un andare un po' piatto. Io mi aspettavo il colpo di scena finale e eclatante, invece non arriva. Condivido il commento di Lauro, che ha saputo dare voce alle sensazioni che non ero capace di esprimere cosi bene. Un saluto e alla prossima

Ciao David. Niente.. si vede che ho ancora da lavorare se voglio riuscire a emozionare in questo modo. Grazie del commento :) leggere il vostro feedback mi aiuta.

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Fagiolo17
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#24 » mercoledì 24 novembre 2021, 19:16

Ciao Matteo e piacere di averti letto.
Racconto dai toni intimisti che richiama ricordi e emozioni.
Seppure non siano i racconti che più apprezzo come genere, devo dire che hai fatto un ottimo lavoro.
Senza bisogno di grossi twist hai condotto per mano il lettore in questa storia lieve e delicata fino al finale. Di solito anche tu ti aggiri in altri lidi, ma hai fatto bene a sperimentare!
Bravo una bella prova.

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MatteoMantoani
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#25 » mercoledì 24 novembre 2021, 19:31

Fagiolo17 ha scritto:Ciao Matteo e piacere di averti letto.
Racconto dai toni intimisti che richiama ricordi e emozioni.
Seppure non siano i racconti che più apprezzo come genere, devo dire che hai fatto un ottimo lavoro.
Senza bisogno di grossi twist hai condotto per mano il lettore in questa storia lieve e delicata fino al finale. Di solito anche tu ti aggiri in altri lidi, ma hai fatto bene a sperimentare!
Bravo una bella prova.

Mi conforta sapere che questa storia a qualcuno è piaciuta :) anche se migliorabile sotto molti aspetti. Grazie dott. Fagiolo!

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antico
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Re: Il fiume delle piaghe

Messaggio#26 » giovedì 2 dicembre 2021, 22:13

Un racconto che punta tutto sulle sensazioni ed emozioni, ma che, idea mia, vede nella sua struttura il suo più grosso limite. Costruisci la scena partendo dalla barca e prendendoti il tuo tempo, ma quando si arriva al cuore del racconto mi sembra tutto filare via troppo liscio, quasi come se bastasse dire che quella era la sua casa e che aveva avuto difficoltà nel riadattarsi per innescare la reazione emotiva nel lettore. Nella mia mente rimane più impressa quella mano che prende contatto con il fiume rispetto al ritorno all'antica casa, tanto per dire, e questo è segno di un equilibrio non trovato e non corretto. Resta il fatto che la lettura è piacevole e il messaggio arriva, ma se il pollice è tendente al positivo in modo solido, ma non brillante e non su il motivo sta in questo tell ben mascherato che mi ha impedito di "sentire" un racconto che proprio di percezioni ed emozioni doveva vivere.

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